Il giorno sabato 28 ottobre 2023 alle 12:29:54 UTC+2 Sargon ha scritto:
Dopo le recenti acrobazie sulle fucilazioni,
Parvus apre una discussione sulla dedica della
via ad Almirante – il cui nome scrive
significativamente tutto in maiuscolo – con un
titolo che, privo di forma interrogativa,
assume infelicemente i connotati di una vera e
propria petizione in favore dell'iniziativa. La
mia posizione al riguardo è netta e non intendo
contribuire alla sua discussione. Pertanto
risponderò in crosspost al mio "interlocutore"
– che ha fatto esattamente la stessa cosa nei
miei confronti, non prima di aver chiesto scusa
al ng per questo –, con alcune considerazioni e
precisazioni.
Di che cosa stiamo parlando?
Possono fatti particolarmente gravi nella vita
di una persona renderla indegna di essere
dedicataria di una strada? Poiché dedicare una
strada ad una persona significa onorarne la
memoria per quello che ha fatto e rappresenta,
questo ha a che fare esclusivamente con la
memoria collettiva di una comunità o di un
intero Paese e con i valori in cui esso si
riconosce e attorno ai quali si costruisce e si
trasmette la memoria.
Non si tratta quindi di dare un giudizio
storico complessivo su Almirante, né di
processarlo in tribunale. A che scopo poi? Per
assolvere o prescrivere per la miliardesima
volta le porcate fasciste e riabilitarne il
ricordo? Non è più il tempo delle generose
amnistie "pacificatrici", inaugurate
dall'ipermoderato Togliatti.
Non si tratta nemmeno di damnatio memoriae, che
è la cancellazione di *ogni ricordo* (ritratti,
iscrizioni, scritti, discorsi ecc.) di quella
persona, come furbescamente l'acrobatico Parvus
vuol far credere. Anzi è esattamente il
contrario: qui si tratta di voler ricordare
qualcosa, non di cancellarne la memoria. E di
tenerne conto prima di tributare onori ad una
persona, dedicandogli una strada.
Dunque: fatti, e memoria su quei fatti. Tutto
qui.
Detto questo, alcune precisazioni più
dettagliate e puntuali su quanto è stato detto.
1) Non ho formulato accuse. Ho solo espresso un
giudizio su fatti passati, di cui fu
protagonista Almirante, e fatti odierni, di cui
sono protagonisti i neofascisti e i loro
alleati. Le accuse si formulano in fase
dibattimentale. Ma qui i fatti passati sono
documentati e schiaccianti, non c'è da
discutere nulla e non serve alcun processo.
2) Mai parlato di revisionismo. Mi riferisco al
significato esatto della parola, che sarebbe
opportuno rileggere sul vocabolario. Il
revisionismo riguarda sostanzialmente gli
storici, e qui gli storici non c'entrano nulla.
I fatti di cui parlo sono accertati e non sono
manipolabili in senso revisionistico.
3) Il bando di Grosseto è stato firmato da
Almirante. Il fatto non è sindacabile in alcun
modo. Né dentro né fuori le aule di tribunale.
4) Mai parlato di negazionismo. Il
negazionismo, in ambito storico, ha un
significato ben preciso. Qui non c'entra nulla.
Anche qui utile rileggere la definizione sul
vocabolario.
5) Ho ripetutamente parlato di sovversione
della memoria e dei valori dell'Italia
repubblicana. Il significato è forte e chiaro.
Sto parlando di un'operazione di ridefinizione
della memoria: con l'episodio Almirante a
Grosseto, e Pertini a Lucca.
6) Acrobatico stravolgimento della questione.
Dalla domanda iniziale: Almirante, che ha
scritto pagine di puro razzismo ecc., merita
una strada (premiandone così la memoria)? Si è
passati a: Almirante merita di essere
condannato in eterno, cancellandone ogni
ricordo?
È bene anche ricordare che il fascista,
repubblichino e neofascista Almirante non ha
mai rinnegato, né criticato apertamente il
fascismo.
7) Vengono tirati in ballo Scalfari e Bocca –
che *non* sono prossimi dedicatari di alcuna
strada – aventi un passato da fascisti meno
rilevante, se non addirittura irrilevante,
rispetto a quello di Almirante, e soprattutto
che hanno fatto scelte e percorsi totalmente
diversi, se non addirittura opposti al suo, sia
dopo la caduta del fascismo ('43) che per tutto
il dopoguerra.
8) Alla fine della peregrinazione, che sposta
il discorso dal puro razzismo antiebraico
all'antisionismo di Bocca e Scalfari (?) e al
sostegno ad Israele (?), Parvus conclude: non
lo so.
Sappiamo però qualcos'altro: il puro razzismo
di Almirante espresso su « La difesa della
razza », il bando di Grosseto, il suo costante
riferimento al fascismo e alla RSI, mai
rinnegati né apertamente criticati, non sono
per lui sufficienti a negare ad Almirante
l'onore della dedica di una strada. Sappiamo
anche che abbiamo memoria e valori diversi.
Saluti
Sargon