ma figuriamoci, i trattamenti sono scelti appositamente per
risultare inassorbibili (se no morirebbe la pianta stessa).
Per lo zolfo non c'è problema, è insolubile.
Per lo ione rame il discorso è diverso : mescolato alla
calce forma carbonati basici pure insolubili, e con bassa
diffusione nel suolo. D'altra parte la vite succhia a
notevole profondità (ma come tutte le piante arboree,
infatti i diserbanti TOTALI, come il RoundUp della Mon$anto,
che uccide qualsiasi cellula vegetale, è tranquillamente
spruzzato tra alberi da frutta, stermina ogni erbacea, e gli
alberi se ne fanno un baffo. Il fatto è che penetra per
20-30 cm, ma le piante "bevono" a metri sotto. La radice
legnosa, grossa, è solo il supporto, la parte da cui beve
sono i peli radicali che rivestono le radici piccole, profonde)
> La realtà è più semplice:i tannini sono un protettivo naturale.
ma non ho mai detto il contrario, che il tannino non sia
cosa utile ! Dico solo che non è una protezione assoluta, e
che non è vero che impregnare, specie con antifungini, non
prolunghi la vita.
>
http://www.vallidelverbano.va.it/allegati/article/896/Il%20legno%20di%20castagno%20confronto%20con%20altri%20legni--.pdf
>
> GD
Nei nostri climi gli unici legni quasi imputrescibili per
gli usi normali sono quelli nati nelle foreste pluviali (che
grazie a Dio costano di più ora), tipo il Mogano, Soqupira,
Palissandro e altro. A casa loro marciscono (lentamente) ma
li piove tutti i giorni e ci sono 25-30 gradi costanti, per
i funghi è il paradiso. Spostati al nostro clima si trovano
con delle protezioni diciamo sovradimensionate. Una decina
d'anni fa, quando smantellai il tetto, misto, fatto di legni
di ogni genere, trovai che le travi in pioppo erano camolate
o frolle per l'intero spessore, pur essendo enormi (sui 35
di diametro).
La quercia era camolata per un 3 cm, l'interno ancora buono,
il castagno era camolato solo vicino alle fenditure (ne
aveva parecchie, è un legno poco legato trasversalmente,
infatti lo spacca anche un bambino). Poi ogni tanto c'erano
dei listelli trasversali rossicci, con una trama a
scagliette lucide, di mogano massiccio, che malgrado fossero
solo listelli di 2-2,5 cm, non avevano una camola che fosse
1, e i chiodi arrugginiti piuttosto che farsi sradicare col
piede di porco, si strappava via la testa (anche dalla
quercia, le grappe forgiate si spezzavano in alta
percentuale), segno che il legno era ancora compatto come un
secolo prima, e la ruggine del chiodo aveva aumentato la
tenuta. Dal pioppo si levavano a volte a mano.
Il castagno era in effetti in ottimo stato, ma un tetto è
asciutto, non è il terreno. Dove perdeva insomma, così così.
Nella soqupira non ci pianti un chiodo che non sia acciaio
temprato spesso 4 o 5 mm, da muro, oppure facendo il foro
col trapano in modo che sia appena 1 mm sotto il diametro
del chiodo o della vite. Qualche volta mi ha dato sgradite
sorprese cercando di rompere i listelli con la mazzetta :
rimbalzava indietro come se colpissi una molla.
Come ha scritto qualcun altro, carbonizzare il legno
superficialmente aiuta, se è fatto bene. Bisogna usare una
fiamma molto calda e ruotare rapidamente la punta, in modo
che carbonizzi solo la superficie. Il carbonio di per sé è
imputrescibile in assoluto, e anche uno strato non spesso
rallenta la penetrazione delle spore dei funghi. Ma non si
deve "bruciare" il legno, se no si dirada e resta poroso.
Inoltre se carbonizzi e poi catrami, il catrame da
un'adesione magnifica sul carbone, sono entrambi idrofobi e
si amano