Il 10/05/2019 18:12, Roberta ha scritto:
> Buonasera
> vi leggo sempre, perchè trovo molto costruttivo il vostro forum.
> Oggi ho bisogno di capire come comportarmi in un evento eccezionale: il matrimonio di mio figlio.
> La situazione è questa:
> sono separata legalmente da Aldo da quarant'anni.
>
>
> Fu una battaglia legale molto sofferta. Pretendevo di rimanere nella casa di proprietà dell'ex coniuge con i figli ( 5 e 6 anni). Invece il giudice mi diede la colpa.
Il marito separato non è un "ex-coniuge", titolo che compete a un marito
divorziato. È tuttora un marito. Separato ma, per la legge, comunque
marito. Legittimo, contrariamente al 'compagno', che legalmente non è nulla.
Chiuso l'inciso.
Ho visto accadere il contrario di quanto narrato sinteticamente qui
sopra: ho visto la moglie far sparire i documenti che attestavano la sua
colpa, e quindi togliere tutto al marito: casa, figli e anche un
bell'assegno per la moglie separata. Una truffa insomma che dura da
decenni. Una forma evidente di cinismo.
A parte questo, tutto ciò che avete ora lo avete costruito con le vostre
mani, e criticare la coerenza di quell'uomo dopo una separazione per
colpa della moglie, e persino la sua intenzione di sempre di lasciarsi
alle spalle quella colpa, non mi sembra corretto ma egoistico, specie da
parte di una persona che si è rifatta una vita lasciandosi tutto alle
spalle.
E ora, considerato questo suo comportamento, non accetta il minimo
sforzo di una presenza al matrimonio del primo figlio? Cancellato anche
lui come tutto il resto?
E non nota neppure che l'invito al pranzo di nozze dei figli della sua
seconda vita è un gesto che di fatto perdona, di nuovo, i torti subiti
dalla moglie? Che si è costruita una nuova famiglia, magari con l'uomo
che era stato la causa della separazione. Sbaglio?
Se le cose stanno così, non c'è da evocare Gesù Cristo e
l'interpretazione dl Vangelo, ma c'è da invocare la presa di coscienza
di un comportamento a sua volta cinico, non soltanto nei confronti del
marito separato, ma del loro figlio.
> Aldo, un credente cattolico praticante, non si è mai più accompagnato a nessun altra donna. Ha condotto una vita ritirata fatta di lavoro, casa ed educazione dei figli.
> In tanti anni gli avrò parlato una decina di volte, e ogni volta traspariva ancora la sua rabbia per averlo lasciato.
> Tre anni fa lo incontro casualmente in un negozio e mi dice: << Quando torni a casa!>>
> Io ci sono rimasta malissimo anche perchè lui sa che ho un altra famiglia e altri figli con il mio nuovo compagno.
>
>
> Adesso c'è il matrimonio del mio primo figlio e lui ci tiene tantissimo che l'accompagni all'altare e sia presente al pranzo di nozze con i figli(29 e 31 anni) che ho avuto dal secondo compagno.
>
> Come posso comportarmi con il mio ex marito, devo andare a casa sua per parlargli? Cosa dire?
>
> Sono molto preoccupata.
Lo sarei anch'io se avessi simili lacune di memoria sui miei rapporti di
genitore con mio figlio. Trent'anni di distanza non fanno di un figlio
un estraneo.
Quella di genitore non è una responsabilità - perlomeno morale - di cui
ci si disfa quando ci si separa.
>
> Roberta
>
Omega