E' piccola, fa solo 100 uWatt (microwatt), ma dura per 50 anni.
Al suo interno c'e' un semiconduttore di diamante (di 4ta
generazione) spesso 10 micron con una lamina di 2 micron
di spessore di nickel-63.
Esternamente ho forma prismatica: 15 x 15 mm spessa 5 mm, insomma
meno di una moneta da 50 centesimi di euro.
E' pensata per l'uso umano (pacemaker, cuori artificiali,
impianti audio) e a fine vite il nichel-63 si e' trasformato
in un isotopo stabile del rame e quindi non richiede
smaltimento come rifiuto radioattivo.
La Betavolt sta studiando anche batterie basate sul stronzio-90,
il prometeo-147 e il deuterio, per batterie di maggiore potenza
e durate variabili tra 2 e 30 anni.
Il nome dell'azienda, Betavolt, proviene probabilmente dal nome
di "dispositivo betavoltaico", i primi dei quali, usando
prometeo, hanno alimentato cuori artificiali negli anni '70,
soppiantati poi dalle piu' economiche batterie al litio.
Pare che l'idea sia uno sviluppo di ricerche della Universita'
di Bristol (UK) del 2016:
<
https://www.bristol.ac.uk/media-library/sites/cabot-institute-2018/documents/Diamond_battery_FAQs_Nov_2016.pdf>
linkato da:
<
https://en.wikipedia.org/wiki/Diamond_battery>
Il nichel-63 e' un isotopo sintetico (non si trova in natura,
almeno non in quantita' rilevabili) del nickel che decade
in 100 anni per emissione di raggi beta, in rame-63.
Il rame-63 e' un isotopo stabile del rame, che e' il 69% del rame
presente sulla Terra, l'altro isotopo stabile essendo il rame-65.
Il peso atomico del nickel-63 e' di 63 (con 35 neutroni e 28 protoni).
La radiazione beta e' l'emissione di un elettrone, il che riduce
i neutroni a 34, aumentando l'atomo a 29 protoni che cosi' trasmuta
in altro elemento: il rame. L'energia rilasciata varia fino ad un
massimo di 66,7 keV per evento, con una media di 18 keV per evento.
Il nickel-63 e' usato anche negli strumenti di rilevazione di
tracce di esplosivi.