Il 08/10/2013 12.30, Arduino ha scritto:
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> "Marcello" ha scritto nel messaggio news:l2ve24$j24$1...@news.albasani.net...
>
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>> Eppure tutto lascerebbe intendere questo, per i motivi che ti ho
>> spiegato. Una unzione informale non avrebbe neppure senso. E se fosse
>> stata una unzione formale quantomeno i vangeli avrebbero raccontato in
>> modo coerente, quando invece in apparenza dimostrano di essere
>> discordanti.
>> Inoltre gli autori avendo interesse a diffondere fra i romani
>> avrebbero esaltato questo aspetto evidenziando la ragione per cui Ges�
>> venne condannato in quanto proclamato re dei Giudei.
>
> Non necessariamente l'evangelista conosce sempre il significato reale
> dei gesti, e, non necessariamente propaganda apertamente verit� pericolose.
> Ma rimane il fatto: 25 aprile Unzione, 26 la folla lo acclama re.
> Resterebbe poi da spiegare perch� quattro evangelisti, fra tutti gli
> episodi della vita di Ges� (basti dire che tre non nominano Lazzaro)
> raccontino di una povera crista che inciampando ha rotto un vasetto in
> testa a Ges�. Quanto poi alle piccole incoerenze, allora bisognerebbe
> pensare che gli evangelisti non abbiano dato importanza neppure alla
> crocifissione, Matteo ci dice che i due ladroni insultavano Ges�, Luca
> ci racconta del buon ladrone, Giovanni afferma che port� da s� la croce,
> Luca parla del Cireneo. Persino le ultime parole variano.
> I Vangeli sono resoconti di vari testimoni, perci� imperfetti.
>
Essi affrontano il tema sotto una chiave di lettura diversa. E a secondo
della chiave di lettura, il fatto pur rimanendo invariato viene
inteso/visto in modo diverso.
Nel caso della cena di Betania agli evangelisti non interessava narrare
il fatto di per se sul profilo storico, ma interessava mostrare al
lettore come Ges� abbia avuto compassione di quella donna togliendola
dall'umiliazione e dall'imbarazzo che stava subendo a causa degli altri
giustificandola spostando l'attenzione non pi� sulla donna ma su se
stesso, per tirarla fuori dal casino.
Un esempio pratico. Tu sei in macchina con un carissimo amico. Questo
amico fa un incidente e tu resti ferito mentre lui rimane illeso. Gli
altri tuoi amici accusano lui di aver causato l'incidente e di averti
fatto del male poich� loro prendono le tue difese.
Ora tu, proprio perch� vuoi un bene dell'anima a quel tuo carissimo
amico non vuoi che lui sia ritenuto responsabile dagli altri e allora
attiri su di te ogni responsabilit� magari dicendo che mentre stavi
guidando lo hai distratto, lui non ha visto ed � successo quello che �
successo e che dunque l'amico non ha alcuna colpa mentre la colpa �
tutta tua.
Il discorso quindi � sostanzialmente identico. E del resto non � nemmeno
l'unico in cui Ges� si trova. Basti pensare all'episodio di un altra
prostituta che il popolo stava per lapidare e Ges� disse loro: Chi �
senza peccato scagli la prima pietra" perdonando poi anche la donna
invitandola a non peccare pi�.
Sono esempi di misericordia che Ges� ha voluto e vuole sottolineare
perch� il pensiero umano non prevalga su quello divino.
>> Si ma il termine "Cristo" fu coniato successivamente e per di pi� ha
>> origine greca. Ges� al contrario era riconosciuto come Maestro,
>> rabbino, dottore della Legge.
>> Unto assume anche il significato di prescelto, di messia. Stando a
>> quanto hai detto, allora anche Saul, e anche Davide che ricevettero
>> l'unzione erano dei "Cristi" :)
>
> Esatto, anche Saul e Davide, traducendo in greco, sarebbero stati dei
> Cristi. Messia significa l'Unto del signore, il re che Dio mander�.
>
Ecco, il problema per� che Ges� non venne mai riconosciuto come Messia
dagli Ebrei di quel tempo. Tanto � vero che gli stessi sommi sacerdoti
ne volevano la sua morte.
Ora proprio i sommi sacerdoti che aspettavano il messia, se l'avessero
riconosciuto l'avrebbero perseguito consegnandolo ai romani? Direi
proprio di no.
>> Ges� conosceva quelle scritture e si � riconosciuto in esse, per
>> questo ha applicato a se stesso quelle profezie.
>
> Non cambia la sostanza. Se non si fosse riconosciuto in esse, avrebbe
> rigettato quei gesti. Avrebbe evitato l'unzione e l'entrata in Gerusalemme.
>
Ma non ha rigettato quel gesto dell'unzione perch� per lui era un
incidente non una unzione. Come poteva rigettare qualcosa di imprevisto?
>> Questa interpretazione potrebbe andar bene ma cozzerebbe col fatto che
>> quella donna "ruppe" il vaso.
>> Perch� rompere quel vaso? Non aveva forse il coperchio? Non ha molto
>> senso.
>
> Evidentemente il gesto aveva un significato simbolico, magari di
> donazione totale.
>
Non credo, non ce molto da interpretrare in questo, a quale scopo poi? E
perch� proprio il vaso, spostando l'attenzione da Ges� al vaso? Io
personalmente preferisco guardare le cose nel modo pi� naturale, senza
scomodare la teologia.
> In sostanza, potrebbe significare: Non sto versando un po' di profumo
> sulla testa dell'ospite, conservando il contenitore per il prossimo; sto
> compiendo un rito.
>
Ma questa pu� essere una interpretazione del gesto, ma non � detto che
sia esattamente cosi. La descrizione causa effetto, guardando le cose
nel modo pi� realistico possibile invece trovano riscontro anche in
virtu delle condizioni in cui Ges� e i commensali si trovavano.
Cio� se si dovesse riprodurre il fenomeno "in stile scientifico"
disponendo tutte le persone a formare un cerchio e seduti per terra, e
una donna che inciampa, urta e il vaso che porta fra le mani si rompe e
si versa su una persona ti accorgeresti che il contenuto di questo vaso
per forza di cose andrebbe sia sulla testa della persona seduta per
terra che sui piedi.
Ecco perch� ritengo che questa dinamica dei fatti sia quella pi�
credibile e pi� reale.
Ma torno a ripetere, non � tanto la dinamica dei fatti quella conta, ma
il gesto di misericordia compiuto da Ges� verso quella donna per
toglierla dall'umiliazione che stava subendo dagli altri presenti,
umiliazione aggravata anche dal fatto che veniva da loro etichettata
come peccatrice o in senso pi� dispregiativo come prostituta.
Gli evangelisti hanno premura di evidenziare i gesti e l'Amore di Ges�
verso il prossimo, narrando dei fatti, ma non sono i fatti che devono
meritare piu attenzione quanto appunto il gesto di Amore compiuto da Ges�.
>> A quei tempi, i tavoli come li conosciamo oggi non esistevano; le
>> sedie neppure e la gente stava seduta per terra a gambe piegate.
>> La donna per qualche motivo inciamp�,
>
> Di Ges�, sappiamo pochissimo, Perch� mai quattro evangelisti dovrebbero
> raccontare di un piccolo incidente?
>
Per il motivo che ti ho detto prima, ossia non tanto il fatto in se,
quanto il gesto di misericordia che Ges� ha mostrato nei confronti di
quella donna. Un gesto ancora una volta esemplare, semplice ma
significativo.
>> Quello che dici avrebbe avuto senso se la donna fosse stata
>> consapevole della sua morte ma non poteva, perch� se lo avesse saputo,
>> necessariamente anche gli altri presenti lo avrebbero saputo e non
>> sarebbero stati cosi incauti da esporsi in prima persona alla morte.
>
> La donna piange, Gli apostoli mentre Ges� passando da Gerico camminava
> verso Betania lo seguivano titubanti, La madre dei due fratelli Zebedei
> gli chiede un posto preminente nel suo regno per i suoi figli, prima di
> Partire Ges� aveva promesso una trib� di Israele a ciascun apostolo,
> Giuda preocccupato si era gi� premunito di accordarsi coi sacerdoti del
> tempio.
>
Ma non possiamo sapere in modo assoluto, quello che le parole non dicono
espressamente o quali fossero i sentimenti degli altri.
La questione della madre che fa quella richiesta � una reazione emotiva
del tutto naturale. Del resto quale madre non vuole il bene dei propri
figli? Che Giuda si fosse accordato preventivamente mah io ne dubito.
>> No, io sono convinto che il ministero di Ges� dur� meno di un anno al
>> contrario di quanto si ritiene nel vangelo di Giovanni.
>
> Se ne sai pi� tu dell'evangelista Giovanni ...
>
L'evangelista Giovanni non � l'apostolo Giovanni della rosa dei dodici,
ma un altro che attribuisce il testo all'apostolo. Cosi come per il
vangelo di Matteo, Marco e Luca.
Di questi ultimi gli evangelisti non erano discepoli di Ges� ma di San
Paolo, tanto � vero che Marco e Luca non compaiono nella rosa dei dodici
e Luca viene menzionato nelle lettere di San Paolo.
Il vangelo secondo Giovanni � stato poi scritto 50-70 anni dopo la morte
di Ges� quando gi� si era costruita una teologia attorno a Ges�.
Normalmente si usa prendere la testimonianza pi� antica come fonte
primaria da cui poi basarsi sulle altre.
Nel caso di specie la testimonianza pi� antica � data dalle Lettere, e
dopo dai Vangeli ma tra i vangeli, il pi� antico dei quattro � quello di
Marco.
>> Ges� a Gerusalemme saliva ogni anno come consuetudine per la Pasqua
>> ebraica, quindi � oggettivamente irrilevante associare la durata del
>> suo ministero alle Pasque citate.
>
> Il primo miracolo di Ges� viene citato. Quindi, se si parlasse di Pasque
> precedenti, non avrebbe potuto compiere miracoli.
>
E che centra? Ges� si recava ogni anno a Gerusalemme come consuetine.
Non si pu� quindi associare il miracolo a una pasqua precedente o
all'ultima, ma solo ad un periodo che non si pu� abbinare esattamente
nel tempo.
Poi torno a dire, i vangeli furono scritti a partire dal 70 d.c. ossia
30-40 anni dopo la sua morte, e nemmeno da testimoni oculari (eccetto
per le Lettere) e prima di allora era consuetudine tramandare a voce.
Non ce da sorprendersi delle incongruenze che si riscontrano a causa di
notizie frammentarie.
La cosa pi� importante e cio� il messaggio di Ges� ossia il suo
insegnamento e il suo stile di vita invece erano cose risapute e pi�
alla portata di tutti e infatti questi mantengono una certa coerenza non
solo nelle lettere ma anche negli altri scritti.
>> Ges� era un dottore della Legge,
>
> Dove sta scritto?
>
Come dove sta scritto? Cito alcuni riferimenti:
a) Mt 4, 23-29; 10, 2-4; 13,54
b) Lc 4, 37.44; 7, 17; 8, 1.
c) Mc 1,22.28; 3, 7-8; 6, 2.
O pi� semplicemente quando troviamo scritto: "Ges� insegnava nelle
sinagoghe della Galilea e di tutta la Palestina [...] La sua fama [...]
Chiunque lo ascoltava restava stupito dei suoi insegnamenti e si
domandava da dove proveniva tutta quella sapienza.
Lo si comprende da qui.
>> e al contrario dei sommi sacerdoti egli spiegava le scritture al
>> popolo atraverso l'uso delle parabole, usando un linguaggio semplice e
>> alla loro portata.
>
> Perch� allora dice di usare le parabole affinch� i non discepoli odano
> ma non discernino?
> Il popolo aveva sempre compreso la scrittura. Le parabole servivano per
> predicare l'avvento del regno di Dio senza che i possibili delatori
> comprendessero.
>
Perch� quelle sono aggiunte successive che miravano a dare l'esclusivit�
agli apostoli, cio� come unici depositari dell'insegnamento di Ges�.
Invece Ges� insegnava al popolo e si esprimeva al popolo usando un
linguaggio semplice fatto di elementi di quel tempo: campi, pecore, re,
servi, etc proprio perch� erano simboli pi� alla loro portata di
comprensione; considerando che per la maggiore era gente priva di
istruzione e dedita esclusivamente all'agricoltura, alla pesca e alla
pastorizia. E l'istruzione era solo di pochi.
>> Dando cosi l'occasione propizia ai sommi sacerdoti di arrestarlo e
>> consegnarlo a pilato, in attuazione di quello che si era proposto di
>> fare.
>
> Strane leggi avrebbero avuto i romani, crocifissione se rovesciavi le
> bancarelle. Entrare in citt� con gente armata, osannato come re, invece
> non era reato.
>
> Inoltre, a quelli che rovesciavano le bancarelle, i romani mettevano una
> corona di spine, un mantello di porpora, e gli davano in mano un bastone
> come scettro. Ed inoltre quando venivano crocifissi, sopra la testa gli
> mettevano il Cartello:
> "Questo � il re dei Giudei"
>
Per i romani Ges� non costituiva alcun pericolo. Ma tu sei davvero
convinto che se Ges� fosse stato veramente un pericolo per i romani essi
lo avrebbero lasciato vivere a lungo? Credi forse che i romani non
erano informati a riguardo di Ges� ancor pi� quando lui parlava al
pubblico e non in segreto?
Ges� venne consegnato ai romani dalle autorit� religiose perch� queste
ultime lo guardavano come un ostacolo per loro e per i loro interessi
facendo pressione ai romani per toglierlo di mezzo, visto che il potere
di vita e di morte non era pi� in mano ai sacerdoti ma al governatore
romano.