On Tue, 04 Dec 2012 12:08:25 +0100, ellevi wrote:
>>cosa ha contro la corteccia ?
> rende di peggiore qualità i pellets
Peggiore qualita in che senso ?
>>> detto questo bisogna vedere la CO2 che si consuma a
>>> trasportare i pellets, io li prenderei ad 80 Km da casa mia.
>>E sa quanta strada hanno fatto quei pellets prima di arrivare ad 80 km
>>da casa ?
> li producono li, da alberi tagliati li con gente del posto che abita li.
Capisco, quindi ci sono solo le emissioni del taglio, raccolta,
trasporto e lavorazione del legno (notare che anche se usassero
energia elettrica di provenienza idroelettrica, occorre considerare
che ogni kW*h usato localmente toglie energia elettrica agli altri
usi (come illuminazione) dovendo percio' essere rimpiazzata con
energia elettrica prodotta da centrali termoelettriche: l'unica
fonte "a volonta'" usata in Italia.
Se poi non si usa l'elettricita' (teleferiche, trenini, segherie e
presse alimentate ad elettricita'), ma motori a combustione, ovviamente
le cose peggiorano, anche di molto.
Tra parentesi questo ci porta alla ovvia conclusione che il pellets
che implica minori emissioni di CO2 e' quello francese o svizzero
(ambedue producono energia elettrica prevalentemente da idroelettrico
e nucleare).
38kg CO2/MW*h(t) ?
Notare che e' piu' del doppio del chippato (17kg CO2/MW*h(t)), valore
che qualche volta viene indicato da commerciali scorretti come se fosse
del pellet.
Per sua curiosita', l'incidenza dei trasporti franco fabbrica (ovvero
al portone della fabbrica) incidono tra il 15% (pellets) ed il
38% (chippato) delle emissioni totali (sempre franco fabbrica, poi ci
deve aggiungere quelle del cliente o cliente+distribuzione). Le emissioni
in piu' rispetto al chippato sono dovuti a:
kgCO2/MW*h(t)
15 asciugatura e raffreddamento
1 macinatura
5 pelletizzazione
In ogni caso, in una nazione, come l'Italia, ove le costruzioni in
legno sono poco comuni, sono convinto che il migliore utilizzo del
legno sarebbe come materiale di costruzione. Insomma, ogni kg di
pellet bruciata significa un'asse in legno in meno, pezzo di
legno che intrappolerebbe la CO2 per lungo tempo.
Notare che il materiale da costruzione si fa anche con gli scarti del
legno, per esempio, per i pannelli termo-isolanti o come truciolare.
>>"Un prodotto si definisce ecologico quando ha un minore impatto
>>ambientale rispetto agli altri prodotti della propria categoria."
>
> Il Petrolio del medio oriente ha un impatto ambientale "globale"
> inferiore ai pellets ?
Occorre prima concordare su cosa intende per "impatto ambientale".
Ripeto: spesso usiamo termini che non fanno parte del linguaggio
di tutti i giorni, convinti che per tutti gli interlocutori
il significato sia identico.
>>Quindi "ecologico" ha a che fare con "impatto ambientale". Ma che tipo
>>di "impatto ambientale" ?
>>Impatto negativo ? Danno ambientale ? Anche qui c'e' una
> A>notevole indeterminazione, ed ognuno si fa una sua versione.
>> Dopotutto, ecologia fa ben piu' che solo rima con demagogia.
>>
http://it.wikipedia.org/wiki/Ecologia
>>Per gli ambientalisti l’ecologia è la disciplina in grado di fornire una
>>“guida” per le relazioni dell’uomo con il proprio ambiente e, con la
>>diffusione del movimento, divenne un termine utilizzato quotidianamente
>>e spesso impropriamente (p. esempio: ecologia = studio
>>dell'inquinamento)."
>
>>L'ambientalismo dichiara come scopo di "migliorare l'ambiente". Ma anche
>>qui ci sono problemi di intrepretazione. "migliorare l'ambiente" ?
>
> Forse se non ci fosse il petrolio mediorientale si migliorerebbe
> l'ambiente... ma intendo tutto l'ambiente, l'ambiente mondiale, la terra
> !
L'introduzione del petrolio (mediorientale o meno) ha in media
migliorato l'ambiente. Purtroppo la corta memoria storica delle
nuove generazioni non sa come si viveva prima.
Per esempio, proprio i pellets emettono nell'ambiente in cui vive
e respirano lei ed i suoi cari, particelle PM2.5
Ma non occorre viaggiare nel tempo, basta andare, ad esempio, in Cina
per "saggiare" e "vedere" come si vive senza o con meno petrolio.
Li e' ancora realta' la cantina piena di carbone da spallare nella
caldaia del condominio (chi si ricorda ? ;-)
E questo si aggiunge alle biomasse:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1892127/
"...indoor air pollution from solid fuel use in China is responsible for
approximately 420,000 premature deaths annually, more than the
approximately 300,000 attributed to urban outdoor air pollution in the
country"
Ora i valori 420'000 o 300'000 non sono applicabili direttamente
all'Italia (o all'Europa), ma cio' che deve fare riflettere e' la
"proporzione", ovvero 4,2/3 come rapporto tra le morti causati
dall'utilizzo di legna e carbone, verso le morti causate dall'aria
inquinata all'esterno (industria, traffico, centrali termoelettriche ...).
Chi ha letto i classici della letteratura dell'800 (magari si passasse
meno tempo con i videogiochi ...) avra' osservato le pessime condizioni
respiratorie tipiche delle citta' del tempo, ove la fonte di energia
principi era la biomassa (il carbone era solo roba per "ricchi", che
vivevano nelle ville intorno alle citta').
>>Alcuni potrebbe pensare che "tutti" intendano "ripristinare l'ambiente",
>>ovvero riportarlo a come era la "natura" prima dell'intervento
>>dell'uomo. Ma quanto sarebbero d'accordo nel ripristinare, ad esempio,
>>le "Paludi Pontine" ?
>
> Non è il mio caso... prima di tutto l'innovazione nel rispetto della
> terra
?
"prima di tutto" l'innovazione ?
>>Per'esempio una madre di famiglia diligente potrebbe chiedere: "Scusate,
>>per uso domestico, quale e' la fonte di calore che inquina meno, nel
>>senso che rilascia meno sostanze tossiche nell'aria che respirano i miei
>>bambini ?"
>
> Proviamo a porla diversamente la domanda: "vorresti un mondo dove non si
> debba creare ad-hoc guerre per la conquista del petrolio, un mondo dove
> non si debba trattare con mafiosi assassini per avere, ad un prezzo
> esagerato, del gas naturale, attraverso gasdotti che passino su nazioni
> ove i i governanti facciano il buono o il cattivo tempo utilizzando come
> ostaggio, se qualcuno osa criticarli, la chiusura dei rubinetti per
> tutta l'Europa ?
Domanda assolutamente non pertinente (in questo momento l'ho individuata
come una persona con posizioni antinucleariste fondamentaliste: e' tipico
questo modo emozionale e carico di significati di presentare "Il messaggio").
Non c'e' alcun motivo razionale o tecnologico o di altri tipo per cui
per estrarre e commerciare il petrolio si sia dovuto operare come e'
stato fatto. Idem per il gas. I problemi a cui si riferisce sono sempre
i soliti problemi di accapparamento delle risorse da parte dei piu' forti
o violenti. Se non era il petrolio, sarebbe stato qualcos'altro.
Del resto, anche le alternative proposte e spinte da un certo ambientalismo
non sono scevre da drammatiche implicazioni sociali: la produzione di
bio-energie per esempio e' in diretto conflitto con la produzione
alimentare. Il rialzo dei prezzi dei prodotti oleosi ha fatto schizzare
alle stelle il prezzo di grano e succedanei, farine e pane.
Se per un'occidentale, pagare il pane 4 Euro/kg invece che 1 Euro/kg,
la farina 0,50 Euro/kg invece che 0,10 Euro/kg (200 lire/kg) e' piu'
che altro una seccatura, nel resto del mondo le conseguenze sono state
drammatiche. Peggio di cio' che ha provocato il commercio del petrolio
(che alla fine ha portato piu' benessere che danni alle popolazioni
residenti sulle nazioni proprietarie di giacimenti).
> Vorresti un mondo dove non esplodano piattaforme
> petrolifere che distruggano un ecosistema per secoli, che non affondino
> petroliere che uccidano miliardi di creature viventi ?
Nuovamente il "tratto" propagandistico di un certo antinuclearismo:
"miliardi" di creature viventi ? Ehm ...
Anche questa domanda non e' pertinente (anche se meno "campata per aria"
rispetto alla precedente). Se lei mi sta assumendo che l'avidita' di
alcuni portera' inevitabilmente ad eventi disastrosi, le osservo che
anche l'impatto cronico (ma meno appariscente) causato da un male
utilizzo delle tecniche di produzione delle biomasse per i pellet puo'
avere impatti drammatici sull'ecosistema. Per dirne una, e l'Italia
ha dato parecchi esempi in negativo a tale proposito: il disboscamento
qualora il prezzo sia "giusto" ... (come ha fatto la pesca per la sua
risorsa, o l'operato italiano in tempi storici, quando l'Italia era
coperta di foreste come la Germania o la Finlandia).
> Vorresti un mondo dove i tuoi bambini non possono passeggiare per la
> città perché le polveri sottili delle auto e delle caldaie condominiali
> ti fanno venire il cancro ai polmoni ?
E' proprio questo il motivo per cui non riesco a capire come una madre
di famiglia possa tifare per i pellets.
Tra le soluzioni "immediate" attuali, il gas e' quella che fa venire
meno cancro ai polmoni.
> a questo punto la mia graduatoria cambia così :
> 1) Energia elettrica da fonti rinnovabili, sole
> 2) Energia elettrica da fonti rinnovabili, vento
> 3) Energia elettrica da fonti rinnovabili, acqua
> 4) pellets
> 5) chippato
> 6) legna
> 7) gas naturale
> 8) tutti i derivati dal petrolio
Un momento, nel suo messaggio originale pareva intendere che volesse
una soluzione immediata ("vorrei comperare una stufa a pellets" ...).
Non ho considerato altre fonti, oltre a quelle che ho elencato,
semplicemente perche' immaginavo lei a fare "la spesa" in qualche
centro commerciale o brico o negozio per acquistare la "sua"
soluzione per produrre calore.
Ora, indubbiamente la fonte solare e' la piu' congeniale per produrre
calore, ma i requisiti sono talmente forti che non e' che si va a
proporre un impianto termosolare a chi ha appena affermato l'intenzione
di acquistare una stufa a pellet, indeciso tra 700 e 2800 Euro di spesa.
Se avesse scritto 28000 Euro, allora le avrei fatto presente che,
avendo sufficiente superficie captante (esposto al sole)
la migliore soluzione e' proprio un'impianto termosolare.
Se proprio vogliamo introdurre tutto il papabile e "globalizzare" tutti
gli aspetti del problema "riscaldamento", allora, secondo studiosi
"politicamente neutrali", la classifica diventa la seguente:
1) nucleare (fa paura, come fa paura volare, ma cio' nonostante, visto
nel lungo termine, ha fatto e fa meno danni all'ambiente ed
all'ecosistema, Chernobyl incluso, di qualsiasi altra fonte). Nel caso
pratico significa: installare pompe di calore alimentate con energia
elettrica acquistata dalla Francia.
1) solare termodinamico e termosolare (a pari merito, l'ordine e'
puramente "alfabetico") pero' abbiamo i limiti imposti dalla natura,
come per l'idroelettrico (superficie e volume: insomma per "benestanti")
2) energia elettrica da eolico (ma deve esserci vento "cronico" ...)
2) energia idroelettrica (ma solo quello fluente, ed anche gli
impianti di pompaggio hanno risvolti ambientali negativi)
3) energia elettrica da gas naturale usato in ciclo combinato
3) biomasse usato come integrazione in impianti solari durante la
stagione invernale ed ore notturne/serali
4) energia elettrica da fotovoltaico (ma solo sul lungo termine)
[ma sono dubbioso]
Per la coda della classifica non ho tempo/voglia di completarla ora,
ma sicuramente il pellets non c'e', piuttosto il chippato, usato
come integrazione del solare (almeno finche' abito con parete
abitazione esposta a sud).