Parla per te.
Ciao ... Dino
Rinaldini Guglielmo Maria Euge <guglielmo...@virgilio.it> wrote in
message 440a04e8$0$29733$4faf...@reader2.news.tin.it...
> Subject: 4 marzo: "San Nicola Calipari dei giudei"
> From: "Rinaldini Guglielmo Maria Euge"
> <guglielmo...@virgilio.it> Newsgroups:
> it.discussioni.giustizia,it.diritto,it.politica X-Newsreader:
> Microsoft Outlook Express 6.00.2900.2180
>
> Siamo al ridicolo
Confermo.
E' davvero ridicolo che tu posti lo sesso messaggio, consecutivamente,
per 3 volte nello stesso minuto, gMERda.
:-/
Il GecKo
--
Se gli USA non hanno preso Osama Bin Laden è colpa dei giornalisti,
per una fuga di notizie avvenuta nel 98 sulla caccia al telefono
satellitare del leader di Al Queida.
Indiziato il Washington Post, media della sinistra americana.
From: "Clas" <ea...@hortmail.com> Newsgroups: it.politica
Un fulgido esempio di giornalismo peracottaro
http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/030515/4et0b.tif
http://libero-
news.dnsalias.com/libero/LF_showArticle.jsp?idarticolo=64911083
>Siamo al ridicolo e al criminale: il 4 marzo verrŕ ricordata ogni anno come
>"giornata del Sismi" in ricordo di Nicola Calipari.
Il nazista Maria Eugenetic trova ridicolo celebrare un eroe italiano
ammazzato dagli americani e proprio oggi uno della Cia ha rivelato che
i cellulari in iraq sono tutti sotto controllo e servono da perfetti
localizzatori e quindi che Calipari era seguito metro per metro:
sapevano bene su chi sapravano.
e.
Leggete "L'amico degli amici" - tutte le prove che Dellutri č mafioso e fece da tramite per 30 anni tra Cosa Nostra e Berlusconi.
No parlo per quanto ho scritto
I ng servono a questo non a sfogare l'idiozia di un anonimo
Troll si scrive con due l e deriva da un entità elementale nordica.
Traditore è chi prende soldi da Saddam, chi cogestisce finti sequestri di
persona e fotte soldi allo Stato per spartirseli con terroristi sunniti.
I cellulari sono controllati infatti Calipari lo teneva spesso spento con la
pila staccata.
E' morto come muore uno che deve nascondere la droga al posto di blocco
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
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HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
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HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
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HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
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HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
qui mi hai proprio fatto ridere :P
>
>"?rnesto" <ernest...@libero.it> ha scritto nel messaggio
>news:lsfk02tdfdl1h6233...@4ax.com...
>> "Rinaldini Guglielmo Maria Euge" <guglielmo...@virgilio.it>
>> wrote:
>>
>>>Siamo al ridicolo e al criminale: il 4 marzo verrà ricordata ogni anno
>>>come
>>>"giornata del Sismi" in ricordo di Nicola Calipari.
>>
>> Il nazista Maria Eugenetic trova ridicolo celebrare un eroe italiano
>> ammazzato dagli americani e proprio oggi uno della Cia ha rivelato che
>> i cellulari in iraq sono tutti sotto controllo e servono da perfetti
>> localizzatori e quindi che Calipari era seguito metro per metro:
>> sapevano bene su chi sapravano.
>>
>> e.
>>
>> Leggete "L'amico degli amici" - tutte le prove che Dellutri è mafioso e
>> fece da tramite per 30 anni tra Cosa Nostra e Berlusconi.
>
>
>I cellulari sono controllati infatti Calipari lo teneva spesso spento con la
>pila staccata.
>E' morto come muore uno che deve nascondere la droga al posto di blocco
>
Il giudeo Cristo ti maledirebbe.
Il giudeo Marx ti considerebbe un sottosviluppato.
Il giudeo Einstein riderebbe di te che credi di essere un uomo.
Il giudeo Proust andrebbe alla ricerca del tuo tempo perduto.
Il giudeo Cervantes scriverebbe su di te Don Coglionotte,
il giudeo Oppenheimer ti inviterebbe a Los Alamos a fare da bersaglio,
il giudeo Von Neumann ti porterebbe a Hiroshima nel 1945,
la giude Maria madre di dio forse ti perdoneebbe e ricorderebbe ai 12
giudei apostoli e al giudeo suo figlio morto in croce (unico cristiano
mai esistito) che predicò: PERDONA COLORO CHE NON SANNO QUELLO CHE
FANNO".... sì, ma a coloro che NON SANNO QUELLO CHE SCRIVONO?
Forse basterebbe spiegare loro che non tutti gli ebrei sono "giudei"
come hanno imparato con le loro uniche due letture "I falsi protocolli
di Sion" e "Mein Kampf" di un imbianchino schizofrenico.
;-)))
>
>"napalm" <nap...@war.go> ha scritto nel messaggio
>news:440a0a53$0$29720$4faf...@reader2.news.tin.it...
>> Sei un un trol ed un traditore al servizio dello straniero.
>
>
>Troll si scrive con due l e deriva da un entità elementale nordica.
>Traditore è chi prende soldi da Saddam, chi cogestisce finti sequestri di
>persona e fotte soldi allo Stato per spartirseli con terroristi sunniti.
>
Povera Maria eugenetica! Fai concorrenza a Felice Mastronzo!
Intanto i cellulari di Calipari erano accesi e anzi stava parlandoci
dentro quando l'hanno ammazzato comem un cane e poi i traditori
saranno quelli che armarono Saddam contro gli iraniani fornendolo di
armi di distruzione di massa o no?
Magari anche quel Pallidone di fini con la kippah che durante la prima
guerra del golfo andò a portare la sua solidarietà al sanguinario
dittatore fascista SADDAM che aveva eliminato e ucciso tutti gli
iracheni comunisti in Iraq?
Chissà, povera Maria, chissà.... ;-)))
- 34
e
Sei un paranoico mitomane la cui ignoranza ci diverte tutti.
Intanto Cristo non era giudeo ma greco orientale.
La Grecia aveva un ruolo in Asia Minore e Nord Africa, lo stesso aggettivo
kreston da cui Cristo significa unto dal greco.
Marx è stato un povero cretino, la matrice ebraica dei pensatori citati al
piu' puo' far riflettere sui riflessi che la loro psiche ha nel non aver
riconosciuto il Messia e su di una sorta di materialismo superomista dal
sapore amaro che spesso si riscontra anche nei loro comici come Woody Allen.
Per il resto penso che tu debba farti curare perchè una persona normale a
fatti risponde argomentando.
Capisco che dico cose sgradevoli ma la verità è da preferirsi.
La nostra casta dominante ha deciso di fare di Calipari un santo per motivi
diversi.
Non lo è e non solo per i fatti detti, la gran parte affermati da gente di
sinistra e da suoi collaboratori, ma quel che è peggio è che l'Italia a
causa di Yalta, dei comunisti e di Cossiga è ricattata e ricattabile dai
terroristi sunniti, noi quelli li non li freghiamo.
Questo è gravissimo e se tu sei un coglione da non capirlo cazzi tuoi.
non ti preoccupare, "riflettere" non è il tuo campo:P
continua con le divertenti favolette che ti vengono meglio :))
pensa che per imparare a riflettere, si era iscritto al corso per diventare
specchio!
> La nostra casta dominante ha deciso di fare di Calipari un santo per
> motivi diversi.
santo è un po' forte. diciamo che
1) è l'unico italianoi morto in irak da eroe
2) è l'unico dipendente statale italiano che ha fatto qualcosa di utile in
irak
3) è stato massacrato dall'esercito neonazista che ha campi di
concentramento e si autoproclama democrazia
---ecco l'elenco di quelli che piacciono a Maria eugenitic----
MEMO:
il "panel" del nobile Marcello Dell'Utri si è arricchito di una nuova
condanna alla galera per "estorsione mafiosa" e nove anni di carcere
per collusione mafiosa nel fondare ... FORZA ITALIA e per esseer stato
per TRENTA ANNI il tramite tra mafia e Berlusconi!!!
Nella gara col nobile Previti il Dellutri resta tuttavia ancora
distanziato di quasi SEI ANNI DI GALERA, mentre il nobile
Berlusconi, prescrizioni a parte, è in posizione intermedia con circa
SEI ANNI DI GALERA (ma se Dellutri faceva da tramite con la mafia,
berlusconi che cazzo faceva???) ;-)
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1 -GIOVANNI ALEMANNO detto GIANNI
(postfascista di A.N.)
ministro delle Politiche Agricole, Indagato dal Tribunale dei ministri
per finanziamenti illeciti da
Calisto Tanzi alla sua rivista "Area".
E' il genero di PINO RAUTI, avendone
sposato la figlia. Fascista della seconda ora viene arrestato due
volte per le sue intemperanze di segretario nazionale del Fronte della
Gioventù. La prima il 20 .11.1981 a Roma, con l'accusa di aver
partecipato insieme ad altri 4 camerati all'aggressione di uno
studente di 23 anni: un pestaggio con tanto di spranghe ferro, costato
al giovane il ricovero in ospedale per 10 giorni.
Il secondo arresto risale al 29.5.1989, a Nettuno: l'aitante Alemanno
finisce in cella con altri 12 camerati per resistenza aggravata a
pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di
corteo ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti. L'allegro
squadrone era sceso in piazza per contestare l'allora presidente degli
USA, George Bush senior, in visita al cimitero di guerra americano!!!!
Una provocazione intollerabile per la giovane camicia nera, che
organizza subito un contro corteo riparatore.
"Per rappresentare" recita il comunicato "un monito per chi troppo
facilmente dimentica il nostro passato e offende la memoria di
migliaia di caduti che si sono battuti per la ignità della Patria,
mentre altri pensavano solo a guadagnarsi i favori dei vincitori!"
(ahahahahaah)))) Cioè un monito per chi, visitando un cimitero,
offendeva la memoria i caduti di Salò privilegiando quegli
opportunisti dei partigiani , noti servi degli AMERIKANI.
Di Gianni Alemanno si parla diffusamente nelle carte dell'inchiesta
palermitana "Nuovi sistemi criminali" (di cui la Procura ha appena
chiesto l'archiviazione) per via del suo ruolo in alcuni movimenti di
estrema destra di stampo "sudista", in parallelo con il boom della
Lega Nord.
Il 13.6.1991 Bossi partecipa a una manifestazione della Lega Sud
Sicilia e viene aspramente contestato dal Fronte della Gioventù
guidato da Alemanno.
Due anni dopo i due "fronti" fanno la pace... l'occasione - come
segnava il Sisde al ministero dell'Interno- è data da una
"manifestazione dell'ala rautiana del Fronte della Gioventù,
organizzata da Alemanno il 15.9.1993 ai Giardini di Castel
Sant'Angelo".
E' la "festa delle Comunità Nazionalpopolari", che si propone di
"gettare le basi per un fronte unico nazionalpopolare che convogli la
protesta del Sud". Partecipa fra gli altri, con uno suo stand, la lega
Nazionalpopolare di cui è fondatore e segretario l'estremista nero
STEFANO DELLE CHIAIE. Nel suo padiglione vengono avvistati Adriano
Tilgher e il prof. paolo Signorelli, ideologi dell'estremismo nero
passati di lì per una "breve visita".
La Lega Nord è presente con gli onorevole Irene Pivetti, Mario
Borghezio e Oreste Rossi. Un passo in avanti - secondo i Servizi -
verso "un accordo tra lega Nazionalpopolare e Lega Nord".
Una prospettiva che però nel MSI vede favorevole solo RAUTI, e infatti
"si parla di una sua possibile scissione".
Secondo gli investigatori sarebbe collegato a questo gruppo anche
Angelo Manna, ex-missino e fondatore del Fronte del Sud, uno dei tanti
movimenti separatisti siciliani nati nei primi anni Novanta e poi
confluiti nella lega Nazionalpopolare di DelleChiaie..
Ultima trovata dle picchiatore fascista strabico: una tassa sulle
bistecche! Non male per un governo di buffoni che prometteva un taglio
enorme delle tasse PER TUTTI!!!!! (adesso hanno tagliato di molto
quelle dei primi ventimila ricchi, a cui va un beneficio cumulativo di
4,8 miliardi di euro, agli altri, pochi euro ciascuno, solo 1,8
miliardi di eruo. Contemporaneamente in finanziaria sono previste
nuove tasse e imposte per ben 7,5 miliardi di euro, quindi pagheremo
alla fine 1,5 miliardi di euro in più, solo che ai ricchi hanno dato,
e ai meno ricchi no!)
Alemanno è ora accusato di corruzione da Callisto Tanzi per
Parmalat-Frescoblu.
2 -ARNOLDI GIANANTONIO
(deputato di Forza Italia)
Ex assistente del ministro Prandini(DC), è accusato per aver
falsificato le tessere del suo partito, di avere falsificato le firme
di presentazione per le liste del PS di DeMichelis travasandole da FI.
E' accusato di falso in bilancio e bancarotta con coinvolgimento di
extracomunitari.
3. BERLUSCONI SILVIO detto AL CAFONE
(presidente del Consiglio, deputato Forza Italia in Lombardia).
Riconosciuto colpevole di falsa testimonianza dalla Corte d'appello di
Venezia (reato amnistiato) e, dai giudici di Milano di corruzione
della Guardia di Finanza (reato prescritto in appello), di
finanziamenti illeciti a Craxi per 21 miliardi (reato prescritto in
appello, sentenza confermata in Cassazione), di reati fiscali
nell'acquisto dei terreni di Macherio (reato prescritto in primo
grado); imputato in due processi per falso in bilancio (uno per 6
miliardi di fondi neri, l'altro per 1500 miliardi)si è cambiato la
legge depenalizzando il proprio reato ma da Bruxelles arriva l'ordine
alla Magitratura di NON applicare l'infame legge in attesa di una
decisione comunitaria.
Implicato in due grossi processi per corruzione in atti giudiziari
(Sme-Ariosto e Lodo Mondadori) ha visto condannare a 11 anni di galera
il suo sicario corruttore Cesare Previti godendo lui di una
prescrizione che lo copre di merda e nel processo SME davanti a
un'altra richiesta di 11 anni per il sicario è corso in Parlamento a
farsi, cotto e mangiato, un lodo caldo: TUTTO FA LODO!
Decaduto il LODO è tornato sotto processo: per lo stesso processo il
suo sicario corruttore PREVITI si è beccato altri CINQUE ANNI DI
CARCERE (notate che Berlusconi aveva proposto questo delinquente come
MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA nel 1994!!!!)
Ma ora stanno approvando un decreto "salvapreviti", presto ne faranno
uno "salvapedofili" e poi candideranno Totò Riina...
Indagato a Caltanissetta per concorso nelle stragi di Capaci e via
d'Amelio (la Procura ha ottenuto l'archiviazione alla scadenza
dell'indagine con la motivazione che forse i picciotti pentiti si sono
confusi, sapendo che Berlusconi e Dell'utri erano in affari coi loro
boss han creduto che ciò che faceva comodo a Cosa Nostra facesse
comodo anche al nostro PdC...)
Anche imputato in Spagna per le frodi fiscali di Telecinco.
La Corte di Assise di Appello di Caltanissetta, nel condannare
all'ergastolo i killer di Falcone e Borsellino, sentenzia testualmente
che "Berlusconi Silvio e Dell'utri Marcello erano in cospicui affari,
almeno sul piano finanziario, con Cosa Nostra".
Recentemente è stato accusato dal vice di Provenzano di essere in
collusione diretta col boss dei boss.
Alla fine del 2005 la corte di assise di palermo ha condannato
Dell'Utri marcello a 9 anni di cracere per avere fatto da trimet tra
berlusconi e la mafia da 30 anni.
E' il primo indagato, nella storia d'Italia, a diventare presidente
del Consiglio.
RIASSUNTO:
È uscito indenne da una dozzina di processi, ma quasi mai per
innocenza.
Nell'ordine:
un'amnistia (falsa testimonianza sulla P2),
sei prescrizioni (due per corruzione giudiziaria nei casi
Mondadori e Squillante;
quattro per falso in bilancio, tutte propiziate dalla sua
"riforma" dei reati societari), un reato depenalizzato dal
suo stesso governo (falso in bilancio All Iberian),
un processo abolito dalla legge Pecorella (l'appello
Sme-Ariosto).
Assolto per insufficienza di prove in Cassazione nel
processo per le tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza
(comunque accertate: vedi condanne del manager Sciascia e
dei militari corrotti),
il premier ha ancora due processi in corso:
quello per i diritti Mediaset con le accuse di falso in
bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita (udienza
preliminare);
e quello per corruzione e concorso nella falsa testimonianza
di David Mills (indagine appena chiusa).
Ma è imputato anche in Spagna, per falso in bilancio e violazione
dell'antitrust nell'affare Telecinco.
4. BERRUTI Massimo Maria
(deputato Forza Italia in Lombardia).
Condannato a 8 mesi definitivi per favoreggiamento nel processo
Fininvest-Guardia di Finanza.
Ex ufficiale della Guardia di finanza, poi avvocato e consulente del
gruppo Fininvest, viene arrestato per corruzione (scandalo 1cornec)
nel 1985 e poi assolto. Di nuovo arrestato nel '94 per favoreggiamento
a Berlusconi nell'inchiesta Guardia di finanza, è stato, condannato in
primo grado a 16 mesi e in appello a 8. Nel '96 il Cavaliere, che lo
conobbe nel '79 durante la prima ispezione subita da una sua azienda,
l'ha portato con sè in Parlarnento, e nel 2001 di nuovo. Nei secoli
fedeli.
5. BIONDI Alfredo
(deputato Forza Italia in Lombardia).
Ha patteggiato 2 mesi per evasione fiscale su 1 miliardo di lire a
Genova (reato poi depenalizzato).
Avvocato, ex deputato liberale, ex ministro della Giustizia (storico,
nel '94, il suo decreto "salvaladri"), nel 1998 ha patteggiato a
Genova una pena di 2 mesi di arresto e 6 milioni di ammenda per frode
fiscale: non ha pagato le tasse su parcelle per quasi 1 miliardo.
Sentenza definitiva.
6 -BONSIGNORE VITO
(eletto in Calabria col Biancofiore)
condannato a 2 anni per corruzione
7-. BOSSI Umberto
(deputato Lega Nord in Lombardia. Ministro delle Riforme
Costituzionali con permesso di pulirsi il culo con l nostra
bandiera!).
Condannato a 8 mesi definitivi per finanziamento illecito
(maxitangente Enimont).
Segretario del Carroccio, è stato condannato in via definitiva dalla
Cassazione a 8 mesi per violazione della legge sul finanziamento
pubblico ai partiti (200 milioni da Carlo Sama, tangente Enimont). E
poi, nel '98, a 7 mesi (primo grado) per resistenza e oltraggio a
pubblico ufficiale, per gli scontri inscenati dai vertici leghisti
dinanzi alla sede milanese di via Bellerio all'arrivo della polizia
inviata per una perquisizione dal procuratore di Verona, Guido
Papalia. E ancora nel 2001 a Cantù, sempre in primo grado, a 1 anno e
4 mesi per vilipendio della bandiera (un giorno aveva rivelato che lui
il tricolore lo usava "per pulirmi il culo". Adesso i fascisti di An e
quelli di FI lo hanno autorizzato in Parlamento a continuare in questo
uso)
Bossi è poi indagato per attentato all'integrità dello Stato dalla
Procura di Verona, per le presunte attività illegali con tanto di armi
delle "camicie verdi": finora la Camera l'ha salvato, dal rinvio a
giudizio, dichiarandolo "insindacabile", ma il PM Papalia ha sollevato
conflitto di attribuzione dinanzi alla Consulta, che ora dovrà
decidere se autorizzare o no il processo.
(sommatoria della galera che dovrebbe scontare Bossi Umberto:
8 mesi + 8 mesi + 1 anno e 4 mesi + 7 mesi = 3 anni e 3 mesi di
boita!!! )
8- BRANCHER Aldo
(neodeputato Forza Italia in Veneto).
Ex prete, ex pubblicitario per "Famiglia Cristiana" e poi per
Publitalia, da vent'anni il braccio destro di Fedele Confalonieri alla
Fininvest, viene arrestato nell'inchiesta Mani pulite il 18 giugno '93
per corruzione: tangente di 300 milioni al ministro della Sanità
Francesco De Lorenzo per la pubbficità anti-Aids sulle tv del
Biscione.
Arrestato nel '93 per le mazzette Fininvest a Craxi, condannato in
primo e secondo grado a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio e
finanziamento illecito, s'è salvato in Cassazione (falso in bilancio
abolito dal suo governo, finanziamento prescritto). Ora è sospettato
di aver ricevuto soldi da Gianpiero Fiorani.
In cella non apre bocca, lo chiamano "il Greganti della Fininvest.
Condannato in appello a 2 anni e 8 mesi per falso in bilancio e
violazione della legge sul finanziamento dei partiti, è responsabile
di Forza Italia nel Nord Italia nonchè l'artefice del riaggancio di
Bossi al Polo.
9-. BRIGUGLIO Carmelo
(neodeputato An in Sicilia).
Consigliere regionale siciliano, è stato rinviato a giudizio nel 1999
per abuso d'ufficio, e truffa nell'inchiesta della Procura di Palermo
su presunti finanziamenti regionali indebiti a tre società "amiche"
per corsi di formazione professionale. Il processo è in corso. Intanto
Briguglio è diventato deputato.
10- BRUSCO Francesco
(neodeputato Ccd in Campania).
Salernitano, ex socialista, ex assessore provinciale ai Lavori
pubblici, arrestato nel '93 per irregolarità nel finanziamento di
progetti per l'occupazione quando era il sindaco di Vibonati
(Salerno), esce pulito, dall'inchiesta. Poi però viene rinviato a
giudizio (dibattimento in corso al Tribunale di Salerno) per abuso
d'ufficio a scopo patrimoniale negli appalti per i lavori di
prolungamento della tangenziale Est.
11- CALDEROLI Roberto
(deputato Lega Nord in Lombardia).
Segretario della Lega Lombarda, è stato condannato a Milano, nel 1998,
a 8 mesi di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale
per i fatti di via Bellerio; è indagato per lo stesso reato per gli
scontri con le forze dell'ordine a Brescia, durante la visita del
presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1997; e per
attentato all'integrità dello Stato nell'inchiesta di Verona sulle
camicie verdi.
Calderoli è sospettato anche di aver ricevuto denaro
da Fiorani.
12- CANTONI Giampiero
(neosenatore Forza Italia in Lombardia). Ex presidente della Banca
nazionale del Lavoro in quota Psi, inquisito e arrestato per
corruzione, bancarotta fraudolenta e altri reati, ha patteggiato pene
per circa 2 anni e risarcito 800 milioni.
13-. CAPARINI Davide
(deputato Lega Nord in Lombardia).
E' stato condannato a 8 mesi di carcere a Milano per resistenza e
oltraggio a pubblico ufficiale nei fatti di via Bellerio ed è indagato
per lo stesso reato per gli scontri di Brescia durante la visita di
Scalfaro.
14 - CESA LORENZO (UdC)
Arrestato nel '93 dopo un periodo di latitanza, viene condannato nel
2001 con l'ex ministro Gianni Prandini a 3 anni e 3 mesi per
corruzione: ha ammesso tangenti da centinaia di milioni per appalti
Anas. Ma nel 2003 la Corte d'appello di Roma annulla la condanna per
un vizio tecnico: il pm aveva svolto funzione di gup. Così scatta la
prescrizione.
14 bis - COLUCCI FRANCESCO
(deputato di FI -Sottosegretario )
Ex socialista, condannato per voto di scambio.
15- COMINCIOLI Romano
(neosenatore Forza Italia in Lombardia).
Già compagno di scuola di Berlusconi, viene imputato a Roma per i suoi
rapporti con la mafia e la banda della Magliana e poi assolto.
Latitante per settimane durante Mani pulite, essendo accusato di
banca- rotta fraudolenta, è oggi imputato nel processo di Milano per
le false fatture di Publitalia.
16-. CRAXI Vittorio detto Bobo
(deputato Nuovo Psi in Sicilia).
Scampato a Tangentopoli - anche se Chiesa dichiarò di avergli
finanziato le campagne elettorali e anche se Raggio ha rivelato che il
padre Bettino spendeva i soldi delle tangenti per affittargli una
villa a Saint-Tropez - il figlio, di Craxi è stato condannato nel 1999
dal Tribunale di Milano a 1 mese di reclusione e 20 milioni di
risarcimento per diffamazione aggravata ai danni del procuratore
generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli. In un'intervista del
1996 al "Corriere della sera", aveva affermato che Borrelli bussò alla
porta del Psi per diventare procuratore capo di Milano. Tutto falso.
Di lui Gianfranco Fini diceva: "Bobo Craxi è stato preso con le mani
nella marmellata". Ora sono, alleati. E siedono entrambi a
Montecitorio, tra i banchi della Casa delle Libertà.
17 - CUFFARO SALVATORE (UdC)
Imputato per favoreggiamento a Cosa Nostra, è accusato di aver
informato il boss Guttadauro e l'imprenditore colluso Aiello delle
indagini a loro carico.
17 bis - D'ALI' Antonio
(sottosegretario agli Interni)
è un personaggio di tutto rispetto. Senatore di Forza Italia eletto a
Trapani da tre legislature, in quella scorsa era addirittura
vicepresidente della commissione Finanze, e per un po' è stato pure
responsabile economico di Forza Italia. Famiglia ricca e potente,
proprietaria di saline, tenute agricole e sopratutto della Banca
Sicula. Lo zio, Antonio il Vecchio, amministratore delegato
dell'istituto deve lasciare la carica nel 1983: il suo nome risulta
nelle liste della loggia P2 (sì, nel 1983 non si sarebbe potuto da
piduisti diventare PdC)
Gli subentra il nipote e omonimo, Antonio jr.
Qualche anno dopo, il commissario di polizia Calogero Germanà ipotizza
che l'Istituto, (come la banca Rasini) venga usato per il riciclaggio
del denaro sporco di Cosa Nostra: non a caso - sostiene il
funzionario- il collegio dei sindaci è presieduto da Giuseppe
Provenzano, presidente della regione e soprattutto ex commercialista
dell'omonima famiglia Provenzano, quella del vecchio boss di Cosa
Nostra.
I sospetti scompaiono nel 1991 insieme alla banca Sicula, inglobata
dalla Comit, nel cui consiglio di amministrazione va così a sedere
Giacomo d'Alì, figlio di Antonio il Vecchio e cugino del senatore. Ma
la famiglia d'Alì è celebre a Trapani anche per aver dato per anni
lavoro e stipendio a vari rampolli delle famiglie mafiose dei Minore
e dei Messina denaro.
Francesco Messina denaro, storico boss di Trapani, è stato per decenni
il "fattore" dei d'Alì. Poi cedette il testimone - di capomafia e di
fattore- al figlio Matteo, che oggi, a 39 anni, è il nuovo numero uno
di Cosa Nostra, latitante, condannato per le stragi del 1992-93.
Sembra di leggere la storia del mafioso Vittorio Mangano, "fattore" di
villa Berlusconi dal 1973 al 1975. Alla Commissione parlamentare
Antimafia sono conservati i documenti che testimoniano il pagamento di
4 milioni nel 1991 dai d'Alì all'INPS come indennità di disoccupazione
di Matteo Messina Denaro, di professione "agricoltore".
Nelle carte dei giudici poi, le prove di una strana compravendita:
quella di una vasta tenuta in contrada Zangara (Castelvetrano) passata
dai d'Alì ai Messina Denaro, i quali però non hanno sborsato una lira.
Un gentile omaggio oppure un'estorsione? E nel secondo caso perché
nessuno l'ha mai denunciata? Oggi comunque quei terreni sono sotto
sequestro perché il vero proprietario è TOTO' RIINA, che usava Messina
Denaro come testa di legno per nascondere i suoi beni. (non male eh?)
Che fine han fatto i protagonisti della nostra storia?
Giuseppe Provenzano è stato appena eletto deputato di Forza Italia.
Il Commissario Germanà è stato trasferito altrove e ha pure subito un
attentato a Luca Bagarella in persona.
E Antonio d'Alì, come sottosegretario all'Interno, è ufficialmente un
suo superiore( potrebbe anche diventare presidente della commissione
sui pentiti (ahahaahh!) carica che spetta tradizionalmente a un
sottosegretario del Viminale; in alternativa c'è pronto l'avv.
Taormina(quello he vorrebbe arrestare i giudici di Milano!) che avendo
difeso fra gli altri Claudio Vitalone (omicidio Pecorelli, culo e
camicia con la banda della Magliana e braccio destro di Andreotti) e
il tenente Carmelo Canale, dei pentiti deve avere certamente un'ottima
opinione e soprattutto molto serena.)
18-. DEGENNARO Giuseppe
(senatore Forza Italia in Puglia).
Ex deputato Dc fino al '93, condannato nel 1997 a 1 anno e 4 mesi per
voto di scambio, ha poi strappato una prescrizione e s'è guadagnato il
sospirato ritorno in Parlamento grazie alla Casa delle Libertà.
19-. DELL'UTRI Marcello
(senatore Forza Italia in Lombardia).
RICONDANNATO a due anni di galera per ESTORSIONE MAFIOSA era già
PREGIUDICATO E CONDANNATO a Torino per frode fiscale e false fatture
(2 anni e 3 mesi definitivi patteggiati in Cassazione nel 1999, più
quattro piccoli patteggiamenti a Milano), sotto processo a Palermo per
concorso esterno in associazione mafiosa e imputato per calunnia
aggravata è stato CONDANNATO a NOVE ANNI DI CARCERE per avere fatto da
TRAMITE tra Cosa nostra e BERLUSCONI per 30 ANNI! Anche provato che ha
fobndato Forza Italia per favorire gli interessi di bernardo
Provenzano! E' il SELEZIONATORE dei nuovi picciotti di FI!
Imputato a Milano per estorsione aggravata e per i falsi in
bilancio e per altre false fatture di Publitalia; indagato a
Caltanissetta per le stragi del '92 (richiesta di archiviazione della
Procura con la motivazione cche essendo lui e il berlusconi in affari
coi boss di Cosa Nostra i pentiti possono avere pensato in buona fede
che la morte di Borsellino convenisse anche a loro...) e a Madrid per
le frodi fiscali di Telecinco. Eletto deputato nel '96 alla vigilia
della prima condanna, nel 2001 è asceso al Senato. "Per legittima
difesa", dice lui. Difesa dalla Giustizia e dalla Legge, s'intende.
Giuffrè, vice di Provenzano, lo accusa apertamente e ripetutamente di
essere il tramite tra Cosa Nostra e Berlusconi.
20 -. DEL PENNINO Antonio
(neosenatore Forza Italia in Lombardia).
Ex deputato repubblicano, più volte implicato in Tangentopoli, ha
patteggiato tre condanne per finanziamento illecito: 2 Mesi e 20
giorni per 10 milioni di tangente Enimont; 1 anno, 8 mesi e 20 giorni
per le mazzette della metropolitana Milanese; pochi mesi per i soldi
sotto- banco da Assolombarda. La Prescrizione I)ha invece salvato
dall'accusa di corruzione nel processo sulle bustarelle Atm. Quando
patteggiava a raffica, in cambio del via libera della Procura giurò:
"Abbandono per sempre la politica mi dedicherò esclusivamente
all'editoria". Poi ha cambiato idea.
21 - DEMICHELIS GIANNI
portatore d'acqua della CdL, segretario del nuovo PSI
Indimenticato ministro craxiano, ha lasciato alcune centinaia di
milioni da pagare all'hotel Plaza di Roma. Ha patteggiato a Venezia 1
anno e 6 mesi per corruzione (mazzette
autostradali del Veneto) e a Milano 6 mesi per finanziamento illecito
(tangente Enimont).
Indicato dal pentito AVOLA come un anello tra Cosa nostra e Craxi.
22- DE RIGO Walter
(neosenatore Forza Italia in Veneto).
Fino alle ultime elezioni era presidente degli industriali di Belluno.
Insieme al fratello Ennio possiede la Dierre (colosso
dell'occhialeria), la Surfrigo (industria del freddo) e qualche
albergo. Nel febbraio '93 patteggi6 1 anno e 4 mesi per una truffa ai
danni del ministero del Lavoro e della Cee, dai quali aveva ottenuto
474 milioni in cambio di falsi corsi di qualificazione professionale
per la sua azienda. Ora siede in Senato.
23- DRAGO Giuseppe
(neodeputato Ccd in Sicilia).
Ragusano, ex presidente della giunta regionale siciliana, è stato
rinviato a giudizio a Palermo, nel 1999, insieme all'altro ex
presidente, Giuseppe Provenzano (Forza Italia). Le accuse: peculato e
abuso d'ufficio, per l'utilizzo senza rendiconto di oltre mezzo
miliardo, di fondi riservati della Regione.
Condannato dal Tribunale di Palermo a 3 anni e 3 mesi per peculato e
abuso per aver svuotato nel '98, quand'era presidente della Regione
Sicilia, la cassa dei fondi riservati, portando via i 230 milioni di
lire ivi contenuti
24- FALLICA Giuseppe detto, Pippo
(neodeputato Forza Italia in Sicilia).
Commerciante palermitano, braccio destro del coordinatore regionale
forzista in Sicilia Gianfranco Miccichè, nel 1994 è stato condannato
dal Tribunale di Milano a 15 mesi per le false fatture di Publlitalia.
E subito promosso deputato nel collegio di Palermo Settecannoli.
25- FASANO Vincenzo
(neodeputato An in Campania).
Ex assessore regionale all'Istruzione, Cultura, Lavoro e Politiche
giovanili, e' imputato a Salerno per corruzione e abuso d'ufficio a
proposito di alcune speculazioni edilizie e commerciali nell'area di
sviluppo industriale salernitana. Nell'aprile 2001 il PM Filippo
Spiezia ha chiesto il suo rinvio a giudizio. Subito dopo Fasano
entrava a Montecitorio.
26 - FIRRARELLO Giuseppe
(senatore Forza Italia in Sicilia). Ex sindaco di Bronte (Catania) ex
assessore regionale Dc, ex senatore del Cdu, poi dell'Udr, poi
dell'Udeur, infine di Forza Italia: nel 1999 la Procura e il gip di
Catania - che lo considerano il nuovo Salvo Lima - chiedono a] Senato
di poterlo arrestare per associazione per delinquere, corruzione e
concorso esterno in associazione mafiosa. L'inchiesta riguarda una
brutta storia di tangenti e collusioni negli appalti per il nuovo
ospedale "Garibaldi" e di altre opere pubbliche. Il gip parla di
"inequivoche e non occasionali condotte criminose del Firrarello",
commesse "con particolare spregiudicatezza e pervicacia"; l'inchiesta
infatti "ha provato i suoi collegamenti con esponenti di vertice delle
famiglie di Cosa Nostra". Il Senato, come sempre, fa quadrato e
respinge l'arresto. Intanto, a Palermo, il senatore viene rinviato a
giudizio per abuso d'ufficio come ex assessore regionale: avrebbe
nominato i manager delle Usl in base alle tessere di partito. Quando i
magistrati lo definiscono "il nuovo Salvo Lima", Firrarello replica:
"E chi è Lima? So che è stato ucciso, ma non mi risulta che sia stato
mai giudicato da un tribunale. Subito ricandidato e rieletto.
27 - FLORESTA ILARIO
(deputato di FI)
Imprenditore telefonico. Due volte indagato e due volte prosciolto per
presunte relazioni telefoniche coi mafiosi.
28 - FORTE MICHELE
(Senatore del CCD)
Ex sindaco di Formia. Arrestato negli anno Ottanta e ancora in attesa
di giudizio definitivo.
29- FRIGERIO Gianstefano
(neodeputato Forza Italia in Puglia).
Ex segretario regionale della Dc lombarda, condannato tre volte in via
definitiva per un totale di oltre 5 anni di reclusione in tre processi
della Tangentopoli milanese, è un pluripregiudicato. 11 13 maggio 2001
era in attesa del "cumulo pena" da parte della Procura generale di
Milano, che doveva comunicargli quanti anni gli restavano, da
trascorrere in carcere. Nelle more, Berlusconi l'ha candidato alla
Camera, nel proporzionale. Previo maquillage sui manifesti per
renderlo irriconoscibile: una nuova regione (la Puglia), un nuovo nome
("Carlo" e niente foto (i candidati forzisti mostravano tutti lo
stesso volto: quello del Cavaliere). E' stato puntualmente eletto. Ma,
se la pena diventa esecutiva e supera i 3 anni, scattano le manette e
finisce nella giustissima cella che gli spetta.
Ma ci sta poco e i suoi picciotti riescono a farlo uscire e farlo
assegnare ai servizi sociali... sapete dove? Ma a MONTECITORIO
ovviamente!!! Perà solo 4 giorni al mese.... inquina troppo??
Con tutti gli altri pregiudicati e/o inquisiti... controllare per
credere all'incredibile...
Condannato definitivamente a oltre 6 anni a Milano per le tangenti
sulle discariche (3 anni e 9 mesi, corruzione) e per altri due
scandali di Tangentopoli (2 anni e 11 mesi per concussione,
corruzione, ricettazione e finanziamento illecito), è interdetto dal
diritto di voto attivo e passivo fino al 2009, ma alla Camera -dove
scontava la pena in affidamento ai servizi sociali- ha votato
regolarmente le leggi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
30 - GALVAGNO Giorgio
(neodeputato Forza Italia in Piemonte).
Ex sindaco socialista di Asti, arrestato nel 1994 per lo scandalo
della discarica di Vallemanina e Valleandona (smaltimento fuorilegge
di rifiuti tossici e nocivi in cambio di tangenti), nel 1996 ha
patteggiato 6 mesi e 26 giorni di carcere per inquinamento delle falde
acquifere, abuso e omissione di atti ufficio, falso ideologico,
delitti colposi contro la salute pubblica (per l'inquinamento delle
falde acquifere) e omessa denuncia dei responsabili della
Tangentopoli. Per il collegio di Asti, alle elezioni del 2001, era in
concorrenza con il capogruppo forzista al Comune, l'avvocato Alberto
Pasta, che al processo del '96 assisteva il comitato delle vittime
della discarica, come parte civile contro Galvagno. Ma, fra il
condannato e la parte civile, i vertici nazionali di Forza Italia non
hanno avuto dubbi: hanno scelto il condannato.
31 - GIANNI PIPPO
(deputato del CDU)
arrestato e condannato per tangenti a tre anni di galera. Ora è
coordinatore del CDU...
32 - GIRFATTI Franco Antonio
(neosenatore Forza Italia in Campania).
Casertano, ex Dc, ex assessore al Bilancio, ex vicepresidente della
giunta regionale della Campania, viene arrestato per ben due volte
(nel 1997 e nel '99) per gli scandali legati al crac della Banca
Massicana di Sessa Aurunca, di cui è direttore e amministratore. La
prima in- chiesta ipotizza il peculato pluriaggravato e continuato,
(poi derubricato in abuso). La seconda l'associazione per delinquere,
il falso in bilancio e la bancarotta per il crac di due società, dalle
quali Girfatti, insieme a due soci occulti, avrebbe sottratto diversi
miliardi. Nel 2001 viene promosso senatore.
33 - GIUDICE Gaspare
(deputato Forza Italia in Sicilia). Ha fatto credere di essere
laureato legge, ma non è vero.
I magistrati di Palermo lo considerano "a disposizione" del presunto
boss di Caccamo Giuseppe Panzeca (che lui stesso ammette di aver
incontrato). E nel 1998 chiedono alla Camera di poterlo arrestare.
Permesso prontamente negato dall'aula di Montecitorio. Segue, a scanso
di equivoci, immediata rielezione.
34 - GRILLO LUIGI
(Senatore di FI)
fu uno di quelli che passò col Berlusco dopo essere stato eletto nel
csx. E' accusato di truffa aggravata per l'Alta velocità
35 - JANNUZZI LINO
( deputato di FI)
cacciato da L'Espresso per i suoi insulti a Falcone, ha preso dei
soldi da Pippo Calò per scrivere un libro sulla mafia. Si è inventato
un incontro a Ginevra dei più grandi magistrati d'Europa: Baltazar
Garcon, la DelPonte, Borrelli e la Bocassini per poterli accusare di
complotto contro Berlusconi. Così fece anche con Falcone prima che
venisse ammazzato: sarà l'inizio di un'altra strage? FORZA MAFIA!
Pregiudicato alla galera con sentenza definitiva per DIFFAMAZIONE si
appella al diritto d'informazione... dovrebbe stare in cella ma...
perchè lui sì e tanti altri no? Tutti fuori: per loro l'indulto è
permanente... tutto fa lodo... Inoltre ha confessato di essere stato
per anni UNA SPIA DEL KGB e quindi un collaboratore del più grande
amico di Berlusconi, IL GENOCIDA PUTIN...
36 - ENRICO LA LOGGIA
(Forza Italia)
ex assessore DC a Palermo (giunta Orlando), poi senatore forzista, ora
ministro degli Affari regionali, guai giudiziari non ne ha mai avuti,
ma certe intercettazioni telefoniche "siciliane" che lo riguardano
sono tutt'altro che rassicuranti.
Sarà perché suo padre Giuseppe, agrigentino, capo di una dinastia di
avvocati DC, due volte presidente della Regione Sicilia e diverse
volte deputato, morto nel 1994, era il cognato dell'ex-ministro DC
Attilio Ruffini, più volte citato nelle inchieste di mafia. O sarà per
una certa sfortuna nelle amicizie.
Come quella che lo lega a Nino Mandalà, imprenditore di Villa Abate,
membro del coordinamento provinciale di FI, arrestato nel 1999 per
associazione mafiosa nell'inchiesta che riguarda pure il deputato
forzista Gaspare Giudice (per il quale la Camera, 2 anni fa, negò
l'autorizzazione all'arresto al GIP di Palermo).
Mandalà a Villa Abate è una potenza, economica e politica. E, secondo
gli inquirenti, gli capita spesso di chiacchierare a ruota libera con
gli uomini più vicini a Bernardo Provenzano.
Il 4.5.98, intercettato, Mandalà parla con Simone Castello, uno dei
colonnelli del boss dei boss. E gli racconta il suo ultimo burrascoso
incontro con Enrico LaLoggia.
Dice di averlo insultato e minacciato perché quello, dopo l'arresto di
suo figlio Nicola (coinvolto nelle indagini su alcuni omicidi) aveva
preso ad evitarlo, a fingere di non conoscerlo.
Lui invece si aspettava almeno un cenno di solidarietà in nome
dell'antica amicizia "un rapporto che risale alla notte dei tempi,
quando eravamo tutti e due piccoli".
Non solo: Mandalà e il padre di laLoggia erano stati "soci in affari"
in una società di brokeraggio assicurativo (la Broker Sicula), con
LaLoggia presidente e Mandalà amministratore delegato.
Senza contare che 3 anni prima LaLoggia, - è sempre Mandalà che parla-
gli aveva chiesto di procurare al responsabile legislativo di FI, on.
Renato Schifani (eletto a Corleone) una consulenza "a 54 milioni
l'anno" al comune di Villa Abate. -
I due si rivedono "in un congresso di FI, sette otto mesi dopo la
liberazione di mio figlio" riprende la telefonata intercettata col
boss mafioso e LaLoggia sarebbe andato incontro a Mandalà ma questi
l'avrebbe zittito e cacciato in malo modo:
"Senti, devi farmi una cortesia, pezzo di merda che sei, non ti devi
permettere di rivolgermi la parola".
E LaLoggia (sempre secondo la telefonata di Mandalà) :
"Ma Nino, è mai possibile che mi tratti così? I nostri rapporti...."
"Ma quali rapporti!"
A quel punto LaLoggia, allarmatissimo avrebbe invitato Mandalà a
proseguire l'incontro in privato, nel suo studio palermitano in via
"Duca della Verdura".
Un incontro di un'ora nel quale Mandalà minaccia di scoprire alcuni
altarini del senatore e della sua famiglia:
"Alla fine gli dissi: senti tu a me non mi devi cercare più! Devi
dimenticare che esisto... Siccome io sono mafioso, come tuo padre,
purtroppo, perché io con lui me ne andavo a cercargli i voti da
Turiddu Malta, il capomafia di Vallelunga... io posso sempre dire che
tuo padre era mafioso".
Continua la telefonata intercettata: - A quel punto LaLoggia si è
messo a piangere.
"Mi rovini... mi rovini..." piangeva ma non perché era mortificato,
ma per la paura.-
Castello a quel racconto sbotta:
"No, ma quant'è cretino".
E Mandalà :
" Vedi qaunt'è cornuto, minchia, ha pensato veramente che io lo
andavo arrovinare... Io volevo solo spaventarlo, impaurirlo, per
fargli male. "
LaLoggia nega quel vertice a quattr'occhi. con minacce e lacrime,
ammette solo di avere incontrato mandalà na un congresso di FI e di
avere brevemente parlato con lui dell'arresto di suo figlio.
In ogni caso Carabinieri osservano nei loro rapporti che Mandalà è
una figura centrale in Forza Italia siciliana: parla al telefono con
vari esponenti del partito del piduista berlusconi "con parole e toni
che lasciano chiaramente intendere una sua non giustificata - o forse
sì?- autorità nei confronti degli stessi " (da verbale)
Altre telefonate imbarazzanti sono quelle di un quasi omonimo di
Mandalà, il ragionier Pino Mandalari., gran maestro massone che,
secondo gli inquirenti era il commercialista di fiducia di Salvatore
Riina, nonché presidente della Ri.Sa, la Riina Salvatore srl.
Telefonate intercettate alla vigilia delle elezioni del 27 marzo del
1994: il 17.3.1994 il Mandalari telefona al numero privato di Enrico
LaLoggia chiedendo di "Enrico", però assente, pregando di essere
richiamato.
Il 19.3.1994 dà indicazioni di voto a un mafioso "Tutti per Forza
Italia nella terza scheda... Bisogna vedere il candidato nel
collegio...LaLoggia è il nostro...apporti ottimi, ci siamo incontrati
qua con laLoggia per una riunione..."
LaLoggia smentisce di avere mai conosciuto Mandalari e gli dà del
"millantatore e persona poco raccomandabile". Mandalari gli fa
rispondere da un avvocato in maniera quanto mai sibillina:
"Mandalari pretende scuse pubbliche dal senatore Laloggia che dovrebbe
ringraziarlo per avergli dato il suo voto e aver avuto fiducia in lui
come politico: tutto questo SENZA CONOSCERLO..." (ahahhahh)
Ora è anche accusato da Callisto Tanzi di corruzione per il caso
PARMALAT-FRESCOBLU.
37 - LA MALFA Giorgio -pirla-
(deputato Pri in Emilia-Romagna).
Segretario del Partito repubblicano! 6 un pregiudicato per
finanziamento illecito ai partiti (condanna definitiva a 6 mesi di
reclusione per 300 milioni di tangente Enimont). Si è salvato grazie
alla prescrizione a Napoli nel processo che lo vedeva imputato per
aver incassato 300 milioni di finanziamenti illeciti dall'ex
componente del Cip Farmaci Piercarlo, Muzzio. Ed è stato rinviato a
giudizio per i finanziamenti illeciti dall'Assolombarda (il processo
langue in lista d'attesa presso la Pretura di Milano dal 1996, ormai
prescritto).
E' tornato in Parlamento grazie al passaggio dall'Ulivo alla Casa
delle Libertà, giusto in tempo per le elezioni del 2001...
Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti da Parmalat in
cambio di presunte "consulenze".
38 - LOMBARDO RAFFAELE
( deputato FI)
Due volte in mamette, poi rilasciato perchè le tangenti sono passate
come "finanziamento illecito ai partiti". Torna per rifinanziare come
sa fare lui...
39 - LO PORTO GUIDO
(deputato di AN)
Condannato a 16 mesi di galera nel 1969 per possesso di armi da guerra
in macchina, con Pierluigi Concutelli di ordine Nuovo, quelli che
hanno messo le bombe in giro per l'Italia.
40 - LUPI MAURIZIO
(deputato di FI)
Indagato a Milano per abuso di ufficio e truffa nella sua qualità di
assessore comunale.
40 bis -MANNINO CALOGERO (UdC)
Condannato in appello a Palermo per concorso esterno in associazione
mafiosa. Poi la Cassazione ha annullato la sentenza per difetto di
motivazione e ha disposto un nuovo appello. Mannino però ha invocato
la legge Pecorella, che abolisce l'appello in caso di proscioglimento.
41- MARONE Riccardo
(neodeputato Ds in Campania).
Avvocato napoletano, vicesindaco nell'ultima giunta Bassolino,
sindaco, pro tempore nel 2000, inquisito, e prosciolto dal gip
nell'inchiesta sui Buoni comunali (abuso d'ufficio) è sotto inchiesta
per falso in atto pubblico e abuso d'ufficio nello scandalo degli
autoparchi che custodiscono le auto rimosse per divieto di sosta, che
avrebbero, danneggiato, le casse comunali a vantaggio di alcune
società. E 10 maggio 2001 H gip l'ha interdetto da ogni incarico,
pubblico, politico e amministrativo. Lui, tre giorni dopo, è stato
eletto deputato.
42 - MARONI Roberto
(deputato Lega Nord in Lombardia).
E numero, due del Carroccio, già capo del sedicente "governo della
Padania", e stato condannato a 8 mesi per resistenza e oltraggio a
pubblico, ufficiale per i fatti di via Bellerio, ed è indagato a
Verona per attentato all' integrità dello Stato, nell'inchiesta sulle
camicie verdi (anche lui in attesa che la Corte costituzionale decida
se è "insindacabile" o processabile).
42 bis - MARTINAT UGO (AN)
Viceministro delle Infrastrutture, è indagato a Torino per turbativa
d'asta e abuso in appalto per le Olimpiadi di Torino e in un altro per
il Tav in Valsusa.
42 tris - MATTEOLI ALTIERO (AN)
Il ministro dell'Ambiente è indagato a Genova per rivelazione di
segreto e favoreggiamento nei confronti dell'ex prefetto di Livorno:
lo avrebbe avvertito delle indagini a suo carico sugli abusi edilizi
all'isola d'Elba.
43 - MAURO Giovanni
(neodeputato Forza Italia in Sicilia).
Presidente della Provincia di Ragusa, arrestato per due mesi nel 1998
(e dunque costretto alle dimissioni), 6 stato rinviato a giudizio due
volte. Il primo processo è per associazione per delinquere finalizzata
alla corruzione e corruzione semplice, con l'accusa di aver intascato
tangenti dai tecnici dell'ente pubblico in cambio di lucrosi incarichi
professionali; in pi6 gli viene contestata la bancarotta fraudolenta,
per il falli- mento di una società di cui era amministratore unico.
Nel secondo processo Mauro deve rispondere di essersi raddoppiato
l'indennità di carica con un trucco: lo stesso giorno in cui si
insedi6 alla Provincia si fece assumere da una società privata, senza
altri dipendenti e mal entrata in attività, ottenendo cosi la doppia
indennità. Ora, oltreché imputato, è pure deputato.
44 - ANTONIO MARTINO
(ministro della Difesa)
economista, deputato forzista eletto in Sicilia al proporzionale, già
ministro degli Esteri nel Berluskatz 1°, ora "declassato" alla Difesa,
straccia un altro tabù: mai, finora, un "piduista" aveva retto il
ministero delle Forze Armate. nemmeno negli anni d'oro della loggia
del poco venerabile Licio Gelli. Il nome di Antonio Martino compariva
nelle liste P2 scoperte a Castiglion Fibocchi nel 1981: fra coloro che
avevano inoltrato a Gelli regolare domanda di iscrizione ma non c'era
stato il tempo di perfezionarla (erano arrivati prima i giudici).
martino ha sempre negato di aver presentato quella richiesta ma nelle
carte del poco Venerabile fu ritrovata la sua domanda con tanto di
firma e data :6 luglio 1980 e la Commissione Anselmi raccolse la
testimonianza del "fratello" massone che l'aveva "presentato" alla pia
confraternita dei ladroni e degli assassini: un certo Giuseppe Donato
strettissimo collaboratore di Gelli-
(il papà di Antonio si rivolta nella tomba...)
45 - MICCICHE' Gianfranco
(Coordinatore di Forza Italia- sottosegretario)
figlio del banchiere Gerlando (vicedirettore generale del banco di
Sicilia), già braccio destra di Dell'Utri in Publitalia, e è il nuovo
viceministro dell'Economia e delle finanze, nonché il coordinatore di
Forza Italia in Sicilia.
Le intercettazioni si sprecano anche sul suo conto.
Nel novembre scorso vengono arrestati tra Terrasini e Cinisi quattro
colonnelli di Provenzano. Uno di questi è Giuseppe Leone, presunto
capomafia di Carini (comune a due passi da Cinisi) intercettato a
lungo dai ROS per conto delle procure i palermo e Caltanissetta.
Secondo Leone, Miccichè avrebbe una vecchia amicizia con il presunto
boss di Terrasini, Salvatore d'Anna.
Leone lo racconta in automobile al suo braccio destro. Non solo, il
primo aprile 1993, in un villino di santa Flavia, vicino a Palermo, il
vertice di Cosa Nostra - messina denaro, Leoluca Bagarella e Giuseppe
Graviano - si riunisce per deliberare le stragi di Firenzee, Milano e
Roma. Il villino è di proprietà di Giuseppe Vasile, figlio del vecchio
capomafia di Brancaccio, già condannato per favoreggiamento nei
confronti dei fratelli Graviano (i nuovi boss di Brancaccio), molto
amico di Guglielmo Miccichè, fratello di Gianfranco, i due sono
accomumati dalla passione per le corse in auto.
Il pentito Fulvio Cannella parla, a questo proposito, di una
"movimentazione di capitali destinata a finanziare l'organizzazione
Cosa Nostra nel 1993".
Il 12 maggio 1993, 48 ore prima dell'attentato a Maurizio Costanzo in
via fauro, avviene un fatto strano: Vasile e il suo amico Agostino
Imperatore entrano nell'agenzia n. 27 del Banco di Sicilia, diretta da
Guglielmo Miccichè, e gli chiedono di cambiare 25 milioni in contanti
in assegni circolari. Gli assegni verranno poi utilizzati per tentare
di affittare una villa in Versilia, per ospitare sotto falso nome tre
latitanti: i fratelli Graviano e Messina Denaro.
L'operazione immobiliare è gestita dall'imprenditore milanese Enrico
Tosonotti, amico di Vasile Imperatore, l'uomo che secondo il
settimanale Sette avrebbe presentato a Marcello dell'Utri la futura
moglie Miranda.
A fine 1994, dopo le stragi, nei giorni della caduta del governo
Berlusconi, Tosonotti incontra Miccichè per tentare di fare ottenenere
a un amico "l'iscrizione all'albo dei fornitori del Ministero dei
Trasporti", come ha ammesso lo stesso Miccichè (a quell'epoca
sottosegretario uscente ai Trasporti).
Tosonotti e Imperatore finiscono sotto inchiesta a Firenze per
favoreggiamento ai Graviano nella strage del 1993.
Di Miccichè parla anche Lorenzo Rossano, un imprenditore in cattive
acque, già fondatore di un club di Forza Italia: "ricordo di aver
capito il peso del personaggio Miccichè dalla deferenza con cui veniva
trattato da persone del calibro di Franco Madonìa, Onofrio Greco,
Bino Catania (...) personaggi di calibro mafioso (...). Circa il
Miccichè ricordo che Pino Mandalari non lo considerava granchè e
diceva testualmente ' è stato voluto da personaggi importanti ma non
vale niente'. Quando dico ?personaggi importanti' mi riferisco a
personaggi di spessore mafioso".
Anche su queste deposizioni, che risalgono al 1996 e sono inserite nel
processo dell'Utri, la procura di Palermo sta indagando. Anche se
Miccichè non risulterebbe, al momento, iscritto nel registro egli
indagati.
Ma di Miccichè parla anche Miccichè medesimo: quando il PM di Palermo
gli domanda se abbia mai incontrato personaggi poi risultati mafiosi ,
si ricorda di un vecchio pranzo con uno dei Madonìa, poi arrestato per
associazione mafiosa nel 1996.
Usa un certo Martello per farsi portare la cocaina al ministero: lo
spacciatore ha sempre il "passi" della sua segreteria!
ULTIMISSIME: Scandalo in PArlamento! Miccichè è stato regsitrato
mentre parlava al telefono con un socio di Totò Riina , certo
FECAROTTA, che gli chiedeva agevolazioni epr un conto in banca su cui
sarebbero poi affluiti i soldi degli appalti. Lo scandalo però, tra
questo branco di pregiudicati e inquisiti non sta nel fartto cyhe il
asottosegeretario stesse al telfono con un boss di mafia, ma nel fatto
che i magistrati lo abbiano INTERCETTATO!!!! Ovviamente le forze
del'ordine stavanbo intercettando il capo nmafia e si son trovati....
Miccichè!
Sfortunato nelle amicizie anche lui come Berlusconi, come Pisanu, come
d'Alì, come LaLoggia, come Alemanno... tutti al governo!!!!
46 - MORMINO NINO
( deputato di FI)
Eletto a Cefalù. Indagato per contatti mafiosi da molti pentiti, che
poi, hanno ritrattato...
Giuffrè il vice di Provenzano lo accusa riupetutamente di essere "in
mano" a Cosa Nostra. Sapete dov'era finito il nobile Mormino? Alla
Commissione Giustizia!!! Sì, sì, non scherzo, alla Commisisone
Giustizia!!!! Del resto se Berlusconi è capo del Governo, eh?
(WARNING: A differenza del capataz piduista l' onorevole Mormino non
ha chiesto l' immunità che la sua carica di deputato gli garantisce,
inoltre si è messo a disposizione dei magistrati. Visto mai che sia
innocente davvero?)
47 - NESPOLI Vincenzo
(deputato An in Campania).
Già presidente del consiglio comunale di Afragola, fu costretto a
dimettersi nel 1999 perch6 coinvolto in un'inchiesta su presunte
pressioni indebite per favorire l'assunzione di 250 persone alla nuova
Ipercoop della zona. Nel maggio del 2000 è stato rinviato a giudizio
per concussione. Nel maggio del 20016 divenuto deputato.
48 - PAGLIARINI Giancarlo
(senatore Lega Nord in Lombardia).
Anche lui, come Bossi e Maroni, attende notizie dalla Consulta sul
conflitto di attribuzioni sollevato dalla Procura di Verona contro la
Camera, che ha dichiarato "insindacabili" i vertici del Carroccio,
indagati per "attentato all'integrità dello Stato" per la presunta
attività fuorilegge delle camicie verdi.
49 - PAOLONE Benito
(deputato An in Sicilia).
Coinvolto nell'inchiesta sulla società mista regionale Sirap e sui
finanziamenti illeciti del costruttore Filippo Salamone a vari
politici, ne è uscito prima del processo grazie all'amnistia.
50 - PESCANTE Mario
(neodeputato Forza Italia nel Lazio).
Ex presidente del Coni, dovette dimettersi nel '98 per lo scandalo del
laboratorio antidoping dell'Acquacetosa, specializzato nel nascondere
il doping dei calciatori. Prosciolto dalla magistratura ordinaria e
severamente censurato dalla commissione ministeriale presieduta da
Carlo Federico Grosso, Pescante è stato più volte indagato per la sua
attività ai vertici dell'ente nazionale sportivo: per la
ristrutturazione dello stadio Olimpico (prosciogli- mento), per i
finanziamenti al centro sportivo "Fiamma" dirottati all'Asi, vicino ad
An (rinvio a giudizio per abuso d'ufficio), per i presunti danni
erariali provocati dalla rimozione del manto erboso dell'olimpico
(indagine per truffa), e soprattutto per la presunta "banda del doping
di Stato" - eritropoietina e affini - che avrebbe ruotato intorno al
professor Francesco Conconi di Ferrara per alterare le prestazioni di
centinaia di campioni sportivi italiani, ovviamente con finanziamenti
del Coni (indagine per associazione per delinquere, frode sportiva,
abuso d'ufficio, peculato e truffa, con richiesta di archiviazione per
Pescante). Forza Italia se l'è subito assicurato. "Il doping - ha
annunciato Berlusconi - è uno scandalo montato dalla sinistra. La
legge che criminalizza gli sportivi dev'essere rivista".
51 -PISANU Giuseppe detto BEPPE
(ministro degli Interni)
deputato dal 1972, prima nella DC e poi in F.I., già capo gruppo
forzista della Camera, candidato al minstero dell'Interno e poi
dirottato all'ultimo momento sulla neonata poltrona del "Attuazione
del programma di Governo" (sic!) è un altro che gli ambienti piduisti
li ha conosciuti bene, tanto che, nella vita precedente, quando non
era ancora anticomunista portava la borsa a Benito Zaccagnini
(Sinistra DC), fu travolto da uno scandalo per i suoi rapporti con il
banchiere bancarottiere e piduista Roberto Calvi, presidente del banco
Ambrosiano, con il Gran Maestro della massoneria Armando Corono e con
il faccendiere Flavio Carboni, plurinquisito, pluriarrestato, legato a
varie esponenti della banda della Magliana.
Sassarese, ex amico del cuore di Francesco Cossiga, già capo della
segreteria Zaccagnini negli anno del compromesso storico DC-PCI,
Pisanu diventa sottosegretario al tesoro e alla Difesa in vari
governi. Ma ai tempi di Fanfani V (1983), saltano fuori le sue
"liasons dangereuses" con alcuni imbarazzanti compagni di vacanze in
barca: Flavio Carboni e Silvio Berlusconi !
Tutto comincia nell'estate del 1980, quando il Berluskatz e Flavio
brigano per regalare a Porto Rotondo una bella colata di cemento
(progetto "Olbia 2"). Carboni , ospita Pisanu e Berluskatz, sulla sua
"Punto Rosso", una tinozza di 22 metri!!!
L'estate seguente, Beppe fa un'altra conquista: veleggia, sempre sulla
barca di Carboni, al largo della Costa Smeralda ma stavolta a bordo
c'è pure il bancarottiere Calvi, fresco di condanna, in libertà
provvisoria. Memorabile la testimonianza di Pisanu davanti al PM
milanese Pier Luigi Dell'Osso che indaga sul crac ambrosiano e lo
interroga per SEI ORE l'11 settembre 1982 (mentre Carboni si trova in
carcere da qualche giorno a Milano perchè coinvolto nelle indagini
sulla fuga e sulla morte di Calvi): Carboni -spiega Pisanu- era "un
interlocutore valido per le forze politiche richiamantesi alla
ispirazione cattolica " (ahahahah!!!).
Insomma, il pio terzetto non discuteva di affari ma di teologia e
mariologia....
"Carboni", prosegue Pisanu, riuscendo a restare serio "mi disse che il
Berlusconi aveva interesse a espandere Canale 5 in Sardegna, tal che
lo stesso Carboni si stava interessando per rilevare a tal fine la più
importante rete TV sarda, Videolina (quella fondata dal discusso
finanziere Niki Grauso). Non solo: "il Carboni mi disse di essere in
affari col signor Berlusconi anche con riguardo a un grosso progetto
edilizio di tipo turistico denominato 'Olbia 2'. Fin dall'inizio
ritenni di seguire gli sviluppi delle varie attività di Carboni,
trattandosi di un sardo che intendeva operare in Sardegna".
Il pio sodalizio Carboni-Pisanu si estende poi miracolosamente
all'affaire Ambrosiano. Il sottosegretario al Tesoro portato
dall'amico Flavio incontra Calvi per ben 4 volte, e subito dopo l'8
giugno 1982, risponde alla Camera alle allarmate interrogazioni delle
opposizioni sul colossale buco dell'Ambrosiano, aggravato dai debiti
miliardari del Banco Andino. Niente paura - rassicura Pisanu - è tutto
sotto controllo! Nessun allarme: "Le indagini esperite all'estero
sull'Ambrosiano non hanno dato alcun esito".
La sera dopo, 9 giugno, Pisanu è di nuovo a cena con Carboni: pare
che il tema della serata sia la nomina a nuovo procuratore Generale di
milano di un "amico", il giudice Consoli, presente al convivio.
L'indomani, 10 giugno, Calvi fugge dall'Italia per finire come
sappiamo, impiccato sotto il Ponte dei farti neri a Londra!
Nove giorni dopo, il Governo dichiara insolvente l'Ambrosiano,
mettendo sul lastrico migliaia di risparmiatori. Pochi mesi dopo sia
l'Ambrosiano sia l'Andino fanno bancarotta.
Racconterà Angelo Rizzoli alla Commissione Parlamentare di inchiesta
sulla P2: "a proposito dell'Andino, Calvi disse a me e a Tassa Din che
il discorso ell'on. pisanu in Parlamento l'aveva fatto fare lui.
Qualcuno mi ha detto che per quel discorso Pisanu avva preso 800
milioni da Flavio Carboni". Accua mai dimostrata, anche se il
portaborse di Calvi, Emilio Pellicani, dirà all'Espresso che Calvi
aveva stanziato - per "comprare" il proprio salvataggio 100 miliardi,
dei quali "poche decine di milioni" sarebbero finite anche nelle
tasche di Pisanu, tramite Carboni". e aggiunge che Pisanu si interessò
attivamente del progetto di cessione del Corriere della sera da parte
di Calvi, tentando di pilotare l'operazione "in favore
dell'on.Piccoli".
Cioè di garantire una sorta di controllo DC sul primo quotidiano
d'Italia. Pisanu smentisce e querela Pellicani. Memorabili gli
attacchi che gli sferrano in quel periodo i due membri più battaglieri
della Commissione P2: il missino Mirko Tremaglia e il radicale Massimo
Teodori.
Tremaglia denuncia "l'assalto partitocratico" al Corriere della Sera
tramite manovre che di volta in volta sono passate attraverso
Andreotti, Bagnasco, Pisanu, carboni o Rizzoli". E quanto
all'Ambrosiano appena dichiarato inssolvente, punta il dito sulle
"gravissime responsabilità degli organi di Governo", compreso "il
sottosegretario Pisanu, amico non per caso di Carboni, che aveva
dichiarato alla Camera che nulla era emerso ddi irregolare
nell'Ambrosiano(!!!). Se nonchè esattamente 9 giorni dopo il Tesoro
dispose lo scioglimento degli organi amministrativi dell'Ambrosiano.
E Teodori : "alcuni fatti sono incontrovertibili: i rapporti
strettissimi e continuativi tra Pisanu e Carboni; i rapporti di Pisanu
con Calvi tramite Carboni, i rapporti di Pisanu con Calvi e Carboni
per la sistemazione del Corriere della Sera; i rapporti di Pisanu con
Calvi e Carboni quando, sottosegretario al Tesoro, il ministero
prendeva importanti decisioni sull'Ambrosiano; il sottogretario
rispose per due volte alla Camera sulla questione Ambrosiano". Poi, il
19.1.1983 aggiunge "il sottosegretario Pisanu deve dimettersi: se c'è
ancora un minimo di moralità (ahahahaahah!!!) è inconcepibile che l'on
Pisanu RESTI AL GOVERNO (ahahahaah!!!!).
"Non mi dimetterò su richiesta di Teodori", schiuma Pisanu. Poi però
cambia idea, o gliela fanno cambiare: 2 giorni dopo il 21 gennaio si
dimette da sottosegretario "per consentire il chiarimento della mia
posizione senza condizionamenti legati all'incarico di governo
ricoperto" (ahahahah).... ma il ssuo caso continuerà ad arroventare la
Commissione P2 nei mesi avvenire.
In febbraio Teodori torna a denunciare "l'arroganza socialista e
democristiana che vuole affossare la commissione dd'inchiesta e
pretene una condizione di speciale intoccabilità per tutti i politici
(ma no!!!), da Pisano a Piccoli a Andreotti".
Pisanu viene ascoltato una secona volta dalla Commisisone Anselmi, e
lì - pur rivenicando l'assoluta correttezza e "trasparenza" (ahahahha)
dei suoi rapporti con carboni e Calvi - ammette di avere UN PO'
SOTTOVALUTATO la delicatezza di certe ferquentazioni.
(ahahaah... TUTTI dal piduista Berlusco a Dell'Utri, a Miccichè, a la
Loggia... hanno SOTTOVALUTATO CERTE FREQUENTAZIONI.... ahahahaah!!!)
Dopo un breve purgatorio, Pisanu riciccia in sella nel 1987:
52 - PREVITI CESARE (sicario corruttore di Berlusconi) (FI)
(deputato Forza Italia nel Lazio, SEDICI ANNI DI CARCERE).
-pensate di lui tutto il male possibile e ancora sarete lontani dal
vero.-
Avvocato civilista, da trent'anni ai vertici del gruppo Fininvest, ex
ministro della Difesa(!), ex senatore, è imputato davanti al Tribunale
di Milano per corruzione in atti giudiziari, per le tangenti del caso
Sme-Ariosto e per quelle del caso Imi-Sir.
Mentre Berlusconi, il mandante, godette di un buco legislativo e
sfuggì per prescrizione al giudizio del tribunale, il Previti per
quelle del Lodo Mondadori e IMI/SIR è stato condannato a UNDICI ANNI
DI GALERA quale mandatario della corruzione dei magistrati, il
MANDANTE è ovviamente BERLUSCONI che ha così RUBATO la Mondadori!!!!
Dalle carte risulta che da un suo conto estero sono stati bonificati
circa 500 mila dollari in favore dell'ex capo dei gip di Roma Renato
Squillante.
Ha poi avuto altri CINQUE ANNI DI GALERA quale corruttore nel caso
SME.
Corruttore semplice però, senza gradi...
Si vanta di non aver pagato le tasse su almeno 21 miliardi di presunte
"parcelle" finite in Svizzera e altrove.
Intermediario di mille corruzioni sui suoi conti sono passati anche le
mazzette per il caso SME: chiesti per lui altri UNDICI ANNI DI GALERA,
è stato invece condananto solo come CORRUTTORE SEMPLICE a cinque anni
ulteriori di galera e ha fatto una gran festa con gli amici, che
evidentemente sanno cose terribili sul uo conto che noi non sappiamo.
Loro avevano paura che i magistrati le avessero scoperte e quindi
festeggiano una condanna a SOLI CIQNUE ANNI DI CARCERE:
Previti è sempre solo un sicario, il mandante anche stavolta è
Berlusconi.
MEMO: Condannato due volte in appello, a 5 anni per corruzione del
giudice
Squillante e a 7 anni per corruzione del giudice Metta nel caso
Imi-Sir, è in attesa della Cassazione.
52 bis - ROMANO SAVERIO (UdC)
Il sottosegretario al Lavoro, indagato e poi prosciolto nel caso
Guttadauro-Cuffaro per mafia e corruzione, è di nuovo sotto inchiesta
per concorso esterno dopo le accuse del pentito Francesco Campanella.
53 - SCAJOLA Claudio
(ex-ministro degli Interni)
è il primo Ministro dell'Interno della storia d'Italia ad avere
conosciuto le patrie galere: non per le solite visite umanitarie ma
per esservi stato detenuto per 70 giorni.
Nato a Imperia 53 anni fa, ha la politica nel sangue, anzi,
nell'albero genealogico. la sua famiglia superdemocristiana ha
regalato a Imperia tre sindaci: il padre Ferdinando (costretto a
dimettersi negli anni 50 perché sospettato di aver favorito il cognato
per un posto da primario), il fratello Alessandro e infine lui, nel
1982.
L'anno seguente però è già in manette. Arrestato dai carabinieri il 12
dicembre 1983, per ordine dei giudici milanesi (PM Davigo, DiMaggio e
Carnevali, giudici istruttori Arbasino e Riva Crugnola), che indagano
sullo scandalo dei casinò: una storiaccia di clan mafiosi siciliani
che ha messo le mani sulle case da gioco di San Rempo e Campione
d'Italia, accordandosi con i politici locali. Scajola è accusato di
essersi incontrato in Svizzera con il sindaco di San Remo e il conte
Giorgio Borletti - che aspirava al controllo del casinò sanremese- e
di avergli chiesto alcune decine di milioni (una cinquantina, pare,
dell'epoca) a titolo di "rimborso spese" per l'impegno profuso dai
politici liguri. L'accusa è di tentata concussione aggravata (anche se
Scajola sostiene di aver fatto con Borletti solo discorso sulle sue
"intenzioni politiche" nella gestione del casinò). Settanta giorni a
San Vittore (ma senza ciapà i bott).
Ma alla fine, dopo una lunga e accidentata indagine, nel 1990 Scajola
viene prosciolto. Non perché i fatti non siano realmente accaduti ma
perché - spiega il fratello Alessandro- Claudio fece quel viaggio "su
incarico del partito".
L'accusa insomma non sarebbe riuscita a dimostrare che avesse chiesto
quel denaro per sè o per il collega sanremese.
Dopo quella triste disavventura, Scajola si riprende prontamente, si
fa rieleggere sindaco di Imperia dalla DC e nel 1995 si ricandida con
una lista civica.
Di Forza Italia, alleata con A.N., non ha una grande opinione: "sono
solo dei fascistelli".
L'anno seguente CAMBIA IDEA e si candida coi fascistelli: carriera
folgorante. Berlusconi lo promuove responsabile organizzativo e lui in
pochi anni trasforma il partito di plastica in una macchina da guerra
radicata nel territorio. Nel 2001 arriva il premio: ministro
dell'Interno.
Poi nega la scorta a Biagi (verrà data al pregiudicato dellutri e
all'onquisitissimo Previti), lo lascia ammazzare come un cane e poi
dice che era un rompicoglioni. Cacciato a furor di popolo ma ripescato
al Berlusconi che ha detto che aveva ragione: Biagi era un
rompicoglioni. Ha poi aggiunto che i carabineiri morti in Iraq in
fondo prendevano un sacco di soldi...
54 - SGARBI Vittorio
(deputato Forza Italia in Friuli, oggi in rotta per aver detto che
un'attrice fa pompini al ministro Urbani - la classe non è acqua...).
Ex presidente della Commissione Cultura della Camera, nel 1996 è stato
condannato in via definitiva dalla Cassazione a è mesi e 10 giorni di
reclusione per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello
Stato: impiegato alla Soprintendenza di Venezia, in tre anni lavorò
tre giorni, allegando per il resto certificati di false malattie mai
sofferte. E cumulo di questa pena con quelle per le continue
diffamazioni (preferibilmente ai danni di magistrati), alcune delle
quali senza più la sospensione condizionale, lo rende un soggetto a
rischio: senza l'immunità parlamentare, finirebbe ipso facto in
galera.
Si dimette anche lui sostenendo di essere il ministro dei beni
Culturali e che Urbani è uno stronzo (una delle due aserzioni è
falsa). Minaccia di "parlare", proprio come i mafiosi, questi
"signori" quando vengono sradicati dalle poltrone minacciano di
"parlare".... come Filippo Mancuso, come Previti, come Dellutri...
(certo che se parlassero questi Berlusconi avrebbe l'ergastolo!!!), in
più Sgarbi denuncia il piano di Berlusconi e Tremonti di vendersi
l'Italia: tutto, palazzi, musei, opere d'arte.... e sostiene di non
voler partecipare al saccheggio!
Famoso per aver detto in TV che un'attrice faceva dei pompini al
ministro Urbani.
55 - STERPA Egidio
(deputato Forza Italia in Lombardia).
Ex deputato liberale, ministro nell'ultimo governo Andreotti, poi
forzista, è uno dei tanti pregiudicati della tangente Enimont, essendo
stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 6 mesi di
reclusione per un finanziamento illecito di 50 milioni. E' imputato
anche per i fondi neri dell'Assolombarda, ma il processo è arenato
alla Pretura di Milano (e ormai prescritto) dal 1996. Nel frattempo,
Sterpa torna in Parlamento, dal quale era uscito nel '94.
56 - SIRCHIA Girolamo
(ministro della Sanità)
chirurgo di fama internazionale, assessore uscente ai Servizi Sociali
nella Giunta milanese di Gabriele Albertini e attuale Ministro della
Sanità è al centro di un'indagine del pubblico ministero Fabio
Napoleone, nata da un esposto della consigliera comunale diessina
Emilia DeBiasi.
L'inchiesta partita il 5 aprile di quest'anno con l'acquisizione di
documenti negli uffici comunali di Via Larga, è chiamata "adotta un
Nonno" e riguarda la campagna di beneficenza "Buon Natale, anziani!
1999-2000", lanciata proprio dall'allora assessore Sirchia per
raccogliere fondi per l'assistenza agli anziani bisognosi. secondo
l'esposto - scrive il Corriere della sera - "l'anno scorso per la
raccolta dei fondi erano stati aperti due conti correnti: uno
intestato alla Fondazione Fratelli di San Francesco e l'altro ad
Andrea Mascaratti, consigliere ella fondazione (e consigliere comunale
di F.I.)". DeBiasi ha segnalato inoltre che il denaro raccolto non è
transitato sul Bilancio del comune".
Uno degli ultimi filoni dell'inchiesta ipotizza una gestione
clientelare di quei fondi, che - secondo l'accusa- sarebbero stati
erogati ad anziani "vicini" ai partiti della maggioranza.
Sirchia ha sempre smentito di essere formalmente indagato. Si vedrà.
57 - SODANO Calogero
(senatore Biancofiore in Sicilia).
Sindaco di Agrigento, capofila delle proteste degli abusivi contro le
demolizioni ordinate dai giudici, sotto inchiesta per lo scempio,
della Valle dei Templi, viene processato nell'aprile del 2001, in
via definitiva è poi condannato a 1 anno e 8 mesi per abusivismo
edilizio in cambio di
favori elettorali. Subito si guadagna un collegio sicuro nella Casa
delle Libertà per la Camera - ovviamente ad Agrigento - dove viene
plebiscitariamente eletto: quasi 50 mila voti.
58 - SUDANO Domenico
(senatore Biancofiore in Sicilia).
Nel '92 Gianfranco Fini lo inserì nella lista dei candidati da non
votare: era sospettato di voto di scambio. Poi Sudano è entrato nella
Commissione regionale antimafia (ahahaha!) della Sicilia. Già
assessore comunale a Catania e poi consigliere regionale, è stato al
centro di diverse inchieste fin dai primi anni'80. Ha pure subito una
condanna per abuso d'ufficio. Cosi Fini ha deciso di appoggiarlo,
contribuendo a promuoverlo senatore.
58 bis - TAORMINA CARLO (consigliori) (FI)
Indagato a Torino per calunnia e frode processuale nell'inchiesta
sulle impronte false di Cogne.
59 - TOMASSINI Antonio
(senatore Forza Italia in Lombardia).
Medico chirurgo, in Senato dal '96, nel 2000 & stato condannato in via
definitiva dalla Cassazione a 3 anni di reclusione per falso. Durante
un parto, una bambina sua paziente nacque cerebrolesa. Lui contraffece
e poi soppresse il partogramma. Forza Italia l'ha subito nominato
responsabile per la Sanità del partito (ahahaah!) e ricandidato a
Palazzo Madama. Qualcuno ha pure fatto il suo nome come ministro,
sempre ovviamente della Sanità.
60 - VERDINI Denis
(deputato Forza Italia in Toscana).
Vicepresidente del consiglio regionale della Toscana, coeditore de "Il
Foglio" di Giuliano Ferrara e Veronica Lario in Berlusconi, editore de
"Il Giornale della Toscana" (filiale locale de "Il Giornale" di Paolo
Berlusconi), nel dicembre 2000 viene indagato dalla Procura di Firenze
per falso in bilancio, nella sua qualità di presidente del Credito
Cooperativo Fiorentino. L'inchiesta nasce da un'ispezione della Banca
d'Italia, che ha riscontrato una serie di irregolarità nei libri
contabili dell'esercizio 1997. Cinque mesi, e Verdini viene subito
promosso deputato.
61 - VITO Alfredo (PREGIUDICATO, nominato GIUDICE nella Commissione
per Telekom Serbia!) (deputato di Forza Italia in Campania).
Ex deputato della Dc dorotea, detto "Mister 100 mila preferenze" (ma
negli anni d'oro ne incassava anche 154 mila, come nel 1987),
inquisito in un gran numero di inchieste della Procura di Napoli per
tutto è campionario dei reati di Tangentopoli, dalla corruzione alla
concussione al voto di scambio, più un'accusa (poi caduta) di
collusioni camorristiche, era il collettore delle mazzette di tutto lo
Scudocrociato napoletano. Per qualunque appalto: raccolta rifiuti,
gestione del patrimonio immobiliare del Comune, Linea Tranviaria
Rapida e così via. Nel 1993 viene arrestato e confessa, accusando
tutto a comitato d'affari. Patteggia una Pena di 2 anni per
corruzione. In cambio restituisce 5 miliardi di refurtiva sull'unghia,
si dimette da deputato e annuncia: "Questo segna la fine della mia
attività politica, il mio sacerdote ha espresso la speranza che la
classe politica cattolica possa dar vita a un vero rinnovamento: ma
ciò sarà possibile solo se la vecchia classe dirigente si farà da
parte"".
"La Dc napoletana - infierì allora Alessandra Mussolini, sua attuale
alleata - è un'associazione per delinquere, in cui alcuni rubano, come
Vito, e tutti, deputati e galoppini, attingono soldi sporchi per le
campagne elettorali. Questa gente deve pagare ed essere trascinata in
manette, coi ceppi come si usa coi criminali peggiori, davanti alla
sbarra. La Dc di Napoli ha rubato alla gente la libertà e ]a
democrazia, come e quanto la camorra. Va sciolta e processata per
associazione a delinquere di stampo mafioso". (ahahaah!)
Nel 1999 Vito fonda, con Flaminio Piccoli, la Nuova Democrazia
cristiana. Ed entra alla corte di Berlusconi. Ma ancora nel marzo
2001, Maurizio Gasparri, altro suo alleato, tuonava: "Un personaggio
del genere non può trovare ospitalità sotto le insegne della Casa
delle Libertà". Ma poi trovata. (ihihih!!!)
62 - VIZZINI Carlo
(deputato Forza Italia in Sicilia).
Ex segretario del Psdi, ex ministro delle Poste) condannato a 10 mesi
dal Tribunale di Milano per finanziamento illecito (300 milioni della
tangente Enimont), se l'è cavata in appello grazie alla prescrizione.
Assolto dal Tribunale dei ministri dall'accusa di aver intascato
mazzette mentre stava alle Poste, è entrato nel 1999 nel consiglio di
presidenza di Forza Italia. Che l'ha riportato trionfalmente in
Parlamento.
63 - VERRO ANTONIO -
(deputato di F.I)
manager berlusconiano della Edilnord (tò, proprio come si chiamava
quella società svizzera che mandava 500 milioni al giorno di soldi
misteriosi per costruire Milano Due!). Indagato per abuso d'ufficio.
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(new entry: DEL GIUDICE - siculo -)
(new entry : FORMIGONI per i soldi avuti da Saddam Hussein)
(old entry: CUFFARO: colluso con Cosa Nostra)
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NEW ENTRY!!!!!!!!!!!!!!!!!! S T O R A C E!!!!!!!!!!!!!
ladro della privacy di 2000 laziali (peccato veniale no? Il premier ha
rubato la Mondadori e le frequenze pubbliche televisive!)SUBITO fatto
MINISTRO!
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Avrò certo dimenticato qualche nobiluomo. Molti onorevoli avranno
commesso reati mai scoperti, ed è difficile pensare che una simile
gang sia stata messa insieme per caso: è evidente che avere infranto
la legge costituisce per la Cosca delle libertà un fattore
preferenziale.
A questa immensa lista andrebbero aggiunte le dozzine e dozzine di
rappresentanti regionali e provinciali eletti in Forza Italia, UDC o
AN che sono già nelle patrie galere, o agli arresti domiciliari, o
sotto accuse tremende come in Puglia e in Calabria, oppure come un
certo Fanchin in Lombardia, ancora dietro al propria scrivania,
nonostante che sia stato FILMATO mentre chiedeva 360 milioni di
tangente a un industriale!!!!! La gang non rinuncia ai suoi
delinquenti migliori neppure se sono scoperti... o come BOCCHINO di AN
faceva il giudice inquisitoe nelal Commissione Telekom: erca cerca
cerca, alla fine trovò il colpevole: ERA LUI STESSO!
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