Quale tensione devo applicare per poterle caricare ?
per caricare una singola batteria si utilizzano caricatori da 1,25 Volt
quindi a intuito direi 1,25x8=10 Volt � corretto o c'� una tolleranza piu'
grande ?
Grazie a tutti
Le carichi con una tensione pi� elevata ma con una resistenza in serie
che limita la corrente.
Supponiamo che a piena carica raggiungi 11 volt.
Se usi un alimentatore da 15 V stabilita la corrente di carica usi un
resistore in serie R=(15-11)/Ic con Ic->corrente di carica prevista.
Ovviamente la corrente di carica varier� con lo stato di carica
dell'accumulatore.
Se usi correnti basse di solito non c'� problema ma con correnti alte
devi verificare lo stato di carica per non surriscaldarle.
Non sono espertissimo ma a quanto ne so, eviterei come la peste la ricarica
i serie delle batterie NiMH.
Anzi � bene ricaricarle singolarmente per evitare che lo stato di una
batteria influenzi negativamente la ricarica delle altre.
I migliori caricabatterie, infatti, non ricaricano le batterie nemmeno in
parallelo ma, una per una.
Michele
Che non va bene, dato che vanno caricate a corrente costante.
> Non sono espertissimo ma a quanto ne so, eviterei come la peste la
> ricarica i serie delle batterie NiMH.
Non e' proprio cosi' tassativo. Se ci pensi la corrente che fluisce in
ciascuna e' nota in quanto la stessa.
> Anzi � bene ricaricarle singolarmente per evitare che lo stato di una
> batteria influenzi negativamente la ricarica delle altre.
Ricaricandole singolarmente si ha il polso della situazione perche' si
conosce la tensione di ogni singolo elemento. Pero' nulla vieterebbe di
lasciarle in serie e togliere quelle che hanno raggiunto la tensione finale
di carica, per evitarne il sovraccarico. Scomodo controllare manualmente la
tensione dei singoli elementi.
Comunque in realizzazioni piu' specifiche con chimica diversa, si fa
tranquillamente (batterie per biciclette, ricaricate in serie ed equalizzate
perche' raggiungano la stessa tensione).
> I migliori caricabatterie, infatti, non ricaricano le batterie nemmeno in
> parallelo ma, una per una.
Ecco, la ricarica in parallelo non consente di sapere quanta carica fluisce
in un elemento in quanto prevalentemente viene interessato quello con
resistenza interna inferiore.
> Michele
Per riferimento, tutti gli apparecchi con batterie NiMH in serie (esempio
trapano), hanno un caricatore che le ricarica in serie. E non si tratta di
un metodo intrinsecamente inappropriato.
Ciao.
Mirko.
E' quasi costante ... non cerchiamo il pelo nell'uovo.
Quello che non va bene � la carica a tensione impressa senza limitazione
della corrente.
> Non e' proprio cosi' tassativo. Se ci pensi la corrente che fluisce in
> ciascuna e' nota in quanto la stessa.
Fintanto che tutti gli elementi in serie si comportano allo stesso modo: ok.
Se per� un'elemento inizia a dare segni di squilibrio allora ne risentono
tutti gli altri. Un po' come una batteria al Pb che se ti parte un elemento,
� tutta da buttare (li gli elementi sono fisicamente connessi).
> Ricaricandole singolarmente si ha il polso della situazione perche' si
> conosce la tensione di ogni singolo elemento. Pero' nulla vieterebbe
> di lasciarle in serie e togliere quelle che hanno raggiunto la
> tensione finale di carica, per evitarne il sovraccarico. Scomodo
> controllare manualmente la tensione dei singoli elementi.
Non solo scomodo, direi pure ch'� poco fattibile in quanto:
- prevederebbe che il pacco batterie sia accessibile
- prevederebbe un monitoraggio continuo delle signole celle
A questo punto mi domando: non � meglio ricaricarle in modo tradizionale?
> Comunque in realizzazioni piu' specifiche con chimica diversa, si fa
> tranquillamente (batterie per biciclette, ricaricate in serie ed
> equalizzate perche' raggiungano la stessa tensione).
E' il caso del singolo pacco di batterie tutte uguali. Come detto sopra:
fintanto che ogni cella reagisce in modo identico alle altre: nessun
problema.
> Ecco, la ricarica in parallelo non consente di sapere quanta carica
> fluisce in un elemento in quanto prevalentemente viene interessato
> quello con resistenza interna inferiore.
Io vedo un problema: nella ricarica in serie se cede un elemento e la sua
tensione va a zero, gli altri elementi si prendono una sovratensione che li
rovina
Nella ricarica in parallelo � vero che non controllo la corrente che fluisce
in ogni singola cella ma se si rompe un elemento questo assorbir� tanta
corrente, scalder�, al limite scoppiera ma gli altri elementi
(elettricamente) non ne risentono in quanto saranno alimentati al massimo
sempre con la stessa tensione (limitata).
In ogni caso, ricarica serie o parallelo non danno buone garanzie di
funzionamento ... (IMHO).
Sar� maniaco ma preferisco la ricarica singola.
Michele
Io li cerco
> Quello che non va bene � la carica a tensione impressa senza limitazione
> della corrente.
Per averla costante basta un transistor e un paio di resistenze...
> Fintanto che tutti gli elementi in serie si comportano allo stesso modo:
> ok.
> Se per� un'elemento inizia a dare segni di squilibrio allora ne risentono
> tutti gli altri. Un po' come una batteria al Pb che se ti parte un
> elemento, � tutta da buttare (li gli elementi sono fisicamente connessi).
Te ne rendi conto perche' quando usi tali elementi la loro serie fornisce
una tensione piu' bassa del previsto. Ci sono pacchi batteria assemblati
come serie di elementi (non separabili) e se fosse come sostieni tu
dovrebbero durare poco. Invece se caricati in modo appropriato (anche in
serie) non soffrono. La cosa sbagliata e' utilizzarli poi fino a far andare
in inversione di polarita' l'elemento piu' debole (ce n'e' sempre uno per
definizione...).
Ma con i dovuti distinguo la ricarica in serie non ha niente di cosi'
abominevole. Ovvio che se ho uno o piu' elementi in corto il discorso e'
diverso, ma allora la batteria e' guasta e si deve prima porre rimedio al
problema.
>
>> Ricaricandole singolarmente si ha il polso della situazione perche' si
>> conosce la tensione di ogni singolo elemento. Pero' nulla vieterebbe
>> di lasciarle in serie e togliere quelle che hanno raggiunto la
>> tensione finale di carica, per evitarne il sovraccarico. Scomodo
>> controllare manualmente la tensione dei singoli elementi.
>
> Non solo scomodo, direi pure ch'� poco fattibile in quanto:
> - prevederebbe che il pacco batterie sia accessibile
> - prevederebbe un monitoraggio continuo delle signole celle
> A questo punto mi domando: non � meglio ricaricarle in modo tradizionale?
Se sono separabili io le ricarico ovviamente con caricatori a canali
separati, individualmente.
Ma l'OP parlava di necessita' di procedere alla ricarica in serie. Se c'e'
l'esigenza e' pratica comune, adottata in molti frangenti.
>> Ecco, la ricarica in parallelo non consente di sapere quanta carica
>> fluisce in un elemento in quanto prevalentemente viene interessato
>> quello con resistenza interna inferiore.
>
> Io vedo un problema: nella ricarica in serie se cede un elemento e la sua
> tensione va a zero, gli altri elementi si prendono una sovratensione che
> li rovina
Se un elemento e' in corto, prima di ricaricare la serie bisogna porre
rimedio al problema. Procedere fingendo che non ci sia l'elemento guasto non
risolve l'intoppo.
> Nella ricarica in parallelo � vero che non controllo la corrente che
> fluisce in ogni singola cella ma se si rompe un elemento questo assorbir�
> tanta corrente, scalder�, al limite scoppiera ma gli altri elementi
> (elettricamente) non ne risentono in quanto saranno alimentati al massimo
> sempre con la stessa tensione (limitata).
La ricarica in parallelo di elementi in stato di salute diverso e' sempre da
evitare. Tollerata con elementi sani, tendenzialmente solo se di chimica
identica.
> In ogni caso, ricarica serie o parallelo non danno buone garanzie di
> funzionamento ... (IMHO).
>
> Sar� maniaco ma preferisco la ricarica singola.
Se si puo' anch'io.
Ciao.
Mirko.
Vista il ramo di thread che ho fatto con Mirko ti direi:
1) assicurati (se puoi) che le batterie siano tutte gemelle e nelle stesse
condizioni
2) ricaricale tranquillamente in serie ma limitando la corrente di carica
(credo che un 50% della capacit� della singola cella sia accettabile, quindi
siamo sui 600mA)
3) tieni d'occhio (se puoi) che durante la carica nessun elemento tenda a
scaldarsi troppo oppure riduca la sua tensione.
4) Limita la massima tensione a quei 10V che dicevi te (io per sicurezza la
terrei anche un pelo pi� bassa, 9.9, ma credo dipenda dal tipo di batterie
quindi devi verificare te la giusta tensione di fine carica). In pratica:
carica a corrente costante all'inizio fino a raggiungere i 10V.
5) Se dopo 2.5 ... 3 ore non sono cariche, ferma tutto.
Se gi� non lo conosci: leggi qui:
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1486066
Michele
A prescindere sui pacchi batteria chiusi sei obbligato.
> 4) Limita la massima tensione a quei 10V che dicevi te (io per sicurezza
> la terrei anche un pelo pi� bassa, 9.9, ma credo dipenda dal tipo di
> batterie quindi devi verificare te la giusta tensione di fine carica). In
> pratica: carica a corrente costante all'inizio fino a raggiungere i 10V.
> 5) Se dopo 2.5 ... 3 ore non sono cariche, ferma tutto.
Io suggerisco di usare 12 V come tensione e limitazione corrente a 250 mA.
Vedo che nella carica elemento singolo NiMH si raggiungono anche 1.5 V
durante il picco di fine carica.
Su 8 elementi imporrei corrente 250 mA e stacco quando sono entrati 1800 mAh
con limitazione tensione a 12V massimi.
Riscritto: con elementi scarichi, ci faccio entrare (in serie) 250 mA per 7
ore. Poi stacco. Se la tensione sale oltre i 12 V, stacco. Idem se la
temperatura di qualche elemento sale in modo anomalo rispetto agli altri.
Algoritmo a mano...
Se gli elementi sono sani, li ho caricati e non li ho rovinati.
Ciao.
Mirko.
> Io suggerisco di usare 12 V come tensione
Giusto: leggo adesso che la tensione in fase di carica raggiunge anche
1.5V/cella quindi: 12V. Mi ero fatto ingannare da certi grafici dove vedevo
un "fine carica" in corrispondenza di 1.2 ... 1.25V/cella
> e limitazione corrente a 250 mA.
Mah. Basandomi sull'articolo linkato sopra, la corrente di carica per le
NiMH vale 0.5-1C ovvero, per batterie da 1200 mAh: da 600 a 1200 A. Tale
carica rapida viene usata dai caricabatterie per utilizzare il sistema di
rilevazione di fine carica: dv/dt. Forse, per una carica fai da te, conviene
andarci pi� cauti allungando i tempi e riducendi le correnti. Non so quanto
la chimica della batteria NiMH possa gradire tale trattamento, probabilmente
per� � sempre meglio che dargli una calda con una carica troppo veloce.
> Vedo che nella carica elemento singolo NiMH si raggiungono
> anche 1.5 V durante il picco di fine carica.
Visto anche io: adesso. Pensavo meno.
> Su 8 elementi imporrei corrente 250 mA e stacco quando sono entrati
> 1800 mAh con limitazione tensione a 12V massimi.
> Riscritto: con elementi scarichi, ci faccio entrare (in serie) 250 mA
> per 7 ore. Poi stacco. Se la tensione sale oltre i 12 V, stacco. Idem
> se la temperatura di qualche elemento sale in modo anomalo rispetto
> agli altri. Algoritmo a mano...
> Se gli elementi sono sani, li ho caricati e non li ho rovinati.
A naso 7 ore e/o 1800 mAh mi sembrano tanti su un 1200 mAh. Tutto sta a
vedere quanta energia si dissipa durante la ricarica.
In ogni caso, magari con qualche variazione di cautela, concordo con il tuo
principio.
Michele
Adesso passo il messaggio su it.hobby.elettronica per vedere se
riesco a farmi fare uno schema in base alle mie esigenze che sono poi
quelle di un modellista (auto a scoppio) quindi ricaricare :
- 8 celle batterie trasmettitore
- 4-5-6 celle batterie ricevitore
- 1 cella accendicandela
- il caricabatterie deve essere alimentato a 12Vcc mi pare 2A max (in auto)
in maniera tale da poterlo usare anche sulle piste
Grazie ancora
>> Su 8 elementi imporrei corrente 250 mA e stacco quando sono entrati
>> 1800 mAh con limitazione tensione a 12V massimi.
>> Riscritto: con elementi scarichi, ci faccio entrare (in serie) 250 mA
>> per 7 ore. Poi stacco. Se la tensione sale oltre i 12 V, stacco. Idem
>> se la temperatura di qualche elemento sale in modo anomalo rispetto
>> agli altri. Algoritmo a mano...
>> Se gli elementi sono sani, li ho caricati e non li ho rovinati.
>
> A naso 7 ore e/o 1800 mAh mi sembrano tanti su un 1200 mAh. Tutto sta a
> vedere quanta energia si dissipa durante la ricarica.
> In ogni caso, magari con qualche variazione di cautela, concordo con il
> tuo
> principio.
Sinteticamente:
Se non si ha un rilevamento del fine carica per dV/dt negativo, sempre molto
arduo da implementare con una serie di molti elementi, meglio basarsi
sull'efficienza di carica e buttarci dentro il 50% in piu' della capacita'
nominale.
Su tutte le batterie NiMH e' scritto: ricaricare per 14/16 ore a 1/10 della
capacita' nominale.
Ecco perche' ho detto 7 ore a 250 mA.
Quanto all'ipotesi di salire con la corrente sino a 1200 mA, lo sconsiglio
in quanto e' pur vero che elevate correnti (meglio impulsive) sembra
contrastino l'aumento di resistenza interna degli elementi, pero' se non si
termina la carica correttamente (quando la temperatura sale, la tensione va
oltre il limite, etc.), e' un attimo deteriorarli. In particolare in serie,
meglio non rischiare.
Ciao.
Mirko.
> Adesso passo il messaggio su it.hobby.elettronica per vedere se
> riesco a farmi fare uno schema in base alle mie esigenze che sono poi
> quelle di un modellista (auto a scoppio) quindi ricaricare :
> - 8 celle batterie trasmettitore
> - 4-5-6 celle batterie ricevitore
> - 1 cella accendicandela
> - il caricabatterie deve essere alimentato a 12Vcc mi pare 2A max (in
> auto)
> in maniera tale da poterlo usare anche sulle piste
Ci sono progetti a bizzeffe e direi che e' gia' stato inventato anche
l'impensabile.
Se vuoi proprio andare di autocostruzione guardati il sito
www.seven-segments.com
Tieni conto del fatto che l'autocostruzione comporta costi molto superiori
all'acquisto di soluzioni gia' pronte all'uso. Dai un'occhiata su
Hobbyking...
Ciao.
Mirko.
PS: con una 70ina di Neuri trovi prodotti che fanno quel che ti interessa
anche in un normale negozio di articoli per modellismo. Per chimica Pb,
NiCD, NiMH, LiIOn, LiPo, LiFePo4, con tutti i parametri impostabili a
piacimento.