On Tue, 12 Jun 2012 23:00:03 +0200, Unilì wrote:
> Il 12/06/12 21.43, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:
>
>>> Forse preferirebbe che
>>> nessuno sottoscrivesse piu' titoli di Stato?
>>
>> Quando lo Stato pare incapace di frenare la spesa, ovviamente SI'
>
> In realtà il meccanismo è l'opposto: se io vado a comprare titoli di
> Stato dovresti ringraziarmi.
Niente affatto.
> Infatti se io non li comprassi l'interesse
> andrebbe ancora piu' su, per una logica di mercato.
Non fa una piega, e' cosi'.
Ma semplicemente, quando si passano a livelli usurai di
interessi, il debitore e' ormai maturo per il fallimento.
L'unico risultato di frenare la crescita degli interessi
e' aumentare le somme prelevate dalle banche e dagli speculatori.
Infatti con il fallimento, i giochi si congelano.
> Ovviamente la mia
> singola quantità smuove il mercato in maniera impercettibile, ma
> moltiplicata per molti si ha che l'acquisto di titoli di Stato comporta
> l'abbassamento dell'interesse dello Stesso con conseguente minor bisogno
> per lo Stato di pagare interessi e minor indebitamento.
>
> Se nessuno comprasse TDS sarebbe default, eventualità quindi che non mi
> augurerei mai.
Quando e' ora, il fallimento, prima si fa, e meno doloroso e'.
E' come andare dal dentista, nessuno ha piacere, ma se ci si va'
subito, e non quando il doloro e' insopportabile, l'anestesia
funziona, l'intervento si risolve in una seduta, e si risparmia
sulla otturazione.
Diciamocelo chiaro, anche Monti non sta mostrando in alcun modo di potere
fermare il fallimento. Lo sta solo rinviando. Le misure finora proposte,
poi cosi' annacquate, non fanno nulla per invertire le tendenze
matematiche.
La domanda percio' non e' "se ci sara' il fallimento", ma "quando".
Il fallimento, se gestito con intelligenza, non deve per forza
essere un'evento drammatico. Esempio: famiglia che dopo dieci anni
di rate di mutuo, non c'e' la fa piu' a pagare (perso il lavoro ?).
Non deve fare altro che traslocare in affitto (prima o poi da
qualche parte dovra' andare, perche' la cosa non gli resta. Punto.).
Mettere in vendita la casa (ovviamente la banca vorra' essere
presente al rogito, per potere "intercettare" la sua parte dei
denari trasferiti) e si rimane con un consistente gruzzolo.
La sua logica, invece, comune a molti (anche non italiani, e' un
tratto comune di chi "si fa trascinare dagli eventi), e' quella
di attaccarsi come cozze, sperando nella buona sorte. Naturalmente
dopo 3-4 anni si trovano buttati sulla strada, la casa venduta
per prezzo ridicolo, e segnati per anni nell'elenco dei debitori
di banca.
Un'altro argomento lo ha appena portato lei: quando le cose
iniziano ad andare male, i tassi schizzano. Ebbene: e' ORA di
FALLIRE !!! Ogni mese, ogni anno, che passa con il 6-7% di tassi
sul debito e' FATALE per il futuro. Certo, certo, stringendo
i denti, per alcuni anni si puo' rinviare l'inevitabile. Questo
fara' comodo a chi ormai e' con il piede nella fossa.
Ma si rende conto di cosa viene perso ogni anno con quel 7% ?
Non c'e' differenza con un debitore che paga il 30% di usura.
NON HA SENSO! Non ho mai capito perche' uno dovrebbe essere
cosi' scemo da pagare il 20-30% (o piu' mi si dice) agli usurai.
Meglio dare forfeit e affrontare le cose finche' sono a livelli
"umani". Non arrivare al punto del suicidio perche' si ha dietro
gente che rompe le ossa.
Nel caso dello Stato, i cittadini possono sostituire ai "brutti"
che rompono le ossa, terrorismo, rivolte, razzismo, etc.
Se tiriamo in barca i remi oggi, molti non hanno ancora accumulato
sufficiente stress e rabbia o paura per fare scelte sconsiderate
(incluso le scelte fatte nell'urna, ad esempio per un nuovo uomo
forte, un nuovo Mussolini ...).
Ma se andiamo avanti per alcuni anni con l'andazzo dal Settembre 2011,
ove forse fa piu' danni la "paura" per chi i risparmi gli ha (e
quindi sempre piu' pronto a votare per una svolta reazionaria),
oltre a situazioni (come gli esodati) dove, incapaci di riprendersi
in mano la vita con un lavoro anche da "extracomunitario", faranno
inedia, umiliziani, e rabbia per alcuni anni, non so dove poi si
andra' a finire.
L'ho gia' scritto: il debito pubblico va congelato (oggi non vedo
alcun motivo per azzerrarlo), gli interessi fermati al tasso legale
(1-1,5%) e se l'Europa non e' d'accordo, si esce dall'area Euro.
Fatto SUBITO non sarebbe poi cosi' drammatico nella pratica della
vita quotidiana. Tra 5 anni, invece non bastera' piu' il congelamento,
ma occorrera' "tagliare" ai creditori (come ha fatto l'Argentina).
Tra 10 anni, posto che si possa tirare cosi' al lungo, il debito
pubblico si dovra' azzerrare. Perche' ? Perche' tutto se ne' va via
con gli interessi, i costi sociali di un nazione economicamente ferma,
e probabilmente anche i danni da mancata manutenzione, i costi
di vandalismi e distruzioni sempre piu' ampie, il blocco delle poche
attivita' ancora funzionanti da parte chi non tollera per invidia
che i suoi problemi non siano condivisi.