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Nymeria - FeSTosa #313
I will not say the Day is done, nor bid the Stars farewell
Ho sempre visto il Frodo da qui in poi come abbastanza apatico, specie nella
battaglia per la riconquista della Contea. Solo in prossimità della partenza
e nell'affetto con Sam riacquista un po' di "colore".
> l'incontro con Galadriel e l'amicizia con Legolas hanno trasformato
> il ruvido Gimli in una persona che non teme piu' di esprimere i propri
> sentimenti,
E' vero! Il turning point sembra quasi essere la richiesta a Galadriel di un
capello, ma continua ad evolversi anche dopo.
> Un altro momento estremamente emozionante e' quello del funerale di
> Thoeden: prima con il rispettoso silenzio che accompagna il passaggio
> delle suo spoglie attraverso Minas Tirith e poi nel corso delle esequie ad
> Edoras, dove la reazione di Merry e' semplicemente straziante;
Non c'entra molto, ma mi era piaciuta moltissimo la scena dei funerali del
figlio, nel secondo film, con quella canzone di Eowyn...
> l'addio definitivo di Elrond ed Arwen, reso ancora
> piu' struggente dal fatto che non ci viene descritto, lasciando
> all'immaginazione del lettore la visualizzazione di un momento cosi'
> doloroso.
Quasi tutta la storia di Arwen non è descritta, ma è lasciata all'intuito ed
all'immaginazione, per essere svelata in tutta la sua dolcezza e
drammaticità solo nell'appendice... la sua presenza a Rivendell, qualche
parola di Aragorn ogni tanto... al punto che un lettore disattento arriva
all'incoronazione e si domanda questa qui da dove salti fuori.
> Anche Bilbo non e' piu' lo stesso - ulteriore nota dolce-amara di queste
> pagine - e sembra rendersene conto, perche' nella nuova versione di "The
> Road goes on" c'e' il suo testamento alle generazioni future, e nella
> consegna dei libri a Frodo la designazione del nipote a continuatore della
> sua opera.
I cambiamenti della canzone attraverso il libro mi hanno sempre affascinata,
sono una "finezza" di Tolkien che adoro.
-- Shelidon, intristita da cotanto post...
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
> Ho sempre visto il Frodo da qui in poi come abbastanza apatico, specie nella
> battaglia per la riconquista della Contea. Solo in prossimità della partenza
> e nell'affetto con Sam riacquista un po' di "colore".
Non la vedo così pesante. Frodo conosce la Contea forse meglio degli altri
Hobbit. Non penso che sia apatico. Soffre come gli altri nel vedere la
Contea ridotta così. Sappiamo tutti che ha sofferto troppo per vedere
altri spargimenti di sangue, altra sofferenza. Vorrebbe sistemare le cose
pacificamente. E' però cosciente che è impossibile e non si sente in grado
di prendere in mano in prima persona le redini della battaglia. Va in
secondo piano. Il processo di trasfigurazione è gia iniziato.
Dire che però è "apatico" mi sembra un po' affibiargli colpe non sue.
> E' vero! Il turning point sembra quasi essere la richiesta a Galadriel di un
> capello, ma continua ad evolversi anche dopo.
Alle richiesta del capello Gimli è gia cotto e strafatto. Il turning poin
è al primo centesimo di secondo...quando il suo sguardo si posa su di Lei.
> Non c'entra molto, ma mi era piaciuta moltissimo la scena dei funerali del
> figlio, nel secondo film, con quella canzone di Eowyn...
Sì. molto bella.
Ciau
Celebrimbor
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"When all are one and one is all
To be a rock and not to roll"
Robert Plant 1971
Celebrimbor #145
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> La frase di Arwen, che ha scelto di accettare "il dolce e l'amaro",
> rappresenta alla perfezione l'atmosfera che si respira in questo capitolo,
> dove giungono a compimento molti dei filoni narrativi dell'opera e si
> percepisce chiaramente la tristezza per "la fine di tutto" - e soprattutto
> si comincia ad intuire che il lieto fine e' tutt'altro che scontato; come
> la Compagnia era pian piano cresciuta di numero all'inizio del viaggio,
> cosi' ora che la strada viene percorsa a ritroso essa diminuisce
> progressivamente per ritornare al nucleo originale dei quattro Hobbit,
> come si vedra' poi nel capitolo successivo.
Osservazione estremamente pertinente, e che smentisce coloro che hanno
visto nel SdA un "lieto fine" di tipo fiabesco ed infantile. Mi viene in
mente a questo proposito l'osservazione del poeta Edwin Muir riportata da
Shippey nella RotoMe (p. 175 della terza edizione), che criticava il
romanzo per la sua "assenza di dolore", sostenendo che i "bravi ragazzi"
dopo la battaglia tornavano "felici e trionfanti" a casa, e che questo era
un sintomo, appunto, di infantilismo. Temo che chi sostiene una cosa del
genere non abbia letto il libro, o per lo meno lo abbia letto in maniera
del tutto superficiale, senza cercare di scendere un attimo al di sotto
della superficie.
Vorrei quindi commentare in breve le altre osservazioni di Nymeria, che
condivido perfettamente. Le sensazioni espresse in questo capitolo sono
qualcosa che ognuno di noi ha provato nella vita, quando un'esperienza
molto intensa vissuta con altre persone arriva alla sua inevitabile
conclusione. Nel caso del Sda si tratta di persone che hanno combattuto
una battaglia che sembrava persa in partenza, che hanno più volte
rischiato la vita e che, in alcuni casi, sono state trasformate
profondamente da tale esperienza; nel nostro caso si può trattare di un
viaggio, di un corso, di un incontro a sfondo religioso o, comunque, di
qualcosa che ci ha assorbito e che ci ha messo in contatto intimo con
persone all'inizio sconosciute, ma che abbiamo imparato a conoscere e ad
apprezzare. A mio parere, questo è un altro esempio della sensibilità
psicologica di Tolkien, che a molti critici ha fatto comodo ignorare.
--
[...]
> Le sensazioni espresse in questo capitolo sono
> qualcosa che ognuno di noi ha provato nella vita, quando un'esperienza
> molto intensa vissuta con altre persone arriva alla sua inevitabile
> conclusione.
Vero - anche se sappiamo che quell'esperienza ci ha lasciato qualcosa di
importante che ci ha arricchiti, anche se riconosciamo che restera'
comunque una sorta di legame, il distacco e' sempre doloroso.
Se posso permettermi un breve OT, in una serie TV che amo molto c'e' un
dialogo che mi ha colpita e che riassume perfettamente questo genere di
sentimento; e' sempre riferito ad un distacco dopo che avvenimenti
importanti hanno cambiato profondamente delle persone:
""I believe that when we leave a place, part of it goes with us and part
of us remains. Go anywhere [...] and just listen. After a while, you will
hear the echoes of all our conversations, every thought and word we've
exchanged. Long after we are gone .. our voices will linger in these walls
for as long as this place remains. But I will admit .. that the part of me
that is going .. will very much miss the part of you that is staying.""
> A mio parere, questo è un altro esempio della sensibilità
> psicologica di Tolkien, che a molti critici ha fatto comodo ignorare.
Ripetero' una mia antica domanda: perche', oh perche' ????
> Ho sempre visto il Frodo da qui in poi come abbastanza apatico, specie
> nella battaglia per la riconquista della Contea. Solo in prossimità
> della partenza e nell'affetto con Sam riacquista un po' di "colore".
Non tanto apatico quanto smarrito - dopo i travagli del viaggio quel poco
di quiete che ha assaporato gli ha rivelato (o cominciato a rivelare) la
sua estraneita' al mondo che lo circonda ed il profondo cambiamento che e'
avvenuto in lui: il ritorno alla normalita' non e' coinciso con il ritorno
del suo 'io' :-(
>> l'incontro con Galadriel e l'amicizia con Legolas hanno trasformato
>> il ruvido Gimli
>
> E' vero! Il turning point sembra quasi essere la richiesta a Galadriel
> di un capello, ma continua ad evolversi anche dopo.
Ho ripreso lo Hobbit in questi giorni (e forse seguiro' il tuo consiglio -
eh eh, poveri voi ..) e vedendo quanto diversi sono i Nani rispetto a
Gimli mi e' venuto il sospetto che tanta nobilta' d'animo in lui sia stata
una sorta di riscatto per le ... eccepibili :-) maniere dei suoi simili.
> mi era piaciuta moltissimo la scena dei funerali del
> figlio, nel secondo film, con quella canzone di Eowyn...
eh si' ...
[...]
> -- Shelidon, intristita da cotanto post...
Allora ci vorra' un "kleenex warning" per i prossimi ... ;-)
E' il "down" da post-raduno/manifestazione. ;-)
Mae aur!
--
Tarabas Hunnaur - 10° deI FeSTosi - Referente Smial Bolgeri
"Non scrivo mai di ciň che ho visto, ma solo di ciň che ho sognato."
Lord Dunsany
Beh, di certo non è disinteressato, ma non è nemmeno la guida che forse gli
hobbit inizialmente si aspettano. Anche parlando del suo essere sindaco,
Tolkien dice che "'unica cosa che fece fu (ecc. ecc.)", sottolineando
stranamente questa inattività. Non sto biasimando Frodo - non questa volta -
ma è evidente in questi passi che il suo temperamento è fuori da ciò che ci
si aspetterebbe e sarebbe necessario in tempi come quelli.
> > E' vero! Il turning point sembra quasi essere la richiesta a Galadriel
di un
> > capello, ma continua ad evolversi anche dopo.
>
> Alle richiesta del capello Gimli è gia cotto e strafatto. Il turning poin
> è al primo centesimo di secondo...quando il suo sguardo si posa su di Lei.
Non parlavo del turning point con Galadriel, ma del turning point in
generale, in Gimli. La richiesta del capello è IMHO il punto in cui cambia
davvero: pochi istanti prima era titubante el chiederlo. Subito dopo
magnifica cosa ne farà.
-- Shelidon
In effetti... PDA (vedi risposta al buon Celebrimbor). Frodo č estraneo al
suo mondo.
> Ho ripreso lo Hobbit in questi giorni (e forse seguiro' il tuo consiglio -
> eh eh, poveri voi ..)
WOW!!!
-- Shelidon
[Cut] Grazie Nymeria per queste belle riflessioni.
> Barbalbero: la conversazione con Gandalf mi da' l'impressione di un duello
> verbale (e mentale) tra due abili diplomatici che sono perfettamente a
> conoscenza di una situazione ma restano in attesa che sia l'altro ad
> intavolare il discorso
Perche' parli di duello "anche mentale"?
> Perche' parli di duello "anche mentale"?
Ho avuto questa impressione perche' Barbalbero, dopo aver osservato a
lungo Gandalf gli chiede il motivo della sua visita, come farebbe una
persona che si sente in colpa e che attende la rivelazione pubblica dei
suoi errori; Gandalf risponde "passavo di qui, volevo vedere come te la
passi" e Barbalbero menziona Saruman ma in modo molto obliquo, come se
volesse far uscire l'altro allo scoperto, e poi si lancia in una lunga
divagazione sugli Orchi. Solo alla fine dei convenevoli arriva la domanda
diretta su Saruman ...
Insomma, mi e' sembrato un tiro alla fune tra i due per vedere chi avrebbe
ceduto prima ;-)
> In effetti... PDA
Se continuerai cosi' ti rovinerai con il conto che arrivera' per i
diritti d'autore ...
:-D
Non l'ho capita...
...ehm...
...vabbé. PDA.
> Non l'ho capita...
>
> ...ehm...
>
> ...vabbé. PDA.
Niente 'mae aur' questa volta ? Stai cercando di risparmiare ? :-P
Ho pensato che due in uno sarebbe stato troppo. Chiedo perdono. Non accadrà
più. ;-ppp