Sono cariche troppo alte.
In 9x21 lascia perdere le palle da 90 e 100 grani che tanto non servono.
Palle FMJ: con la 115 grani io non andrei oltre i 6 grani e con la palla da
123 non supererei i 5,6 grani.
Palle in lega o piombo: con la 115 grani non oltre i 5,5 grani e con le
122/125 non oltre i 5,2.
In 45 ACP e HP:
Palle FMJ da 200 non oltre i 6,2 e con le 230 non oltre i 5,8.
Palle in lega o piombo: con la 200 grani non oltre i 5,6 e con la 230 grani
non oltre 5,3 grani.
In 38 Sp. e 357 Mag.
In 38 Special con palle da 158 grani in lega massimo 5,0 grani.
In 357 Magnum con palle da 158 grani in lega massimo 7,0 grani.
Parti con dosi più basse di almeno 3 o 4 decimi di grano rispetto a quelle
indicate e sali gradualmente ricercando soprattutto una sicura funzionalità
dell'arma e una buona precisione della cartuccia.
Per tutte crimpaggio deciso.
Cordialità
G.G.
Infatti ha un livello di velocità combustiva molto simile alla W-231 con la
quale però non conviene fare paragoni diretti in quanto a dosaggi perchè
mentre la prima è una tipica ball powder con la stragrande maggioranza dei
flemmatizzanti applicati tramite una imbibizione di superficie, la seconda è
una classica balistite laminata che contiene flemmatizzanti, plastificanti e
raffreddanti anche intimi, quindi uniti all'impasto già in fase di
lavorazione iniziale.
Ti incollo (sperando di non seccare nessuno che lo abbia già letto) un mio
precedente post del Settembre 2003 sull'argomento SIPE che riguarda la sua
storia, composizione e carattere combustivo.
La polvere SIPE (l'acronimo sta per "Società Italiana Prodotti Esplodenti")
è una "balistite", ovvero un propellente bibasico costituito per il 50% di
nitrocellulosa ed il 50 % di nitroglicerina, creato nel 1923 nel
polverificio SIPE di Spilamberto (MO).
Questa polvere lamellare, con granulometria di 0,85x0,85x0,15 mm. con
densità gravimetrica di 700 gr/lt è molto densa e poco scorrevole, il colore
tradizionale è il grigio grafite ed è sicuramente una delle migliori polveri
"storiche" italiane.
La SIPE è stata soprattutto apprezzata per la sua eccellente regolarità e
stabilità chimica e per la sua eccezionale costanza anche ai più repentini
sbalzi igrometrici e termici, caratteristiche talmente positive che la
fecero diventare per molti anni la polvere ufficialmente impiegata dal BNP
per il caricamento delle cariche per prova forzata.
Le polveri bibasiche denotano pregi e difetti nei confronti delle
monobasiche; molto brevemente, i difetti risiedono nel loro elevato
gradiente termico che comporta un effetto maggiormente erosivo sugli acciai
delle armi e in minor misura anche una notevole flessione di rendimento alle
temperature molto sotto allo zero, i pregi si rilevano nella eccezionale
costanza di rendimento in ogni clima, nella ottima resa energetica, e nella
economia di impiego legata sia ai minori costi della polvere, sia alla
riduzione dei dosaggi dovuta al notevole rendimento dinamico.
Brevemente si deve puntualizzare, per i nuovi appassionati, che nelle
polveri da sparo, la nitrocellulosa impiegata da sola, pur producendo una
trasformazione in gas perfetta e completa, contiene nella sua molecola poco
ossigeno e ne evidenzia una carenza nel suo ciclo combustivo impedendo ai
residui finali di carbonio di raggiungere una completa ossidazione ad
anidride carbonica (CO²); il residuo finale è infatti in gran parte
costituito da ossido di carbonio (CO) ed il risultato che ne deriva è che
lo svolgimento di calore è inferiore a quello potenzialmente ottenibile.
La nitroglicerina al contrario, possiede nella sua molecola una quantità di
ossigeno superiore al suo fabbisogno per la completa combustione del proprio
carbonio e quindi questo eccesso di ossigeno libero può essere
vantaggiosamente utilizzato per completare l'ossidazione della
nitrocellulosa.
Appare evidente che la sinergia tra le due basi è molto positiva in termini
di rendimento, infatti le polveri bibasiche sviluppano più calore che
influisce significativamente sull'espansione dei gas e quindi conferisce un
maggior potenziale termodinamico al propellente.
La miscelazione della nitroglicerina con la nitrocellulosa può essere
attuata a differenti livelli percentuali; se le due basi sono presenti in
parti uguali al 50% siamo in presenza di una balistite, mentre se il livello
percentuale di nitroglicerina scende sotto il 40% avremo una balistite
attenuata, un propellente ancora molto potente ma dotato di un potere
calorifico e quindi di un potenziale termodinamico leggermente inferiore e
di un ridotto effetto erosivo.
L'attenuazione può scendere fino a circa un valore del 15% mentre per
percentuali uguali od inferiori al 12% la polvere così composta prende il
nome di Nitrocellulosa modificata.
La SIPE non è affatto obsoleta, è una polvere ancora moderna ad 80 anni
dalla sua nascita e l'impiego in armi corte ne ha rilanciato in modo
perentorio e positivo la sua eccellente qualità.
La SIPE non è facilmente dosabile per la sua relativamente cattiva
scorrevolezza ed è questo uno dei suoi principali fattori limitanti,
tuttavia in arma corta accetta di buon grado per la sua grande elasticità
tolleranze di dosaggio di circa 0,15 grani permettendone così un impiego
molto variegato e flessibile.
E' un propellente veramente multiuso, che nei bossoli da pistola non sfigura
mai!
Dal 6,35 al 45 ACP offre un rendimento veramente notevole, la sola parziale
esclusione a tale successo è relegata ai bossoli ad elevata volumetria
interna, nei quali per il suo particolare carattere combustivo, dimostra una
mediocre regolarità.
Non devono mai essere paragonate sul piano della progressività polveri
monobasiche con polveri bibasiche, il loro rendimento termodinamico,
estremamente dissimile comporterebbe infatti errori clamorosi ed a volte
pericolosi.
Una polvere che sebbene più vivace è molto simile sia chimicamente che
balisticamente alla SIPE n è la "S4 n" un'altra arzilla vecchietta classe
1927 prodotta dalla BPD e da questa ditta portata gloriosamente agli anni
2000.
Il suffisso "n" aggiunto pochi anni fa, attesta e indica un nuovo
trattamento superficiale antivampa, applicato alla polvere per ridurre il
flash (riaccensione di gas combustibili residuati della deflagrazione,
spesso costituiti da metano) che spesso si notava alla bocca dell'arma allo
sparo di cartucce a pallini nelle ore antelucane e serali.
Cordialità
G.G.