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Il basso di Lucio.

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Flangy

unread,
May 27, 2000, 3:00:00 AM5/27/00
to

Che Lucio sia un genio, questo č fuor di dubbio.
Vorrei porre l'accento perň su un aspetto un po' sottovalutato delle
composizioni battistiane, che a mio parere č invece fondamentale
testimonianza proprio di quella geniale vena artistica che gli permetteva di
essere precursore di stili e tendenze, pur conservando sempre uno stile
personalissimo: mi riferisco in particolare all'attenzione di Battisti per
la sezione ritmica basso-batteria delle sue canzoni.
Lucio era un batterista dilettante (ricordate quella mitica apparizione
televisiva in cui sfidava una decina di batteristi in un interminabile
assolo?), e in fase di registrazione dei suoi album prestava una cura
specifica a suoni e partiture percussionistiche: poteva restare anche
diverse ore a discutere su una singola figura ritmica con il suo batterista;
avete presente la magia dell'attacco di L'interprete di un film?
Era solito dire, con una particolare metafora, che le canzoni sono come le
schede perforate dei computer (quelli degli anni '70), e i fori sono le
parti ritmiche: se sono mal fatti il computer rifiuta la scheda, come a dire
che il pubblico non apprezza il pezzo.
In un panorama musicale come quello italiano dei '60 e '70 contraddistinto
da una miriade di gruppi e gruppettini in cui spesso il batterista faticava
anche solo a tenere il tempo, Lucio si accompagnň sempre con musicisti
eccellenti, come TONI CICCO (batterista cantante della Formula 3), il grande
ALFIO CANTARELLA (Equipe 84), ma soprattutto FRANZ DI CIOCCIO (PFM) al
quale, come lui stesso ricorda, Battisti chiedeva parti di batteria "quasi
cantate".
Creando una caratteristica via italiana alla discomusic con gli lp "UNA
DONNA PER AMICO" (1978) e "UNA GIORNATA UGGIOSA" (1980), Lucio č stato
anticipatore e pioniere nell'utilizzo di quella cassa in 4 che
contraddistingue la musica degli ultimi due decenni, fino a rimanerne poi
quasi schiavo, con la costruzione di interi album basati sulla reiterazione
maniacale di ritmi e pulsazioni ossessive; tanto che chiamň sempre
batteristi a produrre gli ultimi dischi firmati con Panella.
La visione innovativa di Battisti perň si concretizza in maniera ancor piů
compiuta e rivoluzionaria nell'utilizzo compositivo del basso elettrico.
Per la prima volta (in Italia soprattutto) il basso non č uno strumento
relegato nei sottofondi dei pezzi da linee e giri noiosi e scontati, ma
diviene vero protagonista melodizzante, antagonista della voce con partiture
che ne esaltano potenzialitŕ e ricchezza armonica, ed č sempre molto alto di
volume.
Lucio aveva capito che l'utilizzo diverso del basso elettrico avrebbe
radicalmente modificato economia ed equilibri compositivi delle canzoni, ed
avrebbe caratterizzato la modernitŕ musicale.
L'aveva capito da solo, e dieci anni prima: "LA BATTERIA, IL CONTRABBASSO,
ECCETERA", 1976.
E allora come non ricordare la commovente intro de Il nostro caro angelo
(tutta la canzone č degna di nota, ma quell'apertura č uno dei motivi per
cui il sottoscritto decise di diventare bassista); l'articolato fraseggio di
Una giornata uggiosa, o il perfetto incastro ritmico basso-batteria di
Nessun dolore?
Battisti fu capacissimo di costruire intere canzoni su semplici ma efficaci
riff bassistici, come l'esercizio stilistico de Il veliero, oppure Io ti
venderei; senza dimenticare la saldezza melodica delle linee di Dove arriva
quel cespuglio, Prendi fra le mani la testa, No dottore, in cui
innegabilmente il basso gioca un ruolo da autentico protagonista; per finire
con la dolce ritmica di Amarsi un po'. e certamente ce ne sono molte altre
degne di rilievo.
Il basso di Lucio: eclettico, puntuale, musicalissimo.
Accanto a Battisti emerge la figura di BOB CALLERO (suona negli lp "IL
NOSTRO CARO ANGELO" e "ANIMA LATINA"), uno dei migliori bassisti italiani
della passata generazione che collaborando con Lucio (ma anche in seguito
con tanti altri e sempre ad alto livello, in particolare con la Berté) ha
scritto alcune tra le pagine piů belle nella storia del basso italico a
cavallo tra i '70 e gli '80.
Fatemi sapere il vostro parere sul "basso di Lucio".


Michele Neri

unread,
May 27, 2000, 3:00:00 AM5/27/00
to

Flangy <almo...@tiscalinet.it> wrote in message
8gmu60$h2t$1...@pegasus.tiscalinet.it...
>
> Che Lucio sia un genio, questo è fuor di dubbio.
> Vorrei porre l'accento però su un aspetto un po' sottovalutato delle
> composizioni battistiane, che a mio parere è invece fondamentale

> testimonianza proprio di quella geniale vena artistica che gli permetteva
di
> essere precursore di stili e tendenze, pur conservando sempre uno stile
> personalissimo: mi riferisco in particolare all'attenzione di Battisti per
> la sezione ritmica basso-batteria delle sue canzoni.
> Lucio era un batterista dilettante (ricordate quella mitica apparizione
> televisiva in cui sfidava una decina di batteristi in un interminabile
> assolo?), e in fase di registrazione dei suoi album prestava una cura
> specifica a suoni e partiture percussionistiche: poteva restare anche
> diverse ore a discutere su una singola figura ritmica con il suo
batterista;
> avete presente la magia dell'attacco di L'interprete di un film?
> Era solito dire, con una particolare metafora, che le canzoni sono come le
> schede perforate dei computer (quelli degli anni '70), e i fori sono le
> parti ritmiche: se sono mal fatti il computer rifiuta la scheda, come a
dire
> che il pubblico non apprezza il pezzo.
> In un panorama musicale come quello italiano dei '60 e '70 contraddistinto
> da una miriade di gruppi e gruppettini in cui spesso il batterista
faticava
> anche solo a tenere il tempo, Lucio si accompagnò sempre con musicisti

> eccellenti, come TONI CICCO (batterista cantante della Formula 3), il
grande
> ALFIO CANTARELLA (Equipe 84), ma soprattutto FRANZ DI CIOCCIO (PFM) al
> quale, come lui stesso ricorda, Battisti chiedeva parti di batteria "quasi
> cantate".
> Creando una caratteristica via italiana alla discomusic con gli lp "UNA
> DONNA PER AMICO" (1978) e "UNA GIORNATA UGGIOSA" (1980), Lucio è stato

> anticipatore e pioniere nell'utilizzo di quella cassa in 4 che
> contraddistingue la musica degli ultimi due decenni, fino a rimanerne poi
> quasi schiavo, con la costruzione di interi album basati sulla
reiterazione
> maniacale di ritmi e pulsazioni ossessive; tanto che chiamò sempre

> batteristi a produrre gli ultimi dischi firmati con Panella.
> La visione innovativa di Battisti però si concretizza in maniera ancor più

> compiuta e rivoluzionaria nell'utilizzo compositivo del basso elettrico.
> Per la prima volta (in Italia soprattutto) il basso non è uno strumento

> relegato nei sottofondi dei pezzi da linee e giri noiosi e scontati, ma
> diviene vero protagonista melodizzante, antagonista della voce con
partiture
> che ne esaltano potenzialità e ricchezza armonica, ed è sempre molto alto

di
> volume.
> Lucio aveva capito che l'utilizzo diverso del basso elettrico avrebbe
> radicalmente modificato economia ed equilibri compositivi delle canzoni,
ed
> avrebbe caratterizzato la modernità musicale.

> L'aveva capito da solo, e dieci anni prima: "LA BATTERIA, IL CONTRABBASSO,
> ECCETERA", 1976.
> E allora come non ricordare la commovente intro de Il nostro caro angelo
> (tutta la canzone è degna di nota, ma quell'apertura è uno dei motivi per

> cui il sottoscritto decise di diventare bassista); l'articolato fraseggio
di
> Una giornata uggiosa, o il perfetto incastro ritmico basso-batteria di
> Nessun dolore?
> Battisti fu capacissimo di costruire intere canzoni su semplici ma
efficaci
> riff bassistici, come l'esercizio stilistico de Il veliero, oppure Io ti
> venderei; senza dimenticare la saldezza melodica delle linee di Dove
arriva
> quel cespuglio, Prendi fra le mani la testa, No dottore, in cui
> innegabilmente il basso gioca un ruolo da autentico protagonista; per
finire
> con la dolce ritmica di Amarsi un po'. e certamente ce ne sono molte altre
> degne di rilievo.
> Il basso di Lucio: eclettico, puntuale, musicalissimo.
> Accanto a Battisti emerge la figura di BOB CALLERO (suona negli lp "IL
> NOSTRO CARO ANGELO" e "ANIMA LATINA"), uno dei migliori bassisti italiani
> della passata generazione che collaborando con Lucio (ma anche in seguito
> con tanti altri e sempre ad alto livello, in particolare con la Berté) ha
> scritto alcune tra le pagine più belle nella storia del basso italico a

> cavallo tra i '70 e gli '80.
> Fatemi sapere il vostro parere sul "basso di Lucio".

Tra i batteristi bisogna citare Giulio Capiozzo (fondatore degli Area, che
suona in brani inediti e che Battisti cercò di convincere a diventare il suo
batterista fisso); Ellade Bandini (il turnista più presente negli anni 70
insieme a Melotti, che suona in brani non finiti de Il mio canto libero) e
poi due ritmiche storiche della RCA Massimo Buzzi e Mario Scotti da una
parte (1970/1972) e Enzo Restuccia con Giovanni Tommaso dall'altra (La
farfalla impazzita - fine 1967)
Franco Ceccarelli non suona in nessun disco di Battisti (e forse neanche in
molti dell'Equipe, vedi Di Cioccio).
Se ascolti il provini di Interprete di un film in inglese (autunno 1976)
scoprirai che la ritmica (chitarra/basso/batteria) è esattamente quella di
Another brick in the wall dei Pink Floyd, con qualche anno di anticipo. A
suonarla sono Graziani, Calloni e Hugh Bullen più Lucio.
Battisti suona il basso in pochissime canzoni purtroppo (non era
tecnicamente molto capace) adesso mi viene in mente solo Non è Francesca
nella versione dei Balordi, ma le parti di basso suonate da autentici
talenti (Bob Callero su tutti, che suona anche su Io ti venderei) erano
scritte da lui. In Acqua, azzurra, acqua chiara, Battisti chiamò Giovanni
Tommaso a sostituire Piazza e quando arrivò il bassista trovò la parte già
registrata da Lucio (ed è una parte complicata) solo che Lucio voleva che
fosse suonata da un vero bassista. Lo stesso accade con Fabio Pignatelli
(Goblin) in Oh! era ora di Pappalardo. Battisti aveva suonato tutte le parti
meno una che compose Pignatelli, poi il bassista romano le risuonò,
lasciando però intatta la linea di basso della title-track che è quella
suonata da Lucio.
Sono d'accordo con te su Callero (basta sentire il suo disco con i Duello
madre (1973) e la parte di basso di Questo inferno rosa e della coda
strumentale di Due mondi.

Ciao.
>
>
>

Luigi Lenzi

unread,
Jun 15, 2000, 3:00:00 AM6/15/00
to
> E allora come non ricordare la commovente intro de Il nostro caro angelo
> (tutta la canzone è degna di nota, ma quell'apertura è uno dei motivi per
> cui il sottoscritto decise di diventare bassista)

Bellissimo!!! Meno male che qualcuno nota anche queste cose :-)

> ; l'articolato fraseggio di
> Una giornata uggiosa, o il perfetto incastro ritmico basso-batteria di
> Nessun dolore?

Io amo molto anche quello di "Una donna per amico", con una parte quasi
dance della parte strumentale che poi diventa quasi jazzistica nelle strofe

> Battisti fu capacissimo di costruire intere canzoni su semplici ma
efficaci
> riff bassistici, come l'esercizio stilistico de Il veliero, oppure Io ti
> venderei; senza dimenticare la saldezza melodica delle linee di Dove
arriva
> quel cespuglio, Prendi fra le mani la testa, No dottore, in cui
> innegabilmente il basso gioca un ruolo da autentico protagonista; per
finire
> con la dolce ritmica di Amarsi un po'. e certamente ce ne sono molte altre
> degne di rilievo.
> Il basso di Lucio: eclettico, puntuale, musicalissimo.

Concordo in tutto e per tutto! Ma gli esempi sono tantissimi, come "Un uomo
che ti ama" dove il basso addirittura duetta con la chitarra. Oserei quasi
dire che nessun altro cantante italiano ha saputo valorizzare il basso come
Lucio!

Luigi


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