On Mon, 29 Nov 2021 17:14:41 +0100, Gualtiero wrote:
>
https://www.repubblica.it/moda-e-beauty/rubriche/amori-e-dintorni/
2021/08/25/news/amore-violenza-molestie_morali_-_matrimonio-315168812/
>
> Se è giusto, come è giusto, allora
Si riferisce alla immediata denuncia al primo schiaffo ?
> 1)
>
https://www.superguidatv.it/manuela-e-lo-schiaffo-a-stefano-a-
temptation-island-2021-video-witty-tv/
>
> 2)
>
https://www.corriere.it/spettacoli/20_luglio_29/temptation-island-
antonella-elia-da-schiaffo-pietro-schifoso-83e83a5e-
d174-11ea-9065-3ebb3245a97d.shtml
Non entro nel merito (non ho tempo per guardare i video che
immagino si trovino in rete), ma non riesco a vedere alcun
paragone tra il racconto nel privato delle mure domestiche
e sceneggiate pubbliche. L'evidenza stessa degli accaduti
non rende necessaria una immediata denuncia da parte
della vittima, ben potendo le forze dell'ordine e i
servizi sociali decidere autonomamente se e' il caso
di intervenire. Cosa diversa e' per la violenza nascosta,
e il fatto che lei non capisca la differenza la dice lunga
sulla cultura.
> perché non hanno destato altrettanto scandalo?
Quale scandalo avrebbe destato la triste vicenda raccontata
nella lettera ? Ha qualche link di questo "scandolo" ?
E' finita sui media, sua social ?
Riguardo alla denuncia immediata, ho capito cosa intendeva
la curatrice della risposta, ed in principio ero subito
d'accordo, ma con la condizione che la sanzione, specie
alla prima volta, fosse blanda, e senza sanzioni economiche
(le multe vanno a scapito anche della persona che dipende
economicamente dal "perpretatore"), ad esempio, vedrei un
certo numero di ore di attivita' sociale obbligatoria,
ad esempio presso una casa famiglia a servizio delle donne
esposte a violenza. In questo modo, ci sarebbero due
vantaggi:
a) chi e' colpevole di uno scatto d'ira estemporaneo, non
viene rovinato per tutta la vita e la famiglia non
subisce a sua volta pesanti conseguenze economiche
e sociali
b) il coniuge stesso avrebbero piu' facilita' a presentare
denuncia, vista la blandezza delle prime conseguenze.
D'altra parte, la registrazione gia' del primo schiaffo,
permette piu' agevolmente alla forze dell'ordine e agli
assistenti sociali di individuare casi problematici, in
cui la reiterazione degli eventi giustificherebbe non
solo sanzioni piu' pesanti, ma anche un intervento piu'
drastico a protezione del *coniuge* (mi rifiuto di prestarmi
al gioco della criminalizzazione generica degli uomini,
quindi mi rifiuto di scrivere "donna", perche' il problema
della violenza di coppia esiste anche per gli uomini,
che vengono uccisi altrettanto come le donne).
Ma il punto dolente e' che la Giustizia italiana non pare
capace di moderazione, per usare un termine da poker, ogni
azione giudiziaria e' un "all-in". Come minimo andrebbe
introdotta una distinzione tra penale (violenza piu'
grave) e un semplice schiaffo, neanche forte, che merita
piu' un procedimento di tipo amministrativo.
Allo stato attuale delle cose, se anche una donna fosse
disposta ad agire subito, dopo la prima esperienza con
il mondo giudiziario italiano, e' probabile che si
astenga da ulteriori denunce, viste le pesanti conseguenze,
fino al rischio di messa sul lastrico del bilancio
famigliare. Insomma, la curatrice ha un bel parlare,
non e' mi e' chiaro se perche' autosufficiente, con un
suo lavoro ben pagato, oppure della serie "vai avanti
tu, che mi viene da ridere" ...
Insomma, il problema della violenza di coppia, come altri
problemi di violenza quotidiana, in Italia si presenta
di difficile soluzione a fronte dell'attuale stato disastrato
del sistema giudiziario in Italia. E misure draconiane non
risolvono il problema, ma lo acuiscono.
Ad esempio, una pesante legislazione volta a proteggere
economicamente la donna in caso di separazione e' una
delle cause che sta dietro alla crescente insofferenza di
un rapporto di coppia in declino. Molti uomini si
separerebbero seduta stante, se non fosse per il rischio
di dovere pagare pesanti alimenti alla moglie, e cosi'
non agiscono, con la donna spesso conseziente, perche' ha
paura dell'ignoto, dopo una vita dipendente dal marito
(e spesso anche non solo in senso economico).
E quindi la convivenza diventa forzosa, cosa che non e'
mai buona, rovina un rapporto che potrebbe anche
finire in modo pacato, se non amichevole, e lo puo'
trasformare in vero odio, con la violenza conseguente.
Insomma, tutto questo strillare sulla
violenza sulle donne (e ripeto, in realta' e' violenza
sul coniuge, perche' colpisce tutti e due i sessi)
gronda di tanta ipocrisia, oltre che l'evidente ricerca
di un capro espiatorio per perscare piu' voti nella fetta
piu' grossa di elettorato (o almeno provarci).