alluminio su alluminio, spessore 2mm, rivettato con
rivetti d'alluminio da 5mm.
Vorrei sapere quanto resistono a trazione i pezzi d'alluminio
per ogni rivetto, il dato può essere approssimativo e a favore
della sicurezza
--
ciao!
...nixs.................................................................
Lat.: 41° 7' 50" N Long.: 14° 38' 41" E
nixs.lucchetto.@lagirandola.it
togli la ".SERRATURA." per scrivermi
........................................................................
L'uomo non smette di giocare perché invecchia,
ma invecchia perché smette di giocare.
(George Bernard Shaw)
> Vorrei sapere quanto resistono a trazione i pezzi d'alluminio
> per ogni rivetto, il dato può essere approssimativo e a favore
> della sicurezza
Mettiamola così : io ti dico quanto resistono a trazione i rivetti
e tu completi il lavoro :-)
Un tipico rivetto ma di buona qualità in lega leggera diametro
4,8 mm con mandrino normale (acciaio al carbonio), ha un carico
di rottura di 280 kg.
Sollecitato a taglio invece il carico di rottura è di 200 kg.
Piccole differenze ci sono per differenti composizioni della lega,
se il rivetto è di tipo "peel" oppure stagno, se il mandrino è in inox,
ma insomma il carico è circa quello che ti ho fornito.
Cordialità.
Paul
> Un tipico rivetto ma di buona qualità in lega leggera diametro
> 4,8 mm con mandrino normale (acciaio al carbonio), ha un carico
> di rottura di 280 kg.
Precisazione :
carico da intendersi per rottura a trazione.
Cordialità.
Paul
Io ogni tanto realizzo strutture di alluminio rivettato e le direttive
che mi danno in genere sono di non caricare più di 20Kg a rivetto.
Probabilmente in questo conto ci va a finire il fatto che il buco
nella lamiera potrebbe allargarsi e che eventuali frizioni col tempo
potrebbero ridurre drasticamente la portata del rivetto. Io non ho
alcuna competenza teorica, intendiamoci, ma se gli ingegneri mi danno
questo genere di limitazione suppongo che avranno le loro ragioni e
spero non siano di farmi sprecare fatica!
ecco, io volevo sapere proprio quanto resistono a trazione I PEZZI
rivettati, non i rivetti stessi che, come dice paul, hanno cari carichi
di rottura enormi.
> Io ogni tanto realizzo strutture di alluminio rivettato e le direttive
> che mi danno in genere sono di non caricare più di 20Kg a rivetto.
> se gli ingegneri mi danno
> questo genere di limitazione suppongo che avranno le loro ragioni e
> spero non siano di farmi sprecare fatica!
Lo spero bene !
Un conto è il carico "a rottura", un altro è il "carico a sicurezza.".
Gli ingegneri dicono che una struttura in carpenteria (carichi statici)
va calcolata grossomodo a 10 kg/mmq.
Ma non penserai mica che l' acciaio "si rompa" a tale carico, spero :-)
Cordialità.
Paul
> ecco, io volevo sapere proprio quanto resistono a trazione I PEZZI
> rivettati, non i rivetti stessi che, come dice paul, hanno cari carichi
> di rottura enormi.
Non è possibile rispondere alla tua domanda nei termini
in cui l' hai posta....
Cordialità.
Paul
e come fanno a calcolare quanti rivetti mettere allora?
a me serve solo, almeno, l'ordine di grandezza...
Tu hai chiesto:
"ecco, io volevo sapere proprio quanto resistono a trazione I PEZZI
rivettati, non i rivetti stessi "
Ragioniamo un attimo sull'ipotetico rivetto con carico di rottura 280 kg.
Facciamo diviso 10 (magari Paulhass potrà essere più preciso) e troviamo che
possiamo "tirarlo" tranquillamente con 28 kg.
Due rivetti = 56 kg, 4 rivetti = 112 kg. ...... ecc.. ecc. ecc.
Però devi anche verificare che la TRAZIONE sulla lamiera comporti una SOLA
TRAZIONE sui rivetti, e non taglio, flessione, effetti leva ecc.
--
Fabbrogiovanni
> > Non è possibile rispondere alla tua domanda nei termini
> > in cui l' hai posta....
> e come fanno a calcolare quanti rivetti mettere allora?
> a me serve solo, almeno, l'ordine di grandezza...
Penso che tutto dipenda da cosa rivetti e di che spessore sia quello
che rivetti.
ciaofelix:-)
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
Sì, certo, questo non lo metto in discussione. E' che nixs ha chiesto
quanto può caricare per rivetto in una struttura privilegiando la
sicurezza, e quindi non era opportuno che prendesse come riferimento
il carico di rottura. Io in effetti non pensavo che il carico di
rottura fosse così alto (a pensare di mettere 280Kg appesi a un
rivetto mi vien quasi da ridere), per cui improvvisamente ho avuto un
dubbio riguardo ai 20Kg che danno a me, pensavo ci fosse un fattore 2,
3, toh, massimo 5, invece siamo evidentemente ben sopra il 10.
> Il rivetto, in ogni caso, è un fissaggio da usare spannometricamente
> più o meno in qualsiasi caso, è come il tassello fischer nel muro.
Non mi dire questo altrimenti non prendero' piu' aerei per recarmi in
Florida! :-)) felix
Su col morale, la Tour Eiffel è tutta "rivettata" e sta su da più di 100
anni.
--
Fabbrogiovanni
Non esostono piu' i bravi carpentieri in ferro di una volta!
ciaofelix:-0
non credo siano rivetti, forse ribattini (si certo... mi dirai che il
principio è
lo stesso)
ho detto tutto: alluminio di 2mm
vorrei avere una idea SPANNOMETRICA del carico
sopportato da ogni rivetto qui:
http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html
i pezzi in oggetto sono le stecche che formano la canaletta
ah be'... qui le cose diventano complicate, difficili da verificare e
gestire.
beh... 20 kg mi stanno di lusso...
>> Su col morale, la Tour Eiffel è tutta "rivettata" e sta su da più di
>> 100 anni.
>
> non credo siano rivetti, forse ribattini (si certo... mi dirai che il
> principio è
> lo stesso)
E difatti "rivettata" l'ho messo fra virgolette, in effetti la struttura è
CHIODATA.
Il principio delle parti unite da chiodi è che lavorano per attrito, per cui
il chiodo è sempre sollecitato a trazione e mai a taglio.
Se anche per i rivetti sia la stessa cosa non saprei dire.
--
Fabbrogiovanni
Suppongo siano i famosi e "cari" pezzi piegati con la piegatrice digitale
:-))
Attenzione che per come sono messi i rivetti sono il fulcro di una leva,
dove la resistenza è la parte posteriore in appoggio (corta) e la potenza è
l aparte lunga verso il centro.
--
Fabbrogiovanni
bingo! :-)))))))
> Attenzione che per come sono messi i rivetti sono il fulcro di una
> leva, dove la resistenza è la parte posteriore in appoggio (corta) e
> la potenza è l aparte lunga verso il centro.
si, me ne rendo conto... però credo che 20 kg siano fattibili no?
> > Penso che tutto dipenda da cosa rivetti e di che spessore sia
> > quello che rivetti.
> ho detto tutto: alluminio di 2mm
Ho detto.........."COSA RIVETTI!".....:-))
> Il principio delle parti unite da chiodi è che lavorano per attrito, per
> cui il chiodo è sempre sollecitato a trazione e mai a taglio.
Per la verità è il contrario....:-)
In una unione chiodata i chiodi di norma sono sollecitati a taglio.
Non convieni ?
Cordialità.
Paul
concordo, o almeno dovrebbe essere questa la sollecitazione maggiore
> "nixs" <nixs.lucchetto.@lagirandola.it> ha scritto nel messaggio
> news:Nqwci.211$M8....@news.edisontel.com...
> >> Su col morale, la Tour Eiffel č tutta "rivettata" e sta su da piů di
> >> 100 anni.
> >
> > non credo siano rivetti, forse ribattini (si certo... mi dirai che il
> > principio č
> > lo stesso)
> E difatti "rivettata" l'ho messo fra virgolette, in effetti la struttura č
> CHIODATA.
> Il principio delle parti unite da chiodi č che lavorano per attrito, per cui
> il chiodo č sempre sollecitato a trazione e mai a taglio.
Perbacco! Devo rivedere le mie seppur scarse nozioni al riguardo?
:-)
ah... nel senso della FORMA? vedi il link per Fabbro
> > Ho detto.........."COSA RIVETTI!".....:-))
> ah... nel senso della FORMA? vedi il link per Fabbro
Si e' parlato di resistenza complessiva di due parti rivettate,
assodato che il rivetto tiene a trazione X kili la resistenza
strutturale
sara' determinata dai pezzi accoppiati, vuoi mettere due lamierini di
alluminio con due lamiere di acciaio? ciao!
si... aggiu capit'... guardati le foto
in effetti è bello, mentre aspetti la partenza, stare al finestrino e vedere
sulle ali una marea di rivetti per ogni pannello... e pensare "su carini,
fate il vostro sporco lavoro e non vi stancate troppo eh!"
:-)))
Il Dott. Ing. Fausto Masi ed io siamo convintissimi dell'attrito.
Domani fotocopio e pubblico la pagina e potrai convertirti:-))
--
Fabbrogiovanni
Ecco qua, ho trovato la pagina:
http://xs116.xs.to/xs116/07245/Chiodatura.JPG
Riquadrato in rosso la parte dove c'è scritto che le mie convinzioni sono
giuste.
Nel riquadro in verde è però spiegato il motivo per cui tu e Felix non avete
completamente torto, dato che non viviamo in un mondo ideale i chiodi
venivano calcolati a taglio.
--
Fabbrogiovanni
>> Il principio delle parti unite da chiodi è che lavorano per attrito, per
>> cui
>> il chiodo è sempre sollecitato a trazione e mai a taglio.
>
> Perbacco! Devo rivedere le mie seppur scarse nozioni al riguardo?
> :-)
Alla tua età non credo sia facile rivedere le proprie convinzioni:-)
Se comunque vuoi provare a convertirti qui c'è la bibbia:
http://xs116.xs.to/xs116/07245/Chiodatura.JPG
--
Fabbrogiovanni
Infatti dice che l'attrito collabora non poco quindi il "chiodo"
e' sottoposto a "taglio"! :-))
> Ecco qua, ho trovato la pagina:
> http://xs116.xs.to/xs116/07245/Chiodatura.JPG
> Riquadrato in rosso la parte dove c'è scritto che le mie convinzioni sono
> giuste.
Dice (giustamente) tutt' altra cosa che i chiodi (o rivetti che siano)
sono sollecitati a trazione.
Una struttura nella quale la chiodatura sia sollecitata a trazione è
abbastanza rara (è il caso della canaletta di nixs").
Più tardi, se avrò un po' di tempo, ti posterò una scansione con i principi
essenziali per il calcolo di una struttura chiodata.
Fermo restando che spesso, in questo genere di unioni, non è tanto
il calcolo strutturale ad essere prevalente, ma altre considerazioni.
Tipico è il caso di chiodature su recipienti in pressione o comunque
a tenuta stagna (caldaie, fasciame di imbarcazioni, ecc.), dove la
chiodatura è ben più fitta ed articolata di quanto sarebbe sufficiente
al calcolo strutturale, ma deve essere infittita per garantire l' ermeticità
del giunto.
Analogo caso si presenta nella carpenteria leggera (carrozzerie,
rivestimenti aeronautici), dove sono fenomeni aerodinamici e vibrazionali
a stabilire il passo dei chiodi, e non la resistenza meccanica di questi
e delle lamiere unite.
Cordialità.
Paul
mi chiedo: ma se al posto di un rivetto o ribattino mettiamo un bullone
con dado... non cambia niente, vero?
> Più tardi, se avrò un po' di tempo, ti posterò una scansione con i
> principi
> essenziali per il calcolo di una struttura chiodata.
Ecco qui lo schema essenziale di un giunto chiodato:
http://xs216.xs.to/xs216/07246/Chiodatura-1.jpg
F è la forza agente, R la reazione.
La sollecitazione è a taglio.
La linea spezzata in colore rosso sul gambo è la linea di frattura
del chiodo. Quindi la sezione resistente è pari alla superficie
dell' area circolare del gambo del chiodo.
In colore rosso è indicata l' area (a forma di trapezio) della lamiera
sulla quale agisce il gambo del chiodo sollecitato. Bisogna quindi
verificare che detta area (moltiplicata per 2) abbia una resistenza,
anch' essa a taglio, pari almeno a quella del gambo del chiodo.
In difformità, il chiodo reggerebbe allo sforzo, ma "trancerebbe"
la lamiera.
Naturalmente un giunto chiodato non è composto da un solo chiodo,
ma da una o più file.
Sono state perciò calcolate delle soluzioni standard per i giunti più
comuni, a cui il progettista può fare riferimento in forma speditiva
senza tema di errore.
Qui sotto un esempio per chiodatura di carpenteria ordinaria con
spessori di lamierato da 8 a 26 mm e chiodatura a ribadire :
http://xs216.xs.to/xs216/07246/Chiodatura-2.jpg
Nei casi di rivettatura poco impegnativa, specie su leghe leggere,
si và di esperienza, sempre con un occhio ai dati di resistenza
forniti dal produttore dei rivetti.
Per giunti rivettati importanti, come nella carpenteria aeronautica,
si calcola invece caso per caso, tenendo ben presente anche tutte
le possibili variabili ( temperature, fatica del materiale, corrosioni,
necessità di contenere il peso, ecc.).
Cordialità.
Paul
> mi chiedo: ma se al posto di un rivetto o ribattino mettiamo un bullone
> con dado... non cambia niente, vero?
A parità di sezione resistente è uguale.
Però al posto di "mettiamo un bullone con un dado" è più corretto
dire "mettiamo una vite con un dado" :-)
(Un bullone è già di suo una vite completa di dado).
Cordialità.
Paul
...non si finisce mai di imparare! :-)))
una cosa che mi sono sempre chiesto riguardo la famigerata
corrosione galvanica usando, ad esempio, rivetti di acciaio
inox su lamiere di alluminio e la raccomandazione conseguente
di usare sempre lo stesso materiale, cioè rivetto d'alluminio su
lamiera di alluminio: ma anche in questo caso, il chiodo centrale
del rivetto, essendo sempre d'acciaio, non dà luogo comunque ad
un accoppiamento galvanico?
> Ecco qui lo schema essenziale di un giunto chiodato:
> http://xs216.xs.to/xs216/07246/Chiodatura-1.jpg
>
> F č la forza agente, R la reazione.
> La sollecitazione č a taglio.
> La linea spezzata in colore rosso sul gambo č la linea di frattura
> del chiodo. Quindi la sezione resistente č pari alla superficie
> dell' area circolare del gambo del chiodo.
Archivio la spiegazione, magari un giorno o l'altro vendo casa e mi
costruisco un loft con capriate reticolari rigorosamente chiodate.
--
Fabbrogiovanni
> > Per giunti rivettati importanti, come nella carpenteria aeronautica,
> > si calcola invece caso per caso, tenendo ben presente anche tutte
> > le possibili variabili ( temperature, fatica del materiale,
> > corrosioni, necessità di contenere il peso, ecc.).
> una cosa che mi sono sempre chiesto riguardo la famigerata
> corrosione galvanica usando, ad esempio, rivetti di acciaio
> inox su lamiere di alluminio e la raccomandazione conseguente
> di usare sempre lo stesso materiale, cioè rivetto d'alluminio su
> lamiera di alluminio: ma anche in questo caso, il chiodo centrale
> del rivetto, essendo sempre d'acciaio, non dà luogo comunque ad
> un accoppiamento galvanico?
Si parla di chiodature dove cioe' si agisce ribattendo da entrambi i
lati
i ribattini i rivetti sono altra cosa!
ciaofelix:-)
feliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'... mi pare che caschi sempre
dalle nuvole!
ma stai su una spiaggia in Florida??? :-)))))))))))))
Il MIO thread parla di rivetti, che poi qualcuno, invocando Eiffel,
abbia cominciato a parlare di ribattini, vabbe'... ma io parlavo di RIVETTI,
problemi galvanici dovuti a materiali diversi, ANCHE nello stesso rivetto.
> > Si parla di chiodature dove cioe' si agisce ribattendo da
> > entrambi i lati
> > i ribattini i rivetti sono altra cosa!
> feliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii'... mi pare che caschi sempre
> dalle nuvole!
> ma stai su una spiaggia in Florida??? :-)))))))))))))
> Il MIO thread parla di rivetti, che poi qualcuno, invocando Eiffel,
> abbia cominciato a parlare di ribattini, vabbe'... ma io parlavo di RIVETTI,
> problemi galvanici dovuti a materiali diversi, ANCHE nello stesso rivetto.
E secondo te quando Paulhass parlava di serbatoi in pressione si
rife-riva ai rivetti giocattolo ?
http://xs216.xs.to/xs216/07246/Chiodatura-1.jpg
ciaooooo!!
Egregio Sig. Felice Di Sciascio... ;-)))
rileggi bene ciò che ho chiesto, cioè:
"una cosa che mi sono sempre chiesto riguardo la famigerata
corrosione galvanica usando, ad esempio, rivetti di acciaio
inox su lamiere di alluminio e la raccomandazione conseguente
di usare sempre lo stesso materiale, cioè rivetto d'alluminio su
lamiera di alluminio: ma anche in questo caso, il chiodo centrale
del rivetto, essendo sempre d'acciaio, non dà luogo comunque ad
un accoppiamento galvanico?"
che non aveva niente a che vedere con i ribattini ma con i rivetti,
e a prescindere dai discorsi che hanno fatto gli altri.
La domanda, in soldoni, è:
Tutti dicono di non usare rivetti in acciaio su un albero di alluminio
di una barca per via della corrosione galvanica. Va bene, dico io,
ma poi, servirà, se anche i rivetti in alluminio hanno il chiodo centrale
che si trappa in acciaio???
> Tutti dicono di non usare rivetti in acciaio su un albero di alluminio
> di una barca per via della corrosione galvanica. Va bene, dico io,
> ma poi, servirą, se anche i rivetti in alluminio hanno il chiodo centrale
> che si trappa in acciaio???
Io ho visto usare per impieghi nautici rivetti in lega leggera con
mandrino sia in inox come in lega leggera.
Ci sono anche con mandrino in bronzo, ma non conosco l' impiego
specifico.
Per impiego aeronautico le piccole chiodature rivettate hanno tutte
il mandrino in lega leggera (rivetti Avdel).
Non ho molta esperienza per quanto riguarda le corrosioni di cui
si parla, ma non mi farei tanti problemi. Ho avuto una barca a vela
per molti anni, e nel caso ho sempre utilizzato rivetti con mandrino
inox senza mai avere problemi.
Cordialitą.
Paul
> > E secondo te quando Paulhass parlava di serbatoi in pressione
> > si rife-riva ai rivetti giocattolo ?
> > http://xs216.xs.to/xs216/07246/Chiodatura-1.jpg
> Egregio Sig. Felice Di Sciascio... ;-)))
> rileggi bene ciò che ho chiesto, cioè:
> "una cosa che mi sono sempre chiesto riguardo la famigerata
> corrosione galvanica usando, ad esempio, rivetti di acciaio
> inox su lamiere di alluminio e la raccomandazione conseguente
> di usare sempre lo stesso materiale, cioè rivetto d'alluminio su
> lamiera di alluminio: ma anche in questo caso, il chiodo centrale
> del rivetto, essendo sempre d'acciaio, non dà luogo comunque ad
> un accoppiamento galvanico?"
Qui troverai una esauriente spiegazione sui metodi usati per
contrastare questo fenomeno. ciao!
http://www.centroinox.it/pubblicazioni/110A.pdf
>tentata ricerca con google senza successo...
>
>alluminio su alluminio, spessore 2mm, rivettato con
>rivetti d'alluminio da 5mm.
>
>Vorrei sapere quanto resistono a trazione i pezzi d'alluminio
>per ogni rivetto, il dato può essere approssimativo e a favore
>della sicurezza
Qui trovi le tabelle di uno dei tanti produttori di rivetti a strappo
http://www.fixi.it/PdF/doc1.pdf
Per esempio
Rivetto a strappo DIN7337 (corpo peralluman 35, rivetto acciaio zincato)
diam. 3,2 mm regge 1000 N allo strappo e 800 N al taglio
diam. 4,8 mm regge 2800 N allo strappo e 2050 N al taglio
--
Ciao
Caron Dimonio = Insu
Non ti curar di loro,
ma guarda e passa.
Poi se non li hai stirati bene,
metti la retro e ripassa.
Citazione
>SPANNOMETRICA
Se ti basta la spannometria allora il carico di "rottura" a trazione sia
dell'estruso dell'albero che quello della canaletta per ogni singolo rivetto
è SICURAMENTE superiore al carico di rottura della cucitura del gratile
sulla randa e del tessuto che compone la randa stessa.
Il vero nemico di quelle giunzioni è la mala esecuzione e le vibrazioni; per
mala esecuzione intendo l'uso di un rivetto o troppo lungo o troppo corto
per cui il mandrino si strappa prima di aver raggiunto il perfetto
accoppiamento delle due lamiere per cui nel caso del lungo il rivetto resta
"ballerino" e del corto la testa prende non fuori dalla lamiera su agisce ma
"nella" lamiera stessa per cui non fa pressione sufficiente.
Le vibrazioni sono quelle proprie della navigazione, dello schiocco della
vela, degli arresti bruschi delle vele alla fine della virata o della
strambata.
IN tanti anni di vela attiva e di armamento di barche non ho mai visto una
rottura della giunzione albero-canaletta che non dipendesse da fatti
meccanici esterni alla navigazione stessa o alle correnti galvaniche; per
prevenirle, ed ho sempre avuto conferma dai fatti, io primo ho sempre usato
rivetti alu su alu ed in ogni caso ho sempre sparato fuori dal rivetto
applicato la testa de mandrino (le correnti si innescano anche tra alu ed
alu se di lega diversa).
Se ti fai l'albero, ricordati di fare un generoso invito alla base per
l'infilamento della randa e che sia mooooolto ben arrotondato agli spigoli,
ne ho viste diverse di rande rotte perchè incattivate alla base e tirate
"forte" sulla dirizza soprattutto in caso di presa di terzaroli quando in
barca c'è di tutto salvo calma e rilassatezza.
--
Ciao
Caron Dimonio = Insubrico = Diego
http://www.banti.net
"La politica,....dove l’avidità indossa l’abito della moralità."
Citazione
>mi chiedo: ma se al posto di un rivetto o ribattino mettiamo un bullone
>con dado... non cambia niente, vero?
Dal punto di vista meccanico credo di no, salvo poi spiegarmi come fai a
tenere un dado all'interno dell'estruso dell'albero ad una distanza maggiore
della lunghezza delle tue dita, sempre che ne entrino 2 all'interno del
profilo; altra cosa dal punto di vista dell'ingombro nella canaletta e della
"tipologia" dell'ingombro.
Un rivetto a testa tonda non presenta "appigli" a ciò che scorre all'interno
della canaletta stessa (il gratile della randa che è di tessile) e la testa
stessa ha uno spessore di 1 mm o poco di più; la testa di una vite ha
sicuramente una sporgenza maggiore ed una spigolosità marcata che da adito
ad "appigli" del tessile.
In alberi di pitchspine (scritto giusto?) con canaletta riportata la
canaletta veniva fissata con viti da legno in ottone con testa a goccia di
sego, ma anche qui un sbavatura del taglio della vite può dare, ed ha dato,
appiglio serio al gratile.
--
Ciao
Caron Dimonio = Insubrico = Diego
http://www.banti.net
"Non vale mai la pena che un uomo di prim’ordine sprechi il suo tempo a sostenere l’opinione della maggioranza. Per definizione, ce ne sono già tanti che se ne fanno carico."
Godfrey H. Hardy - Apologia di un matematico
Uhmmm... questo mi sembra MOLTO convincente, non ci avevo pensato!
> Il vero nemico di quelle giunzioni è la mala esecuzione e le
> vibrazioni; per mala esecuzione intendo l'uso di un rivetto o troppo
> lungo o troppo corto
su questo sono tranquillo, li ho scelti con cognizione...
> IN tanti anni di vela attiva e di armamento di barche non ho mai
> visto una rottura della giunzione albero-canaletta che non dipendesse
> da fatti meccanici esterni alla navigazione stessa o alle correnti
> galvaniche;
be'... stiamo parlando di una cosa fatta da me, non commerciale, ecco
il perchè dei dubbi :-))
> per prevenirle, ed ho sempre avuto conferma dai fatti, io
> primo ho sempre usato rivetti alu su alu ed in ogni caso ho sempre
> sparato fuori dal rivetto applicato la testa de mandrino (le correnti
> si innescano anche tra alu ed alu se di lega diversa).
e come si fa a togliere il mandrino?
> Se ti fai l'albero,
...già fatto :-))
> ricordati di fare un generoso invito alla base per
> l'infilamento della randa e che sia mooooolto ben arrotondato agli
> spigoli,
...gia fatto :-))))
Ho solo una cosa che mi frulla per la mente ma non ho le capacità
per verificare la fattibilità: cioè rifare l'albero col tubo da 5cm di
diametro
invece che 6 cm come l'attuale, questo per alleggerire un po' e rifarlo
in un sol pezzo invece che in due pezzi.
Penso che se chiedo di aiutarmi nella cosa al NG... mi tirano le pietre!
:-))
mi riferivo ad accoppiamenti generici, in questo caso,
bello! grazie!
> Ho solo una cosa che mi frulla per la mente ma non ho le capacità
> per verificare la fattibilità: cioè rifare l'albero col tubo da 5cm di
> diametro
> invece che 6 cm come l'attuale, questo per alleggerire un po' e rifarlo
> in un sol pezzo invece che in due pezzi.
Mi-ci spieghi il vantaggio di lavorare così tanto per ridurre il peso di
così poco?
--
Fabbrogiovanni
due i motivi principali, tenendo conto che, tra alluminio in meno, assenza
di giunto, rifacimento di alcune parti, andrei a risparmiare 6-8 kg:
1) sia pure di pochissimo diminuisce l'effetto sbandante, i 6-8 kg, a 3m
di altezza fanno un momento non indifferente
2) 6-8kg in meno sono un bel vantaggio quando prendo da solo l'albero
all'estremità inferiore e cerco di inserirlo nel buco sopra la coperta e poi
centrare l'incastro del piede d'albero!
l'idea è nata tenendo conto che l'albero attuale ha circa lo stesso momento
d'inerzia di quello in progetto. Però io ho ridotto la barca da 4,7 a 4,2 m,
e l'albero si è abbassato di quasi 1m e di conseguenza la velatura si è
ridotta di quasi 2mq.
Ho pensato, quindi, che l'albero attuale fosse sovradimensionato rispetto
al necessario.
>Mi-ci spieghi il vantaggio di lavorare così tanto per ridurre il peso di
>così poco?
Non solo, ma aumentando l'elasticità dell'albero e quindi la sua
"bellerinità" a meno di insatiarlo alle crocette con sartie ben
acquartierate.
Tu conosci la ragione per cui nelle imbarcazioni medio-piccole è bene assai
che il paranco della scotta della randa generi una certa componente
orizzontale, vero?
Nel dubbio te lo racconto: perchè con vento fresco-teso, di bolina, provochi
lo spanciamento dell'albero verso prua che, accoppiato all'azione del
cunningham, si "mangia" il grasso d'inferitura della randa per appiattirne
il profilo e quindi diminuirne la portanza (tanto la velocità del fluido è
aumentata per cui una freccia maggiore avrebbe solo conseguente negative);
ma tutto ha un limite; un albero troppo sottile per essere tenuto in
posizione ha bisogno di ulteriori crocettature e sartie basse, tutto peso in
più che per mia esperienza, sui minitonner, azzera ed oltrepassa il
vantaggio dato dall'albero più leggero (diversa la cosa se le nuove sartie
sono su peranco che ne consenta la gestione, ma non ritengo sia il tuo caso
;-) )
Poi l'albero in un solo pezzo è più lungo ed in sede di trasporto potrebbe
crearti dei problemi; la giunzione se fatta cum grano salis non influisce
minimamente sulle prestazioni ne dell'albero ne della velatura (non stiamo
parlando un "Coppa America" vero? ;-) )
Se ricordo bene dalla foto relativa all'invaso il tuo cata non ha derive ne
riporti in chiglia degli scarponi; li puoi lavorare moltissimo per
migliorarne le prestazioni soprattutto boliniere (è risaputo che i
catamarani non brillano per angolo di bolina e per facilità di virata), ma
questo è un altro discorso ;-)
--
Ciao
Caron Dimonio = Insubrico = Diego
http://www.banti.net
"La poesia non è ciò che si dice, ma un modo per dirlo"
vabbe' mi hai convinto... mi tengo questo che è stato ben sperimentato!
:-))))
> Poi l'albero in un solo pezzo è più lungo ed in sede di trasporto
> potrebbe crearti dei problemi; la giunzione se fatta cum grano salis
> non influisce minimamente sulle prestazioni ne dell'albero ne della
> velatura (non stiamo parlando un "Coppa America" vero? ;-) )
la giunzione funziona egregiamente, al punto che ha meravigliato
anche me! ;-)
> Se ricordo bene dalla foto relativa all'invaso il tuo cata non ha
> derive ne riporti in chiglia degli scarponi; li puoi lavorare
> moltissimo per migliorarne le prestazioni soprattutto boliniere (è
> risaputo che i catamarani non brillano per angolo di bolina e per
> facilità di virata), ma questo è un altro discorso ;-)
Mi confondi con Paolo Zini :-)))
Il mio è monoscafo:
http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html
> Il mio è monoscafo:
> http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html
mi ricordavo dell'autocostruzione però non avevo visto le foto
complimenti
Ciao Edy ;o)))
>http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html
Visto con il bel bimbo che sorride (mi ricorda quando i bimbi di quell'età
erano i miei e si godevano un mondo il Meterorino); ma che cavolo, vuoi
mettere uno stuzzicadenti per albero?
Non ce l'hai una foto della barca armata vista di fianco ed una vista di
fronte (più o meno)?
Tra l'altro, viste le dimensioni, mi fa tornare in mente il glorioso
Corsaire di Herbulot che ha iniziato alla vela generazioni di neofiti, ed in
mari assai seri come quelli di Bretagna, quando i Glenans erano solo con la
loro scuola vela.
--
Ciao
grazie :-))
bello il Meteor!
> ma che
> cavolo, vuoi mettere uno stuzzicadenti per albero?
forse c'hai raggione! :-)))
> Non ce l'hai una foto della barca armata vista di fianco ed una vista
> di fronte (più o meno)?
Tiè:
http://i18.tinypic.com/4zyig77.jpg
http://i16.tinypic.com/4zobu3a.jpg
http://i14.tinypic.com/4qx7pye.jpg
> Tra l'altro, viste le dimensioni, mi fa tornare in mente il glorioso
> Corsaire di Herbulot che ha iniziato alla vela generazioni di
> neofiti,
Questa somiglia molto al Vaurien, altra vecchia gloria!
>Tiè:
>http://i18.tinypic.com/4zyig77.jpg
>http://i16.tinypic.com/4zobu3a.jpg
>http://i14.tinypic.com/4qx7pye.jpg
Avendo visto tuo figlio a prua ho pensato che avesse una piccola tughetta
che lo rendeva simile al Corsaire, visto nelle foto di adesso sono daccordo
che assomiglia al vaurien
Qualche micro suggerimento:
Fai in modo che il bordo d'entrata del genoa/fiocco, sia il più rettilineo
possibile; quello spanciamento ti allarga i canale fiocco-randa e l'insieme
rende come una mutanda stesa all'aria; tesa bene il rullafiocco in modo che
quando lavora rimpiazzi lo strallo che ti dovrebbe servire solo a tenere in
piedi l'albero quando non hai vele a riva.
Ne guadagni in angolo di bolina ed in velocità ed i diminuzione dello
sbandamento della barca a parità di condizioni.
--
Ciao
Caron Dimonio = Insubrico = Diego
http://www.banti.net
"La felicità non dipende da quante cose tu abbia da godere. Ma da quanto tu godi di quelle che hai."
Citazione
> Qualche micro suggerimento:
> Fai in modo che il bordo d'entrata del genoa/fiocco, sia il più rettilineo
> possibile; quello spanciamento ti allarga i canale fiocco-randa e
> l'insieme
> rende come una mutanda stesa all'aria; tesa bene il rullafiocco in modo
> che
> quando lavora rimpiazzi lo strallo che ti dovrebbe servire solo a tenere
> in
> piedi l'albero quando non hai vele a riva.
> Ne guadagni in angolo di bolina ed in velocità ed i diminuzione dello
> sbandamento della barca a parità di condizioni.
ottimi consigli....da memorizzare
Ciao Edy ;o)))
già fatto, quelle foto risalgono a due anni fa
> tesa
> bene il rullafiocco in modo che quando lavora rimpiazzi lo strallo
> che ti dovrebbe servire solo a tenere in piedi l'albero quando non
> hai vele a riva.
questo non posso farlo, lo strallo è di acciaio, il fiocco porta un tessile
e dell'albero che ne dici... va bene questo, vero?
però forse il boma lo posso fare di diametro minore, no?
>questo non posso farlo, lo strallo è di acciaio, il fiocco porta un tessile
Nessuno ti proibisce di sostituire il tessile con cavetto in acciaio con un
tessile in kevlar che lo tesi come l'acciaio senza allungamenti.
Prova a vedere come fanno sugli FD o sui 470; quando il fiocco è a riva lo
strallo e in bando; sui 505 il fiocco lo murano su di un rullafiocco
regolabile e lo tesano con un paranchino su strozzascotte.
>e dell'albero che ne dici... va bene questo, vero?
Mi sembra che faccia il suo sporco lavoro con dignità, quindi lascialo
stare.
>però forse il boma lo posso fare di diametro minore, no?
Anche il boma, non lo cambierei a meno di usare un profilo ovoidale con un
buon momento d'inerzia in direzione dell'attacco della scotta di randa e del
vang.
Non so se ti cimenti con boline tirate (gli spigoloni di bolina si
appoggiano sullo spigolo sottovento e diventano abbastanza stabili), ma
qual'ora tu lo facessi ti suggerisco o di avanzare il punto d'attacco a
pagliolo del paranco di scotta o ri arretrarne l'attacco sul boma, se la
balumina della randa è abbastanza forte da tirare sulla testa d'albero
vedrai dei bei vantaggi con la randa appiattita, sia in angolo che in
sbandamento.
Il buon Paulhass potrà spiegarti i vantaggi di un profilo piatto inserito in
un fluido discretamente veloce; io mi sono digerito un po di aerodinamica da
tasti semplici ma poi sui profili alari ho sudato un bel po (causa il mio
miserrimo inglese) sull'Abbot e ti dico mi è servito moltissimo per capire,
almeno iniziare a capire, il perchè delle vele, del timone e della deriva
;-).
--
Ciao
Caron Dimonio = Insubrico = Diego
http://www.banti.net
"Non vale mai la pena che un uomo di prim’ordine sprechi il suo tempo a sostenere l’opinione della maggioranza. Per definizione, ce ne sono già tanti che se ne fanno carico."
e se potessi trovare un profile ovale... non staremmo qui a dire menate,
avrei l'albero e il boma ideale! :-))))))))
> Non so se ti cimenti con boline tirate
...la mia andatura preferita ;-)
> ti suggerisco o di avanzare il punto
> d'attacco a pagliolo del paranco di scotta o ri arretrarne l'attacco
> sul boma, se la balumina della randa è abbastanza forte da tirare
> sulla testa d'albero vedrai dei bei vantaggi con la randa appiattita,
> sia in angolo che in sbandamento.
farò tesoro del consiglio!