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Superamento della accisa sui carburanti per autotrazione

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Roberto Deboni DMIsr

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Nov 30, 2021, 6:16:09 AM11/30/21
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Premessa: va ricordato che da alcuni anni

<https://www.laleggepertutti.it/160561_certificato-di-revisione-auto-
obbligo-di-segnare-i-km>

"Dal 2018 i centri di revisione dovranno riportare i
chilometri percorsi dall’auto ..."

"Dal 2018, sul certificato di revisione dell’auto, sarà obbligatorio
segnare i km della macchina. Questo vincolo fa parte della direttiva
Ue che contiene le nuove regole sulla revisione auto, mirate proprio
a combattere la frode nella compravendita dell’usato."

Sara', cioe', riportato sul certificato la lettura del contachilometri
al momento del controllo.

"Inoltre, dal 20 maggio 2018, i centri di revisione saranno tenuti a
comunicare per via telematica al Ministero del Trasporti –
Motorizzazione Civile, i dati del certificato di revisione da loro
rilasciato. I dati saranno conservati per non meno di 36 mesi."

E 36 mesi significa che i dati saranno disponibili "come minimo" fino
ad un anno dopo la successiva revisione biennale.


Ed ora la motivazione della proposta: con un crescente numero di
auto elettriche circolanti e' inevitabile (e voluto) un calo dei
consumi di carburanti e quindi un calo dell'introito fiscale
dalla relativa accisa. Ed e' stato paventato un serio problema di
bilancio pubblico in futuro, per questa ragione.

E' quindi necessario trovare una soluzione alternativa.

La prima risposta sarebbe quella di aumentare l'accisa sulla
energia elettrica, che pochi calcoli mostrano dovrebbere essere
intorno ai 20 centesimi al chilowattora (oggi e' 2,27 ¢/kW·h).
Naturalmente non e' pensabile una applicazione generalizzata,
perche' farebbe schizzare a valori intollerabili il costo
del'energia elettrica per tutti gli usi. Si dovrebbe percio'
in qualche modo andare a tassare solo l'energia elettrica
unicamente usata per ricaricare le auto. Il che significa
trovare soluzioni tecnologiche e mettere in piedi un sistema
di controlli anti-evasione. Tutto questo avrebbe dei costi
non indifferenti e andrebbe a vincolare le soluzioni
tecniche accessibili ai guidatori di auto elettriche, come
quella della ricarica domestica. Una soluzione da paese del
terzo mondo.


Vediamo di ricordare lo scopo di una accisa dei carburanti:
"e' una imposta che colpisce un bene al momento del consumo"
e a differenza dell'IVA, non dipende dal prezzo del bene.
Il vantaggio per il settore pubblico, ma anche per il
contribuente e' che l'entrata e' piu' stabile dell'IVA.
Infatti, l'IVA, quando il prezzo dell'energia aumenta,
aumenta anch'essa (con scorno per i contribuenti) e quando
il prezzo dell'energia crolla, l'incasso IVA crolla ed e' il
bilancio pubblico a piangere.

Storicamente l'accisa e' stata usata con efficacia per
"controllare" i consumi del bene colpito. Si pensi sia agli
alcoolici che agli stessi carburanti. E' indubbio che senza
accisa sui carburanti, oggi, si andrebbe a spendere, e' vero,
meno in carburanti, ma nello stesso tempo si consumerebbe
molto piu' carburante (pensate alle vostre decisioni di
viaggiare se la benzina costasse 50 centesimi al litro ...).

Inoltre, storicamente, gli introiti dell'accisa sui
carburanti sono stati usati (e giustificati) per quella
parte della spesa pubblica a servizio dei consumatori di
carburanti: ovvero la manutenzione delle strade.
Ed essendo la maggior parte della spesa stradale a carico
della regione, ha senso una devoluzione del prelievo
alla regione stessa. Per gli amanti del burocratese:

"La compartecipazione all'accisa sulla benzina e sul gasolio per
autotrazione, attribuita alle regioni a statuto ordinario per il
concorso al finanziamento della spesa sanitaria fino al 2012
(L. 549/1995, art. 3, comma 12, abrogato dall' D.L.95/2012,
art. 16-bis) è stata successivamente destinata, dal 2013 al 2017,
ad alimentare (insieme ad altre entrate ) il Fondo nazionale per
il trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle Regioni
a statuto ordinario."

da cui risulta evidente che e' gia' in essere un trasferimento
di risorse della accisa carburanti alle regioni.


Ricordo che gli automobilisti pagano gia' alla regione di
residenza una tassa di possesso (ex-bollo di circolazione)
sulla propria automobile. Combinando tutte le informazioni
fin qui date, viene naturale la seguente soluzione al
problema degli incassi sulla circolazione viecolare.


1) La Motorizzazione Civile comunica mensilmente agli uffici
regionali che gestiscono i pagamenti del cosidetto
"bollo auto", i dati chilometrici risultanti dalle
revisioni auto fatte nel mese dai proprietari di auto
registrate nella regione

2) Gli uffici regionali calcolano dai dati chilometrici la
percorrenza annua del veicolo e, tenendo conto della potenza
(quella fiscale ?) e la massa del veicolo, con una formula
ricavano una imposta corrispondente che viene comunicata al
proprietario e da pagare in rate per il biennio di
circolazione - cioe' una vera "tassa di circolazione"
In alternativa ai cavalli fiscali e massa si potrebbe
assegnare ogni veicolo ad una tabella dei consumi tipo,
in litro/km o meglio, MJ/km (megajoule al chilometro,
per dare una idea, un litro di benzina sono circa
36 MJ) cosi' si passa in automatico anche all'elettrico,
e il risultato non cambierebbe

3) Per semplificare gli adempimenti (evitando la confusione
di dovere gestire un pagamento annuale con quello rateale)
il "bollo auto" viene sommato alla "tassa di circolazione"
e quindi inserito nel pagamento rateale

La questione e' stabilire la numerosita' delle rate.
Chi circola poco, potrebbe trovare conveniente pagare in
due rate, una per ogni anno.
Ma chi circola tanto, dovrebbe potere pagare mensilmente,
per evitare pagamenti eccessivi tutti d'un colpo.

Proviamo a fare una ipotesi: con 12'000 km anno di percorrenza,
con una vettura da a 15 km/litro (ricordate i cavalli fiscali ?)
sono 800 litri all'anno. Con una accisa media indicativa di
0,70 €/litro sarebbero 800 * 0,70 = 560 euro che sommati ad un
bollo tipo di 240 euro farebbe 800 euro all'anno.
La cifra potrebbe essere pagata 6 bimestri di 133 euro oppure
mensilmente con 67 euro. Se viene abilitata tramite RID su
conto corrente, probabilmente il pagamento mensile e' il
piu' semplice. Con questo calcolo si ha una indicazione di
massima di che cifre si parla. Se uno fa 24'000 km, ad esempio,
i numeri raddoppiano. Se uno ha una auto piu' piccola che fa
20 km/litro allora con 12'000 km sono 600 litri e quindi
420 euro di "tassa di circolazione" piu' 160 euro di "bollo"
per un totale di 580 euro che diviso 6 farebbe 97 euro
bimestrali oppure 49 euro mensili. Nel caso dell'auto
elettrica, ovviamente si ragionerebbe a W·h/km (ma usando
il MJ si andrebbe a unificare litri di benzina e wattora
elettrici) per ricavare dal chilometraggio un "consumo
tassabile" di energia. Considerando la maggiore efficienza
delle auto elettrica, a livello di energia, la tassazione
sulle elettriche dovrebbe essere piu' alta, per assicurare
costanza di introito fiscale alle casse pubbliche. Il succo
del discorso e' che anche una utilitaria elettrica dovrebbe
pagare circa 49 euro mensili di "tassa di circolazione".

Il vantaggio piu' grosso di questa proposta e' che e' applicabile
da subito, valida anche sulle auto a carburanti, e permette un
introito fiscale pubblico stabile nel mentre le auto passano
gradualmente negli anni ad essere tutte elettriche.

Il secondo vantaggio e' che non ci sarebbe da mettere in piedi
nessuno nuovo baraccone pubblico, bastando ampliare le
risorse informatiche degli uffici regionali del "bollo auto".
Inoltre, si assicura una fonte fiscale alle regioni,
indipendente dalle erogazioni centrali.

Il terzo vantaggio e' che il controllo sulla regolarita'
anti-evasione puo' essere concentrato sui centri di revisione
e non su decine di milioni di automobilisti nella ipotesi
di una tassazione specifica sulla elettricita' consumata
per autotrazione. Peraltro si puo' anche introdurre un
misuratore chilometrico sigillato, fisso su uno degli
assi (penso ad un sensore magnetico Hall) e che conta
anche le rotazioni indietro (eccessive retromarce
sarebbe un evidente segno di taroccamento) gestibile solo dai
centri di revisione, onde rendere piu' difficile (anche se
non sara' mai impossibile, ma e' la vita) la manomissione
del contachilometri, controllo che sara' effettuato
durante ogni revisione.

Il quarto vantaggio e' che si sfrutta una banca dati
ed un sistema di acquisizione dati esistente.

Insomma e' una proposta "liscia", che evita scossoni negli anni
alla macchina pubblica e mantiene una certa equita' come lo
era l'applicazione dall'accisa sul carburante consumato.
Naturalmente non e' perfetto, va a svantaggiare chi ha il
"piede leggero" rispeto a chi ha il "piede pesante" e chi
"guida piano" rispetto a chi ama l'alta velocita'.

Ma nulla e' perfetto e altre proposte mi sembrano piu'
dannose in termini di costi di infrastrutture. Peraltro, con
un contachilometri intelligente, che andasse anche considerare
la velocita' di rotazione (e quindi velocita' del veicolo),
ad esempio, calcolando, in parallelo al chilometraggio reale,
anche un chilometraggio virtuale "energetico" incrementato (o se
volete un consumometro cumulativo) che tenga conto dei maggiori
consumi ad alta velocita', andrebbe a premiare chi guida piano.
Ma queste sono soluzione teniche applicabili nel tempo,
senza modificare il funzionamento del sistema (bastando
definire che dal chilometraggio reale si passa ad un
chilometraggio equivalente energetico).
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