Roberto Deboni DMIsr ha scrito il 06/07/2015 alle 19:23:
> Quindi a prima vista sembra poco piu' come il pane "vecchio"
> (raffermo ?) ravvivato.
>
> Pero', non sembra lo stesso. Il pane "ravvivato" dopo poche
> ora che lo si e' tirato fuori dal forno, e' gia secco, ed
> in poco tempo diventa duro.
>
> Invece il pane cotto dal congelato pare avere la stessa
> durata del pane fresco: dopo alcuni giorni e' ancora
> morbido (ma senza essere "gommoso", tipo elastico).
>
> Che il trucco stia tutto in un rapido congelamento, appena
> terminata la fase di produzione ?
Nonostante il processo preveda l'inserimento immediato nell'abbattitore
(industriale), non credo sia quella la peculiarita' per mantenerlo
morbido a fine cottura.
La differenza credo sia tutto in una parola: "idratazione".
Di fatto l'impasto (cosi' come la lievitazione con processi chimici,
dove a livello industriale si usa praticamente sempre il metodo
diretto), e' hiper-idratato. La cottura viene interrotta a circa il
40-50-60-70% del processo (dipende dal pane), in modo da mantenere tale
l'idratazione (maggiorata). Poi si abbatte subito il pane, e quando lo
rimettono in forno di fatto la cottura finisce di togliere l'ultima
parte di acqua in eccesso, oltre a riattivare debolmente la lievitazione
residua.
C'e da dire poi che nelle baguette in particolare un ruolo decisivo
nella morbidezza e' giocato dai grassi: il pane e' morbido, finche' e'
idratato, perche' ci sta una notevole quantita' di grassi emulsionati
nell'impasto (rispetto al pane normale), di solito di origine animale
(nei pani buoni, si usa strutto).
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BArrYZ