Un po' di conti e dati: dell'Equazione di Drake nella sua forma più esatta:
[rielaborazioni di articoli e testi presi un po' in giro. Al riguardo un
sentito GRAZIE a Valerio Nicoletti, per l'encomiabile opera di redazione del
testo]
Posto N il numero ipotetico di civiltà extraterrestri presenti oggi nella
nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione
fp è la frazione di stelle che possiedono pianeti
ne è il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di
ospitare forme di vita
fl è la frazione dei pianeti ne su cui si sarebbe effettivamente
sviluppata la vita
fi è la frazione dei pianeti fl su cui si sarebbero evoluti esseri
intelligenti
fc è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare
L è la stima della durata di queste civiltà evolute
Stime correnti dei parametri
fp - la frazione di tali stelle che possiede pianeti
Da recenti ricerche di pianeti extrasolari risulta che il 40% di stelle
simili al Sole possiedono pianeti[8], e la frazione reale potrebbe essere
molto maggiore, poiché solo pianeti considerevolmente più massivi della
Terra possono essere rilevati con la tecnologia attuale[6]. Osservazioni
all'infrarosso dei dischi di polvere intorno a stelle giovani suggeriscono
che il 20-60% delle stelle paragonabili al Sole potrebbero possedere pianeti
simil- terrestri[9]. Osservazioni di fenomeni di microlenti gravitazionali,
abbastanza sensibili da rilevare pianeti piuttosto lontani dalle loro
stelle, vedono pianeti in circa un terzo dei sistemi esaminati (valore
approssimato per difetto, visto che questo sistema è in grado di rilevare
solo una parte dei pianeti)[10]. La missione Kepler, dai dati iniziali,
stima che circa il 34% dei sistemi ospiti almeno un pianeta[11].
ne - il numero medio di pianeti (o satelliti) per sistema stellare che
presentano condizioni potenzialmente compatibili con la vita
La maggior parte dei pianeti osservati ha orbite molto eccentriche, o troppo
vicine al sole per garantire temperature adatte alla vita. Comunque sono
noti diversi sistemi planetari che assomigliano maggiormente a quello
solare, come HD 70642, HD 154345, Gliese 849 e Gliese 581. Nelle zone
abitabili intorno a queste stelle potrebbero anche esserci altri pianeti
paragonabili alla Terra ancora da scoprire. Inoltre, la varietà di sistemi
stellari che possono presentare zone di abitabilità non è limitata
esclusivamente alle stelle simili al Sole e ai pianeti simili alla Terra;
attualmente si ritiene che anche pianeti vincolati a nane rosse in modo da
rivolgere alla stella sempre la stessa faccia potrebbero avere zone
abitabili, e alcuni dei grandi pianeti già scoperti potrebbe,
potenzialmente, supportare la vita[12].
All'inizio del 2008, due gruppi di ricerca indipendenti hanno concluso che
Gliese 581 d potrebbe essere abitabile[13][14]. Poiché sono noti circa 200
sistemi planetari, si può stimare in modo abbastanza approssimativo che ne >
0,005. Nel 2010, i ricercatori hanno annunciato la scoperta di Gliese 581 g,
un pianeta di 3,1 volte la massa della Terra quasi nel centro della zona
abitabile di Gliese 581, un valido candidato per essere il primo pianeta
extraterrestre abitabile mai scoperto[15]. Data la vicinanza di Gliese 581 e
il numero di stelle esaminate con un livello di dettaglio sufficiente a
rilevare pianeti terrestri, la percentuale di stelle che possiedono pianeti
simili alla Terra dovrebbe essere del 10-20%. fl - la frazione di essi che
effettivamente sviluppa la vita
Nel 2002, Charles H. Lineweaver e Tamara M. Davis hanno usato un
ragionamento statistico, lo stesso adoperato da ASIMOV negli anni '70,
nell'articolo "Uffa con gli UFO". basato sul tempo impiegato per svilupparsi
dalla vita terrestre per stimare fl, ottenendo che esso deve essere maggiore
di 0,13 sui pianeti più vecchi di un miliardo di anni[16].
fi - la frazione di essi che effettivamente sviluppa vita intelligente
fc - la frazione di essi che è in grado e decide di comunicare
Non ne sappiamo nulla
L - la durata media della fase comunicativa di ognuna di queste civiltà
In un articolo comparso su Scientific American, lo scrittore scientifico
Michael Shermer ha proposto per L il valore di 420 anni, basando la sua
stima sulla durata media di sessanta civiltà storiche[19]. Utilizzando
ventotto civiltà più recenti (successive all'Impero romano) il valore
sarebbe, per le "civiltà moderne", 304 anni. Va però notato che ai fini
dell'equazione di Drake questi valori non sono del tutto soddisfacenti,
perché nella storia dell'umanità in generale si è avuto un progresso
tecnologico abbastanza lineare - cioè ogni civiltà subentrata a una
precedente ha conservato e migliorato le realizzazioni già ottenute. Perciò
il valore in anni deve tener conto non di una singola civiltà nel senso
storico e culturale del termine, ma di una specie nella prospettiva del suo
livello di sviluppo tecnologico globale. Nella versione ampliata
dell'equazione che tiene conto dei fattori di ricomparsa, questa mancanza di
specificità nella definizione di "civiltà" non influenza il risultato
finale, poiché il succedersi di diverse culture può essere descritto come un
aumento del fattore di ricomparsa anziché come un aumento di L: una civiltà
si conserva come una successione di culture.
Altri, come l'astrobiologo David Grinspoon, hanno suggerito che una volta
che una civiltà si è sviluppata essa potrebbe superare tutte le minacce
poste alla sua sopravvivenza, e poi sopravvivere per un periodo indefinito,
portando L all'ordine dei miolioni, se non dei miliardi di anni[20].
Valori basati sulle stime citate,
fp = 0,5, ne = 2, fl = 0,33, fi = 0,01, fc = 0,1, e L = 10 000 anni
danno come risultato
N = 0,5 × 2 × 0,33 × 0,01 × 0,1 × 10 000 = 23,1
Fattori ulteriori:
XENOBIOLOGIA
Stelle totali, stelle con pianeti, stelle del giusto tipo (età,
composizione, dimensione, luce ecc), distanza del giusto tipo, pianeta del
giusto tipo, composizione del pianeta (quantità di acqua o comunque solvente
adatto a reazioni chimiche complesse), dove però entrano in gioco possibili
xeno-biologie non carboniose, poi i ruoli del Satellite, delle Giganti rosse
(come avvantaggiatori o svantaggiatori) ed eventuali altri pianeti, poi la
possibilità, la capacità e la fattualità della formazione di vita (che
diminuisce ancora di più il numero), lo sviluppo di vita complessa
possibilità di nascita di vita intelligente, formazione di civiltà
complesse, poi bisogna calcolare tutte le possibili catastrofi (Epidemie,
Asteroidi, Supernove, Raggi gamma, super-estinzioni, eventi geo-magnetici
notevoli, catastrofi naturali e sconvolgimenti climatici) di questo grande
Flipper che è l'Universo e poi la possibilità che una civiltà Spaziale si
sviluppi e poi la sua incapacità di comunicare oltre il vicinato stellare.
Se poi consideriamo quanto siano cosmiche le distanze e poche le
popolazioni, distribuite in modo randomico e più o meno equo, la
comunicazione diventa impossibile, e noi siamo in una situazione peggiore
perché non siamo nel nucleo (dove ci sarebbe una densità maggiore).