Il 18/02/21 20:18, G S ha scritto:
> Da ignorante chiedo: è troppo tardi anche per impartire ad una paziente del genere delle tecniche di rilassamento?
si può provare, dipende dal livello culturale e di sensibilità. La
Montalcini capirebbe, mia zia no. Per dire.
>> a 90 anni se si è instaurato un meccanismo di compenso attraverso un sintomo, non è che lo cambi.
> Nel senso che c'è un limite "oggettivo" d'età oltre quello soggettivo per cambiare un tale meccanismo? Puoi approfondire?
Una volta si diceva che dopo i 25 anni non si cambiano i processi
mentali. Poi piano piano si è diventati elastici e anche a 40 è
visibilmente possibile una psicoterapia fruttuosa. Dopo però i processi
mentali si radicano anche perchè si usa l'esperienza per confermarsi.
Sempre con le eccezioni di cui su.
Dubito che dopo i 50-60 anni si possa essere incisivi, si possono
certamente modificare atteggiamenti e rendere la vita meno scomoda.
Tipicamente le crisi di panico forse passano con la terapia cognitiva (o
meglio, per me si spostano e al posto del panico viene l'orticaria..ma
questo è solo quello che penso io).
Invece se il sintomo è l' emerso di qualcosa di ben radicato ho dubbi
consistenti.
Come ho dubbi se è l'emerso di un ben giustificato. Per es. la tosse
come modo per dire "esisto", "abbiate cura di me", "non abbandonatemi",
"ho paura di morire", ecc. Tutte cose che possono essere ovvie in
rapporto alla propria situazione.
E più vai avanti con l'età meno incidi. Lì la "terapia" diventa
contenitiva, una parola diversa per dire consolatoria.
La religione in questo settore è stata geniale: spezzando l' esserci dal
non esserci ha promesso una vita futura conquistabile con la preghiera
che è una meditazione/rilassamento, un "lavoro" e un passatempo.