On 16/08/2022 22:40, Paperino wrote:
> Dopo trent'anni d'uso la cucina da incasso (Ariston, forno + piano
> cottura) ha iniziato a tirare le cuoia.
> Il piano cottura è già stato sostituito qualche mese fa con un'altro,
> sempre Ariston, ora a marchio Hotpoint. Secondo Colei Che Deve Essere
> Obbedita, la scelta è stata eccellente.
Indesit era una azienda italiana con sede a Fabriano, provincia di
Ancona. Era stata fondata come Merloni Elettrodomestici dal
compianto Vittorio Merloni (a me noto perche' aveva tentato di
costruire una centrale solare termodinamica in Sicilia, arrivando
a scontrarsi con la regione Sicilia che e' stata cosi' condannata
per ostruzionismo burocratico dal TAR Sicilia - ma poi e' morto
e gli eredi si sono subito disfatti del progetto da 50 MW,
vendendolo ad olandesi che poi ci hanno messo fotovoltaico).
Merloni poi compera Indesit di Torino nel 1987. Ariston e' un
marchio della Merloni. Nel 2001 Indesit viene venduta ai britannici
Hotpoint, a loro volta controllati dalla General Electric americana.
Nel 2005 alla Merloni cambiato il nome in Indesit, e poi nel 2007,
l'intero grupop viene rinominato in Hotpoint sotto i marchi
Hotpoint-Ariston. Nel 2008 Indesit riacquista le quote da
General Electric e nel 2011 rilancia il marchio Hotpoint, terminando
i marchi Ariston e Hotpoint-Ariston. Nel 2014 un consorzio
Whirlpool (USA) e Haier (China) acquista la filiera britannica,
poi Haier acquista nel 2016 da General Electric la filiera USA.
Hotpoint era nata nel 1911 in California ed entrate nel mercato
britannico nel 1920. La filiera italiana, e' al 60,4% della
Whirlpool dal 2014, e con la morte di Vittorio Merloni nel 2016,
diventa totalmente Whirlpool dal 2016. Oggi Indesit e' solo un
marchio della Whirlpool EMEA Spa (sede a Milano), filiale
europea della Whirlpool. Cosi' ora sapete cosa sono i nomi
da Ariston a Whirlpool ...
> Adesso stavo guardando per il forno, sempre a gas, *ma...* Hotpoint ne
> fa *un solo* modello, che per di più risulta non disponibile, mentre ne
> produce ben *41* modelli elettrici.
> Da un controllo non esaustivo, ho visto che che più o meno tutti sono su
> livelli di assorbimento intorno ai 2800-3500 watt.
>
> Ora, diamo per scontato che in casa abbiamo il classico contratto da 3.3
> kW,
Temperamatite: lei ha un contratto da 3 kW di potenza impegnata, con
potenza disponibile 3,3 kW. Per disposizione di ARERA, per i clienti
con potenza minore di 30 kW, la potenza disponibile e' maggiorata
del 10% sulla potenza impegnata. Lo ricordo, perche' non crediate
che sia cosi' per tutti. Un artigiano che ha un contratto di
50 kW di potenza impegnata, ad esempio, ha a disposizione solo
50 kW, senza maggiorazioni agevolate.
La differenza tra potenza disponibile e potenza impegnata e'
lampante nelle bollette, dove la quota fissa della potenza
e' calcolata su 3 kW (impegnata) e non 3,3 kW (disponibile).
Una ulteriore agevolazione per i consumatori domestici e' che per
due volte al giorno possono sfondare del la loro potenza disponibile
per una durata massima di 90 minuti. Non riesco a recuperare il
documento dispositivo, ma ecco uno di consultazione:
<
https://www.autorita.energia.it/allegati/docs/15/034-15.pdf>
Il documento, 34/2015/R/ EEL, evidenzia un miglioramento della
potenza di esubero, passata da 3,96 kW a 4,2 kW per chi ha 3 kW
di potenza impegnata, e con l'estensione di questa agevolazione
anche alle potenze impegnata superiori. Notare il richiamo a p.8
del documento sul fatto che il sistema italiano e' peculiare
nel mondo: "la limitazione di potenza su un unico valore di
riferimento (3 kW) per la stragrande maggioranza della clientela
domestica e la struttura progressiva della tariffa". E la ovvia
conclusione: "la struttura progressiva porta infatti a favorire
le abitazioni con bassi consumi, ma nulla al giorno d’oggi
garantisce che bassi consumi discendano da bassi redditi: in
considerazione della forte correlazione tra consumi elettrici
e numero di componenti il nucleo familiare, la struttura tariffaria
attuale può infatti ad esempio ad effetti paradossali di favorire
single anche benestanti (sussidiati) a scapito di famiglie numerose
(sussidianti). Mi sono tolto questo sassolino riguardo a chi,
ancora oggi, difende la tesi di scaglionare i prezzi in base
ai consumi (cosa in vigore ancora oggi con l'accisa elettrica,
il che ha un riflesso anche sulla scelta della potenza, come
poi si vedra'). Suggerisco leggere anche a p.13, punto 3.3.
Non mi pare che ci sia una disposizione vincolante, ma sembra che
si tratti "di accordi volontari intercorsi tra le principali
associazioni dei consumatori e Enel nel 2003, e non è attualmente
[ndr: 2015] omogenea sull’intero territorio italiano".
La parte che ci interessa qui inizia a pagina 38, capitolo 8,
in particolare il punto 8.3:
"Nel febbraio 2003, in occasione dell’installazione massiva dei
contatori elettronici, Enel Spa stipulò con le principali associazioni
di consumatori un accordo volontario, in base al quale venne adattata
la soglia di tolleranza del limitatore di potenza in modo che i nuovi
contatori non costituissero un ostacolo al prelievo secondo le
abitudini consolidate. In base alle informazioni fornite in
proposito da Enel Distribuzione all’Autorità, tale accordo prevede
che in tutti i misuratori installati da Enel Distribuzione non solo
presso i clienti domestici ma anche non domestici con misuratore
monofase e limitazione di potenza (ovvero, con potenza contrattualmente
impegnata fino a 10 kW, salvo casi particolari (...omissis...) viene
consentito un prelievo fino a +27% (rispetto alla potenza disponibile)
per una durata massima di tre ore (ovvero, per una fornitura
con potenza contrattualmente impegnata di 3 kW, fino a 4,2 kW per tre
ore)."
e il punto successivo: "... siano numerose le altre imprese di
distribuzione che hanno adottato la medesima configurazione ..."
della tolleranza. Ma ACEA usa una logica diversa. Quindi quanto
segue dipende da chi e' il vostro distributore.
Poi a pagina 66 abbiamo i dettagli, capitolo C, nel caso di una
potenza impegnata di 3 kW.
* in assorbimento continuo: fino a 3,3 kW (cioe' +10%)
* per 90 minuti in due lotti: fino a 4,2 kW (cioe' +40%)
ovviamente i due lotti possono anche essere consecutivi,
salvi 2 minuti di interruzione, per un totale di
180 minuti (3 ore)
* per 2 minuti non c'e' limite salvo quella delle
protezioni (in genere 63A sullo strumento di misura e un valore
molto minore sul proprio centralino, 16A per una singola
linea, 25A o 32A o 40A per l'interruttore generale sono
valori tipici, legati al contratto, un 3 kW probabilmente
a un 25A)
Per sapere se il vostro distributore applica questo criterio,
basta leggere il libricino fornito all'arrivo del nuovo
punto di misura. Ad esempio, quello di ENEL Distribuzione:
<
https://www.e-distribuzione.it/content/dam/e-distribuzione/05_open_meter/brochure/GUIDA_TECNICA_GEMIS_rwk.pdf>
vedi a pagina 9:
"Ad esempio, se, con una potenza contrattuale di 3 kW, la
potenza istantanea misurata è compresa tra 3,3 e 4 kW,
a display saranno mostrati i seguenti messaggi:
- dopo 2 minuti RIDURRE CARICO SUPERO POTENZA (*)
- dopo 92 minuti RISCHIO DISTACCO SUPERO POTENZA (*)
ovvero, parafrasando, tra 3,3 e 4 kW, con un contratto
di 3 kW di potenza impegnata, per 90 minuti leggete sul
misuratore:
"RIDURRE CARICO SUPERO POTENZA PER PIÙ DEL XXX%"
questo messaggio e' informativo, un invito a ridurre il
carico, ma non e' un avviso di distacco imminente.
Quello lo ricevete dal 92-esimo minuto:
"RISCHIO DISTACCO SUPERO POTENZA PER PIÙ DEL XXX%."
dove le parole "ridurre carico" sono state sostituite
dall'avviso "rischio distacco".
> e non ho molta voglia di dover cambiare contratto per un forno che
> viene comunque utilizzato poche volte al mese, né di spegnere tutti gli
> altri utilizzatori di casa mentre si cucina qualcosa.
Come puo' vedere, dipende da quanto tempo lascia acceso
il forno. Se la cottura resta tra 90 minuti, anche con 3500
watt, a patto di non avere qualche altro carico energivoro
in casa, puo' stare tranquillo.
Tra l'altro va considerato che questi forni funzionano come
il ferro da stiro: la potenza massima si ha solo per il tempo
richiesto per portare a temperatura e poi si accende per
brevi periodi giusto per mantenere la temperatura, a parte
il momento in cui introducete il cibo, specie se ha una
certa massa, in particolare se c'e' anche acqua, per cui
avremo un secondo ciclo "intenso".
C'e' anche chi ha studiato la faccenda :-)
<
https://www.researchgate.net/figure/An-electric-oven-a-common-example-of-a-control-system-The-graph-top-right-shows-how_fig1_228362381>
dove nella figura (b) potete vedere come la resistenza, dopo una
fase iniziale in cui e' sempre accesa, poi inizia un ciclo on/off.
L'ampiezza della fase "on" (che nel grafico, secondo me e' esagerata)
dipende all'isolamento nella costruzione del forno (che d'estate e'
un bonus, perche' meno il forno butta fuori nell'ambiente, meno
dovra' funzionare il condizionatore per compensare ...). Sospetto
che la perdita maggiore di calore si ha dallo sportello, anche
quando e' chiuso (per "irradiazione", ovvero radiazione
elettromagnetica, che attraversa il vetro). Forse qualche
esperimento foderando l'intero del vetro con materiale termo
riflettente (che non e' "riflettere la luce") potrebbe essere
interessante in termini di consumi, ovviamente rinunciando di
vedere cosa avviene dentro. Ecco il documento (p.4):
<
https://www.researchgate.net/publication/228362381_Mechatronics_Control_Devices>
Riguardo all'aumento di potenza del contratto, va precisato
che a regime, 1 kW contrattuale in piu' costa, tutto
compreso, tassato e ivato, circa 2 euro al mese, cioe'
24 euro all'anno. E ricordo che lei puo' optare anche
solo per un 4 kW potenza impegnata (potenza disponibile
4,4 kW e 3,85 kW rispettivamente). L'unico cruccio e' se
lei consuma poco (meno di 4000 kW·h/anno circa), perche' allora
c'e' ancora una bastarda penale fiscale per gli over 3 kW,
che consiste nel perdere l'agevolazione dello sconto
sull'accisa elettrica (2,27 centesimi al kW·h) sui primi
1800 kW·h consumati, che poi vengono gradualmente
defalcati a partire da 2640 kW·h/annui.
Nel caso peggiore, se lei consumasse meno di 2640 kW·h,
lei perderebbe di colpo l'esenzione su 1800 kW·h per un
valore totale di 1800·0,0227=40,86+IVA 10% = 44,95 €/anno.
Questo e' il "deterrente per gli aumenti di potenza, anche
solo 500 watt in piu' di 3 kW. Ironicamente, chi fa
elevati aumenti di potenza e quindi probabilmente prevede
di sfondare i 4000 kW·h/anno di consumi, non subisce alcuna
penalizzazione, perche' l'agevolazione d'accisa l'ha gia'
persa a causa dei consumi. Un altro esempio di equita'
di stampo ...
> Mi son detto che potrei scegliere un altro produttore e tanto per
> provare ho fatto al volo una ricerca sul sito Mediaworld (OK, posso
> anche provare a cambiare fornitore, ma il punto non è quello) per
> "forno a gas".
> Nove risultati, di cui due erano cucine complete - non solo forno - due
> fornetti per pizza, quattro prodotti non disponibili e un solo prodotto
> disponibile (Beko) ad un prezzo doppio di quello del modello a gas
> scelto inizialmente.
>
> *********************************
>
> Qualcuno mi sa spiegare perché non si trovano praticamente più forni
> a gas, e perché di conseguenza sono quasi tutti elettrici?
>
> E chi ce l'ha elettrico, che mi dice dei consumi?