Il 09/11/18 14:16, L'Infante di Spagna ha scritto:
Copioincollo un vecchio promemoria sull'uso dell'epossidica, magari a
qualcuno interessa...
Il testo si riferisce all'uso di epossidiche ad indurimento lento, più
di un'ora almeno...
L'epossidica è un adesivo a due componenti, che reagiscono fra di loro
formando una molecola a catena molto lunga che si ancora alle superfici
da incollare. I due reagenti (Definiti in modo molto improprio resina e
indurente) sono una sostanza chimica, la resina indurita una
completamente diversa, quindi le regole di sicurezza per i reagenti e
per la resina sono completamente diverse: la resina indurita è
completamente inerte, potete farci con sicurezza cisterne per l'acqua
potabile o per il vino (ma con l'epossidica non con la poliestere!) i
reagenti NON SONO INERTI e provocano alla lunga reazioni allergiche, per
cui nella preparazione è assolutamente necessario usare guanti di gomma
Alcune regole per l'uso dell'epossidica come colla e/o come stucco
strutturale.
Cercherò di essere sintetico. È l'unico modo che conosco per scrivere
cose sensate.
Quando parlo di epossidica intendo normalmente la resina pura, fatta di
due componenti, che di solito hanno la consistenza del miele piu o meno.
Altre resine che hanno la consistenza dello stucco sono usualmente
resine caricate con l’aggiunta di inerti di vario tipo e con varie
funzioni, ma vedremo più avanti…
Molti provano ad usarla e fanno disastri, per usarla ci sono delle
regole precise.
Raramente conviene usarla pura, perché non riempie gli spazi e cola, di
solito si usa miscelata a cariche di vario genere che ne aumentano la
consistenza.
La si può usare pura solo in casi particolari o come "vernice"...
Chiamerò “stucco” ogni miscela di resina contenente cariche, anche se è
destinato ad usi strutturali e non ha funzioni di riempitivo…
Regole di base:
L’epossidica e composta da due reagenti, resina e induritore, che
reagiscono secondo proporzioni precise. Va miscelata in rapporti
precisi, specificati dal produttore, i nomi sono un po’ fuorvianti:
l’induritore è un reagente come la resina, MAI metterne un po’ di più
“che tanto non guasta” rispettare rigorosamente le specifiche del
produttore. Questa è la regola numero zero, uno, due e tre…
I rapporti di miscelazione possono essere specificati in peso o in
volume, e i numeri relativi sono diversi, leggere con cura il foglio
delle spiegazioni!
Se trovate scritto 100:30 in peso significa che dovete miscelare cento
grammi di resina con 30 grammi di quell’induritore li, non di uno qualsiasi…
Ogi resina può essere miscelata con induritori diversi che influenzano
la velocità di solidificazione. Induritori diversi possono significare
rapporti di miscelazione diversi.
La reazione della miscela comincia nel momento in cui la miscelate e
procede ad una velocità diversa a seconda della temperatura.
Bisogna tenerne conto nella scelta dell’induritore e del momento in cui
fare i lavori. La temperatura non influenza solo la velocità di
reazione ma anche la qualità dell’incollaggio. Nessuna resina reagisce
efficacemente a temperature inferiori a circa 15 centigradi, e comunque
un incollaggio fatto a 15 gradi sarà sempre inferiore ad uno fatto a 25.
Scelta dell'induritore:
Come detto, la resina epossidica indurisce più o meno velocemente a
seconda della temperatura ambiente. non è opportuno fare lavori a
temperature inferiori ai 15 c (misurala!).
Usare l'induritore veloce solo a temperature molto basse (15 c),
passando appena possibile al medio o al lento.
La west system permette di lavorare a temperature un po' più basse
(10-12 c).
Miscelazione
La miscelazione deve essere fatta con cura, misurando con precisione la
quantità (io vado a peso ed uso una bilancia elettronica da cucina)
possibilmente in un recipiente usa e getta, per prepararne grossi
quantitativi io uso un trapano a batteria a cui metto un filo di ferro
piegato a ?.
Bisogna separare rigorosamente tappi e strumenti: mai mettere il tappo
dell’induritore sul recipiente della resina e viceversa!
Bisogna preparare solo la quantità di resina che si riesce ad usare, se
comincia a scaldarsi o ad addensarsi va buttata senza rimpianti.
La resina miscelata reagisce produce calore, che aumenta la temperatura
della massa, aumentando la velocità di reazione e la produzione di
calore e cosi via.
Per evitare questo, una volta miscelata, va tenuta in un recipiente
basso e largo per ridurre i picchi termici, se fa molto caldo può essere
opportuno tenere il recipiente a bagno in acqua fredda.
Questo permette di avere tempo per lavorare ed evita che la resina
ammassata produca picchi termici, che variano la fluidità della resina e
quindi la stabilità dello stucco.
Se si deve aggiungere una carica, prima miscelare con cura la resina,
dopo aggiungere le cariche.
Agente tixotropico:
A tutte le cariche bisogna aggiungere sempre silice colloidale, una
polverina estremamente leggera che rende l'impasto tixotropico cioè che
non cola. Fondamentale per non avere sorprese.
Scelta della carica.
Cariche più comuni:
segatura molto fine o polvere di legno:
per stuccature strutturali su parti in legno, miscelando la segatura con
cariche di colore chiaro (fibra di cellulosa o microsfere) si può
ottenere uno stucco del colore esatto del legno ed ottenere stuccature
quasi invisibili.
microfibre di cellulosa:
per ottenere stuccature o raccordi decentemente leggere e facili da
lavorare pur con ottime caratteristiche meccaniche.
Microfibre di vetro:
Ottime per rimediare un'orticaria implacabile...
Sono più pesanti delle fibre di cellulosa, producono uno stucco più duro
e più rigido.
Microsfere di vetro:
Si usano per produrre stucco riempitivo, senza grandi ruoli strutturali,
che si carteggia abbastanza bene, molto leggero (si può avere un peso
specifico intorno a 0.5)
Cenosfere:
Sono microsfere più grosse, di materiale sintetico.
hanno granulosità sabbiosa e colore scuro.
Lo stucco risultante è più pesante (0.6-0.7), più elastico e più
morbido, si carteggia meglio di quello basato su microsfere di vetro.
Protezione
La resina fresca può provocare reazioni allergiche molto fastidiose.
Dopo, quando è indurita, è assolutamente inerte: potete metterci l’acqua
da bere.
Ma quando la lavorate usate sempre guanti di gomma usa e getta (si
comprano in ferramenta, non sono sterili e sono più robusti di quelli
che si trovano in farmacia) usate anche sempre occhiali protettivi e
tenete a portata carta in rotolo per pulire.
Preparazione:
Miscelare la resina, facendo molta attenzione ai rapporti di
miscelazione. Miscelare con cura e a lungo.
Prelevare una piccola quantità di resina miscelata non caricata.
Aggiungere la carica prescelta miscelando con cura fino a raggiungere
una pasta un po' più fluida di quella desiderata.
Inzuppiamo uno stecco nella pasta e tiriamolo fuori, si formerà una
cresta di stucco che ricade subito su se stessa.
Aggiungere silice colloidale fino a che la cresta ottenuta con lo stecco
rimane eretta e stabile. Nel dubbio abbondare un po' con la silice.
La/le superfici/e da stuccare o incollare deve/devono essere irruvidita
con carta vetrata, pulita e sgrassata, esente da polvere.
Le parti che non devono ricevere resina o non essere incollate debbono
essere TUTTE protette con nastro di carta o pellicola di plastica (il
domopack va bene).
spennellare la resina pura accantonata all'inizio sulla superficie (al
caso su tutte e due), tirate bene la resina, ne serve un velo
sottilissimo, solo per bagnare le superfici.
Su questa base stendere lo stucco con spatola metallica.
Se dovete fare un grosso spessore meglio fare una prima stuccatura con
rasiera dentata, otterremo una stuccatura "a righe parallele" che è
molto più facile da carteggiare per ottenere la sagoma voluta.
Se si tratta di un incollaggio, unire le parti, metterle sotto pressione
e bloccarle in posizione. Rimuovere gli eccessi che escono dall’unione,
dopo sarà quasi impossibile.
Le parti debbono essere lasciate bloccate per un tempo sicuramente
superiore al tempo di indurimento della resina alla temperatura ambiente
che avete in quel momento.
Se lo stucco rimasto comincia a indurire o il recipiente comincia a
scaldarsi buttate quello che è rimasto.
Per pulire le spatole usare solvente nitro e tovaglioli di carta
tassativamente prima che la resina indurisca.
Per pulire pennelli: assolutamente prima che la resina indurisca, lavare
con solvente, asciugare con tovaglioli di carta,
lavare con aceto, sciacquare, lasciare a mollo in acqua e sapone in
polvere. Tornano più morbidi che nuovi...
Paolo