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Intervista a Enrico Maghenzani

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Loris Pilotto-febit

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May 13, 2002, 4:37:55 AM5/13/02
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Vi riporto un'intervista tratta dalla Gazzetta di Parma di oggi a Enrico
Maghenzani,per molti anni produttore di Franco Battiato.

INTERVISTA-Enrico Maghenzani, produttore ed editore, ha scelto di tornare a
Parma
Battiato, il Due e poi il Regio
Oggi è direttore amministrativo dell'Orchestra del nostro massimo teatro

Sono davvero tante le risorse culturali di Parma. Uno degli esempi per
dimostrarlo è un parmigiano che da 15 anni lascia il segno nella storia
della musica nazionale: Enrico Maghenzani, produttore artistico di Franco
Battiato per le opere liriche Genesi (1987) e Gilgamesh (1992) e gli album
del periodo «mistico-lirico», cioè da Fisiognomica (1988) a L'ombrello e la
macchina da cucire (1995), passando per Come un cammello in una grondaia
(1991), Caffè de la Paix (1993) e Unprotected (1994).
Dopo otto anni tra Milano e la casa di Battiato in Sicilia, Maghenzani ha
scelto di tornare a Parma per mettere a frutto le conoscenze maturate nella
musica. In breve tempo è ripartito da zero... per arrivare alla creazione
dell'Orchestra del Teatro Regio. E i rapporti con Battiato sono rimasti
ottimi. Oltretutto, Maghenzani ha sposato Elena Sgalambro, figlia di Manlio,
il filosofo-paroliere siciliano che da sette anni è l'alter ego dello stesso
Battiato.

Ventotto anni da organizzatore di eventi, produttore artistico ed editore.
Come può definire questo suo lavoro nella musica?

«Un lavoro curioso - ci ha risposto Maghenzani - nel senso che sono stato
mosso dal gusto di scoprire. E così, nella mia carriera musicale ho sempre
lasciato mestieri anche consolidati nel momento in cui mi trovavo di fronte
a personalità o situazioni che potevano arricchirmi professionalmente».

Quali sono stati i suoi primi passi?

«Il primo approccio lo ebbi attraverso amici studenti del conservatorio di
Parma: tra gli altri, Alessandro Nidi, con cui collaboro tuttora, Fabio
Biondi, che oggi gestisce il gruppo Europa Galante specializzato nella
musica antica, e Vincenzo Segreto, ufficio stampa di Palazzo Cusani. Nei
primi anni '70 fondammo il circolo Siqueiros e mettemmo in piedi dei
festival di musica legati al Movimento Studentesco».

Fu con il circolo che organizzò per tre anni, dal '74 al '76, una rassegna
per cantautori?

«Sì, allora i primi cantautori, i vari De Gregori, Venditti, Guccini, erano
giovani della nostra età. Parma fu all'avanguardia perché la prima rassegna
nacque nel 1974 in contemporanea con il Club Tenco di Sanremo e raccolse i
più importanti cantautori».

Ricorda qualche aneddoto particolare?

«Venditti arrivò da Milano con un autostoppista per non fare il viaggio da
solo e il mattino seguente volle partecipare a un collettivo del Movimento
Studentesco. Paolo Conte, invece, venne nel 1979 al Teatro Due all'interno
di una stagione per Radio Popolare. Non voleva esibirsi dal vivo, ma lo
convincemmo: si scordò le parole della Topolino amaranto e il pubblico cantò
per lui. Fu un grande successo».

E per lei fu il viatico per entrare al Teatro Due.

«Era il momento in cui la Compagnia del collettivo si stabilizzava in teatro
e avviava il grosso processo di fondazione del Teatro Stabile. Io, che già
organizzavo spettacoli di musica, venni chiamato nell'80 per programmare la
stagione teatrale».

Dopo cinque stagioni di prosa conobbe Battiato: dove e come?

«Con Alessandro Nidi stavo cercando programmi per il Festival Due Dimensioni
del 1985. Durante una riunione, il violoncellista Maurizio Naddeo ci disse
che Battiato stava scrivendo un'opera. Così gli mandammo una lettera e lui
ci rispose subito. Andammo a casa sua a Milano per l'accordo. L'opera Genesi
la proponemmo poi al Teatro Regio nel 1987. Battiato mi offrì la regìa e,
finita l'opera, mi chiese di lavorare con lui».

Fu quindi costretto a trasferirsi a Milano?

«Sì, perché Battiato stava entrando in una fase di lavoro lirico e teatrale
e aveva bisogno di uno che gli seguisse tutto, dai contratti con le case
discografiche alla sua casa editrice L'Ottava e agli album di Giuni Russo,
Milva, Giusto Pio, Saro Cosentino e Lucio Quarantotto. Ricordo con
particolare piacere la messa in scena di Gilgamesh nel '92 a Roma, della
Messa arcaica nel '93 nelle maggiori basiliche italiane e de Il cavaliere
dell'intelletto nel '95 per conto della Regione Sicilia. Ora stiamo
lavorando per portare la Messa arcaica a Parma».

Quale evento con Battiato le sta più a cuore?

«Il concerto del '92 a Baghdad organizzato con il mio amico Ali Rashid
Khalil, che avevo conosciuto anni prima nel Movimento Studentesco a Parma:
oggi è primo segretario della delegazione palestinese in Italia. Attraverso
l'associazione 'Un Ponte per Baghdad' portammo a Parma otto bambini iracheni
che avevano bisogno di essere operati. Grazie ad Ali Rashid stavo anche per
organizzare un concerto a Betlemme nel 1999».

Perché il rapporto di lavoro con Battiato si interruppe?

«Perché dopo L'ombrello e la macchina da cucire, ultimo album del periodo
acustico e per orchestra, Battiato decise di tornare verso un versante
elettrico e rock (io credo che la sua vera indole di persona di spettacolo
sia questa). A me piaceva lavorare su singoli progetti ad hoc per i teatri e
non su lunghi tour nei palasport. Diventare il suo personal manager mi
andava stretto. E poi volevo rientrare a Parma».

Un suo giudizio su Parma.

«E' una città molto ricca dal punto di vista culturale. Manca però la
possibilità di sviluppare i progetti, per cui bisogna emigrare. Ma negli
ultimi quattro anni le cose sono cambiate. Ad esempio, siamo riusciti a
formare l'Orchestra del Teatro Regio chiamando musicisti che Parma ha donato
alle migliori orchestre italiane».

Di cosa si è occupato da quando è tornato?

«Ho aperto una casa editrice musicale e tra il '95 e il '98 ho prodotto
progetti discografici per Mario Castelnuovo (Signorine adorate), Lina Sastri
(Mignonette), Maddalena Crippa (Canzonette vagabonde). Poi ho organizzato
concerti d'autore, come quelli con il fisarmonicista di Jacques Brel, Jean
Corti, e Silvano Pantesco. Quindi, nel 1999 ho fondato insieme ad altri
l'Orchestra del Teatro Regio, gestita dall'associazione Parma Opera Ensemble
di cui sono direttore amministrativo».

Fabrizio Marcheselli


Carla

unread,
May 13, 2002, 8:04:20 AM5/13/02
to
...Ora stiamo
lavorando per portare la Messa arcaica a Parma»...

Ho capito esatto???
WOW!!!

Carla


"Loris Pilotto-febit" ha scritto nel messaggio news

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