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Nymeria - FeSTosa #313
I will not say the Day is done, nor bid the Stars farewell
> o forse il rimpianto e' quello che *io* provo ogni volta che arrivo a
> questo punto, perche' credo che una parte di me sia rimasta imprigionata
> in queste pagine senza possibilita' di ritorno, ed il distacco da questa
> parte di me stessa rende cosi' difficile chiudere il libro ...
Ieri stavo leggendo alcuni commenti di lettori di ISDA sul sito di opinioni
Ciao.it, e tutti dicevano la stessa identica cosa: alla fine si prova una
nostalgia profonda, perché devi dire addio a tutti questi amici, che
progredendo nella lettura hai imparato a conoscere, nei loro pregi e
difetti, manie e idiosincrasie, modi di fare e pensieri, tanto che sapresti
riconoscerli se li incontrassi, che sapresti attribuire giustamente una loro
frase, anche avulsa dal contesto. Così come devi dire addio a questo mondo,
che pur con tutti gli orrori che abbiamo conosciuto, contiene una bellezza
che sembriamo aver dimenticato (è incredibile come è vero che ISDA ci ridona
"una visione chiara": dopo, guardandosi intorno in questo mondo, è come se
si "riscoprissero" cielo e erba e fiori e alberi e acqua e fuoco e pane e
roccia...)
Non so come ci riesca, Tolkien: gli ambienti sono descritti allo stesso
tempo con precisione e con tocchi impressionistici, ma i personaggi spesso
non sono analizzati così profondamente, eppure ti entrano dentro come la
Terra di Mezzo, e ora che devi salutarli vorresti abbracciarli tutti, e ti
dici che non li "vedrai" più: l'allegra scapestrataggine di Pipino, la
soddisfatta consapevolezza di Merry, la tenera semplicità di Sam, la pensosa
riflessività di Frodo, l'ironia e l'agilità di Legolas, l'impetuosità di
Gimli, l'orgoglio un po' tronfio di Boromir e quello calmo di Aragorn, il
fermo coraggio di entrambi, il carisma di quest'ultimo, e Gandalf così
pronto al riso e alla collera, dispensatore di saggi consigli e allo stesso
tempo capace di scherzare...
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Laurelin
#233 del FeSTosi
"Se il mondo non fosse così pieno di stupidi,
avrei molte più difficoltà a farmi passare per uno intelligente"
(Thingol)
Mi potresti riportare l'originale in inglese?
Credo che questo sa *l'unico brano* nel LOTR dal quale emerga il "peccato"
di Frodo, che e' quello di non accettare di essere stato un mero strumento
nella vittoria finale. Dico bene?
> (...) Frodo non e' piu', per molti motivi, la stessa
> persona che lascio' la Contea tempo addietro (...)
Io scriverei che non e' piu' e basta. ^__^ I capitoli che
seguono lo scioglimento del dramma sul Monte
Fato mi hanno sempre dato l'idea di uno sbiadire di
Frodo analogo a quello da lui sperimentato sotto
l'influsso dell'Anello. Li' era una condizione fisica,
psichica ed esistenziale perniciosa, percepita da lui
e dai suoi compagni; qui si tratta di uno stato benefico
che il lettore ricostruisce a partire dallo "sbiadimento
sociale" di Frodo: per carita', tutti guardano a lui e lo
ascoltano, ma pare quasi che ormai lo hobbit sia solo
una fonte di ispirazione per tutti (un nodo di valori),
come se si fosse annullato nella salvazione della
terra di mezzo. Prima era uno sbiadire senza costrutto,
un perdersi in allucinazioni egoistiche, ora e' la
consapevolezza di essersi offerto (sacrificato) per il
bene degli altri.
ciao ciao
Fritz aka Giacomo
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questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
>> appare indicativa la frase "ho *tentato* di salvare la
>> Contea, ed *e' stata* salvata", come se non si considerasse affatto
>> l'artefice di quanto e' accaduto.
>
> Mi potresti riportare l'originale in inglese?
Eccolo: "I tried to save the Shire, and it has been saved"
> Credo che questo sa *l'unico brano* nel LOTR dal quale emerga il
> "peccato" di Frodo, che e' quello di non accettare di essere stato un
> mero strumento nella vittoria finale. Dico bene?
Dipende dall'interpretazione :-)
A me sembra che Frodo si senta colpevole per non aver compiuto la missione
fino in fondo, di avere fallito nella prova finale: dimenticando di aver
accettato solamente l'incarico di Portatore (al Consiglio dice "Portero'
l'Anello", non "lo gettero' nel fuoco"), pensa di aver mancato all'impegno
preso, e che la catastrofe sia stata evitata grazie all'intervento di
Gollum.
[..]
> alla fine si prova una nostalgia profonda, perché devi dire addio a
> tutti questi amici, che
> progredendo nella lettura hai imparato a conoscere, nei loro pregi e
> difetti,
Hai detto bene: *amici* - e questo non vale soltanto per i personaggi, ma
anche per i luoghi; e' sorprendente, ripensando alla prima volta che ho
letto ISDA, ricordare come allora fossi interessata solo alla vicenda in
se', ansiosa di scoprire lo svolgersi dei fatti e solo dopo - molto tempo
dopo - ho capito che c'era di piu' e di meglio: un mondo descritto con
tanto amore da diventare concreto (perche' perdere tanto tempo a
consultare le mappe, altrimenti ? ^__^) e delle persone che letteralmente
prendono vita dalle pagine.
> è incredibile come è vero che ISDA ci ridona"una visione chiara": dopo,
> guardandosi intorno in questo mondo, è come sesi "riscoprissero" cielo e
> erba e fiori e alberi e acqua e fuoco
Vero anche questo: prima di riscoprire ISDA consideravo la natura come
semplice parte del paesaggio, qualcosa di scontato di cui a volte non
notavo l'esistenza; ora guardo tutto con occhi diversi - anzi, lo *vedo* ..
[...]
> ma i personaggi spesso non sono analizzati così profondamente, eppure
> ti entrano dentro come la
> Terra di Mezzo,
Secondo me e' un'impressione ingannevole: a volte i tratti con cui vengono
delineati sono apparentemente scarni, eppure basta una parola, un
aggettivo, e ti rendi conto che la profondita' c'e', eccome, solo
abilmente dissimulata.
[..]
> Prima era uno sbiadire senza costrutto, un perdersi in allucinazioni
> egoistiche, ora e' la
> consapevolezza di essersi offerto (sacrificato) per il bene degli altri.
Bellissima riflessione ! :-)
Ricordo il lapsus di Enrica in fase di prove per le letture recitate... "E'
stata salvata, ma non da me." (e, sì, ricordo anche il salto sulla sedia di
Sua Referenza Norbert...) Tuttavia, in un certo senso mi sembra tu abbia
ragione: Frodo non pare sentirsi meritevole di questo salvataggio. Le sue
imprese sono state in luoghi remoti, e non sono arrivate alla Contea. Merry
e Pipino sono i magnifici guerrieri, accresciuti in altezza.
> Mi domando se con questa mancanza di stima Tolkien volesse stigmatizzare
> una sorta di superficialita' degli Hobbit nei confronti dei recenti
> avvenimenti: essi tendono infatti ad onorare Merry e Pipino in quanto
> *visibilmente* coinvolti, mentre ignorano il ben piu' vitale contributo
> fornito da Frodo; in un certo senso sembra essersi avverata la tetra
> previsione di Frodo a Minas Morgul, quando aveva vacillato temendo che
> tutto fosse inutile e che il suo sacrificio sarebbe stato vano.
Semplicemente, il popolo degli hobbit non ha idea dell'anello e forse non
comprenderebbe nemmeno l'importanza dell'impresa di Frodo.
> la nuova versione della
> canzone di Bilbo, specialmente nella parte che parla di un sentiero "ad
> Ovest della Luna, ad Est del Sole".
Lo dico ancora: le variazioni di quella canzone sono stupende, ed assumono
sempre un significato profondo...
> Questa sensazione di vuoto e' la stessa che provo giungendo all'ultima
> pagina, per quanto sia in parte mitigata dalle parole di Gandalf quando
> dice che le lacrime non sono necessariamente un male: la speranza che
> Frodo possa trovare pace e guarigione per le sue ferite allevia un poco il
> dispiacere per la 'fine di tutto', allo stesso modo in cui la bellissima
> visione di "white shores and beyond them a far green country under a swift
> sunrise" mi riempie di gioia ed insieme di tristezza
E' un passo meraviglioso. E la canzone cantata da Annie Lennox alla fine del
film gi rende secondo me perfettamente onore. A questo proposito, consiglio
a chiunque avesse il DVD esteso la visione del servizio che parla della
nascita di quella canzone...
> il suo
> "sono tornato" contiene per me una nota di rimpianto
"con un sospiro..."
> credo che una parte di me sia rimasta imprigionata in
> queste pagine senza possibilita' di ritorno, ed il distacco da questa
> parte di me stessa rende cosi' difficile chiudere il libro ...
...ed ora che cosa ci attende?
-- Shelidon
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
> A me sembra che Frodo si senta colpevole per non aver compiuto la missione
> fino in fondo, di avere fallito nella prova finale: dimenticando di aver
> accettato solamente l'incarico di Portatore (al Consiglio dice "Portero'
> l'Anello", non "lo gettero' nel fuoco")
I will take the Ring,' he said, `though I do not know the way.'
'Agus Dei qui tollis pecata mundi'? (Agnello di Dio che ti fai carico dei
peccati del mondo)
Se non erro anche Shippey (o Tolkien nelle lettere?) scriveva che Frodo, a
quel punto, non 'si perdonava' di non essere stato l'eroe salvifico, l'eroe
"tipico".
Forse a Tol Eressea trovera` la serenita` per capire che anche lui e` stato
un eroe. ma non un eroe 'da fumetto'. Un eroe umano. Un eroe vero.
--
Mandos - #11 deI FeSTosi, Scribano, LIstaro, IAFo e
Referente dello Smial Proudneck di Roma
"He who breaks a thing to find out what it is, has left the path of wisdom."
(Gandalf)
[..]
> Se non erro anche Shippey (o Tolkien nelle lettere?) scriveva che Frodo,
> a quel punto, non 'si perdonava' di non essere stato l'eroe salvifico,
> l'eroe "tipico".
In un caso (Shippey) o nell'altro (Tolkien) sembra che non mi resti
assolutamente spazio di manovra :-) - pero' faccio fatica ad immaginare
Frodo, soprattutto il Frodo stanco e svuotato dell'ultima parte del libro,
che commette questo 'peccato' di orgoglio: certo, c'e' stato quel momento
di sconforto in cui ha pensato che sarebbe stato tutto inutile perche'
"nessuno lo avrebbe saputo", ma mi piace pensare che la lunga odissea,
soprattutto nella parte finale, abbia consumato tutte le impurita'
spirituali ponendolo su un piano superiore a certi desideri cosi'
'terreni'.
> Forse a Tol Eressea trovera` la serenita` per capire che anche lui e`
> stato un eroe. ma non un eroe 'da fumetto'. Un eroe umano. Un eroe vero.
E su questo siamo tutti d'accordo ...
[...]
> Frodo non pare sentirsi meritevole di questo salvataggio. Le sue
> imprese sono state in luoghi remoti, e non sono arrivate alla Contea.
> Merry e Pipino sono i magnifici guerrieri, accresciuti in altezza.
[...]
> Semplicemente, il popolo degli hobbit non ha idea dell'anello e forse non
> comprenderebbe nemmeno l'importanza dell'impresa di Frodo.
Lui ha "perso qualcosa" perche' gli altri potessero conservare questa
innocenza (ignoranza); c'e' un momento nel film - uno di quei rari,
preziosi momenti che mi aiutano a perdonare a PJ tante malefatte ^__^ -
che esprime solo con le immagini questo concetto: al Drago Verde tutti si
fermano ad ammirare la zucca gigante e se ne compiacciono enormemente,
mentre i quattro Hobbit si scambiano uno sguardo d'intesa che non ha
bisogno di parole. Perche' quel benedetto omino non si e' lasciato andare
di piu' a momenti come questo ? Perche' ??
:-)
[...]
> ...ed ora che cosa ci attende?
Come, mi hai indirizzata su quella strada e ora mi chiedi cosa vi attende
??
<lavori in corso> :-P
>>credo che una parte di me sia rimasta imprigionata in
>>queste pagine senza possibilita' di ritorno, ed il distacco da questa
>>parte di me stessa rende cosi' difficile chiudere il libro ...
>
> ....ed ora che cosa ci attende?
Il Silmarillion, naturalmente...
Bye
Gwindor
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Togli REMOVEME dall'indirizzo per rispondere
>> ....ed ora che cosa ci attende?
>
> Il Silmarillion, naturalmente...
Non subito ... sto seguendo una progressione temporale inversa :-D
Hurrà!!