On 10/09/2021 08:09, Cordy wrote:
> Il Thu, 09 Sep 2021 17:50:21 +0200, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:
>
>> On 09/09/2021 15:05, castore wrote:
>>> Il 09/09/2021 12:58, Giangi72 ha scritto:
>>>> Il 08/09/2021 14:44, Roberto Deboni DMIsr ha scritto:
>>>>> On 08/09/2021 13:14, Giangi72 wrote:
>>>
>>>> La prima mediazione fallita è stata ad inizio mese, la seconda non lo
>>>> sapeva.
>>>
>>> se in mediazione la parte chiamata non si presenta, la mediazione è
>>> chiusa "per mancata comparizione" con rilascio del verbale negativo;
>>> non ci sarà una seconda mediazione ma semplicemente si potrà andare
>>> direttamente in tribunale con la copia del verbale negativo (ma
>>> l'avvocato - se è un avvocato - queste cose le sà benissimo)
>>
>> Ci sono avvocati che fanno confusione deliberatamente per allungare i
>> tempi (la minestra) in modo poi da giustificare parcella che se
>> presentato con una procedura corretta e quindi rapida, sembrerebbero (e
>> spesso lo sono) esose.
>
> Questa è una panzana bella e buona, caro sig. Deboni.
Ma che idiozia ci scrive ? Come fa a negare che ci sono avvocati
che meriterebbero la radiazione ? I casi sono due ...
> In teoria può essere considerato un errore,
Si riferisce al caso specifico o per lei *tutte* le volte che le
cose non funzionano si tratta *sempre* e *solo* di un "errore" ?
> ma è facilmente documentabile
E qui poi siamo al ridicolo. Come si fa a documentare scelte
"molto" oppinabili di cui c'e' fondato sospetto (seguendo la
saggezza antica romana del chi alla fine ne ha tratto piu'
vantaggio) siano in realta' stata fatte nel mero interesse
personale dell'avvocato, ben sapendo che era a scapito del
cliente ? Anzi, ora le pongo una domanda cruciale:
"Secondo lei, l'avvocato deve guardare prima al proprio
tornaconto personale o curare l'interesse del cliente ?"
> e quindi potrebbe essere oggetto di una segnalazione all'ordine.
A suo tempo ho tentato con degli esposti, ma, senza darmi torto
nella lettera, con giri di parole, non c'e' stato un nulla di fatto.
> Che, alla
> seconda segnalazione sarebbe in grado di prendere severi provvedimenti.
> Nessun avvocato sano di mente farebbe una cosa del genere.
E' mia costante esperienza (purtroppo in condominio non sono io
a scegliere gli avvocati). E il bello e' che mi tocca sopportare
tutto "in rallenty". Tanto che ho il tempo di segnalare gli errori
in assemblea, dove l'avvocato di turno mi zittisce, senza mai
entrare nel merito delle mie precise osservazioni, chiedendomi se
sono un avvocato. Naturalmente il pollame in assemblea guarda
con soggezione all'avvocato e si alza il solito cretino che mi
dice "non ci interessa di quello che hai da dire". E purtroppo
nessuno in assemblea ha i coraggio di alzarsi di dire "veramente
a me interessa" e cosi' mi zittisco. Poi comincia
la procedura assurda, a cui sistematicamente mi sottraggo con
la raccomandata di dissociazione. Ma qualcuno dei condomini, che
mi stima, mi chiede e ottiene il flusso costante di documenti che
confermano quanto da me affermato. Inoltre lascia traccia della
mia "tesi", dato che in assemblea non mi fanno parlare, con
accurate relazioni che ordino all'amministratore di allegare ai
verbali di assemblea come mie verbalizzazioni, cosi' che tutti
le possano ricevere (come vede, vado ben oltre al semplice
"brontolare senza scopo in assemblea").
Quando finalmente, in media dopo tre-quattro anni,
si arriva davanti al giudice, che guarda le carte e non i teoremi,
viene data ragione alle mie affermazioni. Ma nel frattempo gli
avvocati (ci sono decine di assemblee tenute in quei anni,
ovviamente ogni volta, l'avvocato senza un punto in parcella)
cominciano a prendere le distanze dalla tesi illogica e dire che
le cose sono un piu' confuse e che io (che noti bene mi sono
dissociato) ho nascosto delle informazioni che avrei dovuto
fornire fin dall'inizio. Gli andrebbe bene se fossi stato il
solito condomino che brontola e poi tiene il broncio. Ma, in
teoria, dovrebbero essere fregati, perche' ci sono gli allegati
ai verbali di assemblea a smentire questo mio presunto silenzio.
Cio' nonostante il pollame in assemblea tace e nessuno si alza
ad osservare: "veramente il sig.Deboni l'aveva detto fin dal
primo incontro con voi, ma non avete replicato argomentando".
Carta canta, ma sembra che troppi, se per anni gli viene
raccontata una bugia, ne fanno una proprio verita' da cui
non paiono volere discostarsi, neanche di fronte all'evidenza.
Mi domando se cio' e' dovuto ad una specie di "crosta mentale"
da cui ci vuole tanto tempo per rimuoverla, quanto tempo e'
stato necessario "depositarla" oppure se e' che, sotto sotto,
per il condomino medio, conta di piu' la propria "immagine"
ovvero, l'evidenza che nel momento che prendono atto apertamente
che gli avvocati hanno avuto torto, si sentono a rischio di
ridicolo per avere scelto di "dare fiducia" (senza ragionare,
come avra' capito) agli avvocati solo sulla base dei "titoli"
con cui si presentano.
Tutte queste esperienza (che si ripetono periodicamente, perche'
pare che ci sia una moda a lanciare il condominio - invero grosso -
in avventure legali) si riepilogano in questo modo: la soluzione
corretta era davanti al naso di tutti e avrebbe risolto la questione
in pochi mesi. La soluzione seguita dagli avvocati di turno
invece porta ad un calvario e spese per decine di migliaia di euro.
Ed anche se, una volta su due, vinciamo lo stesso (perche' le
mie tesi non e' tanto sul fatto che avessimo o meno torto, ma del
perche' avessimo da subito al 100% ragione) la questione e' che
invece di una azione legale rapida (un colpo netto, stile
taglio del nodo di Gordo) che pero' non potrebbe mai pretendere
una parcella superiore di 5000 euro, sistematicamente inizia un
lungo calvario, con una mediazione che scatta solo quando si
usano tesi arzigogolate e/o che si basano su una ipotesi di non
chiara certezza giuridica. Esempio: se siamo o meno in condominio
con altre entita' giuridiche lo si legge dagli atti notarili.
Punto. Eppure, si ipotizzato una "ipotesi di fatto", poggiando
sulla confusione di alcuni condomini, come se l'atto personale
di un condomino abbia rilevanza sulle azioni dell'ente giuridico
che e' un condominio. Cioe', se un condomino si comportasse come
condomino di un altro condominio, sarebbe "prova di fatto" che
tutto il condominio, anche chi non si e' mai fatto coinvolgere,
sarebbe parte di un condominio confinante. Tesi assurda
ovviamente cassata dal giudice. Piu' complicato diventa la
situazione, quando su teorema di questi avvocati, e' l'assemblea
a deliberare una azione da "condomino", ma puo' una assemblea
cambiare il "diritto" con una delibera a maggioranza e in
presenza di dissociazione della azione legale "sbagliata" ?
Ovviamente no, cioe' il "dato di fatto" deve essere un
comportamento unanime dell'intera compagine condominiale,
perche' si possa affermare una tesi di coinvolgimento dell'intero
condominio ad un comportamento succube alla tesi dell'attore.
Basta un dissociato perche' il "diritto nominale" venga salvaguardato
e non si possa creare uno "stato di fatto collettivo".
Come vede non si tratta di cose cosi' semplici per cui anche un pollo
puo' capire "al volo" e quindi occorre ascoltare a ragionare
il riepilogo che fanno le parti che si confrontano (il "bastian
contrario" che ha delle domande pertinente a cui vanno date
risposte pertinenti e non un "io sono l'avvocato") o almeno,
dopo l'assemblea, consultarsi o, perche' no, andare dal bastian
contrario, che e' bene disponibile a spiegarsi, mostrando tutte
le carte del caso. In quanto alla presunta mancanza di documentazione,
e' diligente compito dell'avvocati fare un minimo di ricerca, di visure,
per risalire ai titoli di proprieta' e atti registrati a
nome del condominio, onde verificare se ci sono ostacoli alla tesi
processuale ipotizzata. Invece sembra che per certi avvocati viga
la seguente regola: "non chiedere se temi che la risposta non ti
piacera'" ove ovviamente il "non piacera'" e' riferito ad una
evidenza che tronca sul nascere un "succoso lungo procedimento".
Ora, come faccio a dimostrare un sospetto di malafede che parte
dalla banale evidenza che ogni scelta "complicata" degli avvocati
e' un chiaro conflitto di interesse a favore degli avvocati ?
In questi casi, l'unica tutela possibile e' cambiare avvocato, ma,
in condominio, occorre che la maggioranza sia convinta. Gli
esposti, invece lasciano il tempo che trovano, ormai tutto cio' che
dipende dallo Stato (gli ordini professionali sono enti pubblici non
economici locali) funziona a singhiozzo ...
Ah, dimenticavo, per ragioni a me imperscrutabili, sistematicamente
questi "avvocati modello" sono quelli proposti dall'amministratore ...
Ho protestato anche su questo, affermando che dovevamo rivolgerci
ad un "principe del foro locale", e in ogni caso, sicuramente non
un avvocato dell'amministratore, per il semplice fatto che non di
rado gli interessi dell'amministratore non collimano sempre con
quelli del condominio (anzi in un caso in oggetto, la confusione di
alcuni condomini, che ha avviato tutta la manfrina, era a seguito di
un suggerimento fatto con una circolare scritta dall'amministratore
in carica, circolare, oltretutto, che andava contro una delibera
approvata il mese prima su mia proposta, proprio per stroncare
il tentativo, ai primi approcci degli avversari).
Lei puo' ripetere all'infinito:
"Questa è una panzana bella e buona, caro sig. Deboni."
ma sono certo che milioni di condomini hanno in mente che e' vero
che:
"Ci sono avvocati che fanno confusione deliberatamente per allungare
i tempi ..."
O financo, "inventare una causa" dove non c'e' nulla da dibattere.
"panzana" ? Si sta rendendo ridicolo.