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Nymeria
> (...) Manwe e Melkor sono sempre stati indicati
> come 'fratelli' e' questo probabilmente vieta
> al primo di considerare la situazione in modo
> distaccato ed oggettivo; (...) Manwe e' ancora
> troppo vicino al 'fratello' Melkor per valutare
> realisticamente il pericolo che rappresenta.
Quindi secondo te la scarsa preveggenza di Manwe
e' da attribuirsi a pieta' e affetto? A un legame
troppo stretto (e quindi accecante) con Melkor?
Non so: il personaggio di Manwe non mi e' mai
sembrato connotarsi per una particolare sensibilita'.
O forse fai riferimento a una forte percezione della
propria "eccellenza"? Manwe sa che lui ee Melkor
sono i valar di piu' alto rango e quindi non riesce
a concepire che il fratello possa desiderare di
sottrarsi al destino glorioso in cio' implicito?
ciao ciao
Fritz aka Giacomo
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"Fritz Tegularius"
> Nymeria ha scritto:
>
> O forse fai riferimento a una forte percezione della
> propria "eccellenza"? Manwe sa che lui ee Melkor
> sono i valar di piu' alto rango e quindi non riesce
> a concepire che il fratello possa desiderare di
> sottrarsi al destino glorioso in cio' implicito?
la cosa paradossale e' che in qualche modo melkor riesce in quello che
ossessiona achille/pitt in troy.
se si prende un lettore del silmarillion alla fine del libro, ho qualche
dubbio che ricordi tutti i nomi anche solo dei valar. ma melkor se lo
ricorda senz'altro.
"mi amino o mi odino, sol che mi ricordino".
ciao, a.
> Quindi secondo te la scarsa preveggenza di Manwe
> e' da attribuirsi a pieta' e affetto? A un legame
> troppo stretto (e quindi accecante) con Melkor?
Secondo Tolkien il motivo principale sta nell'assoluta incapacità di Manwe
di concepire il male, e quindi di ipotizzare che Melkor, avendo dato la sua
parola di comportarsi bene, possa non farlo.
È da notare che, nel Silmarillion, noi vediamo leggiamo solamente il
"riassunto" del legendarium di Tolkien. In particolare sulla natura dei
Valar sappiamo veramente pochissimo, e quel poco quasi solo da fonti
"alternative" come l'Osanwe-kenta (da cui, appunto, veniamo a sapere delle
possibili motivazioni di Manwe per la liberazione di melkor).
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Soronel l'Araldo - http://www.soronel.it/
Quando sentirai il telefono che non suona, sarò io che non ti chiamo.
>> troppo vicino al 'fratello' Melkor per valutare
>> realisticamente il pericolo che rappresenta.
>
> Quindi secondo te la scarsa preveggenza di Manwe
> e' da attribuirsi a pieta' e affetto? A un legame
> troppo stretto (e quindi accecante) con Melkor?
Secondo me non si tratta tanto di pieta' ed affetto quanto di
incapacita' nel vedere in Melkor le caratteristiche negative di cui
Manwe stesso e' privo ("for Manwe was free from evil and could not
comprehend it"), e lo stretto legame che li unisce gli impedisce
(accecandolo, appunto) di notare cio' che invece Tulkas percepisce senza
difficolta'.
La reazione di Manwe mi ricorda in parte quella dei familiari di uno
spietato omicida, che continuano a protestarne l'innocenza perche' non
sanno (o forse inconsciamente non *vogliono*) riconoscere segnali che un
osservatore esterno coglie piu' chiaramente.
> Non so: il personaggio di Manwe non mi e' mai
> sembrato connotarsi per una particolare sensibilita'.
Su questo sono d'accordo: come ci ricorda lo stesso Tolkien "he saw not
to the depths of Melkor's heart, and did not perceive that all love had
departed from him forever" - la mancanza di intuito e lungimiranza
sembra una caratteristica comune alla maggior parte dei valar, e non
solo in questa occasione...
> O forse fai riferimento a una forte percezione della
> propria "eccellenza"? Manwe sa che lui ee Melkor
> sono i valar di piu' alto rango e quindi non riesce
> a concepire che il fratello possa desiderare di
> sottrarsi al destino glorioso in cio' implicito?
Direi di no: l'atteggiamento di Manwe non mi fa pensare ad un'alta
percezione del proprio 'status' - se cosi' fosse interverrebbe di piu'
anziche' attendere che altri si rivolgano a lui per ottenere consigli o
giudizi.
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Nymeria