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Creta minoica: una società senza guerre?

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Bhisma

unread,
Nov 10, 2017, 8:20:15 AM11/10/17
to
In qualche modo si ritiene, sin dai tempi della Grecia classica, che
l'antica, scomparsa civiltà cretese, fosse una sorta di paradiso in
terra, una specie di "età dell'oro" non funestata dalle guerre e dagli
scontri sociali che caratterizzavano altri popoli dell'area. Ricca,
opulenta, dedita alle arti, ai divertimenti, al sesso e non alla
guerra, godendo di una prosperità starordinaria per l'epoca e basata
essenzialmente sul commercio e sui traffici garantiti da un ferreo
dominio del mare (talassocrazia) , la civiltà minoica avrebbe garantito
uno sviluppo sereno e poco oppressivo della zona egea.
L'idea rimonta addirittura a Tucidide, il grande storico greco, che non
era certo tipo da farsi illusioni ottimistiche su una cultura, il quale
attribuisce al leggendario re Minosse (l'attuale denominazione
"minoici" viene da lui) un totale dominio del mare, la colonizzazione
pacifica delle isole Cicladi. l'instaurazione di un sistema di tributi
giusto, e l'eliminazione della pirateria, attività frequente tra i
Greci, e non disonorevole all'epoca [1]
E' da notare come Minosse sia divenuto una figura tradizionale di
giustizia e di saggezza, tanto da essere considerato uno dei giudici
delle anime dei morti nell'Ade, idea questa che durerà sino a Dante.

Questa idea aurea ed idilliaca della civiltà cretese come portatrice di
una "pax minoica" integrale venne ripresa in modo non privo di valide
motivazioni. anche se probabilmente troppo esagerato ed unilaterale, da
diversi archeologi, primo fra tutti sir Arthur Evans, l'archeologo
britannico primo scopritore ed escavatore di questa civiltà, che coniò
appunto per essa il nome di "minoica".
Sia pure in senso critico, l'idea permane ancor oggi, e trova il suo
fondamento nell'assenza di fortificazioni sull'isola (in un'epoca in
cui le poderose citadelle micenee erano d'obbligo, in Grecia
continentale) nell'assenza di rappresentazioni di vita militare
spedizioni di guerra etc. nell'iconografia, nella relativa scarsità di
armi rinvenute (per quanto le spade cretesi siano di eccellente fattura
si ritiene avessero uso sostanzialmente cerimoniale) e nell'assenza di
segni tangibili di guarnigioni e dominio militare sulle isole egee
rientranti nel dominio cretese.
Questo punto di vista è stato criticato da altri archeologi, che hanno
fatto notare come non siano inesistenti società che pur praticando
guerra non conoscono fortificazioni, hanno ridimensionato l'idea che le
armi fossero meramente cerimoniali, hanno interpretato come battaglia o
duello certi frammenti di affreschi (che per altro rimangono aperti ad
interpetazioni diverse di tipo agonistico-rituale anche cruento) e via
dicendo.

La questione al momento non è chiara: anche i recentissimissimi
escavatori del sito di Afiarti non hanno esitato a suggerire che
l'assetto privo di ogni difesa, aperto ed ameno della località
vicinissima al mare, suggerisce fortemente l'idea di una società che
non conoscesse guerre o che perlomeno non temesse incursioni [2]

Le conclusioni di una conferenza archeologica specialistica
sull'argomento [3] sono incerte: l'idea che -- unica tra la civiltà del
Bronzo che conosciamo -- Creta riuscisse a fare a meno della guerra, è
così straordinaria, che per assumerla come valida occorrerebbero prove
straordinarie, maggiori di quelle che abbiamo. D'altra parte, non si
può disconoscere il fatto che evidenze dell'esistenza di un esercito,
di guerre di conquista o difensive, della ossessiva celebrazione della
vita militare e guerresca tipica delle società di quell'epoca, non ce
ne sono.

E' possibile che, espandendosi sul mare, e riuscendo in qualche modo ad
evitare conflitti interni, Creta sia riuscita ad evitare conflitti
maggiori sul proprio suolo, grazie alla forza della propria flotta,
sinché, indebolita dall'eruzione di Thera -- non ci vuol molto a
supporre che il gigantesco tsunami abbia avuto effetti devastanti sulle
navi -- ricca com'era divenne facile preda per i saccheggiatori micenei.

Ma a meno di altre e più conclusive prove in un senso o nell'altro,
qualunque conclusione è al momento molto speculativa.

==========================

[1] Tucidide (Storie, I 4-5) <cite> Minosse infatti, il più antico tra
quelli di cui sappiamo per fama, si procurò una flotta ed ebbe il
dominio sul mare ora Ellenico per gran parte e comandò sulle isole
Cicladi e divenne primo colonizzatore della maggior parte di esse, dopo
aver cacciato i Cari ed aver insediato come capi i propri figli; e la
pirateria, come (è) evidente, egli eliminava dal mare per quanto
poteva, allo scopo che i tributi di più giungessero a lui. Gli Elleni
infatti anticamente e tra i barbari quelli vicini al mare sulla
terraferma e quanti avevano isole, quando iniziarono di più ad
attraversare il mare con navi gli uni verso gli altri, si volsero alla
pirateria, conducendo li uomini non dei più incapaci, allo scopo del
proprio guadagno e del sostentamento per i deboli, e piombando su
centri urbani privi di mura e abitati per villaggi facevano rapina e si
procuravano la maggior parte del sostentamento da qui, non comportando
ancora disonore questa attività, ma piuttosto arrecando anche una
qualche fama; e lo dimostrano tuttora alcuni degli abitanti del
continente, per i quali è motivo di vanto fare bene questo, e gli
antichi tra i poeti che formulano le domande di quelli che sbarcano
dovunque allo stesso modo, se sono pirati, come se né coloro ai quali
fanno la domanda considerassero indegna l'attività, e coloro ai quali
era motivo di interesse sapere non intendessero offendere. </cite>

[2]
http://www.ekathimerini.com/46418/article/ekathimerini/news/pax-minoica-in-aegean

[3]
https://it.wikipedia.org/wiki/Civilt%C3%A0_minoica#La_guerra_e_.22la_pace_minoica.22

Don Fizzy®

unread,
Nov 10, 2017, 4:58:58 PM11/10/17
to
Bhisma wrote:

|| E' possibile che, espandendosi sul mare, e riuscendo in qualche modo
|| ad evitare conflitti interni, Creta sia riuscita ad evitare conflitti
|| maggiori sul proprio suolo, grazie alla forza della propria flotta,
|| sinché, indebolita dall'eruzione di Thera -- non ci vuol molto a
|| supporre che il gigantesco tsunami abbia avuto effetti devastanti
|| sulle navi -- ricca com'era divenne facile preda per i
|| saccheggiatori micenei.
||
|| Ma a meno di altre e più conclusive prove in un senso o nell'altro,
|| qualunque conclusione è al momento molto speculativa.

[...]

Interessante, grazie.








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Maurizio Pistone

unread,
Nov 11, 2017, 1:14:01 PM11/11/17
to
Bhisma <af.b...@gmail.com> wrote:

> In qualche modo si ritiene, sin dai tempi della Grecia classica, che
> l'antica, scomparsa civiltà cretese, fosse una sorta di paradiso in
> terra, una specie di "età dell'oro" non funestata dalle guerre e dagli
> scontri sociali che caratterizzavano altri popoli dell'area.

direi che ci sono due aspetti del problema:

1. Creta ha mai avuto guerre interne? L'isola misura 8 mila e rotti km2,
poco meno della Corsica. Una discreta dimensione, secondo i criteri
dell'età del bronzo. La presenza di diversi "palazzi" fa pensare a
diversi centri di potere. Sono sempre andati d'accordo? Sono sempre
stati sotto un'unica autorità? Se sì, qual era la forma dello Stato?
Come è avvenuta l'unificazione, pacificamente o attraverso una politica
di conquista? Domande a cui non abbiamo una risposta.

2. C'è mai stato un tentativo di invasione dall'esterno? Data
l'estensione dell'isola, e la lunghezza della costa, una costante difesa
di tutto il territorio è impossibile. Degli invasori ben organizati e
abbastanza fortunati potrebbero stabilire una forte testa di ponte,
prima che dall'interno possa partire una controffensiva efficace. C'è
mai stato un tentativo del genere? Se sì, perché non se ne trovano
tracce? Se no, perché no? Anche in questo caso, nessuna risposta.


--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
http://blog.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it

Bhisma

unread,
Nov 12, 2017, 4:03:30 AM11/12/17
to
Maurizio Pistone wrote:

> 1. Creta ha mai avuto guerre interne? L'isola misura 8 mila e rotti
> km2, poco meno della Corsica. Una discreta dimensione, secondo i
> criteri dell'età del bronzo. La presenza di diversi "palazzi" fa
> pensare a diversi centri di potere. Sono sempre andati d'accordo?
> Sono sempre stati sotto un'unica autorità? Se sì, qual era la forma
> dello Stato? Come è avvenuta l'unificazione, pacificamente o
> attraverso una politica di conquista? Domande a cui non abbiamo una
> risposta.
>
> 2. C'è mai stato un tentativo di invasione dall'esterno? Data
> l'estensione dell'isola, e la lunghezza della costa, una costante
> difesa di tutto il territorio è impossibile. Degli invasori ben
> organizati e abbastanza fortunati potrebbero stabilire una forte
> testa di ponte, prima che dall'interno possa partire una
> controffensiva efficace. C'è mai stato un tentativo del genere? Se
> sì, perché non se ne trovano tracce? Se no, perché no? Anche in
> questo caso, nessuna risposta.

In effetti non credo sia possibile rispondere a domande del genere,
allo stato attuale di conoscenza.

Quello che possiamo dire, come dato materiale, è che i ritrovamenti
archeologici parebberro deporre verso una molto minore importanza della
guerra, nell'architettura, nell'iconografia, nell'organizzazione
sociale, di quanto accade per le coeve città del Bronzo.
Ma come mettevo in evidenza nel precedente post, sul *significato
reale* di questo dato, si discute molto e non c'è accordo tra gli
specialisti.

Detto questo, come parere personale per quello che conta, mi pare che
se si prende sul serio il passo sull'arcaica (solo leggendaria?)
talassocrazia cretese di Tucidide, la tendenza a svilupparsi sul mare
potrebbe rendere conto sia dell'assenza di conflitti interni cretesi,
rispetto ai quali lo sviluppo marittimo avrebbe potuto fare da valvola
di sfogo, sia di conflitti esterni.
Una potente flotta avrebbe fatto buona guardia alle isole minoiche e
come osserva l'autore de "Il mare degli antichi", in Omero e
nell'iconografia micenea tracce di guerra navale tra flotte non ce ne
sono, solo di incursioni e colpi di mano pirateschi.
E' ragionevole supporre che i Micenei fossero in grado di proiettare
una forza militare terrestre di un certo peso attraverso il mare, ma
non di sostenere una vera e propria guerra navale.

Mi sembra che questa idea degli effetti di uno sviluppo essenzialmente
marinaresco trovi un certo conforto nel successivo andamento della
civiltà fenicia: grandi navigatori, grandi mercanti, grandi "pirati",
molto più interessati a fondare basi per le loro navi che a stabilire
controllo diretto su vaste estensioni territoriali.

Bhisma

unread,
Nov 12, 2017, 4:05:10 AM11/12/17
to
Bhisma wrote:

> città

intendevo scrivere "civilità".

Arduino

unread,
Nov 13, 2017, 1:33:06 PM11/13/17
to
Maurizio Pistone <scri...@mauriziopistone.it> ha scritto:

> direi che ci sono due aspetti del problema:
>
> 1. Creta ha mai avuto guerre interne? L'isola misura 8 mila e rotti
km2,
> poco meno della Corsica. Una discreta dimensione, secondo i criteri
> dell'età del bronzo. La presenza di diversi "palazzi" fa pensare a
> diversi centri di potere. Sono sempre andati d'accordo? Sono sempre
> stati sotto un'unica autorità? Se sì, qual era la forma dello Stato?
> Come è avvenuta l'unificazione, pacificamente o attraverso una politica
> di conquista? Domande a cui non abbiamo una risposta.

Si possono fare solo ipotesi: In origine era arrivato solo un piccolo
gruppo umano unito sotto un monarca, sono divenuti numerosi restando però
sempre uniti politicamente.
Le guerre per l'unificazione c'erano state, ma in tempi antichi, nei
tempi storici ne era svanito il ricordo.
Si era verificata una riunificazione tramite successione dinastica, come
in Spagna.
C'erano molti centri di potere, ma come per i Fenici, l'interesse ad
espandersi era rivolto non verso la città vicina, ma oltremare.
Le guerra le facevano, ma avevano raggiunto un grado di civiltà come noi
nelle guerre moderne, per cui l'obbiettivo non era saccheggiare o
distruggere la città avversaria, ma sconfiggere il nemico sul campo, per
poi chiedere del territorio o un indennizzo.
Avevano stabilito un sistema di controllo delle nascite per cui non
avevano bisogno delle guerre.

> 2. C'è mai stato un tentativo di invasione dall'esterno? Data
> l'estensione dell'isola, e la lunghezza della costa, una costante
difesa
> di tutto il territorio è impossibile. Degli invasori ben organizati e
> abbastanza fortunati potrebbero stabilire una forte testa di ponte,
> prima che dall'interno possa partire una controffensiva efficace. C'è
> mai stato un tentativo del genere? Se sì, perché non se ne trovano
> tracce? Se no, perché no? Anche in questo caso, nessuna risposta.

Erano gli unici in grado di combattere sul mare, un buon sistema di
vedette dava immediatamente l'allarme, prima che gli incursori tirassero
in secca le navi, era già uscita la flotta per prenderli alle spalle,
mentre una milizia gli andava incontro, quindi al più avrebbero potuto
saccheggiare qualche fattoria, ma mai più lasciare l'isola.
I cretesi erano riusciti a diffondere un timore superstizioso.


--
Arduino d'Ivrea

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