(*) "But of bliss and glad life there is little to be said, before it
ends; as works fair and wonderful, while still they endure for eyes to
see, are their own record, and only when they are in peril or broken for
ever do they pass into song."
--
Nymeria
> (...)A questo proposito mi piace molto l'osservazione
> (...) a proposito della scarsita' di testimonianze su
> tempi felici od opere meravigliose fintanto che essi perdurano,
> mentre e' solo la loro scomparsa che li rende materiale degno
> di essere raccontato
"There cannot be any "story" without a fall - all stories are
ultimately about the fall - at least not for human minds as we know
them and have them" (lettera n. 131, del 1951).
Si tratta di un'osservazione interessante, sia dal punto
di vista narrativo (se la perfezione e la felicita' perdurano
ininterrotte, non c'e' nulla da narrare perche' non si innesca
nessuna catena di eventi*) sia da quello... esistenziale? psicologico?
nel senso che se non si rompe la perfezione iniziale, se la
felicita' non si incrina, mancano le ragioni di interesse nella
storia: le nostre vite sono fatte di dolori, aspirazioni, aspettative
talvolta soddisfatte e piu' spesso frustrate, e storie che non
riflettessero questo stato di cose non ci direbbero nulla di
rilevante. Tolkien (come ogni altro scrittore) questo lo sa bene.
(* Viene da pensare (osservazione banale) allo schema della
fiaba con la rottura della situazione iniziale di pace.)
Questo spiega perche' i motori della storia sono i Noldor,
che "cadono" a ogni pie' sospinto.
> (...)Un punto che mi ha incuriosita parecchio e' la menzione
> di Eol e Maeglin quali unici Elfi interessati a conoscere
> da vicino la cultura dei Nani: considerando che entrambi
> (...) si terranno sempre in disparte dai propri simili,
> verrebbe spontaneo domandarsi quanto questo studio
> 'antropologico' sul campo abbia influito sullo sviluppo
> interiore dei due e sulla patina di diversita'
> che sembra caratterizzarli. (...)
Diversita' - notiamolo - rispetto agli altri elfi, che sono
poi quelli che, nella finzione tolkieniana, si tramandano
le storie in cui si narra di quella diversita' e della
malignita' che ne deriva. Non sappiamo quanto quei resoconti
siano attendibili.
NB Non sto giocando a far finta che la fantastoria tolkieniana
sia vera: sto ragionando sul modo in cui Tolkien – che,
in quanto esperto di testi, sapeva bene come tutte le narrazioni
siano "culture centered" e tradiscano quindi il punto di vista
(visione del mondo + relativi pregiudizi) dei loro autori –
ha architettato le sue finte storie dei tempi antichi,
registrandovi presumibilmente anche questo gioco e questa
sovrapposizione di punti di vista fra loro incompatibili.
ciao ciao
Frtiz aka Giacomo
storie dei tempi antichi.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
Anche perché è così che funziona il mondo. Una specie non sviluppa nuove
forme di adattamento (o non si producono nuove specie) se non si produce una
rottura nell'equilibrio consolidato tra la specie e il suo ambiente. Solo
quando le condizioni ambientali cambiano si innesca quel processo per cui
gli elementi che, nelle precedenti condizioni, sarebbero stati selezionati
negativamente, possono invce avere una chance di sopravvivenza e
riproduzione. Il cambiamento/rottura/catastrofe è alla base dell'evoluzione,
tanto naturale, quanto storica e culturale, e quindi anche narrativa.
Oddio, esiste anche la deriva genetica, ma è molto meno divertente da
raccontare... ;-)))
Laurelin@work
[...]
> (* Viene da pensare (osservazione banale) allo schema della
> fiaba con la rottura della situazione iniziale di pace.)
>
> Questo spiega perche' i motori della storia sono i Noldor,
> che "cadono" a ogni pie' sospinto.
Osservazione tutt'altro che banale - se fossero rimasti tutti a Valinor
a lucidare gemme ;-) non ci sarebbe stata storia ..
>> di Eol e Maeglin
>
> Diversita' - notiamolo - rispetto agli altri elfi, che sono
> poi quelli che, nella finzione tolkieniana, si tramandano
> le storie [...]
> NB Non sto giocando a far finta che la fantastoria tolkieniana
> sia vera: sto ragionando sul modo in cui Tolkien – che,
> in quanto esperto di testi, sapeva bene come tutte le narrazioni
> siano "culture centered" e tradiscano quindi il punto di vista
> (visione del mondo + relativi pregiudizi) dei loro autori –
Infatti e' una riflessione che ho espresso (anzi, esprimero' ^__^) nel
capitolo a proposito degli Uomini: ho osservato che il loro
comportamento nei confronti degli Elfi e' quasi di sudditanza, ma ho
ipotizzato proprio che le cronache siano 'colorite' dal punto di vista
di chi le ha stilate, cioe' degli Elfi stessi, e che quindi anche il
resoconto non riesca ad essere totalmente obiettivo.
Resta comunque il fatto che Eol e' abbastanza atipico nella sua
ossessiva ricerca di solitudine e di oscurita', che nel figlio si
tramuta in predilezione per le attivita' .. minerarie - ma avro' modo di
maltrattarli a tempo debito .. :-)
--
Nymeria
> Solo
> quando le condizioni ambientali cambiano si innesca quel processo per cui
> gli elementi che, nelle precedenti condizioni, sarebbero stati selezionati
> negativamente, possono invce avere una chance di sopravvivenza e
> riproduzione. Il cambiamento/rottura/catastrofe č alla base dell'evoluzione,
> tanto naturale, quanto storica e culturale, e quindi anche narrativa.
E le mutazioni genetiche positive dove le mettiamo?
/mode "serio" off
Chris Claremont ci ha costruito un mondo, e tu glielo smonti cosě?
/mode "serio" on
Bye
Gwindor
--
"'So we're surrounded by absolutely nothing. There's a word for it. It's
what you get when there's nothing left and everything's been used up.'
'Yes. I think it's called the bill'"
Terry Pratchett
Togli REMOVEME dall'indirizzo per rispondere
> Resta comunque il fatto che Eol e' abbastanza atipico nella sua
> ossessiva ricerca di solitudine e di oscurita', che nel figlio si
> tramuta in predilezione per le attivita' .. minerarie - ma avro' modo di
> maltrattarli a tempo debito .. :-)
Eol è una figura tragica. Qualcosa tra Quasimodo e Shylock.
Bye
Gwindor
--
"Early to rise, early to bed, makes a man healthy, wealthy and dead."
> Eol è una figura tragica. Qualcosa tra Quasimodo e Shylock.
Che sia una figura tragica non c'e' alcun dubbio, ma non e' certamente
una figura "simpatica" - ma non fatemi anticipare troppo, altrimenti vi
rovino la sorpresa ! ;-)
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Nymeria