sono duecento anni che i turisti che visitano le dolomiti hanno come minimo
la sindrome di stendhal, e comperano casa come fossero bruscolini.
segnalo per tutti il M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O libro-diario di Amelia Edwards
"Cime inviolate e vallis conosciute. vagabondaggi di mezza estate nelle
Dolomiti"
Riassume perfettamente cosa è la visione del viaggio in valli che come
caratteristica avevano "la fame batteva la testa sulle rocce".
PEr chi frequenta i posti, la meraviglia è che si puo' ripercorrere TUTTO
quello che loro hanno visto, strade asfaltate a parte. Ma il passaggio a
dorso di cavallo di un sentiero misterioso che si scopre essere il passo
Falzarego, a dividere il cadore dall'agordino...
e gli occhi di una straniera tosta (questa era una che si è fatta tutto
il medio oriente tra gli scavi dell'epoca, non l'ignorante che sviene
davanti alla cupola del brunelleschi) spiegano perfettamente come quelle
zone, ancora oggi, siano cosi' ambite
Paolo
P.S. la riscoperta della Edwards è recente, e adesso esiste anche il
"percorso Amelia Edwards" a ricordarla, a percorrere i suoi itinerari