Tra i batteristi bisogna citare Giulio Capiozzo (fondatore degli Area, che
suona in brani inediti e che Battisti cercò di convincere a diventare il suo
batterista fisso); Ellade Bandini (il turnista più presente negli anni 70
insieme a Melotti, che suona in brani non finiti de Il mio canto libero) e
poi due ritmiche storiche della RCA Massimo Buzzi e Mario Scotti da una
parte (1970/1972) e Enzo Restuccia con Giovanni Tommaso dall'altra (La
farfalla impazzita - fine 1967)
Franco Ceccarelli non suona in nessun disco di Battisti (e forse neanche in
molti dell'Equipe, vedi Di Cioccio).
Se ascolti il provini di Interprete di un film in inglese (autunno 1976)
scoprirai che la ritmica (chitarra/basso/batteria) è esattamente quella di
Another brick in the wall dei Pink Floyd, con qualche anno di anticipo. A
suonarla sono Graziani, Calloni e Hugh Bullen più Lucio.
Battisti suona il basso in pochissime canzoni purtroppo (non era
tecnicamente molto capace) adesso mi viene in mente solo Non è Francesca
nella versione dei Balordi, ma le parti di basso suonate da autentici
talenti (Bob Callero su tutti, che suona anche su Io ti venderei) erano
scritte da lui. In Acqua, azzurra, acqua chiara, Battisti chiamò Giovanni
Tommaso a sostituire Piazza e quando arrivò il bassista trovò la parte già
registrata da Lucio (ed è una parte complicata) solo che Lucio voleva che
fosse suonata da un vero bassista. Lo stesso accade con Fabio Pignatelli
(Goblin) in Oh! era ora di Pappalardo. Battisti aveva suonato tutte le parti
meno una che compose Pignatelli, poi il bassista romano le risuonò,
lasciando però intatta la linea di basso della title-track che è quella
suonata da Lucio.
Sono d'accordo con te su Callero (basta sentire il suo disco con i Duello
madre (1973) e la parte di basso di Questo inferno rosa e della coda
strumentale di Due mondi.
Ciao.
>
>
>
Bellissimo!!! Meno male che qualcuno nota anche queste cose :-)
> ; l'articolato fraseggio di
> Una giornata uggiosa, o il perfetto incastro ritmico basso-batteria di
> Nessun dolore?
Io amo molto anche quello di "Una donna per amico", con una parte quasi
dance della parte strumentale che poi diventa quasi jazzistica nelle strofe
> Battisti fu capacissimo di costruire intere canzoni su semplici ma
efficaci
> riff bassistici, come l'esercizio stilistico de Il veliero, oppure Io ti
> venderei; senza dimenticare la saldezza melodica delle linee di Dove
arriva
> quel cespuglio, Prendi fra le mani la testa, No dottore, in cui
> innegabilmente il basso gioca un ruolo da autentico protagonista; per
finire
> con la dolce ritmica di Amarsi un po'. e certamente ce ne sono molte altre
> degne di rilievo.
> Il basso di Lucio: eclettico, puntuale, musicalissimo.
Concordo in tutto e per tutto! Ma gli esempi sono tantissimi, come "Un uomo
che ti ama" dove il basso addirittura duetta con la chitarra. Oserei quasi
dire che nessun altro cantante italiano ha saputo valorizzare il basso come
Lucio!
Luigi