Il 11/04/20 13:54, Ezio ha scritto:
> Visto che l'interoception interessa il profondo legame mente-corpo, mi
> chiedevo se si fosse pronunciata su psicopatologie come la gastrite
> psicosomatica e, se sì, se mi potessi dare qualche riferimento da cui
> partire (link, libri, professionisti, etc.).
>
No, dell' interocezione mi interessa perchè una persona sta in una
postura invece che un' altra, perchè se si sdraia storto ritiene di
essere diritto, perchè cammina con i piedi in eversione ma pensa di
camminare bene, ecc.
Mi interessa la fascia e come ci si lavora, il Fascia Congress, Helene
Langevine, Bruno Bordoni, Robert Schleip, ecc. ecc... E di conseguenza
come insegnare il lavoro da fare agli allievi: embodiment prima di
tutto, poi mobilizzazione, joint release, deep tissue work..
Per la gastrite penso che sia farsi la domanda sul perchè non è stata
curata- non che simbologia ci sia dietro. La simbologia lasciamola a
Riza. I simboli sono come il sogno: ognuno gli dà il senso che nasce
dalla propria storia e dal proprio inconscio.
C'è un massaggio particolare che si chiama Chua k'a (liberazione delle
energie) e viene dalla Mongolia/Cina ma ancora forse più lontano, dagli
sciamani siberiani (che come si sa erano "medici" e "psichiatri" e non
maghi) Veniva praticato per sconfiggere le paure.
Lavorerebbe per mappe: per esempio per la tristezza e i dispiaceri
sentimentali si lavora sulle coste e le clavicole. Pare (Schleip) abbia
un corrispettivo occidentale, il Periostmassage.
Ma c'è una domanda a monte: le coste, le clavicole, hanno lo stesso
senso per un mongolo, un cinese, un siberiano, un indiano e per me e per
il mio vicino?
Che storia ho io o lui sul torace, che traumi, che eventi, che gestione
della personalità?
E dal lato anatomico: le vie interocettive permettono la comunicazione
fra il torace e l'amigdala ma se l'amigdala rielabora soggettivamente
cosa me ne faccio di una ricetta calata dall' alto?
Non esiste la tosse, esiste un paziente con la tosse.