La normativa propone come sovraccarico accidentale distribuito su un
solaio adibito a parcheggio 2,5 kN/mq. Tuttavia mi pare molto poca la
differenza rispetto al solaio di una civile abitazione che certo, ha i
mobili e tutto il resto ma non mi pare caricato come quello di un
parcheggio, se conto gli effetti dinamici poi...
E' davvero sufficiente il sovraccarico di norma per realizzare un
parcheggio? Quali altre specifiche e' meglio siano soddisfatte? (es.
doppia rete nella cartella superiore, etc.)
--
Ciao, Tigers
http://www.tigers.3000.it
http://www.go.to/tigers
Ma poi da' anche un buon carico concentrato, no?
Prova a pensarci: una berlina ha una massa al max di 2t, ripartite su
2.5x5.0m (dimensione standard degli spazi), quindi hai 1.6 kN/mq, quindi
meno di quanto prevede la normativa, senza considerare che in genere non
si parcheggia negli spazi di manovra, che quindi vengono sollecitati per
piccoli periodi di tempo. Invece in una casa per assurdo si potrebbe
tenere un party con una densita' di persone notevole e ben distribuita
(bagni esclusi :-)) ): considera che per avere 2.0 kN/mq devi avere poco
piu' di un paio di persone per mq...
Pero' la berlina scarica 5 kN concentrati su un'impronta circa 20x20 cm!
Quindi localmente e' questo il riferimento di progetto. Sulle travi,
invece, e' il 2.5 kN/mq che ti da' lo stress maggiore.
L'aumento del carico (da 1.6 a 2.5 kN/mq) probabilmente tiene conto
degli effetti dinamici e della presenza di carichi "eccezionali" (un
camion carico ad es., ma in genere non ce ne sono tantissimi se e' un
parcheggio per autovetture!)
Specifiche particolari per il parcheggio dipendono dalla struttura che
scegli. Ad es. con solai prefabbricati nervati ti consiglierei una cappa
(magati collaborante con la struttura) di almeno 10 cm con doppia
armatura (anche se valutando che i 10 cm diventano 7 per i tagli che
fanno sopra per le cavillature, forse 2 reti sono troppo vicine per
essere entrambe efficaci...), armatura da calcolare col carico
concentrato precedentemente detto, e un buon trattamento superficiale
antiolio, antiusura, ecc.. (ad es. con spolvero al quarzo e
verniciatura)
Ciao
--
Doc Hollywood
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Non penso mai al futuro, viene cosi' presto. (A.Einstein)
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Perfetto, grazie. Ora pero' scatta l'altra domanda: come tengo in conto
in fase di progetto del carico concentrato? (questo e' uno dei buchi
neri che mi sono rimasti dall'universita', dove molte cose vengono
trattate un po' al volo ma che poi ti tocca fare...)
Mi devi pero' spiegare che cosa hai sotto!
Hai un prefabbricato nervato o alveolare? O la struttura e' in opera?
Cmq e' il tipico problema del punzonamento. Posizioni il carico nel
punto piu' sfavorevole (in genere tradue travetti) e la soletta
superiore deve portare il carico concentrato sia a punzonamento, sia a
momento flettente e taglio (a trave, considerando un'apprpriata
larghezza di influenza).
Se vuoi possiamo fare un esempio pratico (considera sempre che io ho una
mia teoria, presa da alcuni autori, e magari e' diversa dalla tua, che
ne hai studiati altri).
Come ho detto non e' un caso reale, e' solo una domanda che mi sono
posto leggendo la norma, quindi non so cosa potrei avere sotto. Poniamo
pero' che mi trovi a dover fare un garage di una villetta con sotto un
altro piano. Poniamo quindi di usare un solaio in laterocemento. Come
procedo (a grandi linee, poii dettagli me li ricavo da solo).
tnx
Sostanzialmente proviamo a condurre la disceda del carico.
Anzitutto posizionamo il carico (che e' si concentrato, ma a questo
livello pssiamo metterlo su un'impronta 20x20 cm o anche di piu') fra
due travetti principali, quindi su una soletta di spessore s. Conducendo
una verifica a punzonamento (sull' EC2 e' ben spiegato) determino lo
spessore minimo s che mi serve, quindi ipotizzando una "minitrave" fra i
due travetti (semincastrata, in genere va piu' che bene) larga come il
carico (ma si puo' aggiungere anche lo spessore della soletta) determino
la rete o le reti de posizionare.
Un appunto: se vuoi raffinare la soluzione potresti spingere ad usare
l'analisi limite per risolvere la "minitrave". O addirittura il FEM
(tutto sommato e' un problema 2d, non 1d!)
Attento a considerare se il pavimento (quello che vedi) e' collaborante
o meno! Dipende chiaramente dal tipo di struttura e dalle relative fasi
lavorative. Nel prefabbricato e' collaborante, nel senso che si ancora
con i tegoli e la finitura superficiale e' quella definitiva, nelle
struttre in opera e' invece raro: in questo caso pero' lo strato
superficiale ti serve per allargare l'impronta...
Poi stai attento agli intagli che fanno per nascondere le cavillature:
io direi di non considerare proprio lo spessore dell'intaglio (se ad es.
s=10 cm e sai che l'intaglio e' in media meno di 3 cm considera uno
spessore di soli 7 cm)
Direi che cosi' puoi dire di avere ben verificato la soletta superiore.
Il travetto ha invece bisogno della doppia verifica, col carico
concentrato in mezzo o col carico distribuito sull'intera luce, ma penso
che questo sia abbastanza facile...
tnx, guardero l'EC2
>Doc Hollywood ha scritto, e io mi sento di rispondere:
>[snip]
>> Pero' la berlina scarica 5 kN concentrati su un'impronta circa 20x20
>> cm! Quindi localmente e' questo il riferimento di progetto. Sulle
>> travi, invece, e' il 2.5 kN/mq che ti da' lo stress maggiore.
>[snip]
>
>Perfetto, grazie. Ora pero' scatta l'altra domanda: come tengo in conto
>in fase di progetto del carico concentrato? (questo e' uno dei buchi
>neri che mi sono rimasti dall'universita', dove molte cose vengono
>trattate un po' al volo ma che poi ti tocca fare...)
In egnere si usa la teoria delle aree di influenza o delle Linee di
influenza per semplificare il problema.
Inq uesto modo si trova la posizione del carico concentrato piů
sfavorevole per l'elemento che stai progettando (a flessione).
Per il punzonamento, invece, si effettua la doppia proiezione.
Suppinendo un area di impronta di 20x20, ed una soletta di 30 cm, si
conta che l'imronta si diffondi a 45°, cosě si ottiene che sul piano
medio (15 cm sotto), si ottiene un impronta di 50x50, con goi spigoli
smussati di raggio 15cm.
Ora si fanno le verifiche a taglio sul perimetro di questo elemento.
Qualora l'are di impronta interseca un travetto si prende l'impronta
di larghezza massima tra i travetti (ipotizziamo 40 cm) e la lunghezza
corrente (50 cm).
Ma in questo penso che Doc Hollywood sappia dirti di piů, essendo
questo il suo pane quotidiano!
Saluti, Aniello
--
Aniello Annunziata
Content Director Manager
www.cadlandia.com
aniello.a...@cadlandia.com
Per rispondermi in privato, togli NOGARBAGE dall'indirizzo
In questo caso pero' e' banale porre il carico nelle condizioni
peggiori! (anche perche' non ricordo bene la teoria delle linee di
influenza... nasce dal TLV per le isostatiche, no?)
> Per il punzonamento, invece, si effettua la doppia proiezione.
> Suppinendo un area di impronta di 20x20, ed una soletta di 30 cm, si
> conta che l'imronta si diffondi a 45°, cosě si ottiene che sul piano
> medio (15 cm sotto), si ottiene un impronta di 50x50, con goi spigoli
> smussati di raggio 15cm.
> Ora si fanno le verifiche a taglio sul perimetro di questo elemento.
> Qualora l'are di impronta interseca un travetto si prende l'impronta
> di larghezza massima tra i travetti (ipotizziamo 40 cm) e la lunghezza
> corrente (50 cm).
L'EC2 permette un po' di piu' (31 gradi). Ma quello che piu' importa e'
poi determinare la resistenza a taglio lungo la linea, e qui sull'Ec2
c'e' la regoletta pratica (per quel che ricordo la teoria e' alquanto
noiosa, e poi alla fine si basa su considerazioni sperimentali).
Poi direi che il carico, nella verifica della soletta, non intersechera'
sicuramente le nervature, altrimenti queste avrebbero interassi ridicoli
(meno di 30 cm! contro i "normali" 50 cm) o sarebbero di dimensioni
notevoli.
Dimenticavamo un ulteriore caso, che capita alquanto di rado: la soletta
piena (capita quando hai grossi carichi concentrati che viaggiano
producendo forti vibrazioni, un caso limite insomma...). In questo caso,
oltre alla verifica a punzonamento del carico (che e' banale), occorre
modellare la piastra col FEM e farla risolvere ad un buon solutore, se
possibile in 3D (e ricordarsi delle vibrazioni e compagnia bella)
> Ma in questo penso che Doc Hollywood sappia dirti di piů, essendo
> questo il suo pane quotidiano!
Putroppo come prefabbricatore e' un problema che mi capita spesso
(solaio carrabile, o cmq per muletti, con tegoli "TT" e soletta
collaborante), ma che per fortuna ho risolto una volta per tutte e ora
campo di rendita! ;-))
>In questo caso pero' e' banale porre il carico nelle condizioni
>peggiori! (anche perche' non ricordo bene la teoria delle linee di
>influenza... nasce dal TLV per le isostatiche, no?)
Si, è un applicazione del Teorema del lavoro mutuo, applicazione del
PLVC.