On 01/09/2021 12:19, Jamie wrote:
> Perdonate la divagazione, ma mi piacerebbe confrontarmi con voi su
> questa tematica.
> Stavo pensando al fatto che i giornali sono in qualche modo obbligati a
> verificare una notizia prima di pubblicarla, anche perché nel caso fosse
> falsa potrebbero rischiare una querela o altro;
Purtroppo i giornali verificano le notizie solo se rischiano
una querela. Altrimenti sono ben felici di raccontare falsita'
se hanno una, anche solo ragionevole, certezza di impunita'.
Anzi, e' proprio la stampa nazionale ad avere inventato per
prima le piu' grossolane fake-news. Cio' che oggi urta
la sensibilita' dei giornalisti e' che hanno perso il monopolio
delle fake-news.
> ma sui social può circolare qualsiasi falsità
Come accade da sempre in "radio popolare" ovvero tra i petegolezi
da comari, ma anche non.
> ed il sig. Zuckerberg & affini non hanno nulla da temere.
Questo e' responsabilita' dei democratici americani.
> Eppure loro sono i primi a guadagnare anche sulle
> notizie false, dato che più utenti stanno sui loro
> social e più loro guadagnano dalle inserzioni etc,
> e le notizie che generano più "indinniazione" e litigi
> infiniti sono probabilmente quelle più redditizie di tutte
> perché tengono incollate agli schermi un gran numero
> di persone.
Questo e' fortemente oppinabile. Se non ci fossero le fake-news
ci sono mille e mille altri argomenti su cui discutere in modo animoso
o vivace. Al contrario dei giornalisti, che invece inventano fake-news
per vendere piu' copie oppure per fare contento l'editore/proprietario,
i vari Zucherberg non sono parte attiva nella creazione di fake-news
e quindi non hanno un diretto guadagno. Se fosse giusta la sua tesi,
allora mai e poi mai avrebbero cancellato il sig.Trump e simpatizzanti.
Sarebbe stato motivo per aumentare ancora di piu' il traffico, secondo
la sua tesi, non crede ?
> Perciò, se fossi un content manager avrei probabilmente
> tutti gli interessi a pubblicare cose che suscitano reazioni scomposte,
E' questo il suo errore: Zuckerberg e affini NON PUBBLICANO NULLA.
Non e' un giornale, ne gli interventi dei partecipanti sono
paragonabili a "lettere al direttore".
> e la verità che fine fa in tutto questo marasma? Diventa proprio
> irrilevante.
> Tutto ciò mi appare sempre più perverso.
La colpa della perversione che lei percepisce sta tutta nei
giornalisti nazionali, anzi, in chi passa loro le veline.
> D'altra parte, non so fino a che punto si può addossare ad una
> piattaforma la responsabilità di ciò che pubblicano i suoi utenti.
> Voi cosa ne pensate?
Per un libertario l'approccio e' semplice.
O il sig. Zuckerberg non ha il diritto di censurare alcunche', nel
qual caso non ha alcuna responsabilita' dei contenuti. In caso di
reati, le forze dell'ordine devono perseguire i singoli responsabili
(cosa anche facile, oltretutto). Unica eccezione e' quando il
contenuto e' undisputabilmente un reato, come la pornografia
minorile o violenta, evidente preparazione o perpretazione di
reati criminali e/o terroristici, etc. Ma, nel dubbio, meglio
attendere una ordinanza di un giudice, anche sollecitata
direttamente da Zuckerberg, questo sarebbe legittimo farlo.
Se invece il sig. Zucherberg si prende l'arroganza di selezionare
i contenuti, allora diventa automaticamente responsabile di tutto cio'
che si trova nella sua piattaforma e perde ogni diritto alla manleva.
In realta' sono stati proprio i paladini storici della liberta' di
parola negli STati Uniti, cioe' i democratici, a chiedere, anzi a
pretendere, che il sig.Zucherberg, stroncasse tutto cio' che aveva
a che fare con il sig.Trump. Infatti, nonostante le numerose fake-news
propagandate dal sig.Trump, non c'era un reato perseguibile che
avrebbe autorizzato la rimozione dei contenuti del sig.Trump tramite
la via ordinaria (e l'unica legittima in una nazione che rispetti
la legge) della magistratura. E quindi la sig.ra Pelosi e suoi
soci hanno cercato e trovato una scorciatoia che molti libertari
democratici di altri tempi definirebbero come "illegale" ovvero
un "abuso di posizione" (la posizione di monopolio di Facebook).
Zucherberg ha eseguito, e ora pretende (giustamente dal suo punto
di vista) che pero' si continui a mantenere il suo stato di "portatore
neutrale" di contenuti altrui. Cosa che invece secondo la legge
americana lui ha perso quando ha iniziato a censurare cio' che sono
evidenti opinioni, il che vale anche per le fake-news.
Un esempio di cosa significa essere semplice piattaforma neutrale:
<
https://www.nolo.com/legal-updates/ninth-circuit-wont-hold-giganews-liable-for-volitional-copyright-infringement.html>
"Giganews does not select any of the content available on its
servers—nor did Giganews post any of the data that was the
subject of this lawsuit ..."
Giganews non esegue alcuna selezione dei contenuti sui suoi server
(che non portano altro che Usenet, il presente ambito).
Ed ancora:
"The court also noted that there were no easy methods available for
Giganews to remove all infringing content, given that the Usenet
servers contained user-generated information."
Cioe' per un fornitore di server come Giganews, non c'e' alcun
metodo facile per rimuovere contenuto sotto il diritto d'autore,
essendo esso generato dagli utenti.
Quindi, Giganews non porta alcuna responsabilita' delle violazioni
(e neanche dei reati) compiute dai suoi clienti usando i server
di Giganews. In pratica e' una situazione simile a quella di
un operatore telefonico, che non e' responsabile delle parole
pronunciate usando il servizio telefonico, fosse anche un
attentato alla stessa sicurezza dello Stato.
Facebook, quando e' nato, godeva della stessa impunita', come
mero fornitore di servizi. Si limitava ogni tanto a togliere
dei contenuti indisputabilmente in violazione delle leggi.
I democratici hanno costretto un Zucherberg (forse neanche
riluttante, chi lo sa) a fare da censore, e questo ha rotto
il patto giuridico per cui Facebook non portava responsabilita'
dei suoi contenuti, non essendo certamente, all'inizio,
un editore di contenuti.
Oggi Facebook ha non solo violato la norma che vieta ai
fornitori di servizi di effettuare attivita' censoria, ma
ha anche dimostrato di avere metodi efficaci per agevoli per
rimuovere ogni contenuto che ritenga di volere rimuovere.
E quindi ha perso tutti e due i motivi che invece hanno
protetto Giganews da un portatore di diritto d'autore furioso
e danaroso.
Oggi e' evidente che Facebook, per i motivi appena spiegati,
e' totalmente responsabile di ogni fake-news pubblicata. Ma c'e'
una questione che per un italiano puo' essere difficile da digerire:
negli Stati Uniti pubblicare fake-news e' un diritto, anche se
concesso a malincuore, fa parte del Primo Emendamento, insomma,
il primo articolo della carta che prevale anche sulla costituzione.
(vedi anche il diritto di bruciare la bandiera, che un nazionale
non manderebbe mai giu', etc.)
Ma sui reati commessi usando Facebook, Zuckerberg ora e' nei guai.
L'unica ragione per cui non e' ancora sotto processo e' perche'
e' protetto dai democratici (glielo devono, dopo che ha eseguito
i loro ordini). Ma non credo che, dopo essersi consultato con i
suoi avvocati, Zuckerberg oggi dorma tranquillo. Quando tornano
i repubblicani, e se i democratici improvvisamente si risvegliano
libertari, allora sono guai, ma potrebbe anche caversela con lo
smettere di fare il censore e promettere di non farlo piu'.
Certo resta il fatto che ha dimostrato di avere metodi agevoli
per fare azione di selezione dei contenuti ...