On Tue, 21 Dec 2021 11:09:32 +0100, Ki$$ <
ki...@sphinx.com> wrote:
>che sia alpha, beta, delta o omicron o altro....
>ma mettiamo che io tocco qualcosa di piccolo e in questo qualcosa ci sia il
>virus. Questo qualcosa ha una quantità infinitesimale di virus.
>poi mi metto il pollice in bocca
>da quel punto, nel tempo può un virus, da carica virale infinitesimamente
>piccola un po alla volta replicarsi e divenire altissima?
"Dipende". Il virus è un pacchettino di proteine e istruzioni genetiche: è
tipo una chiavetta USB. Prima di poter fare qualunque cosa, bisogna che si
inciuffi nell'apposito bùo.
La maggior parte dei "virioni" il bùo non lo trova: ogni particella virale
ha (dipende dal virus) una probabilità dello 0.0001% di arrivare mai sulla
superficie di una cellula ricettiva.
Ecco perché se la carica è abbastanza piccola non succede nulla. Se prendi
una calcolatrice, prendi 99.9999% (cioè, 0.999999), la tua probabilità che
non succeda niente, e la moltiplichi per se stessa tante volte quante sono
le particelle virali con cui vieni in contatto, prima che il risultato sia
sceso anche solo sotto al 99% devi moltiplicare TAAAANTE volte.
Certo, in uno sputazzo di virioni ce n'è di più di quelle tante volte. Per
cui, lo sputazzo ti frega.
Poi la cellula è circondata di difese, e lei stessa sa difendersi - almeno
entro certi limiti. Appena viene "conquistata", viene dato l'allarme. C'è,
quindi, una certa probabilità che nel tempo che la cellula inizia a creare
repliche del virus, arrivino le truppe cammellate del sistema immunitario,
e il loro livello di reazione si mantenga superiore al livello "offensivo"
del virus. Questo dipende da quanto è veloce il virus a replicarsi, quanto
è bravo in generale a non farsi inquadrare dal sistema immunitario, e pure
da quanto è efficiente, il sistema immunitario. Tre goccioline possono non
bastare a infettare te, e una sola può bastare a infettare me.
===
Una tecnica (rischiosa) di vaccinazione era in uso in tempi antichi presso
un popolo barbaro (o bèrbero?), e consisteva nel prendere il fluido dentro
le pustole di un ammalato e asciugarlo insieme alle crosticine tritate. La
polvere risultante veniva divisa in, diciamo, venti parti. Il primo giorno
se ne esponevano al sole diciannove, il secondo diciotto, poi diciassette,
sedici, eccetera. Il ventesimo giorno, prendevi la polvere che s'era fatta
venti giorni di sole, e la facevi sniffare al paziente. Se dopo tot giorni
(dipendeva dalla pazienza che uno aveva), non era successo nulla, sniffava
la polvere di diciannove. E così via, fino a sniffare la polvere del virus
che era sempre rimasto al fresco, al buio e all'asciutto.
La teoria era sorprendentemente simile a quella odierna: il contagio era -
fin lì c'erano arrivati! - trasportato dai fluidi impuri dei corpi malati,
ma il Sole purificatore li esorcizzava. Venendo a contatto coi djinn della
malattia, indeboliti dal Sole, il corpo imparava a combatterli, diventando
sempre più forte fino al momento in cui poteva sconfiggere i djinn robusti
appena sfornati dalla Gehenna. Naturalmente durante la vaccinazione dovevi
anche riposare, mangiare sano, meditare e pregare assai, così da essere in
grado di opporti alla mala genia di Ahriman.
Se poi ti beccavi il vaiolo voleva dire che non avevi abbastanza fede, e i
djinn impuri erano più forti di te, dannato miscredente ingrato :-)
Molto in teoria, se uno entra in contatto con una dose di Covid-19 debole,
si immunizza nello stesso modo. Il problema è che dosare precisamente tale
dose è completamente aleatorio e non saprai se sei immunizzato o no finché
non te lo becchi sul serio -- magari proprio durante l'"immunizzazione". E
se te lo becchi, ci sta che tu ci lasci la pelle.
Leonardo
--
"You all presumably know why" :-) :-(