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Curiosità ed altro su *Battisti* (lungo)

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Giorgio

unread,
Feb 21, 2001, 6:09:43 PM2/21/01
to
Poichè sono nuovo ho deciso di fare un regalo a tutti i battistiani, spero
che lo apprezziate...
E' un po di materiale preso dal web...non trattasi di commenti miei
personali!!!!

****************************************************************************
********************

Un intervista
Monografia: l'ultimo Battisti
Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale,
mostra a te stesso che non sei un vegetale
e per provare che si può cambiare
sposta il confine di ciò che è normale...
il momento migliore per cominciare un'altra vita, un altro stile...
[Lucio Battisti]
Lo scopo di questa monografia è quello di far conoscere l'Arte Musicale del
Lucio Battisti meno noto, cioè i dischi realizzati e pubblicati dal divorzio
col paroliere Mogol in poi, periodo nel quale l'artista decise di non
apparire più in pubblico, con grande rammarico dei suoi fans che, per questa
ragione ed anche a causa di un profondo cambiamento nello stile delle sue
canzoni, cominciarono pian piano a dimenticarlo.
Ciò avvenne nell'ormai lontano 1982, con l'uscita del disco E già, musiche
di Battisti e testi della moglie Grazia.
Dopo questa esperienza Battisti entrò in contatto con Pasquale Panella,
geniale poeta e paroliere di grande talento ed originalità, al quale si
devono i meriti (o le colpe, a seconda dei punti di vista) dei testi
criptici ed incomprensibili degli ultimi lavori di Lucio Battisti.
C'è da dire che Panella non era nuovo a questo tipo di esperienze in quanto
già in precedenza aveva lavorato come paroliere per dei musicisti italiani,
uno fra tutti Enzo Carella che molti ricorderanno per quella canzone dallo
stranissimo testo e dall'innocuo titolo Barbara.
Ricordate la frase:
Barbara, diavola che scivola,
Dì che m'amerai di mamole.
Questo serve giusto per introdurre il tipo di prosa/poesia che ha
caratterizzato la Musica di Battisti negli ultimi 15 anni (81-97), musica
che è andata a braccetto coi testi un po' difficili, rendendo
l'allontanamento dei fans più storici quasi un fenomeno automatico.
In sostanza Battisti si era stancato del clichè abusato della canzone
tipicamente italiana, romantica e strappalacrime, sentimentale e zuccherosa,
spesso sempre uguale a se stessa, sia dal punto di vista della Musica che
dei testi.
Così i suoni si sono fatti sempre più artificiali e le melodie facili a
diventar sempre più rare, fino a scomparire del tutto. Anche dal punto di
vista tecnico i dischi hanno subito un processo di *artificializzazione*
evidentemente voluta, ed i suoni si sono come raffreddati, per non tradire
emozioni o dolcezze d'altri tempi.
Le copertine dei dischi hanno seguito a ruota questa evoluzione e tutte
presentano delle caratteristiche comuni. Intanto la scomparsa di foto
dell'Autore (in E già appaiono solo i piedi, un'ombra, lui di spalle ed un
riflesso su uno specchio, nei successivi niente di niente) e la scarnissima
veste grafica dove il bianco glaciale predomina su tutto.
Tutto nei lavori di Battisti di questo periodo rispecchia la sua voglia di
creare Musiche che fossero un taglio netto con la tradizione, anche a costo
di perdere tutta la popolarità guadagnata sino a quel momento. Il percorso
intrapreso con E già non diede luogo a ripensamenti o pentimenti di sorta,
fino al tragico epilogo che ha strappato all'affetto dei suoi fans uno dei
più grandi Autori italiani di Musica leggera.


"L'apparenza" di Bassignano

LP sperimentale del cantautore italiano oggi più appartato e misterioso
E' stato inciso a Londra con i testi di Pasquale Panella
Sonorità fredde ma geniali che appaiono dieci anni avanti al gusto pop
nostrano.
di Ernesto Bassignano


Non lo si deve più vedere, neanche immaginare: ecco forse perché un titolo
come L'apparenza. Non deve neppur più parlare, rilasciare alcuna
dichiarazione, spiegare alcunchè, neppure ai suoi discografici, che delle
vicende dei suoi ultimi album ne sanno - prima durante e dopo - quanto noi,
poveri diavoli tutti a parlare d'un fantasma.
Con o senza lenzuolo bianco e catene, Lucio Battisti, nato come l'altro
Lucio (Dalla, collega visibilissimo), nel marzo del '43, si aggira nondimeno
ancora ectoplasmatico tra noi, musicalissimo, avveniristico, un po'
snobisticamente sospeso in una zona "superiore". E allora ecco, due anni
dopo il suo notevole e già coraggioso Don Giovanni, che l'uomo di Poggio
Bustone, dimentico d'ogni "popolarismo" primi anni '70, quando aveva
complice il bravo e furbo Mogol, edita questa nuova follia intergalattica e
sembra dire: "Io mi diverto così, se vi sta bene, bene. Sennò sono affari
vostri."
Perché se il primo episodio del nuovo corso elettronico anni '80, quel non
felece E già di 5 anni orsono (con la moglie in veste di autrice
letteraria), già la diceva lunga in fatto di surrealismo, oggi la materia s'
è vieppiù oscurata. Almeno per quanto riguarda i testi, visto che Pasquale
Panella, suo nuovo complice folle e visionario, sembra parlare da
sopravvissuto post-atomico, da riassemblatore d'una lingua scomposta per
periodi e concetti da un creatore di fantastici puzzle. Come è avvenuto per
Don Giovanni, l'Apparenza o si rifiuta in blocco o si ama perdutamente, a
seconda di come la provocazione scatti nella testa e nelle orecchie dell'
ascoltatore.
Detto questo vi andiamo diligentemente a ragguagliare su copertina e vinile
dell'oggetto in uscita per il 7 ottobre, che prevede un cartone lucido e
bianco senza altro segno grafico, oltre al titolo, se non quello d'un
disegnino in bianco e nero raffigurante una "volgarissima" credenza. Dentro,
gli otto pezzi cominciano con "A portata di mano", che immediatamente
dichiara i suoi atouts: scansioni ritmiche forti per melodie geniali (anche
se parecchio frammentate) e una voce famosa ormai recitante, rispetto a quel
cantare squadrato ma efficacissimo, unico nel suo genere, dei tempi di "Non
è Francesca". Poi viene "Specchi opposti", un lento prezioso che fa venire
in mente Battiato: forse per l'uso delle tastiere, del parlato, o dei suoni
maestosi che richiamano archi classici. Si tratta d'uno dei pochi pezzi che
ricorda il gusto antico: quello d'un ritornello che, almeno musicalmente,
ritorna. Il testo no, quello va, vola, straparla senza concedersi il benchè
minimo compiacimento conseguenziale: bisogna gustarlo non come siamo
abituati da un secolo a questa parte, ma soltanto come fluire in libertà di
suoni e immagini, d'uso comune e gergale ma anche di raffinata fattura
intellettualistica.
"Allontanando" non è granchè, "L'apparenza", la titlesong, è tutt'altro che
una cosa orecchiabile da singolo, anzi. La seconda facciata, forse perché la
materia già scorre lungo i timpani da venti minuti, ci appare più ariosa,
intensa e godibile fin dalle prime due "Per altri motivi" e "Per nome",
quest'ultima notevole, con un arrangiamento formidabile, pieno di
contrappuntini di marimbe e colori esotici vari, persi tra un tecnologico
elettronico magari freddo ma usato - vivsaddio - finalmente alla grande e
dominato con l'intelligenza.
Robyn Smith, il musicista con cui Lucio s'è chiuso due mesi in una sala di
Londra, è indubbiamente un uomo che sa il fatto suo e asseconda l'autore con
un'aderenza che si può definire concettuale.
"Dalle prime battute" è il penultimo pezzo d'un album che verso il termine
tira fuori le unghie facendosi ancora - se è possibile - più ardito. La voce
del marziano narratore torna per un po' a cantare, a sforzare l'ugola anche
verso picchi degni del ' 68, quando inorridiva i puristi ma si rivelava come
il primo efficace momento di rottura con una tradizione impietrita.

Lo scenario" conclude una sequenza che lascia sospesi e un po' attoniti: c'è
la netta sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di grosso -
ammettiamolo - anche se un po' gratuito o almeno dichiaratamente personale:
un'epifania nata per far gioire internamente l'autore, per dimostrare quanto
coraggio anche anti-commerciale (o almeno non direttamente tale), ci si
possa concedere "in questo mondo di ladri" da non frequentare più perché non
meritevole.
No, non stiamo accusando il geniaccio Battisti di crudeltà mentale e
principesco estraniamento, perché in fondo già il titolo parla chiaro: L'
apparenza è avanti, rispetto alla musica italica corrente, d'una decina d'
anni: non sarà fischiettabile, ma.bisogna starci.

I commenti dal 1982 al 1994

1982
A settembre escono "E già - Straniero" (si tratta dell'ultimo 45 giri di
Battisti) e il 33 giri "E già". Si risolve il mistero sul "chi sarà il
futuro paroliere di Battisti?", sorto dopo la separazione con Mogol. Si
tratta di Velezia, ossia Grazia Letizia Veronese, sua moglie. In copertina
tra l'altro compaiono anche dei disegni fatti da suo figlio Luca - e all'
interno c'è l'ultima foto ufficiale del cantante: in lontananza, di fronte a
uno specchio e di spalle.
"E già" - un album molto avanti con i tempi e sicuramente rivoluzionario -
dimostra che con le nuove tecnologie un musicista può fare un disco
praticamente da solo - magari con pochi, ma buoni collaboratori, e l'aiuto
della famiglia.
Il 33 giri, pur essendo molto criticato, sia dalla stampa contemporanea che
da quella futura, nonché dai critici - raggiunge la prima posizione della
classifica con 19 settimane di permanenza.
Siccome gli spunti biografici - o autobiografici, visto che c'è chi dice che
in realtà i testi sono stati scritti da Battisti - nel disco potrebbero
essere parecchi, ne riportiamo alcuni, quelli apparentemente più
significativi. Non li commenteremo, così da lasciare a voi la possibilità di
farvi un'idea senza influenze esterne.
Da "Scrivi il tuo nome" - primo brano
Scrivi il tuo nome in qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un
vegetale
Bella giornata è questa qua [.] per cominciare un'altra vita un altro stile
Fai un passo fuori dal tuo recinto
Da "Mistero"
Io mi ero lasciato entusiasmare da quel tipo intellettuale appariscente che
in fondo in fondo non valeva niente
Da "Windsurf windsurf"
Windsurf windsurf veleggia e va, portami lontano da questa rumorosa città
Da "Registrazione"
Questo è il momento più eccitante della creazione
Ho sempre amato Jagger e gli Stones, i Beatles un po' meno insieme ai Beach
boys, forse perché hanno il nome che comincia per b
Da Paul McCarney ho imparato a cantare, da Ray Charles ad emozionare, da
Dylan a dire quello che mi pare e dal poeta ad alleviar l'umanità
Da "Hi-fi"
Un'ora di relax con l'alta fedeltà
Da "Slow motion"
Slow motion fatemi rivedere l'uomo che vince contro ogni parere
Da "E già"
Provi e riprovi non ti fermi mai e intanto aggiungi, tagli e sintetizzi
Esistono anche alcuni provini inediti relativi a questo album, in proposito
ricordiamo, per esempio, "Girasole".
Nel deserto immenso del Nevada devo fermarmi per una ruota, esco dall'auto,
aria condizionata, entro nel caldo phon della vera vita.
Cielo diverso, grigio, a Londra vado cercando accordi di chitarra
L'album "E già" preannuncia l'incontro con Pasquale Panella, il poeta che
contribuirà a dare del musicista un'immagine completamente rinnovata. Da
questo momento, non è più musica da cantare, l'espressione è difficile, le
parole vanno decifrate.
La leggenda dice che Battisti abbia sentito alla radio una canzone del
cantante romano Enzo Carella e sia rimasto folgorato dalla genialità del
testo. Il paroliere era appunto Panella.
Di quest'anno è anche l'uscita di "Immersione" di Adriano Pappalardo, con
arrangiamenti di Greg Walsh - già arrangiatore nonché unico musicista di "E
già". La produzione, nonché una forte influenza, è di Battisti. All'album,
che non riceve particolari attenzioni né dal pubblico né dai giornali, è
legata l'ultima esternazione, non musicale, di Battisti, rilasciata
attraverso un comunicato stampa diramato dalla Numero 1.
"Ci siamo incontrati dopo tanti anni per caso al mercato rionale di Ponte
Milvio. Lui aveva delle patate, io avevo dei pomodori pugliesi. Abbiamo
detto: perché non ci facciamo delle belle patate alla pizzaiola? E così è
nato il long playing Immersione. Adriano ha scritto la musica di dieci
canzoni sull'argomento che egli vive e ama di più: il mare e l'immersione.
Franca Evangelisti ne ha interpretato lo spirito più puntiglioso scrivendo
testi profondi e toccanti. Greg Walsh, autoribattezzatosi Gregorio Valshetti
durante il suo soggiorno in Italia, è il sorridente artefice del suono e l'
organizzatore della parte musicisti/studio. Io sono stato con loro pronto a
consigliare e discutere nei momenti cruciali, con un obiettivo preciso in
testa: far sì che tutto fosse sempre pervaso da una forza positiva e dalla
gioia di fare musica".
Per dovere di cronaca riportiamo anche che nel 1982 muore la mamma di
Battisti.
1983
In autunno Adriano Pappalardo pubblica "Oh! era ora", edito dalla Numero
1/Aquilone/RCA. Le musiche sono di Pappalardo e i testi di Vanera
(pseudonimo di Pasquale Panella). Gli arrangiamenti e la produzione sono di
Lucio Battisti - che tra l'altro, suona le chitarre e i sintetizzatori, e
nel pezzo "Oh! era ora", anche il basso.
Il disco non riceve particolari consensi, ma segna l'inizio della
collaborazione tra Battisti e Pasquale Panella.
1984
È di quest'anno il tentativo di Lucio Dalla - dopo il precedente successo
del Banana Republic con De Gregori, gli Stadio e Ron - di dar vita a I due
Lucio, un concerto rock - pop.
Dalla, che si consolerà con il Dalla-Morandi anni dopo, racconta di un
contatto, di una cena e di una laconica risposta: "non si può fare".
1985
Esce la raccolta "L'album di Lucio Battisti". Questa entra in classifica e
ci rimane per cinque settimane, raggiungendo come migliore posizione un
quinto posto.
1986
Siamo negli anni in cui troneggia Vasco Rossi e s'impone sempre più
Zucchero. L'Italia dopo anni di affidamento alla musica estera ritorna ad
amare i propri autori e tra questi non può certo mancare la presenza di
Lucio Battisti. Ad aprile esce "Don Giovanni" e raggiunge il primi posti
nella classifica - con 20 settimane di permanenza. I testi sono affidati all
'estro poetico e bizzarro di Pasquale Panella che come Battisti non fa nulla
per uscire dall'anonimato. Di lui si riesce solo a sapere che è romano e che
ha trent'anni. La svolta è radicale e il modo di comporre si trasforma
mentre i mezzi tecnici, il fraseggio musicale e la fonetica offrono un
prodotto di rottura con tutto quanto detto precedentemente nell'ambito della
musica leggera. A cavallo di metafore, allitterazioni e neologismi, la nuova
coppia introduce un nuovo universo poetico verso spazi dilatati dove i
discorsi hanno "pieghe architettoniche" e il pensiero "trasvola sopra l'
ultima papilla, la farfalla, la lingua, la spilla". È un gioco sottile fatto
di suoni evocatori che lasciano spazio a chi ascolta, in un equilibrio
creato da un'originale scrittura musicale che riconferma Battisti tra i più
grandi della canzone italiana.
Don Giovanni un disco molto apprezzato dai colleghi (Zucchero, ma anche De
Gregori - "Don Giovanni è una pietra miliare. D'ora in poi dovremo tutti
fare i conti con un nuovo modo di scrivere musica"), anche nel mondo del
jazz (ricordiamo una, su tutte, la versione in chiave jazz di "Don Giovanni"
eseguita da Tiziana Ghiglioni).
Battisti mira sempre più a spiazzare pubblico e critica e mai pago dei
risultati raggiunti e sempre alla ricerca d'innovazioni particolari. I temi
elettronici dominanti sono conditi da atmosfere rarefatte ricche di un
notevole arrangiamento ancora piuttosto melodici (se rapportato alla
successiva produzione). I giochi di parole e le raffinate trovate
linguistiche, assieme a neologismi e paradossi verbali, divengono una
costante della nuova e ironica produzione. La critica lo definirà il miglior
lavoro della terza fase Battisti ossia quella del nuovo sodalizio
Panella-Battisti.
"Don Giovanni" aggiunge al già ricco curriculum di Battisti uno dei prodotti
musicali italiani più interessanti degli anni ottanta: laddove i cantautori
più celebri iniziano a spostarsi sempre con maggior frequenza verso il pop
commerciale, verso strutture musicali di facile consumo, Battisti sembra
scegliere per sé le tortuose vie dell'avanguardia.
Dall'album viene esclusa la canzone "Il gabbianone", un inedito molto bello,
reso famoso grazie a diverse trasmissioni televisive.
"Don Giovanni" viene venduto in vinile, e non in CD - il che fa pensare che
Battisti preferisse il suono vivo e graffiante dei dischi piuttosto che
quello freddo, ma perfetto dei CD. La versione compact disk uscirà solo
otto anni dopo. La prima stampa del CD sarà subito tolta dal mercato perché
Battisti non è d'accordo su due punti: il primo sono i testi riportati all'
interno e il secondo è la copertina. La prima versione infatti proponeva il
disegno dell'attaccapanni - il primo della serie eseguita da Battisti stesso
nei suoi dischi - per intero, ma ridotto di dimensioni, la seconda invece
raffigura un particolare dell'attaccapanni a dimensione originale. Ci pare
attinente una dichiarazione di Pasquale Panella di diversi anni dopo.
"Da L'apparenza in poi io fornivo di volta in volta a Battisti i testi delle
canzoni e lui su quelli componeva successivamente le musiche. [.] A volte io
scrivevo un testo un po' lungo, e dicevo a Battisti: guada, è venuto così,
vediamo un po' quanto ce n'entra". [.] Insomma valeva la legge del quanto ce
n'entra, nata a proposito delle copertine"
Di Don Giovanni viene pubblicato anche lo spartito ufficiale.
È di quest'anno un'intervista nella quale David Bowie dichiara di amare
molto le canzoni di Battisti - ricordiamo in proposito "Music is letal" (Io
vorrei... non vorrei... ma se vuoi) di M. Ronson il cui testo è stato
tradotto in inglese proprio da David Bowie.
1988
A ottobre esce "L'apparenza". Nonostante le ormai ovvie critiche l'album
riesce a raggiungere la seconda posizione in classifica con 18 settimane di
permanenza. Si tratta del secondo capitolo della collaborazione con il poeta
ermetico Pasquale Panella e primo dei "dischi bianchi". Essere e apparire
sono i temi di fondo del lavoro e la ricerca armonica stravolge
completamente la melodia (già compromessa nei precedenti due dischi). La
grande novità è che alle sonorità elettriche viene contrapposta un'
orchestra.
Da "L'apparenza" in poi, non compariranno più i testi delle canzoni all'
interno del disco. Per fortuna viene pubblicato, però, lo spartito
ufficiale.
1990
In Italia è il periodo dei ritorni dei grandi: dopo diversi anni di silenzio
esce il doppio album "Oltre" di Claudio Baglioni - che dichiara: "ho sempre
inseguito Battisti, per me rappresentava un traguardo irraggiungibile" - che
si divide la classifica con Lucio Dalla di "Attenti al lupo". Battisti,
fedele al consueto appuntamento biennale, riemerge a ottobre con "La sposa
occidentale", primo disco pubblicato dall'etichetta CBS. L'album raggiungerà
il terzo posto della classifica, con 12 settimane di permanenza. L'
ineffabile canta-poeta continua così a stupire.
Di questo album, tra le altre cose, non esiste una versione ufficiale dei
testi, perché non è mai stato pubblicato nemmeno lo spartito.
Sempre nel 1990, la RCA, non nuova in operazioni commerciali di questo
genere, pubblica una raccolta dal titolo "Lucio Battisti". Questa entra in
classifica e raggiunge il sesto posto. Le settimane di permanenza del disco
sono 15.

1992
A fine anno escono - distanziate di un mese l'una dall'altra - "Cosa
succederà alla ragazza" e "Le origini". A ottobre "Csar" - come da
copertina - entra in classifica raggiungendo il quinto posto con sette
settimane di permanenza, mentre a novembre la doppia raccolta della Ricordi
"Le origini" dimostra quanto il pubblico sia ancora legato alla prima
produzione di Battisti (quarto posto con 14 settimane di permanenza). Tutti
i brani di questo doppio cd sono stati rimasterizzati, ossia rimixati e
ripuliti dal fruscio di fondo che caratterizzava i nastri originali. Le
origini regala ai fan un'involontaria chicca: nel rimasterizzare "Luisa
Rossi" infatti, non è stata utilizzata la matrice originale bensì una
diversa nella quale si sente Battisti cantare "Luisa, Luisa sa bene quel che
fa" invece di "Luisa Rossi sa bene quel che fa". La canzone presenta anche
piccole differenze sul finale.
Anche di "Csar", l'ultimo CD di Battisti con la CBS, non esistono i testi
ufficiali - in quanto non compaiono nel CD e non esiste lo spartito
ufficiale.
Come sempre il disco è avanti con i tempi, ma attentissimo al panorama music
ale internazionale (addirittura si avvicina alla techno in "Cosa succederà
alla ragazza", al dub in "Però il rinoceronte" e al rap in "Ecco i negozi").
1993
La nostalgia e l'attesa per il nuovo lavoro di Lucio Battisti lascia spazio
al progetto Audio 2 di Massimiliano Pani. Esce così un anonimo CD privo di
fotografie, testi, ma in cui compare la paternità delle canzoni - si tratta
di due sconosciuti: Donzelli e Leomporro. Pani dichiarerà a Target che
dietro agli Audio 2 non si nasconde Battisti, visto che persino Mogol nella
stessa trasmissione aveva detto: "Hanno la stessa impostazione vocale di
Lucio. Per me è Battisti", per poi lanciare un annuncio malinconico che
riempie di speranza i fan nostalgici: ".se tornassimo insieme faremmo ancora
delle grandi cose".
Dello stesso periodo è l'inno "Battisti dove sei" cantato dai B-Nario e
scritto da Massimo Morini (tastierista del gruppo genovese Buio Pesto),
Zoara e Bernini. Esce anche "Innocenti evasioni" in cui giovani e
promettenti voci nuove del panorama italiano interpretano i successi di
Battisti. Una su tutti Giorgia nell'interpretazione di "Nessun Dolore". Di
quest'anno - per la precisione in dicembre - è anche l'uscita di un CD dal
titolo "Signori.Mina! Vol I" contenente il famoso medley del 23 aprile 1972
per la trasmissione Teatro 10.
1994
L'uscita di "Innocenti evasioni 2" rende palese la nostalgia per il vecchio
Battisti, ma il cantante è presente e si fa sentire: il 29 settembre - data
fin troppo rievocativa - pubblica il suo ultimo CD dal titolo "Hegel". L'
album non raccoglie molti consensi, né dalla critica, né dal pubblico. Il
miglior piazzamento in classifica è una quinta posizione con sei settimane
di permanenza.
Da notare che l'album segna anche il ritorno di Battisti all'etichetta BMG -
l'ex RCA che ha assorbito sia la Ricordi sia la Numero 1. Non a caso di
questo disco viene pubblicato lo spartito, il che ci permette di conosce la
versione ufficiale dei testi.
Come sempre le polemiche si sprecano, e visto il titolo, si parla di un'
opera di destra.
Panella in proposito dichiara:
"Macché, il titolo del disco è frutto di un mio errore umano. Ho sbagliato,
tutto qui. Nella mia ignoranza ho creduto che Hegel fosse un nome di donna".
E ancora:
"Il ruolo della canzone è quello di essere bella e stupida e priva di
qualsiasi presunzione d'importanza. La canzonetta deve essere idiota e
ballabile. Rappresenta lo scemo del paese e come questo è utilissima in
quanto le altre forme cosiddette culturali si relazionano ad essa e si
sentono in qualche modo speciali. La canzone è la serva scema alla quale
cadono i piatti".
Incuriosisce anche la E in copertina, anziché una più appropriata H.
"Hegel" tra l'altro sancisce la separazione fra il poeta paroliere e
Battisti: Panella infatti dice di non avere più canzoni da scrivergli.
In supporto al CD ci sono due video ufficiali girati da Giandomenico Curi -
Battisti era rimasto stregato dall'esplosione di un'anguria nel suo video di
"Oh! era ora" di Pappalardo. Si tratta di "Hegel" e de "La bellezza riunita"
.
Come nel 1980, incominciano le previsioni su chi sarà il prossimo paroliere
di Battisti. Purtroppo al quesito non c'è una risposta, perché "Hegel" è
effettivamente l'ultimo CD di Battisti, anche se si continua a parlare di un
CD postumo, con probabili testi di Velezia.


L'ULTIMO BATTISTI
1980-1994 gli album

E già

LP (1982) Numero Uno ZPLN 34182
CD (1989) Numero Uno PD 75371

E già: il divorzio del decennio! Dopo anni di collaborazione si scioglie il
sodalizio Battisti-Mogol.
E già è un disco molto interessante che anticipa la futura tendenza di
Battisti nell'utilizzo di strumenti elettronici ed è un disco scritto "in
famiglia": i testi sono di Velezia, pseudonimo di Grazia Letizia Veronesi la
moglie di Battisti, mentre i disegnini sulla copertina sono di Luca Battisti
, il figlio, che all'epoca aveva 9 anni.
Molti sono gli spunti autobiografici nel disco e nella canzone
"Registrazione" Battisti canta: "Ho sempre amato Jagger e gli Stones, i
Beatles un po' meno insieme ai Beach Boys, forse perchè hanno il nome che
comincia per B... da Paul Mc Cartney ho imparato a cantare, da Ray Charles
ad emozionare, da Dylan a dire quello che mi pare...".
Da ascoltare "La tua felicità".
BRANI
1) Scrivi il tuo nome (2:26)
2) Mistero (3:07)
3) Windsurf windsurf (2:47)
4) Rilassati ed ascolta (3:21)
5) Non sei più solo (2:47)
6) Straniero (4:41)
7) Registrazione (2:27)
8) La tua felicità (2:19)
9) Hi-Fi (2:44)
10) Slow motion (3:56)
11) Una montagna (3:41)
12) E già (2:56)


È il 1982 e Lucio Battisti scrive il suo primo album senza la collaborazione
del paroliere Mogol che tanto aveva contribuito coi testi al successo delle
sue canzoni.
Il suo posto viene temporaneamente rilevato dalla moglie di Battisti, Grazia
Letizia Veronese, firmatasi Velezia (facile: Veronese Letizia Grazia), che
rivela eccellenti doti poetiche e si dimostra musa ispirata ed ispiratrice
contribuendo in modo concreto e decisivo al fascino particolarissimo di
questo album.
E già contiene 12 canzoni, la più conosciuta al grande pubblico sarà
Straniero:
· Scrivi il tuo nome
· Mistero
· Windsurf windsurf
· Rilassati ed ascolta
· Non sei più solo
· Straniero
· Registrazione
· La tua felicità
· Hi-fi
· Slow motion
· Una montagna
· E già
Per capire lo spirito che anima tutto il lavoro ritengo che siano
sufficienti un paio di frasi tratte dal testo di Registrazione:
La Musica come l'Amore è un divertimento, quando si complica invece diventa
un tormento ed al piacere subentra la noia, si affaccia la fatica del tuo
ruolo, da tanto in alto che eri ti senti al suolo...[omissis]...chissà se è
rock o no, ho sempre amato Jagger e gli Stones, i Beatles un po' meno
insieme ai Beach Boys forse perchè hanno il nome che comincia per B. Da Paul
McCartney ho imparato a cantare, da Ray Charles ad emozionare, da Dylan a
dire quello che mi pare e dal poeta ad alleviar l'umanità, chissà se è rock
o no...
È evidente da queste poche righe quanto Battisti si senta stanco del suo
ruolo di cantore zuccherato di buoni sentimenti all'italiana e preferisca
cambiar direzione perchè ormai stufo di quel clichè che non gli si addice
più.
Infatti E già è un album parecchio diverso da quelli che l'hanno preceduto,
sebbene il taglio col passato non sia ancora così netto come accadrà coi
lavori successivi.
Le melodie sono di fatto ancora ben presenti anche se cominciano a far
capolino ritmi inusuali e sintassi compositive piuttosto singolari. Non
viene ancora smontata la struttura tipica della canzone anche se per molti
dei pezzi di questo album non si può parlare esattamente di sintassi
classica basata sul ritornello.
Un esempio tipico è il brano che apre l'album: Scrivi il tuo nome, dove
Battisti dichiara i suoi intenti per il futuro:
Scrivi il tuo nome su qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un
vegetale e per provare che si può cambiare sposta il confine di ciò che è
normale...[omissis]...il momento migliore per cominciare un'altra vita un
altro stile
L'impegno per questo album deve essere stato massimo, lo testimonia anche la
copertina curatissima ed apribile, già di colore bianco come quelle degli
albums successivi. Lo testimonia la produzione, già affidata a quel Greg
Walsh che avrebbe curato tutti i lavori successivi di Battisti, dando prova
di grande abilità tecnica: il disco è stato inciso col metodo del Half speed
mastering, cioè con una masterizzazione su nastro che gira a velocità
dimezzata che dovrebbe consentire una qualità superiore. Così infatti è,
visto che anche dal punto di vista tecnico E già è un ottimo lavoro, molto
raffinato e ricco di particolari, da scoprire ascolto dopo ascolto.
Le perle da scoprire infatti non mancano di certo ed i 12 pezzi, tutti
parecchio diversi tra loro, rappresentano ognuno una tappa di un viaggio
ideale alla scoperta del Nuovo Mondo caleidoscopico di Battisti.
Difficilissimo stilare una classifica dei pezzi più significativi, l'hit
Straniero non è neppure il pezzo più bello dell'album, forse il suo successo
è dovuto a certi echi del Battisti precedente, peraltro presenti anche in
Mistero.
Particolarissima e possibile manifesto per tutti gli audiofili ovvero per
tutti gli appassionati della Buona Musica ben riprodotta è senz'altro HiFi
della quale mi piace riportare l'intero testo:
Un'ora di relax con l'Alta Fedeltà, le luci basse per cominciare, un posto
comodo, la cuffia stereo, il disco ha fatto pochi giri e già si insinua il
piacere ...HiFi, una canzone nuova, un nuovo 33, parole e Musica da
assaporare, chitarra elettrica, chitarra acustica ed un batterista che ci sa
fare, si sente proprio che si vuol divertire, conosce bene il suo strumento
e sa come farti godere...HiFi, la melodia fa miracoli si sa, basso profondo
ed asciutto, piano che regge tutto, un eco strano per riscaldare il suono,
l'organo mugola, la voce miagola e la sequenza non accenna a fermare, il
movimento deve continuare, il giro magico non si può spezzare e lentamente a
poco a poco aumenta sempre più il piacere...HiFi, se lo desideri tu lo
rimettiamo su, per me è una gioia assecondare i tuoi grilli, delizie di un
pomeriggio un poco ipnotico, pieno di fragole, pesche, ciliegie e mirtilli.
E già è dunque un disco di transizione tra il vecchio ed il nuovo e come
tale contiene echi del passato e promesse del futuro, promesse che si
concretizzeranno solo con l'incontro col paroliere Pasquale Panella, e
l'inizio della vera Nuova Era per Lucio Battisti.
Questo lavoro dunque è di fondamentale importanza per capire il percorso,
certamente doloroso ed irto di difficoltà che l'Autore intraprese recidendo
il cordone ombelicale che lo legava col passato.

Don Giovanni

LP (1986) Numero Uno PL 70991
CD (1994) BMG Ariola 74321-19415-2

Don Giovanni (1986)

Questo è l'album della vera svolta, avvenuta grazie all'incontro col
paroliere Pasquale Panella, poeta di rara genialità ed originalità,
personaggio veramente unico nel panorama musicale italiano. Senza i suoi
misteriosi testi i nuovi albums di Battisti non avrebbero avuto lo stesso
impatto dirompente nello statico e stantio ambiente della Musica leggera
italiana.
In Don Giovanni l'operazione di glacializzazione è stata quasi completata:
copertina beige (dopo saranno completamente bianche) con pochi tratti scuri
(diventeranno neri) per titolo ed autore ed un segno di pittura minimalista,
produzione affidata ancora a Greg Wlash e suoni freddi e precisi, ma
tutt'altro che sgradevoli, sebbene piuttosto artificiali.
Tuttavia, di veramente artificiale c'è ben poco. Infatti il disco è stato
realizzato interamente con l'uso di strumenti acustici: pianoforte,
batteria, contrabbasso, chitarra, sax, tromba, arpa, corno, violino ed
orchestra.
L'incisione è di livello eccellente, come raramente capita nei dischi di
Musica italiana.
Don Giovanni contiene 8 canzoni, la più conosciuta al grande pubblico sarà
Le cose che pensano:
· Le cose che pensano
· Fatti un pianto
· Il doppio del gioco
· Madre pennuta
· Equivoci amici
· Don Giovanni
· Che vita ha fatto
· Il diluvio
Don Giovanni è un album esplosivo che all'epoca divise e scioccò tutti, fans
e critici disorientati tanto da non riconoscere più il solito Battisti.
Tanti gridarono allo scandalo e preannunciarono già la fine di un mito.
I testi, incomprensibili ai più, scatenarono polemiche infinite e pochi si
preoccuparano di capire quel che stava succedendo, quale profondo e radicale
cambiamento fosse in realtà già avvenuto nello spirito artistico di Lucio
Battisti.
Questo album è in un certo senso una pietra miliare, un monumento di
originalità che non ha pari nella storia della Musica italiana (mi
sbilancio...).
Le canzoni, se così le vogliamo ancora chiamare, sono episodi unici ed
irripetibili che non parlano più d'amore o, almeno, non lo fanno più nel
solito modo.
Capirle ed amarle è un atto inconscio, automatico ed involontario: c'è
qualcosa in questi brani che entra piano piano nel nostro intimo,
silenziosamente ma inesorabilmente e che ci conquista. All'improvviso anche
quei testi così strani assumono un significato preciso e tutti i frammenti
di prosa/poesia impazzita del genio Panella si riunificano automaticamente
in modo da comporre un mosaico infine comprensibilissimo e mai ovvio.
Ascolti ripetuti, per decine e decine di volte, rivelano sempre delle
squisite sorprese, giochi di parole, allusioni, citazioni e significati
nascosti che erano sfuggiti in precedenza, come se ogni volta fosse una
nuova esplorazione di un segreto ramo del labirinto di parole concatenate le
une con le altre.
La Musica è semplicemente magica, e le melodie dolci sono soffocate sul
nascere, quasi che l'Autore fosse in lotta contro se stesso per reprimere
degli istinti primordiali, il brano Le cose che pensano è in questo senso
emblematico: dolcissima canzone d'amore...singolare, nostalgica e
malinconica, sorretta da un pianoforte quasi alla Bruce Hornsby, stile West
Coast.
Equivoci amici è divertimento allo stato puro, e sarebbe troppo lungo
elencare ad una ad una le perle che Panella dispensa per l'occasione a piene
mani: a mio parere uno delle cose più belle e divertenti che il poeta abbia
mai scritto, insieme alla già citata Le cose che pensano.
E come dimenticarsi la title-track Don Giovanni, tristissima ed evocativa in
contrasto netto con la divertente e culinaria Fatti un pianto?
In realtà ogni traccia meriterebbe una recensione a sè, tanto sono tutte
ricche di spunti interessanti ed originali.
Tutto perfetto dunque? No, un difetto c'è: l'album è davvero troppo corto,
appena 36 minuti. Per fortuna sono 36 minuti di puro genio, mai un calo di
stile, un vuoto di idee o un episodio messo lì giusto per riempire lo
spazio.
Si tratta in definitiva di un disco necessario e sufficiente: necessario per
capire la svolta nella storia del cantante italiano e sufficente per averne
un'idea complessiva, sia delle Musiche che dei testi.
Questo non significa affatto che basta ascoltare Don Giovanni per capire il
nuovo Battisti, i dischi successivi sono comunque utili. Semplicemente Don
Giovanni è il manifesto, ma non delle intenzioni, ma del cambiamento già
avvenuto.

L'apparenza


CD (1988) Numero Uno PD 71850
Secondo capitolo della collaborazione con il poeta ermetico Pasquale Panella
e primo dei "dischi bianchi" pur innovando non riesce a risultare
interessante quanto il precedente.
Essere ed apparire sono i temi di fondo del lavoro e la ricerca armonica
stravolge completamente la melodia (già compromessa nei precedenti dischi).
L'ellepi è pervaso da un inquietante rigore stilistico che abbandona la
consuetudine visto che questa è semplicemente scansione classica in strofe e
ritornelli.
Da notare il brano Per nome.

BRANI
1) A portata di mano (5:15)
2) Specchi opposti (4:18)
3) Allontanando (4:38)
4) L'apparenza (4:33)
5) Per altri motivi (4:17)
6) Per nome (5:23)
7) Dalle prime battute (4:56)
8) Lo scenario (4:38)
L'apparenza (1988)
L'apparenza segue a distanza di due anni il rivoluzionario e discusso Don
Giovanni e ne ripete l'impatto e lo stile, confermando, per i pochi scettici
rimasti, che la svolta di Lucio Battisti non era un capriccio momentaneo.
La collaborazione col poeta Pasquale Panella continua a produrre esempi
memorabili di testi originalissimi ed affascinanti, mentre la produzione è
affidata a Robin Smith che cura anche gli arrangiamenti.
Il prodotto finale non si discosta troppo da quello precedente, si respira
la stessa aria un po' glaciale ma l'incisione è tutt'altro che artificiale
nell'accezione peggiore del termine.
La copertina ha assunto i connotati definitivi: bianco glaciale con titolo,
autore e pochi tratti di nero china a rappresentare quella che sembra una
finestra stilizzata o forse una credenzina d'altri tempi.
L'aria che si respira in questo secondo disco dell'era Panella è un po'
diversa da quella del precedente lavoro. Testi e suoni sono più malinconici
e scuri, certamente manca quello spirito un po' burlone che faceva capolino
qua e là in Don Giovanni ed invece affiora un senso di pessimismo che
pervade un po' tutte le tracce con, forse, l'unica eccezione di Per altri
motivi solo apparentemente più scanzonata delle altre.
Il testo in realtà rivela ben altre intenzioni: Ah, come sono vivace come
uno che tace... (frase ripresa in seguito da Zucchero, che ha attinto più di
una volta alle invenzioni di Pasquale Panella...). Oppure:
Ah come sono triste, mi mangerei oltre pasto le liste dei vini, se fossero
di sfoglie quei croccantini, al posto delle scritte...avrei una voglia, un
taglietto d'affetto, cosa sento? Ma niente, un affetto non si prova, si
indossa direttamente! Ah come siamo vivi, come tutto accade per tutt'altri
motivi...
Come vedete, la tentazione di parlare e cantare d'amore viene repressa
immediatamente, una condizione che alla lunga stancherà il paroliere Panella
che dopo l'ultimo lavoro (Hegel) avrebbe abbandonato Battisti, tornando a
scrivere canzoni meno distaccate come testimonia il testo di Cantare è
d'amore, scritta per Amedeo Minghi nel 1997.
Musicalmente L'apparenza presenta una tessitura simile a Don Giovanni, col
pianoforte a sorreggere tutta la parte melodica, coadiuvato da un blando
accompagnamento orchestrale. A raffreddare il tutto c'è la base ritmica,
molto sintetica e particolare e poi la voce di Battisti, sempre molto alta e
poco incline ai cedimenti sentimentali del passato.
L'unica traccia che lascia trasparire qualche inclinazione sentimentale è,
come nel precedente lavoro, quella che apre il disco, in questo caso A
portata di mano, che ci regala sprazzi dolcissimi però subito troncati sul
nascere.
Questo disco, nonostante i toni un po' tristi e malinconici, è comunque
godibilissimo ed intrigante, conquista alla distanza anche se colpisce un
po' meno del più vario e fresco Don Giovanni e pertanto merita più ascolti
ripetuti.
Non mancherà di offrire utili spunti di riflessione per studiare
l'evoluzione del cantautore più discusso e criticato per le sue scelte
controcorrente ma fate attenzione a non trarre conclusioni affrettate: il
duo Battisti/Panella aveva ancora parecchi tesori nascosti da offrire al
proprio pubblico come i lavori successivi avrebbero testimoniato
indiscutibilmente.
L'apparenza contiene 8 tracce:
· A portata di mano
· Specchi opposti
· Allontanando
· L'apparenza
· Per altri motivi
· Per nome
· Dalle prime battute
· Lo scenario


La sposa occidentale

CD (1990) CBS 466727 2
Il cambio di casa discografica (etichetta CBS ora Sony Columbia) anche
perché la Bmg aveva assorbito la Numero Uno è sancito dal disco La sposa
occidentale.
Nasce un nuovo capitolo della vita musicale del cantante ricco di motivi
interessanti (Tu non ti pungi più e La sposa occidentale) e di tratti
inconsueti.
È costruito intorno testi sempre meno comprensibili, ma le canzoni assumono
un'originalissima piega anche perché legata ad un armonia leggermente più
semplice ed immediata rispetto a quella del precedente disco.
Sono da sottolineare gli arrangiamenti di Greg Walsh, divertenti come non
mai, e la canzone "I ritorni", molto vicina alla "classica" produzione di
Battisti.
BRANI
1) Tu non ti pungi più (5:21)
2) Potrebbe essere sera (5:18)
3) Timida molto audace (5:10)
4) La sposa occidentale (5:30)
5) Mi riposa (5:56)
6) I ritorni (5:20)
7) Alcune noncuranze (6:28)
8) Campati in aria (4:54)


Cosa succederà alla ragazza

CD (1992) Columbia 472328 2
Un acronimo scritto con tratto incerto dallo stesso Battisti (che oramai
suole disegnarsi le proprie copertine da "Don Giovanni") rappresenta la
copertina del nuovo disco di Battisti.
Per la prima volta in un disco di Battisti si inizia con la title-track: una
frase di basso incalzante e ciclica accompagna tutta la canzone creando
un'atmosfera un po' scura e serrata. La canzone infatti sembra parlare di un
tentativo piu' o meno riuscito di stupro ai danni di una povera ragazza
costretta ad essere ricoperta di cioccolata, suonata etc.etc.
L'atmosfera pero' si stempera nei brani successivi tra i quali segnaliamo
"La metro eccetera", unica ad avere goduto di una certa programmazione
radiofonica, le bellissime "I sacchi della posta" e "Però il rinoceronte",
ed infine "Cosa fara' di nuovo", canzone che conclude il disco e nella quale
e' ancora riconoscibile una classica melodia di ampio respiro battistiana.


BRANI
1) Cosa succederà alla ragazza (4:46)
2) Tutte le pompe (4:45)
3) Ecco i negozi (5:01)
4) La metro eccetera (5:21)
5) I sacchi della posta (5:31)
6) Però il rinoceronte (5:47)
7) Così gli dei sarebbero (4:49)
8) Cosa farà di nuovo (4:55)


Hegel

CD (1994) Numero Uno 74321-22916-2
Il disco esce accompagnato dalle voci del divorzio Battisti-Panella.
Infatti per la prima volta dal 1986, anno di inizio collaborazione con
Battisti, Panella esce allo scoperto concedendo interviste un po' a tutti i
quotidiani ed inizia a collaborare con altri autori.
I due comunque non potevano lasciarci un ricordo migliore.
HEGEL arriva dove né LA SPOSA OCCIDENTALE, né C.S.A.R. osano. Le canzoni
sono una migliore dell'altra: le storie e le immagini che ci regalano fra le
più cristalline e splendenti.
C'è il ritorno alla vita della casa discografica di Battisti: la Numero Uno.
Un ritorno che era già stato anticipato l'anno precedente, con la
pubblicazione di DON GIOVANNI in versione compact disc, ma che rappresenta
comunque una piacevole novità.
Il "cast" questa volta è veramente minimo: a Lyndon Connah (presente da
C.S.A.R.) vengono affidate chitarra, tastiere e programmazione, quest'ultima
curata peraltro anche da Andy Duncan (con noi da LA SPOSA OCCIDENTALE), che
si occupa anche di batteria e percussioni.
Il disco e' accompagnato da una curiosita': il videoclip.
Battisti infatti produce un video musicale della title-track, evento mai
verificatosi in precedenza, almeno da quando aveva deciso di sparire.
Il risultato non è dei migliori: indipendentemente da qualsiasi discorso
sull'estetica del prodotto, sorprende (negativamente) una certa fretta che
ne deve aver accompagnato l'ideazione e la realizzazione, rinvenibile in
"alcune noncuranze" che qui e là emergono ad un'attenta visione del video.
In definitiva crediamo che Lucio abbia sprecato un'occasione per produrre
ancora qualcosa di grandioso e di spiazzante (anche se forse questa clip
spiazza anche troppo).


BRANI
1) Almeno l'inizio 4:55
2) Hegel 5:11
3) Tubinga 4:49
4) La bellezza riunita 5:02
5) La moda nel respiro 4:18
6) Stanze come questa 4:33
7) Estetica 5:06
8) La voce del viso 4:12

Lucio Battisti:
il mistero deII'album postumo
A un anno dalla morte , il nome di Battisti si lega ancora al mistero,
all'assenza del suo presunto album postumo. Ma il suo pubblico sembra non
accorgersene e lo premia ancora nelle hit-parade.
"Pensieri e emozioni 2" alla vigilia della sua uscita, prevista per oggi già
ha prevenduto 65000 copie. Per quanta riguarda invece l'ultimo enigma
lasciato dal cantante, vale a dire il nuovo album inedito, si dice già
pronto e registrato.
Dopo gli scarsi riscontri di mercato ottenuti da "L'apparenza" a "Hegel"
(100-120 mila copie) a fronte della richie-sta di clausole contrattuali
onerosissime (500.000 copie di garantito), avrebbe stentato a trovare una
collocazione. In attesa di questo album fantasma, i fan di Battisti potranno
sempre consolarsi con le molte compilation del cantante in commercio. Sia
chi -i più- ama il primo Battisti, quello del fortunato connubio con Mogol,
e chi non disdegna neppure il nuovo corso del cantante iniziato in maniera
fallimentare con "E già", nel 1982, con i testi di Velezia, nome d'arte
della moglie Grazia letizia Veronesi.
La Bmg Ricordi non è in possesso del "famigerato" disco inedito di Lucio
Battisti. Non so più come ripeterlo. Franca Reali, presidente di Bmg
Ricordi, ribadisce che la casa discografica che detiene I diritti su tutto
il repertorio Storica di Battisti non è mai venuta in possesso di alcun
brano
dell'album cui il cantante stava lavorando prima di morire.
Effettivamente - spiega Reali - Battisti venne da noi a proporre un nuovo
album, dopo l'uscita di "Hegel", ma non ha portato nemmeno una traccia.
Potrebbe pero averlo la famiglia? Non posso escluderlo.


INEDITI, PROVINI E CURIOSITA' 1964-1988
Nel 1964 Battisti compone assieme a Roby Matano le sue prime canzoni. Ecco i
titoli in ordine cronologico.
1) "Era" Battisti-Matano (con lo stesso titolo, ma con le parole di Mogol
diventerà il successo che conosciamo);
2) "A cosa serve piangere" Battisti-Matano (con le parole di Mogol diventerà
"Le ombre della sera")
3) "Se non sai che cos'è un bacio" Battisti-Matano (con le parole di Mogol
diventerà "Uno in più")
4) "Torno stasera" Battisti-Matano, inedito
5) "Vogliamo il surf" Battisti-Matano, inedito
Nel 1965 Battisti compone sempre assieme a Roberto Matano numerosi pezzi.
Di questi diciannove sono stati ritrovati da Italo Gnocchi, che li ha messi
a disposizione degli eredi Battisti.
1) "Oh lonely"
Incisa dai Dik Dik nel 1966 con il titolo "Se rimani con me". Siccome Roby
Matano non era iscritto alla SIAE, nel disco compare la sola firma di
Battisti.
2) "Tutto il mio amore"
Incisa da Milena Cantù nel 1966 con il titolo "Che importa a me"
3) "Asciuga le tue lacrime"
Incisa da I Profeti nel 1967 (firmata GIAS)
4) "Quando ti lascia l'amore"
Incisa da Gene Pitney nel 1968
5) "L'amore vero"
6) "Quando parlerete di me"
7) "Tre volte t'amo"
8) "Non tardare più"
9) "Una casa nell'est"
10) "Raccontalo alla luna"
11) "E verrà il giorno"
12) "Lasciami sperare ancora"
13) "In ogni parte del mondo"
14) "Non chiederò la carità"
15) "Il giorno che..."
16) "I love you"
17) "Sono nessuno senza te"
18) "Hai fatto male"
19) "Non ti voglio più"
Non ti voglio più
L'inedita coppia Battisti Matano - musica il primo e testo il secondo -
scrivono per Sanremo 1965 questo pezzo, ma viene scartato.
Non ti voglio più tu non fai per me se lo vuoi sapere ti dirò perché
tu non sai baciare tu non sai amare
quello che ti insegno non ricordi mai
Tu credevi che per avere me ti bastasse dire «T'amo da morire» Ma non
è così come pensi tu
Non ti voglio più Non ti voglio più
Un amore così non può durare per sempre ora è finita per noi non ti
voglio più tu non fai per me
Senza tante storie Te lo posso dire tanto già lo so che non soffri tu
non ti voglio più non ti voglio più
Hey ragazzo
Si tratta del primo lavoro eseguito dalla coppia Battisti - Mogol nel 1965.
Nel provino inedito Battisti canta e suona tutti gli strumenti presenti.
Segnaliamo gli ottimi controcanti. La canzone verrà incisa qualche anno dopo
dall'Equipe 84.

Aspettando domani
Nel 1966 la Rai boccia il primo provino di Lucio Battisti. Il pezzo -
effettivamente piuttosto scarsino - è stato eseguito in casa di Roby Matano,
ma gli autori sono Battisti e Mogol. Ecco il testo di ciò che la televisione
ci ha permesso di conoscere.
Qualche volta sono solo Io sono solo
Specialmente quando è sera Quando è sera
Io non cerco una donna Ho una casa per me Non ho niente da perdere
Ed allora Ma perché Sto aspettando domani Oh oh oh oh
Sto aspettando domani Chissà chissà perché eheh Sto aspettando domani
Per una lira
Versione simile a quella edita ma con arrangiamento differente. La base è
suonata dai Dik Dik.
La spada nel cuore
Prescindendo dalla possibile paternità di Lucio Battisti, il pezzo regala
all'ascoltatore un'infinità di emozioni. La trama musicale si distacca
fortemente dai canoni compositori di Donida, mentre si avvicina maggiormente
a quelli della produzione anni settanta di Battisti. Il contrasto tra le
parti molto ritmate e quelle quasi parlate è infatti una caratteristica
comune delle canzoni di Battisti e non di Donida.
Comunque sia si tratta di una splendida canzone già messasi in mostra grazie
alle ottime interpretazioni di Little Tony e Patti Pravo.
A suonare la chitarra elettrica e il tamburello sono I fratelli De Angelis
(Guido e Maurizio) ovvero gli Oliver Onions. Tra l'altro Maurizio De Angelis
si ricorda di aver fatto altri provini tra cui, probabilmente, "Per te" per
"Patty Pravo".
Che sia o meno di Battisti, la domanda che viene a chiunque si pone all'
ascolto del pezzo è: «perché?».
Perché Lucio Battisti non ha inciso la sua superlativa interpretazione de
«La spada nel cuore»?
Ci troviamo innanzi a un provino con un arrangiamento scarno e condito da
alcune imprecisioni eppure magico: una perla.
Senza titolo (Milano - Roma)
Si tratta della colonna sonora del filmato relativo al famoso viaggio a
cavallo da Milano a Roma girato da Mario Tessuto. Nel pezzo Battisti suona
la chitarra e canticchia, mentre di tanto in tanto si sentono un gallo
cantare e delle oche starnazzare.
La folle corsa
Dopo la dichiarazione della Formula 3, ogni possibile dubbio sulla presenza
di Battisti nella composizione del pezzo è da considerarsi fuori luogo.
Comunque anche in questo caso, come per «La spada nel cuore», l'
interpretazione di Battisti vale da sola la segnalazione del suo nome
accanto a quelli di Mogol e Donida.
Consigliamo di portare particolare attenzione all'uso dei controcanti, molto
più marcati che nella versione della Formula 3, e all'affascinante finale.
Vendo casa
Il celebre pezzo affidato ai Dik Dik è stato inciso in una versione inedita
anche da Battisti. Purtroppo la televisione non ha potuto che concederci il
solo il minuto iniziale di questo capolavoro, ma è stato abbastanza per
confermarci ulteriormente la capacità interpretativa di Battisti.
Il mio bambino
Un tecnico del suono ha detto di averlo trovato anni fa in un magazzino
abbandonato. Viene più facile pensare si tratti di uno dei tanti furti
avvenuti nelle case discografiche, tanto più che si è venuti a conoscenza
della sua esistenza solo dopo la morte dell'autore, quando il proprietario
ha messo all'asta la lacca.
La canzone - pensata per essere cantata da una donna, e più precisamente da
Iva Zanicchi che l'ha incisa nel 72 - è firmato insieme a Mogol.
Il ritmo è un po' diverso da quello della canzone edita: ricordiamo che si
tratta di una versione piuttosto scarna con voce e accompagnamento al
pianoforte eseguiti da Battisti.
Il nostro caro angelo
Pur utilizzando lo stesso giro di accordi, la canzone si differenzia dalla
versione poi pubblicata, per l'arrangiamento. La sonorità infatti è molto
più vicina a quella oggi presente in "Questo inferno rosa" e in "Ma io gli
ho detto no". L'impronta è certamente psichedelica e la presenza di alcuni
strumenti ritmici non proprio a tempo, ne è prova.
L'unica delusione è l'interpretazione di un Battisti un po' scarico, ma non
bisogna dimenticare che si sta analizzando un provino.
Da segnalare la lunga coda strumentale ricca di vocalizzi.


Provini dell'album "Una giornata uggiosa"
Una giornata uggiosa
Versione acustica presentata probabilmente al futuro arrangiatore di "Una
giornata uggiosa" - crediamo che la persona con cui Battisti dialoga tra un
brano e l'altro sia Westley. Durante l'ascolto si potranno notare alcune
piccole differenze nel testo.
Arrivederci a questa sera
La versione inedita è assai diversa da quella poi comparsa nel disco "Una
giornata uggiosa". Non si tratta semplicemente dell'arrangiamento - nel
provino Battisti canta con l'ausilio della sola chitarra - perché il pezzo
inedito ha accordi e testo differente - due strofe non sono state inserite
nella versione edita.
Accidenti sono in ritardo ora devo andare devo anche passare dal dottore
Dove le ho cacciate ma per caso non le hai vite tu le chiavi della
macchina erano qui
è già un po' di tempo che io non ragiono più
Forse è meglio che restiamo o addirittura fuori andiamo tutti insieme a cena
al ristorante
c'è un cinese che prepara cibi favolosi sta tranquilla niente cani ne mao
mao ma ora un altro posto decidi pure tu
Orgoglio e dignità
La prima versione è molto più lunga e ritmata. Anche in questo inedito
eseguito da Battisti con la chitarra ci sono alcune differenze con il testo
poi inciso.
Orgoglio e dignità
Ripresa dall'autore per segnalare all'arrangiatore un'ulteriore possibile
versione.
Delicatissima ma breve. Peccato.
Questo amore
Versione acustica ovviamente dal vivo. Non si discosta più di tanto da
quella poi pubblicata se non per l'arrangiamento.
Gelosa cara
Versione diversa solo nell'arrangiamento da quella poi pubblicata.
Il monolocale
Come per le due precedenti anche il monolocale si evidenzia soprattutto per
la fresca interpretazione di Battisti. Testo e musica non differiscono più
di tanto dalla versione edita.
Il paradiso non è qui
Canzone che non ha trovato spazio nel disco «Una giornata uggiosa» e che a
partire da «Bruno Lauzi» per arrivare ai «Fiori d'acqua dolce» sta ancora
cercando pubblicazione, «Il paradiso non è qui» è certamente l'inedito più
conosciuto di cui si sia mai parlato.
Molto interessante il testo: un italiano si trasferisce presumibilmente in
Inghilterra e sente la nostalgia dell'Italia. Ci chiediamo se «Marì» sia l'
amico a cui scrive in un momento di sconforto, o la donna a cui pensa nell'
amaro frangente.
Dalla musica triste e un po' lagnosa, nel complesso la canzone è un piccolo
capolavoro mancato.


Materiale per "E già" 1982
Risposta
Versione con testo leggermente differente di "Non sei più solo" tratto da "E
già", "La Risposta", non ha suscitato particolare interesse in noi.
Ci sentiamo di condividere le scelte dell'autore trovando di gran lunga
migliore la canzone poi pubblicata.
Segnaliamo il ritornello:
Cercala la risposta
è lì vicino a te
cercala la risposta
è lì ad un passo.
Girasole
Questa canzone, esclusa dall'album "E già" forse per motivi di spazio, ha ,
in linea con l'intero disco, un testo autobiografico.
Molto carino, ma troppo scarno, il breve strumentale a metà pezzo che
precede il cambio di tonalità.
Windsurf
L'arrangiamento del provino non è certamente definitivo, tanto più che un
suono di tastiera che ricorda molto gli organi per bambini, giunge fuori
tempo dopo diversi secondi in cui è presente la sola base ritmica.
Sicuramente migliore la versione presente in «E già», anche se ci pare
meritevole di ascolto l'arrangiamento che regala un vago clima di mistero,
non proprio in tema con la canzone.


Materiale per "Don Giovanni" 1986
Gabbianone
Sì è parlato tanto de «Il paradiso non è qui», de «La spada nel cuore» e de
«La folle corsa», tralasciando il vero capolavoro nascosto tra gli inediti
di Lucio Battisti.
Il Gabbianone riunisce in cinque minuti di canzone la freschezza del miglior
Battisti degli anni ottanta e possiede un ottimo testo facilmente
attribuibile a Panella.
L'intero pezzo gira attorno a un melodico alternarsi dei medesimi accordi,
ma nonostante la semplicità, una tastiera che ricorda molto le sonorità di
«Don Giovanni», alternata e in duetto con la chitarra elettrica, regala un'
atmosfera impareggiabile.
L'arrangiamento è quasi definitivo e resta dunque incomprensibile la scelta
del cantante di non pubblicare il brano.


Materiale per "L'apparenza" 1988
Bell'addio
«Divertissement» che si inserisce nel filone delle canzoni tipo "Equivoci
amici", "Per altri motivi".
L'arrangiamento è ancora allo stato embrionale, ma il testo di Panella è
certamente da non perdere.
Nel finale un divertito Battisti si cimenta in improbabili vocalizzi che si
avvicinano, supponiamo volutamente, alla stonatura.
"Pensieri e parole" di Luciano Ceri lo fa risalire a "Don Giovanni", mentre
"Battisti talk" di Francesco Mirenzi lo data 1988.
Lo scenario
Molto simile per l'impronta sonora al brano apparso ne «L'apparenza». L'
arrangiamento è più scarno e non fa rimpiangere la versione poi pubblicata.
Resta comunque un'ottima canzone godibilissima anche così.
La pace
Base inedita molto affascinante: è un peccato sia priva dell'interpretazione
vocale. Nonostante tutto, anche così, il pezzo è molto gradevole.
"Pensieri e parole" di Luciano Ceri ci segnala che il brano proviene dalle
sessions de "L'apparenza", ma potrebbe provenire anche da quelle di "Don
Giovanni".
Dalle prime battute
Base scarna della canzone poi inserita ne "L'apparenza". Può essere
interessante per comprendere l'idea di base intesa dall'autore.
Allontanando
Anche in questo caso si tratta della base priva di interpretazione vocale
della canzone poi inserita ne "L'apparenza".


Provini inediti in lingua inglese
Sun song
Versione de "La canzone del sole" differente rispetto a quella presente in
"Images". L'arrangiamento è molto più vicino a quella incisa in italiano.
Probabilmente l'incisione non è uno scarto di "Images", ma si tratta di un
provino in lingua inglese precedente.
Star in a film
Si tratta di una versione differente de "L'interprete di un film". La
canzone è piuttosto lunga anche perché Battisti la riprende un paio di
volte. Ci si domanda se il provino sia un out-takes di "Images" o
un'incisione precedente perché il cantante si rivolge ai musicisti in
italiano - "Images" è stato registrato in America.
Still I just keep forgotten about you
Provino in inglese di "Eppur mi son scordato di te". Anche in questo caso ci
si chiede se provenga dalle sessions di "Images".
Our dear angel
Ottima versione in inglese de "Il nostro caro angelo". L'arrangiamento è
molto vicino a quello utilizzato da Marva Jan Marrow nel 1973.

Materiale per "A woman as a friend" 1978 - L'uscita del disco era prevista
per gennaio 1979
Baby It's you
Versione inglese di "Ancora tu" poi incisa in un 45 giri edito in
Inghilterra. La versione inedita è assai più lunga.
Lady
Versione di "Donna selvaggia donna" poi anche uscita in Inghilterra nel 1979
come 45 giri.
I think of you
Splendida e lunghissima riarmonizzazione di "E penso a te".
Take it as it cames
"Prendila così" in lingua inglese.
Day by Day
Si tratta di "Perché no" con testo differente come riporta anche Battisti
nella sua ultima intervista. Il cambiamento è dovuto al fatto che gli uomini
anglosassoni non sono solite andare a fare la spesa.
La famosa ultima strofa presente nei testi de "Una donna per amico" ma non
incisa non è presente nemmeno nella versione inglese.
Afraid of falling
"Aver paura d'innamorarsi troppo" in lingua inglese e riarrangiata. Il pezzo
risulta più ritmato, ma sempre molto gradevole.
A woman as a friend
La title-song in inglese si avvicina molto all'arrangiamento della versione
edita in lingua spagnola.
Pain is gone
Anche in questo caso, come per "Una donna per amico", la versione inedita in
lingua inglese di "Nessun dolore" ha l'arrangiamento simile a quello
utilizzato per la versione in spagnolo.
Going to the cinema
L'ultima trasmissione di Michele Bovi interamente dedicata a Lucio Battisti
ha proposto un pezzetto di questo inedito. Molto interessante visto che
"Pensieri e parole" di Luciano Ceri riportava l'assenza di questo pezzo e di
"Maledetto gatto" tra materiale che sarebbe dovuto diventare "A woman as a
friend".

Gias

unread,
Feb 22, 2001, 7:12:06 AM2/22/01
to

"Giorgio" <giorgi...@libero.it> ha scritto nel messaggio

> Poichč sono nuovo ho deciso di fare un regalo a tutti i battistiani, spero


> che lo apprezziate...
> E' un po di materiale preso dal web...non trattasi di commenti miei
> personali!!!!

Grazie del pensiero !


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