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È davvero un caos?

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Patrizio Marozzi

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Apr 4, 2022, 2:25:03 AM4/4/22
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La decadenza nel genere. O meglio questa modificazione nel genere, fa sì che tutto appaia più semplice, ma in realtà sembra spropositato il bisogno di affermazione e in certo modo labile camuffamento inespresso. Le persone soventemente ovunque sono preordinate in quello ch’è il codice relativo dell’io sono come faccio. E allora l’incontro esula da quelle che sono le possibilità di relazione e disponibilità, tra la verità e conoscenza. Quest’ultima sembra si contorca, esista per poi non esservi ma giustificarsi. Quindi il genere corrisponde si riconosce senza volersi conoscere, sembra. Ma è poi nella conoscenza che si predispone per tornare al genere e non conoscersi, forse più.















Se si manifesta l’ammiccamento, il cosiddetto ammiccamento di rapporto o di relazione, conoscenza, esso può sì essere intimo ma non esservi per vero, si protegge nel genere. Così alcune volte in questi prodromi si avverte ch’è sì presente una possibilità, un pensiero e un’intenzione, ma se non si sovverte il senso o non si vuol diluire o non essere un genere, si pratica una finta realtà d’intenzione o immaginazione. Spesso sembra cercarsi proprio la verità, in mancanza di mostrare il proprio genere e che si badi in certe circostanze non è inibito, né la specificazione né l’evidenzia del pensiero, ma forse si vuole quello che non si dice per quello che si dice. Non si riesce a fare veramente perché il tutto viene ricondizionato e riformalizzato nella stessa forma concettuale. E che indubbiamente può modificarlo drasticamente e inibire, però ugualmente la libera dimensione dell’identità è che si vuole espandere nel momento relazionale. I sentimenti sottostanno, al controllo del genere e nel genere coercitivamente vengono controllati. Così se dall’ammiccamento si passa alla fase della preposizione, ci si rende conto che vi è un evidente posizione di competizione nei sentimenti, vieppiù si relativa invidia e controllo dell’immaginazione con cui non si riesce ad ottenere convenienza nello scambio tra genere per sentimento e realtà. Ecco che la proposizione in questo caso, esula sì dal genere ma si mostra nell’affettività, nella stima della volontà e nella chiarezza di sé. Sovente si resta in attesa non della conoscenza ma dell’immaginazione ipotetica della formulazione, come illusione del genere che viene confuso con la proposizione di realtà. Una potente illusione sociale. Cosicché non soltanto si cerca di eludere, la vera proposizione intima, ma si associa la propria affermazione immaginaria al consenso immaginato socialmente nel caso, tra l’identità collettiva e il significato da essa astrattamente interpretato. Quindi non si cerca l’intimità, vera, ma la manifesta illusione anche dinanzi alla realtà della stima interiore e della verità del proprio corpo.














Ora posso dire che in questo costrutto ci sono molteplici modi per appagare lo spirito stesso della sensualità, ma vieppiù convogliano sempre sul costrutto enunciato sopra. E, certo che ogni adeguamento al genere sembra eluderne completamente la costatazione. E soltanto così però il sentimento riesce ad accettare l’evidenzia e la possibilità, e per la scelta consapevole di ciò che si sa. Gli episodi curiosi che mi sono capitati ultimamente, oltre quelli di proporre quel che appare, fuori dall’immaginazione che può esservi nell’altrui per lo scambio di genere, ma fuori dallo scambio. Sono stati; due donne che mi ànno contattato tramite una chat, che forse nella vera intenzione volevano propormi una dimensione di conoscenza di genere, sperando che io dessi per scontata una certa modalità d’intenzioni, e come avviene sovente o quasi sempre in ogni pregiudizio. Ma diviene assurdo soprattutto quando la comunicazione è così mediata. Così una giovane donna à cercato di parlare con me e vi à parlato, e in modo anche partecipativo per un poco, con quel che stavo facendo in quel momento. E dato il modo ch’è stato quello della conversazione anche in quelle future, poi mi à accennato che lei con una amica vollero contattarmi non ò capito per cosa. Io ebbi l’impressione che avesse bisogno di parlare e non di altro anche se avessimo avuto bisogno di una traduzione simultanea. Questa ò finito per usarla in un’altra conversazione, e pure qui forse l’argomento voleva essere un altro ma non è stato pronunciato. Certo che si è giunti, sono giunto rapidamente, senza in fondo altre interlocuzioni con una donna che mi chiede in certo modo di vivere insieme, come marito e moglie, o come marito e moglie, senza neanche conoscersi, soltanto con una foto, la mia decisamente disastrosa. Come le dissi, è stata la più veloce proposta di matrimonio che abbia ricevuto, nelle altre almeno vi era stata una certa conoscenza, anche se poi si evidenziano nelle intenzioni per quelle che sono nell’enunciarsi. Sostanzialmente.
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