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XL: Esegesi di "Un blasfemo"

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K.E.

unread,
Dec 1, 2000, 3:00:00 AM12/1/00
to

Come promesso a Valerio, pubblico il mio punto di vista su questa splendida
canzone.

IMHO un contenuto decisamente non trascurabile della canzone è la parte che
essa riserva all'aspetto speculativo della religione, ai fenomeni di
fanatismo cui essa può portare.

L'espressione "non mi uccise la morte ma due guardie BIGOTTE" ne è un chiaro
esempio; le guardie BIGOTTE vedono un grave peccato nell'abuso di alcool
(vino) e nella lussuria ("per le donne") e "giustiziano", di propria
iniziativa (e non dimentichiamo il contesto storico - sociale della
vicenda), il blasfemo in nome della propria religione senza nemmeno badare
al fatto che essa (religione cristiana, visto che parliamo di americani)
vieta la violenza e la vendetta.
(lo stesso errore, o meglio orrore, in cui incorsero gli inquisitori)

Anche la frase "e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato ci
costringe a sognare in un giardino incantato" evoca il fenomeno della
speculazione religiosa, cioè dell'utilizzo (o della creazione) della stessa
per fare i propri comodi.

Quindi una *condanna* mossa, attraverso le parole del blasfemo, al
fanatismo, alla speculazione. Ma non è tutto.

La parte più significativa, secondo me, è dedicata alla *critica* soggettiva
del blasfemo verso la figura divina; critica che rilevo in espressioni come
"Dio imbrogliò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare ......", "lo
costrinse a sognare, a ignorare che al mondo c'è il bene e c'è il male",
"per paura che ormai non avesse padroni lo fermò con la morte ...... ".
Noto in queste frasi un'avversione al fatto che Dio intendesse limitare
l'uomo, a evitare che questi diventasse potente e grande come Lui.
Insomma, una critica verso Dio il quale, tramite evidentemente
l'interpretazione delle scritture, limita una propria creatura per paura che
essa lo eguaGli.
Un Dio tiranno, quindi, che per paura illude e desidera la mediocrità della
propria creatura.

Ma, scusate ...... all'inizio della canzone non assistiamo alla denuncia di
un fenomeno di auto-esaltazione delle guardie che, per fanatismo, uccidono
una persona non osservante i comandamenti divini?
L'azione delle guardie, quella di dispensare a proprio piacimento la morte,
non è imputabile a un desiderio di affiancare Dio, di fare le sue veci?
Egli, infatti è molto chiaro: Non uccidere! La vendetta e la ricompensa
spettano a Me! Chi non ha mai peccato sia il primo a scagliare la pietra!
(NB teniamo sempre conto anche del CONTESTO STORICO della vicenda!)

E allora che razza di contraddizione è mai questa?

All'inizio Faber, tramite le parole del blasfemo, condanna un atto di
autoesaltazione delle guardie, un atto abominevole dovuto al desiderio di
dispensare le punizioni quando questo è un compito prettamente divino, l'
atto di sostituirsi a Dio stesso (è necessario rimanere nell'ottica della
fede del Dio della canzone altrimenti tutto va a farsi friggere :-)); poi
dopo, come per magilla, critica il suddetto Dio per aver voluto limitare
l'uomo, per non averlo reso uguale a lui (cmq a sua immagine e somiglianza),
per averlo limitato con la morte per paura "che ormai non avesse padroni",
per non volerlo UGUALE a Lui, per averlo "imbrogliato" donandogli
inizialmente la facoltà di ignorare il bene e il male e, di conseguenza, a
ignorare a punire ciò che egli ritenesse male e premiare ciò che ritenesse
buono.

io credo che se leggiamo la canzone da *fedeli* si può rilevare questa
contraddizione (facendo soprattutto leva sul fatto che Dio non vuole che
l'uomo si attribuisca il diritto di punire e premiare in suo nome, diritto
che spetta a lui); se invece la leggiamo da *non credenti* il discorso suona
più coerente probabilmente perchè non si riconoscono alla figura divina
connotati essenziali (come quello succitato) che denunciano il "busillis".

voi che ne pensate?

ciao

PS sia chiaro; 'sto scritto non ha alcun intento polemico, non ha alcuna
pretesa di rivalsa nella diatriba ateo-religiosa...... argomenti di cui
peraltro ho le palle piene. E'solo uno spunto di discussione su una canzone
che, personalmente, adoro; spero rimanga tale


Exebor

unread,
Dec 1, 2000, 3:00:00 AM12/1/00
to

>Quindi una *condanna* mossa, attraverso le parole del blasfemo, al
>fanatismo, alla speculazione. Ma non è tutto.

Infatti si punta il dito contro il fanatismo che la religione comporta e
sottolineo religione generalizzata in quanto sia quella cristiana che è
stata protagonista di violenze gratuite ed ha appoggiato violenze storiche,
quanto adesso l'islam per esempio. che in nome di un dio di comodo compie
scelleraggini di tutti i tipi.


>Noto in queste frasi un'avversione al fatto che Dio intendesse limitare
>l'uomo, a evitare che questi diventasse potente e grande come Lui.
>Insomma, una critica verso Dio il quale, tramite evidentemente
>l'interpretazione delle scritture, limita una propria creatura per paura
che
>essa lo eguaGli.
>Un Dio tiranno, quindi, che per paura illude e desidera la mediocrità della
>propria creatura.

In nome di un dio hanno limitato generazioni intere, solo chi si è ribellato
e ha voluto "conoscere" la verità è stato bollato di eresia.

Nei monasteri creati apposta non per la preghiera, ma per la creazione di
una potenza che solo oggi, con molte difficoltà, sta scricchiolando in modo
pauroso, hanno riscritto e non copiato volumi e volumi (ricordi "il nome
della rosa"?) dove la riscrittura non era altro che filtrare e correggere
deviando la verità vera nella verità rivista dal potere cristiano.

Un dio su misura per chi, negl'ignoranza degli altri, ha tenuto poteri
enormi ed enormi ricchezze.

Una ostentazione di onnipotenza cui abbiamo oggi un esempio lampante con
questo grande businnes che è il giubileo.

Ti ricordi come il papa si è presentato all'apertura della porta? Era
vestito con gli stessi fasti di un faraone e lo stuolo di corte ne
confermava la mia visione.

Per non parlare che ogni giorno c'è un giubileo per qualcosa o per qualcuno,
se non è interesse materiale questo dimmi cos'altro è. alla faccia di chi
muore di fame, di stenti, di cancro, per tutte le ingiustizie che la chiesa
bene o male appoggia (ricorda che la figura di Marcincus aleggia ancora sul
vaticano è purtoppo è solo la punta di una iceberg marcio e maleodorante)


>Ma, scusate ...... all'inizio della canzone non assistiamo alla denuncia di
>un fenomeno di auto-esaltazione delle guardie che, per fanatismo, uccidono
>una persona non osservante i comandamenti divini?

<cut>

>E allora che razza di contraddizione è mai questa?

Nessuna contraddizione, solo la pura verità, nel nome di un dio ci si fa
giustizia come pare e piace.

In altri termini questa immagine viene ripresa dallo stesso Faber ne "Il
testamento di Tito".

La figura di un dio tagliato su misura per chi si è fatto e si continua a
fare i propri sporchi comodi.


>All'inizio Faber, tramite le parole del blasfemo, condanna un atto di
>autoesaltazione delle guardie, un atto abominevole dovuto al desiderio di
>dispensare le punizioni quando questo è un compito prettamente divino, l'

>atto di sostituirsi a Dio.

.e qui ti ripeti quindi mi ripeto, la figura di dio è solo finzione, non
esiste un dio che non vuole che l'uomo diventi come lui ma è l'uomo stesso,
anzi sono alcuni uomini che hanno voluto imporre loro stessi sugli altri con
la forza della sopraffazione, perche i molti non diventassero come loro.

L'uomo ha creato un dio a sua immagine e somiglianza e non il viceversa.

Quale vantaggio ne avrebbe tratto un dio buono a imporsi sulla sua creatura,
come se un padre buono non voglia che il figlio lo superi in intelligenza,
se è veramente "buono" gioisce delle qualità del figlio, solo uno crudele
agisce al contrario e "non dio, ma qualcuno, che per noi l'ha inventato, ci
costringe a sognare un giardino incantato."

Svegliatevi "fedeli" la religione è solo finzione per sopraffare l'uomo e
castrare le sue potenzialità, un dio di cui aver timore non esiste siete voi
che create le vostre stesse paure, la paura del deminio, dell'inferno, del
compiere qualunque azione di una vita normale. ma quale vita normale se i
primi "umili servitori" del loro dio sono privati per le loro "leggi" delle
felicità e delle preoccupazioni che dà una famiglia e dei figli. K.E. (mi
ricordi qualcuno.. J ) svegliati tu per primo.

CiaoExebor


Franco Senia

unread,
Dec 1, 2000, 3:00:00 AM12/1/00
to
On Fri, 1 Dec 2000 21:28:25 +0100, "Exebor" <exe...@inwind.it> ha
scritto:

>(..............)


>Un dio su misura per chi, negl'ignoranza degli altri, ha tenuto poteri
>enormi ed enormi ricchezze.

>(..................)

UGUAGLIANZA (di paolo pietrangeli)


Ti ho visto lì per terra
nel sole del cantiere
le braccia e gambe rotte dal dolore.
T'hanno nascosto subito
eri per loro ormai
da buttar via.


Ti ho visto lì per terra
poi ti ha nascosto il viso
la giacca del padrone che t'ha ucciso.
Dicevan che eri matto
ma devo ringraziar la tua pazzia.


Ci dicono 'siete uguali'
ma io vorrei sapere
uguali davanti a chi?
uguali perchè e per chi?


E' comodo per voi
dire che siamo uguali
davanti a una giustizia partigiana
cos'è questa giustizia
se non la vostra guardia quotidiana?


E' comodo per voi
che avete in mano tutto
dire che siamo uguali davanti a dio.
E' un dio che è tutto vostro
è un dio che non accetto e non conosco.


Dicevi questo ed altro
e ti chiamavan matto
ma quello in cui credevi verrà fatto.


Alla legge del padrone
risponderem con la rivoluzione.

*********************************************


--Franco Senia--

______________________________________________

"Oh gentiluomini, il tempo della vita è breve!
Trascorrere questa brevità nella bassezza
sarebbe cosa troppo lunga.
Se viviamo è per marciare sulla testa dei Re.
Se moriamo, o che bella morte, quando i Principi
muoiono con noi.
Ora per le nostre coscienze le armi sono giuste.
Quando l'intenzione nel portarle è ragionevole."

William Shakespeare - Enrico IV -

__________________________________________

Andrea Lisi

unread,
Dec 1, 2000, 3:00:00 AM12/1/00
to
Io penso che "un blasfemo" abbia un'altro significato, quello cui lo stesso
Fabrizio accenna nell'intervista riportata sulla copertina del disco.
Nella prima parte di "non al denaro non all'amore nè al cielo" ci sono tre
personaggi in condizione di inferiorità rispetto agli altri: il matto, il
nano ed il malato di cuore ed il blasfemo che, invece, soffre della sua
inferiorità rispetto a Dio. La soluzione per il matto è tentare un impresa
disperata che lo riabiliti, il nano diventa giudice, il blasfemo impreca
contro Dio che non lo ha reso suo pari. Sono mossi dalla stessa invidia; in
particolare il blasfemo ne eleva la propria a livello trascendente.
Il malato di cuore, invece, pur essendo nella condizione ideale per
invidiare, non invidia e anzi ama fino alla morte. Rappresenta
l'alternativa, è l'unico dei quattro che risolve il proprio senso di
inferiorità in modo positivo.
Il blasfemo, dunque, è connotato in modo negativo, non rappresenta il
pensiero dell'autore: dedica la sua vita ad un improbabile sfida ad un Dio
tiranno e, nel finale, contraddicendosi, ne nega l'esistenza attribuendone
l'invenzione ad un potere poliziesco che lo strumentalizza.
La condanna del fanatismo religioso delle guardie bigotte, infine, mi sembra
un tema davvero marginale.

Andrea


Exebor

unread,
Dec 1, 2000, 8:12:17 PM12/1/00
to
> UGUAGLIANZA (di paolo pietrangeli)
>

Ecco, proprio così... o subisci il potere o ne fai parte di esso per
distruggerlo, come il bombarolo, quando il potere chiede se ne vuole far
parte perchè lo stesso ha bisogno di rigenerarsi in nuove figure per
sopravvivere... una specie di "cosa" che deve possedere nuovi corpi per
andare avanti.

Ciao
Exebor


Valerio

unread,
Dec 2, 2000, 3:00:00 AM12/2/00
to

"K.E." <ky...@tiscalinet.it> ha scritto nel messaggio
news:908n5p$k7l$1...@lacerta.tiscalinet.it...

>
> Come promesso a Valerio, pubblico il mio punto di vista su questa
splendida
> canzone.
>
Vorrei precisare che il tuo punto di vista su questa canzone non è che me lo
dovevi proprio, insomma, non sarebbe successo nulla se non l'avessi
scritto..
Mi sa che in futuro dovrò mettere accanto a ciò che scrivo una spia rossa
che dice "IRONIA"!


Exebor

unread,
Dec 2, 2000, 3:00:00 AM12/2/00
to
> Il blasfemo, dunque, è connotato in modo negativo, non rappresenta il
> pensiero dell'autore: dedica la sua vita ad un improbabile sfida ad un Dio
> tiranno e, nel finale, contraddicendosi, ne nega l'esistenza attribuendone
> l'invenzione ad un potere poliziesco che lo strumentalizza.
> La condanna del fanatismo religioso delle guardie bigotte, infine, mi
sembra
> un tema davvero marginale.

Cito quello scritto su un paio di testi:
"(il blasfemo)... si accorge così che le barriere al sapere e al pensare -
le mele proibite - sono erette dall'uomo e controllate dal potere
poliziesco"
"De Andrè trasforma il concetto trasponendolo in una dimensione tutta umana:
è proprio qui sulla terra la mela proibita, forse non ancora stata rubata e
dio è messo quindi fuori causa"
"...non più in mano a dio ma al potere poliziesco del sistema... e fu ucciso
da due guardie bigotte che non avendo pretesti per condannarlo gli cercarono
l'anima a forza di botte"

Non è perciò assolutamente marginale il fanatismo religioso delle guardie,
ma sono esse stesse controllori del potere e chi prevarica questo potere (in
questo caso il blasfemo che cercò la mela proibita cioè la conoscenza) viene
giustiziato senza un valido motivo.
Un tema molto ricorrente nella religione cattolica, o stai nell'ignoranza o
ti colpiamo, che partì dalla "caccia alle streghe", ma forse meglio dire
dall'inquisizione per attraversare sanguimosamente i secoli fino ai giorni
nostri.
Ritorno a precisare che la figura di dio è marginale, ma nel suo nome sono
stati commessi efferati omicidi (ti ricorda qualcosa per esempio un signore
di nome Cortes?).
Qui, come in altri testi, non si mette in discussione la figura di dio, che
può esistere come no, ma come è stata sempre al centro di discutibili, ben
discutibili imprese...
Un comandamento dice di non nominare il nome di dio invano, ma gli stessi
cristiani lo hanno nominato troppo spesso per coprire crimini di ogni sorta.
Chiamalo blasfemo chiamalo eretico chiamalo strega chiamalo templare,
comunque lo vedi dietro questa figura prende forma chi si ribella al sistema
e il sistema è un binomio imprescindibile quello di stato-chiesa con le sue
lunghe braccia che si chiamano polizia, servizi segreti, mafia e tanto altro
marciume che neppure sappiamo...
La figura di dio è sempre messa in secondo piano da Faber, ne "il medico"
dice "... e non per un dio ma nemmeno per gioco, perchè i cigliegi
tornassero in fiore..." oppure ancora più forte ne "il giudice" "... non
conoscendo affatto la statura di dio" per non parlare de "La buona novella"
in cui si vive la negazione assoluta di qualunque retroscena mistico, ma
tutto è riportato all'umanità della figura di Cristo.

Ciao
Exebor

Franco Senia

unread,
Dec 3, 2000, 3:00:00 AM12/3/00
to
On Fri, 01 Dec 2000 22:29:58 GMT, "Andrea Lisi" <andre...@libero.it>
ha scritto:

>(....)


>Il blasfemo, dunque, è connotato in modo negativo, non rappresenta il
>pensiero dell'autore: dedica la sua vita ad un improbabile sfida ad un Dio
>tiranno e, nel finale, contraddicendosi, ne nega l'esistenza attribuendone
>l'invenzione ad un potere poliziesco che lo strumentalizza.

>(.............)

ahiahiahi :-))) Il pensiero dell'autore! Ma quale degli autori?
Edgar lee masters? Fabrizio de andré? O chi altri?
Forse il byron del "Caino"?:-)
E perchè sarebbe poi così improbabile la sfida ad un "dio tiranno"?
Anzi, a proposito, quanti dei non tiranni conosci?
Fosse pure solo il dio-testo-tiranno, impegnato sempre e comunque a
imporre la sua unicità contro tutte le "eresie"!
E se il dio tiranno fosse proprio l'autore? E noi ad ascoltare e
guardare i "personaggi" che all'interno dei mondi-canzone lottano
disperatamente, come "titani", contro il dispostismo che li vorrebbe,
a tutti i costi, inchiodati ad una connotazione da "predestinati".
Negativa o positiva che sia, codesta predestinazione, ma immutabile e
senza appello.

E, contro tale predestinazione, contro la sua tirannide e la sua
arroganza, forse, non ci rimane altro che essere "blasfemi"!

Salud

Elisa

unread,
Dec 3, 2000, 3:00:00 AM12/3/00
to
Non sapevo di questa intervista, non ho l'album, ma non sono d'accordo con
la tua ultima affermazione!

> La condanna del fanatismo religioso delle guardie bigotte, infine, mi
sembra
> un tema davvero marginale.

Il loro fanatismo è tale da uccidere il blasfemo, andando contro agli stessi
comandamenti in nome dei quali dovrebbero agire, io ci vedo chiaramente una
condanna nei loro confronti o nei confronti di chi li ha mandati!


K.E.

unread,
Dec 4, 2000, 3:00:00 AM12/4/00
to

Valerio <valb...@libero.it> wrote in message
1F5W5.14200$hk4.5...@news.infostrada.it...

> > Come promesso a Valerio, pubblico il mio punto di vista su questa
> splendida canzone.

> Vorrei precisare che il tuo punto di vista su questa canzone non è che me
lo
> dovevi proprio, insomma, non sarebbe successo nulla se non l'avessi
> scritto..
> Mi sa che in futuro dovrò mettere accanto a ciò che scrivo una spia rossa
> che dice "IRONIA"!

che tu stessi ironizzando o meno non ha importanza.
io t'avevo detto che avrei pubblicato la mia "esegesi" quando avrei avuto
tempo e l'ho fatto .... non mi piace annunciare una cosa e poi non farla. e
cmq vorrei sapere anche il tuo punto di vista ...... se non ti dispiace (non
sto ironizzando, sai ......)

K.E.

>

K.E.

unread,
Dec 4, 2000, 3:00:00 AM12/4/00
to

Exebor <exe...@inwind.it> wrote in message 9091m4$qj2$1...@nread2.inwind.it...

> >Quindi una *condanna* mossa, attraverso le parole del blasfemo, al
> >fanatismo, alla speculazione. Ma non è tutto.

> Infatti si punta il dito contro il fanatismo che la religione comporta e
> sottolineo religione generalizzata in quanto sia quella cristiana che è
> stata protagonista di violenze gratuite ed ha appoggiato violenze
storiche, quanto adesso l'islam per esempio. che in nome di un dio di comodo
compie scelleraggini di tutti i tipi.

chiaro. IN NOME della religione ( e non PER la religione) sono state
commesse nefandezze d'ogni tipo in quanto non c'è niente di più facile che
strumentalizzare qualcosa che inneggia alla presenza di un' ente superiore
facendo leva sull'ignoranza e la superstizione.
la mia analisi era semplicemente limitata al caso portato dal "blasfemo"

> >Noto in queste frasi un'avversione al fatto che Dio intendesse

limitarel'uomo, a evitare che questi diventasse potente e grande come Lui.


Insomma, una critica verso Dio il quale, tramite evidentemente
> >l'interpretazione delle scritture, limita una propria creatura per paura
> che essa lo eguaGli.
> >Un Dio tiranno, quindi, che per paura illude e desidera la mediocrità
>>della propria creatura.

> In nome di un dio hanno limitato generazioni intere, solo chi si è
> ribellato e ha voluto "conoscere" la verità è stato bollato di eresia.

beh, bisognerebbe anche porsi nell'ottica del periodo storico considerato.
E' chiaro che 500 anni fa fosse più facile fare leva sulla religione per
limitare la capacità di conoscenza delle persone e sfruttare così la loro
ignoranza. Oggi non è più così: fede e * verità * possono andare
tranquillamente a braccetto.
Inoltre il discorso che fai tu, giustamente, intendiamoci, sulla
*limitazione* investe i PORTATORI della religione e non essa stessa ( a meno
di dottrine particolari) come specifica anche Faber (e non Dio ma qualcuno
che per noi l'ha inventato .....).
Chiediti perchè la Chiesa abbia parlato latino per secoli; credi che non
sarebbe accaduto niente se le popolazioni che affollavano, la domenica, le
chiese nel medioevo avessero inteso il msg cristiano.?
Credi che avrebbero regito bene nel vedere che la religione (che al tempo
gli veniva, praticamente, imposta) predica l'amore e l'uguaglianza quando
essi vivono nell'indigenza e fuori nobili e prelati si crogiolano nel lusso?
Ecco quindi che i rappresentanti della religione parlano in una lingua ad
essi sconosciuta affinchè essi non possano rilevare le enormi incongruenze
che potrebbero "risvegliarli".

> Nei monasteri creati apposta non per la preghiera, ma per la >creazione di
una potenza che solo oggi, con molte difficoltà, sta scricchiolando in modo
pauroso, hanno riscritto e non copiato volumi e volumi (ricordi "il nome
della rosa"?) dove la riscrittura non era altro che filtrare e correggere
deviando la verità vera nella verità rivista dal >potere cristiano.

è vero anche questo ma ..... quel "verità vera" mi trova perplesso .....

> Un dio su misura per chi, negl'ignoranza degli altri, ha tenuto poteri
> enormi ed enormi ricchezze.

questo è avvenuto in saecula.

> Una ostentazione di onnipotenza cui abbiamo oggi un esempio
> lampante con questo grande businnes che è il giubileo.
> Ti ricordi come il papa si è presentato all'apertura della porta? Era
> vestito con gli stessi fasti di un faraone e lo stuolo di corte ne
> confermava la mia visione.

certo. e questo conferma in parte la mia tesi: a essere traballante è la
figura dei VICARI della religione, non lei stessa.

Già Martin Lutero, nelle 35 tesi che affisse sul duomo della cattedrale, (e
Martin Lutero conosceva il latino! da qui ti puoi collegare alla riflessione
di cui sopra) rilevava queste esorbitanti incongruenze, questi travisamenti
della religione che si manifestano nello sfarzo più sfrenato:
egli citò un passo delle Scritture (che invitava i fedeli alla sobrietà,
all'abbandono delle ricchezze per seguire solo la parola divina) e lo
contrappose, come una pietra tombale, a una bolla papale che imponeva il
Bacio della Pantofola.

> Per non parlare che ogni giorno c'è un giubileo per qualcosa o per
qualcuno,
> se non è interesse materiale questo dimmi cos'altro è. alla faccia di chi
> muore di fame, di stenti, di cancro, per tutte le ingiustizie che la
chiesa
> bene o male appoggia (ricorda che la figura di Marcincus aleggia ancora
sul
> vaticano è purtoppo è solo la punta di una iceberg marcio e maleodorante)

quello che dici è verissimo, purtroppo ... e NON lo rilevano solo i non
credenti, solo gli anti-cristiani, solo gli atei ..... lo rilevano in primis
i Fedeli. se, ad esempio, il Papa fosse coerente con la funzione che gli
comporta (fare il vicario di Cristo) dovrebbe vivere come Lui cioè in
povertà e sacrificio.


> >Ma, scusate ...... all'inizio della canzone non assistiamo alla denuncia
di un fenomeno di auto-esaltazione delle guardie che, per fanatismo,
>>uccidono una persona non osservante i comandamenti divini?

> <cut>

> >E allora che razza di contraddizione è mai questa?

> Nessuna contraddizione, solo la pura verità, nel nome di un dio ci si >fa
giustizia come pare e piace.

questo non è ciò che ho detto. Io ho rilevato un'incongruenza su due diversi
canoni di critica. Incongruenza che permane.

> In altri termini questa immagine viene ripresa dallo stesso Faber ne
> "Il testamento di Tito".
> La figura di un dio tagliato su misura per chi si è fatto e si continua a
> fare i propri sporchi comodi.

esatto. dissi anch'io una cosa del genere in una risposta a Valerio nel
Thread "K.E. e la [sua] buona novella"

> >All'inizio Faber, tramite le parole del blasfemo, condanna un atto di
> >autoesaltazione delle guardie, un atto abominevole dovuto al desiderio di
> >dispensare le punizioni quando questo è un compito prettamente divino, l'
atto di sostituirsi a Dio.

> .e qui ti ripeti quindi mi ripeto, la figura di dio è solo finzione, non
> esiste un dio che non vuole che l'uomo diventi come lui ma è l'uomo
stesso, anzi sono alcuni uomini che hanno voluto imporre loro stessi sugli
altri con la forza della sopraffazione, perche i molti non diventassero come
loro.

La penso per molti versi come te; unicamente non sono d'accordo sul fatto
che dio sia solo finzione. Per me non è tale; resta il fatto che alcuni
uomini, per elevarsi al di sopra degli altri (desiderosi cioè di
*affiancarsi* a dio stesso), strumentalizzano la sua figura per i propri
comodi facendo leva sull'ignoranza di coloro che vogliono sottomettere.

> Quale vantaggio ne avrebbe tratto un dio buono a imporsi sulla sua
creatura,
> come se un padre buono non voglia che il figlio lo superi in intelligenza,
> se è veramente "buono" gioisce delle qualità del figlio, solo uno crudele
> agisce al contrario e "non dio, ma qualcuno, che per noi l'ha inventato,
ci costringe a sognare un giardino incantato."

Dio infatti non limita l'uomo nelle SUE capacità; unicamente il secondo
(l'uomo) non nasce come *Dio*.
Se si vive l'esistenza di un Dio come l'accettazione di un ente superiore è
inaccettabile considerarlo al proprio pari.

> Svegliatevi "fedeli" la religione è solo finzione per sopraffare l'uomo e
> castrare le sue potenzialità, un dio di cui aver timore non esiste

infatti il dio cristiano non è un personaggio da temere; è una figura in cui
avere fiducia, dalla quale trarre coraggio e desiderio di vita.

>siete voi che create le vostre stesse paure, la paura del deminio,
dell'inferno, del compiere qualunque azione di una vita normale.

quel "qualunque azione" è un po' troppo semplicistico ....

>ma quale vita normale se i primi "umili servitori" del loro dio sono
privati per le loro "leggi" delle felicità e delle preoccupazioni che dà una
famiglia e dei figli.

????

>K.E. (mi ricordi qualcuno.. J ) svegliati tu per primo.

mah, sarà che forse attribuisci alla mia fede dei connotati ad essa estranei
.......

la mia fede non è qualcosa che deve rendere ciechi, ottusi, inetti.
Non sono così.... e, come me, non lo sono altri milioni di persone.
Sono una persona istruita e non attribuisco ai testi sacri proprietà
scientifiche e/o medianiche...... inoltre sono abbastanza maturo e informato
per poter distinguere da solo cosa sia in linea con il mio modo di vivere la
religione (inerentemente a me stesso, al periodo e al contesto storico in
cui sto vivendo) e cosa non sia altro che speculazione e manipolazione.

e la mia fede serve a guidare, a consigliare e non a privare, a ostacolare,
a tarpare le ali ...... come se non bastasse il mio dio mi lascia libero di
agire e con ciò mi pone preventivamente al riparo dagli speculatori.

Ciao Exebor


Andrea Lisi

unread,
Dec 5, 2000, 3:00:00 AM12/5/00
to

Franco Senia ha scritto nel messaggio

>ahiahiahi :-))) Il pensiero dell'autore! Ma quale degli autori?
>Edgar lee masters? Fabrizio de andré? O chi altri?
>Forse il byron del "Caino"?:-)

Per me l'autore è Fabrizio. E' lui che ha reinterpretato i testi di Lee
Masters e li ha trasformati in poesie.

>>E se il dio tiranno fosse proprio l'autore? E noi ad ascoltare e
>guardare i "personaggi" che all'interno dei mondi-canzone lottano
>disperatamente, come "titani", contro il dispostismo che li vorrebbe,
>a tutti i costi, inchiodati ad una connotazione da "predestinati".
>Negativa o positiva che sia, codesta predestinazione, ma immutabile e
>senza appello.
>
>E, contro tale predestinazione, contro la sua tirannide e la sua
>arroganza, forse, non ci rimane altro che essere "blasfemi"!

Fabrizio al blasfemo ha voluto dare quella connotazione e quel valore
simbolico. Ma se a te è piaciuto e te lo vuoi reinterpretare liberandolo
dalle grinfie dell'autore, padronissimo. :-)))

Ciao

Andrea

Andrea Lisi

unread,
Dec 5, 2000, 3:00:00 AM12/5/00
to

Elisa ha scritto nel messaggio

> La condanna del fanatismo religioso delle guardie bigotte, infine, mi
>sembra
>> un tema davvero marginale.
>
>Il loro fanatismo è tale da uccidere il blasfemo, andando contro agli
stessi
>comandamenti in nome dei quali dovrebbero agire, io ci vedo chiaramente una
>condanna nei loro confronti o nei confronti di chi li ha mandati!
>
>

Non ho scritto che quello delle guardie che "cercarono l'anima a forza di
botte", come dice splendidamente De Andrè, non sia fanatismo o che non sia
condannabile chi uccide in nome di Dio. Solo che quel fanatismo mi sembra
tocchi solo di striscio la canzone.

Ciao

Andrea

Franco Senia

unread,
Dec 7, 2000, 3:00:00 AM12/7/00
to
On Thu, 07 Dec 2000 18:08:42 GMT, "Andrea Lisi" <andre...@libero.it>
ha scritto:
>
>Ti cito dei passi dell'intervista cui mi riferivo:
>
>"il blasfemo è un esegeta dell'invidia e per salirne alle origini la va a
>cercare in Dio."

Come Tito, del resto! No?
Non darei questa connotazione "negativa" all'invidia, così come emerge
nella poetica di fabrizio!
E del resto, il potere, il sopruso, la prepotenza si fondano su un
presunto "diritto divino", cui si ispirano!
Il blasfemo, in quest'ottica, sarebbe una sorta di tito che non si
lascia commuovere dal lato "buono" del potere.
Forse ha capito che non ci sono poteri buoni!

>"Volevo anche dire che forse è stato il blasfemo a sbagliare, perchè nel
>tentativo di contestare un determinato determinato modo di vivere, forse
>doveva indirizzare il suo tipo di ribellione verso qualcosa di più
>consistente che non contro un'immagine così metafisica."
>(ecco perchè, Franco, dicevo un'improbabile sfida...)

Il titanismo non è una sfida improbabile! Semmai è una sfida estrema!
E il blasfemo se la gioca fino in fondo! E infatti non muore per mano
di un dio sdegnato che lo fulmina, ma per mano di due lacché. Come
succede nella realtà! Avrebbe dovuto indirizzare la sua "ira" contro i
lacché? Non credo!

>
>"In realtà per il blasfemo il giardino incantato non è stato creato da Dio,
>ma addirittura dall'uomo e comunque la mela proibita è ancora sulla terra e
>noi non l'abbiamo ancora rubata."

Il blasfemo, a questa conclusione, ci arriva dopo la morte! Finisce di
raccontare la sua storia, dalla collina; e termina, facendo queste
considerazioni! Il titanismo è una rivolta individuale; in questo
sbagliata! Potremmo, forzando un poco, attuare una saldatura fra le
guardie bigotte e i secondini, la cui aria va accuratamente
non-respirata!

>Il blasfemo, dunque, esegeta dell'invidia, spreca la sua vita in una
>ribellione inutile. Il fatto che questa finisca per mano delle guardie
>bigotte non ne cambia il senso.

Ho come l'impressione che le "ribellioni inutili" vengano bollate come
tali da coloro che, a ribellarsi, non hanno niente da guadagnare. Ma
tutto da perdere.
Non esistono ribellioni inutili!


>Che De Andrè non fosse cristiano in senso stretto, che preferiva pensare
>Cristo figlio dell'uomo piuttosto che di Dio, è fuori discussione. Tuttavia
>Dio compare spesso in primo piano nelle sue canzoni; penso a "preghiera in
>gennaio", a "smisurata preghiera", al finale di khorakhané. Come fosse
>portato naturalmente a parlarne.

Potremmo dire che faceva i conti con quest'idea di dio che, in un
certo qual modo, ci coinvolge tutti.
Per piegarsi, per combatterla, per bestemmiarla, per liberarsene!
C'è tutto questo nelle canzoni di fabrizio!

Andrea Lisi

unread,
Dec 7, 2000, 1:08:42 PM12/7/00
to

Exebor ha scritto:

>Cito quello scritto su un paio di testi:

>"(il blasfemo)... si accorge cosě che le barriere al sapere e al pensare -


>le mele proibite - sono erette dall'uomo e controllate dal potere
>poliziesco"

>"De Andrč trasforma il concetto trasponendolo in una dimensione tutta
umana:
>č proprio qui sulla terra la mela proibita, forse non ancora stata rubata e
>dio č messo quindi fuori causa"
>"...non piů in mano a dio ma al potere poliziesco del sistema... e fu


ucciso
>da due guardie bigotte che non avendo pretesti per condannarlo gli

cercarono
>l'anima a forza di botte"
>

>Non č perciň assolutamente marginale il fanatismo religioso delle guardie,


>ma sono esse stesse controllori del potere e chi prevarica questo potere
(in

>questo caso il blasfemo che cercň la mela proibita cioč la conoscenza)


viene
>giustiziato senza un valido motivo.

Ti cito dei passi dell'intervista cui mi riferivo:

"il blasfemo č un esegeta dell'invidia e per salirne alle origini la va a
cercare in Dio."

"Volevo anche dire che forse č stato il blasfemo a sbagliare, perchč nel


tentativo di contestare un determinato determinato modo di vivere, forse

doveva indirizzare il suo tipo di ribellione verso qualcosa di piů
consistente che non contro un'immagine cosě metafisica."
(ecco perchč, Franco, dicevo un'improbabile sfida...)

"In realtŕ per il blasfemo il giardino incantato non č stato creato da Dio,
ma addirittura dall'uomo e comunque la mela proibita č ancora sulla terra e


noi non l'abbiamo ancora rubata."

Il blasfemo, dunque, esegeta dell'invidia, spreca la sua vita in una


ribellione inutile. Il fatto che questa finisca per mano delle guardie
bigotte non ne cambia il senso.

>La figura di dio č sempre messa in secondo piano da Faber, ne "il medico"
>dice "... e non per un dio ma nemmeno per gioco, perchč i cigliegi
>tornassero in fiore..." oppure ancora piů forte ne "il giudice" "... non


>conoscendo affatto la statura di dio" per non parlare de "La buona novella"
>in cui si vive la negazione assoluta di qualunque retroscena mistico, ma

>tutto č riportato all'umanitŕ della figura di Cristo.
>

Che De Andrč non fosse cristiano in senso stretto, che preferiva pensare
Cristo figlio dell'uomo piuttosto che di Dio, č fuori discussione. Tuttavia


Dio compare spesso in primo piano nelle sue canzoni; penso a "preghiera in
gennaio", a "smisurata preghiera", al finale di khorakhané. Come fosse
portato naturalmente a parlarne.

Ciao

Andrea


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