On 01/07/2021 11:49, son wrote:
> Il 01/07/2021 02:03, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:
>> E' interessante notare come sono permalosi certi "pubblici ufficiali".
>
> E' interessante notare come tu dia giudizi e ricostruisca le ragioni di
> una situazione di cui non sai pressoché nulla.
Nel messaggio dell'OP c'e' tutto, non mi servono altre ragioni.
E' evidente la presunzione, a prescindere dal dettaglio del
fatto concomitante (che sarebbe dovuto esternare), che sia
possibile vietare un "diritto di critica", un atteggiamento
che ho riscontrato spesso nei dipendenti pubblici.
Anzi, nella legge stessa abbiamo un appiglio (ma senza valenza
giuridica, solo "morale") di questa visione dei rapporti tra
funzionario/suddito, ovvero il reato di vilipendia (tipico degli
stati a struttura politica fascista, ma che non c'e' nelle democrazie
libertarie). Ma rileggiamo insieme:
"mi scrive un cittadino mettendo in dubbio la correttezza del mio
operato di pubblico ufficiale"
Si tratta di leggera personale oppure di un documento protocollato ?
Dal fatto che l'OP precisa:
"diffamazione no perché lo sta dicendo solo a me"
ho presunto che fosse una lettera (o una email ?) personale.
Nel "mio mondo", un tale tipo di comunicazione, diretto tu-per-tu
si chiama (se non ci sono ingiurie e minacce) un
"legittimo diritto di critica". Solo chi e' di cultura fascista
(non inteso come "insulto", ma come di visione dei rapporti
sociali) puo' pensare che il "funzionario" sia protetto dal
diritto di critica.
> Io non so che esperienza abbia avuto tu con la pubblica amministrazione.
oltre mezzo secolo ...
> Può anche darsi che ci sia il xx% di fancazzisti,
Che non c'entrano assolutamente niente nella questione.
L'essere un parassita oppure un solerte funzionare non c'entra
assolutamente nulla con il livello di "permalosità giuridica" e
lei lo sa benissimo. Quindi inquadro questa sua battuta in una
tattica atta ad ottenere ragione sapendo in partenza di avere
torto. Ergo, le ha capito e sa di avere torto.
> metti tu la cifra che
> vuoi al posto di xx, ma ti garantisco che esistono anche numerosi
> episodi di maleducazione, vessazione, intimidazione, reiterati nel
> tempo, attuati da cittadini che accampano diritti che non hanno.
Assolutamente vero, e io sono uno di quelli che quando vede un
cittadino che esagera, prendo le difese sul momento della "persona"
dall'altro lato del bancone. Ma come detto, questo non c'entra
nulla con l'oggetto della discussione.
> Ti farebbe bene un giorno della tua vita trascorrerlo facendo il lavoro
> di un agente della polizia locale, o di un addetto allo sportello di
> qualche servizio, o di un assistente sociale, o di un insegnante.
Con la polizia (e i carabinieri) ho spesso collaborato, in Inghilterra
mi e' stato insegnato un rapporto di collaborazione e fiducia con le
forze dell'ordine. Anzi, proprio per questo tipo di rapporto, una
volta non ho presentato un esposto per omissioni d'atti d'ufficio
su un agente perche' vedevo la situazione difficile in cui una
decina di persone lo avevano messo (ne ho parlato solo con il suo
comandante).
Non ho avuto a che fare con assistenti sociali, non e' un settore che
ho frequentato (ne come "volontario", ne come "destinatario"), avendo
altri interessi.
Per quanto riguarda gli insegnanti, non ho chiaro che lezione
dovrei ricevere.
Infine, vedo che lei non ha citato gli impiegati degli uffici. Quando
li ho trovato ricettivi, ho fornito la massima collaborazione, mai
pretendendo che mi dessero fiducia, ma operando diligentemente per
documentare e appoggiare ogni rapporto. Anzi, quando hanno "perso
dei documenti" (i soliti sequestri giudiziari fatti in modo imbecille,
dato che portano via l'intero ufficio ...) mi sono attivato per dare
copie dei miei (e se tutti lo faccessero, si ricostruirebbe tutto
senza piu' essere ostaggio di una casta di procuratori da galera ...).
Vede, considerare il rapporto alla pari, significa che oltre ai
diritti di un rapporto alla pari, scattagno anche gli oneri di
diligenza di un rapporto alla pari.
Questo non penso lei l'abbia considerato.
> Ti servirebbe almeno per dare del permaloso a ragion veduta.
Se il rapporto diventa di sudditanza, il "suddito" incrocia le
braccia e pretende tutto e piu' dal funzionario pubblico.
Come infatto e' la situazione di fatto. Forse, se lei e' sincero
nella sua doglianza, resterebbe sorpreso positivamente nel vivere
in un mondo dove al funzionario si dica senza patemi cosa non
va nell'atto ricevuto, ma in compenso, in questo rapporto con
gli occhi allo stesso livello, vedrebbe piu' facilmente un
cittadino solidale e collaborativo.