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1921 Fascismo - Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia

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Sargon

unread,
Jan 11, 2024, 5:31:50 AMJan 11
to
[001]

« Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
aveva raccolto una abbondante e dettagliata
documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
fatto una pubblicazione in pochi esemplari
destinata ai deputati al Parlamento eletti
nella consultazione politica del 15 maggio. Il
volume era intitolato: "Fascismo – primi
elementi di unʹinchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia" » (1).

Quel volume raccontava:
« la fitta sequela di delitti, di atti
terroristici, di distruzioni, di provocazioni
commessi dagli « squadristi » a cominciare
dalla fine del 1920 e con un crescendo
impressionante fino al « patto di
pacificazione » del 3 agosto 1921 ».

« La prefazione – dell'Inchiesta – porta la
data del 6 giugno 1921; la Camera eletta il 15
maggio si sarebbe riunita per la prima volta
lʹ11 giugno per ascoltare il discorso della
Corona ».

« Nel marzo 1922, la Società Editrice Avanti!
Ripubblicherà con qualche aggiunta, ma sempre
limitata al giugno 1921, lʹinchiesta sulle
gesta fasciste » (2).

Infine nel 1963 venne pubblicata una nuova
edizione della versione 1922 dell'Inchiesta (3)
con l'Introduzione di Luigi Ambrosoli, da cui
ho tratto questi brevi virgolettati qui sopra
riprodotti, assieme alla nota della quarta di
copertina.

Come ricorda Danilo Veneruso:
« era stato proprio Matteotti a redigere
anonima, per incarico del partito, lʹInchiesta
socialista sulle gesta dei fascisti in Italia
in cui si denunciavano le violenze dellʹazione
fascista durante la campagna elettorale del
1921. La pubblicazione del 1921 ha tanto
successo che lʹanno seguente lo stesso partito
lo incarica di redigere una nuova edizione di
oltre 504 pagine che non si limita alle
violenze di una campagna elettorale ma si
estende alle altre violenze compiute dai
fascisti » (4).

Da qui partirei per celebrare la figura e
l'opera di Giacomo Matteotti, nel centenario
della sua morte, che volle e coordinò questa
inchiesta sulle "gesta" dei fascisti in Italia.

Note:
(1) Fascismo. Primi elementi di unʹinchiesta
socialista sulle gesta dei fascisti in Italia,
Milano, Società editrice Avanti!, 1921.
(2) Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia, Milano, Società
editrice Avanti!, 1922
(3) Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia, Milano, Edizioni
Avanti!, 1963.
(4) Danilo Veneruso, Il contrasto tra Mussolini
e Matteotti sulla vita politica, Rivista di
Studi Politici Internazionali, Nuova Serie,
Vol. 81, No. 2 (322) (aprile-giugno 2014).

--
Saluti
Sargon

Almirante difendeva la razza.
Io difendo la memoria.

Sargon

unread,
Jan 12, 2024, 5:41:30 AMJan 12
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

[002]

Fascismo – Primi elementi di unʹinchiesta
socialista...: Prefazione alla prima Edizione
(1921).

« Mandiamo alla ʺCamera Ardenteʺ, perché la
rischiarino nellʹinizio di sua vita, queste
prime fiaccole di luce fascista.
Molti, fra i deputati, conoscono siffatta luce;
e la conoscono gli uomini che stanno al potere.
Ad essa si sono riscaldati gli uni e gli altri;
ai suoi bagliori, al suo calore è nata gran
parte della Camera; in essa aveva cercato nuovo
vigore vitale il Governo.
Raccolte in un solo fascio, tutte queste faci
di luce sanguigna diranno ora alla Camera
intera su quali torti, su quali ingiustizie, su
quali delitti essa sia stata edificata; le
diranno quale scempio sia stato fatto delle
libertà pubbliche a della vita dei cittadini,
sotto gli occhi e con la connivenza delle
autorità governative, dalle più alte alle più
basse.
Eppure, le pagine seguenti, già riboccanti di
atrocità inenarrabili, già spiranti tanto
orrore, non conterranno che una piccola parte
della sanguinosa realtà! Per un cumulo di
circostanze, che qui sarebbe inutile enumerare,
non ci è stato possibile raccogliere e
coordinare, per lʹapertura della Camera, tutti
quanti i documenti della furia fascista. Manca
ancora, ad esempio, la storia del Calvario che
quella furia fece salire alle popolazioni del
Bolognese, della Lomellina, della Toscana,
dellʹUmbria, delle Puglie...
Ma la documentazione completa – e anche
illustrata – non si farà attendere molto.
Queste pagine non sono che un annuncio, che un
preludio: difettoso, come tutte le cose
affrettate; ma – lo diciamo già fin dʹora con
piena coscienza – sereno, obiettivo. E serena,
obiettiva sarà la Relazione integrale, che a
queste poche pagine seguirà e che sarà
accompagnata dallʹelenco – nude cifre, ma quale
eloquenza! – dei socialisti uccisi o feriti,
dei sindaci e dei consiglieri costretti a
dimettersi, delle Cooperative e Camere del
Lavoro e Leghe dei contadini e sedi socialiste,
invase devastate, incendiate, distrutte dai
fascisti.
Allora completerà anche la Camera il suo
giudizio intorno allʹopera del Governo, intorno
al proprio diritto di vita. E allora giudicherà
anche il Paese, anche il mondo civile ».

Milano, 6 giugno 1921.

(Fascismo. Primi elementi di unʹinchiesta
socialista sulle gesta dei fascisti in Italia,
Milano, Società editrice Avanti!, 1921)

Sargon

unread,
Jan 13, 2024, 4:12:36 AMJan 13
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

[003]

Fascismo – Inchiesta socialista: Prefazione
alla seconda edizione (1922).

« Le parole, che qui sopra riproduciamo,
precedevano la Relazione sul Fascismo, da noi
pubblicata in occasione dellʹapertura della
nuova Camera nel maggio 1921: fascicolo che fu
stampato soltanto in pochi esemplari e
distribuito tra i deputati al Parlamento.
Dolorosa, accasciante – lo sentimmo anche da
voci di solito non amiche nostre – fu
lʹimpressione prodotta da quel primo saggio, da
quel sanguinoso preludio. Noi, intanto, fedeli
alla promessa, o meglio, fedeli al dovere,
proseguivamo nellʹopera nostra, raccogliendo
altri copiosi documenti della furia fascista,
coordinando le Relazioni, terribili,
strazianti, che ci giungevano dallʹuna o
dallʹaltra provincia del Bel Paese. E il tutto
già ci accingevamo a pubblicare, allorché venne
il « patto », la tregua. Noi non vi credemmo,
ma tenemmo fede. Ogni pubblicazione fu sospesa;
i documenti furono rimandati in archivio.
Per poco tempo. Come era da aspettarsi, il
patto fu lacerato, fu sepolto. Allora
riprendemmo lʹopera interrotta, per raccogliere
in una sola cornice il lugubre quadro di
delitti e ferocie, che impunemente si possono
compiere in Italia. Un quadro immane,
smisurato, il cui materiale va, di giorno in
giorno, sempre più crescendo, a cui si vanno,
di giorno in giorno, aggiungendo sempre nuove
scene raccapriccianti, sicché ancora non
possiamo prevedere quando potremo condurlo a
termine. Intanto, però, cominciamo col dare qui
alle stampe il materiale che avevamo raccolto
al momento della tregua. Un volume di mole
rispettabile, con dati statistici che fanno
rabbrividire. Eppure, in esso non si narra che
una minima parte delle gesta fasciste.
In fine a queste pagine il lettore troverà un
album – tragico album! – di socialisti
assassinati dai fascisti, di Camere del Lavoro
e Cooperative e sedi socialiste distrutte.
Ebbene, quelle fotografie, pur tanto numerose,
non rappresentano che un breve saggio del
nostro martirologio. Quando i nostri compagni,
quando i nostri operai, i nostri contadini,
cadono sotto i colpi dei fascisti, il più delle
volte i loro parenti, i loro amici non hanno
tempo, non hanno la possibilità materiale di
far ritrarre lʹeffige dei loro cari caduti, ma
è molto se riescono essi stessi a sottrarsi
alla furia degli assassini o allʹarresto per
parte degli agenti governativi...
In fine al volume il lettore troverà altresì un
elenco degli assassinati, dei feriti, delle
Case del Popolo, dei Circoli socialisti, delle
Camere del Lavoro, delle Cooperative, invase,
saccheggiate, incendiate; ma anche quei dati
non rappresentano che una minima parte della
realtà sanguinosa, spaventevole, che fino ad
oggi ha messo a si dura prova il proletariato
italiano. Quellʹelenco è soltanto la sintesi
numerica e onomastica delle Relazioni contenute
in questo volume.
E in questo volume – giova ripeterlo – sono
riprodotti soltanto i dati che avevamo raccolti
al momento della tregua. In esso, ad esempio,
non si parla ancora nè dellʹassassinio dellʹon.
Di Vagno, né di Attilio Boldori, nè di tante
altre vittime la cui sorte tuttora commuove il
cuore di ogni socialista, di ogni onesto e
buono. Quelle Relazioni, poi, non arrivano che
al maggio o al giugno dellʹanno scorso; e
ancora di quellʹepoca manca tutta la Romagna;
la provincia di Modena, una gran parte della
Toscana, dellʹUmbria, del Lazio, del Mantovano,
del Piacentino, del Parmigiano. Sono, codeste,
le nuove « terre devastate » dʹItalia. Compagni
sbandati, dispersi; segretari di organizzazioni
socialiste, consiglieri comunali, sindaci,
deputati, che non possono « rimpatriare », che
sono, quindi, nella impossibilità di mandarci
relazioni esatte intorno alla bufera di sangue,
scatenatasi sulle loro terre. Perciò, anche nel
periodo di tempo a cui questo volume è
dedicato, le lacune sono numerose, ampie,
profonde.
Eppure, anche queste sole 500 pagine, anche
queste poche fotografie, questi pochi dati
statistici, pur con tutte le loro lacune, quale
linguaggio parlano essi già, quale quadro danno
essi già dello scempio, che in Italia vien
fatto della vita dei cittadini, delle libertà
pubbliche, sotto gli sguardi, con la
protezione, con la complicità dei
rappresentanti del potere statale!
E tale quadro, per quanto incompleto, noi
vogliamo portare davanti agli occhi, davanti ai
cuori dʹItalia, del mondo civile, vogliamo
presentare ai ceti borghesi meno compromessi
col fascismo, perché vedano il delitto, perché
giudichino. Questo quadro vogliamo, sovratutto,
presentare ai compagni del paesi immuni – gli
altri già lo conoscono! – perché siamo sicuri
che dallo stesso sangue dei fratelli
assassinati, dalle ceneri delle organizzazioni
operaie incendiate, germoglieranno nuovi fiori
di virtù socialista, di fede e di sacrificio,
oggi per la resistenza, domani per la
vittoria ».

Milano, marzo 1922.
Libreria Editrice Avanti!

(Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia, Milano, Società
editrice Avanti!, 1922)

Sargon

unread,
Jan 15, 2024, 3:18:00 AMJan 15
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

Riepilogando: la documentazione della
"Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti
in Italia" è incompleta sia rispetto alla
durata complessiva del fenomeno dello
squadrismo fascista: vengono considerati solo
pochi mesi; sia al numero di luoghi
documentati: nella prima edizione del 1921, di
179 pagine, mancano le "gesta" fasciste del
Bolognese, della Lomellina, della Toscana,
dellʹUmbria, delle Puglie (la seconda edizione
del 1922 è di 504 pagine); sia infine al numero
complessivo di eventi effettivamente accaduto
in una determinata zona e in un determinato
momento.
Nondimeno si tratta di un documento storico
fondamentale per capire quello che accadde in
quei mesi: approssimativamente tra l'autunno
del 1920 e la primavera del 1921.
Eppure nelle oltre 6400 pagine dedicate
Mussolini e al fascismo, De Felice cita solo
una volta questa opera.
Matteotti proseguì anche nel 1923 e fino alla
morte, nel giugno 1924, la sua opera di
denuncia e di lotta al fascismo, con due opere
da lui scritte che sono il proseguimento logico
e ideale dell'"Inchiesta...", e il cui spirito
ispiratore inconfondibile indica quanto
quest'ultima sia debitrice all'iniziativa e
alla forza combattiva del deputato polesano.

Sargon

unread,
Jan 15, 2024, 8:30:11 AMJan 15
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

Legenda:
*parola* indica che parola è scritta in
grassetto;
_parola_ indica che parola è scritta in
corsivo;

Avvertenza: i nomi e i cognomi delle persone Si
limitano alle sole iniziali seguite da 4
asterischi, a prescindere dalla loro lunghezza:
Es. Mario Rossi = M**** R****

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [004]

- Veneto –

- Nel Polesine -

- I(*) –

Nel Polesine la situazione offre un esempio
così tipico, che lo stesso Sottosegretario di
Stato agli Interni finalmente ha dovuto
riconoscerlo.
Siamo in una regione di tradizioni
essenzialmente pacifiche. Forti lotte agrarie
ed economiche si sono trascinate per mesi ed
anni nel Polesine, e nessuno ne ha parlato,
perchè non si sono verificati atti di violenza.
Vi possono essere stati casi improvvisi di
folle incoscienti, ma noi ci siamo messi sempre
di mezzo con lʹesempio e con la propaganda e
anche gli avversari possono testimoniare questa
nostra opera di educazione. Perciò il Polesine
non pareva dare col suo atteggiamento alcuna
giustificazione alle incursioni e agli atti,
che ora vi si manifestano.
Ma come si manifestano? Ecco quello che il
Sottosegretario di Stato ha trascurato di
dirci. Si manifestano nella forma più orribile,
che mai altrove si sia vista.

- Come ai tempi del brigantaggio –

Nel cuore della notte, mentre i galantuomini
sono nelle loro case a dormire, arrivano i
camions di fascisti nei paeselli, nelle
campagne, nelle frazioni composte di poche
centinaia di abitanti; arrivano accompagnati
naturalmente dai capi della Agraria locale,
sempre guidati da essi, poiché altrimenti non
sarebbe possibile conoscere nellʹoscurità, in
mezzo alla campagna sperduta, la casetta del
capolega, o il piccolo miserello Ufficio di
collocamento.
Si presentano davanti a una casetta e si sente
lʹordine: Circondare la casa. Sono venti, sono
cento persone armate di fucili e di rivoltelle.
Si chiama il capolega e gli si intima di
scendere. Se il capolega non discende, gli si
dice: Se non scendi ti bruciamo la casa, tua
moglie, i tuoi figliuoli. Il capolega discende;
se apre la porta, lo pigliano, lo legano, lo
portano sul camion, gli fanno passare le
torture più inenarrabili fingendo di
ammazzarlo, di annegarlo, poi lo abbandonano in
mezzo alla campagna, nudo, legato ad un albero!
Se il capolega è un uomo di fegato e non apre e
adopera le armi per la sua difesa, allora è
lʹassassinio immediato che si consuma nel cuore
della notte, cento contro uno. Questo e il
sistema nel Polesine.

(*) Dal discorso pronunciato da Giacomo Matteotti
alla Camera del deputati il 10 marzo 1921.

Da: "Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia", Milano, Società
editrice Avanti!, 1922

Sargon

unread,
Jan 16, 2024, 3:21:47 AMJan 16
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [005]

A *Salara* (i fatti son consacrati tutti negli
stessi rapporti dellʹautorità) a Salara un
disgraziato operaio di notte sente bussare alla
porta. « Chi e? », domanda. « Amici! », gli si
risponde. Apre e si accorge di aver davanti una
banda di armati. Tenta di rinchiudere la porta;
ma glielo impediscono con un piede, e
attraverso alla fessura venti colpi di fucile e
di rivoltella lo distendono cadavere.
A *Pettorazza* il capolega sente battere alla
sua casa di notte, sempre di notte. Gli si dice
che è la forza pubblica. Il disgraziato crede,
apre. Lo prendono, lo legano, lo bastonano, lo
trascinano per tutta la provincia di Padova,
esponendolo al ludibrio di tutti, fino a che lo
abbandonano in mezzo alla strada. Quel
disgraziato ritorna a casa, denunzia il fatto,
e il brigadiere dei carabinieri lo arresta!
A *Pincara*, piccolo paese in mezzo alla
campagna, a mezzanotte arriva un camion davanti
allʹUfficio di collocamento, una misera
bicocca, una stanzetta. Non cʹè nessuno dentro,
ma per assicurarsene meglio i fascisti sparano
a mitraglia, di cui si riscontrano le tracce
sul muro. Non cʹè nessuno: allora, fuori la
benzina e si brucia tutto.
Poi vanno alla casa del Sindaco, sempre dopo la
mezzanotte; non lo trovano per puro caso. La
moglie è allʹospedale, la figlioletta dice: «
Mio padre non cʹè ». Non ci credono; lo vanno
ricercando nei piccoli ripostigli: non lo
trovano; ma intanto una vittima la vogliono, e
vanno più in là, nella campagna deserta, alla
casa del capolega che dorme. Circondano la
casa. Duecento colpi di moschetto e di revolver
punteggiano i muri della casupola da ogni lato.
Il disgraziato scende e difende col petto
lʹingresso della sua casa; cinquanta colpi
crivellano la porta ed egli è ucciso nella sua
casa stessa.
Quando il disgraziato difensore della casa è
caduto, con due colpi dentro il petto, dietro
la porta che difendeva, e la moglie lo sorregge
fra le braccia, entrano (io sono stato a vedere
la casa e ne ho riportato unʹimpressione
tremenda) entrano inveendo, sʹassicurano che il
morto sia veramente morto e scuotono
violentemente il figlioletto, che con le sue
grida denunziava sulla strada, nella notte,
lʹassassinio del padre. Egli ne porta ancora
sulle braccia il segno malvagio!

Da: "Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta
dei fascisti in Italia", Milano, Società
editrice Avanti!, 1922

Sargon

unread,
Jan 16, 2024, 1:46:00 PMJan 16
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [006]

Ad *Adria*, pochi giorni or sono, è avvenuto un
incidente tra un fascista ed un facchino. Il
facchino fu ucciso dal fascista. Sarebbe dovuto
bastare. Ma invece nella notte seguente
arrivano ancora i camions, perché i fascisti
non erano paghi di avere ammazzato un uomo
solo. E vanno, dopo lʹuna di notte, alla casa
del segretario della sezione socialista, lo
prendono, lo legano, lo portano sullʹAdige,
fingono di immergerlo nel fiume, o di legarlo
coi piedi dietro il camion e poi lo abbandonano
legato ad un palo telegrafico in provincia di
Padova! E il « Corriere del Polesine »,
lʹorgano degli agrari, ha il coraggio di far
lʹesaltazione di questo fatto malvagio e
vergognoso. Poi, sempre nella stessa notte,
mentre, naturalmente, i carabinieri dormono
(poiché la Sottoprefettura era stata
preavvisata nella giornata della spedizione
fascista e quindi la consegna era di russare),
mentre i carabinieri dormono, la stessa banda
armata si presenta alla casa del presidente
della Deputazione provinciale di Rovigo.
Battono alla porta di casa. « Chi è ». « La
forza », rispondono. Perchè avviene anche che
molti della masnada sono vestiti in divisa,
quando anche alle loro gesta non partecipano,
come a *Lendinara*, tenenti del regio esercito
addetti alla requisizione.
Battono dunque, dicendo che è la forza
pubblica.
Nelle disgraziate campagne del Polesine ormai
si sa che quando si batte di notte alla porta
di casa, e si dice che è la forza pubblica, è
la condanna di morte.
Quindi alla Casa del presidente della
Deputazione non si apre. Tentano di sforzare la
porta: non riescono; saltano sul poggiolo, lo
sforzano. Il disgraziato vuole difendersi con
la rivoltella, ma la moglie e la madre lo
dissuadono, lo inducono a fuggire. I colpi di
rivoltella lo inseguono quasi nudo per la
strada. Egli va alla caserma dei carabinieri,
ma essi tardano unʹora ad andare, perché i
carabinieri non ci sono per mettere in galera i
delinquenti, che vanno ad assalire le case di
notte. E intanto la masnada penetra nella casa;
prende le donne, la moglie, la madre del
disgraziato e colla rivoltella in pugno si
esige che indichino dove è nascosto.
E continua così la storia, ma nessuno viene,
nessuno è scoperto, nessuno sa chi siano i
delinquenti.
Nella stessa via, una viuzza di Adria, abitano
gli agenti investigativi; tutta la strada è a
rumore, tutti gridano per quello che sta
avvenendo; ma gli agenti investigativi non
sentono nulla e non si fanno vedere.

Sargon

unread,
Jan 17, 2024, 3:05:26 AMJan 17
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [007]

– § L'ordine della Camera del Lavoro: viltà –

Notte per notte, giorno per giorno, sono così
incendi ed assassinî che si commettono. Leggo
sul « Corriere del Polesine » l'organo degli
agrari, che la Casa del Popolo di *Gavello* è
stata bruciata; e non si dice nemmeno il
perché; perché da parte nostra, per lo meno da
parte dei nostri organismi responsabili, non vi
è stata mai alcuna provocazione. L'ordine della
Camera del lavoro è inteso appunto ad evitarle.
L'ordine è: _Restate nelle vostre case: non
rispondete alle provocazioni. Anche il
silenzio, anche la viltà sono talvolta eroici_.
Questo è l'ordine: ma, malgrado questo, si
bruciano le Case del Popolo. E allora non è più
lotta politica, non è più protesta, non è più
reazione. Qui si tratta di un assalto, di una
organizzazione di brigantaggio. Non è più lotta
politica: è barbarie; è medioevo. Dobbiamo noi
combattere la lotta politica in questa maniera?
Siamo anche noi autorizzati a metterci su
questo terreno? Ma vi levaste allora almeno di
mezzo, voi del Governo, e ci lasciaste
combattere con dignità, a parità di condizioni.
E noi sapremmo mettere a posto i briganti. Il
vostro intervento è intervento a favore dei
briganti.
Ricordate: gli anni scorsi, ed anche
quest'anno, quando l'Emilia era in fiamme per
la lotta economica, la provincia di Rovigo
taceva. Quando nello stesso Veneto, nella
provincia di Padova, succedevano episodi di
violenza contro gli agrari, verso cui si agiva
violentemente per obbligarli a firmare, la
provincia di Rovigo taceva. Vi furono cinque
mesi di discussione, tre mesi di lotta agraria,
tre mesi di sciopero, ma con incidenti minimi,
trascurabili. Se avvennero, furono episodi di
violenza improvvisi, imprevisti, di folle
incoscienti. Ma da parte nostra è venuta allora
sempre la deplorazione, la sconfessione. Oggi
invece dalla parte avversaria vi è la
glorificazione dell'assassinio. Questa è la
differenza! Vi sono stati da parte dei nostri,
atti di follia. Un atto di violenza fu commesso
a danno di un cattolico partigiano dell'on.
Merlin. Ebbene, noi lo abbiamo deplorato; lo
abbiamo condannato. Non abbiamo mai fatto
l'apologia di coloro che avevano commesso
questi atti. E oggi l'assassinio premeditato e
organizzato è la ricompensa di quel nostro
atteggiamento.
Nel Polesine sono sempre state sconosciute le
taglie, che vennero ricordate alla Camera. I
boicottaggi si contano sulle dita: sempre nei
paesi ultimi organizzati, e meno bene
organizzati. Ma, lo può riconoscere l'on.
Merlin, dove sono avvenuti, noi ci siamo
interessati per farli cessare.

Sargon

unread,
Jan 17, 2024, 3:14:16 PMJan 17
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [008]

Non disconosciamo, dunque, che errori siano
stati commessi dalle nostre folle: erano da
troppo poco tempo educate e venivano dalla
guerra. Ma ci siamo sempre interessati e
abbiamo sempre cercato di educarle. Nel
Polesine non ci furono offese al patriottismo.
I nostri contadini non hanno disertato, non
hanno avuto bisogno dei decreti di amnistia. I
nostri contadini sono andati tutti al fronte,
hanno combattuto, son morti, o son tornati
mutilati e feriti. Se qualcuno si è imboscato,
se qualcuno non ha combattuto, questi
appartiene agli agrari che in massa hanno
ottenuto l'esonero. E gli agrari del Polesine
non sono stati mai patrioti, neanche durante la
guerra, perché nei conversari loro erano più
contrari alla guerra che non lo fossimo noi
socialisti.

- § La lotta agraria –

E allora perché tutto questo? Il perché c'è, e
lo ha confessato lo stesso on. Corradini: è la
lotta agraria. Il 28 febbraio scadevano i
vecchi patti.
Le nostre organizzazioni proposero che si
continuassero i vecchi patti fino alla ripresa
delle trattative. Gli agrari non vollero
accettare. Essi volevano rompere i patti perché
volevano rompere le organizzazioni proletarie.
E hanno affermato pubblicamente che, per
rompere le organizzazioni, non disdegneranno,
se occorrerà, di abbandonare le terre, di
lasciarle perfettamente incolte. Hanno detto
che non faranno le semine per non compromettere
le loro borse.
Gli agrari minacciano così l'abbandono delle
terre, delle colture, se i contadini non
accettano di abbandonare la mano d'opera in
balia dei padroni, stroncando i loro Uffici di
collocamento. Essenzialmente a questo si mira,
perché non si fanno questioni di salario, ma si
pone in questione soltanto l'esistenza delle
organizzazioni proletarie. E del resto l'on.
Corradini lo ha riconosciuto.
Si è giunti persino a questo: che, mentre i
patti liberamente sottoscritti per le valli
giungevano fino al 29 agosto di quest'anno, gli
agrari il hanno stracciati e hanno mandato a
casa i lavoratori. Lo stesso Sottosegretario di
Stato all'Interno l'ha detto e deplorato poco
fa. Ora per l'assassinio di *Solara* sono stati
arrestati i figli di agrari locali, ma soltanto
perché si è trovato una volta tanto un
ufficiale che ha fatto il suo dovere.
Chi conduce le bande a *Lendinara*? Gli agrari.
A chi appartengono i camions per le spedizioni
punitive? Agli agrari. Nessun camion, onorevole
Corradini, è stato dalla forza pubblica
arrestato nel Polesine. Eppure i camions che
circolano armati si sa quali sono: appartengono
agli agrari, alle bonifiche, agli industriali,
quando non sono quelli stessi della Commissione
di requisizione cereali. Le organizzazioni
degli agrari sono divenute organizzazioni di
delinquenza.

Sargon

unread,
Jan 18, 2024, 3:17:21 AMJan 18
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [009]

Quando voi avete ordinato la consegna delle
armi, camions pieni d'armi sono giunti nel
Ferrarese e le armi sono state depositate nelle
case degli agrari. E quando una volta si
minacciarono dai fascisti disordini contro il
Municipio di *Ficarolo* e ci fu eccezionalmente
un agente dell'ordine che avvertì il capo degli
agrari che egli sarebbe stato responsabile,
quel giorno nulla avvenne, perché, quando le
autorità vogliono, ottengono: quando vogliono,
conoscono i capi agrari della delinquenza
organizzata.
Il Governo telegrafa, è vero, il prefetto fa
telegrammi, circolari, è vero, ma tutto questo
che vale? Quando il tenente della requisizione
cereali di *Lendinara* si fa guida di
spedizioni, e l'autorità di pubblica sicurezza
lo riconosce a capo di quelli che sparano sulle
piazze, quel tenente per due giorni è messo a
disposizione dell'autorità militare di Rovigo;
ma il terzo giorno a restituito alle sue
funzioni nella Commissione dei cereali.
Un altro tenente dei carabinieri che finge di
contenere le spedizioni facinorose è un noto
amico di organizzatori fascisti e fu udito
prendere accordi con loro dentro i locali di un
pubblico ufficio. Il comandante dei carabinieri
agisce spesso a rovescio delle istruzioni
prefettizie. Il brigadiere di *Pincara*, ove è
stato compiuto l'assassinio durante la notte,
mangia, beve, canta e spara coi fascisti.
A *Loreo* i fascisti su di una strada
assaltarono un povero disgraziato, lo
picchiarono e poi si presentarono al comando
dei carabinieri dichiarando di avergli
sequestrato una rivoltella. I carabinieri,
invece di arrestare coloro che lo avevano
picchiato e assalito e perquisito,
sostituendosi se mai alla pubblica autorità,
arrestarono lo stesso disgraziato e insultato.
Sono metodi e sistemi che hanno perfino
meravigliato la autorità politica. Perciò la
mia interrogazione era diretta al Ministro
della Guerra [Bonomi fino al 1° aprile 1921.
Sostituito da Giulio Rodinò], troppe volte
assente in questi banchi della Camera, per
sentire le sue responsabilità.

Sargon

unread,
Jan 18, 2024, 3:04:33 PMJan 18
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [010]

Ho detto che il sottoprefetto era avvisato
della presenza dei fascisti in *Adria, e la
notte che andarono a prendere nella sua casa il
Presidente della Deputazione Provinciale, i
carabinieri perciò appunto dormivano
profondamente e non udirono nulla, mentre per
due o tre ore in città si udirono spari,
inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere
apparve se non alle 4,40 del mattino, quando,
come nell'episodio dei « Maestri Cantori », i
ladri e gli assassini erano scappati, la luna
sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità.
Fino a questo si arriva: che, mentre lo
chauffeur che ha condotto l'automobile
assassina di *Pincara* ha deposto e indicato
persone; mentre è noto chi montava
l'automobile, chi la pagò, chi andò a compiere
l'assassinio, il procuratore del re, ancora
dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non
sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di
leggere i giornali.

- § « La viltà è un atto d'eroismo » -

Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola
polizia. Voi avete detto di aver preso delle
misure che non sono state osservate. Ma qui si
tratta piuttosto di riconoscere una
organizzazione, una associazione a delinquere,
la quale si vanta nei giornali, con manifesti,
vistati dalle vostre autorità, che minacciano
di morte determinate persone di organizzare
queste spedizioni e queste rappresaglie. E' una
organizzazione a delinquere conosciuta nei suoi
mezzi, nei suoi scopi, uno per uno, e voi la
lasciate intatta.
Se avviene mai che qualche avversario sia
bastonato, allora sono arrestati i capilega, il
Sindaco, gli Assessori, tutti i nostri di quel
Comune, vi siano o no indizi di colpabilità. Ma
da parte opposta nulla; anzi spesso la
glorificazione, la apologia dell'assassinio o
dell'incendio.
Ecco, perché, onorevoli colleghi, la stampa
tace sugli avvenimenti della provincia di
Rovigo. Ma allora che cosa ci resta a fare? Noi
continuiamo da mesi e mesi a dire nelle nostre
adunanze che non bisogna accettare
provocazioni, che anche la viltà è un dovere,
un atto di eroismo. Ma abbiamo continuato a
predicare per troppi mesi, o signori del
Governo, invano; non ci sentiamo e non possiamo
più oltre tacere ai nostri che la disciplina
può segnare la loro morte, non possiamo più
oltre ordinare che si lascino uccidere ad uno
ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della
nostra disciplina. Questo non ci sentiamo più
di consigliare, e nelle nostre assemblee ormai
si dicono delle parole che non possiamo più
oltre sopportare. Voi del Governo assistete
inerti o complici. Noi non deploriamo non
domandiamo più nulla. Ora voi siete informati
delle cose; la Camera è avvertita. Questo è
quello che volevo dirvi.

pino mugo

unread,
Jan 18, 2024, 5:17:29 PMJan 18
to
Il giorno giovedì 11 gennaio 2024 alle 11:31:50 UTC+1 Sargon ha scritto:
> [001]
>

> Io difendo la memoria.

la tua ideologia genera queste mostruosità:

Giuseppina Ghersi, violentata e uccisa a 13 anni per un tema premiato da Mussolini:
https://www.unmondoditaliani.com/giuseppina-ghersi-violentata-e-uccisa-per-un-tema-che-aveva-ricevuto-il-plauso-di-mussolini/

WinterMute

unread,
Jan 18, 2024, 6:06:27 PMJan 18
to
il giorno Thu, 11 Jan 2024 11:31:47 +0100
Sargon <sar...@noname.it> ha scritto:

> [...]

buonasera,

davvero molto interessante, grazie per aver riportato questa inchiesta e in special
modo per il lavoro di composizione tutt'altro che banale.

saluti.

--
◈ [WinterMute] @ [debian «---» trixie | testing] ◈

Sargon

unread,
Jan 19, 2024, 3:26:19 AMJan 19
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [011]

- II –

Riprendere la storia documentata delle violenze
agrario-fasciste nella Provincia di Rovigo, al
punto in cui si fermarono i miei accenni del 10
marzo alla Camera, non è cosa semplice.
Poiché quello che fin allora sembrava ancora
episodio staccato e singolare, per quanto
ripetuto, doveva poi diventare la cronaca di
ogni giorno e di ogni piccolo Comune,
moltiplicandosi all'infinito nelle forme più
fantastiche che il crudele medioevo o il più
inumano regime coloniale abbiano potuto
inventare.
Nello stesso giorno in cui io mi avviavo
tranquillamente con un cavallino a un convegno
in *Castelguglielmo*, e trovavo invece
allineati sulla piazza duecento armati che
sparavano come pazzi e mi catturavano perché
non consentivo a rinnegare nè cose dette nè
pensieri, a *Adria* andavano invece a sfondare,
alle tre di notte, la porta dell'abitazione del
cav. C****, colpevole di aver adempiuto con
zelo i suoi doveri di Segretario comunale anche
con la nuova Amministrazione socialista. A
forza, e mentre le rivoltelle incutevano il
dovuto terrore alla moglie in istato delicato e
alle piccole figlie, era caricato egli pure su
di un camion, portato alla sede del Fascio di
Padova, sequestrato colà per due giorni, e poi
abbandonato in piena campagna.
Quasi nello stesso tempo anche a *Contarina* si
comincia a forzare e invadere le case di notte,
a perquisirle coll'intimidazione delle
rivoltelle, caricando sul camion le persone
(per esempio un certo Franzoso) e poi
abbandonandole legate a qualche albero nella
campagna.
E da allora, borgata per borgata, passa la
distruzione, la minaccia, il terrore per tutti
i 60 piccoli Comuni del Polesine. A uno a uno,
nel breve volgere di due o tre settimane, essi
sono invasi di giorno da turbe di centinaia di
forsennati, che bastonano chiunque è loro
indicato come socialista dagli agrari locali,
penetrano nei locali, distruggono il mobilio e
asportano oggetti: di notte, a gruppi, con la
maschera e i moschetti, sparano a mitraglia per
le strade o lanciano bombe, entrano nelle case
di chiunque faccia parte di un'Amministrazione
comunale, di una Lega di resistenza, di una
Cooperativa o simili e, tra il terrore
indicibile delle donne e dei figli, minacciano,
violentano, estorcono dichiarazioni, impongono
cose vergognose, o costringono a fuggire
disperatamente per la campagna.
In tal modo le organizzazioni non possono più
riunirsi, le Case del Popolo, gli Uffici di
collocamento divengono inabitabili per il
pericolo immediato di incendio e di morte. Le
stesse riunioni imposte dalla legge divengono
oggetto di violenza: una Giunta comunale
riunita è comodo pretesto per un gruppo di
delinquenti per entrare nel Municipio a imporre
dichiarazioni ignominiose, pena la violenza
immediata sul posto o quando i radunati
rincaseranno.

Sargon

unread,
Jan 19, 2024, 6:51:03 AMJan 19
to
Il 19/01/2024 00:06, WinterMute ha scritto:

> davvero molto interessante, grazie per aver riportato questa inchiesta e in special
> modo per il lavoro di composizione tutt'altro che banale.

Grazie a te.
In primo luogo questo è il mio modestissimo
omaggio alla memoria di Giacomo Matteotti,
infaticabile ed eroico oppositore al fascismo,
nell'anno del centenario della sua uccisione da
parte dei criminali fascisti.
In secondo luogo esso è semplicemente un modo
per ricordare agli italiani che cosa è stato da sempre, cioè fin
dall'inizio, il fascismo.
Ieri sera nel solito penoso, inutile bivacco
televisivo che si domandava: "saluto fascista,
serve davvero la condanna penale?"(*), un noto
giornalista, Giuseppe Severgnini, affermava
testualmente: « il fascismo è stato una
illusione, diventata una farsa e finita in una
tragedia. Per me la questione è finita qui e mi
auguro che la maggior parte degli italiani lo
capisca ». Non so di cosa parli esattamente
Severgnini: di quale illusione, di quale farsa.
Ma se questo è il suo giudizio complessivo sul
fascismo, le cose certamente non finiscono qui.
Anzi si rafforza in me la convinzione di quello
che sto facendo. L'"inchiesta socialista sulle
gesta dei fascisti in Italia", benchè limitata
a solo pochi mesi del 1920-1921, e l'articolo
di Salvemini su Molinella, solo per fare un
paio di esempi, raccontano un'altra storia, al
di là di ogni mistificazione della realtà.
In terzo luogo questa documentazione mi servirà
per dare risposte che avevo lasciato in sospeso
tempo fa e che intendo riprendere quanto prima.

(*) La trasmissione era "Otto e mezzo" su La7.
Gli ospiti del bivacco si sono soffermati in
modo inconcludente, come al solito, sul reato
di apologia del fascismo, dopo la sentenza
della Cassazione che ha sancito, proprio ieri,
la non condannabilità del saluto fascista.
Sentenza accolta entusiasticamente della destra
neofascista, quasi fosse una svolta epocale,
che non è certamente visto che il reato di
apologia del fascismo purtroppo è stato
smantellato da due sentenze della Corte
Costituzionale del gennaio 1956 e del novembre
1958, in merito alla legge n. 645 del 20 giugno
1952: la cosiddetta legge Scelba. Nella prima
sentenza (1956), ben due giudici della Corte
Costituzionale, Gaetano Azzariti e Antonio
Manca, avevano fatto parte, non molto tempo
prima, del Tribunale della razza, istituito dal
fascismo nel 1939, di cui Azzariti era
presidente. Nella seconda sentenza (1958)
Azzariti era addirittura presidente della Corte
Costituzionale: una bella promozione! Non c'è
che dire. Davvero raccapricciante.
È interessante notare che le ripetute apologie
del fascismo di Almirante di cui ho parlato in
una recente discussione, appaiono proprio in un
suo libro del 1958.
Le due sentenze della Corte Costituzionale del
1956 e del 1958 ricondussero, da allora, i
reati di "apologia del fascismo" (art. 4 della
legge Scelba) e di "manifestazioni fasciste"
(art. 5 della stessa legge) esclusivamente alla
riorganizzazione del disciolto partito
fascista: inspiegabilmente, visto che a tale
reato sono dedicati espressamente **solo** i
primi 3 articoli della legge Scelba. Non il 4°
e il 5°.
Pertanto, anziché discutere oggi a vuoto – come
spesso avviene in questo paese – su un reato
che è stato, di fatto, cancellato più di 65
anni fa, e visto che si parla di giustizia
tutti i giorni, mentre il governo neofascista
sta cancellando altri reati e ne introduce di
nuovi non meno odiosi, in base alle proprie
esigenze e alla propria indole, bisognerebbe
piuttosto discutere, una volta tanto, di come
porre rimedio a quelle due sentenze improvvide,
che certamente non possono essere considerate
intoccabili o definitive – lusso che non è
concesso nemmeno alla Costituzione della
Repubblica italiana.
Nel frattempo, di fronte alle adunate
piazzaiole fasciste, che si ripropongono
periodicamente, bisognerebbe soprattutto
chiedere conto ai prefetti per la loro
neghittosità, visto che si tratta di una
evidente questione di ordine pubblico.
Sulla legge Scelba e le due vergognose sentenze
della Corte Costituzionale, rimando alla ampia
discussione: "Per Barbero è legittimo fare
l'apologia del fascismo" in cui intervenni un
paio di anni fa.

Sargon

unread,
Jan 19, 2024, 3:10:00 PMJan 19
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [012]

Il Consiglio comunale di *Ramodipalo*,
tranquillamente radunato per deliberazioni
ordinarie, vede invasa improvvisamente l'aula
da forsennati sopravvenuti in camion, è forzato
a sciogliersi, e i consiglieri devono passare
ad uno ad uno tra la doppia fila degli
energumeni bastonatori. Gli Assessori di un
Comune presso la Marina sono catturati in
camion e portati, tra gli insulti e le minacce
di morte, fino a duecento chilometri di
distanza, sugli altipiani alpini! Degno
ricambio alle violenze dei bolscevichi di
Rovigo, che avevano inaugurato il loro
Consiglio comunale regalando un mazzo di
garofani bianchi alla minoranza assessoria.
In un'ultima riunione quasi clandestina degli
amministratori degli enti locali e dei
dirigenti le organizzazioni dei contadini, io
predico ancora una volta di non insorgere, di
non resistere, di lasciarsi battere, per la
civiltà. Ma invano; poichè un funerale, una
bandiera, un nastrino, una cravatta, un gesto,
una minima cosa è sufficiente pretesto per le
cosidette spedizioni punitive e per esplosioni
selvagge di violenza.
Le autorità tutte, dal Prefetto alla P. S., dai
Comandanti dei Carabinieri ai Procuratori del
re, assistono impassibili. Il Prefetto si
dichiara impotente. Tutto passa impunito, e la
legge vale esclusivamente contro l'ultimo
contadino che, torturato, osi comunque
ribellarsi.
* * *
Distrutta così ogni tessitura di vita civile,
isolato ogni Comune dall'altro, e ogni
lavoratore dal suo vicino; la lotta agraria è
anche perduta, i contadini chiedono a uno a uno
il lavoro ai padroni, e la Camera del Lavoro di
Rovigo, già invasa e distrutta nelle sue cose
materiali, si scioglie nei primi giorni di
aprile.
Cessava quindi la ragione prima della violenza.
Ma non bastava.
Rimanevano ancora dei piccoli centri, nei
quali, se la lotta economica era stata perduta,
lo spirito era però rimasto fieramente alto; e
anche in tutti gli altri luoghi, se la massa
era terrorizzata, rimaneva tuttavia
profondamente fedele nell'anima al Partito che
da più di trent'anni in quella terra aveva
insegnata la conquista civile.
Quindi contro i primi si organizza e si scaglia
ancora la spedizione più feroce, accuratamente
preparata e combinata eventualmente con i
signori Comandanti i Reali Carabinieri. Nei
secondi invece si costituisce e si arma, dopo
la prima terrorizzazione generale, il gruppetto
locale di agrari e di studentelli, che assolda
un paio di delinquenti o di disertori, indigeni
o importati, e con questi alla testa mantiene
lo stato di terrore e di schiavitù della
popolazione, ripetendo quotidianamente la
bastonatura, l'invasione domiciliare, la
mascherata notturna, le sevizie.
Del primo tipo è per esempio l'assalto a
*Granzette*, minuscola frazione a due
chilometri da Rovigo. Prima, per alcuni giorni,
ripetuti assaggi dei carabinieri, con
perquisizioni ai lavoratori e alle loro case,
invasioni di sorpresa alla Casa del Popolo,
ecc.

Sargon

unread,
Jan 20, 2024, 3:32:03 AMJan 20
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [013]

Poi i briganti: appuntamento notturno di tutte
le squadre armate della Provincia, assalto
combinato alla Lega e alle case private.
Nessuno si sogna di resistere; ma il terrore e
la violenza penetrano in ogni famiglia, presso
ogni letto; e si bastona e si distruggono
mobili, alimenti, bevande, tutte le piccole
ricchezze della comunità, e si appiccano
incendi. Manca soltanto la vittima designata a
coronare l'impresa: il capolega. Ah! quei
vigliacchi di capilega non si lasciano più
seviziare e uccidere in un letto, dormono
randagi sotto un albero o in fondo a un
arginello! Va bene, li sostituiranno i vicini
di casa; spari contro la vecchia madre, che
apre la finestra ma trema di aprire la porta;
invasione, distruzione, bastonate al povero
M**** che stava calzandosi e va a
raggomitolarsi ferito sul letto. A rivoltellate
lo finiscono. Vittoria!
La moglie è inebetita, ammalata. Una bambina
tenerissima è morta per lo spavento. Che
importa? Sulle grida terrificanti con le quali
i masnadieri chiamano le vittime e incitano se
stessi ad essere più barbari, e sui singhiozzi
dei martoriati, sale ormai il grido della
vittoria. Per la civiltà eia, eia.
A *Bottrighe* è invece un attacco combinato con
la forza pubblica. A *Porto Tolle*,
sull'estremo della riva del Po, una azione
strategica: una puntata, finta ritirata,
imboscata, assalto generale di carabinieri e
fascisti riuniti, con emozionante caccia
all'uomo e tiro al volo. A *Bergantino*
conquista improvvisa della piazza, tra le bombe
e i moschetti; il piccolo proprietario
contadino vede la sua casa invasa, bruciata la
rimessa, uccisi il bove e l'asino nella stalla,
distrutto il mobilio, sfregiati i ritratti dei
parenti morti. Qualcuno, preavvisato, riesce a
fuggire per le finestre; S**** si rifugia nelle
Valli veronesi, perviene nel Vicentino; trova
un maresciallo, gli racconta di essere
inseguito dai fascisti: quanto basta perché il
maresciallo lo arresti, lo tenga in carcere
otto giorni, e poi lo rimandi con foglio di via
a Bergantino... a farsi massacrare dagli amici
fascisti. Il disgraziato si rifugia a Padova;
la figlia corre a raggiungerlo; ma dietro di
essa il camion delle belve apprende il suo
rifugio, supera i cento chilometri di distanza
e, nella città medesima, all'angolo di una via,
lo sorprendono, lo portano via.
Ma peggiore ancora dell'episodio straordinario
è la vita vissuta quotidiana, divenuta ormai
normale in ogni piccolo comune rurale. Il tipo
più criminale del luogo è divenuto despota. I
socialisti, cioè i contadini e gli artigiani,
cioè gli otto decimi della popolazione, sono
gli schiavi. Contro di essi tutto è possibile,
tutto l'immaginabile, specialmente in certe
zone rivierasche del Po. Il gruppetto dei
despoti può intimare di rientrare in casa alla
tal'ora, di non farsi vedere in piazza, di
uscire da un negozio, di presentarsi anche
dieci volte al giorno al Fascio, di girare con
una corda al collo, di dipingersi la faccia, di
firmare dichiarazioni obbrobriose, di non
parlare con la data persona o di non salutarla.
La consegna delle bandiere rosse (così come
prima le dimissioni delle Amministrazioni
comunali) è stata estorta con le sevizie e le
torture più fantastiche, materiali e morali.
Il salvacondotto della settimana rossa, o i
lasciapassare di Bucco, sono qui la norma, per
esempio su tutta la via da *Occhiobello* a
*Ficarolo*.

Sargon

unread,
Jan 20, 2024, 8:53:11 AMJan 20
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [014]

E le sanzioni contro lo schiavo sono infinite:
dalla privazione del lavoro e dalla fame, alla
bastonatura a morte davanti alle donne e ai
figli; dalla denudazione alla legatura al palo
o al lancio nelle acque del Po.
La vita così è divenuta nelle campagne un
obbrobrio o un martirio. Sono centinaia i
fuggiaschi costretti ad abbandonare le famiglie
e a cercare requie e lavoro a Milano, a
Venezia, sul Piave; alcuni tentano di
imbarcarsi per l'America, maledicendo...
Ad *Ariano* è rimasto invece Ermenegildo Fonsatti,
operoso, buono, vero amico. Chiuso in sé
stesso, mutilato del polmone e mutilato
dell'anima, dopo la distruzione
dell'organizzazione e dell'amministrazione. Le
belve andarono di notte, divise in gruppi, alle
diverse case. Con le solite minacce d'incendio,
fecero scendere lui sulla strada, conscio del
martirio, perché non vedessero i figli. Lo
bastonarono fin che fu morto. Dopo morto ancora
gli spararono addosso.
Così voleva accertare il medico dottor S****, e
allora anche il medico fu bastonato a sangue;
mentre un altro gruppo sorprendeva, bastonava e
lanciava infine nel Po un altro amico suo, il
C****.
Quanti morti: e dei migliori!
Quanti feriti o malmenati; forse quattro o
cinquemila! Quante case devastate, incendiate;
più di trecento!
Quante altre perquisite o invase nel terrore
delle famiglie; forse più di mille!
Le donne stesse bastonate a sangue nelle loro
case, come la signora E****, che all'onda
prepotente degli invasori ripeteva intrepida:
Viva il Socialismo!
* * *
In tale regime di vita, mettete anche la lotta
elettorale. Per i Partiti dell'ordine dovrà
essere un trionfo.
Sequestrata tutta la nostra stampa. Proibito
alla tipografia di stampare il nostro
settimanale. Intercettato l'Avanti!, con
minacce ai rivenditori o addirittura con
imposizione agli Uffici postali. Di comizi o
manifesti non si parla. Pacchi di schede,
spediti per ferrovia, per posta, per carretto,
a mano, o in bicicletta sono tutti sequestrati.
E sequestrati i portatori, come quei due
giovani padovani, M**** e Z**** che tentano
portare nel *Polesine* una valigetta di schede;
perquisiti e sottoposti a interrogatori
estenuanti, poscia caricati su un camion,
trasportati di qua e di là nella notte, e
chiusi per ultimo in una stanzetta di 2 x 3
metri, con gli occhi bendati notte e giorno,
sulla paglia, mentre gli aguzzini si divertono
ogni qual tratto a sparare loro accanto o a
discutere di qual genere di tortura farli
perire. Il Prefetto dopo quattro giorni
rassicurava le famiglie che i giovanotti
stavano bene.

WinterMute

unread,
Jan 20, 2024, 1:26:07 PMJan 20
to
il giorno Fri, 19 Jan 2024 12:50:57 +0100
Sargon <sar...@noname.it> ha scritto:

> [...]
>
> In primo luogo questo è il mio modestissimo
> omaggio alla memoria di Giacomo Matteotti,
> infaticabile ed eroico oppositore al fascismo,
> nell'anno del centenario della sua uccisione da
> parte dei criminali fascisti.
>
> [...]


buonasera a tutti,

rinnovo i miei complimenti per il lavoro svolto e la volontà di condivisione di
questa interessantissima inchiesta, per questo omaggio ad una delle figure più
eminenti della politica e storia italiana.

p.s.: nella speranza che la cosa non ti crei problemi, mi sono preso la briga di
rimettere insieme le varie parti che hai man mano postato in un unico file pdf (per
una più agevole consultazione).
si tratta di un mero copia/incolla su di un unico file di testo per poi
successivamente trasformarlo in pdf mediante la funzione di "stampa su file".

pirex

unread,
Jan 20, 2024, 2:58:42 PMJan 20
to
pino mugo scriveva il 18/01/24 :
> Il giorno giovedì 11 gennaio 2024 alle 11:31:50 UTC+1 Sargon ha
> scritto:
>> [001]
>>
>
>> Io difendo la memoria.
>
> la tua ideologia genera queste mostruosità:


>

Mentre la tua ideologia genera queste mostruosità:

Le autorità della Repubblica sociale italiana collaborarono
alla deportazione. Uno dei primi episodi fu il rastrellamento
del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943,
nel corso del quale furono catturate oltre 1000 persone.
Il campo di Fossoli, in provincia di Modena, divenne il luogo di transito
verso i campi dell’Europa orientale, in cui trovarono la morte
circa 8000 Ebrei italiani.

https://www.treccani.it/enciclopedia/shoah/


Categoria Numero di vittime

Ebrei 5,9 milioni

Prigionieri di guerra sovietici 2–3 milioni

Polacchi non Ebrei 1,8–2 milioni

Rom e Sinti 220000-500000

Disabili e Pentecostali 200000–250000

Massoni 80000–200000

Omosessuali 5000–15000

Testimoni di Geova 2500–5000

Dissidenti politici 1-1,5 milioni

Slavi 1-2,5 milioni

Totale 12,25 - 17,37 milioni

I triangoli

Lo stesso argomento in dettaglio: Simboli dei campi di concentramento
nazisti.

I prigionieri, al loro arrivo, erano obbligati a indossare dei triangoli
colorati sugli abiti, che qualificavano visivamente il tipo di «offesa»
per la quale erano stati internati.
I più comunemente usati erano:

Giallo: ebrei (due triangoli sovrapposti a formare una stella di
David, talvolta con la parola Jude, "giudeo", scritta sopra)

Rosso: oppositori politici

Verde: criminali comuni

Viola: testimoni di Geova

Blu: emigrati, ossia gli oppositori fuoriusciti

Marrone: zingari

Nero: i cosiddetti "asociali", ossia lesbiche, prostitute, malati di
mente, eccetera

Rosa: uomini omosessuali, o ritenuti tali

<https://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto>

--

pirex, stesso nick da oltre vent'anni
pirex <mok...@pakita.sus>

Diffidate dei poveri mentecatti, odiatori di professione, bugiardi
xenofobi nazifascioidi dai mille nick
che per farsi leggeggere le loro Fake News utilizzano anche il mio nick

https://tinyurl.com/2natj737

Sargon

unread,
Jan 20, 2024, 3:25:14 PMJan 20
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [015]

Perquisite tutte le case dei più noti
socialisti per ritrovarvi le schede. Ridotti a
letto a furia di bastonate B****, R****, F****,
il mutilato B**** di *Lendinara*, e infiniti
altri, affinché non si potessero muovere. Le
notti del venerdì e sabato, bombe e spari a
migliaia per terrorizzare. E decine e decine di
nostri buoni compagni, banditi addirittura
dalla Provincia per decreto dei Fasci, almeno
fin dopo le elezioni.
Impedite perfino le pratiche legali,
sequestrato e minacciato il nostro coraggioso
delegato di lista B****. Quasi tutti i nostri
rappresentanti di seggio, intimati a non
presentarsi o violentati, come il L**** e il
F****. Un giovane ardimentoso, decorato al
valore e mutilato, G****, che tentò per tre
volte da Padova di entrare nel Polesine per
compiervi le funzioni elettorali prescritte
dalla legge, fu replicatamente fermato,
impedito e bastonato, fra l'altro da un
condannato per diserzione, che egli riconobbe e
che pretendeva di insegnargli l'amor patrio!
Ad *Arella*, nella notte, tre compagni vanno a
trovare i fratelli F****, nascostamente, per
avere la scheda socialista. Gli agrari se
n'accorgono, circondano la casa; vogliono
entrare a forza; uccidono con una rivoltellata
il F****. Il fratello come un leone si difende
con un coltello e ferisce due degli assalitori;
il giorno dopo arrivano sul posto i camions
della rappresaglia: case, bestiame, mobili dei
contadini, tutto distrutto, ucciso, incendiato,
in nome della produzione nazionale. Così almeno
mi è stato riferito perché la stampa tace.
Dopo le elezioni, tacerà la violenza?
Ah! no. La minaccia era questa: se nel paese si
troveranno più di tanti voti socialisti, tutte
le case dei colpevoli saranno messe a ferro e a
fuoco. E a *Polesella*, a *Borsea* ed altrove,
sono a centinaia i bastonati, i martorizzati, i
banditi dalle loro case, perché colà furono
troppi i voti socialisti.
Passano i giorni. Ma la schiavitù dei
lavoratori nel Polesine deve continuare intera,
perfetta. C'è qualche bandito che passa di
paese in paese a dare lezioni di delinquenza. E
ancora ieri sera il piccolo P**** di *Cà
Vernier* veniva legato mani e piedi a un albero
e bastonato.
Le Autorità, il Governo, la Giustizia,
assistono complici spudorati. E tutta la stampa
vigliaccamente tace; non parla mai del
Polesine, perché non vi può trovare neppure
l'ombra della provocazione socialista o
dell'agguato comunista.

G. Matteotti.

Sargon

unread,
Jan 21, 2024, 3:15:25 AMJan 21
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

Nell'ottobre 2023, dopo che il regime liberal-
fascista e il colpo di stato del reuccio
consegnarono il potere a Mussolini e ai
fascisti, Matteotti cominciò a raccogliere la
documentazione per un nuovo libro di denuncia
sul fascismo.

In una lettera a Turati del 27 ottobre 1923
Matteotti scrive:
« Ho poco tempo perché sto raccogliendo
materiale per lʹʺanno fascistaʺ (violenze,
leggi ecc.) »
(Archivio dellʹIstituto Internazionale di
Storia Sociale di Amsterdam, Carte Turati,
fasc. « Matteotti »).

E in una lettera del 1° novembre 1923 ad
Augusto Avancini Matteotti scrive:
« Caro Avancini. Desidererei avere dalla vostra
cortesia un elenco preciso delle disposizioni
emanate dal Governo fascista, o dalle sue
filiazioni locali, che più malamente hanno
ferito lʹautonomia locale, con critica rapida e
sintetica. Il tutto in un paio di paginette. Mi
occorrerebbe anche conoscere quali minacce,
violenze o coercizioni di qualsiasi specie,
alla stampa, alle persone o alle istituzioni o
alle cose, siano state fatte dai fascisti
locali in tutto il Trentino durante lʹanno
fascista. Raccogliete le notizie dai compagni,
o magari dalla stampa locale. Mi raccomandò la
massima precisione, con date, nomi, luoghi e
circostanze precise, in poche parole ».

Il libro fu pubblicato anonimo a Roma nel 1924
dalla Tipografia italiana con il titolo: "Un
anno di dominazione fascista", e di lì a poco
distribuito con il nome di Matteotti come
autore.

Come scrive Stefano Caretti nella Introduzione
al volume "Scritti sul fascismo" di Giacomo
Matteotti, di cui è curatore:
« "Un anno di dominazione fascista" fu
terminato agli inizi del dicembre 1923, fu
pubblicato nel febbraio del 1924 e diffuso in
condizioni di semiclandestinità; e già
nellʹaprile di quello stesso anno Matteotti
progettava di approntarne tempestivamente una
seconda edizione riveduta e aggiornata,
estendendo lʹindagine anche alla prima metà del
1924 ».

Luigi Basso, succeduto a Matteotti nella
segreteria del P.S.U., ricorda che il lavoro
era stato « condotto a termine nella più,
grande segretezza per timore del sequestro ».
Le precauzioni adottate resero vana la
perquisizione condotta da una squadra di
carabinieri in borghese alla tipografia in cui
veniva stampato il libro, che fu così salvato e
distribuito clandestinamente, come confermato
da lettera del 27 giugno 1924 del segretario
dellʹInternazionale socialista, Friedrich Adler
ad Arthur Wauters.

Matteotti lavorò fino all'ultimo alla revisione
e aggiornamento del libro. L'8 giugno 1924, due
giorni prima dell'uccisione, Matteotti confidò
a Emidio Agostinone, suo compagno di partito,
nella biblioteca della Camera dei deputati, che
stava preparando « la revisione e
lʹaggiornamento di quella parte della nuova
edizione di "Un anno di dominazione fascista"
che aveva compilata e che si riferiva alle
malefatte del ministro Gentile »; mentre nel
Carteggio con la Kuliscioff, Turati ricorda che
lo stesso 10 giugno Matteotti « pedinato
com'era [...] aveva detto che tornava a casa
presto la sera per lavorare. Doveva, fra
l'alro, correggere le bozze della edizione
ampliata del suo "Un anno (diventato "Un anno e
mezzo") di dominazione fascista" ».
Nella breve nota introduttiva al libro "Un anno
di dominazione fascista", Matteotti scrive:
« Il governo fascista giustifica la conquista
armata del potere politico, lʹuso della
violenza e il rischio di una guerra civile, con
la necessità urgente di ripristinare lʹautorità
della legge e dello Stato, e di restaurare
lʹeconomia e la finanza salvandole dallʹestrema
ruina. I numeri, i fatti e i documenti raccolti
in queste pagine, dimostrano [...] che mai
tanto, come nellʹanno fascista, lʹarbitrio si è
sostituito alla legge, lo Stato asservito alla
fazione, e divisa la Nazione in due ordini,
dominatori e sudditi ».

Un altro piccolo libro di Matteotti fu
pubblicato nel 1924, dopo la sua morte, a cura
del Partito Socialista Unitario, dal titolo:
"Il Fascismo della prima ora. Pagine estratte
dal « Popolo dʹItalia »", che raccoglieva
articoli apparsi nella « Giustizia » a firma
"Magi" (dalle iniziali di Giacomo Matteotti).

Sargon

unread,
Jan 21, 2024, 9:17:53 AMJan 21
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [016]

- § Occhiobello –

Anche su *Occhiobello*, civile e buono, uno dei
primissimi paesi conquistati al socialismo,
dove anche nelle ultime elezioni ottennero 1100
voti contro 160 dati ai nostri avversari, si è
scatenata la violenza fascista. La prima cosa è
stata l'imposizione fatta all'Amministrazione,
nel mese di marzo, di dimettersi. Poi al Primo
Maggio, avendo degli ignoti issato due bandiere
rosse, una sul campanile, l'altra sul tetto del
Municipio, i fascisti sono andati su tutte le
furie; hanno telefonato ai paesi vicini, e al
dopo pranzo si sono visti arrivare diversi
camions carichi di questi briganti armati sino
ai denti per la solita punizione.
Dopo aver abbassate le bandiere rosse hanno
incendiato la cooperativa e la Camera del
Lavoro, e fattesi consegnare le bandiere delle
due sezioni socialiste, cominciarono a
bastonare diversi compagni e a perquisire tutte
le nostre abitazioni, asportando armi ivi
tenute per la difesa personale, e rubando oro e
soldi. A un nostro compagno (il T****) ex-
assessore comunale, nella cui Casa si recarono
di notte per la perquisizione, rubarono dal
comò una collana d'oro di grande valore e dei
quattrini. Denunciato il fatto, gli è stato
restituita ogni cosa e gli hanno detto che
avevano l'ordine di far così, perché lo
ritenevano oro russo. E allora i quattrini che
erano italiani?
Dopo questo Primo Maggio nel nostro paese ha
continuato a regnare il terrore e continua
tutt'ora. Non passa giorno senza che si
bastoni. Le elezioni politiche sono state fatte
a piacer loro. Sorvegliate tutte le strade,
perché non entrassero le nostre schede. Due
volte giovani volonterosi hanno tentato di
introdurla, ma sono stati catturati. Così sotto
la violenza fascista gli elettori filavano a
votare per il blocco.
A noi era proibito tutto: la propaganda, gli
avvisi murali, i nostri rappresentanti, la
scheda, e, perfino, anche la parola.

- § Polesella –

Gli austriaci, tanto diffamati, adoperavano il
bastone dopo un simulacro di processo e con le
dovute garanzie circa il numero dei colpi e la
salute del condannato; ma i fascisti nostrani
sono peggio degli austriaci, e rompono la testa
e massacrano a occhi chiusi. Ormai ci hanno
abituati allo spettacolo, e ogni giorno,
infallibilmente, è un povero disgraziato che è
oggetto del loro bastone. Si forma un quadrato
di fascisti, si mette in mezzo il disgraziato,
e lo si picchia a sangue in piazza davanti alla
caserma dei carabinieri, i quali fanno finta di
non vedere e di non sentire.
Questo signor maresciallo, che supera ogni
faccia di bronzo per sfrontatezza, non sente le
grida angosciose dei colpiti, e non si cura di
accertare i reati, perché non fa procedere a
visita medica per quelli che i fascisti, dopo
bastonati, affidano alle sue cure,
accompagnandoli in caserma. Si può essere più
sfacciatamente partigiani di così?

Sargon

unread,
Jan 21, 2024, 3:21:09 PMJan 21
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [017]

Adesso, poi, oltre alle bastonature largite in
piena piazza, davanti alla caserma, è stato
inaugurato un nuovo sistema, che non si
crederebbe, se non fosse vero. Di sera, si
chiama qualcuno alla sede del Fascio, lo si
chiude in un camerino oscuro e lo si bastona a
sangue. Le grida dei colpiti arrivano al cielo,
tutto il paese sa e sente, solo i carabinieri
non sanno e non sentono. E dire che la sede del
Fascio è dirimpetto alla caserma dei
carabinieri!
Ogni notte bande armate scorrazzano per le vie
del paese, gridando a questo e a quello, col
solito ritornello di botte, botte, botte e
botte in quantità. I carabinieri non sentono
niente.
Qui il maresciallo assiste, per esempio, allo
sgombro forzato di una casa, senza intervenire.
Il dott. E****, oggi segretario a Codogno, si
sente imporre di sloggiare e cambiare paese. I
fascisti invadono la casa (violazione di
domicilio), prendono i mobili, li caricano su
un carretto e via alla stazione. La casa del
dott. E**** è a trenta metri dalla caserma dei
carabinieri. Tutto il paese sa che i prodi
fascisti, che lo sloggiarono cosi gentilmente
sono: Z****, A**** G**** ed altri; solo il
maresciallo non sa niente, non ha visto niente.
II dott. E****, e questo è più grave, doveva
presiedere una sezione elettorale qui a
Polesella. Il sabato mattina doveva prendere
possesso dell'ufficio quale presidente, badate
bene: la sera del venerdì viene colpito a
bastonate, e nella giornata del sabato, 14
maggio, riceve ordine assoluto dal direttorio
del Fascio locale di abbandonare il paese. Il
che è costretto a fare, sotto la sorveglianza
dei fascisti. Aggiungete che aveva in quel
giorno una bambina gravemente malata di
polmonite: non c'e pietà che tenga: anzi,
siccome il medico curante è socialista anche
lui, si sostituisce il medico socialista con un
altro. La signora del dott. E****, perseguitata
ogni giorno, assalita e bastonata in casa, è
obbligata, alla sua volta, a subire lo sfratto
dal paese. Si priva cosi la scuola della
titolare, si viola la liberta di una cittadina,
e l'autorità politica lascia fare, e l'autorità
scolastica non protesta.
II dott. B****, minacciato cento volte, è preso
il 16 maggio, caricato sopra un camion, fatto
girare per la piazza del mercato con la
bandiera in mano, fra gli schiamazzi della
ragazzaglia e il beneplacito dei carabinieri,
che si godevano lo spettacolo dalle finestre
della caserma.
Lo stesso accadeva al ferroviere N****.
Il nostro sindaco è esule a Milano: non può
tornare perchè sarà irremissibilmente
bastonato, per aver distribuito schede
socialiste. V**** ** P**** ha dovuto emigrare a
Trieste, ove patisce la fame. C**** G****,
R**** G**** ed A**** A**** ed altri ancora non
possono tornare in paese, per lo stesso reato.
B****, poi, comunista, ha dovuto allontanarsi
da due mesi.

Sargon

unread,
Jan 22, 2024, 3:36:59 AMJan 22
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [018]

E' proibito parlare col dottore, perchè subito
il Fascio eleva l'accusa di complotto, come e
capitato a G****; è proibito andare assieme con
lui! E cosi si spiega che il deserto è fatto in
questo paese. Se qui capitasse Filippo Turati
in persona non troverebbe un cane che avrebbe
il coraggio di avvicinarglisi, perchè il
disgraziato, che solo lo salutasse, sarebbe
certamente bastonato entro le ventiquattro ore.
Il Circolo socialista non esiste più, la lega
non esiste, le bandiere sono in mano dei
fascisti; in una parola, non c'e nessuno che
ardisca chiamarsi socialista.

*Legnago* – La prima incursione fascista nel
Comune di Legnago si ebbe il giorno 17 aprile.
In seguito a ferite riportate a *Roverchiara*
in una rissa, certo V****, fascista, venne
ricoverato all'ospedale civile di Legnago. Alla
sua uscita i fascisti organizzarono una
manifestazione, alla quale parteciparono circa
trecento fascisti di tutta la provincia e delle
provincie limitrofe, ed in special modo di
quella di Rovigo, tutti armati di bastoni,
mazze ferrate, bombe, scuri ecc.
Per detta circostanza venne invitata la
cittadinanza ad esporre il tricolore, e a chi
non l'espose venne imposto, come pure agli Enti
pubblici: ospedale, casa di ricovero e
municipio.
Il corteo dei fascisti percorse le vie della
città cantando inni patriottici. Durante il
percorso fu una vera caccia alle cravatte rosse
e fazzoletti rossi, che venivano strappati
brutalmente: qualcuno, che ne aveva, fu anche
percosso. Durante la manifestazione un gruppo
di fascisti sconosciuti, alla presenza dei RR.
CC., si recò alla Casa del popolo, sede della
Sezione socialista e Camera del lavoro, ed
asportò carte, registri, opuscoli, oggetti di
cancelleria, e fece di tutto fatto un falò in
piazza Vittorio Emanuele, alla presenza di un
migliaio di persone.
Un secondo atto di violenza si ebbe il giorno
31 aprile colla imposizione delle dimissioni al
sindaco, distruzione del mobilio della Casa del
Popolo e saccheggio alla Cooperativa
ferrovieri.
La sera del 20 aprile alcuni sconosciuti
aggredirono certo M**** G****, piccolo
conduttore di *Canove*, non iscritto ad alcun
partito, ma di idee tendenzialmente popolari,
zio di un noto fascista di Canove; per questo
fatto vennero arrestati, per sospetto, alcuni
leghisti rossi di Canove, e fra questi il
capolega, che il M**** imputava come autore del
delitto.
I fascisti locali, prendendo lo spunto da
questo fatto, deliberarono di imporre le
dimissioni al sindaco Antonio Stopazzola e di
fare una spedizione punitiva nel Comune.

Sargon

unread,
Jan 22, 2024, 8:56:28 AMJan 22
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [019]

Una commissione di cinque individui,
identificati, si recò dal sindaco nel suo
gabinetto, sempre armati, per comunicargli la
deliberazione del Fascio, esprimendosi nel modo
seguente:
« Noi siamo venuti qui, perché, in seguito al
fatto di sangue della notte scorsa, il Fascio
deliberò di imporre le Sue dimissioni. I nostri
soci sono così esasperati, che, se Ella non
rassegna tali dimissioni entro mezz'ora, noi
non possiamo garantirle la vita ».
Avutane piena assicurazione la commissione se
ne andò dichiarando anche che di questo aveva
già avvertito l'autorità, ed in particolare il
tenente dei RR. CC.
La sera stessa, dal 21 al 22, una massa di
circa cinquecento fascisti piombarono nel
Comune, ove venne saccheggiata la Cooperativa
ferrovieri arrecando un danno di una trentina
di mila lire, incendiando i mobili della Casa
del Popolo, e perquisirono alcune famiglie di
Canove, col pretesto di trovare armi: presso di
una di quelle famiglie venne anche rubato un
orologio d'oro.
Una notte certi O**** e P**** vennero
sequestrati verso le ore 3 antimeridiane nella
propria abitazione, caricati in camion da una
ventina di fascisti, condotti fino a Masi,
paese del padovano lungi circa venti
chilometri, bastonati a sangue e lasciati
andare.
Durante il periodo elettorale solo un
turbolento e contrastato comizio si è potuto
tenere in Legnago; in tutto il resto del
mandamento, il Partito ha rinunziato a tenere
comizi causa i continui scorrazzamenti.
In questo periodo della vigilia della lotta
alle organizzazioni sindacali fu imposto, da
persona note, di consegnare le proprie
bandiere: e quelle, per evitare disordini, le
consegnarono. Alcune, come quella degli operai
zuccherieri, vennero pubblicamente bruciate da
persone conosciute.
Il giorno delle elezioni, la lotta si svolse
abbastanza tranquilla: però, appena conosciuto
l'esito favorevole al Partito socialista,
cominciarono nuove violenze.
La sera del 16 maggio, verso le ore 22,30,
alcuni fascisti in camion, dirigendosi alla
volta di *S. Pietro di Legnago* sul tratto di
strada che dal paese conduce alla contrada
Righette, videro un uomo, certo O****:
fermarono il camion, lo caricarono per forza,
esigendo da questi che indicasse dove abitava
il contadino O**** G****; egli, sapendo che si
trattava del proprio fratello, voleva
rifiutarsi; ma sottoposto a minacce, dovette
dare le indicazioni richieste.
Arrivati sul luogo indicato picchiarono alla
porta dell'O****, invitandolo a venire subito
in istrada. Questi ubbidì subito, presentandosi
semi vestito, e fu invitato a salire
immediatamente sul camion. Allora fu lasciato
libero il fratello, caricato poco prima durante
il tragitto.

Sargon

unread,
Jan 22, 2024, 3:32:53 PMJan 22
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [020]

La figlia maggiore dell'O****, di circa 17
anni, che voleva portargli la giubba, venne da
questi energumeni insultata con parole triviali
[...]; contemporaneamente 5 o 6 si portarono in
casa dell'O**** perquisendo minutamente tutti i
locali col pretesto di trovarvi armi, ma le
loro ricerche risultarono negative.
Finite le suddette operazioni, spararono alcuni
colpi di rivoltella poi si diressero alla volta
del paese, soffermandosi pochi minuti davanti
all'abitazione di B**** G**** fu C****,
fascista, maggiore esponente del luogo.
Ricevuti gli ordini, si diressero in contrada
*Mese* ove abita il capolega dei contadini,
S**** A****; dall'O**** si fecero indicate
l'abitazione del suddetto per caricare pure
esso; ma non lo trovarono. Allora invitarono,
colle rivoltelle spianate, la moglie ad aprire
immediatamente. Quella ubbidì, ed allora 5 o 6
entrarono, perquisendo tutti i locali e
rivolgendo a questa donna, di tratto in tratto,
parole triviali, spaventando i cinque suoi
bambini. Ma anche qui la visita riuscì
infruttuosa.
Finita questa seconda operazione, si diressero
alla volta di *Legnago*. Tragitto facendo,
l'O****, fra i venti fascisti, riconobbe certo
S**** G**** di C****, pure fascista abitante in
San Pietro.
Giunti a Legnago, fermarono il camion davanti
alla pasticceria di B****, e qui scesi, il
S**** e gli altri, scambiarono alcune parole
col fascista V**** V**** ed altri, e dopo dieci
minuti di sosta si diressero alla volta di
*Villabartolomea*.
Giunti sull'argine dell'Adige, fecero scendere
l'O****. Sulle prime lo volevano gettare in
canale, poi cambiarono idea; lo batterono per
circa mezzora con grossi bastoni, lasciandolo
esanime sul luogo e fuggendo poi col camion.
L'O****, dalle busse prese, a stento si diresse
a Legnago a piedi. Avanti d'entrare in paese
s'incontrò con un carabiniere, che, vedendolo
così vestito e così male acconciato, gliene
domandò il perché. Il disgraziato raccontò la
sua triste storia, e allora il carabiniere lo
condusse in caserma, e al tenente dei RR. CC.
raccontò la sventura, mostrandogli pure le
contusioni. Venne fatto ricoverare all'ospedale
e visitato dal prof. C****, il quale gli
riscontrò contusioni multiple in varie parti
del corpo, guaribili in 15 giorni, salvo
complicazioni.
L'O**** fu anche minacciato che, se nelle
prossime elezioni amministrative non avesse
fatto propaganda per il Fascio l'avrebbero
ucciso.
Di più minacciarono rappresaglie contro la sua
famiglia, se avesse denunciato all'autorità
l'accaduto.

Sargon

unread,
Jan 23, 2024, 6:32:21 AMJan 23
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [021]

- Venezia Giulia –

- Trieste –

Il primo fatto di una certa importanza e dal
quale si può dedurre la formazione concreta di
un nucleo fascista a Trieste è l'incendio del
« Narodni Dom », sede delle organizzazioni
slave a Trieste, avvenuto al 13 luglio 1920. Vi
è però tutta una serie di antecedenti fatti che
servono come di premessa all'avvenimento su
detto. Subito dopo l'armistizio si iniziò a
Trieste e in tutta la regione, con la
connivenza delle autorità governative, l'opera
più insana e più illogica che si potesse
immaginare. Si considerano le popolazioni in
queste terre, anche quelle italiane, come
imbevute del più acceso austriacantismo ed
ostili al nuovo regime. Naturalmente il Partito
socialista, unico partito organizzato nella
regione, fu additato nei suoi esponenti come
uno degli elementi principali di questo preteso
atteggiamento. E' da notarsi invece che le cose
stavano precisamente all'opposto. Che cioè gli
austriacanti erano gli uomini della borghesia
industriale e terriera della regione, oggi
esasperati assertori del più puro ed acceso
italianismo, mentre che i socialisti nella loro
maggioranza o erano stati fedeli e rigidi
internazionalisti, oppure erano i soli e gli
unici a ribellarsi contro il regime austriaco e
subire le conseguenze, e i soli anche a
salutare con gioia la venuta dell'Italia in
queste terre. Si potrebbero citare innumerevoli
esempi a sostegno di questa nostra asserzione.
Naturalmente fra coloro che si facevano presso
le autorità i più accaniti denigratori del
Partito socialista giuliano, li troviamo ancora
oggi fra i più fedeli sostenitori dell'Austria
in queste terre. Salvo rare eccezioni.
L'autorità purtroppo prestò benevola attenzione
a questi individui e fu iniziata quindi la
tenace lotta contro il Partito socialista, del
quale si temeva la profonda influenza in mezzo
alle masse lavoratrici e alla popolazione in
genere, e del quale si temeva anche la grande
potenza che risultava evidente dalla sua fitta
ed accurata organizzazione nel campo politico,
sindacale, cooperativo e culturale. Si cominciò
a favorire in ogni modo l'afflusso in queste
terre, nelle quali già esisteva una ingente
disoccupazione, di lavoratori d'altre parti del
Regno, specialmente del meridionale, dai quali
poi dovevano uscire le odierne reclute delle
squadre d'azione del Fascio. In mezzo a questi
lavoratori venne fatta la più accanita
propaganda di diffidenza e di disprezzo verso i
lavoratori di queste terre, che si dipingevano
austriacanti, egoisti e ostili all'Italia. Si
cominciò, tanto per avvincere questi uomini e
formare un primo nucleo, a passare loro ingenti
giornalieri sussidi di disoccupazione,
naturalmente elargiti dagli industriali e
commercianti cittadini.

Sargon

unread,
Jan 23, 2024, 6:32:41 AMJan 23
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [022]

Poiché, tanto per stabilire un fatto, il
fascismo in queste terre ha in generale
carattere eminentemente politico, dovuto
naturalmente alla questione delle razze: ha un
sotto carattere industriale a Trieste e un
sotto carattere agrario nell'Istria e nel
Friuli. Dobbiamo ora ritornare un po' indietro,
e ricordare cioè l'assalto e la distruzione
delle Sedi riunite, Centro delle organizzazioni
proletarie triestine, avvenuto il 4 agosto
1919. Quella distruzione, condotta a termine
dagli arditi e dai carabinieri uniti a qualche
elemento borghese, fu dovuta appunto a
quell'insana propaganda che dicevamo più sopra.
Da qualcuno si vedeva di malocchio l'opera
d'affratellamento fra le due stirpi, che il
Partito socialista compiva con fede e con
tenacia entro le organizzazioni sindacali.
Quell'avvenimento lasciò strascichi profondi in
seno alla massa organizzata triestina, ne è
indice forse l'improvviso volgersi odierno
degli organizzati triestini al comunismo, fatto
sintomaticamente artificioso, poichè poche
masse sono per natura amanti del quieto vivere
come le masse triestine. Dopo tale atto,
l'autorità forse spaventata dell'atteggiamento
di riprovazione preso dalla stessa opinione
pubblica, riprese un atteggiamento, diremo così
neutrale, lino al 13 luglio 1920. In
quell'occasione lasciò che s'incendiassero le
organizzazioni nazionali slave con la massima
indifferenza e senza levare un dito. Si può
dire, ripetiamo, che il primo nucleo fascista
si sia formato e sviluppato in quel giorno,
composto, in un primo tempo, quasi
esclusivamente da elementi del Regno. La
popolazione in genere, si manteneva
indifferente, anzi piuttosto ostile: e soltanto
più tardi, per la legge naturale del seguire il
più forte, che vediamo elementi eterogenei di
queste terre prendere posto fra i fascisti.
Dopo la distruzione del « Narodni Dom »
cominciano a circolare le voci di una seconda
distruzione, da parte dei fascisti, della
Camera del lavoro e della distruzione del
« Lavoratore ». In questo tempo l'esponente del
fascismo è un certo P**** D****, elemento
arrivista e anarcoide, ex-ufficiale
dell'esercito.
Il fascismo, fin qui assertore di principi
politici ultranazionalisti, comincia ad
infiltrarsi nelle organizzazioni di classe, con
pochissimo successo al principio, data l'antica
tradizione di compattezza e disciplina
sindacale delle classi lavoratrici triestine.
In ogni occasione di sciopero i fascisti
organizzano squadre di crumiri aiutati e
protetti dalle autorità, cosa mai vista in
antecedenza a Trieste e che non poteva non
destare una profonda impressione nelle masse
triestine. Si accentua intanto la reazione
delle autorità governative attraverso gli
organi locali (commissari civili, marescialli
di carabinieri, ecc.).

Sargon

unread,
Jan 23, 2024, 6:33:04 AMJan 23
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [023]

Questa reazione non poteva che avere le sue
logiche conseguenze, e cioè, acuire
l'esasperazione delle classi lavoratrici. Il
proletariato triestino alla notizia della presa
di Varsavia manifesta la sua gioia abbandonando
il lavoro spontaneamente.
Alla sera vi sono per le vie della città degli
incidenti senza però serie conseguenze. A capo
del fascismo locale troviamo adesso un certo
avvocato Giunta di Firenze: il fascismo,
sorretto dagli industriali e appoggiato dalle
autorità, si fa sempre più baldanzoso. Comincia
pubblicamente a proclamare con manifestini a
mano la sua ferma intenzione di distruggere la
Camera del lavoro e il « Lavoratore ».
L'esasperazione della quale vi parlavamo (per
la reazione governativa, per l'infiltrazione
fascista nelle organizzazioni sindacali)
giungeva al suo culmine. Nel Friuli scoppiava
lo sciopero generale dovuto alle prepotenze
fasciste contro un comizio di operai edili per
questioni di carattere puramente economico.
Sciopero generale che dura qualche giorno in
mezzo a continue provocazioni da parte delle
autorità e dei fascisti.
Si vuole estenderlo a tutta la Regione Giulia.
Qualcuno di noi, per ragioni di opportunità e
di tattica, tenta di opporsi. Non serve. La
tesi Tuntar per lo sciopero generale immediato,
purtroppo sorretta per ragioni evidenti dai
compagni del Friuli, vince. Lo sciopero
generale è proclamato e ad esso aderiscono
anche i repubblicani e i lavoratori del mare:
tutti, cioè, ad eccezione dei ferrovieri.
Non v'è bisogno di dire che lo sciopero è
compatto. Ciò urta enormemente i fascisti i
quali la sera del 4 settembre, prima giornata
di sciopero, partono incolonnati verso Piazza
Goldoni, nelle vicinanze della quale si trova
la redazione del « Lavoratore ». Nella piazza
vi è un conflitto tra essi e un nucleo di
compagni stazionanti a difesa del giornale. Vi
sono vari feriti, nessuno però gravemente.
Anche in provincia si verificano degli
incidenti, specialmente a *Pola*. La mattina
del 6 settembre un gruppo di fascisti si reca a
provocare insolentemente gli operai nei
dintorni della Camera del lavoro. Gli operai
reagiscono ed i fascisti stanno avendo la
peggio, quando interviene la truppa la quale
carica e spara sulla folla. Vi è un ferito
grave. Il giovane V**** F****, che muore più
tardi all'ospedale. La truppa assalta quindi il
Circolo giovanile socialista distruggendolo
completamente, sotto il pretesto che si sono
trovate in esso delle armi. Dopo avere
arrestato sotto un futile pretesto il
segretario della Camera del lavoro, M****, il
quale, avendo sentito che si voleva fare una
perquisizione alle Sedi riunite, stava
recandosi sul posto, i carabinieri, al comando
del tenente F****, invadevano l'edificio delle
Sedi riunite e in una cosidetta perquisizione,
riuscita del resto infruttuosa, distruggevano
completamente i mobili, i vetri, causando un
danno di oltre lire 100.000.

Sargon

unread,
Jan 23, 2024, 6:33:14 AMJan 23
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [024]

La sera del 7 settembre il compagno P****,
direttore del « Lavoratore », viene aggredito
in strada e ferito per fortuna non gravemente.
Nella giornata si erano verificati qua e là
atti brutali verso gli operai scioperanti da
parte dei fascisti, guardie regie e
carabinieri, con qualche ferito lieve.
Il 9 settembre, nel pomeriggio, hanno luogo i
funerali del giovane F****: corteo
interminabile al quale partecipa tutto il
proletariato triestino con le bandiere
abbrunate delle organizzazioni. Giunto il
convoglio funebre nel rione popolare di S.
Giacomo, il feretro viene fatto segno al lancio
di sassi da parte di fascisti nascosti in un
boschetto. Alcuni organizzatori del corteo si
fanno attorno al cav. C**** della questura,
dirigente il servizio d'ordine ai funerali, per
invitarlo ad intervenire. Vi è uno scambio
vivace di parole fra il gruppo degli agenti e
il gruppo degli organizzatori; parte non si sa
da chi un colpo di rivoltella e cade ferito
gravemente il marittimo S**** D**** R****, il
quale muore parecchio tempo dopo allo ospedale.
Il corteo si sbanda e i componenti fuggono per
le vie laterali terrorizzati. In breve tempo il
rione di S. Giacomo è teatro di una lotta
sanguinosa. Da una parte un gruppo di giovani
esasperati dal contegno brutale delle autorità,
dall'altra le guardie regie e i fascisti, i
quali, giunti sul Campo, si danno alla più
selvaggia caccia all'uomo. Vi sono una
sessantina di feriti e due morti: un operaio,
B**** T****, e una guardia regia, G**** G****.
La lotta continua per tutta la serata nel
popolare rione e vengono feriti molte donne e
bambini. Lo sciopero generale, ch'era già
cessato al mattino, si prolunga per altre 24
ore. Il giorno dopo, 10 settembre, gl'incidenti
continuano. Muore all'ospedale una donna, A****
C****, ferita il giorno prima mentre si trovava
al suo quartiere al quarto piano, e vi sono
altri feriti. Squadre d'azione del Fascio
percorrono le strade perquisendo e bastonando
brutalmente specialmente gli operai. Nel
mattino a S. Giacomo alcuni ragazzi costruivano
in fretta e furia con un carro rovesciato e con
alcuni bottini d'immondizie due sedicenti
barricate. Durante la giornata, per evitare
incidenti, i nostri compagni organizzatori si
recano sul posto e invitano i ragazzi, ai quali
si sono uniti parecchi giovani, a desistere
dall'inutile azione dato che era già emesso
l'ordine della ripresa del lavoro.
Verso sera le cosidette barricate vengono
tolte, ma ciò non basta per l'autorità
governativa la quale vuol dar un esempio:
affida il potere all'autorità militare che
organizza immediatamente una enorme spedizione
militare punitiva con camions, mitragliatrici e
cannoni contro l'ipotetico esercito slavo
annidatosi a S. Giacomo. All'arrivo della
spedizione i pochi curiosi che sono ancora per
le strade si ritirano in casa.

Sargon

unread,
Jan 23, 2024, 6:33:23 AMJan 23
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [025]

Vengono sparati due colpi di cannone sulla
barricata dietro la quale non c'è più nessuno:
quindi tutto il rione viene sottoposto al più
tragico terrorismo per tutta la notte. Vengono
sparati innumerevoli colpi di fucile e
mitragliatrice nonché granate a mano. Si ha da
deplorare alcuni morti fra i quali M**** C****
d'anni 72, R**** P**** d'anni 40 e C**** Z****
[donna] d'anni 20, quasi tutti uccisi alla
finestra dei propri appartamenti: nonché,
naturalmente, alcuni feriti, fra i quali alcuni
gravi. La mattina dopo vengono gettate due
bombe, senza gravi danni, nell'Ufficio
pubblicità del « Lavoratore » e i fascisti
sparano due revolverate entro la chiesa di S.
Antonio durante una predica slava perché il
prete è accusato d'aver detto male dell'Italia.
Durante questi giorni vengono arrestate per
motivi vari circa 500 persone, molte delle
quali rimarranno in carcere molte settimane
senza essere interrogate. La sera del 14
muoiono altri due feriti, certi: A**** S**** e
G**** B****. Anche in provincia avvengono degli
incidenti specialmente a *Monfalcone*, dove un
operaio certo B**** viene ferito gravemente dai
fascisti.
A *Valle Oltra*, vicino a Muggia, una pattuglia
di carabinieri, ai quali s'uniscono alcuni
fascisti, si reca a far una perquisizione al
Circolo di coltura locale. I compagni del
luogo, credendo trattarsi di fascisti, tentano
di difendersi; i carabinieri sparano e viene
ferito gravemente un operaio, certo S****, che
muore più tardi all'ospedale.
Si può dire che da questo periodo abbia inizio
la decisione dei fascisti di condurre una lotta
selvaggia ed aperta per la distruzione delle
organizzazioni politiche, sindacali e
culturali, create dall'opera trentennale
socialista nella Regione Giulia. Ovunque si
creano Fasci quasi sempre composti sul
principio da elementi regnicoli. Essi hanno
l'appoggio morale delle autorità che assicurano
di fatto la smaccata impunità alle loro gesta,
e hanno nello stesso tempo l'appoggio materiale
dei proprietari industriali e agricoli che
vedono in essi una formidabile arma di reazione
contro l'ascesa del proletariato.
La sera del 23 settembre a *Pola* dove si era
creato, a poco a poco sotto l'egida
dell'autorità, un forte nucleo fascista, in una
rissa fra carabinieri e giovani socialisti
viene ucciso il brigadiere V**** F****. Questo
deplorevole avvenimento serve da magnifico
pretesto ai fascisti, i quali incolonnati,
assieme a diversi ufficiali della truppa locale
e sotto la protezione dell'autorità, si recano
alla Camera del lavoro e, dopo aver lanciato al
pianerottolo di essa 6 bombe, la devastano e la
incendiano completamente; indi la stessa cosa
fanno per la tipografia e redazione del
giornale « Il Proletario ». Da notarsi che in
una conferenza tenuta alcuni giorni prima al
Politeama Ciscutti, Benito Mussolini aveva
esplicitamente invitati i fascisti polesi a
operare.

Sargon

unread,
Jan 24, 2024, 3:36:37 AMJan 24
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [026]

I fascisti polesi oltre che le distruzioni di
cui sopra si rendono colpevoli distruggendo la
casa del direttore del « Proletario Poduje ».
La massa polese proclama lo sciopero generale
durante il quale si verificano degli incidenti,
con qualche ferito lieve.
Abbiamo ora un periodo, si può dire
preparatorio, nel quale i Fasci si organizzano
e preparano l'offensiva. Non accade in questo
periodo alcunché di grave, salvo la cagnara
fatta contro un gruppo di deputati socialisti,
fatta durante il Convegno degli stessi a
*Trieste*, e aggressioni individuali contro i
tranvieri di Trieste, rei di avere scioperato a
tutela dei loro sacrosanti diritti di classe.
E veniamo al 14 ottobre, giorno nel quale la
Direzione del Partito e la Confederazione del
lavoro avevano indetto in tutta Italia una
manifestazione solenne in favore dei detenuti
politici e della Russia dei Soviet. Le
organizzazioni proletarie triestine,
attenendosi alle disposizioni ricevute, avevano
invitato il proletario ad astenersi dal lavoro
dalle 15 alle 17 e a recarsi al comizio in
piazza Donadoni. I fascisti sin dalla mattina
avevano largamente distribuito manifesti a
mano, nei quali dichiaravano di voler impedire
ad ogni costo il comizio ed incitavano
apertamente alla violenza. Il manifestino
terminava con queste precise parole: « E sotto
codesto simbolo (il tricolore) noi, stretti
nell'amplesso bronzeo di un giuramento, siamo
fin d'ora pronti a uccidere e pronti a
morire ». L'autorità politica verso le 10 del
mattino proibiva il comizio. Le organizzazioni
proletarie si attenevano scrupolosamente alle
disposizioni emanate dalla Questura e
deliberarono di mantenere la manifestazione nei
limiti dell'astensione dal lavoro nelle due ore
stabilite.
Ciò non andava a genio ai fascisti poiché essi
avevano bisogno del pretesto per compiere
l'opera premeditata da lungo tempo. Nel
pomeriggio quattro fascisti fra i quali il
segretario del Fascio, D****, e il redattore
del Popolo d'Italia, P**** B****, si recarono
nei pressi della Camera del lavoro e si
soffermarono presso di essa con fare
estremamente provocatorio.
Avvicinati dal vicesegretario della Camera del
lavoro, fu fatto osservare loro, tutta quanta
l'inopportunita, la provocazione del loro
atteggiamento. Ciò non valse. Allontanatosi il
S**** (vicesegretario della C. d. L.), che
aveva rivolto nello stesso tempo agli operai
parole di calma e di moderazione, avvenne
l'incidente con scambio di revolverate e
bastonate, fra un gruppo di operai e il gruppo
dei fascisti che intanto era andato
ingrossandosi. Nell'incidente vi furono feriti
fra i quali piuttosto grave il B****. Ecco il
pretesto ricercato.

Sargon

unread,
Jan 24, 2024, 3:38:50 AMJan 24
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [027]

I fascisti, in numero di circa 50, si recarono
verso il Lavoratore a cosidetta guardia del
quale erano un centinaio circa tra guardie di
finanza e guardie regie. I fascisti sfondarono
con estrema facilità il cordone e dopo aver
lanciato alcune bombe nel cortiletto innanzi
all'edificio, lo invasero, distruggendo
completamente tutto quanto si trovava negli
uffici di redazione e amministrazione, sparando
revolverate contro il personale che andava
ritirandosi attraverso il giardino retrostante.
Il vicesegretario S****, raggiunto, venne
violentemente bastonato. Apportarono inoltre
gravissimi danni alla tipografia, indi
appiccarono il fuoco ostacolando in seguito
l'opera di estinzione che andavano svolgendo i
pompieri sopraggiunti. Durante la sera si
verificarono nelle vie della città vari
incidenti dovuti alla solita selvaggia caccia
all'uomo, all'operaio, al socialista. Si ebbero
altri feriti fra i quali certi M**** e M****
abbastanza gravemente. Si ebbe lo sciopero di
protesta da parte del proletariato triestino,
indi la ripresa del lavoro senza ulteriori
incidenti.
Il Lavoratore non poté uscire per quattro
giorni, durante il quale periodo per
deliberazione dei tipografi non uscirono
neppure gli altri giornali cittadini.
Nel periodo che segue sino al novembre non
avvengono fatti di nota. Il fascismo affila le
sue armi sia a Trieste che in provincia,
avvengono qua e là degli incidenti, notevoli
fra i quali quelli di *Dignano* e *Canfanaro*
ed altri, ed in altri paesi del distretto di
*Pola* ove i socialisti vengono perseguitati e
malmenati sotto gli occhi della benemerita... A
*Pirano* qua e là, e specialmente in provincia,
degli incidenti, alcuni fascisti vengono
leggermente feriti. Il giorno dopo si ha la
spedizione punitiva dei Fasci di Trieste
durante la quale la Camera del lavoro locale
viene devastata, avviene un conflitto con la
cittadinanza, durante il quale però non si
hanno gravi incidenti.
Il mese di novembre passa in relativa calma.
Avvengono qua e là, e specialmente in provincia
degli incidenti di non grave importanza.
L'attacco contro le nostre istituzioni non è
ancora aperto e palese. Il fascismo tende ad
affermarsi sul campo sindacale. Tutti i
tentativi di organizzazione di crumiraggio
volgono al loro sbocco naturale. Si ha cioè la
costituzione, a Trieste, a Pola, di Camere del
lavoro Italiane in contrapposto alle Camere del
lavoro esistenti cosidette austrobolscevizzate.
Esse si dichiarano apolitiche, ma in realtà non
sono che il tentativo del fascismo di
scompaginare le salde organizzazioni del
proletariato giuliano.
Nella prima metà del mese di dicembre e
precisamente il 13, i fascisti, lanciarono una
bomba a *Gorizia* contro una comitiva di
repubblicani e si ha da deplorare una trentina
di feriti.

Sargon

unread,
Jan 24, 2024, 3:41:11 AMJan 24
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [028]

A *Monfalcone* avvengono dei conflitti, con
qualche ferito lieve. Ad *Aquilea* la sera del
14 venne invaso da fascisti il Circolo di
cultura che venne completamente devastato.
Intanto ferve nel Partito nostro la discussione
su le tendenze per la preparazione del
Congresso di Livorno e forse per questo il
Partito non si occupa di ricercare e scegliere
i mezzi per fronteggiare l'opera selvaggia del
fascismo. La notte del 15 venne invaso e
completamente distrutto il Circolo di cultura,
di *Ruda*. A *Fiumicello* e a *Mariano*
avvengono gravi provocazioni fasciste che per
fortuna e per intromissione dei compagni non
vengono raccolte.
Il 26 dicembre per protesta contro l'intervento
delle truppe italiane a Fiume, vi sono delle
dimostrazioni violente nelle strade che possono
considerarsi come un vero e proprio movimento
insurrezionale fascista. Ma poiché ciò non
entra nel giuoco del Governo, questo proclama
lo stato d'assedio e domina violentemente a
base di nerbate e di calciate di fucili il
movimento fascista. I fascisti tentano di
inscenare attraverso la loro Camera del lavoro
italiana uno sciopero di protesta che
naturalmente non riesce. Ad *Ajello* verso la
fine di dicembre viene invaso e dato alle
fiamme il Circolo di cultura.

* * *

Nei primi giorni del mese di gennaio vi è una
certa tranquillità in tutta la Regione ad
eccezione della zona di *Dignano* e *Pola*,
dove sembra essersi concentrata tutta quanta la
furia devastatrice del fascismo: tutte le
istituzioni sindacali, politiche e culturali
del Partito socialista in questa zona vengono
devastate e distrutte.
Nel Partito ferve la lotta di tendenza per la
preparazione del Congresso nazionale e si
direbbe quasi che i fascisti attendano l'esito
di quel Congresso per regolarsi nella loro
azione. E' soltanto il 16 gennaio che abbiamo a
Trieste un episodio: la devastazione, nella
notte, del Circolo culturale di *Roiano*.
Conosciuto l'esito del Congresso, i comunisti
locali occupano violentemente Il Lavoratore
nella sera del 25 gennaio. Avendo tutto il
personale fatto causa comune con i socialisti,
il giornale non esce; esce però un foglio per
cura dei socialisti col titolo provvisorio Il
Lavoratore ma che poi diventerà Il Lavoratore
socialista. Il 2 febbraio per accordi fra le
due parti Il Lavoratore (comunista) vede la
luce. L'otto febbraio abbiamo un assalto
fascista alla tipografia del giornale nazionale
slavo Edinost, varie macchine vengono colpite e
danneggiate. Nella notte del 9 febbraio i
fascisti prendendo a pretesto l'uccisione di un
carabiniere vanno al l'attacco della redazione
e tipografia de Il Lavoratore. I comunisti che
si trovano nei locali cercano di difendersi;
viene lanciata una bomba che ferisce una
guardia regia e un fascista. Ciò provoca
l'intervento delle autorità le quali
organizzano un vero e proprio assedio ai locali
del giornale.

Sargon

unread,
Jan 24, 2024, 3:42:37 AMJan 24
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [029]

Intimata la resa agli assediati questi cedono.
Escono dai locali ad uno ad uno e vengono
malmenati dai fascisti e guardie regie che li
attendono in istrada. Le autorità lasciano,
quindi, campo libero alle gesta del fascisti i
quali, penetrati nei locali di tipografia e di
redazione, devastano le macchine e le
suppellettili, appiccando indi il fuoco che
distrugge in breve volger di tempo tutto
l'edificio. Da questo giorno incomincia poi la
lotta apertamente armata senza più alcuno
scrupolo contro tutto ciò che è socialista e
comunista, nella regione. A *Valle*,
nell'Istria, viene distrutta completamente la
Camera del lavoro. Così pure ad *Astignano* e
*Gallesano*.

L'11 febbraio viene invasa e devastata la
Camera del lavoro di *Parenzo*. Nello stesso
giorno avvengono dei gravissimi incidenti nel
Cantiere navale di *Monfalcone*, prodotti
dall'esasperazione nelle masse per la lunga
opera di crumiraggio provocatorio che i
fascisti andavano compiendo. Vengono lanciate 5
bombe contro gli operai, uno dei quali viene
ucciso e molti feriti. Per tutto il giorno vige
il terrorismo più atroce in Monfalcone, dovuto
anche all'intervento delle squadre d'azione dei
fascisti di Trieste. Molti compagni vengono
bastonati a sangue e nella sera stessa viene
assalita e devastata la Camera del lavoro di
Monfalcone e incendiato il chiosco de Il
Lavoratore. Il 6 febbraio viene invasa e
devastata la Camera del lavoro di *Scoffie*: il
17 febbraio il Circolo operaio di *Nabresina*;
il giorno stesso il Circolo di cultura di
*Perteole*. Il 19 febbraio è la volta della
Camera del lavoro e Circolo di coltura di S.
Croce presso Trieste. In tutte le località
vengono malmenati parecchi compagni e vengono
perquisite inoltre case private: tutto ciò
sotto gli occhi compiacenti della autorità. Il
21 febbraio viene devastata per la seconda
volta la Camera del lavoro di *Ajello*; nello
stesso giorno i Circoli di coltura di *Romans*
e di *Cervignano*. In tutta la regione si
acuisce la lotta antisocialista che tende a
prender forma di caccia all'uomo: i signorotti
locali già austriacanti accaniti si ammantano
oggi del tricolore, all'ombra e con la
protezione del quale commettono soprusi e
nefandezze. Come abbiamo già detto, il Fascismo
ha in un primo tempo carattere politico, ma
prende subito un carattere economico.
Già a Trieste che nella regione, una volta
distrutte le Camere del lavoro confederali, si
tende subito a costituire le Camere del lavoro
cosidette italiane, le quali rifuggono la lotta
di classe e divengono la « longa manus »
dell'industriale e capitalista. In Istria, il
Fascismo ha un carattere prettamente agrario
come nel Bolognese e nel Ferrarese.

Il 23 febbraio a *Rovigo* vi è un tragico e
sanguinoso conflitto, nella occasione di una
riunione privata indetta dal Partito
socialista.

Sargon

unread,
Jan 24, 2024, 3:44:22 AMJan 24
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [030]

Una squadra d'azione dei fascisti di Pola erasi
recata sul posto con intenzioni ostili ed
essendosi incontrata nella piazza del paese con
un gruppo di operai venne con questi alle mani;
nell'occasione viene brutalmente assassinato un
operaio, certo I****. Caduto a terra ferito, in
un primo tempo da una revolverata venne
freddamente colpito a morte da una seconda
revolverata mentre trovavasi a terra.
Il 24 febbraio viene devastato il Circolo di
coltura di *Joanniz*. Il 25 il Circolo di
coltura di *S. Lorenzo di Mossa*; in questa
occasione viene danneggiato anche il magazzino
delle Cooperative operaie.
Il 28 febbraio abbiamo il terzo assalto alla
Camera del lavoro di costì. Si prende per
pretesto l'uccisione di un fascista a Canfanaro
e si dà alle fiamme la sede dei sindacati
operai. La casa viene quasi completamente
distrutta, della parte anteriore non resta che
i muri maestri, nella parte posteriore le sale
di riunione anch'esse fortemente danneggiate.
Il danno a superiore certamente alle 200.000
lire. Nella sera stessa viene devastato il
Circolo di coltura « Spartaco ». Si tenta
ancora una volta sempre nello stesso giorno
l'assalto alla tipografia Edinost, ma senza
riuscire.
Viene proclamato lo sciopero generico di
protesta. La mattina del 1° marzo gli operai
del Cantiere S. Marco, in segno di rappresaglia
per l'incendio della Camera del lavoro, danno
fuoco al cantiere il quale in poche ore vien
quasi completamente distrutto, con ingentissimi
danni finanziari. In un conflitto avvenuto nel
Cantiere fra operai da una parte e fascisti
dall'altra – uniti alla forza pubblica – viene
uccisa la guardia di finanza P****, ferita la
guardia di finanza P**** e feriti vari operai.
Nell'occasione vengono tratti in arresto oltre
20 operai molti dei quali sono carcerati ancora
oggi. Nella sera avvengono incidenti nelle vie
della città. Un operaio, certo R****, viene
ucciso: più tardi 3 bombe vengono lanciate su
una colonna di fascisti dall'alto di un tunnel,
vi è una quindicina di feriti lievi. Viene
invasa l'agenzia giornalistica Dolzani e
Fichera e tutti gli opuscoli e giornali
socialisti trovati nei locali vengono portati
in piazza e bruciati.

L'otto marzo viene incendiata la Camera del
lavoro di *Isola*. A *S. Pietro di Isonzo*
nello stesso giorno durante una scorreria dei
fascisti viene assassinato il muratore G****
C****; sempre nello stesso giorno vengono
aggrediti e percossi i compagni P**** e S****.
Pochi giorni prima era stata incendiata la
Camera del lavoro di *Muggia* e devastati
completamente i Circoli di cultura di *Valle*
*Oltra* e *Crevatini*.

Il 15 marzo è la volta di *Grado*. Anche là
vengono invasi e devastati la Casa del popolo e
il Circolo di coltura. La sera dopo viene
invaso e devastato il Circolo di coltura di
*Aquileia*.

Sargon

unread,
Jan 25, 2024, 5:59:13 AMJan 25
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [031]

Il 19 marzo, un gruppo di fascisti, che si
trovava su di un treno della ferrovia Trieste-
Parenzo giunto il treno nella località
*Strugnano* sparava revolverate dai finestrini
contro un gruppo di ragazzi colpevoli, secondo
i fascisti, di averli dileggiati: un ragazzo
viene ucciso, quattro feriti.
Il 21 marzo viene invasa e devastata la Camera
del lavoro di *Gorizia*.
Troppo lungo sarebbe enumerare tutte le
aggressioni individuali a Trieste: si può dire
che non passi giorno senza che qualche compagno
non venga aggredito e percosso per la grave
colpa di essere socialista.
Il 24 marzo a *Muggia* vengono devastati gli
uffici provvisori della Camera del lavoro che
erano situati in un angolo riattato
dell'edificio distrutto già ai primi di marzo;
nello stesso giorno viene devastato un buffet
gestito da un compagno: nella sera esplodono
due bombe nelle vie della città: 5 fascisti e 3
altre persone riportano ferite non gravi. Il 29
marzo per la seconda volta viene invasa e
devastata la Camera del lavoro di *Gorizia*.
Il 30 marzo è la volta di *Montona* e
*Antignana*: nel primo luogo viene invasa e
devastata la Camera del lavoro; nel secondo
luogo vengono perquisite e devastate varie
abitazioni private fra le quali quella del
parroco.
Il 1° aprile un gruppo di fascisti recatosi a
*Buie* a scopo intimidatorio, entrano nella
osteria esercita dal compagno F**** P****, lo
uccide con tre revolverate, mentre si trovava
dietro il banco di vendita. La barbara
uccisione crea una profonda impressione nella
popolazione di Buie e paesi vicini, abituati da
lungo tempo a metodi di lotta umani e civili. A
*Muggia* continuano le violenze fasciste. Il 3
aprile il compagno P**** viene brutalmente
percosso e gettato in mare da dove si salva a
gran stento.
Il 4 aprile viene devastato e incendiato il
Circolo giovanile socialista di *Cormons*.
Il giorno prima avevano avuto luogo i tragici
avvenimenti di *Carnizza* nell'Istria
meridionale. I fatti si erano svolti presso a
poco in questo modo: una spedizione punitiva di
fascisti recatasi a Carnizza per il sequestro
di un agitatore comunista, venne presa a
fucilate dagli abitanti del luogo. Da Pola e da
Trieste, alla notizia del fatto, partirono
altre spedizioni del genere. Vi furono violenti
conflitti nelle campagne, durante i quali
vennero dati alle fiamme parecchi paesi e vi
furono morti e feriti.
Nel periodo immediatamente successivo ai fatti
di Carnizza e fino cioè verso la fine di aprile
abbiamo la metodica devastazione e distruzione
di tutte o quasi tutte le Camere del lavoro e
dei Circoli di coltura della regione. Una dopo
l'altra sono *Cherso*, *Farra*, *Gradisca*,
*Orsera*, *Pirano*, *Decani*, *Buie*,
*Campolongo*, ecc., che subiscono l'opera di...
italianizzazione dei novelli eroici salvatori
della patria.

Sargon

unread,
Jan 25, 2024, 6:13:00 AMJan 25
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [032]

Il contegno delle autorità è tale da far
credere che sia stata passata dalla centrale a
tutti gli organi dipendenti la parola d'ordine
di conservare la massima indifferenza e lasciar
fare. Infatti o l'autorità non interviene, o se
interviene, interviene a cose finite per
arrestare i compagni rei dell'enorme delitto di
essersi difesi. Qua e là poi abbiamo i casi
palesi di connivenza, ufficiali delle
guarnigioni come a Pirano, Pola, ecc., e
giudici, cancellieri di tribunali come a
Montona e Parenzo i quali prendono parte attiva
e diretta alle spedizioni contro le istituzioni
proletarie.
A *Trieste* poi la furia devastatrice del
fascismo non ha tregua. In poco tempo viene
annientata la magnifica organizzazione
culturale triestina, vanto dei socialisti di
Trieste e luminoso esempio ai socialisti del
Regno. Uno dopo l'altro Circoli di coltura
rionali, le cui magnifiche sale avevano
raccolto tante volte gli operai stanchi dal
lavoro per sentire esporre le teorie della
scienza ed illustrare le ultime conquiste del
progresso, vengono belluinamente distrutte.
Nelle devastazioni di detti Circoli vennero
perdute pregevoli e antiche opere letterarie di
cui detti Circoli erano forniti, come pure –
colmo dell'ironia – i vari busti di Dante,
Garibaldi e Carducci che si trovavano in quasi
tutti i Circoli stessi. Fra i Circoli devastati
elenchiamo quelli di *Servola*, *Città
Vecchia*, *S. Giovanni*, *S. Giacomo*, *Santa
Maria Maddalena*, *Chiadino*, *Roiano*,
*Gretta*, *S. Vito*, *Ponziana*, *Pieris*,
*Momiano*, *Fogiano* e molti altri ancora.
Verso la fine del mese ha inizio la
preparazione per la lotta elettorale. Il 17
aprile vengono aggrediti sulla pubblica via i
compagni P**** e M****.
Si sono costituite in tutta la Regione i
cosidetti blocchi nazionali di cui « magna
pars » sono naturalmente i fascisti. Sia la
preparazione, che l'atto elettorale stesso si
svolgono quasi dovunque in mezzo ad inaudite
violenze e alla più smaccata coartazione di
voto e di libertà personale.
Nessun Partito può compiere la sua preparazione
elettorale, compresi gli stessi repubblicani e
popolari, i cui oratori in diversi luoghi
vengono allontanati con la violenza e
malmenati; non si parli poi del nostro Partito
e del Partito comunista. Ma per ciò che
riguarda poi le violenze del periodo elettorale
esse sono state ampiamente elencate in un
ricorso presentato alla Giunta parlamentare
delle elezioni e pubblicato nel Lavoratore
Socialista nei giorni 11 e 12 giugno. Quelle
poche istituzioni sindacali, politiche e
culturali che erano riuscite a salvarsi dalle
furie del fascismo vengono, salvo uno o due,
completamente distrutte.
Per concludere, bisognerebbe ora citare delle
cifre riassuntive, ma è un lavoro quasi
impossibile.

Sargon

unread,
Jan 25, 2024, 6:13:46 AMJan 25
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> « Nel giugno 1921, [...] il Partito socialista
> aveva raccolto una abbondante e dettagliata
> documentazione dei crimini fascisti e ne aveva
> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [033]

Infatti molti avvenimenti, molte aggressioni e
ferimenti non furono pubblicati per tema di
ulteriori rappresaglie: fra questi si
potrebbero citare sopraffazioni e violenze
fatte anche contro Cooperative e istituzioni di
previdenze sociali. Basti dire, insomma, che
delle decine e decine di Camere del lavoro e
Case del Popolo della regione, solo tre o
quattro sono ancora in piedi, due delle quali,
Trieste e Pola, funzionanti in locali
provvisori o addirittura fra le macerie degli
edifici distrutti. Degli altri 100 Circoli di
coltura esistenti nella Regione non uno solo si
è salvato. Numerosissimi morti di parte
proletaria, pochissimi quelli di parte
fascista. Così pure dicasi per i feriti.
Infiniti arresti di parte proletaria, alcuni
dei quali per futili motivi e mantenuti per
lungo tempo senza interrogatori di sorta e in
mezzo a continue sevizie e maltrattamenti,
pochissimi gli arresti di parte fascista e
quasi subito rilasciati.
Non esitiamo a dichiarare formalmente che
l'opera del fascismo è stata quanto mai
esiziale per il buon nome d'Italia in queste
terre, a questo ha contribuito non poco
l'indegno atteggiamento delle varie autorità
italiane. Grande è la esasperazione degli animi
e incalcolabili sono le eventuali conseguenze
di questa esasperazione. Infatti v'è chi pesca
a tutto spiano in essa per i propri fini
politici. Soltanto sotto la bandiera del
Partito socialista può compiersi in queste
terre un'opera di pacificazione e di
affratellamento fra le stirpi qui conviventi, e
a quest'opera altamente nobile e necessaria, i
socialisti giuliani, rimasti sulla breccia,
malgrado tutte le sopraffazioni e tutte le
violenze, si accingono con rinnovellata lena e
indomita fede.

Sargon

unread,
Jan 25, 2024, 6:14:32 AMJan 25
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [34]

- § Le elezioni nell'Istria -

A *Parenzo* si era giurato che nessun
rappresentante di lista avversario al blocco
avesse potuto partecipare all'atto elettorale e
che nessun voto sarebbe stato dato ad una lista
che non fosse quella del blocco. A tale scopo
furono impiegati tutti i mezzi.
Nessun comizio avversario, neppure quelli dei
repubblicani e popolari, fu permesso, e per
impedire qualunque propaganda furono vincolati
al silenzio e all'inattività, con dichiarazioni
e parole d'onore estorte, tutti gli esponenti
dei Partiti avversi. Così il dr. Pacovich, asc.
giud. presso il Giudizio di Parenzo, del
Partito popolare, ricevette dal Fascio
l'imposizione perentoria sotto minaccia di
morte, di allontanarsi da Parenzo nella
settimana precedente il 15 maggio e ricevette
all'uopo una licenza dalla preposta autorità.
La stessa intimazione di sfratto venne fatta al
repubblicano e combattente Comusso. Al sig.
Brecevich venne imposto, con le più gravi
minaccie alla vita ed agli averi, di non
svolgere alcuna attività in pro del Partito
socialista. Al sig. Sgobin, repubblicano, venne
fatta firmare a mano armata da alcuni fascisti
capeggiati dal sig. A**** S****, segretario
della Camera del lavoro italiana di Pola, una
dichiarazione con la quale egli si impegnava a
non prestare la sua opera in pro della lista
repubblicana; ma a presentarsi, invece, in pro
della lista del blocco. Già prima delle
elezioni, Parenzo aveva voluto assicurarsi
contro ogni voto socialista, facendo
sequestrare sulla via presso Canfanaro, mentre
provenivano da Capodistria, le schede tipo, per
modo che ogni eventuale scheda « Falce,
martello e libro », sarebbe stata nulla.
A Parenzo si menava pubblico vanto delle
violenze e dei brogli elettorali; fra le tante,
il segretario comunale poteva asserire d'aver
lui stesso consegnato al Fascio una quantità
rilevante di scontrini elettorali non
recapitati ai legittimi elettori. Il giorno
delle elezioni, squadre di fascisti avevano dei
regolari appostamenti con uffici (tavoli,
ecc.), nelle vie della città per impedire
l'entrata a chi non fosse persona di loro
fiducia. Gli elettori del contado, dopo la
legittima perquisizione per eventuali armi, da
parte dei carabinieri, dovevano subire senza
eccezione una ulteriore perquisizione personale
da parte dei fascisti, i quali sottraevano loro
le schede che non erano mai del blocco e,
quindi, li accompagnavano alla sezione
elettorale, dove li obbligavano a votare
apertamente dinanzi alla Commissione elettorale
con la scheda del blocco.
Un rappresentante della lista slava ebbe
l'ardire di presentarsi ad una sezione per
adempiere al proprio ufficio; lo trassero nella
sede del Fascio e ivi, spogliatolo nudo
affinché non scappasse, lo trattennero per due
giorni, però bene rifocillandolo, affinché
servisse loro di ostaggio fino alle elezioni
compiute, quindi, senza fargli male, lo
lasciarono andare.

Sargon

unread,
Jan 25, 2024, 6:14:39 AMJan 25
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [035]

La votazione in tutte le sezioni doveva essere
a scheda aperta. L'eccezione della votazione in
cabina era un privilegio consentito ai soli
cittadini che ne facessero viva insistenza;
però dietro espresso avvertimento che venivano
inscritti sul libro nero. Fu così soltanto che
il Partito popolare poté racimolare alcuni
voti, mentre i Partiti socialista e
repubblicano, che pure hanno molti aderenti,
non hanno ricevuto nessun voto.
A *Visignano*, nel pomeriggio di sabato 14
maggio, giunse un camion di fascisti che andava
in cerca dei fiduciari dei Partiti
antibloccardi. Trovato in casa Giovanni Farina
fu Antonio, rappresentante del Partito
socialista, lo perquisirono e lo condussero col
camion alla sede del Fascio parentino,
trattenendolo fino alla mattina del giorno 16.
Una dichiarazione, in proposito, trovasi
inserita nel verbale elettorale della sezione
n. 23. Lo stesso accade al sig. Giovanni
Pastorcich, socialista, e a Pietro Gheslancich
di Nicolò, repubblicano.
Nel giorno delle elezioni si verifica lo stesso
fenomeno che a Parenzo e cioè caccia agli
uomini e alle schede dei Partiti antibloccardi,
minacce a mano armata e perquisizioni
arbitrarie da bande di bloccardi.
Sempre a Visignano nella costituzione delle
commissioni elettorali, i membri della
commissione della sezione n. 24 (meno uno),
vennero scelti fra i non inscritti alla sezione
stessa, violando così l'art. 19 della legge
elettorale. Pour cause.
A *Visinada*. – La mancanza di ogni scrupolo
nei dirigenti le elezioni in Istria risulta
anche dalla proposta del presidente della
commissione di Visinada (bloccardo), di
spartire i voti slavi fra blocco e socialisti,
cui questi ultimi risposero con sdegnoso
rifiuto.
Si verificarono anche qui le solite
intimidazioni agli esponenti del Partito
socialista.
A *Torre di Parenzo*. – I rappresentanti di
lista del Partito socialista, nati e vissuti a
Torre, sono cacciati dalla sala, perché
asseritamente non conosciuti. I fascisti ne
legarono uno, Ermenegildo Beacovich, e lo
trasportarono alla sede del Fascio a Parenzo.
A *S. Domenico di Castellier*. – I
rappresentanti di lista sono scacciati dalla
sala nelle identiche condizioni di Torre di
Parenzo. Gli elettori sono obbligati a votare
apertamente dinanzi alla Commissione
elettorale, per il blocco. La popolazione tenta
di protestare; ma è domata a mano armata. Una
ventina di elettori vengono chiusi in una
cantina, bastonati a sangue con nerbi di bue,
finché essi non dichiarano che gli esponenti
del Partito socialista sono nemici dell'Italia.
A *Grisignana*. – Identica sorte succede anche
a questi rappresentanti di lista. Ben 300
elettori, presentatisi alla sezione alle ore 5,
vengono esclusi dal voto.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:42:53 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [036]

A *Umago*. – Il rappresentante del Partito
socialista, latore delle schede tipo
elettorali, viene sequestrato, bastonato e
privato delle schede.
A *Montona*. – Non si accetta la presentazione
della scheda tipo da parte del Comune e si
minaccia di incendiare la casa dei socialisti.
Molti socialisti vengono bastonati. Nel giorno
delle elezioni i fascisti, mentre i carabinieri
fanno buona guardia, perquisiscono gli
elettori, strappando le schede di tutti i
Partiti avversi al blocco. In questo modo e con
altre violenze, si impedisce agli elettori del
territorio di recarsi a Montona a votare.
A *Portole* e *Stridone d'Istria*. –
Preparazione terroristica preelettorale. Il 12
maggio una squadra di fascisti di Pirano,
capitanata dal fascista D**** B****, penetra in
paese, invade la casa di uno slavo ed entra in
cantina, facendo uscire dalle botti 12
ettolitri di vino. Nei giorni precedenti le
elezioni, il contado viene percorso da squadre
di fascisti che sparano all'impazzata. Diverse
case vengono distrutte e molte biche di fieno
sono incendiate. L'autorità di pubblica
sicurezza vede e lascia fare.
Il giorno delle elezioni le strade che
conducono a *Portole*, sede elettorale, sono
occupate da bande di fascisti, armati di bombe,
rivoltelle, moschetti e pugnali. Gli elettori
sono perquisiti ed ogni scheda che non sia
quella del blocco viene stracciata. I
rappresentanti di lista degli altri partiti
vengono respinti dalle sedi elettorali. Nella
sezione, presidente il sig. E**** T****, il
voto è aperto e obbligatorio per il blocco, la
cabina è proibita.
Ad *Orsera*. – Schede e stampati del Partito
socialista sono distrutti in piazza, presenti
le autorità locali.
Il fiduciario e rappresentante del Partito
socialista, Francesco Slocovich, viene
sequestrato e condotto alla sede del Fascio
locale e costretto, con la violenza, a firmare
una dichiarazione, con cui egli si impegna a
non svolgere alcuna attività politica e a non
funzionare quale rappresentante di lista. Due
giorni dopo egli riceve, a conferma, una
lettera minatoria del Fascio, che egli acclude.
Anche qui, nel giorno della votazione, le
strade di accesso alle sezioni sono guardate da
fascisti armati, molti elettori sono
perquisiti; le loro schede sono stracciate.
A *Rovigno*. – La nota preparazione
terroristica. Il giorno delle elezioni si
verifica che molti elettori votarono anche per
i morti e per gli assenti, a favore del blocco.
Prima delle cinque, ai rappresentanti di lista
dei Partiti comunista, repubblicano e
socialista, viene offerto dai fiduciari del
blocco di spartire in parti eguali n. 340
scontrini elettorali, di elettori assenti o
morti. I rappresentanti del Partito socialista
si rifiutano sdegnosamente.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:44:10 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [037]

A *Canfanaro*. – Qualsiasi attività politica,
ad eccezione di quella del blocco, è anche qui
assolutamente impossibile. I rappresentanti dei
comunisti, recatisi a portare le schede tipo,
vengono sequestrati dai fascisti e portati alla
sede del Fascio ed indi percossi, alla presenza
del sig. B****, sindaco del luogo, e del suo
segretario C****.
Ad *Ospo*. – Il giorno delle elezioni vi fu
grande affluenza di elettori. Nella notte
incursioni fasciste e spari all'impazzata. Nel
lunedì vengono bruciate e distrutte le urne.
A *Scoffie*. – Anche qui vi furono le solite
minacce e intimidazioni nel periodo
preelettorale. Il giorno delle elezioni, il
rappresentante della lista socialista Zugna,
dopo esser stato regolarmente ammesso presso la
Commissione elettorale e senza aver dato alcun
motivo al suo allontanamento, viene, connivente
il presidente della Commissione, G**** V****,
defenestrato dai fascisti: caduto al suolo
malconciato, viene raggiunto dai suoi
persecutori, che gli lanciano dietro una bomba,
una scheggia della quale lo colpisce ad un
piede.
A *Muggia*. – Questa cittadina, già roccaforte
del socialismo in Istria, che, alla Dieta
istriana aveva sempre avuto ininterrottamente
il rappresentante socialista, da qualche
settimana viveva in pieno terrore, dominata da
un gruppo di fascisti che si permettevano,
colla più smaccata connivenza delle autorità
locali, ogni sorta di soprusi contro la
popolazione composta, in prevalenza, di
lavoratori, industriali dei due grandi cantieri
ivi esistenti.
La sera prima delle elezioni questo terrorismo
si era intensificato col getto di bombe e toccò
il massimo del suo « diapason » nella mattina
stessa delle elezioni. Malgrado ciò, gli operai
si disponevano a compiere il loro dovere di
elettori, quando, in tutte le sedi elettorali,
i fascisti cominciarono a commettere eccessi di
ogni sorta, scagliandosi contro gli elettori
ritenuti socialisti o comunisti. Sotto gli
occhi dei membri delle Commissioni e dei
carabinieri, gli elettori venivano perquisiti e
bastonati se trovati in possesso della scheda
comunista o socialista, che veniva loro tolta.
Molti altri elettori furono tenuti lontani
dalle sedi a colpi di « revolver ». Anche qui
votarono i morti e gli assenti e si
verificarono altri brogli elettorali. La
votazione diede per risultato poco più di 100
voti complessivi ai socialisti e comunisti,
mentre il Partito socialista nelle elezioni
anteriori ne aveva riportato più di 700.
A *Pola*. – Nessuna propaganda fu possibile a
nessun Partito fuori che al blocco. Il 26
aprile abbiamo qui il primo episodio di
preparazione elettorale da parte del blocco. La
sede delle organizzazioni operaie, in via
Giosue Carducci, è invasa, e tutto ciò che vi è
dentro viene asportato. I presenti vengono
minacciati di morte, fra questi il candidato
socialista Antonio Riosa.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:44:50 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [038]

Negli albi della città, i giorni precedenti le
elezioni, erano affissi manifestini con la
scritta: « Chi non voterà per il blocco verrà
punito ». La sera del 13 maggio il rione
popolare di S. Policarpo fu terrorizzato da
squadre fasciste, con lancio continuato di
bombe. Nel giorno delle elezioni, il sig. Luigi
Locatello, rappresentante di lista del Partito
socialista, veniva percosso e derubato di tutte
le schede. Ad un altro, sig. Giovanni
Ghersinich, si imponeva di restare a casa. Con
certificati elettorali non distribuiti dal
Comune, votarono elettori che avevano già
votato per conto loro; in questo modo votarono
anche gli assenti ed i morti. Si conducevano in
camions gruppi di fascisti a votare, con
certificati elettorali falsi, a *Gallesano*,
*Fasana* ed altrove e si trasportavano elettori
di questi paesi a votare nello stesso modo
abusivamente, a Pola.
A *Promontore*, *Medolino*, *Fasana*, *Ponter*,
*Sissano*, *Gallesano* ed altre sezioni nei
dintorni di *Pola*, la votazione fu
obbligatoriamente aperta, innanzi alle
Commissioni elettorali, e se a qualcuno saltava
il ticchio di andare in cabina, veniva
bastonato e gli si imponeva di uscire senza che
egli avesse potuto esprimere il suo voto.
Ad *Albona*. – Il giorno delle elezioni ad
Albona, verso le ore 11, giunge in piazza del
paese un camion di fascisti. Dopo aver percorso
il paese cantando i loro inni, i fascisti si
precipitano sulla folla degli elettori e dei
villici, assalendoli selvaggiamente a
revolverate e bastonate, inseguendoli quindi
fuori del paese, attraverso i campi con lancio
di bombe Sipe e di petardi Thevenot. Un vecchio
minatore, certo Predonzan, viene gravemente
ferito e muore dopo pochi giorni all'ospedale.
Più tardi interviene la truppa e si mette a
guardia delle sezioni, ma ormai resta
impossibile far ritornare in paese e far votare
la massa che aveva già votato per loro conto.
A *Cherso*. – Nei giorni precedenti le elezioni
i rappresentanti del blocco ed i fascisti
lavorarono a tutto spiano a preparare
l'ambiente. Batterono a sangue per la strada il
signor Bartolomeo Granz, rappresentante del
Partito socialista. Nel giorno delle elezioni,
con gli scontrini elettorali non distribuiti
agli elettori, votano per il blocco nella
sezione di Abbazia e nelle sezioni del
distretto, elettori degli elettori, che quindi
si astiene. Su 3400 iscritti, votano soltanto
382 elettori.
Ad *Abbazia*. – Le schede e gli stampati del
Partito socialista per tutto il distretto
vengono sequestrati e distrutti nei giorni
precedenti le elezioni dai rappresentanti del
blocco, i quali bastonano violentemente il
candidato socialista Fiorentin. Minacciano
nella vita e negli averi e nelle loro
abitazioni parecchi soci ed esponenti del
Partito socialista. Fra questi signori Nicolò
Negovetich, Sussan e Vitich.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:45:06 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [039]

Obbligarono diversi altri, con la violenza a
mano armata a dimettersi da cariche e a cessare
ogni attività politica, e fecero loro firmare
analoghe dichiarazioni; fra questi: Giacomo
Mayer, Nicola Negovetich, Luigi Tomaz e Matteo
Sodatich. Le case dei signori Santulin, Smundin
e Negovetich furono invase di notte e
perquisite alla ricerca di materiale elettorale
socialista. Tutti, o quasi tutti i socialisti
dell'isola furono minacciati nella vita e negli
averi se avessero osato svolgere qualsiasi
attività politica per conto del loro Partito, e
se non avessero votato per il blocco. Venne
sfrattato dall'isola, per intromissione del
Fascio di combattimento locale, il socialista
dott. A. Alacovich. I rappresentanti del blocco
ed i fascisti facevano pubblica mostra delle
armi e delle munizioni di cui erano provvisti.
Il sabato sera, un certo Gherbaz,
rappresentante del Partito comunista, giunto a
Cherso con schede del proprio partito, venne
sequestrato e bastonato a sangue.
E passiamo senz'altro alle inaudite
sopraffazioni e violenze avvenute il giorno
stesso delle elezioni. La sezione locale del
Partito socialista, di fronte alla situazione
di terrorismo creatasi, aveva deciso per
proprio conto l'astensione. Venuta la cosa a
conoscenza di fascisti e bloccardi, questi
iniziarono la caccia all'uomo. Cominciarono ad
entrare casa per casa alla ricerca degli
elettori e li conducevano, con la violenza, a
votare, e a votare, naturalmente per il blocco.
In questo modo furono obbligati a votare i
socialisti Nicola Negovetich, Nicola Duda,
Giuseppe Vitich, Francesco Castellari, Giusto
Zett, Antonio Giovanni Pea ed altri, dai
fascisti M**** G****, P**** M****, A**** C****,
P**** N****, G**** G****, S**** C****, G****
B**** ed altri.
Tutti indistintamente gli elettori venivano
perquisiti e malmenati se trovati in possesso
d'altre schede, che non fossero quelle del
blocco. Alla sezione poi si doveva votare
apertamente innanzi alla Commissione elettorale
per il blocco. Presso la sezione di Fontigo, il
presidente B**** metteva lui stessa nella busta
a ciascun elettore, la scheda del blocco,
invitando quindi l'elettore stesso ad ingommare
la busta e a riconsegnarla per essere messa
nell'urna. I membri, della Commissione
elettorale informavano la squadra fascista del
nome e dell'abitazione degli elettori che
ancora non avevano votato. I fascisti si
recavano in cerca dell'elettore e non
trovandolo imponevano alla famiglia la consegna
dello scontrino elettorale e andavano essi
stessi a votare per conto dell'elettore
assente. Presso la Società democratica era
stata istituita una fabbrica di certificati
falsi coi quali votavano minorenni, e non una
volta sola. Per coloro che non erano iscritti
nelle liste elettorali, si faceva lì per lì il
certificato e si mandavano a votare.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:45:53 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [040]

In questo modo votarono molti che non avevano
alcun diritto al voto. Un episodio
caratteristico è il seguente: i signori
bloccardi di Cherso avevano insistito da lungo
tempo presso il croato Marco Bunicich perché
distogliesse gli operai slavi dal socialismo.
Non appena però si sparse la notizia che la
sezione socialista aveva proclamato
l'astensione, il Bunicich fu dagli stessi
signori bastonato ben forte per evitare forse
che si affermasse la lista slava.
Ritornando al giorno delle elezioni: un gruppo
di elettori di *Tramontana* (località a
settentrione dell'isola) giunti a Cherso per
votare, furono perquisiti dai fascisti, e fra
questi, dal fascista P**** M**** di Cherso,
furono loro tolte le schede e furono invitati a
votare per il blocco. Costoro fuggirono pei
boschi nella mattina della domenica. Due di
essi che non riuscirono a fuggire, Giovanni Sez
di Rossina e N. Chersich di Nisca, vennero
bastonati e obbligati a votare per il blocco.
Ai contadini e pescatori che venivano dalle
località costiere dell'Isola per votare a
Cherso era impossibile votare per altri che per
il blocco, poiché venivano perquisiti. Ciò
successe agli elettori di Gherlino, fra i quali
i signori Giovanni Muscadin, Domenico Crivizich
e Giuseppe Galovich.
Appena la cosa venne divulgata, gli elettori
dell'isola cominciarono a rinunziare di venire
a votare a Cherso. Una barca proveniente da
Vallon e approdata a Cherso si rimise tosto
alle vela per fuggire dal luogo, ma venne
rincorsa con altra barca e raggiunta dai
fascisti R**** F**** e A**** C****. Gli
occupanti la barca – minacciati di essere
gettati in mare e la loro barca affondata –
dovettero ritornare indietro e votare tutti per
il blocco.
Sarebbe inutile dilungarsi nell'elencazione
degli innumerevoli ed inauditi brogli
elettorali e violenze avvenute a Cherso.
Malgrado ripetute proteste presso l'autorità,
si è voluto fare una sezione elettorale a
Cherso soltanto, per tutta l'isola, in modo da
poter concentrare là tutto il terrore e tutti
gli sforzi del blocco e del Fascio, per
impedire la libertà agli elettori e assicurare
così la vittoria al blocco. Il male si è che in
tutti questi casi – e lo si può benissimo
documentare – le autorità non si mossero, nè
cercarono di tutelare l'ordine, la vita, gli
averi, i diritti dei cittadini, anzi diedero
tutto il loro appoggio morale e materiale ai
violatori e agli incendiari. Ancora oggi
avvengono a Cherso casi inauditi sotto gli
occhi delle autorità. Il Fascio locale si
permette di far licenziare dai cantieri locali
degli operai, soltanto perché non intendono
firmare dichiarazioni di rinuncia alla loro
fede politica.

Sargon

unread,
Jan 26, 2024, 4:46:29 AMJan 26
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [041]

- Nel Ferrarese –

[...]

- § La folle reazione –

Cerchiamo d'esporre i fatti in ordine
cronologico nella loro realtà. Essi sembreranno
impossibili od esagerati. Premettiamo invece
che qualunque sforzo non vi darà che una
pallida idea della realtà, tanto essa è
spaventevole.

- Bastonate, incendi, ferimenti –

I fatti del 20 dicembre. – Ormai sono
conosciuti da tutti anche nei loro particolari.
Si sa da quale parte parti la provocazione e
quali furono le conseguenze immediate: tre
fascisti morti e vari operai e fascisti feriti.
Da quel giorno la attività fascista – che
attendeva forse volentieri le vittime per farne
una bandiera da agitare ai quattro venti e da
sfruttare come giustificazione ad ogni reazione
– assunse una forma violenta, terribile. La
Camera del Lavoro e la Federazione Provinciale
Socialista, attraverso alle parole autorevoli
dei capi e ai manifesti resi pubblici,
invitarono alla calma, senza provocare e senza
accettare provocazioni. La Giunta comunale e la
Deputazione provinciale riunitesi
immediatamente coi rappresentanti delle massime
organizzazioni locali e coi rappresentanti
della Direzione del Partito socialista e della
Confederazione del Lavoro, mentre riaffermavano
il loro proposito di restare al posto di
battaglia, invitavano i lavoratori della città
e della Provincia a restare disciplinati e
sereni affrontando la bufera. Non ritennero,
anche quando le circostanze in altri momenti lo
avrebbero imposto, di proclamare lo sciopero
per non dare adito a pretesti. Fecero insomma
tutto quello che era umanamente possibile per
arginare la reazione. Ma i fascisti la volevano
ad ogni costo, a qualunque costo, e la fecero.
Sorpassiamo sui fatti avvenuti negli ultimi
giorni di dicembre, che ad eccezione della
bastonatura del compagno ing. S****
guaribile in dieci giorni – furono di lieve
importanza. Iniziamo ora la cronaca:

Ferrara – 3 gennaio. E' aggredito e bastonato
da una trentina di fascisti il compagno
B**** A**** che viene condotto
all'ospedale e dichiarato guaribile in dieci
giorni. Nessun pretesto.

Ferrara – 10 gennaio. Il compagno G****
B**** è insultato da vari fascisti.
L'incidente non ha seguito per intervento di
compagni e delle autorità.

Gaibanella – 12 gennaio. Un gruppo di fascisti
bastona degli operai perchè cantano inni
proletari.

Ferrara – 18 gennaio. Avvengono tafferugli tra
fascisti e socialisti provocati dai fascisti
che insultarono diversi compagni pretendendo
che si levassero il garofano rosso che avevano
all'occhiello. Si sono fatti vari arresti di
socialisti e sono stati portati all'ospedale
due operai per ferite lacero-contuse alla testa
guaribili in 10 giorni.
L'on. Matteotti è insultato e fischiato dai
fascisti. Gli operai in segno di protesta
abbandonano il lavoro.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:47:47 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [042]

Ferrara – 19 gennaio. _Un fornaio preso a
revolverate dai fascisti, perchè cantava
« Bandiera rossa »_ – Togliamo dal giornale
democratico la « Provincia di Ferrara »:
Stamane alla mezza un gruppo di lavoratori
fornai giungeva in piazza Cattedrale
proveniente da via Garibaldi cantando
« Bandiera Rossa ». Avevano da poco passato il
Volto del Cavallo diretto verso il Castello
Estense, quando il loro canto fu bruscamente
interrotto da cinque o sei colpi di rivoltella
sparati contro di loro. Rimase ferito alla
gamba destra certo B**** C**** fu G****
abitante in Ferrara, fornaio, che dai compagni
stessi venne portato all'ospedale ove fu
medicato dal dott. M****, di una ferita alla
faccia anteriore della coscia destra fondo
cieco, guaribile in venti giorni salvo
complicazioni... « tre componenti il gruppo dei
fornai vennero perquisiti dal dott. T****
vice commissario, prontamente accorso e nessuno
risultò armato ».
Dunque senza nessuna provocazione, i fascisti
sparano in piena città dei colpi di rivoltella
contro dei cittadini inermi, per il solo fatto
che di ritorno da un'assemblea tenutasi alla
Camera del Lavoro, cantano il loro inno. Di
più, la polizia malgrado le testimonianze di
molte persone presenti al fatto, invece di
correre alla ricerca dei colpevoli della
malvagia ed inqualificabile aggressione, si
ferma a perquisire i nostri compagni.

Ferrara – 20 gennaio. L'assessore comunale
Autunno Ravà è insultato e provocato dai
fascisti. Riesce a sottrarsi per l'intervento
di parecchi compagni.
Mentre usciva dall'ospedale dove si era recato
a visitare l'operaio B****, il compagno on.
Matteotti è fatto segno ad una violenta
manifestazione fascista con lancio di sassi che
colpirono diversi operai.
E' bastonato, sotto il pretesto di aver
applicato delle multe, il capolega di S.
Martino.

Cona – 23 gennaio. Verso sera i fascisti
ritornavano da una riunione tenutasi a
Fossanova S. Marco e, passando davanti alla
Camera del Lavoro di Cona, udirono i lavoratori
che cantavano i loro inni. Desiderosi di
compiere una bravata, i fascisti, rafforzati da
elementi locali, tentarono di invadere i locali
della Lega. Ne venne uno scambio di
revolverate, che ferirono due fascisti. Furono
chiamati i carabinieri, i quali arrestarono 15
leghisti.

- § Contro le Leghe –

S. Martino – 23 gennaio. Durante una
discussione tra fascisti e socialisti, i
fascisti sparano un colpo di rivoltella contro
i socialisti ferendo il compagno B**** F****.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:48:00 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [043]

Cona – 24 gennaio. Incendio della lega.
Parecchi fascisti, caricati su due camions,
piombarono ieri sera in paese, penetrarono nei
locali della Lega, asportarono mobili, ecc., e
li incendiarono.

Aguscello – 24 gennaio. Incendio della Lega. In
seguito ad incidenti avvenuti tra fascisti e
socialisti vennero scambiate delle fucilate. I
fascisti penetrarono nella Lega, asportarono
registri, mobili, bandiere, ecc., e li
incendiarono. I carabinieri, intervenuti,
arrestarono tre leghisti.

Defore – 24 gennaio. Tra fascisti e operai
avvenne una disputa circa la sagra che aveva
luogo in paese. I fascisti spararono sugli
operai ferendone 5, dei quali due gravemente.

S. Martino – 24 gennaio. Incendio della Lega.
In seguito ai fatti di ieri nei quali restava
ferito il nostro compagno B****, i fascisti con
camions, si recarono a S. Martino, entrarono
nella Lega abbattendo e bruciando tutto.

Fossanova – 26 gennaio. Incendio della Lega.
Verso le 2 di notte i fascisti con due camions,
bloccarono il paese. Si recarono nei locali
della Lega (uno chalet di legno), distruggendo
mobili, ecc., ed appiccando il fuoco. I danni
sono valutati circa L. 20.000.

Cona – 26 gennaio. Verso le nove di sera i
fascisti lanciarono una bomba contro lo stabile
del Sindacato operaio producendo gravissimi
danni.

Ferrara – 5 febbraio. In seguito all'arresto di
un loro compagno i fascisti impongono la
chiusura di tutti i negozi ed ottengono, in
conseguenza di ciò, la scarcerazione del loro
socio.

Ferrara – 8 febbraio. Morte di Borghetti. In
seguito alle ferite riportate per le
revolverate fasciste, moriva il compagno
Borghetti.

Denore – 12 febbraio. Due fascisti, tali
B**** O**** e B**** F****, bastonarono il
leghista B**** O****, perchè gridò « abbasso i
fascisti ». Il B**** si difese sparando quattro
colpi di rivoltella in aria.
Intervennero vari operai in suo aiuto che
vennero accolti a revolverate dai fascisti i
quali poi fuggirono. Fortunatamente senza
conseguenze. Il B**** fu arrestato. Di notte un
camion di fascisti giunse in paese; venne
abbattuta la porta di casa del B**** stesso e
bastonato a sangue il padre suo a nome Q****.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:48:19 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [044]

Ferrara – 15 febbraio. L'assessore Autunno Ravà
è barbaramente bastonato dai fascisti sotto gli
occhi indifferenti della forza pubblica. A
terra sanguinante non viene aiutato da alcuno.
Soltanto qualche tempo dopo passa il Segretario
del Comune di Codigoro che lo solleva e lo
porta alla farmacia Novara che, per imposizione
dei fascisti, si rifiuta di medicarlo. Deve
essere trasportato a braccia all'ospedale ove
gli riscontrano una ferita alla testa lunga 7
centimetri, dichiarata guaribile in 15 giorni.
(Il giornale la « Provincia di Ferrara »
commentando il fatto dice che esso è stato
orribile, da non avere precedenti).

Berra – 17 febbraio. E' avvenuto uno scontro
tra fascisti e leghisti. Due di questi ultimi
furono arrestati.

Ferrara – 21 febbraio. In seguito a scambio di
invettive avvenuto fra un gruppo di donne e di
fascisti e al lancio di qualche sasso, due
squadre di fascisti di Bologna e di Ferrara
passarono per Corso Porta Po sparando
all'impazzata colpi di rivoltella, e ferendo
due persone che stavano per caso alla finestra.

Berra – 21 febbraio. Parecchi fascisti vennero
a parole con degli operai. Contro di essi
spararono diversi colpi di rivoltella uno dei
quali ferì gravemente l'operaio G**** T****.

Porotto – 21 febbraio. Parecchi fascisti di
passaggio su un camion spararono diversi colpi
all'impazzata ferendo l'operaio Z**** A****,
dichiarato guaribile in 20 giorni.

Ferrara – 22 febbraio. La guardia civica M****
B**** è stata bastonata dai fascisti perchè
divideva due bambini che litigavano.

Ferrara – 22 febbraio. Oggi spirava l'operaio
G**** G**** in seguito a ferite riportate il 20
dicembre.

Ferrara – 23 febbraio. I fascisti bruciarono
diverse copie dell'Avanti! e lanciarono sassi
contro il caffè « Napoli ». Per quest'ultimo si
prese il pretesto che il proprietario, un
vecchio compagno, ha assistito al Congresso di
Livorno.

Mirabello – 24 febbraio. Assassinio di un
compagno. Ieri sera verso le 23, diversi
giovani socialisti ritornavano a Vigarano
Mainarda: giunti in via Finale furono
affrontati da un gruppo di fascisti che
spararono contro loro, freddamente, uccidendo
il compagno B**** A**** di 18 anni. La polizia
– quando si tratta di fascisti! – non si mosse
neanche e non avrebbe fatto arresti se non
fossero stati indicati da compagni autorevoli i
maggiori indiziati. Vennero effettuati 3
arresti di fascisti.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:48:32 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [045]

Ferrara – 25 febbraio. Per il solito pretesto
di aver applicato delle multe, fu bastonato
barbaramente il capolega di Cona, poscia
condotto dagli stessi fascisti all'ospedale.

Ferrara – 26 febbraio. Per il solito pretesto
fu bastonato a sangue il capolega e Consigliere
comunale di Contrapó. Trasportato all'ospedale
fu dichiarato guaribile in 15 giorni.
Fu pure bastonato il fattorino telegrafico
C**** E****, perchè sospettato di essere
socialista.

- Il terrore continua -

Serravalle – 1° marzo. Verso le due dopo
mezzanotte giungevano parecchi camions di
fascisti, i quali dopo aver gettato bombe e
sparato centinaia di colpi per terrorizzare la
popolazione, entrarono nella Lega distruggendo
tutti i mobili, asportando registri, ecc.,
poscia la incendiarono con un danno rilevante.

Cento – 1° marzo. Un tragico episodio. In
località Buonacompra giungeva domenica un
camion di fascisti che scorrazzando per il
paese tentava di far imposizioni ai contadini.
Nacque una disputa nella quale restò ucciso il
fascista L**** con un colpo di pugnale. I
fascisti perciò si diedero a compiere atti di
terrore e di vandalismo. Vennero arrestati
diversi leghisti.

S. Giorgio – 3 marzo. I fascisti in numero di
50 circa fecero una scorreria in paese
bastonando diversi capilega e organizzati,
invadendo varie osterie e dopo il sacramentale
« mani in alto » perquisirono i presenti,
bastonando coloro che trovavano armati.
Spararono anche parecchi colpi di rivoltella
che per fortuna non fecero vittime.

Villanova Denore – 4 marzo. Terrorismo. Ieri
notte parecchi camions di fascisti e un altro
centinaio in bicicletta giunsero qui,
bloccarono il paese, quindi invasero la Lega,
bastonarono una quindicina di compagni
presenti, poscia distrussero e incendiarono
mobili, bandiere, ecc., sparando colpi di
rivoltella e gettando bombe.

Coronella – 4 marzo. Giunsero qui ieri sera un
centinaio di fascisti con camions, bloccarono
il paese, penetrarono in casa di diversi
compagni abbattendo le porte e bastonandoli
insieme alle loro donne e ai loro bambini.
Invasero le osterie e perquisirono tutti i
presenti. Poscia entrarono nelle case di vari
contadini nelle quali eseguirono altre
perquisizioni. In due di queste trovarono una
rivoltella. A bastonate costrinsero i due
operai a seguirli in caserma dove li
consegnarono ai carabinieri che li trattennero
in arresto lasciando indisturbati i fascisti
che mascherati e armati avevano compiuto la
bravata. Non contenti, i fascisti penetrarono
nei locali della Lega distruggendo tutto fra
spari di rivoltella e lancio di bombe.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:48:44 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [046]

Ferrara – 4 marzo. I fascisti entrarono in
un'osteria della periferia coll'intenzione di
eseguire una perquisizione agli avventori.
Essendosi un muratore rifiutato di alzare le
mani, lo bastonarono ferocemente producendogli
una grave ferita alla testa e la rottura di un
braccio. Portato all'ospedale venne dichiarato
guaribile in 30 giorni.

Ferrara – 4 marzo. Pel solito pretesto e nel
solito modo – cento contro uno – venne
bastonato malvagiamente il compagno A**** G****
di Cocomaro di Cona. Trasportato all'ospedale
venne dichiarato guaribile in 15 giorni.

Ferrara – 5 marzo. Con i consueti sistemi è
stato bastonato il sostituto capolega di Ponte
la Gradella, dichiarato all'ospedale guaribile
in 25 giorni.

Ferrara – 7 marzo. Essendo circolata la voce
che della donne avrebbero fatto una
dimostrazione in piazza – il che non era vero –
i fascisti gettarono domenica del nero fumo in
faccia a tutte le donne che incontrarono.

Montalbano – 8 marzo. Di notte in parecchi
camions giunsero dei fascisti che bloccarono il
paese terrorizzando la popolazione. Entrarono
nella Lega, asportarono mobili, registri,
bandiere, ecc.; nella piazza, poscia
incendiarono tutto fra lo scoppio di bombe e lo
sparo di centinaia di colpi di fucili e
rivoltelle.

- § Atre vittime -

Pieve di Cento – 8 marzo. _Un'operaia uccisa_.
Per eseguire le solite scorribande
terroristiche, giunsero qui due camions di
fascisti provenienti da Ferrara e da Bologna.
Entrati nel paese cominciarono a sparare
revolverate all'impazzata ingiungendo alla
gente di ritirarsi in casa e di chiudere le
porte e le finestre. Un'operaia, T**** A****,
che stava rinchiudendo le imposte venne colpita
da un proiettile fascista ed uccisa
all'istante. Vi furono inoltre numerosi operai
feriti. I fascisti quindi si recarono a Cento
dove tentarono di invadere la Camera del
Lavoro, ma furono respinti dagli operai, che,
saputo un po' prima della spedizione fascista,
avevano abbandonato il lavoro ed erano corsi in
difesa della loro istituzione.

S. Martino – 9 marzo. Fu bastonato ieri sera
nella propria casa, dopo aver i fascisti
abbattuto l'uscio, il capolega di S. Martino e
Consigliere comunale, C**** U****, sotto gli
occhi terrorizzati della moglie e dei bambini.
Poscia venne dai fascisti stessi condotto
all'ospedale. Fu dichiarato guaribile in 15
giorni.

Sargon

unread,
Jan 27, 2024, 2:48:58 AMJan 27
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [047]

Denore – 10 marzo. Di notte, terrorizzando la
popolazione, i fascisti, su camions, in numero
rilevante, entrarono nelle case di diversi
operai, eseguendo perquisizioni e bastonando
diversi operai. Poscia bruciarono mobili,
carte, bandiere, ecc., di proprietà della
Camera del Lavoro e del Circolo socialista.

Ferrara – 14 marzo. Per rappresaglia
all'uccisione del fascista A**** T**** – che lo
scorso anno aveva uccisi due leghisti avvenuta
per opera personale d'un individuo che aveva
contrasti con lui – venne bastonato, senza
averne la minima colpa, il compagno P****
C****, deputato provinciale, che ha riportato
la rottura del braccio e due profonde ferite
alla testa. Venne portato all'ospedale e
dichiarato guaribile in 10 giorni.

Ferrara – 15 marzo. Senza pretesti vennero
bastonati due leghisti fra cui il compagno
M**** A**** di Porotto. Venne pure bastonato,
per il solito pretesto, il compagno capolega di
Quacchio, C**** E****. Condotti all'ospedale
tutti e due, vennero dichiarati guaribili in 15
giorni.

15 marzo. – A Dogato, Mesola, Riva, Polesine,
avvennero tafferugli provocati dai fascisti. Vi
furono vari contusi.

16 marzo. – A Villanova Denore e ad Ariano
Ferrarese i fascisti spararono colpi di
rivoltella e provocarono tumulti, perchè gli
operai cantavano gli inni socialisti, mentre
ritornavano dal lavoro.

Montesanto – 17 marzo. Incendio della Lega.
Ieri sera i fascisti piombarono nel solito modo
e coi soliti metodi a Montesanto, penetrarono
nei locali, distrussero mobili, registri,
stemmi, bandiere, ecc., poscia bruciarono anche
la sede della Lega.

Ro Ferrarese – 18 marzo. La scorsa notte tre
colonne composte da circa un centinaio di
fascisti ciascuna, assediarono il paese di Ro.
Spararono un migliaio di colpi contro le porte
e le finestre dei socialisti più in vista, e
lanciarono diverse bombe che arrecarono danni
non lievi a vari stabili.
Indi penetrarono nelle case di parecchi
contadini, eseguirono delle perquisizioni
rubando libri, quadri, riviste, ecc., e si
dettero poi a bastonare. Come al solito, la
forza pubblica non intervenne.

- § La libertà fascista -

Ferrara – 19 marzo. Stamattina dei fascisti
lacerarono alcuni manifesti della Camera del
Lavoro che erano già stati affissi, e
strapparono gli altri, una cinquantina,
all'attacchino; poscia li incendiarono. Evviva
la libertà di propaganda!!

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:28:06 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [048]

Burana – 19 marzo. Ieri notte i fascisti giunti
in paese dopo aver compiuti i soliti atti
terroristici gettarono una bomba, da una
finestra, nei locali della Lega. Provocarono
così l'incendio e il crollo del tetto e di
parte delle pareti. Della bella sede non rimane
che un ammasso di rottami!

Mesola – 19 marzo. Operaio assassinato. Alle
nove di ieri sera erano riuniti in un'osteria
alcuni individui appartenenti al Fascio che
discutevano con un operaio facchino, tale B****
N**** di 35 anni, iscritto al Partito. I
fascisti tentarono con ogni mezzo di provocare
il nostro compagno per prendere il pretesto di
una scorribanda in paese. Ma il B**** nella
preoccupazione di venire a vie di fatto coi
fascisti e più ancora delle conseguenze che ne
potevano derivare, preferì uscire. Non aveva
fatto 100 metri che cadeva a terra esanime
colpito a morte da un colpo di rivoltella
sparato da uno di questi, certo C**** B****.

Dogato – 19 marzo. Incendio della Lega. Ieri
sera di ritorno da Comacchio parecchi fascisti
bloccarono il paese e dopo aver compiuto atti
di terrorismo entrarono nei locali della Lega,
distrussero tutto quanto trovarono, asportando
i mobili nella piazza che incendiarono,
esponendo, come nelle altre Leghe, il tricolore
in segno di vittoria!

Ferrara – 21 marzo. Ieri verso le 17 venne
bastonato il leghista F**** D**** di Borgo S.
Luca, perchè socialista.

Ferrara – 24 marzo. I fascisti entrarono nella
sala dello A**** B**** in Municipio asportando
un quadro di Lenin che bruciarono poi in
piazza.

Reno Centese – 28 marzo. Incendio della Lega.
Coi soliti mezzi e col solito pretesto,
fascisti di Cento e di altre località sono
entrati nella sede della Lega distruggendo ed
incendiando tutto quanto vi trovarono. Come al
solito, i carabinieri non c'erano.

Copparo – 29 marzo. Fra fascisti e socialisti
avvenne uno scambio di revolverate, provocate
dai fascisti che pretendevano che i lavoratori
si levassero il distintivo rosso, sostituendolo
con quello tricolore. Si ebbe a deplorare un
ferito leggero.

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:28:30 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [049]

- § Le tragiche giornate di Portomaggiore -

Portomaggiore – 28-29 marzo. _Le tragiche
giornate_. Quello che è avvenuto a
Portomaggiore dopo l'assassinio, compiuto da un
incosciente, del tenente fascista R**** M****,
è quanto di più terribile e spaventevole mente
umana possa immaginare. Da parecchie parti
della Provincia giunsero quella notte tre o
quattromila fascisti armati di bombe, fucili,
rivoltelle, mitragliatrici, liquidi
infiammabili. Con questi arnesi misero a ferro
e fuoco tutto quanto sapeva anche pallidamente
di socialismo. Domenica e lunedì fu un crepitio
continuo di moschetteria, interrotto da colpi
di rivoltella sparati da qualche leghista
isolato, fatto segno della violenza fascista e
nella assoluta necessità di difendersi. Qualche
gruppo di operai tentò una disperata difesa per
intimorire i fascisti e per costringerli a
meditare. Ma i fascisti sorretti apertamente,
chiaramente, dalla polizia ed in ispecial modo
dai carabinieri e dai delegati di pubblica
sicurezza, forti anche del loro numero e
dell'equipaggiamento, vollero fare tabula rasa.
Invasero la Camera del Lavoro di Portomaggiore,
di Reno di Portorotto, di Sajero, la casa del
maestro B**** e di diversi altri socialisti e
comunisti, distruggendo ed incendiando tutto:
mobili, libri, registri, bandiere, indumenti
personali e quant'altro trovarono.
Bastonarono parecchi capilega, altri ne
ferirono a colpi di rivoltella, uno lo
uccisero. Furono due giornate e mezza infernali
tanto che la popolazione terrorizzata abbandonò
la città rifugiandosi in campagna. Di tutto
quel movimento non rimane in piedi più nulla
assolutamente. A noi fu impossibile andarci e
prima e poi, perchè i fascisti ci minacciarono
non soltanto di morte, ma, minacciarono di
prolungare la loro opera terroristica sui
lavoratori di Portomaggiore.

Vogliera – 30 marzo. L'altra notte giunsero una
diecina di camions carichi di fascisti che
bloccarono il paese. Spararono colpi di fucile,
di rivoltella, e lanciarono parecchie bombe per
spaventare la popolazione. Poscia riempirono il
magnifico teatro, di proprietà delle
organizzazioni, di fascine di legna cosparse di
petrolio e vi appiccarono il fuoco. Rovinarono
la Cooperativa annessa distruggendo botti di
olio e di vino. Di tutta quella ricchezza
proletaria valutata non meno di 200 mila lire,
non rimase che un mucchio di rovine. I fascisti
partirono dal paese verso le prime ore del
mattino, come al solito, indisturbati.

Ferrara – 3 marzo. Questa mattina i fascisti
bastonarono a sangue il segretario comunale di
Codigoro, colpevole di aver accompagnato
all'ospedale l'assessore Rava, bastonato dai
fascisti. Fu condotto all'ospedale e dichiarato
guaribile in 10 giorni. E ciò in nome della
fratellanza.

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:28:50 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [050]

- § Anche i ragazzi sono uccisi -

Ferrara – 4 novembre. _L'assassinio di un
ragazzo_. Tutta la città è stata nuovamente
gettata nel lutto dalla malvagia violenza
fascista. Alla Darsena dei ragazzi giocavano ai
fascisti e socialisti, cantando gli uni e gli
altri i rispettivi inni e lanciandosi qualche
sasso. Preoccupato delle possibili conseguenze
« data la tensione degli animi in città » il
giovanetto diciassettenne T**** Z****, nostro
organizzato, si avvicinò al gruppo dei ragazzi
cosiddetti « socialisti » esortandoli a
smetterla. Passò nel frattempo un fascista il
quale, desideroso di misurarsi col nemico,
estrasse la rivoltella e sparò contro i bambini
« socialisti » sei colpi uccidendo lo Z**** e
ferendo due bambini, rispettivamente di 9 e 13
anni. Testimoni che conoscono l'assassino, il
quale immediatamente si diede alla fuga, lo
denunciarono alle autorità di pubblica
sicurezza, la quale non solo non lo arrestò ma,
a quanto sembra e a quanto è stato pubblicato
sull'Avanti!, lo aiuta, permettendogli di
vestirsi da carabiniere onde poter visitare i
suoi famigliari. La folla malgrado
l'esasperazione si è sempre mantenuta calma
senza fare provocazioni. La polizia continua ad
essere indifferente e il povero bambino ucciso
nel fiore della giovinezza rimane invendicato,
malgrado si conosca l'autore dell'efferato
misfatto.

Pontelagoscuro – 11 aprile. Ieri in questo
industre paese si ripeterono i giorni di
selvaggia violenza avvenuti a Portomaggiore.
Per dei futili motivi, anzi con pretesti
inesistenti (si dice che qualche operaio abbia
gridato: « Abbasso il Balilla! », organo del
Fascio, e che qualche altro abbia riso in
faccia ad un fascista), duecento fascisti
equipaggiati militarmente piombarono a
Pontelagoscuro lanciando bombe e sparando
all'impazzata.
Sembra che qualche cittadino esasperato abbia
risposto ed ucciso un fascista, tale B****
A****. Immediatamente venne bruciata la Camera
del Lavoro e il teatro annesso, incendiata la
casa, i mobili, gli indumenti personali della
famiglia del nostro organizzato tale U****
O****. Si svestirono degli operai e così
denudati vennero legati agli alberi e fatti
segno dai dileggi e a colpi di rivoltella.
Furono bastonati moltissimi dei compagni e dei
segretari delle organizzazioni che non ebbero
il tempo di fuggire. Venne imposta la chiusura
degli zuccherifici fino a nuovo ordine e il
licenziamento immediato di tutti coloro che
erano indiziati come socialisti.

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:29:07 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [051]

Ferrara – 15 aprile. Una feroce scena di
violenza. Nel pomeriggio transitava per via
Garibaldi il fascista E**** T****.
Scorse nella via un operaio che aveva un
nastrino rosso all'occhiello. Tentò di
strapparglielo, ma non vi riuscì. Allora cercò
di colpire l'operaio con una bastonata che
l'altro schivò rispondendo con una pugnalata
nel braccio al fascista. Immediatamente i
fascisti intervennero sparando due colpi contro
l'operaio e ferendolo a una gamba... Poi lo
bastonarono ferocemente e terribilmente.
Intervenne la Croce Verde che caricò
sull'automobile il ferito, tra le imprecazioni
e le violenze dei fascisti che ruppero persino
i vetri dell'automobile bastonando nuovamente
il ferito e un milite della Croce Verde. Come
al solito nessun fascista arrestato.
Viene insultata e percossa la maestra A****
C****, nostra compagna, semplicemente per il
fatto di essere sorella della maestra Alda,
direttrice del giornale socialista La
Scintilla.

- § L'aggressione a Cavallari -

Nel pomeriggio della stessa giornata, mentre
usciva dal Tribunale dove aveva difeso i
compagni Ricci e Fedozzi di Copparo, l'amico
on. avv. Mario Cavallari venne affrontato da
circa un centinaio di fascisti che lo
insultarono e lo minacciarono di percosse
ingiungendogli di cessare ogni suo
interessamento per la difesa dei carcerati
politici e dei capilega arrestati sotto il
pretesto di estorsioni, etc., pena la morte in
caso di rifiuto. L'amico Cavallari poté
salvarsi soltanto mercè l'intervento di qualche
compagno e della forza pubblica. E' sintomatico
però il fatto che nessun avvocato, da parecchio
tempo, vuol accettare la difesa dei carcerati
politici e dei capilega. Più ancora il fatto
che la Magistratura sempre pronta a gridare il
« raca » per ogni inizio socialista, abbia
messo a tacere il fatto che una minoranza
faziosa si sostituisca al Magistrato. Anche il
Consiglio degli avvocati e dei procuratori ha
taciuto.

Nel Codigorese. _Incendio della Lega di
Lagosanto_. – Aprile. Una sera due squadre di
fascisti giunsero in paese, incendiarono i
mobili, i quadri, le bandiere della Lega,
terrorizzando la popolazione. Sempre coi soliti
sistemi.

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:29:30 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [052]

- § Sequestro di persone e « spedizioni
punitive » -

Ostellato. – 21 marzo. Il compagno L**** M****,
segretario generale della Camera del Lavoro, ed
altri tre compagni che l'accompagnavano,
vennero bloccati tutta una notte da circa 300
fascisti. I carabinieri si rifiutarono di
difenderli, adducendo il pretesto d'essere
impotenti a fronteggiare la situazione. E
soltanto dopo le energiche proteste dei nostri
compagni, accettarono di ricoverarli in
caserma. Poterono essere liberati con uno
stratagemma e con l'intervento di un agrario
che si rese conto dell'enormità del fatto.

Migliarino e Migliara. – In varie riprese i
fascisti fecero spedizioni in queste due
località bastonando qualche capolega e
spaventando la popolazione.

Bosco Mesola e Codigoro. – In questi come negli
altri paesi della zona si fecero minacce agli
organizzatori e anche qui si bastonarono i
capilega e si terrorizzarono le popolazioni con
incursioni notturne, lancio di bombe, spari di
fucileria e incendi.

A Bondeno, a Burana, a Ponti Spagna, a Ospitale
a S. Biagio, a Stellata. – I fascisti hanno
compiuto ogni sorta di vessazioni, di
prepotenze, di soprusi, di violenze. Al
compagno G**** F****, segretario della Camera
del Lavoro di Bondeno, i fascisti – penetrati
di sera nella sua abitazione – ingiunsero di
abbandonare immediatamente il paese, pena
feroci rappresaglie contro di lui e i membri
della sua famiglia. Bastonarono a sangue il
compagno U**** L****, direttore della
Cooperativa di produzione e lavoro di Bondeno,
il compagno A**** C**** Sindaco di quella
località, ed altri compagni, fra i quali un
certo N****, segretario della Sezione
socialista. Furono incendiati i mobili e
quant'altro era di proprietà delle Camere del
Lavoro di Bondeno, di S. Biagio, di Ospitali.
In tutta la zona regna il terrore.

Nel Copparese, dopo i fatti di Serravalle e di
Rio, i fascisti bastonarono parecchi fra
capilega e leghisti dei quali alcuni in modo
grave. Incendiarono diverse sedi di
organizzazioni e alcune case di privati.

Nell'Argentano a Cosandolo. – I fascisti
occupanti Portomaggiore nei tristi giorni che
seguirono l'uccisione del fascista R**** M****,
vi si recarono nel cuore della notte con alcuni
camions. Anche qui, spari di rivoltelle,
moschetti, bombe, onde terrorizzare la
popolazione. Sono fatti alzare dal letto alcuni
leghisti che sono poi obbligati, rivoltelle
puntate, a sgombrare la Camera del Lavoro dai
mobili, dalle imposte e dai quadri, ai quali
sulla piazza del paese, è appiccato il fuoco.

Sargon

unread,
Jan 28, 2024, 4:29:53 AMJan 28
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [053]

A Codifiume hanno asportato dal Circolo
socialista, quadri, bandiere, libri, mobili e
quant'altro hanno incontrato facendone poscia
un falò. Minacciati di morte i capi, la Lega ha
dovuto arrendersi.
Traghetto e Ospital Monacale, hanno subito la
stessa sorte.

Argenta. – Nella notte dal sabato alla domenica
– 16-17 aprile – verso le tre del mattino, un
migliaio di fascisti provenienti da Bologna e
Ferrara hanno circondato ed invaso il paese.
Scopo, terrorizzarlo e sconvolgere
l'organizzazione che si ostina a rimanere
saldamente attaccata alla Camera del Lavoro.
Armati di rivoltelle, moschetti, bombe a mano,
hanno esploso diverse migliaia di colpi. Divisi
in squadre guidate dai fascisti locali, sono
entrati nelle case dei socialisti più noti.
Molti sono stati obbligati ad alzarsi e poscia
bastonati a sangue. Il Sindaco Zardi è stato
costretto a firmare una dichiarazione nella
quale si impegna ad abbandonare la carica. I
fascisti hanno occupato l'Ufficio Postale e
quello Telefonico, hanno obbligato il
sagrestano a suonare le campane a stormo per
tutta la notte. L'occupazione perdura tuttora.
I feriti dalle feroci bastonature sono circa
una ventina. I mobili e le imposte della Camera
del Lavoro sono stati incendiati. Un'edicola di
proprietà di un compagno mutilato è stata pure
incendiata. Una spedizione di fascisti con
parecchi camions si è diretta a S. Biagio
d'Argenta, il 17 aprile ed i mobili e le
imposte di quella Lega hanno subito la stessa
sorte. Così anche l'Argentano, che aveva le più
gloriose tradizioni nella nostra Provincia, è
stato costretto a capitolare.

Molti altri fatti mancano da questo elenco.
Fatti di piccola e grande importanza che si
rassomigliano fra di loro.
Sempre la medesima violenza, la uguale ferocia,
sempre la complicità più sfacciata e palese
della P. S. e dei carabinieri. Tanto la prima
come i secondi sono anima e corpo coi fascisti,
nella nostra Provincia. Gli arrestati, i
colpiti dalla reazione, i perseguitati sono
tutti socialisti. Gli altri possono invadere i
paesi, violare il domicilio privato, bastonare
donne, uomini e bambini, distruggendo quello
che è proprietà dei lavoratori organizzati e
anche quello che è di proprietà privata,
uccidere in qualche caso, senza che venga
effettuato un sol arresto; senza la minima
minaccia agli organizzatori di tali violenze,
che sono del resto conosciuti da tutti. I
carabinieri poi scorrazzano coi fascisti per la
città e per la campagna, cantando i loro inni,
contribuendo alle spedizioni violente di questa
fazione contro gl'interessi individuali e
collettivi della maggioranza dei cittadini.
Possiamo affermare anzi che i carabinieri sono,
non solo complici, ma fusi insieme ai fascisti.
Parecchi di essi sono iscritti nei Fasci e
fanno bella mostra del distintivo. In altri
casi – com'è avvenuto dopo il funerale del
fascista R**** M**** – hanno fatto delle vere
dimostrazioni pubbliche di solidarietà,
fermandosi sotto le finestre della sede del
Fascio in due o trecento a cantare gli inni!
Tutto ciò con piena conoscenza del Questore e
del Prefetto che ci promettono sempre di
provvedere senza farlo mai.

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:47:37 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [054]

- § La Deputazione provinciale e le
Amministrazioni costrette a dimettersi -

La reazione continua sempre furiosamente e la
polizia e la Magistratura contribuiscono ad
aggravarla. Arrestano a diecine i capilega
sotto il pretesto delle multe, delle taglie,
dei boicottaggi – che in parecchi casi sono la
necessaria difesa del diritto operaio,
riconosciuta non solo dagli avversari, ma anche
da magistrati e prefetti che qualche volta
hanno funzionato da arbitri – altri sono
arrestati per complicità non mai avute, altri
ancora per soddisfare i desideri degli agrari
locali, come con l'arresto dell'integerrimo
Gaetano Zirardini, segretario generale della
Camera del Lavoro di Ferrara e del prf.
Temistocle Bogiankino, Sindaco di quella città.
Diversi compagni poi, per non essere arrestati,
sono obbligati a rifugiarsi in terre più
ospitali. Tutte le forze coalizzate lottano
contro le organizzazioni operaie, le Sezioni
socialiste, le Amministrazioni comunali. I
contribuenti, con dei pretesti futili, hanno
dichiarato lo sciopero, e si rifiutano di
pagare le tasse; lo Stato – con un'opera
sistematica di ostruzionismo e di opposizione –
cerca di impedire il funzionamento delle
pubbliche amministrazioni; i fascisti impongono
con ogni violenza le dimissioni intimidendo
sindaci, assessori e consiglieri comunali con
lettere minatorie, bastonandoli in casa insieme
ai loro familiari, minacciandoli di incendiar
loro le abitazioni e quelle dei parenti,
facendoli segno a continue vessazioni,
insultandoli anche nelle più oneste loro
convinzioni, abbandonati come sono a sé stessi
e indifesi (in quanto la forza pubblica anche
se interviene lascia libero il campo ai
fascisti), alla mercè di una minoranza di
bravi.
In queste condizioni: quando cioè sono venute a
mancare le garanzie delle più elementari
libertà e quando tutta una provincia è alla
mercè di una banda di sicari che col terrore si
sovrappone alla maggioranza, ed esautorando lo
Stato – senza che esso intervenga sia pur
minimamente per farsi rispettare – si
sostituisce alle autorità costituite; quando
insomma di contro alla discussione e al
ragionamento si sanziona il diritto del più
barbaro, non esiste più nessuna possibilità di
vita per le Amministrazioni comunali. E dopo la
Deputazione provinciale e l'Amministrazione
provinciale di Ferrara, sono cadute a una a una
– assassinate dai colpi violenti del Fascismo –
tutte le altre: Massafiscaglia, Migliarino,
Codigoro, Ostellato, Mesola, Ro Ferrarese,
Copparo, Portomaggiore, Formignana, Argenta,
Bondeno. Le poche (tre o quattro in tutta la
Provincia) che ancora rimangono non possono in
modo assoluto funzionare.

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:48:22 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [055]

- § Le Cooperative di produzione e lavoro -

Dopo compiuti atti di intimidazione nei vari
paesi della Provincia, con spari di rivoltelle,
bombe, ecc., e seminato il panico nelle
popolazioni, il Fascio un bel giorno mandò
l'automobile nei vari paesi a rilevare ad uno
ad uno i consiglieri del Consorzio delle
Cooperative di produzione e lavoro, a loro
volta presidenti o delegati delle Cooperative
locali consorziate. Essi sono esortati,
naturalmente, « con le buone », « pel loro
meglio », ecc., ecc., a intervenire
« volontariamente » nella sede del Fascio per
fondare il « Consorzio delle Cooperative del
Sindacato Economico del Fascio ». I vari
consiglieri aderiscono quindi
« spontaneamente » alle premure e si fanno
rimorchiare a Ferrara, dove sono invitati a
tenere la seduta di Consiglio del Consorzio
nella sede... del Fascio. E quattro fascisti si
prendono la briga di andare alla sede del
Consorzio a invitare il Segretario a portare al
Fascio il registro dei verbali per la seduta.
il Direttore amministrativo e quello tecnico
accompagnati dall'on. Cavallari, si recano
allora dal Prefetto a protestare contro la
manifesta violenza. Ciò vale a far cambiare
procedura.
Infatti, i fascisti costringono a votare,
sempre nella sede del Fascio un ordine del
giorno col quale i consiglieri deliberavano di
far passare il Consorzio delle Cooperative al
Fascio, fondendolo col Sindacato Economico, e
di licenziare immediatamente il Direttore
amministrativo, Bottazzi Antonio, Sindaco di
Portomaggiore, e l'ispettore Bardellini, della
Amministrazione socialista di Ferrara, perchè –
è scritto nell'ordine del giorno – tale
« personale dirigente per i suoi precedenti
risulta incompatibile con le mutate condizioni
dello spirito pubblico e delle nuove direttive
operaie, onde costituisce un ostacolo
all'effettivo affratellamento dei due
organismi ». E convocavano per l'indomani in
regolare seduta il Consiglio, nella sede del
Consorzio « per dare forma legale a questi
provvedimenti ». Ciò che fu fatto. Il Bottazzi,
organizzatore da 20 anni, con nove figli sulle
spalle, fu licenziato assieme al Bardellini,
mentre veniva confermata la più ampia fiducia
nel direttore tecnico, ing. Liporesi, al quale
il Fascio aveva autorizzato di dare il chiesto
voto di fiducia, confermato con un contratto di
lavoro approvato seduta stante.

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:49:13 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [056]

Questo il 26 aprile. Il 30, invece, avendo il
Fascio portato alla Direzione Amministrativa
l'ex direttore Mazzanti, e sentendo da questi
porre l'aut aut – o io o Liporesi – il
Consiglio del Consorzio, convocato di nuovo dal
Fascio telegraficamente licenziava anche il
Liporesi. Si badi che questi aveva fatto opera
conciliativa, facendo pubblicare fin dal 5
aprile una circolare con la quale erano
sconfessati gli atti estremisti del passato, si
salutava la eventuale fondazione delle
Cooperative per opera dei Fasci, e si mostrava
il proposito del Consorzio di aiutarle anche
pel comune programma di redenzione del lavoro.
Inoltre nella fiducia in lui risposta
dall'Istituto di credito per la Cooperazione,
il Liporesi aveva potuto ottenere nel 1920 il
finanziamento di 12 milioni di lavoro eseguito,
facendo realizzare notevoli accantonamenti di
qualche centinaio di migliaia di lire al
Consorzio.
La Lega delle Cooperative e l'Istituto di
Credito hanno chiesto al Ministero del Lavoro
la nomina di un commissario nella persona di un
funzionario centrale che prenda la
amministrazione del Consorzio fino a che non
sarà tornato un periodo tranquillo e legale di
vita in quell'organismo, nel quale sono
compromessi circa 5 milioni di finanziamenti e
soprattutto è compromesso il movimento
economico cooperativo della Provincia... a
tutto beneficio degli imprenditori privati.

- § I prigionieri del fascismo -

Il piano fascista, per mantenersi, ha dovuto
necessariamente crearsi un suo programma
economico-politico anche per resistere all'urto
delle necessità delle masse operaie che
conquistava e faceva prigioniere. Diciamo
conquistate e fatte prigioniere perchè non è
possibile ammettere che delle organizzazioni
composte di migliaia di operai e operaie,
passino, coscientemente all'altra sponda –
abdicando ai loro interessi diretti, alle loro
necessità immediate, alle loro dottrine, alla
fede che da trent'anni è anima della loro vita
– semplicemente per il fatto di vedersi
bruciata la sede della organizzazione o
bastonati e terrorizzati i dirigenti e gli
iscritti. I fascisti, perciò, incominciarono
una propaganda di promesse di divisione della
terra fra i contadini, non preoccupandosi se
ciò è contrario all'interesse della produzione
agricola nazionale, alle possibilità di
realizzazione, contrario allo stesso problema
demografico della provincia, e ancora contrario
agli interessi dei datori di lavoro e dei
lavoratori stessi. Tale propaganda a base di
promesse demagogiche e irrealizzabili, fatte
nella speranza di accaparrarsi la simpatia
delle masse operaie, non ha avuto buon esito,
in quanto le masse – ammaestrate
dall'esperienza – non ritengono di abboccare
all'amo. Ed i fascisti dopo avere conquistate e
fatte prigioniere, sono stati obbligati a
mantenerle sotto un regime di terrore per non
perderle, per impedire che esse si ribellino
contro di loro.

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:49:31 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [057]

Quanto odio, quanta sete di vendetta, cova
nell'animo di queste masse? Noi stessi non ne
abbiamo un'idea. Dove arriveremo quando esse
esploderanno? Non rispondiamo. Siamo
preoccupati noi stessi. Temiamo malgrado ogni
nostro sforzo, ogni nostra volontà, di essere
travolti dall'ondata di vendetta che passerà
terribile, contro tutto e soprattutto contro
coloro che hanno contribuito a creare questa
folle violenza, e contro coloro che, potendo,
non hanno voluto intervenire ad impedirla!

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:49:49 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [058]

- Nel Bolognese -

- Bologna –

Bologna si può dire essere l'epicentro del
Fascismo nella Italia centrale. Fin dal 20
settembre 1920, dopo una commemorazione
patriottica, senza provocazione alcuna, gli
arditi facevano scoppiare un conflitto, nel
quale ferirono con un colpo di rivoltella
l'operaio G**** T****. Tre settimane dopo, un
comizio socialista « Pro Vittime Politiche »,
ha luogo uno scontro fra comizianti e forza
pubblica e restano sul terreno parecchi morti e
feriti di ambo le parti. [...]

- § Il primo assalto alla Camera del Lavoro -

Per la Festa della Vittoria aveva avuto luogo
in Piazza una manifestazione fascista,
culminante nella esposizione del tricolore al
balcone del Comune. Furono notati, davanti alla
Camera del Lavoro, gruppetti di fascisti i
quali, fingendo di leggere i manifesti affissi
ai lati del profilo del portone, esploravano
l'interno dell'andito che mette ai nostri
locali.
Di questo fatto fu tenuto conto e la
sorveglianza fu raddoppiata. Verso la
mezzanotte le pattuglie di guardie regie che
perlustravano le adiacenze del nostro edificio
si diradarono come d'incanto e subito dopo
furono uditi di lontano canti fascisti.
Appena avuta la sensazione che il gruppo si
avvicinava, fu ritenuto opportuno chiudere il
portone. Infatti sopraggiunse un nucleo di
fascisti, gridando all'assalto e sferrando
colpi al portone. Non fu risposto sebbene essi
invitassero coloro che erano dentro alla Camera
del Lavoro ad uscire se non erano dei vili!
I fascisti continuarono a scorrazzare davanti
ai nostri locali con le vetture tranviarie, che
essi conducevano per lo sciopero tranviario,
sempre per provocare i compagni che si
trovavano nella Camera del Lavoro. Ed ancora
una volta la provocazione non fu accettata.
Era da poco scoccata l'una, quando furono
scorti cinque arditi, fra i quali alcuni
ufficiali, uno d'artiglieria da montagna, altri
con berretto nero e rosso, entrare dentro il
portone strisciando lungo le pareti.
D'improvviso la pattuglia si arresta, scarica
dei colpi di rivoltella e fa per avanzare ma è
arrestata da una legittima reazione di difesa.
Gli assalitori si danno alla fuga, sparando un
centinaio di colpi all'impazzata.
Alle due e mezzo i colpi dei pesanti battenti
della Camera del Lavoro annunziano la forza
pubblica. Al terzo colpo il Segretario
generali, on. Bucco, aprì il portone ed il cav.
**** gli notificò l'ordine di
perquisizione. Senza incontrare resistenza gli
agenti ed i funzionari entrano nei locali. I
presenti vengono perquisiti ed indosso non
viene loro trovato nulla; sono raccolti in
apposito stanzone e s'inizia la perquisizione
dei locali, sotto il controllo dell'on. Bucco.

Sargon

unread,
Jan 29, 2024, 3:50:05 AMJan 29
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [059]

La perquisizione cominciò dai locali a pian
terreno, ove sono riuniti i principali
sindacati. Intanto gruppi di fascisti
s'introdussero, unitamente alle guardie regie,
nei locali del Sindacato muratori e lo misero a
soqquadro, incendiando un armadio che conteneva
registri e documenti. L'incendio fu domato dal
portiere ivi chiamato da un carabiniere.
La lunga perquisizione durò sino alle ore 10,
dopo di che venne l'ordine di perquisire il
domicilio dell'on. Bucco e di esaminare le
carte della Segreteria generale.
All'intimazione di perquisizione l'on. Bucco
non si oppose, ma desiderò che solo due
funzionari lo seguissero; e questo, perchè nei
locali perquisiti erano stati asportati molti
oggetti: specchi, forbici, orologi, indumenti e
persino lampade della luce elettrica e danaro.
La perquisizione fruttò il rinvenimento di
rivoltelle, moschetti e munizioni. Finita la
perquisizione, i funzionari iniziarono l'esame
degli incartamenti ed asportarono i fascicoli
di documenti della C. E. del Comitato profughi
ungheresi, della Federazione lavoratori della
terra e dei trasporti. Il compagno Bucco fu
condotto in Questura e interrogato sulla
provenienza della armi sequestrate.
Quando l'autorità riconsegnò i locali della
Camera del Lavoro al nostro segretario, si
constatò la distruzione della macchina da
scrivere e di alcuni documenti della Lega
metallurgici, e anche la mancanza di denari
della Lega mutilati e di oggetti della Lega
braccianti.
Il vessillo dell'Unione socialista fu
consegnato da una guardia regia ad un gruppo di
fascisti, che erano stati lasciati passare dai
carabinieri di guardia alla porta.

7 novembre – Castel S. Pietro. – Invasione del
Municipio; devastazione della Camera del
Lavoro; devastazione della Lega birocciai e
della Lega coloni.
Danni complessivi di L. 13.000, furti per
L. 600 alla Camera del Lavoro.

[...]

- § La reazione si inasprisce –

Dopo la luttuosa giornata, la reazione
inasprita assume forme violente e barbare. Non
è possibile seguire tutto ciò che i fascisti,
con la connivenza aperta e dimostrabile delle
autorità, commisero ai danni di tutti i
socialisti in genere e degli operai in
particolare.
Per le vie, nei ritrovi, chiunque fosse o
sembrasse un socialista, era bastonato,
vilipeso, insultato; gli Ordini professionali
deplorarono con settari ordini del giorno i
nostri compagni professionisti e si impedì loro
in ogni modo di esercitare.
Ai professori Fowel, Leone e Bidone s'impedì di
tenere lezione; gli avvocati Bentini e Nicolai
furono diffidati a non presentarsi in
Tribunale.

Sargon

unread,
Jan 30, 2024, 5:17:20 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [060]

26 novembre. – Il prof. E**** L**** aggredito
da un gruppo di studenti, sputacchiato e
bastonato. Solo dopo tre quarti d'ora circa
riesce a liberarsi del corteo studentesco per
l'intervento di un maresciallo dei carabinieri.

27 novembre. – Arresto dei compagni C****
C**** e V**** P****, consiglieri
comunali.

28 novembre. – Arresto del compagno prof.
B**** E****.

6 dicembre – Castel S. Pietro. – Un centinaio
di fascisti di Bologna in quattro camions e
quattro automobili si recarono a Castel S.
Pietro ove devastarono la sede delle Leghe e
asportarono bandiere e quadri dal Municipio.
Due operai trasportati all'ospedale, feriti da
bastonate fasciste.

9 dicembre – Monterenzio. – I fascisti si
recano nelle case dei nostri compagni, nella
sede delle Organizzazioni minacciando donne e
fanciulli con le rivoltelle. Si bastona un
capolega.

18 dicembre – Bologna. – Mentre gli on. Bentini
e Nicolai uscivano dal Tribunale vennero
aggrediti da fascisti. L'on. Nicolai venne
bastonato in presenza della madre e del padre.
L'on. Bentini riuscì a sfuggire all'agguato. I
fascisti diramarano alla stampa il seguente
comunicato:
« La dimostrazione ostile fatta stamane agli
onorevoli Bentini e Nicolai non è che la prima
risposta alla decisione del Partito socialista
italiano e dell'Unione socialista bolognese,
concordi nell'affermare che i consiglieri della
maggioranza debbono rimanere al loro posto.
Fino a quando i socialisti manterranno un
atteggiamento aggressivo e provocatore verso i
fascisti, e i deputati socialisti denigreranno
nel Parlamento e fuori la loro azione, i Fasci
non disarmeranno, ma reagiranno violentemente
contro gli esponenti responsabili del Pus ».

21 dicembre. – L'onorevole Zanardi, presidente
del nostro Ente autonomo, mentre si recava
negli uffici dell'Ente, fu inseguito da una
turba di forsennati.
Il nostro compagno entrò nei locali dell'Ente,
dove si trovava il suo ufficio. La
dimostrazione durò parecchie ore senza che
l'autorità intervenisse seriamente a farla
cessare.
Un operaio, F**** A****, che parlava in
favore dell'on. Zanardi, fu bastonato alla
presenza di sua moglie.

2 gennaio. P**** F**** è bastonato, perché
canta una nostra canzone.

7 gennaio. – Muore il macchinista ferroviario
L**** M****, ferito il 21 novembre in piazza
Vittorio Emanuele Il.

9 gennaio. – Un gruppo di fascisti si reca in
un caffè fuori porta d'Azeglio perchè, si
diceva, che del clienti cantavano
l'internazionale. Frantumano tutti i vetri e
scaricano le rivoltelle contro gli avventori.
Non si hanno per fortuna dei feriti. Interviene
un delegato, il quale perquisisce gli operai e
non interroga nemmeno i fascisti.

Sargon

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Jan 30, 2024, 5:19:05 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [061]

14 gennaio. – Alla partenza del treno operaio
della linea Bologna-Bazzano, mentre il treno
era già in moto, i fascisti appostati dietro le
colonne del portico scaricarono le rivoltelle
contro gli operai che si trovavano sul treno.
Un ferito grave mortalmente. I carabinieri
denunciarono dei fascisti, ma non si eseguì
nessun arresto.

16 gennaio. – Mentre il compagno nostro,
onorevole Zanardi, era negli uffici dell'Ente
Autonomo, fu avvertito che una turba di
fascisti era fuori ad attenderlo. Terminato il
suo lavoro, l'on. Zanardi, accompagnato dalla
sua signora, uscì; ma appena nella strada, i
fascisti lo seguirono insultandolo e colpendolo
con lancio di monete.
Questa scena durò fino a quando l'on. Zanardi
arrivò a casa sua.

19 gennaio. – In Piazza un ragazzetto passa con
un nastrino rosso all'occhiello. Due guardie
regie lo fermano, gli strappano il nastrino e
lo picchiano; alle rimostranze del ragazzo, una
guardia risponde: « Fa venire tuo padre, che lo
manderemo al cimitero ».

20 gennaio. – Alla « Corona d'Oro », sono
riuniti gli infermieri, le infermiere del
manicomio, per festeggiare il compagno
Golinelli, deputato provinciale. Trenta
fascisti con le rivoltelle in pugno entrano
nella sala, sequestrano i garofani rossi, e
dopo aver minacciato i presenti escono.

24 gennaio. – Il compagno nostro, B****
A****, trovandosi a passare per via Roma,
riconosciuto come socialista, viene bastonato a
sangue e trasportato all'ospedale.
In via Galliera e in via Marsala i fascisti
entrano nei caffè, perquisiscono i presenti e
feriscono a colpi di bastone molti operai
perchè in possesso della tessera della Camera
Confederale del Lavoro.

- § L'assalto, il saccheggio e l'incendio
della Camera del Lavoro –

La sera di lunedì 24 gennaio, verso le ore 22,
pochi dirigenti le Organizzazioni economiche e
politiche furono avvisati che alcuni fascisti
facevano la ronda nelle vicinanze della Camera
Confederale del Lavoro.
Verso le 22,30 cominciarono ad arrivare guardie
in borghese e numerosissimi carabinieri, che
sbarrarono le adiacenze della Camera
Confederale del Lavoro.
A comandare la forza pubblica, oltre i
commissari di pubblica sicurezza, vi erano due
tenenti colonnelli; quest'ultima affermazione
fu anche confermata, in presenza a testimoni,
dal Prefetto e dal Questore.

Sargon

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Jan 30, 2024, 5:22:22 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [062]

Verso le 22,45 giunsero i fascisti. Erano una
trentina in tutto; gridavano: « Morte ai
vigliacchi » e « lasciateci passare », e, dopo
aver ricevuto pochi fascisti di rinforzo,
passarono attraverso i cordoni di carabinieri,
dirigendosi verso il portone della Camera
Confederale del Lavoro e portando seco delle
bombe a mano, latte di benzina, nonché dei
ferri per scasso.
Mentre questo primo scaglione di fascisti
procedeva con difficoltà all'abbattimento del
portone della Camera Confederale del Lavoro,
altri fascisti, unitamente ad ufficiali in
divisa ed a guardie, rimasti dietro i cordoni
dei carabinieri e sparpagliati nei crocicchi
più prossimi, davano il « Chi va là » ai
cittadini accorsi, lasciando inoltrare nella
zona delle operazioni soltanto coloro che
rispondevano la parola d'ordine e imponendo con
minacce, coi bastoni e con le rivoltelle
l'allontanamento degli altri.
Alla Camera del Lavoro si trovavano quella sera
l'onorevole Vacirca, l'on Grossi Lionello,
Franchi Augusto, segretario della Lega
braccianti, Oppi rag. Giorgio, amministratore
della Camera del Lavoro, prof. De Maggi,
segretario del Comitato provittime proletarie,
Tarozzi, corrispondente del Lavoratore di
Trieste.
Poggi, portinaio della Camera del Lavoro, era
presente quando lo scaglione dei fascisti,
davanti al portone della Camera Confederale del
Lavoro, fece una prima scarica di revolverate
contro il portone stesso e le finestre. « Poi,
riferisce l'on. Vacirca, i colpi si ripeterono
furiosi contro il portone d'ingresso, che
scrollava facendo tremare l'edificio, ma
resisteva. Era una grandine di revolverate, di
colpi di leva e di piccone. Poggi, il valoroso
portinaio della Camera Confederale del Lavoro,
prese in mano un idrante, e da dietro il
cancello di ferro, che forma il secondo
ingresso nel cortile, lo puntò verso il
portone; io tenevo la mano sulla presa della
acqua. Appena il portone avesse ceduto, avrei
girato la manovella, mentre Poggi avrebbe
puntato l'idrante verso l'ingresso. Era
l'ultimo tentativo che potevamo fare per tenere
indietro l'orda inferocita, per qualche minuto
ancora, nella speranza che la forza pubblica si
decidesse ad intervenire.
Il portone resistette agli assalti
violentissimi per quasi mezz'ora.
Al fine, un rombo infernale rintrona: è una
bomba a mano: il portone cede. Vediamo delle
fiamme come di fiaccole a bengala. Giro la
manovella: l'acqua colpisce in pieno il primo
gruppo di assalitori. Questo ha una pausa, poi
risponde al nostro getto d'acqua con una
scarica di revolverate in direzione nostra.
Resistiamo per qualche secondo, poi
abbandoniamo lo idrante e ci rifugiamo in una
cameretta. Di là, non visti, osserviamo da una
finestra lo svolgimento della più selvaggia
scena che abbia mai visto nella mia vita.

Sargon

unread,
Jan 30, 2024, 5:24:23 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [063]

Gli assalitori esitano un po' ad entrare,
temendo un agguato. Poi ad uno ad uno scivolano
lungo le pareti dell'androne, sparando
all'impazzata centinaia di colpi secchi, che
crepitano e si mischiano agli urli belluini:
« Morte! Morte! ».

_Distruzione e saccheggio_. – La prima porta ad
essere sfondata è quella della Cooperativa
tipografica, che si trova a pianterreno.
Sentiamo il fracasso delle macchine rotte a
colpi di piccone e di leve di ferro, delle
cassette di caratteri rovesciate. Poi una
vampata rossa e fumosa esce dalle finestre
sfondate: il fuoco è stato appiccato alla
Tipografia, che è costata a un gruppo di bravi
operai anni di dure economie e di pazienti
sacrifici.
Ma ecco che le finestre del primo piano e
poscia quelle del secondo piano si illuminano,
un crepitio incessante di revolverate e di
vetri infranti accompagna le operazioni.
Vediamo uomini con secchi di benzina
attraversare il cortile e sparire negli
interni.
Poi sono fiamme che escono da tutte le
aperture, porte e finestre.
Dalle finestre spalancate del primo e del
secondo piano vediamo nitidamente i
saccheggiatori afferrare mobili di ogni genere
– tavoli, scrivanie, librerie, stufe persino –
rovesciarli nel vasto cortile, accatastarli e
darli in preda alle fiamme.
La distruzione è completa, è assoluta.
Assistiamo dal nostro rifugio, addolorati,
impotenti, alla rovina della nostra casa
spirituale di centomila lavoratori,
organizzati, del bolognese. Il pericolo per la
nostra stessa vita – che è grave e può essere
imminente – viene dimenticato.
Non c'è che un senso di sbalordimento, di
incredulità angosciosa per quello che si svolge
sotto i nostri occhi, in una città italiana.
E la devastazione continua per quasi un'ora. Il
garage viene anch'esso spalancato, la bella
automobile che doveva essere venduta in questi
giorni, viene frantumata, cosparsa di benzina,
incendiata.

I copertoni e le gomme vengono portati via. Ho
visto due ufficiali che se li portavano a
spalla come un trofeo. A mezzanotte, intanto,
l'incendio è appiccato sotto lo stabile in cui
siamo noi, sfuggiti al massacro certo, corriamo
pericolo di perire tra le fiamme. Decidiamo di
uscire. Passiamo inosservati o scambiati per
fascisti, attraversiamo il vasto cortile.
Fuori, nuclei numerosi di carabinieri ci
guardano sorridendo; evidentemente ci han presi
per fascisti. Facciamo – io e un altro compagno
soli – il giro dell'edificio. Gruppi e gruppi
di carabinieri bivaccano sulle rovine, mentre
le fiamme continuano l'opera di distruzione!
Fu in questo momento che il rag. Oppi,
amministratore camerale, mentre usciva fu
colpito da un colpo di arma da taglio, per cui
dovette essere ricoverato all'Ospedale
Maggiore.

Sargon

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Jan 30, 2024, 5:34:59 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [064]

Gli inquilini del piano superiore dell'ufficio
camerale e quelli delle case prospicienti nelle
vie che circondano la Camera Confederale del
Lavoro, con le loro grida di spavento,
indussero a sollecitare l'intervento dei
pompieri; questi accorsero con le autopompe per
eseguire l'opera di estinzione. Se non che i
fascisti, sparando con le rivoltelle, tagliando
con le persone il passo, occupando le prese
d'acqua ostacolarono e ritardarono l'attività
dei pompieri. Tutto ciò avveniva sotto gli
occhi della forza pubblica presente, nonchè di
uno dei due colonnelli adibiti al servizio
d'ordine.

_Furti._ I fascisti, non contenti dell'opera di
distruzione compiuta, si dettero alla ricerca
delle casseforti e allo scasso delle scrivanie.
Così scassinarono la cassaforte del Sindacato
edile asportando oltre cinquemila lire; la
scrivania del Sindacato fornaciai, asportandovi
oltre duemila lire; quella del Sindacato
prodotti chimici, asportandovi oltre tremila
lire; quella degli impiegati amministrativi
camerali, rag. Oppi, Ballerini e Rosso,
asportandone circa quindici mila lire.
Cercarono inutilmente la cassa della Lega
braccianti e della Camera del Lavoro. Allo
scopo di rintracciare quest'ultima, ruppero il
muro nel posto preciso dove essa era fino a
poche settimane prima.
I fascisti non si limitarono alla ricerca di
quattrini, ma diedero la caccia alle macchine
da scrivere, alle macchine cinematografiche,
agli apparecchi telefonici, a tutti gli oggetti
di valore.
Tutti gli altri mobili, tavoli, sedie, panche,
armadi, scaffali, quadri, porte, ecc., o furono
bruciati sul luogo e nel cortile, oppure quasi
completamente sconquassati.
Dall'abitazione del portinaio, dove fu
appiccato il fuoco, furono rapinati i denari,
tutta la biancheria e gli indumenti di valore,
compreso ciò che apparteneva ai bambini, una
macchina da cucire, l'apparecchio telefonico e
tutto quanto è sembrato utilizzabile. Il resto
fu rotto e gettato in terra in preda all'acqua
che cadeva dal soffitto.
Quando fu giorno, si poterono meglio constatare
le proporzioni del disastro. Gli uffici delle
Leghe Braccianti, Abbigliamento, Capi tecnici,
Muratori, Verniciatori, Imbianchini,
Scalpellini, Stuccatori, Coloni, di tutte le
Leghe dell'Impiego Privato, della Federazione
Prov. Socialista, della amministrazione
camerale, della Cooperativa Elettricisti e di
altre numerose Organizzazioni, furono
completamente distrutti dall'incendio.
Nella Tipografia Cooperativa rimasero solo gli
scheletri metallici delle macchine e delle
cinghie.
Nel garage rimase solo lo scheletro metallico
dell'automobile.

Sargon

unread,
Jan 30, 2024, 5:36:21 AMJan 30
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [065]

Negli uffici delle Leghe Metallurgici,
Postelegrafonici, Falegnami, Fornaciai,
Prodotti chimici e poche altre rimasero i
mobili in disordine e sconquassati.
Nelle Leghe Fornaciai, Prodotti chimici,
rimasero intatte le macchine da scrivere. In
tutto tre su quindici.
Nei locali della Segreteria scomparvero tre
scrivanie, parecchi scaffali, seggiolini, quasi
tutte le sedie, tutti i quadri, gli oggetti,
quasi tutte le pratiche; gli altri mobili
gettati a terra, fracassati o quasi, tutta la
carta fu asportata o rovinata.
A mezzogiorno il commissario di P. S. fece
uscire tutti, compreso il fotografo, e d'allora
in poi nessuno più entrò nella Camera
Confederale del Lavoro, sia durante il giorno
del 25 sia durante la notte dal 25 al 26, che
non fossero militari, o guardie o carabinieri o
relativi comandanti.
In detto giorno, 25 gennaio, il proletariato
bolognese scioperò in segno di dolore e di
protesta. Tra gli scioperanti figuravano i
tranvieri.
A mezzogiorno una comitiva di fascisti si recò
presso la Direzione del Tranvai ad imporre la
ripresa del servizio tranviario entro due ore,
pena l'incendio degli uffici e dello
stabilimento.
Naturalmente l'Autorità non intervenne.
La mattina del 26 gennaio, ottenuto dal
Prefetto il libero accesso degli organizzatori
ed impiegati nei locali camerali si ebbe la
dolorosa sorpresa di constatare:
a) scassinate le porte della Sezione
Metallurgici e Fornaciai, fatte riparare e
chiuse a chiave il giorno precedente;
b) mancare due delle tre macchine da scrivere,
rimaste il giorno precedente, e la terza,
quella della Sezione Prodotti Chimici,
completamente fracassata;
c) asportato il magnete dell'automobile;
d) asportate tutte le cinghie della Tipografia
Cooperativa;
e) fracassati i mobili che non lo erano ancora
del tutto;
f) rimesso a soqquadro l'abitazione del
portinaio e appiccato il fuoco;
g) asportate perfino le maniglie da molte
porte.
Mentre si facevano queste constatazioni di
nuove devastazioni compiute dalla forza
pubblica, verso il mezzogiorno del 26 – cioè
due ore dopo ottenuto il permesso del Prefetto
il vicequestore comunicò che per ordine del
Procuratore, da quel momento era proibito a
chiunque estraneo alla pubblica sicurezza o
forza pubblica di entrare nei locali della
Camera Confederale del Lavoro.

Sargon

unread,
Jan 31, 2024, 4:28:08 AMJan 31
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [066]

- § L'opera dell'Autorità -

Il contegno delle Autorità emerge già lampante
dal suesposto. A completare, rileveremo alcune
costatazioni di fatto, comprovabili da
testimoni. Il giorno 26 la Questura avvertì di
aver rintracciato i registri ed una macchina da
scrivere. Ciò fu confermato, in presenza di
Sesti, dal Vicequestore prima e dal Questore
poi. Si è trovato la macchina della Sezione
Coloni e fu restituita. Malgrado il sequestro
di tale oggetto di refurtiva, nessuno fu
arrestato per furto o quanto meno per
ricettazione.
Inoltre, a tutto il giorno 26 nessun fascista
fu arrestato nè denunciato per quanto sopra
esposto. Anzi il giorno 26 il Questore ancora
ricevette nel suo ufficio il sig. Arpinati,
segretario del Fascio, con parecchi altri noti
fascisti.
La stessa Autorità fece occupare militarmente
la Camera del Lavoro Sindacalista, motivando
l'occupazione con la scusa di impedire di
accogliere le organizzazioni della Camera
Confederale del Lavoro, perchè ciò
contravveniva al decreto prefettizio che
vietava gli assembramenti!
Inoltre faceva sciogliere la riunione di una
lega di mestiere, perchè si era tenuta nei
locali privati di un circolo rionale.
I fascisti, invece, continuarono indisturbati,
liberamente adunati nelle loro sedi, a
pubblicare manifesti di minaccia di morte
contro gli organizzatori e gli organizzati; a
pubblicare manifesti contro l'osservanza di
leggi speciali emanate dal Governo; riunirsi
pubblicamente sulle piazze, marciare in
drappelli armati per le vie di Bologna;
fiancheggiati, aiutati, incoraggiati, sostenuti
dalla pubblica sicurezza, dai carabinieri e da
ufficiali in divisa; e ciò per iniziativa di
tutte le istituzioni politiche ed economiche
della borghesia bolognese.
Caso strano, non arrestarono nessun socialista!

- § I danni -

Camera del Lavoro, segreteria, legna,
portineria, automobile, ecc., L. 404.000.
Cooperativa Elettricisti L. 50.000.

- § La caccia ai socialisti -

La Camera del Lavoro di Bologna è distrutta. La
furia fascista, con la connivenza delle
autorità, può continuare la sua caccia alle
persone, la sua opera devastatrice in
provincia.

23 gennaio, Bologna. – L'on. S****, di
passaggio a Bologna, è aggredito e costretto ad
uscire da un ristorante, dove si è recato a
mangiare.

26 gennaio. – Tentata invasione della Società
operaia e della Federazione nazionale dei
lavoratori della terra.
Il compagno C****, exassessore, è
aggredito e malmenato dai fascisti.

Sargon

unread,
Jan 31, 2024, 4:29:58 AMJan 31
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [067]

27 gennaio. – Viene rincorso e bastonato certo
B**** R****, creduto socialista, che deve
essere trasportato all'ospedale.

28 gennaio. – In via A. Costa vengono bastonati
due giovani, perchè non volevano levarsi il
cappello al passaggio di una squadra di
fascisti con bandiera.

4 febbraio. – Alle ore 0,30 circa l'ufficiale
postale L**** B****, compagno nostro, mentre
rincasava, venne aggredito a colpi di bastone
da un gruppo di fascisti che evidentemente lo
aspettavano.
Riportò una ferita lacero-contusa al cuoio
capelluto e la frattura delle pinne nasali.
Nessun arresto.

5 febbraio. – Un compagno tranviere, mentre
rincasava in via Lame verso le ore 24, fu
raggiunto e bastonato.
In via Lame alle 23, mentre l'operaio C****
A**** stava rincasando, viene fermato da un
gruppo di fascisti, i quali gli chiedono a che
partito appartiene; avendo risposto di essere
un semplice operaio, viene bastonato e ridotto
in tal modo da essere ricoverato all'ospedale.

- § Un operaio ucciso -

Verso la mezzanotte gli abitanti che avevano la
disgrazia di rincasare in via Lame, venivano
percossi brutalmente dai fascisti appostati
dietro le colonne dei portici. Oltre al
tranviere e all'operaio C****, furono bastonati
quella notte nella stessa via dei fattorini del
telegrafo ed altre persone.
In quel rione popolare abita al n. ** l'operaio
falegname R**** A**** di anni 33 da
Jesi. Egli era uscito di casa alle ore 19,30. A
mezzanotte circa, molti inquilini, che abitano
nei pressi dell'abitazione del R****,
furono svegliati da alte, disperate grida di
aiuto; in un attimo si aprirono molte finestre,
dalle quali le persone chiedevano ad alta voce
e con ansia che cosa succedesse; ma un forte
gruppo di persone nel mezzo della strada, con
fare altezzoso, intimò di ritirarsi, e
contemporaneamente, sparò colpi di arma da
fuoco in quella direzione. In quell'istante
alcune persone assicurarono di aver visto un
uomo disteso al suolo bocconi, ed altri
ferocemente percuoterlo.
Non v'è dubbio che si trattava del R****,
poiché il fatto avvenne proprio nei pressi
della porta di casa sua. In qual modo il
disgraziato abbia raggiunto la porta di casa,
non si sa; ma fu trovato verso le 24,20 svenuto
sui primi gradini della scala in fondo
all'androne, dall'oste che abita nel medesimo
stabile. Avvertita la sua compagna, questa,
assieme ad altri, soccorse il poveretto
trasportandolo in una camera al piano superiore
e più tardi venne d'urgenza ricoverato
all'ospedale, ma già in pericolo di vita. Gli
fu riscontrata la commozione cerebrale e la
rottura di un braccio e di un piede; ogni cura
non valse, ed il poveretto cessava di vivere la
sera del 6 alle ore 23, senza aver proferito
parola.
Egli apparteneva alla Sezione di Jesi del
Partito repubblicano ed era iscritto alla
propria lega di mestiere.
Il compagno M**** E****, segretario delle
Leghe di S. Giorgio di Piano, mentre si trovava
a Bologna, venne aggredito e bastonato da
alcuni fascisti.

Sargon

unread,
Jan 31, 2024, 4:31:49 AMJan 31
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [068]

15 febbraio. – Viene bastonato il rag.
G****, capo contabile del Monte di Pietà...
E la cronaca potrebbe continuare, per molte,
molte pagine ancora. A Bologna, come in
Provincia, viene bastonato chiunque, capitato
nelle mani dei fascisti, non voglia rinnegare
la sua fede socialista. Operai, tranvieri
vengono bastonati, solo perchè sono operai e
tranvieri. E' aggredito e percosso l'on. Ferri.
In via Miramonte è bastonato persino un ragazzo
di 9 anni, certo G**** F****, perchè grida
« Viva Lenin! ». Vengono bastonati compagni a
Persiceto, S. Gabriele, Castel S. Pietro, S.
Agata, Crevalmore, Gorgognano, Loiano, ecc.
ecc.
Le autorità, intanto arrestano... i nostri
compagni, colpevoli di aver capeggiato la lotta
agraria. Al 23 febbraio sono arrestati a Borgo
Panigale cinque compagni, tutti appartenenti
alla Lega coloni.

A Zola Predosa, il 28 febbraio, sono arrestati
altri 5 compagni per lo stesso... reato. Poi si
scopre un altro grave delitto: il boicottaggio;
e per esso vengono arrestati altri 4 compagni a
Zola Predosa, 4 a Castanese, 1 – il Sindaco
D**** P**** – a Monte S. Pietro, 4 a Minerbio,
2 altri a Borgo Panigale, 1 a Pianoro, 4 a
Savigno, 3 a Budrio, altri 16 a Castel S.
Pietro, 8 a Castel Guelfo, 4 a Castelfranco
Emilia, 10 a Anzola Emilia, fra cui il Sindaco
G****, 2 a Calderara di Reno, ecc., ecc.
Ma i fascisti, gli inviolabili, possono
tranquillamente continuare la loro opera.

23 marzo. – A Monte Donato un gruppo di
fascisti forzano la porta del Circolo
comunista, entrano asportano quadri, bandiera e
registri.
In una trattoria di via Tovaglie viene
sequestrato il segretario dei Coloni di
Monteveglio allo scopo di carpirgli una
dichiarazione sotto la minaccia delle
rivoltelle.
Fu liberato da due agenti.

24 marzo. – In via Derna. Mentre un gruppo
d'operai stava rincasando verso le ore 22,30,
fu raggiunto da una squadra di fascisti, che
cominciarono a sparare sugli operai. Rimasero
feriti il falegname A**** B**** di anni 19 e
R**** A****. Naturalmente il decreto del
disarmo era sconosciuto alle Autorità, perché
non vi fu nessun arresto.

Persiceto. – La sera del 25 marzo arrivarono da
Bologna su di un'automobile, 4 fascisti per
costituire la sezione del Fascio anche a
Persiceto.
Passando con la macchina davanti al Caffè
Martini, si fermarono, e uno di essi, per il
fatto che un ragazzo aveva mormorato qualche
frase a loro rivolta, scese dall'automobile e
colpì l'operaio M**** P**** con un pugno
inglese. Il M****, a sua volta, cerchò di
difendersi con un bastone, ma non ne ebbe il
tempo, perchè un altro fascista, sceso anche
esso dall'automobile, sparò due colpi alla
schiena. I fascisti partirono indisturbati. Il
M**** il giorno dopo cessava di vivere.
Nessun arresto, benché l'autorità sapesse i
nomi degli aggressori.

Sargon

unread,
Jan 31, 2024, 4:36:12 AMJan 31
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [069]

30 marzo, Bologna. – Mentre tal G**** A****
usciva dal Caffè Pace in via S. Caterina, fu
avvicinato da un gruppo di fascisti i quali,
senza nè tanto nè quanto, lo bastonarono e uno
di essi gli sparò contro anche un colpo di
rivoltella.
Il G**** fu ricoverato all'ospedale dove gli
venne riscontrata una ferita guaribile in 30
giorni.

5 aprile. – Il comm. G****, proprietario del
quotidiano Il Resto del Carlino, è bastonato
dai fascisti nei pressi della sua abitazione.
Il Resto del Carlino diventa ancor più
fascista.

6 aprile. – Il Congresso fascista a Bologna.
Moltissime bastonature. Due donne sono
bastonate in Via Rizzoli da 50 fascisti.
Incendio del Circolo socialista F. P. S. Vitale
e di un circolo « Coltura e svago ». Durante un
tafferuglio son feriti G**** B**** di anni
40, A**** S**** d'anni 72, operai e un
fascista. F. P. amboni; i fascisti sparano
contro le case. La P. S. perquisisce le case ed
arresta operai.

6 aprile, Casalecchio di Reno. – Un gruppo di
fascisti provenienti da Bologna e coadiuvati
dai fascisti locali, si recarono alle sedi
delle organizzazioni dove tutto devastarono ed
incendiarono, recando un danno di L. 5000. Il
pretesto: mentre un gruppo di fascisti passava
nella via principale del paese, cadde da una
finestra un ferro da stirare vicino a loro.

6 aprile, Ca' de' Fabbri (Minerbio). – Da
un'automobile carica di fascisti ferraresi,
partono colpi di rivoltella contro un gruppo di
operai. Rimane uccisa la bimba P****
G**** di anni 5.
I fascisti proseguono liberi. Il giorno dopo
viene arrestato il padre della bambina, perchè
dava dell'accaduto una versione, secondo
l'autorità, falsa. Era la vera.

Castenaso. – Al compagno A**** E****,
segretario della Sezione socialista, in data 31
marzo venne recapitato il seguente biglietto:
« Voi siete il segretario della Sezione
socialista. Vogliamo mettere alla prova il vostro coraggio ».
Alla notte mentre si trovava in letto, arriva
un camion carico di fascisti. Sfondano porte e
finestre ed entrano mascherati con le
rivoltelle in pugno. Le grida della moglie e di
tre piccoli bimbi, forse non fanno commettere
ciò che era intenzione di quei bruti, i quali
dichiarano di agire per mandato. L'A**** è
portato fuori di casa, ferito a colpi di
bastone, e invitato a lasciare il paese entro
15 giorni: pena la morte.

Sargon

unread,
Jan 31, 2024, 4:37:43 AMJan 31
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [070]

10 aprile, Toscanelle (Imola). – Un centinaio
di fascisti protetti da due camions di CC. RR.
entrano nella sede delle organizzazioni
devastando ogni cosa. Invadono pure il negozio
del compagno A**** A****, il quale è anche
bastonato.

Mordano. – Una trentina di fascisti, giunti da
Bologna, incendiano gli uffici delle Leghe, il
Circolo proletario, la Sezione comunista,
recando un danno di L. 5000. Rimangono feriti
l'operaio C**** E**** e l'agente
municipale G**** Z****.

12 aprile, Bologna. – In via Polese alle ore 14
un gruppo di fascisti, sfondando la porta,
entra nella sede della Cooperativa di Consumo
asportando registri, quadri e bandiera,
rompendo vetri e cristalleria. Arrecano un
danno di L 4000.

Vado. – I fascisti di ritorno da Monzuno – dove
si erano recati a devastare le sedi di quelle
Leghe – hanno invasa la Cooperativa di Consumo
e la Camera del Lavoro asportando e bruciando
ogni cosa. I danni ascendono a L. 10.000.

14 aprile, Bologna. – I fascisti invadono la
Cooperativa « La Sociale » in via Galliera,
asportando quadri, registri e bandiera.

15 aprile, S. Lazzaro di Savena. – Una ventina
di fascisti, provenienti da Bologna entrano
nella sede della organizzazione operaia,
distruggendo e bruciando tutto. Recano un danno
di L. 7000.

16 aprile, Bazzano. – Con un camion e tre
vetture i fascisti di Bologna si recano a
Bazzano, vanno alla Camera del Lavoro ed
incominciano a sparare contro le finestre e
contro le porte.
Cinque compagni che si trovano nell'interno
cercano di difendere la loro casa a colpi di
pietra. Ma invano. La porta cede e gli
aggressori entrano devastando e bruciando ogni
cosa.
Rimane ferito gravemente il custode della
Camera del Lavoro V**** A****, che è
denudato mentre ferito giace in terra.

Pianoro. – In seguito a incidenti avvenuti tra
socialisti e fascisti, questi ultimi si recano
da Bologna a Pianoro dove entrano nella Camera
del Lavoro e nella Cooperativa.
Dalla Camera del Lavoro asportano mobili e
imposte che incendiano poi in piazza. Nella
Cooperativa devastano completamente il
magazzino rompendo bottiglie, damigiane e
quanto altro capitava loro sotto mano.
Eguale sorte tocca alla succursale di Piano di
Macina.
Nessun arresto viene operato, benché i
carabinieri giunti da Bologna abbiano assistito
a tutta l'opera distruggitrice.

Sargon

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Jan 31, 2024, 4:39:15 AMJan 31
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [071]

21 aprile, Granarolo. – Una squadra di fascisti
devasta la Camera del Lavoro, perchè i
dirigenti non hanno voluto accettare delle
imposizioni riguardanti la lotta
dell'agitazione agraria.
E' aggredito nella propria abitazione il
segretario della Lega braccianti T****
V****. Viene fatto alzare da letto, portato
nella strada e bastonato a sangue.

Camugnano di Vergato. – E' devastata la Camera
del Lavoro e ferito a colpi di bastone il
segretario.

Riola di Vergato. – Di ritorno da Camugnano i
fascisti entrano nei locali del Circolo,
bruciando e devastando i mobili.

Argellato. – Una ventina di fascisti, avendo
notato un gruppo di nostri compagni fermi sulla
piazza, senza essere nè provocati, nè
minacciati, si gettano contro di loro con mazze
ferrate e rivoltelle. Nella mischia rimangono
feriti i compagni C**** R****, A****
G****, T**** G****, M**** A****,
giudicati guaribili in 10 giorni. I carabinieri
arrestano 10 degli operai aggrediti.

28 aprile, Crevalcuore. – Mentre in Municipio
si svolge un'adunanza di Consiglio comunale, i
fascisti entrano con bastoni e mazze per
imporre le dimissioni all'Amministrazione
socialista. Per intimidire sparano anche colpi
di rivoltella nell'aula.

29 aprile, Bologna. – I fascisti entrano nella
sede del Sindacato ferrovieri sequestrando il
capo ufficio. Lo minacciano e lo dichiarano
responsabile in caso si effettui lo sciopero
del Primo maggio.

30 aprile, Castenaso. – Spedizione contro le
organizzazioni di Castenaso. La spedizione ebbe
per obbiettivo la Camera del Lavoro dove furono
trovati il Sindaco R**** B**** col fratello
L**** e gli assessori R**** L**** e T****
P****. Il Sindaco fu colpito al viso con un
corpo contundente. Prima di andarsene i
fascisti sfasciarono alcuni mobili e lanciarono
un petardo contro l'edificio.

- § L'eccidio di Santa Maria in Duno -

La Lega Coloni di Santa Maria in Duno si
radunava per esaminare alcuni importanti
problemi relativi all'applicazione del
Capitolato federale. Era ormai più di un mese
che quella organizzazione aveva prospettato al
Comitato Centrale della Federazione Lavoratori
la necessità di inviare un suo funzionario
all'assemblea dei coloni di Santa Maria in
Duno, per dare i necessari schiarimenti sulla
realizzazione pratica del Capitolato in
rapporto alla produzione; e la Federazione
incaricò il suo consulente P**** R**** di
andare a presiedere l'adunanza. Anche un
commissario della Camera del Lavoro, P****
C****, presenziava al raduno.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:32:37 AMFeb 1
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [072]

I lavori dell'assemblea procedevano calmi e
tranquilli. Il tecnico della Federazione,
giovane competentissimo di problemi agricoli e
per sua natura e per il mandato affidatogli,
assolutamente alieno da ogni speculazione di
parte (non milita in alcun partito), spiegava
con argomenti ed esempi, nel modo più facile e
piano, i vantaggi del nuovo Capitolato,
specialmente in rapporto all'incremento della
produzione, e nella sua esposizione era seguito
attentamente dai coloni, i quali trovavano
negli insegnamenti del loro consulente, la
soluzione d'ogni loro dubbio, la risposta
adeguata ad ogni loro richiesta.
D'un tratto, e l'assemblea era stipata di gente
silenziosa e raccolta, data la gravità degli
argomenti posti in discussione, un grido
sinistro echeggiò fuori dalla porta della sede.
« Mussolini, a noi! », ed improvvisamente un
gruppo di uomini mascherati, brandendo
rivoltelle e bastoni, irruppe violentemente
nella sala fra la costernazione ed il terrore
del presenti.
Immediatamente una valanga di proiettili
avvolse l'assemblea e specialmente il banco
della presidenza. I banditi sparavano da ogni
parte, rivolgendo però sui compagni che
presenziavano la riunione, l'arma omicida.
Quanto durò il fuoco? Nessuno potrebbe dirlo
con precisione. Il compagno L**** cadde
ucciso ai primi colpi, altri coloni
stramazzarono al suolo feriti, ma la raffica
dei proiettili continuava implacabile. Una
parte della banda assalitrice sparava dalle
finestre sui convenuti, che fuggivano in preda
al più indescrivibile panico. Uno dei
malviventi fu colpito dai suoi stessi amici.
Di fuori, la voce che prima aveva dato l'ordine
del fuoco, gridava inutilmente: « Basta, basta,
cessate, briganti! ». La rabbia del sangue e
della strage aveva preso ormai gli assalitori
che scaricavano a bruciapelo le loro pistole.
Dopo il massacro, s'iniziò il saccheggio. Nulla
fu risparmiato nella Casa del Popolo: tutto fu
posto a fuoco ed a sacco, comprese le
biciclette dei coloni. Soltanto allorché nulla
rimase da distruggere, la banda tranquillamente
si allontanò.

1° maggio, Bologna. – I fascisti si recano
nelle case dei ferrovieri scioperanti ed
impongono, con le rivoltelle alla mano, il
ritorno in servizio.
Non riescono. Lo sciopero del ferrovieri, come
quello di tutti i lavoratori, è generale
nonostante le intimidazioni e le minacce.

4 maggio, Crevalcuore. – L'Amministrazione
socialista è costretta a dimettersi per le
inaudite violenze dei fascisti.

5 maggio, Medicina. – Una squadra di fascisti
giunti da Bologna e da Castel S. Pietro
incendiano la sede del Circolo socialista.
Sono arrestati quattro fascisti, che però dopo
un'ora sono rilasciati, benchè trovati in
possesso di rivoltelle.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:40:37 AMFeb 1
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [073]

Castel D'Argile. – Un gruppo di dieci o dodici
fascisti si presentano all'abitazione del
compagno Venturoli Paolo e con intimidazioni e
minacce si fanno consegnare i registri della
Cooperativa.
Il compagno Pancaldi Ilario, cassiere della
Lega Coloni, è costretto, con le solite
minacce, a consegnare i mandati di pagamento e
gli altri registri della Lega.

7 maggio, Castel d'Argile. – I fascisti si
recano nella casa della compagna Giovannini
Carolina e con le solite minacce si fanno
consegnare la bandiera della Lega femminile.
I soliti, con rivoltelle in pugno, si recano
nella casa del compagno Zucchelli Luigi, e con
minacce di morte si fanno consegnare le
bandiere di quelle Leghe.

Casola Valsenio. – Squadre di fascisti invadono
e devastano il Circolo socialista mettendo in
fuga gli operai a colpi di rivoltella.

Sasso Morelli (Imola). – Squadre di fascisti
devastano gli uffici delle Leghe Braccianti e
Birocciai.

Mercatale. – I fascisti invadono la casa del
compagno M**** scassinando mobili, rompendo
vetri e terraglie. La quarta invasione in un
mese.

10 maggio, Altedo. – Fascisti provenienti da
altri paesi invadono la sede
dell'organizzazione devastando ogni cosa.
Si recano pure a casa del compagno Pini Anselmo
con le rivoltelle in pugno per eseguire una
perquisizione.

Pegola (Malalbergo). – Invasione della Casa del
Popolo. Sono distrutti i mobili e i registri.
Le bandiere sono asportate.

Camugnano. – E' invasa la Cooperativa di
Consumo rompendo porte, finestre, parte di
muri, vetri, bicchieri e bottiglie. Nella
camera del segretario sono bruciate tutte le
masserizie, un danno di circa L. 5000.

Bologna. – Mentre il ferroviere M****
F**** passa per via Mura Lame viene fermato
da un gruppo di fascisti, i quali lo
perquisiscono; avendogli trovato la tessera
della organizzazione, è schiaffeggiato e ferito
con un colpo di rivoltella.

- § Violenze elettorali –

11 maggio, Bologna. – In via Broccaindosso n.
** sono depositati 20 quintali fra schede
elettorali e manifesti di propaganda comunista.
I fascisti, saputolo, entrano nell'appartamento
privato e sequestrano tutto il materiale. In un
enorme falò in via Marsala è tutto
completamente distrutto.
Pur conoscendo i colpevoli, l'Autorità non
eseguisce nessun arresto.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:44:55 AMFeb 1
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [074]

14 maggio. – Un gruppo di dipendenti comunali
iscritti al Fascio, aggrediscono e feriscono il
compagno G**** R****, pure impiegato
comunale.
E' sequestrato il compagno E**** G****, ex
Sindaco di Bologna, mentre si reca in Provincia
a distribuire schede elettorali

S. Agata. – I fascisti si recano nelle case dei
nostri compagni minacciandoli con le rivoltelle
e intimando loro di non recarsi a votare il
giorno dopo. Pena la vita.

15 maggio, Molinella. – In frazione S. Pietro
Capodifiume, una squadra di fascisti ferraresi
in unione a quelli del luogo, impediscono agli
elettori di votare. Bentivogli Giuseppe,
S**** Francesco e Tullini Angelo di
Molinella che si recano sul posto per vedere di
che si tratta, sono fermati e minacciati di
morte. A S**** si puntano le rivoltelle,
minacciando di sparare. Col calcio di una
pistola gli rompono la testa. Il Bentivogli,
accerchiato, a stento riesce a mettersi in
salvo. Continuano tutto il giorno a scorrazzare
e nel pomeriggio inseguono uomini e donne a
colpi di rivoltella. Nella notte, dopo essersi
ubbriacati, invadono l'abitazione del sig.
S**** G**** (uomo d'affari e non iscritto ad
alcun partito), che è assente. Entrano a mano
armata, spaventando i bambini e la moglie,
minacciandoli di morte se non indicano ove si
trovi il S****. Mettono sottosopra la casa,
rovistando ogni cosa. Compiuta questa impresa,
si recano in località Ghetto Rosso, dove una
comitiva di giovani apolitici ballano
allegramente in una casa privata. Entrano nella
Sala minacciando colle rivoltelle, strappano
fiori e indisturbati se ne vanno.

Palata Pepoli (Crevalcuore). – Una squadra di
fascisti sorveglia l'ingresso delle due sezioni
elettorali e tutti quelli che sono riconosciuti
per i nostri simpatizzanti, sono allontanati
sotto la minaccia della rivoltella.

Monterenzio. – I nostri rappresentanti di lista
sono messi in fuga a colpi di bastone e di
rivoltella. Sono sequestrate tutte le nostre
schede.

16 maggio, Molinella. – I fascisti del luogo,
nascosti dietro la siepe, attendono l'operaio
C**** F****, lo percuotono lasciandolo a
terra svenuto.
Un'altra squadra di fascisti di Marmorta
attendono gli operai che ritornano dal lavoro,
li inseguono e li bastonano.

Imola. – Il sindaco M****, mentre sta
rincasando, è bastonato dai fascisti; l'on.
Marabini alla una di notte è insultato e
minacciato.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:48:13 AMFeb 1
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Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [075]

- § Un nuovo assassinio -

Bologna. – La giovane Anzini Nina Iolanda,
dimorante – in via S. Giacomo **, alle ore 20
circa, a pochi passi dalla sua abitazione,
s'imbatte in alcuni fascisti, i quali, vistole
sul petto un nastrino rosso, le dissero di
toglierlo.
La ragazza non volle aderire all'invito e dopo
un vivace scambio di parole entrò nell'andito
per rincasare. Dal gruppo dei giovani partirono
colpi di rivoltella, uno dei quali andò a
colpire certo T****, di anni 18, nichelatore,
che in quel momento scendeva le scale per
uscire. Il ferito si trascinò fino nella sua
abitazione, dove ebbe le prime cure dai
congiunti, mentre altre persone si recarono a
chiamare i primi soccorsi. Mentre la barella
col ferito usciva sulla via per essere caricata
sull'autolettiga, entrava la madre del giovane,
la quale, in preda al più cupo dolore, baciò il
figliuolo e lo accompagnò all'ospedale S.
Orsola.
Il giorno dopo il T**** moriva. L'Autorità
lascia impuniti i conosciuti sparatori.
Gli operai e i socialisti abitanti nel rione,
spontaneamente, con una sottoscrizione,
aiutarono la povera madre.

Crevalcore. – Alle due di notte, i fascisti si
recano alla casa del compagno maestro M****
C**** e lo invitano ad uscire. Il nostro
compagno dichiara di non lasciare la moglie ed
i bambini soli, di notte, ma che, all'indomani,
sarebbe stato a loro disposizione. A questa
risposta i fascisti sfondano la porta e
strappano il M**** dalle braccia della moglie;
ed in camicia, fra gli urli ed i pianti dei
bambini, viene trasportato alla sede del Fascio
dove è bastonato a sangue.
In via Riva Reno sono bastonati dei fanciulli
dai 10 ai 12 anni, perchè cantano l'« Inno dei
lavoratori ».
In via Polese, per la seconda volta, è
devastata la Cooperativa di Consumo « Diritto
alla vita ».
Alla Bolognina, per tutta la giornata, i
fascisti scorrazzano per il popolare quartiere,
insultando e bastonando uomini e donne.
Alla sera, ritornarono e incominciarono a
sparare contro le finestre ed entro gli anditi
delle case. L'operaio O**** B****, non
potendo entrare nella propria abitazione, stava
rifugiandosi in un portone attiguo, quando fu
raggiunto da un colpo di rivoltella. Con la
lettiga venne condotto all'ospedale, mentre gli
sparatori cantavano il De Profundis.

- § Una madre uccisa -

22 maggio, S. Agata Bolognese. – Tra i
fattarelli di cronaca comune, in poche righe, i
giornaloni cittadini han data la notizia della
tragica notte di S. Agata Bolognese.
Il feroce delitto rimane orrendo ed esecrabile,
anche con le versioni artatamente confuse,
abilmente attenuate dai quotidiani borghesi. La
verità vera, è però taciuta dai giornaloni,
altre volte così proficui inventori.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:49:30 AMFeb 1
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [076]

S. Agata Bolognese è quasi deserta: la
popolazione costernata, non esce di casa; molti
uomini hanno dovuto fuggire in campagna per
sottrarsi alla caccia che loro vien data dai
fascisti, protetti dal maresciallo dei
carabinieri del luogo. Lo Ufficio di
collocamento delle organizzazioni operaie e la
sede delle tasse, sono chiuse per ordine del
Fascio. Dei molti interrogati, nessuno vorrebbe
parlare, perchè si temono nuove rappresaglie e
nuove incursioni. Finalmente i più coraggiosi
si fanno animo e raccontano la verità.
Alla ore 1,30 di notte si presentarono
all'abitazione del consigliere comunale
socialista, compagno G**** A****, una
ventina di fascisti, in parte del paese e in
parte arrivati da Crevalcore e da Persiceto. Ad
alta voce chiamarono il G****. Non avendo
risposta, iniziarono gli spari delle rivoltelle
all'impazzata contro la porta e le finestre
della casa.
La vecchia madre apri allora le finestre e si
affacciò per avvertire i fascisti dell'assenza
del figlio.
Ma i fascisti non si calmarono.
I colpi continuarono ad essere sparati contro
la casa, e un proiettile trapasso la fronte
della madre, stroncando sulle sue labbra il
nome del figlio.
Scomparsa la vecchia i fascisti sempre più
feroci, sfondarono con i bastoni una finestra e
la porta, e penetrarono nell'appartamento del
G****.
G**** non c'era.
C'erano in letto il padre del G****,
settantenne, ammalato, ed una sua sorella di
anni undici.
Colle rivoltelle alla mano, alla bambina venne
imposto di accompagnare i fascisti con una
candela accesa, a visitare lo appartamento; ma,
fatti pochi passi, inciamparono nel corpo della
madre caduta sul pavimento. La bambina fuggì
inorridita; i fascisti si squagliarono.
Dei vicini accorsi, tentarono di soccorrere la
povera vecchia; ma inutilmente. Questa non poté
pronunziare una sola parola e, trasportata
all'Ospedale, alle ore 15, dopo 13 ore di
straziante agonia, cessava di vivere.

Sargon

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Feb 1, 2024, 4:54:40 AMFeb 1
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [077]

NEL PAVESE

RIEPILOGO STATISTICO.

- § Case del Popolo, Camere del Lavoro, Leghe
ecc. distrutte o incendiate in provincia di
Pavia -

Lardirago: Lega Contadini ed Ufficio di
collocamento distrutti.
Villanterio: Lega Contadini distrutta.
Inverno: Lega Contadini distrutta.
Mirandolo: Lega Contadini distrutta.
Pieve Porto Marone: Lega Contadini distrutta.
Alagna: Lega Contadini distrutta.
Chignolo Po: Società Operaia di M. S.
incendiata e distrutta.
S. Cristina: Casa del Segretario incendiata.
Villanova d'Ardenghi: Casa del Capo Lega
devastata, Lega contadini e Ufficio di
collocamento devastati.
Sairano: Ufficio di Collocamento e Lega
Contadini devastati.
Brassana Argine: Casa del Popolo e Circolo
proletario devastati.
Scaldasole: Casa del Popolo distrutta.
Marzano: Ufficio di collocamento, casa del
compagno All**** devastati.
Spirago: Casa del compagno Alb****
devastata.
Stradella: Camera del Lavoro devastata, Sezioni
socialista e comunista distrutte, Libreria
socialista e Biblioteca popolare devastate.
Arena Po: Biblioteca socialista incendiata.
Costa Monfedele: Casa del Popolo devastata.
Montù Beccaria: Lega contadini devastata.
S. Damiano al Colle: Municipio messo a
soqquadro.
Villamarone: Lega Contadini devastata.
Pinarolo Po: Lega Contadini devastata.
Pietra de' Giorgi: Casa di M**** Giuseppe
devastata.
Casa Massimini: Casa B**** Giuseppe, Lega
Contadini e casa di A**** Carlo devastate.
Bosnasco: Lega Contadini devastata.
Genzone: Casa del Vice Sindaco devastata.
Varzi: Circolo Socialista devastato.
Zavattarello: Lega Contadini, case di Dapero,
di un emigrante, del Segretario della Lega, di
Buscaglia devastate.
Romagnese: Lega Contadini spogliata.
Broni: Circolo Socialista, Lega Contadini e
Biblioteca Popolare devastati e incendiati.

- § Cooperative vandalizzate -

Cooperative di Lardirago, di Sairano, di Arena
Po.

Sargon

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Feb 2, 2024, 8:21:54 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [078]

- § Organizzati e militanti intimiditi, esiliati ecc. -

On. Cagnoni, Segretario Generale Federazione
Contadini; Gazo Ernesto, Segret. Federazione
Contadini; Oltrasi, ex Sindaco di Chignolo Po;
Cattaneo, Segretario Comunale di S. Cristina;
Avvocato Gandolfi, Presidente Deputazione
Provinciale; On. Canevari; On. Montemartini;
Epis, Sindaco di S. Cristina; On. De Giovanni,
Segretario Generale Camera del Lavoro
Provinciale; Pastorini, Sindaco di Sannazzaro;
Sindaco, Assessori e Capo Lega di Fossarmato;
compagni Lucconi ed Allieri di Marzano; Losio,
Sindaco di Canneto Pavese; Lanfranchi,
Segretario Camera del Lavoro di Stradella;
Prof. Nobili, Direttore Ospedale Civile di
Stradella; compagno Cerini di Stradella;
Sindaco di Montù Beccaria; Sindaco di Bressana
Argine; Fronti, Sindaco di Broni; Sindaco e
Consigliere di Pietra de' Giorgi; Capo Lega di
Mezzanino Po; Sindaco, Segretario della
Cooperativa e Consiglieri di Zavattarello; e
molti altri, di cui non si ricorda il nome.

- § Assassinii e ferimenti –

Ghinaglia di Pavia, assassinato; Bosoni Enzo di
Voghera, assassinato e un contadino ucciso a S.
Damiano in Colle per aver pugnalato due
feritori della madre.
Feriti: On. Maffi; compagno Baldi di Mortara;
Coralli Antonio di Cascina Vitaliana;
Pedrazzini Carlo di S. Cristina; Pini di
Bressana; due lavoratori a Scaldasole; due
lavoratori a Stradella (feriti dal tenente dei
RR. CC., fascista); la madre di un lavoratore a
S. Damiano al Colle, ed altri di cui non si
ricorda il nome.

- § Spedizioni punitive in genere -

Lardirago, S. Cristina, Villanterio, Inverno,
Miradolo, Alagna, Chignolo Po, Villanova
d'Ardenghi, Sairano, Corteolona, Torre di
Arese, Cascina Montepagano, Bressana Argine,
Genzone, Scaldasole, Marzano e Bastida
Pancarana, Stradella, Arena Po, Costa Monfedele
e Montù Beccaria, S. Damiano al Colle,
Villamarone, Broni, Pinerolo, Pietra de'
Giorgi, Varzi, Zavattarello, Romagnese,
Donelasco, Bosnasco e Casa Massimini.

- § Impedimenti elettorali -

Marzano, Mezzanino Po e Zavattarello.

- § Estorsioni di dimissioni –

Sindaci di: S. Cristina, Montù Beccaria, Pietra
de' Giorgi, Genzone.

Sargon

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Feb 2, 2024, 8:24:19 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [079]

NELLA LOMELLINA

I primi sintomi del fascismo si verificarono
durante la campagna elettorale amministrativa,
per la quale in quasi tutti i paesi i partiti
antisocialisti si coalizzarono e formarono un
blocco compatto per battere in breccia il
Partito socialista.
Le organizzazioni proletarie coi loro Uffici di
collocamento, coi già numerosi Comuni
socialisti, coi fiduciari di squadre nelle
aziende, con le Cooperative di consumo e
agricole, davano un serio fastidio all'Agraria
ed agli industriali della città di Mortara, i
quali, organizzatisi, dislocarono un fondo di
parecchi milioni per la lotta elettorale del
circondario.
Tale coalizione si chiamò: Fascio di educazione
di difesa sociale ed ebbe due giornali: Il
Giornale della Lomellina, degli Agrari, ed Il
Risveglio, degli industriali e mestieranti
della politica. Il primo, diretto dal cav.
Giuseppe Rolandi, direttore dell'Associazione
agricoltori; il secondo, dal geometra Carlo
Cordara.
Malgrado tutto, il Partito socialista vinse in
45 su 50 Comuni, ed ebbe tutti e 14 i mandati
al Consiglio provinciale. In Mortara città la
lotta fu violentissima. Il Fascio di educazione
ecc., diretto dai signori P**** C****,
multimilionario arricchitosi con le
speculazioni di guerra, S**** C****,
industriale militante repubblicano, B****
A****, multimilionario arricchitosi pure con le
speculazioni di guerra, ecc. e validamente
sostenuto dal sottoprefetto di Mortara,
cavalier David Pietro, assoldava e pagava a L.
40 al giorno numerose squadre di teppisti
armati, che terrorizzavano la città, al punto
che le organizzazioni socialiste impartirono
istruzioni ai propri aderenti di non uscire più
di casa e di lasciare sbizzarrire i malviventi
a loro piacimento. I bloccardi spadroneggiavano
e si ritenevano perciò sicuri della vittoria,
la quale invece fu socialista in modo
trionfale.
Dopo un certo periodo di calma calarono, verso
il mese di febbraio, in Mortara i signori
Magnaghi Silvio, ex tenente colonnello, ed il
signor Luigi Lanfranconi di Como, domiciliato a
Milano, ex-studente repubblicano a Pavia, i
quali, unitamente ai già citati signori Cordara
Carlo, direttore del settimanale Il Risveglio,
e Carlo Scavia, industriale, posero le basi del
Fascio lomellino di combattimento. Tosto questo
Fascio divenne forte degli elementi agrari ed
industriali della città, e finanziariamente
potentissimo.
In quell'epoca scadeva il concordato agricolo
per i lavoratori giornalieri; l'organizzazione
dei contadini aveva presentato il memoriale
all'Associazione agricola con richieste
importanti, che questa non solo non intendeva
accordare, ma voleva anzi togliere ai
lavoratori molte delle conquiste fatte l'anno
precedente.

Sargon

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Feb 2, 2024, 8:35:49 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [080]

Sapendo che coi mezzi legali non sarebbero
riusciti a vincere la massa proletaria,
fortissima di numero, di Leghe e di Cooperative
in tutto il circondario della Lomellina,
prepararono abilmente l'offensiva violenta a
base di incidenti, massacri, bastonature, ecc.
Il L**** e soci si diedero e scorrazzare la
Lomellina e a seminar disordini e stragi. La
loro politica, violentemente antisocialista,
faceva tanto bene gli interessi degli agrari,
che tutti, anche quelli appartenenti al Partito
popolare, si accodarono al carro fascista e
divennero i bastonatori e gli incendiari più
violenti.
Tali agricoltori furono tassati in ragione di
L. 2 per pertica pavese (769 mq.) i piccoli, e
L. 4 i grossi, di modo che fondi non mancavano.
Naturalmente, essi pagavano volentieri, nella
speranza di rifarsi delle spese sulle tariffe
del concordato futuro, che speravano ottimo per
loro. Si aggiungano a tali fondi gli aiuti
finanziari dei milionari industriali, e si
vedrà subito di quali fondi considerevoli
disponessero i Fasci di combattimento.
Tosto Mortara divenne il centro degli spostati,
assoldati dal Fascio.
Tutti quelli del circondario e fuori accorsero
come mosche al miele, formidabilmente armati di
poderosi randelli, rivoltelle ecc. Individui
pezzenti, miserabili e carichi di debiti fino
al giorno prima, poterono, grazie al fascismo,
ostentare un lusso inaudito.
I socialisti non potevano più circolare. Gli
incendi e le stragi si susseguirono
numerosissime. Le più elementari libertà di
stampa, di parola e di riunione vennero
impedite dai novelli tutori dell'ordine.
Tutto questo, sotto l'occhio impassibile
dell'autorità.
Ed ecco finalmente la cronistoria delle azioni
fasciste compiute nel circondario di Mortara.

Ottobiano. – Il giorno 13 marzo un tal N****
E****, fascista, ex-guardia campestre di
Rosasco Lomellina, dimorante ad Ottobiano,
venne a diverbio con alcune donne del paese.
Accorsero alla scena, piuttosto comica,
moltissimi curiosi. Il N****, o perchè
credutosi minacciato, o per un piano
prestabilito (egli era un « bravo » del
direttorio dei Fasci di Mortara) trasse la
rivoltella e sparò parecchi colpi sulla folla.
Rimasero feriti: P**** Carlo di anni 50,
contadino, alla coscia sinistra, P**** Maria,
contadina, pure alla coscia sinistra ed un
altro individuo alla testa e in diverse parti
del corpo. Il P**** venne trasportato
all'ospedale in istato piuttosto grave. Fatto
questo, il N**** si diede alla fuga.
Da ciò i fascisti trassero pretesto per una
rappresaglia. Invasero la Lega contadini e la
devastarono. Andarono poi in cerca del sindaco
socialista T**** Luigi, con grida di
« abbasso », e di « morte », ma non trovandolo,
tentarono di invadere il domicilio del dottor
F****, medico condotto, dove credevano si fosse
il T**** rifugiato. Detto assalto venne
respinto dal signor Enrico B****, congiunto del
F****, il quale col fucile minacciò gli
invasori.

Sargon

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Feb 2, 2024, 9:28:50 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [081]

La domenica seguente verso le ore 17 altri
fascisti di Mortara e di S. Giorgio percossero
numerosi contadini, asportarono mobili e libri
sulla piazza e li incendiarono. In entrambi i
casi i carabinieri, accorsi da S. Giorgio e da
Mortara, lasciarono che i fascisti compiessero
tranquillamente i loro progetti. La vita in
paese cominciò a diventar intollerabile. I
fascisti dei luoghi sopraddetti invasero la
Società di M. S., il cui Consiglio direttivo
era composto di socialisti, e pretesero la
consegna dei registri e della cassa, dietro le
minacce più terribili. Avutili, non permisero
più l'ingresso ai socialisti e così si servono
dei locali abusivamente per fare i loro comodi.
Imposero inoltre la chiusura della Lega
contadini, il che venne fatto. Nelle elezioni
del 15 maggio i Partiti socialista e comunista
ebbero complessivamente voti 401, ed i partiti
bloccardi e popolari 400. I fascisti di
Ottobiano cominciarono ad imporre, con
persecuzioni e violenze le dimissioni
dell'Amministrazione comunale socialcomunista.
Il sindaco Luigi Tosi, recatosi dal prefetto di
Pavia, Cantore, assieme agli on. Canevari,
Montemartini e Scagliotti, ebbe l'assicurazione
che sarebbe stato tutelato; ma le persecuzioni
fasciste continuarono, senza che alcun
provvedimento venisse preso, dimodochè tanto il
sindaco quanto gli amministratori dovettero
allontanarsi dal paese per sfuggire alle
rappresaglie fasciste.
La sera del 4 giugno, sembrando ai lavoratori
che la situazione fosse tornata relativamente
tranquilla, si permisero di riaprire la Lega;
ma poco dopo veniva invasa dai fascisti locali,
i quali si diedero a bastonare ferocemente gli
astanti. Certo R****, anzi, sparò parecchi
colpi di rivoltella. Nel frattempo, mentre i
lavoratori spaventati si diedero alla fuga,
arrivò un camion di fascisti da Lomello, i
quali aiutarono la bastonatura. Rimasero feriti
i contadini T**** Angelo, gravemente, R****
Angelo, C**** Nicola ed alcuni altri.

San Giorgio. – Nella giornata di domenica, 20
marzo, fascisti di Mortara, Ottobiano, Lomello,
ecc., si trasportarono a S. Giorgio per tenervi
un comizio. Oratore, L**** L****. Dopo la
conferenza, che fu un continuo inno alla
violenza contro i socialisti, fecero un corteo
attraverso le vie del paese. I lavoratori,
dietro istruzioni preventive, si ritirarono,
parte nelle loro case parte nella Casa del
Popolo che venne chiusa.
Ma alla sera, quando i locali della Casa del
Popolo erano semideserti, ad un tratto si aprì
violentemente la porta ed alcuni fascisti del
luogo, fra cui venne riconosciuto certo R****
G**** di P****, ragioniere senza impiego ed ex
tenente di fanteria, entrano armati. Il R****
sparò nell'interno parecchi colpi di
rivoltella, poscia, con suoi compagni, si diede
alla fuga. Riavutisi dalla sorpresa, i pochi
contadini presenti si precipitarono
all'ingresso e risposero sparando diversi colpi
di rivoltella nell'oscurità. Verso le ore 2
della stessa notte arrivarono i fascisti di
Mortara. La Casa del Popolo era deserta.
Solamente al piano superiore si trovava il
fattorino V**** Giuseppe unitamente alla
moglie. I fascisti di Mortara, unitamente a
quelli locali ed al brigadiere della stazione
dei carabinieri, si diedero a sparare
revolverate contro la casa. E' provato che
anche il brigadiere ha sparato perchè diverse
pallottole di moschetto sono tuttora conficcate
nella porta d'ingresso: fatto questo, dopo
avere sfondato la porta, invasero il locale
ruppero mobili, i quadri ecc., li asportarono
sulla strada, appiccandovi fuoco. Saliti al
piano superiore, unitamente al suddetto
brigadiere, misero a soqquadro il domicilio del
custode V****. Poi sputacchiarono e picchiarono
il V****, pretendendo da lui dichiarazioni di
italianità; indi se ne andarono.

Sargon

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Feb 2, 2024, 9:33:18 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [082]

Poco dopo arrivò da Mortara l'autorità di P.
S., la quale, dopo accurate indagini, sequestrò
alcune rivoltelle che i lavoratori tenevano
nella Casa del Popolo per loro eventuale
difesa, circa 60 lire di spezzati, frutto degli
incassi della giornata, con la curiosa
imputazione di... incetta di monete, e
procedette all'arresto del Valleggiani Giuseppe
e di altri sette socialisti del luogo.
Il giorno dopo, in seguito a questi fatti ed a
quelli di Ottobiano, veniva proclamato lo
sciopero generale dei contadini, salariati e
operai in tutto il circondario. Il segretario
della Federazione contadini, Baldi Giuseppe,
avendo protestato presso il sottoprefetto cav.
Pietro David per l'arresto arbitrario dei
lavoratori di S. Giorgio, ebbe per risposta
che... se non avesse mutato tono, sarebbe stato
arrestato pure lui. Al che, l'organizzazione
socialista rispose di fregarsene altamente.
Frattanto, uscito dalla sottoprefettura, andò a
S. Giorgio e trovò il paese invaso nuovamente
dai fascisti, i quali, armati di bastoni e di
rivoltelle, si recavano nelle aziende agricole
e minacciavano di morte i salariati che non
riprendevano subito il lavoro. Il capo di
questi fascisti era certo N**** C**** di Santo
di Confienza Lomellina, il quale, con un
formidabile randello in mano ed un grosso
revolver appeso alla cintura, dirigeva le
operazioni e parlava amichevolmente col
brigadiere e con i carabinieri.
Il Baldi, per nulla intimorito delle loro pose
terribili, osservava dall'uscio di casa sua
(egli è nativo di S. Giorgio) le loro
evoluzioni, quando ad un tratto scorto dai
fascisti venne aggredito. Il N**** alla loro
testa impugnò il revolver ed a malapena il
Baldi poté essere tratto a salvamento dai suoi
congiunti che chiusero e sprangarono l'uscio di
casa, su cui si fermò una tempesta di colpi.
Per oltre mezz'ora i fascisti tentarono invano
di penetrare nella casa, dalla quale il Baldi
aveva potuto fuggire traverso i tetti.
Durante lo sciopero generale, durato 48 ore, le
violenze ai contadini ed ai salariati e le
bastonature a questi ultimi (i fascisti,
chiamati dai fittabili, si recarono di notte ad
invadere i domicili dei salariati, che
bastonavano fra la moglie ed i figli, indi
obbligavano alla mungitura notturna delle
mucche) avvennero in quasi tutti i paesi. Lo
sciopero cessò dopo un compromesso in
sottoprefettura.
Il paese di S. Giorgio però, dopo tali fatti e
malgrado il compromesso, non ebbe più un minuto
di tranquillità. I fascisti del luogo emanavano
degli ukase, che dovevano essere eseguiti, pena
le legnate. Entravano e spadroneggiavano nella
Casa del Popolo contrariamente alle norme
statutarie di questa società cooperativa, e
minacciarono a più riprese il capolega Enrico
Anglese ed i compagni della minoranza
socialista. Nella notte dell'11 aprile un
camion di fascisti, provenienti da Lomello,
dove avevano devastato la Casa del Popolo,
penetrano di nuovo violentemente nelle cantine
della società, frantumando circa 300 bottiglie
di vino e rubando una forte quantità di liquori
posta sovra il banco. I contadini Recagni
Giuseppe e Rovida Ercole, minacciati diverse
volte dal R**** e compagnia e da questi
ricercati per diverse notti nei loro domicili,
dovettero parecchie volte dormire all'aria
libera.

Sargon

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Feb 2, 2024, 9:37:20 AMFeb 2
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [083]

Tromello. – Il 10 aprile i fascisti di Mortara
e Tromello, invasero i locali della Lega
contadini e della Società di M. S. e li
devastarono. Poscia scorrazzarono il paese
imbrattando i muri col tricolore, salirono
violentemente in Municipio, ove esposero la
bandiera e sulla torre dell'orologio ove fecero
altrettanto. Già da tempo minacciavano anche in
pubblico il sindaco Massinari, pretendendo di
fargli dare le dimissioni. Il Massinari
ricevette anzi una lettera del segretario
politico dei Fasci lomellini, L****
L****, nella quale veniva dallo stesso
minacciato di gravi rappresaglie, qualora
avesse continuato nella sua condotta (?), e
dichiarato responsabile di tutto ciò che
sarebbe accaduto a Tromello.
In seguito le minacce furono così gravi e
palesi, che il Massinari e diversi suoi
compagni di amministrazione dovettero
dimettersi. Il Massinari venne fatto segno a
diversi attentati e dovette, più di una volta,
mettersi in salvo attraverso i campi per
sottrarsi alle ire fasciste.

- § L'assassinio di Giovanni Salvadeo ed i
ferimenti di G**** Angelo Maria e C**** Giuseppe -

Nella notte di mercoledì 27 aprile due camions,
provenienti da S. Giorgio Lomellina e guidati
da individui mascherati, si fermarono
all'imboccatura della strada che conduce nella
cascina Conca, gestita dalla Federazione delle
Cooperative di lavoro pavesi. Uno prosegui per
Tromello, e dall'altro scesero alcuni individui
che s'incamminarono versa la cascina. Essa
consta di due grandi cortili quadrangolari, il
primo dei quali circondato da fabbricati. L'ala
destra di tali fabbricati è adibita alla
abitazione dei salariati, la sinistra contiene
le stalle dei buoi, delle mucche e dei cavalli,
nonché locali addetti alla lavorazione del
latte. In fondo al primo cortile e in faccia
alla porta d'ingresso trovasi un portico, sotto
cui sta il laboratorio del falegname
dell'azienda, e da questo portico si entra nel
secondo cortile, nell'aia, nelle tettorie col
macchinario, molte cataste di legna, ecc.
Appena fuori del portico e a sinistra trovasi
la porta di abitazione del direttore
dell'azienda e fiduciario della Federazione
pavese, Giuseppe P****. Gli sconosciuti
penetrarono nel primo cortile e chiamarono ad
alta voce il P****. Una chiamata a quell'ora
spaventò gli abitanti della cascina perchè si
sapeva benissimo cosa significava (pochi giorni
prima nelle identiche circostanze erano stati
assaliti e mezzo assassinati due lavoratori di
Goido Lomellina, ove esiste un'altra cascina
gestita dalla Federazione delle Cooperative).
Perciò nessuno si mosse e gli sconosciuti
inutilmente chiamarono il P**** diverse volte,
affermando, forse per assicurarlo, che c'era un
fonogramma urgente da parte della tenenza dei
carabinieri.

Sargon

unread,
Feb 3, 2024, 2:16:58 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [084]

Del resto il P**** era assente, e nella camera
sua c'era la moglie e la bambina di 4 anni
circa; entrambe col cuore in tumulto. Gli
ignoti, vedendo che non ottenevano risposta,
penetrarono nel secondo cortile e salirono
addirittura alla camera del P**** (il che
denota in loro la perfetta conoscenza del
luogo) e bussarono fortemente alla porta. La
bambina spaventata si mise ad urlare, sicché la
povera donna fu costretta a farsi coraggio ed
aprire.
« Entrarono – essa dice – tre individui, uno
dei quali molto alto, vestito di chiaro, a
quadri, un cappello a larghe tese, pure chiaro,
ed un paio di occhialoni da automobilista che
gli nascondevano gran parte del viso. Gli altri
due erano di media statura, uno con un pastrano
nero, l'altro con un impermeabile come lo
portano gli chauffeurs. Erano essi pure
mascherati. La bimba, terrorizzata,
singhiozzava. Gli sconosciuti mi scrollarono
violentemente, chiedendomi ove fosse mio
marito. Risposi di non saperlo, ed alle loro
rabbiose insistenze dichiarai che, avendo egli
molti affari, non mi faceva mai sapere dove si
recava e quando sarebbe tornato. Allora essi si
diedero a percorrere tutta l'ala del
fabbricato, cercando persino nei magazzeni e
frugando coi loro bastoni nei mucchi di avena e
di meliga colà giacenti. Arrivati presso
l'appartamento del fattore C**** Giuseppe,
trovarono questo vestito sommariamente ed
alquanto spaventato. Chiesto chi fosse, rispose
un povero salariato. Gli fu sparato contro una
revolverata, che, grazie alla presenza di
spirito che egli ebbe di gettarsi subito a
terra, lo colpì soltanto alla mano destra e
sulla testa leggermente. Dopo di che si diedero
ad un'opera di distruzione vandalica. Penetrati
nuovamente nella camera del P**** spaccarono,
con le loro potentissime mazze ferrate, i comò,
le specchiere, le sedie, ecc. Scesi al piano
terreno ruppero i buffet, i quadri, un grosso
franklin e tutta la mobilia, ed in cucina del
pari ».
I salariati, angosciatissimi, ascoltavano quel
rumore infernale intercalato dalle suppliche
della moglie del P**** e dagli strilli della
bambina. Finita l'opera di distruzione
ritornarono nel cortile ed accortisi che molti
salariati origliavano e sogguardavano dalle
imposte socchiuse, spararono contro questi
numerosi colpi di rivoltella, poscia di corsa
si allontanarono nell'oscurità.
Pare che gli stessi assassini della Cascina
Conca abbiano compiuto poco dopo l'assassinio
di Salvadeo, poiché la descrizione che fanno di
essi la moglie ed i figli di questi collima con
quella della moglie del P****.
Il fatto è che il Salvadeo venne chiamato dalla
strada con lo stesso pretesto del P****. Però
si vede che il poveretto sospettava per diverse
oscure minacce, che gli erano state fatte;
tant'è vero che, appena svegliato dalle
chiamate notturne e visto dagli interstizi
delle persiane di che trattavasi, scese
rapidamente in cortile e volle fuggire da una
porticina che dà sui campi. Senonché i
malviventi, vedendo che non si rispondeva loro,
sforzarono il cancello, penetrarono nel cortile
e quindi nella casa. La moglie ed i figli del
S**** al loro comparire si diedero ad urlare
terrorizzate. E ce n'era ben donde! Essi erano
armati di poderosissime mazze, di pugnali e
rivoltelle alla cintura. Le maschere poi davano
loro un aspetto macabro. Il povero Salvadeo,
sentendo le urla di terrore dei suoi bimbi, non
ebbe cuore di fuggire e tornò verso la corte.
Comparve sull'uscio e con voce incerta disse,
allargando le braccia: « Volete proprio me?
Eccomi! » Il più alto degli assassini gli vibrò
subito sulla testa una mazzata formidabile che
lo fece quasi cadere e gli altri ne seguirono
l'esempio, mentre la moglie ed i figli del
poveretto assistevano alla terribile scena
agghiacciati dallo spavento. Grondante sangue e
barbugliando scomposte parole di pietà, il
Salvadeo si trascinò barcollante nel cortile e
cadde bocconi sovra un mucchio di sabbia.
Allora gli assassini gli furono addosso e lo
percossero selvaggiamente colle mazze. Quando
non si mosse più, il più alto cavò il revolver
dalla cintura e gli sparò un colpo a bruciapelo
nel dorso. Poscia coi suoi compagni si
allontanò, lasciando i disgraziati soli col
proprio atroce dolore.

Sargon

unread,
Feb 3, 2024, 2:20:41 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [085]

Nel frattempo – a quanto si è potuto
ricostruire dagli indizi raccolti – i
malfattori, montati sull'altro camion, si
recarono in paese. Il camion fu visto fermo
sulla piazza da parecchi cittadini, i quali, al
rumore che fece arrivando, si erano alzati e
guardavano dalle imposte socchiuse. Essi
notarono cinque individui imbaccuccati in ampi
pastrani, i quali si incamminarono a piedi
dalla parte della strada ferroviaria. Anche il
sindaco socialista Massinari e sua moglie,
dalle imposte socchiuse, li videro parlottare
fra loro indicando le sue finestre, poscia
allontanarsi dalla parte da cui erano venuti.
Saliti di bel nuovo sul camion, si recarono
alla abitazione del contadino G**** Aangelo
M****. Lo chiamarono imperiosamente abbasso,
dichiarandosi carabinieri aventi bisogno di
urgenti comunicazioni. Il G****, assai
perplesso, scese ed aperse la porta, ma venne
subito colpito da mazzate violentissime. Quando
cadde a terra svenuto, fu colpito nuovamente e
rabbiosamente in modo da rimanere con parecchie
costole rotte, il polmone destro leso e con la
testa e le mani, con le quali tentava di
riparare i colpi, e le gambe ridotte in una
sola piaga. Creduto morto, gli assassini si
allontanarono. Molti abitanti asserirono di
aver udito diversi camions allontanarsi alla
volta di Mortara.

La sera stessa del delitto, i fascisti di
Mortara si erano recati ad Olevano dove,
secondo numerosi contadini di laggiù, avrebbero
affermato che quella notte sarebbero andati a
punire quelli di Tromello.
Il fatto è che verso le 22 furono visti partire
alla volta di S. Giorgio due camions. Il primo
era montato dai fascisti N**** Carlo, C****
Italo, dai due fratelli O**** di Mortara e
guidato dallo chauffeur fascista C**** Pietro;
il secondo da persone rimaste sconosciute. Dopo
il delitto i fascisti seguitarono a scorrazzare
il paese di Tromello e si riportarono alla
Cascina Conca a spadroneggiarvi con aria
tracotante.
L'autopsia rivelò essere stati il Salvadeo
assassinato da numerosi colpi di mazze ferrate
sul corpo e sulla testa, con lesioni del
cervelletto, e da un colpo di rivoltella che
gli lese la spina dorsale. I fascisti
pubblicarono nel giornale e in appositi
manifesti, essere stati i socialisti stessi ad
uccidere il Salvadeo. L'autorità poi fu tanto
intelligente da... procedere all'arresto del
P**** Giuseppe, amicissimo del Salvadeo e vittima
egli stesso dell'attentato di cui sopra,
intravvedendo nel delitto chissà quali intrighi
di interessi.
Alla luce delle verità più elementari il P****
dovette essere lasciato, non senza che gli
avversari suoi e del Partito socialista
avessero potuto prima ricamarci sopra un monte
di scandalose insinuazioni.
Intanto gli assassini sono sempre uccel di
Bosco, sebbene, con quegli indizi, non sia
difficile afferrare il bandolo della matassa.

Sargon

unread,
Feb 3, 2024, 2:25:57 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [086]

- § Lomello -

Il giorno 20 marzo, alle ore 10 di mattina, era
stato tenuto un comizio dal signor L****,
e dopo il comizio l'inevitabile corteo a base
di urla, provocazioni, grida di morte ecc. ecc.
La pazienza evangelica dei contadini i quali,
chiusi nella loro Casa del Popolo finsero di
non sentire, valse ad evitare conflitti;
cosicché i fascisti dovettero andarsene
insoddisfatti, proponendosi però di ritornare.
La notte dell'11 aprile piombarono sulla Casa
del Popolo e la devastarono completamente.
Furono persino spezzate e bruciate le imposte
delle finestre. Da notarsi che l'assalto era
stato già tentato due volte e respinto con la
massima energia dai compagni nostri. I
guidatori della spedizione erano i fascisti
F**** Cesare, F**** Mario, N**** Carlo, M****,
M**** ed altri. Compiuta la prodezza e rovinato
il locale, i devastatori partirono.
Però... arrivarono poco dopo i carabinieri i
quali... invasero anche loro la Casa del
Popolo, perquisirono tutti i contadini che colà
trovavansi e non si curarono minimamente di
raccogliere le denunce. Intanto i fascisti del
luogo unitamento ad un « bravo », calato chissà
da dove, instaurando la dittatura. Cominciarono
col non permettere più all'Amministrazione
comunale di riunirsi, col perseguitare il
capolega Balladore Giuseppe, il mercante
Corsico Emanuele, agente di navigazione ed
altri. Questi dovettero fuggire dal paese per
evitare di fare una brutta fine, e dovettero
fuggire di notte, attraverso i campi, inseguiti
dai fascisti locali e di Mortara, guidati dal
loro capo M****, ed arrivarono sporchi, laceri
ed affranti, allo spuntare dell'alba, sulla
riva del Po, che passarono.
Quando tentarono di ritornare, i fascisti di
Mortara, sempre guidati da M**** Natale e M****,
ripresero a dar loro la caccia. Attualmente il
Corsico è costretto a viaggiare con la scorta
di carabinieri. Si aggiunga che è completamente
rovinato, essendo, come si disse, mercante e
agente di navigazione.

- § Ceretto. L'assassinio di Maria Monchietti -

Nella notte del 22 marzo, malgrado il divieto
di transito degli autoveicoli, emanato dalla
sottoprefettura di Mortara, fascisti
scorribandano per tutta la Lomellina. In quasi
tutti i paesi avvennero bastonature e violenze
inaudite contro uomini e istituzioni
socialiste. Fatti gravi avvennero a Rosasco, a
Langosco, dove il sindaco Serra Giacomo
ricevette una lettera del Fascio di
combattimento di Casale, firmata dal segretario
G****, nella quale lo si dichiarava
responsabile di tutto quello che potesse
accadere in paese a danno dei fascisti.
Ma il fatto più grave avvenne a Ceretto
Lomellina. Ivi la popolazione è tutta
socialista. Le elezioni politiche ed
amministrative diedero 200 voti a noi e 12 ai
partiti borghesi, sommati assieme. In
previsione di una invasione del paese, uomini,
donne e fanciulli rimasero alzati tutta la
notte, decisi ad impedire la devastazione.
Verso le tre del mattino arrivò un'automobile
contenente 7 fascisti completamente armati.
Essi scesero con aria provocatoria e tentarono
di percorrere il paese. La popolazione unanime
si oppose. Allora, vedendo che la loro
inqualificabile condotta avrebbe provocato il
giusto risentimento degli abitanti,
assicurarono che nulla volevano fare e
rimontarono in macchina.

Sargon

unread,
Feb 3, 2024, 2:30:15 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [087]

Non appena questa fu in moto, scaricarono le
loro rivoltelle sulla folla. Certa Monchietti
Maria, ventiduenne, rimase colpita a morte, e
spirò poco dopo. Particolare impressionante: la
poveretta era da diversi mesi incinta. Altri 3
contadini rimasero feriti. Da numerosi
contadini, pronti a testimoniare, vennero
riconosciuti gli sparatori, che sarebbero:
N**** Carlo, C**** Italo, C**** Pietro ed altri
che conosciamo di vista, ma di cui purtroppo
ignoriamo il nome.
Subito venne fatta regolare denuncia al
Procuratore del re di Vigevano, il quale
rifiutò di procedere. Lo stesso Procuratore
però procedette subito a favore di loro e
contro il giornale Il Proletario, perchè nel
numero 1001 del 25 marzo 1921 ebbe a
pubblicare:
« Alcuni sparatori di Ceretto vennero
identificati: essi sono i famigerati C****
Italo, N**** Carlo, C**** ecc. I mandatari sono
l'ex colonnello M****, Gigi L**** e il
direttore del Risveglio, C**** ».
Il Fascio di Mortara nega naturalmente di avere
correità col fatto, come i fascisti C**** Natale
e C**** negano di essere stati a Ceretto,
malgrado siano stati da troppa gente
riconosciuti e così bene, da non essere loro
possibile fabbricarsi un alibi artificiale.
Il M**** disse al segretario della Federazione
contadini, Baldi Giuseppe, essere i colpevoli i
fascisti di Casale mandati dal Fascio di
laggiù, mentre il N**** affermò allo altro
segretario dei contadini Moro Paolo, essere,
gli sparatori, fascisti di Sartirana, Valle e
dintorni.
Il sindaco del paese, Carlo F****, venne
minacciato parecchie volte dai fascisti N**** e
C****, causa una vertenza in sospeso esistente
fra lui, rappresentante dei contadini di
Ceretto, ed il signor Augusto B****, proprietario
di una pileria di riso in Mortara e noto magna
pars del fascismo, vertenza per cui il F****
detiene L. 2.000 quale garanzia per i contadini
interessati. Detti fascisti vorrebbero
restituiti i denari prima che sia emesso il
lodo sulla vertenza suddetta.

- § Valle Lomellina -

Nella notte di martedì, 12 aprile, i fascisti
di Mortara, con elementi di Sartirana e Casale,
si recarono a Valle Lomellina per una
spedizione punitiva. Pare – diciamo pare perchè
le affermazioni dei fascisti non sono
corroborate da nessunissima prova – che ignoti
avessero il giorno prima sparato contro la
finestra di un fascista del paese un colpo di
rivoltella. Questo diede pretesto a quella
gente per compiere le seguenti gesta:
1) Sfondarono le porte della Cooperativa,
sventrarono i sacchi di farina, ruppero diverse
botticelle d'olio e numerosissime bottiglie,
sfondarono gli armadi e rubarono ingentissime
quantità di lardo, zucchero e salumi. Quello
che non poterono rubare, cosparsero di benzina
ed incendiarono. Forti quantità di salumerie
rimasero così rovinate.
2) Con i loro numerosi trofei (persino le porte
della Cooperativa) ritornarono a Mortara a
scorrazzare per le vie, sghignazzando e
cantando. Al sindaco Pietro Pinelli vennero
imposte le dimissioni, e le intimazioni e le
minacce proseguono tutt'ora. I danni sono stati
calcolati a L. 68.000.

Sargon

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Feb 3, 2024, 2:33:35 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [088]

I fascisti impedirono che tale fatto venisse
pubblicato sul settimanale Il Proletario.

Mezzanabigli. – Al 10 aprile, in seguito ad
insignificante incendio appiccato da ignoti
alla Cascina Colonna, i fascisti invasero la
cede della Società di M. S., devastando mobili.

Suardi. – Nella stessa giornata del 10 aprile
verso le ore 17, reduci da Mezzanabigli, i
fascisti penetrarono nella casa del sindaco
F**** Giovanni da una porta posteriore che
sforzarono. Ruppero i vetri, damigiane, piatti
e vasi di terracotta contenenti salumi ecc.;
poscia se ne andarono. Tornati dopo poco tempo
per cercarvi il F**** e non trovatolo, diedero
fuoco al letto, ai mobili, producendo un danno
complessivo di oltre L. 2.500.
Da una cassetta, posta in camera da letto,
tolsero pure L. 1.685.
Il giorno dopo, 14, in una ventina, capitanati
da certo D* B**** di Mede, si recarono dal
F****, minacciandolo gravemente se non si
dimetteva da sindaco, indi dal C**** e dal
C**** con minacce dello stesso genere. Molti
socialisti hanno dovuto abbandonare il paese.

Semiana. – Questo paese è stato uno dei più
colpiti appunto perchè uno dei più socialisti.
Il terrore vi regna tuttora perchè vi abita una
specie di Don Rodrigo, certo c**** C**** B****,
contornato da « bravi » del paese e di fuori
che paga lautamente.
Al sorgere del fascismo il B**** provvide tosto
alla devastazione della Casa del Popolo. Di
poi, insieme ai suoi nuovi amici, impose con la
forza le dimissioni al sindaco socialista Toni
Angelo. Il sottoprefetto David,
compiacentemente provvide allo scioglimento
dell'Amministrazione ed alla nomina a
Commissario di un certo I****, noto fascista e
mangiasocialisti. Durante le elezioni politiche
il B**** e soci misero in atto i più
perfezionati sistemi terroristici. Ai contadini
venne impedito d'andare a votare, con minacce
terribili. Coloro che, malgrado questo, si
recarono lo stesso alle urne, venivano dal
B**** e soci perquisiti. A loro venivan tolte
tutte le schede, che non fossero del blocco,
poscia si lasciavan entrare in sezione. La
cabina, ove si ritirava l'elettore per
adempiere segretamente il proprio dovere di
cittadino, aveva una finestra che dava sul
cortile della scuola. A quella finestra stavano
a guardia sentinelle fasciste, le quali potevan
vedere ciò che l'elettore faceva. Qualora
l'elettore, già perquisito e privato della
scheda socialista, avesse osato sfregiare
quella del blocco affinché il voto costretto a
dare contro la sua volontà fosse almeno nullo,
alla sua uscita dalla sezione veniva bastonato.
Cosicché i socialisti, che nelle elezioni
amministrative precedenti avevano avuto 225
voti contro 60 dei partiti borghesi presi
insieme, nelle elezioni dello scorso maggio, ne
ottennero sette contro 185. Molti elettori, che
non votarono, furono fatti figurare votanti,
tanto è vero che abbiamo potuto ritirare ben
120 certificati elettorali di non votanti, che
aggiunti ai 185 più 7, darebbero un numero di
votanti superiore allo stesso numero di
iscritti... Anche a Semiana molti socialisti
invisi al B**** dovettero prendere il largo per
non rimetterci la pelle.

Sargon

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Feb 3, 2024, 2:37:03 AMFeb 3
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [089]

Una signora c****, la quale convive col B****,
aveva chiesto il salone della Casa del Popolo
per una festa patriottica. Il Consiglio
direttivo rifiutò il salone. La domenica 5
giugno doveva aver luogo una festa da ballo dei
lavoratori. E allora il sabato notte, verso le
23, i fascisti sfondarono la porta della Casa
del Popolo, in quell'ora deserta e vi
penetrarono. Ruppero quadri, danneggiarono il
verticale, spezzarono circa 400 bottiglie di
vino e ne rubarono circa 500, dispersero 7
brente di vino contenuto in bottiglie. Recatisi
al piano superiore ove si trovavano gli alloggi
di certi R**** Luigi e C**** Carlo, ex fattore
del B**** e da questi licenziato perchè
socialista, li invasero; in quello del R****
ruppero due comò ed altri oggetti di valore, ed
in quello del C**** rubarono diversa roba e
devastarono il resto, con un danno di oltre L.
3.500.
Malgrado ciò tutta la popolazione in massa, in
segno di solidarietà coi colpiti dai fascisti,
si recò domenica alla Casa del Popolo dove,
posto riparo sommariamente ai danni, si tenne
l'annunciata festa da ballo.
La giornata scorse tranquillamente. Ma verso le
11 di sera arrivarono parecchi camions carichi
di fascisti, al comando del capo del Direttorio
di Mortara, ex-colonnello Silvio M**** e dello
stesso B****.
Si fermarono fuori del paese e si appostarono.
Mandarono un'avanguardia di fascisti locali per
provocare e quindi avere il pretesto per
accorrere.
Questo gruppo si recò alla Casa del Popolo ove
la popolazione pacificamente si divertiva.
Successe uno scompiglio. I loro bastoni, i
pugnali e le rivoltelle terrorizzarono le donne
e i bambini. I fascisti si diedero ad insultare
sanguinosamente i presenti, provocando una vera
rivolta. Nacque un tafferuglio. I fascisti
spararono numerosi colpi di rivoltella per
avvisare i compagni loro che il pretesto era
trovato. Accorsero in massa i fascisti
appostati sulla strada, con alla testa il M***
e il B****, i quali ad alta voce giuravano di
voler mettere a sacco tutto il paese. Arrivati
alla Casa del Popolo la mischia divenne
generale. I socialisti completamente inermi,
dovettero fuggire dalle finestre; allora
vennero inseguiti dai fascisti che crudelmente
li bastonarono.
Moltissimi le donne e i bambini svenuti, semi
soffocati nel parapiglia. Dei compagni feriti e
bastonati è impossibile dare un elenco
completo. Diremo del settantenne T**** Luigi,
il quale venne letteralmente martirizzato a
colpi di pugnale e di bastone e messo
nell'impossibilità di trascinarsi a casa. Fra i
suoi bastonatori c'era il B****. Suo figlio
Siro fu del pari bestialmente bastonato. Certo
C****, di cui ci sfugge nome, rimase ferito da
un colpo d'arma da fuoco ad una mano. Nel
tafferuglio rimase pure gravemente ferito, a
quanto pare, il fascista B**** Francesco.

Sargon

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Feb 4, 2024, 4:58:01 AMFeb 4
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [090]

- § Cergnago. L'assassinio di Gobbi Battista -

La sera del 14 maggio, verso le ore 11, alcuni
fascisti e socialisti del luogo, usciti dal
caffè della Vittoria, si diedero a discutere di
questioni politiche e di previsione elettorali.
Pare che i fascisti minacciassero e che i
socialisti rispondessero con altrettante
minacce. Nacque un tafferuglio in cui un
socialista, P**** Carlo, venne bastonato e
ferito. I socialisti, trovandosi disarmati,
fuggirono, ed i fascisti li rincorsero.
Intanto certo Gobbi Battista, socialista, da pochi
mesi tornato dall'America, andava pacificamente
a casa, quando si vide passare al fianco i
fuggitivi, e, subito dopo, gli inseguitori.
Questi, riconosciutolo, si diedero a vibrargli
fortissime bastonate. Uno di essi gli spara a
bruciapelo una revolverata in un fianco,
producendogli una ferita mortale. Caduto a
terra, i fascisti gli furono addosso e lo
tempestarono ancora di colpi, allontanandosi
quando lo credettero cadavere. Essi erano
capitanati da certo Z**** Melchiade dimorante in
Mortara, agente di assicurazione. Il Gobbi,
moribondo, si diè con voce fioca e rantolosa a
chiedere aiuto. I suoi lamenti vennero
avvertiti da alcuni passanti, che provvidero a
trasportarlo a casa. Si deve deplorare il
contegno odioso e sornione del medico condotto
Zorzoli, noto mangiasocialisti, il quale si
rifiutò di alzarsi dal letto per visitare il
ferito. Questi, trasportato all'ospedale civile
di Vigevano, morì il giorno dopo. La sua
narrazione è stata depositata presso il giudice
istruttore di Vigevano. Parecchi fascisti di
Cergnago vennero arrestati.
La Casa del Popolo era già stata invasa una
volta, il 17 aprile notte, per opera di
sconosciuti e il danno tra roba distrutta,
bruciata e rubata, è stato valutato in L.
5.500. Una altra volta fu invasa e devastata
nella notte del 10 maggio. Il danno ammontò,
questa volta, a L. 6.000 circa.
Anche qui imposizioni di dimissioni al sindaco,
minacce ai compagni ed altre simili cose
allegre.

Confienza. – Domenica 24 aprile, verso le 10
del mattino arrivarono in paese una diecina di
camions montati da oltre 150 fascisti con
berretta nera, bastone, pugnale e rivoltella.
Nel primo camion stava una gran bandiera
tricolore e si trovavano i sigg. L****,
M****, N****, M**** ecc.; sugli altri
i fascisti mortaresi e quelli del circondario.
Penetrati coi soliti modi in Municipio,
esposero il tricolore. Poscia compirono le
seguenti prodezze:
1) Sfondamento porta Casa del Popolo, rottura
di mobili, bottiglie, bicchieri, di un
verticale, ecc.
2) Invasione del domicilio del socialista
Vincenzo B****, distruzione dei mobili, del
letto e relativo incendio.
3) Uguale trattamento venne fatto all'applicato
di segreteria comunale R****.

Sargon

unread,
Feb 4, 2024, 5:04:06 AMFeb 4
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [091]

- § Goido e Vellezzo -

Sabato, 23 aprile, ad alta notte, fascisti
provenienti dalla cascina Cerino, di proprietà
del c**** B**** di S****, penetrarono in
Goido.
Recatisi all'abitazione del tipografo I****
Natalino, gli imposero di aprire, pena l'incendio.
Penetrati nella casa, colpirono l'I**** con
poderose mazzate alla testa indi, credendolo
morto, se ne andarono mentre la famiglia della
vittima era in preda al più grave strazio.
Recatisi alla cascina Borrella, posta nelle
vicinanza e pure gestita dalla Federazione
delle Cooperative Pavesi, con gli stessi
sistemi penetrarono nella casa di un salariato,
di cui non ricordiamo il nome, e lo bastonarono
così barbaramente da lasciarlo al suolo esanime
e sanguinante, tra il pianto della moglie e dei
figli. Tanto l'I**** quanto l'altro guarirono;
ed avendo il primo riconosciuto gli aggressori,
li denunciò alla sottoprefettura di Mortara ed
al Procuratore del re, ma essi non
procedettero. L'I**** possiede una mazza
ferrata abbandonata dai malviventi, del peso di
quasi 5 Kg.
La stessa notte gli stessi individui si
recarono a Vellezzo Lomellina, invasero il
domicilio dell'oste socialista Girella Carlo.
Il giorno delle elezioni la banda del B****
impedì il libero svolgersi delle elezioni tanto
a Vellezzo quanto a Goido; tant'e vero che la
percentuale dei votanti fu bassissima, ed i
socialisti, che sempre ebbero maggioranze
strepitose, non ottennero alcun voto. Il
sottoprefetto David procurò compiacentemente
anche lo scioglimento della Amministrazione
comunale di Vellezzo, ove pose a Commissario
nientemeno che l'ex sindaco trombato Rachis
Celestino, grosso latifondista del luogo.

Sartirana. – I fascisti di Mortara, in uno dei
loro giri di propaganda, tentarono di violare
il domicilio di Moro Paolo, segretario della
Federazione contadini e gli ruppero i vetri
delle finestre. Il segretario comunale,
Giovanni Beccari, dovette assentarsi dal Comune
e starne lontano perchè minacciato di morte
dalla guardia comunale fascista R****, la quale
pretende 14.000 lire per lasciarlo tornare in
paese. Il fatto, inaudito, venne denunciato ma
non si presero provvedimenti, perchè pare sia
nel programma del sottoprefetto di Mortara
demolire ad una ad una le Amministrazioni
comunali socialiste, anche le migliori
tecnicamente, come è appunto quella di
Sartirana.

Breme. – Essendo stati tagliati dei pioppi
canadesi ad un fascista, il Direttorio di
Mortara, ovverosia M****, L**** Cesare e
compagni, ordinarono la distruzione di quella
Casa del Popolo. Il che scrupolosamente venne
fatto. Dopo poco tempo si scoprì che l'autore
del vandalismo era... un altro fascista, il
quale l'aveva fatto per vendetta personale.
Naturalmente anche qui l'autorità nulla ha
fatto contro il miserabile devastatore. Il
compagno Greppi Giuseppe, ex-sindaco, fu
costretto ad emigrare in America in seguito
alle intimidazioni e minacce. Numerosi altri
compagni dovettero prendere largo.

Sargon

unread,
Feb 4, 2024, 5:08:05 AMFeb 4
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [092]

Gambolò. – I fascisti, penetrati violentemente
nel Municipio socialista, esposero il
tricolore. Partiti loro, i socialisti lo
tolsero ed esposero la bandiera rossa. Questo
bastò perchè la notte la Casa del Popolo
venisse invasa e devastata.

A Remondò, frazione di Gambolò, la notte del 15
maggio i fascisti entrarono in paese sparando
revolverate. Bastonarono, il falegname R****
Angelo, perchè non aveva voluto dar loro alcune
informazioni, indi si recarono, in compagnia di
altri fascisti sopraggiunti, a dare la caccia
al socialista C**** Carlo, presidente della
Cooperativa di Consumo. Recatisi al suo
domicilio, malgrado il terrore della moglie del
C**** e dei figli, vollero visitare la casa
guardando persino sotto il letto, poscia se ne
andarono. Ad una svolta di una via buia altri
fascisti sopraggiunsero. Ne nacque un equivoco.
Vennero sparati diversi colpi di rivoltella, e
fu ferito un fascista, certo D**** Pacifico, se
non erriamo. Che il ferimento sia stato frutto
di un equivoco, è provato da testimonianza
anche di numerosi fascisti. Ciò nonostante
l'autorità intervenuta provvide a mettere in
prigione tre contadini completamente estranei
al fatto anche loro (anche per questi vi sono
testimoni a josa).
I bandi sono anche assai di moda.

A Cilavegna il giorno 15 maggio i fascisti di
Mortara disturbano il libero svolgersi delle
elezioni, marciando per le vie del paese con
randelli e rivoltelle e minacciando i
socialisti. Questi stettero quieti sino al
termine delle elezioni, indi si ribellarono
alle loro prepotenze cacciandoli dal paese.
Ritornarono i fascisti coi carabinieri, ma i
lavoratori tennero duro e ne avvenne un
tafferuglio, in cui rimase leggermente ferito
un brigadiere dei RR. CC. Ai fascisti non venne
fatto nulla, ma ben 18 socialisti furono
arrestati senza prove di colpa, e molti
dovettero darsi alla latitanza causa le minacce
dell'autorità e dei fascisti.

A Gravellona i fascisti, esasperati dal
responso delle urne, invasero, la notte del 16
maggio, la Cooperativa di Consumo e la
devastarono completamente. Il danno è rilevante
ed una enorme quantità di generi alimentari è
andata perduta. I fascisti sfondarono pure la
porta del dott. B**** per cercarvi suo figlio
ex tenente volontario, ferito e decorato,
colpevole di avere fatto dichiarazioni
antifasciste.

Galliavola. – Il 1° maggio verso le ore 14,30,
arrivò in Galliavola un gruppo di fascisti,
capitanati dall'ex colonnello M****, armati di
randelli, pugnali e rivoltelle. Dopo essersi
recati a confabulare col maestro C**** Achille,
il M**** e soci, mettendo bene in evidenza le
loro armi, si recarono dal sindaco Angelo
Franchini imponendogli le dimissioni, pena la
distruzione di tutti i mobili di casa, ed anche
peggio. Recatisi poi dal capolega T**** Pietro,
che stava lavorando dal fittabile Carlo M****,
il M**** e compagni ordinarono al T**** di far
levare i fazzoletti rossi che i lavoratori
portavano al collo ed in tasca, minacciandolo,
in caso contrario, di sgozzargli i polli ed il
maiale, di devastargli ed incendiargli la casa
e, se del caso, di spaccargli la testa.

Sargon

unread,
Feb 4, 2024, 5:13:01 AMFeb 4
to
Il 11/01/2024 11:31, Sargon ha scritto:

> [cut]

"Fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei
fascisti in Italia" - [093]

La sera dello stesso giorno si recarono a
Cascina Nuova ove abita il sindaco Franchini ed
imposero agli abitanti della casa di aprire.
Penetrati nella casa, la perlustrarono cercando
il Franchini e spaventandone coi bastoni la
vecchia madre e la moglie, pretendendo sapere
da loro ove fosse.
Lo stesso fecero a casa del contadino Vaggi
Luigi.
Rimaste infruttuose le ricerche del Franchini e
del Vaggi si recarono a casa del capolega T**** Pietro.
Trovarono il di lui padre Francesco,
sessantenne. I malviventi lo bastonarono sì
ferocemente, che il povero vecchio dovette
stare oltre 10 giorni a letto. Gli vennero
sparati contro altresì colpi di rivoltella per
fortuna andati a vuoto. I bossoli si
ritrovarono il giorno dopo parte sul letto e
parte nel cortile. Poscia i fascisti sgozzarono
polli, oche, rovesciarono vino, rubarono
salami, producendo un danno di L. 700 circa.
Penetrarono poscia in casa del socialista M****
Giuseppe dopo sparati contro le finestre diversi
colpi di rivoltella. Rubarono due orologi, una
catena d'argento e rovinarono diversi oggetti
per un danno complessivo di L. 150.

Gambarana. – Verso le ore 16 del 15 maggio
arrivò un camion di fascisti, che, recatisi
alla Lega contadini, la invasero rompendo
mobili ed oggetti per il valore di lire 300
circa; ma visto il socialista C**** Francesco in
compagnia del fratello e del cognato gli
scaricarono contro diversi colpi di rivoltella
che lo ferirono piuttosto gravemente alla
testa.
Il feritore, L**** Francesco, venne arrestato.

Dorno. – il 18 aprile i fascisti di qui, fra
cui N**** Antonio e A**** A. (dietro le quinte il
sig. T**** Ubaldo, direttore della filanda
Bonacossa dirige le operazioni), incontrata
sulla via certa C**** Maria, la coprirono di
volgari insulti e minacce. La C****, donna
aitante, reagì con energia conciando per le
feste uno dei provocatori. La vendetta del
fascisti non tardò a scatenarsi. La sera
invasero l'abitazione della C****, ne
trasportarono i mobili e le suppellettili in
mezzo al cortile e vi appiccarono il fuoco. Le
donne del vicinato, che pregavano gli
incendiari di desistere dalla distruzione, si
ebbero minacce di morte.
Durante la giornata i fascisti, assolutamente
improvocati, avevano rovinato, alla lettera
tutti i mobili della Lega contadini e del
Circolo giovanile socialista, ed avevano empito
di immondizie il pozzo del capolega P****
Carlo. Nella notte gli spari di rivoltella
contro le finestre illuminate non ebbero
termine.

Il giorno 13 maggio, fascisti di Garlasco si
recarono alla cascina Boschetto, ove ai
fratelli Arlenghi intimarono, pena di morte, di
non recarsi a Dorno il giorno della elezioni.
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