Gruppo Renault
Rappresaglia di Mosca: l'AvtoVaz sarà trasferita a un istituto di ricerca russo
Dal quartier generale della Renault, a Bolougne-Billancourt, neppure una parola. Eppure, la notizia è di quelle destinate a far rumore: l’agenzia russa Interfax ha dichiarato infatti che il gruppo transalpino, il più esposto a livello industriale nel paese euroasiatico, trasferirà la sua quota di maggioranza nella Casa AvtoVaz (che gestisce lo stabilimento di Togliatti, ex Fiat) all'istituto di ricerca automobilistica e motoristica Nami. Il tutto per un simbolico rublo. Si tratta di una delle prime, pesanti conseguenze per il mondo dell’automotive europeo legate all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e alle successive sanzioni che Stati Uniti e Unione europea hanno lanciato nei confronti del governo di Vladimir Putin.
Diritto di “recompra”… La Renault, come spiega Automotive News Europe citando sempre Interfax, che a sua volta ha ripreso le parole del ministro del Commercio russo Denis Manturov, avrà il diritto di riacquistare le sue quote entro i prossimi cinque o sei anni. Il ministro ha anche affermato che la partecipazione azionaria della Renault nella fabbrica di Mosca (l’altro impianto controllato dai francesi nel Paese) passerà sotto il controllo del governo della città, offrendo così uno dei primi esempi di ciò che le autorità russe intendono fare nei riguardi degli interessi occidentali nel loro Paese. Ricordiamo che, il 23 marzo scorso, il gruppo parigino aveva annunciato la sospensione delle proprie attività nello stabilimento moscovita, anche in conseguenza delle crescenti pressioni occidentali seguite all’invasione dell'Ucraina da parte della Russia, iniziata il 24 febbraio.
Ripicca. Manturov avrebbe dichiarato pure che il trasferimento della partecipazione della Renault nell’AvtoVaz sarebbe motivato dall’incapacità della Casa straniera di mantenere le sue attività in Russia. Come detto, la Losanga avrebbe la possibilità di riacquistare in futuro la sua partecipazione, con un ulteriore, pesante esborso. «Ma se durante questo periodo faremo degli investimenti», ha dichiarato ancora Manturov a Interfax, «allora questo sarà preso in considerazione quando si tratterà di parlare di costi. Non ci saranno regali, qui».
Ampio margine. Nello stabilimento di Mosca, il gruppo Renault produceva sino al mese scorso diversi modelli: la Dacia Duster prima e seconda serie e le Renault Arkana e Captur (mentre l’Alleanza, tramite la Nissan, costruiva la Terrano). L’AvtoVaz, invece, realizza a Togliatti vetture della gamma Lada - il marchio più venduto in Russia -, controllando circa il 30% del mercato locale. Una società molto profittevole, dunque, quella russa con capitale di maggioranza Renault: i suoi ricavi, infatti, avevano sfiorato nel 2021 i tre miliardi di euro, con un utile operativo di 247 milioni, cioè quasi la metà di quelli raccolti dall’intero ramo automobilistico del colosso francese. La Renault aveva acquisito per la prima volta una quota del 25% in AvtoVaz nel 2008 a un prezzo di oltre 1 miliardo di dollari, per poi aumentare gradualmente la sua partecipazione, consolidando interamente AvtoVaz nel suo bilancio nel 2017. In questi anni, il gruppo transalpino ha investito molte risorse per modernizzare le linee produttive della fabbrica di Togliatti, e per aggiornare i modelli della Lada. E ora, se tutto andrà come è stato annunciato dalle autorità russe, dovrà contabilizzare una forte perdita a bilancio: le attività in Russia saranno probabilmente svalutate per il loro intero valore di carico, pari a quasi 2,2 miliardi di euro.
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