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Usate le vostre conoscenze - cosa è reale?

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Larry

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Feb 4, 2020, 2:20:02 AM2/4/20
to
Psicologia Cognitiva - Russell Revlin

Domande per il ripasso (pag 242):

"Se le nostre esperienze fisiche e la nostra imagery usano gli stessi
circuiti cerebrali, come facciamo ad essere certi che stiamo esperendo
stimoli reali e non delle allucinazioni? Come possiamo dire cosa è reale?"


Alvin

unread,
Feb 6, 2020, 3:15:02 AM2/6/20
to
Il 03/02/2020 11:31, Larry ha scritto:

> stimoli reali e non delle allucinazioni? Come possiamo dire cosa è reale?"
>
>

Se si tratta di studio andiamo avanti a chiacchierare, ma se vuoi la
risposta basta che picchi un martello sul dito, ma forte!
Ti passa tutta la filosofia.

Larry

unread,
Feb 7, 2020, 2:25:02 AM2/7/20
to
In questo caso è dolore fisico; ma in ambito di studio come potrei
argomentare?

Alvin

unread,
Feb 7, 2020, 12:00:03 PM2/7/20
to
Il 06/02/2020 19:57, Larry ha scritto:

> In questo caso è dolore fisico; ma in ambito di studio come potrei
> argomentare?

Non so se sarebbe accetto come argomento, ma risulta evidente al
pensiero che l'uomo ha due dimensioni, una fisica (e reale) ed una che
trascende la realtà. Questa può muoversi in ogni direzione dello spazio
e del tempo, anche oltre la realtà, può immaginare l'infinito, ma solo
in uno stato di allucinazione può pensare di non dipendere dalla realtà
fisica.
Proviamo a non mangiare: è possibile che un pensiero dovuto ad
allucinazione termini di esistere perchè "crede" di dover morire di fame?
Bisognerebbe ammettere che l'allucinazione riesce a terminare se stessa
nella non esistenza.
Se anche fosse vero si tratterebbe di una vera forma di vita, con
nascita, crescita e morte; quindi non un sogno.

aska...@gmail.com

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Feb 8, 2020, 2:30:03 AM2/8/20
to
On Tuesday, February 4, 2020 at 7:20:02 AM UTC, Larry wrote:

> "Se le nostre esperienze fisiche e la nostra imagery usano gli stessi
> circuiti cerebrali, come facciamo ad essere certi che stiamo esperendo
> stimoli reali e non delle allucinazioni? Come possiamo dire cosa è reale?"



Hegel poneva un'equivalenza tra reale e razionale: ossia ciò che e' reale e' razionale, e ciò che e' razionale e' reale. E' un ragionamento controverso: di molti eventi della vita, specialmente quando infausti e inaspettati, se ne percepisce la realta' ma non la razionalità. Hegel giustificava queste irrazionalità con la "Divina Provvidenza", ma bisogna essere piuttosto superstiziosi per condividere questo ragionamento.




















Io purtroppo credo che sia impossibile discernere in maniera esatta tra reale ed irreale, perche' i sensi che abbiamo a disposizione sono insufficienti per descrivere senza ombra di dubbio cio' che ci circonda, ciò che ci impatta, ciò che ci attraversa. Mi spiego meglio: a mettere il dito in un bicchier d'acqua ci sembrera' poco viscoso, ma se fossimo delle dimensioni di un batterio, ogni molecola avrebbe per noi un peso enorme, e il problema di muoversi sarebbe molto molto diverso da come lo e' per le nostre dimensioni. Ma noi chi siamo? Ogni istante cellule del nostro corpo muoiono, e noi ne ignoriamo la morte. Ne nascono di nuove, Nel corso della vita siamo persone completamente diverse, ma proprio nel senso fisico del termine. Gli atomi che formano il nostro corpo sono riciclati anche da atomi di gente vissuta nel passato, e' molto probabile che abbiamo mangiato o respirato atomi che in passato sono stati parte del corpo di Napoleone o Giulio Cesare. Poi, con le nuove tecnologie, utilizziamo gli elettroni per tutto, queste particelle che viaggiano velocissime, ma per un elettrone accelerato il tempo passa molto lentamente. Ma senza considerare gli elettroni accelerati, anche soltanto per gli ioni di sodio e potassio nelle cellule il tempo scorre diversamente da quello che percepiamo noi seduti ad una scrivania o correndo a 300 km/h in moto. Ma anche le certezze più solide, quello che vediamo coi nostri occhi, la nostra "imagery", e' reale? Riusciamo a vedere solo una minima parte dello spettro elettromagnetico, e ciò che vediamo e' solo un riflesso distorto di una frazione infinitesimale della realta' che ci circonda, quello che percepiamo col tatto non e' realta' assoluta: e' relativo alla nostra dimensione. Per di più, il nostro corpo e' attraversati da fotoni, da neutrini, da particelle/onde, che sono in viaggio nel tempo, nello spazio, nell'universo, ed in chiesa' quante altre dimensioni di cui ne ignoriamo l'esistenza, e che interagiscono con le cellule del nostro corpo. Ma anche il nostro "surrounding", la terra su cui viviamo non e' altro che una grossa roccia con poli magnetici, costanti esplosioni nucleari al suo interno, e l'uomo e' riuscito a spingersi sulla luna, ma non a più di una dozzina di Km sotto terra. Quindi stiamo su questa roccia, di cui ipotizziamo soltanto il contenuto piu' profondo e non sappiamo come e quanto influenza la vita, sappiamo solo che sta roccia e' in un equilibrio instabile, e' sparata ad alta velocità nell'universo, senza sapere da dove esattamente stiamo venendo, dove stiamo andando, abbiamo una molto vaga idea di che zona stiamo attraversando in questo momento. Paradossalmente, la "Divina Provvidenza" e' probabilmente uno dei concetti più razionali che l'uomo s'e' dovuto inventare per colmare un vuoto di conoscenza incolmabile.


Quindi alla tua domanda "Come possiamo dire cosa è reale?", se uno ha una risposta certa, mente non sapendo di mentire. Volendo mentire, la risposta più intelligente e' in effetti quella di Hegel: "ciò che e' reale e' razionale, e ciò che e' razionale e' reale." Bon.
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