[FWD] Studi sulla marjiuana censurati dall'OMS
Meta-K
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Sent: Sunday, June 24, 2001 9:02 PM
GLI STUDI SULLA MARIJUANA CENSURATI DAL RAPPORTO SULLE DROGHE LEGGERE
DELL'OMS
Paura della canapa
Lancet e il British Medical Journal sono stati i primi, seguiti dal New
Scientist, a sposare la proposta di depenalizzazione delle droghe
leggere. La redazione del New Scientist, però, non si è limitata a un
editoriale ma ha prodotto un numero speciale dedicato all'argomento.
Motivo: l'esclusione delle ricerche sulla cannabis dal rapporto
ufficiale sulle droghe leggere dell'Organizzazione mondiale della
sanità. Sul numero del 21 febbraio scorso David Concar non ha usato
eufemismi: "I funzionari di Ginevra hanno soppresso, per motivazioni
politiche, la pubblicazione di un'analisi che confermava ciò che i
vecchi hippy sanno da decenni: la cannabis è meno pericolosa dell'alcol
o del tabacco".
Il rapporto, pubblicato a dicembre, avrebbe dovuto dire l'ultima parola
sulla questione mentre, al contrario, ha suscitato parecchie polemiche e
il disappunto dei ricercatori che erano stati incaricati dall'OMS di
studiare gli effetti della cannabis sulla salute; analisi che, come
denuncia il periodico britannico, è stata lasciata fuori dalla stesura
finale. Secondo la versione ufficiale, il confronto fra droghe leggere e
sostanze legali non sarebbe sostenuto da sufficienti prove scientifiche.
Per il New Scientist, invece, l'OMS si sarebbe piegata alla ragion di
stato rappresentata da organismi come il National Institute on Drug
Abuse statunitense o l'International Institute on Drug Control delle
Nazioni unite, che hanno manifestato forti preoccupazioni sulla
possibilità che il rapporto dell'OMS potesse dare forza ai sostenitori
della depenalizzazione.
Che questo sia il clima lo dimostra anche la sortita di un'altra agenzia
dell'ONU, l'International Narcotic Control Board, che il 24 febbraio ha
abbandonato l'usuale tono tecnico-burocratico del suo rapporto annuale
per scagliarsi contro "i messaggi pericolosi ed eccessivamente
tolleranti dei media", denunciando che "in alcuni paesi non vengono
messe in atto restrizioni alla promozione dell'uso di droga perché la
libertà d'informazione e la libertà di pensiero sono considerate più
importanti della limitazione della promozione delle droghe illecite"
(paragrafo 1.22); e, più avanti, che "persone eminenti si sono espresse
pubblicamente per la droga e non sono state incriminate" (1.27). In
questo clima è facile comprendere perché l'OMS abbia avuto qualche
difficoltà a pubblicare i risultati del rapporto, prontamente riassunti
dallo speciale del New Scientist, dal quale risulta che gli effetti
della cannabis sono meno deleteri di sostanze legali quali l'alcol e la
nicotina.
John Morgan, della City University Medical School di New York,
un'autorità nel campo della ricerca farmacologica applicata alle
sostanze stupefacenti, ha dimostrato che il tetraidrocannabinolo, il
principio attivo della marijuana, non incide affatto sulle capacità di
attenzione e di apprendimento. L'ipotesi che la cannabis possa causare
disturbi della personalità come schizofrenia, psicosi e comportamenti
asociali è stata demolita dagli studi di Harrison Pope della Harvard
University: il consumo di droghe leggere può solo peggiorare disturbi
preesistenti. I danni sull'attività neuronale provocati dall'eccessivo
consumo di alcol, secondo i ricercatori, sono incomparabilmente più
gravi.
Donald Tashkin, esperto di malattie polmonari della California
University di Los Angeles, ha condotto uno studio comparativo sugli
effetti del consumo di cannabis e di tabacco. Per quindici anni il suo
gruppo ha tenuto sotto osservazione 130 fumatori regolari di marijuana e
alcuni gruppi di controllo (non fumatori, fumatori di tabacco, fumatori
di tabacco e marijuana). E' risultato che quattro o cinque spinelli al
giorno hanno effetti equivalenti a un pacchetto di sigarette: possono
causare malattie che vanno dalle bronchiti croniche a danni a carico dei
polmoni. La concentrazione di alcune sostanze considerate responsabili
dello sviluppo di carcinomi, come il benzopirene e altri composti
policiclici aromatici, è tuttavia maggiore nella cannabis, che risulta
quindi, a parità di consumi, più tossica del tabacco.
Una parola definitiva è stata invece detta su una questione rimasta
aperta dagli anni settanta: la marijuana non provoca danni cerebrali.
Non c'è dubbio infati che la cannabis abbia effetti a breve termine
sulla chimica cerebrale, come l'incremento della produzione di dopamina
ma, come sottolinea John Morgan: "Ci sono moltissime sostanze che
stimolano la dopamina senza indurre dipendenza. Quando vengono riferiti
gli esperimenti sulle cavie ci si dimentica quasi sempre di dire che ai
topi la marijuana non piace affatto. E' molto facile indurre la
dipendenza da cocaina o da eroina in una cavia, ma è difficilissimo
riuscirci con la cannabis, malgrado si utilizzino dosi molto
concentrate".
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mio bong nuovo a forma di testa d'alieno ;-)))
Enzo Mastroberardino
> GLI STUDI SULLA MARIJUANA CENSURATI DAL RAPPORTO SULLE DROGHE LEGGERE
> DELL'OMS
>
> sulla chimica cerebrale, come l'incremento della produzione di dopamina
> ma, come sottolinea John Morgan: "Ci sono moltissime sostanze che
> stimolano la dopamina senza indurre dipendenza.
Cannabis.............dopamina.............non sapevo!?
Ne sapete di piů a riguardo???
Quali sono le altre sostanze (oltre ad anfetamine e cocaina) ?
Pe@cE.......j love thc
PS Ciao Meta-k , puoi citare la fonte perfavore ?!..........grazie !
Meta-K
Enzo Mastroberardino <mast...@tin.it> wrote in message
9ha7tg$fan$1...@lacerta.tiscalinet.it...
> PS Ciao Meta-k , puoi citare la fonte perfavore ?!..........grazie !
L'ho forwardata dalla ML antipro2000 e lě la fonte non c'č (cmq č una
pagina web)...chiedo.
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Meta-K
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Enzo Mastroberardino
> Ipnovel consiglia questo link:
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>
Grazie mille :-) !!!
Pace
JLOVETHC