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Costruzione Lampada al NEON

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Kiss Koss

unread,
Jan 11, 1999, 3:00:00 AM1/11/99
to
Salve e Buon Anno a tutti,
č la prima volta che entro in questo newsgroup.
Potrebbe qualcuno dirmi come posso costruire una lampada da stanza al neon?
Mi servirebbe un aiuto riguardo i pezzi comprare sapendo che voglio
utilizzare una lampada dritta e non circolare. Non ho veramente idea come si
chiamino i pezzi da acquistare.

Conoscete inoltre una enciclopedia completa per il fai da te?

Grazie in anticipo e un saluto a tutto il newsgroup!!!!
:-))))
Koss


Massetti

unread,
Jan 12, 1999, 3:00:00 AM1/12/99
to
Devi rivolgerti innanzi tutto in un rivenditore di materiale elettrico, ciò
che ti serve:
2 portalampade per tubo al neon (esistono diverse soluzioni, cambiano nel
sistema di fissaggio sul supporto)
1 starter universale con relativo porta-starter si riconosce perchè è un
cilindretto di plastica con due terminali il quale si inserisce nel relativo
porta-starter con un movimento rotatorio.
1 reattore - ne esistono di diverse potenze a seconda del tubo al neon che
impieghi (18Watt - 36 WATT, ECC.)
1 condensatore di rifasamento (anch'esso è di forma cilindrica e ha due fili
che escono , essi vanno collegati in parallelo all'alimentazione) Tale
condensatore serve per rifasare la tensione-corrente.

Lo schema per collegare il tutto lo trovi stampigliato sul reattore.
Occorre inoltre del filo elettrico, ed eventuali morsetti isolati

Buon lavoro, e mi raccomando, il reattore non deve essere fissato su
superfici infiammabili,(scalda abbastanza) e occhio alla tensione! Togliere
sempre la corrente prima di effettuare qualsiasi lavoro su impianti
elettrici. L'elettricita non si vede ma SI SENTE!!!
Luigi.


Kiss Koss ha scritto nel messaggio <77d452$l4d$1...@canarie.caspur.it>...


>Salve e Buon Anno a tutti,

>è la prima volta che entro in questo newsgroup.

Graziano Gennari

unread,
Jan 12, 1999, 3:00:00 AM1/12/99
to
1 Reattore di potenza idonea al tubo neon che vuoi utilizzare
( tubo36W = reattore 36W)
1 Starter con portastarter
2 colonnette
un poco di filo
lo schema di collegamento lo trovi stampato sul reattore( di solito)
ciao gen...@tin.it

Kiss Koss

unread,
Jan 12, 1999, 3:00:00 AM1/12/99
to
GRAZIE A TUTTI,
mi siete stati utilissimi.

A risentirci nel NG!!!
KOSS

Diego RAD

unread,
Jan 13, 1999, 3:00:00 AM1/13/99
to

>Premessa: Non si tratta di lampade al "NEON", ma di lampade fluorescenti (a
>fluorescenza).
>Quelle al neon sono cosa ben diversa.


Illuminaci, (esplica.). ;o))

Bye
Diego.

Roscio

unread,
Jan 13, 1999, 3:00:00 AM1/13/99
to


Mamo ha ragione. Quelli che tutti chiamano tubi o lampade "al neon", sono in realtà tubi fluorescenti.

I veri tubi al neon sono quei tubicini colorati con cui si fanno (facevano) le insegne dei negozi; tubicini di vetro sagomati a
formare lettere, disegni e simboli vari e che si vedono ancora in giro nei vecchi locali.

--
€r Roscio.


rfe

unread,
Jan 14, 1999, 3:00:00 AM1/14/99
to
In data Wed, 13 Jan 1999 16:21:41 +0100 "Roscio" <job...@tin.it>
scrisse:

...omissis...


>I veri tubi al neon sono quei tubicini colorati con cui si fanno
>(facevano) le insegne dei negozi; tubicini di vetro sagomati a
>formare lettere, disegni e simboli vari e che si vedono ancora in
>giro nei vecchi locali.

Quelli cui Lei fa cenno (e che sono tutt'ora largamente in uso: Lei
non li "vede" più perché oggigiorno li si preferisce "inscatolare"
entro contenitori di "plexiglass"...) sono i cosiddetti tubi "a catodo
freddo" nei quali l'arco viene innescato dall'alta tensione (c'è un
bel trasformatore che provvede a portare la tensione del secondario a
valori dell'ordine dei 3 - 6 mila volts). Da notare che questi tubi
NON sono tutti al neon ma vengono impiegati anche altri gas rari...

Quelli (essi pure largamente impiegati tutt'ora) cui facevano cenno le
altre persone intervenute sono i cosiddetti tubi "a catodo caldo" nei
quali l'arco viene innescato riscaldando gli elettrodi (che funzionano
esattamente come il filamento di un tubo termoionico) e che funzionano
a tensione di rete (il "reattore" ha solo la funzione di limitare la
corrente della scarica).

Esistono poi, "tanto per la cronaca", anche altri tipi di tubi
fluorescenti (al neon), come, ad esempio gli "slimline" o le
cosiddette "lampade elettroniche".

Colgo l'occasione per rinverdire una tecnica, nota a tutti ma... da
tutti dimenticata!
Nei tubi fluorescenti "a catodo caldo" lo "starter" può essere
sostituito da una striscia metallica (solitamente stagnola pura)
incollata esternamente al tubo e per tutta la lunghezza di esso...
In effetti questa striscia non è altrettanto eficace quanto lo
"starter" per cui il suo uso è caduto nell'oblio. Resta, comunque,
pur sempre un ottimo aiuto se "sommata" allo "starter" in quanto
allunga sensibilmente la vita sia dello starter che del tubo...

Aggiungo un consiglio: NON è necessario che "starter" e reattori siano
posizionati "dentro" al corpo illuminante ovvero nelle sue immediate
vicinanze... essi possono anche essere posizionati in un luogo
(ragionevolmente) distante...
Questa considerazione si rivela molto utile e comoda quando i tubi
fluorescenti vengono collocati in posti difficilmente raggiungibili...
Gli "starters" (che necessitano di sostituzione più frequente rispetto
ai tubi) ed i reattori possono così essere posizionati in siti più
accessibili...

Cordialità

--
r...@xvillage.it

Importante: per eventuale corrispondenza di ritorno rimuovere la "x" dall'indirizzo.


rfe

unread,
Jan 14, 1999, 3:00:00 AM1/14/99
to

Diego RAD

unread,
Jan 15, 1999, 3:00:00 AM1/15/99
to
>Nei tubi fluorescenti "a catodo caldo" lo "starter" può essere
>sostituito da una striscia metallica (solitamente stagnola pura)
>incollata esternamente al tubo e per tutta la lunghezza di esso...
>In effetti questa striscia non è altrettanto eficace quanto lo
>"starter" per cui il suo uso è caduto nell'oblio. Resta, comunque,
>pur sempre un ottimo aiuto se "sommata" allo "starter" in quanto
>allunga sensibilmente la vita sia dello starter che del tubo...


carissimo, ricordo qualcose del genere, anche su tubi commerciali, era una
spece di vernice conduttiva...

Sai anche quale principio fisico viene sfruttato?

Ma ai bordi del tubo, la strisciolina deve essere collegata da qualche
parte?

bye (e grazie)
Diego.

rfe

unread,
Jan 16, 1999, 3:00:00 AM1/16/99
to
In data Fri, 15 Jan 1999 13:35:13 +0100 "Diego RAD" <dieg...@usa.net>
scrisse:

...omissis...


>Sai anche quale principio fisico viene sfruttato?

In via MOLTO approssimativa...

Occorre fare un passo indietro e puntualizzare il modo di operare
degli elettrodi che si trovano alle due estremità del tubo (che sono
costituiti da altrettanti filamenti, simili a quelli delle lampadine).
La corrente "entra" nel primo filamento, lo percorre, giunge allo
"starter", prosegue, giunge all'altro filamento, lo attraversa ...ed
"esce" verso l'altro filo della rete... In pratica i due filamenti e
lo "starter" sono in serie.
I filamenti, attraversati dalla corrente, si scaldano e scaldandosi
iniziano ad emettere ioni (in pratica sono gli atomi superficiali del
filamento che si staccano perché elettricamente respinti. I filamenti,
all'uopo, sono solitamente rivestiti di un deposito di sali). Quel
certo annerimento che si riscontra alle estremità dei tubi "esausti" è
proprio uno strato metallico così riportato sul vetro.
I filamenti riescono, nel modo sopraddescritto, ad ionizzare
l'ambiente circostante (che è l'interno del tubo)...
La prima estremità di un filamento (prima estremità della serie) si
trova ad una distanza "elettrica" dalla ultima estremità del secondo
filamento (altra estremità della serie) che è pari alla tensione
applicata, cioè a 220 V.
Grazie alla ionizzazione dell'ambiente la differenza di potenziale
diventa sufficiente per innescare l'arco (che, poi, è il fenomeno che
rende luminoso il tubo).

L'innesco di questo arco (per ragioni elettriche che qui è superfluo
esaminare) porta a "interrompere" la corrente che passava attraverso
lo "starter". Il tubo entra, così, nella piena funzionalità (il
"pieno regime" viene raggiunto dopo un poco, quando, grazie al calore
sviluppato ci sarà una migliore ionizzazione dell'ambiente).

Quando si applica la striscia metallica sul vetro si forma una sorta
di condensatore tra un elettrodo e la striscia metallica... ed
analogamente tra l'altro elettrodo e la stessa striscia metallica.
Dato che la corrente è alternata i condensatori consentono un certo
passaggio di corrente che transita lungo la striscia metallica.

Il passaggio della corrente attraverso il gas (dall'elettrodo alla
striscia metallica e dalla striscia metallica all'altro elettrodo) che
funge da dielettrico nonché il passaggio della corrente lungo la
striscia metallica (aderente al tubo, quindi attigua al gas) tendono
ad ionizzare l'ambiente all'interno del tutbo... che è l'effetto che
si deiderava...!

Questo procedimento risente MOLTO delle condizioni ambientali,
soprattutto della temperatura.

Aggiungo, tanto per la cronaca, che è possibile ottenere la
ionizzazione dell'ambiente anche in altro modo, ad esempio mediante la
scintilla generata da un accendigas elettrico (se scocca nelle
immediate vicinanze del tubo).

In effetti questi sistemi "alternativi" non sono molto efficaci, ma
hanno, pur sempre, un certo effetto... questo effetto può essere
sommato con quello dello "starter" e portare, così, più rapidamente
alla ionizzazione dell'ambiente (il che sarebbe già di per sé un
aspetto positivo)...
Una più rapida ionizzazione dell'ambiente implica un minor tempo di
"funzionamento" dello "starter" che, di conseguenza, riesce a
"consumarsi" di meno.

>Ma ai bordi del tubo, la strisciolina deve essere collegata da
>qualche parte?

La strisciolina deve essere posta in vicinanza (il più possibile) agli
elettrodi (per formare questi due pseudo-condensatori): è l'unico
requisito.
Quelle commercializzate (quando venivano commercializzate) avevano due
specie di "molle" (una per estremità) che "abbracciavano" le estremità
del tubo e tenevano a posto la strisciolina.

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