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La banalità del male

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IMe

unread,
Apr 6, 2010, 6:21:43 AM4/6/10
to
Vi chiedo di osservare questo filmato fino in fondo.

Non fatevi influenzare dalla retorica delle frasi introduttive.

Ascoltate i dialoghi dei soldati. Osservate i movimenti degli uomini che
vanno a raccogliere i feriti.

In questi giorni, successivi alla Pasqua vi chiedo di guardare in faccia la
banalità del male e la semplice contundente forza del bene.

http://tinyurl.com/y9pto3s


--
IMe

Marina

unread,
Apr 6, 2010, 6:59:53 AM4/6/10
to
Ime ha scritto:

> Non fatevi influenzare dalla retorica delle frasi introduttive.
>
> Ascoltate i dialoghi dei soldati. Osservate i movimenti degli uomini che
> vanno a raccogliere i feriti.
>
> In questi giorni, successivi alla Pasqua vi chiedo di guardare in faccia la

> banalit del male e la semplice contundente forza del bene.
>
> http://tinyurl.com/y9pto3s


Grazie di avere postato questo video.
Mi colpisce non solo la banalita' del male, ma il tentativo condotto
sino allo stremo di spersonalizzare il "nemico": quando al termine i
soldati si accorgono di avere colpito due bambini, solo con fatica e
in seconda battuta riescono a definirli "bambini". Si autogiustificano
subito per averli feriti: in fondo, non e' colpa loro se gli iracheni
portano i loro figli in un teatro di scontri.
Un altro elemento che mi ha colpita e' stato il fatto che i soldati
americani abbiano colpito il camioncino che si era prestato a
soccorrere il ferito.
Sto proprio leggendo in questo periodo in linee molto generali il modo
in cui erano combattute le guerre in epoca pre-napoleonica: persino
negli assalti piu' cruenti era prevista una pausa in cui ai rispettivi
eserciti era consentito recuperare i corpi dei caduti e dei feriti.
Siamo ben piu' barbari oggi degli uomini di tre secoli fa.

Ciao,
Marina

IMe

unread,
Apr 6, 2010, 5:31:13 PM4/6/10
to
"Marina" <piccol...@tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:ba857632-7305-4c4f...@r18g2000yqd.googlegroups.com...

>
> Siamo ben piu' barbari oggi degli uomini di tre secoli fa.
>

Non saprei dire. Le guerre sono la massima espressione del pragmatismo
quindi, più che barbarie, parlerei di efficienza.

I soldati sono frutto di un addestramento pianificato che li deve far
reagire velocemente ed efficacemente per ridurre il potere militare
dell'esercito avversario e senza essere frenati da sentimenti quali la
carità e la pietà.

Ed infatti molti soldati non riescono ad adattarsi alla vita civile che
considerano debole per colpa delle mille garanzie del diritto. Per questo
motivo il 10% della popolazione penitenziaria degli USA è composta da
ex-soldati

E' proprio questa la parte più impressionante del video: se gli viene tolta
la necessità di provare pietà, l'uomo "desidera" agire in modo da
massimizzare i vantaggi per se stesso.

Quel soldato desidera uccidere senza la tensione del pericolo, senza paura e
persino senza odio. Ed è questa, in tutta la sua banalità, la perfetta
rappresentazione del male.

--
IMe

max man

unread,
Apr 6, 2010, 6:38:25 PM4/6/10
to
IMe ha scritto:

> Non saprei dire. Le guerre sono la massima espressione del pragmatismo
> quindi, più che barbarie, parlerei di efficienza.

> I soldati sono frutto di un addestramento pianificato che li deve far
> reagire velocemente ed efficacemente per ridurre il potere militare
> dell'esercito avversario e senza essere frenati da sentimenti quali la
> carità e la pietà.

> Ed infatti molti soldati non riescono ad adattarsi alla vita civile che
> considerano debole per colpa delle mille garanzie del diritto. Per questo
> motivo il 10% della popolazione penitenziaria degli USA è composta da
> ex-soldati

> E' proprio questa la parte più impressionante del video: se gli viene tolta
> la necessità di provare pietà, l'uomo "desidera" agire in modo da
> massimizzare i vantaggi per se stesso.

> Quel soldato desidera uccidere senza la tensione del pericolo, senza paura e
> persino senza odio. Ed è questa, in tutta la sua banalità, la perfetta
> rappresentazione del male.

Non desidero fare polemica, ma ti racconto cosa mi e' venuto in mente
immediatamente non
appena ho letto le tue giuste considerazioni. Ho pensato alla pena di
morte medicalizzata
negli Usa, nonché alle eutanasie nei paesi del Nord Europa e agli aborti
in tutto il mondo
sviluppato. Stessa proceduralizzazione, stessa spersonalizzazione de...
l'operatore.
Il male di questa epoca e' multiforme, ma il ceppo e' unico. Convivere con
la morte, farla
nostra con la tecnologia, permetterle l'ingresso nella quotidianità e
farne occasione di
efficientamento. Una cosa che Junger aveva preconizzato come fine della
nostra civiltà.


--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it

Luciano

unread,
Apr 6, 2010, 7:10:52 PM4/6/10
to

"Marina" <piccol...@tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:ba857632-7305-4c4f...@r18g2000yqd.googlegroups.com...

> Sto proprio leggendo in questo periodo in linee molto generali il modo


> in cui erano combattute le guerre in epoca pre-napoleonica: persino
> negli assalti piu' cruenti era prevista una pausa in cui ai rispettivi
> eserciti era consentito recuperare i corpi dei caduti e dei feriti.
> Siamo ben piu' barbari oggi degli uomini di tre secoli fa.

Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si
conducevano con metodi piů umani.
Hai sottolineato con precisione l'epoca in cui č avvenuto il cambiamento. Č
stata la rivoluzione francese a scatenare il nazionalismo, e a nobilitarlo
anche come motivo di guerra senza freni e senza regole umanitarie.

Mauro.

unread,
Apr 7, 2010, 3:42:47 AM4/7/10
to
max man ha scritto:

"(...) Convivere con la morte, farla nostra con la tecnologia, permetterle
l'ingresso nella quotidianit� e farne occasione di efficientamento. Una
cosa che Junger aveva preconizzato come fine della nostra civilt�."

e quando sarebbe nata questa "nostra civilt�" di cui ci sarebbe la fine ^
chiedo questo perch� secoli fa esistevano boia e roghi, ossia c'era la
pena di morte per criminali, oppositori, eretici e apostati. Ossia una
situazione per alcuni peggiore dell'attuale.
Quindi quando sarebbe nata questa "nostr� civilt�" d cui parli ?


ciao

IMe

unread,
Apr 7, 2010, 4:17:46 AM4/7/10
to
"max man" <me...@man.it> ha scritto nel messaggio
news:hpgd51$7fb$1...@news.newsland.it...

> Il male di questa epoca e' multiforme, ma il ceppo e' unico.
> Convivere con la morte, farla nostra con la tecnologia, permetterle

> l'ingresso nella quotidianit� e
> farne occasione di efficientamento.

Hai detto bene, il ceppo � unico e noi siamo impreparati a riconoscerlo.

Ci hanno mostrato il male ed il bene come riconoscibili dai comportamenti,
dal linguaggio, dai tratti somatici, dall'abbigliamento, dalla provenienza,
dall'odore.

Ci hanno detto che il diritto rappresenta il discrimine e che gli scopi sono
una giustificazione.

E gran parte della nostra battaglia si risolve nel conformarci a questi
schemi e lasciamo sciamare il male attorno e dentro di noi, che ci separi
dal nostro semplice compito, dall'esigenza, dall'evidenza e dalla semplicit�
della chiamata di Cristo.

Il male � banale ed il bene � semplice, si riconoscono dalle sfumature.
L'impazienza del dito su un grilletto, lo mano stretta sotto l'ascella di un
ferito. Per questo sono facili da negare di fronte alla grandezza di uno
schema.

--
IMe

Mauro.

unread,
Apr 7, 2010, 5:14:04 AM4/7/10
to
Luciano ha scritto:

"Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si
conducevano con metodi piů umani."


mi pare che la strage contro gli albigesi dimostri il contrario
:-(

FatherMcKenzie

unread,
Apr 7, 2010, 7:29:28 AM4/7/10
to
Il 07/04/2010 11.14, Mauro. ha scritto:
> Luciano ha scritto:
>
> "Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si
> conducevano con metodi più umani."

>
>
> mi pare che la strage contro gli albigesi dimostri il contrario
> :-(

Io propongo sempre ai frequentatori di venire a fare un giro a Guardia
Piemontese (CS) nei luoghi del massacro dei valdesi. Ma ricorderei che,
un po' più tardi del medioevo e comunque prima della rivoluzione
francese, in particolare tra il XVI e il XVIII secolo, si sono
combattute per secoli guerre di religione in tutta Europa, e sono state
molto efferate tranne per il fatto ovvio che gli strumenti di guerra
erano molto meno efficaci rispetto a oggi e non consentivano di radere
al suolo in un colpo città intere.
Inoltre, il fenomeno della tratta degli schiavi (distruzione di villaggi
e deportazione di uomini e donne più violenze sessuali e non) è
cominciato ben prima della RF, e solo nel 1839 chiaramente condannato da
Gregorio XVI.

--
Eîpen dè ho Iesoûs, oudè egó se katakríno: poreúou, kaì
apò toû nûn mekéti hamártane (Euaggélion katà Ioánnen, 8,11)

IMe

unread,
Apr 7, 2010, 8:35:25 AM4/7/10
to

"Mauro." <nos...@galaxycorp.com> ha scritto nel messaggio
news:hphd1n$r31$1...@news.newsland.it...

> max man ha scritto:
>
> "(...) Convivere con la morte, farla nostra con la tecnologia, permetterle
> l'ingresso nella quotidianità e farne occasione di efficientamento. Una
> cosa che Junger aveva preconizzato come fine della nostra civiltà."
>
> e quando sarebbe nata questa "nostra civiltà" di cui ci sarebbe la fine ^

E' difficile se non impossibile stabilire la data di nascita di una civiltà
visto che queste gestazioni possono essere molto lunghe, posso darti la data
del battesimo che fu il 12 settembre 1683 al termine della Battaglia di
Vienna.

--
IMe

Luciano

unread,
Apr 7, 2010, 6:14:41 AM4/7/10
to

"Mauro." <nos...@galaxycorp.com> ha scritto nel messaggio
news:hphics$cf5$1...@news.newsland.it...

> Luciano ha scritto:
>
> "Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si
> conducevano con metodi piů umani."
>
>
> mi pare che la strage contro gli albigesi dimostri il contrario
> :-(

Un diritto consuetudinario di guerra esisteva, e in buona parte veniva
praticato.
Certo oggi ne daremmo un giudizio insoddisfacente, perché stabiliva regole
diverse per le guerre fra popoli cristiani, e per quelle di cristiani contro
infedeli o eretici. In questo secondo caso le regole umanitarie non
valevano.

mitrafrancesco

unread,
Apr 7, 2010, 8:01:57 AM4/7/10
to
Luciano ha scritto:

> "Marina" <piccol...@tiscali.it> ha scritto nel messaggio
> news:ba857632-7305-4c4f...@r18g2000yqd.googlegroups.com...

> > Sto proprio leggendo in questo periodo in linee molto generali il modo
> > in cui erano combattute le guerre in epoca pre-napoleonica: persino
> > negli assalti piu' cruenti era prevista una pausa in cui ai rispettivi
> > eserciti era consentito recuperare i corpi dei caduti e dei feriti.
> > Siamo ben piu' barbari oggi degli uomini di tre secoli fa.

> Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si

> conducevano con metodi pi� umani.
> Hai sottolineato con precisione l'epoca in cui � avvenuto il cambiamento. �

> stata la rivoluzione francese a scatenare il nazionalismo, e a nobilitarlo
> anche come motivo di guerra senza freni e senza regole umanitarie.


Beh, sotto l" l'influenza umanizzante della chiesa" sono state combattute
le guerre di religione, prima fra tutte la guerra dei trent'anni, ove il
massacro era la norma. Parte della Germania ne risult� spopolata, e ci
furono episodi di cannibalismo tra i pochi superstiti civili.

Entrambe le parti sventolavano la stessa croce.

Luciano

unread,
Apr 7, 2010, 11:55:39 AM4/7/10
to

"mitrafrancesco" <franNO...@fastwebnet.it> ha scritto nel messaggio
news:hphs7l$ald$1...@news.newsland.it...

> Beh, sotto l" l'influenza umanizzante della chiesa" sono state combattute
> le guerre di religione, prima fra tutte la guerra dei trent'anni, ove il
> massacro era la norma. Parte della Germania ne risult� spopolata, e ci
> furono episodi di cannibalismo tra i pochi superstiti civili.
>
> Entrambe le parti sventolavano la stessa croce.

Mi sembra un giudizio superficiale considerare guerre di religione quasi
tutte quelle combattute al tempo della controriforma.
In particolare durante la guerra dei trent'anni, che, come giustamente dici,
fu la pi� sanguinosa, la Francia, paese cattolico, era alleata con gli stati
protestanti. Ci� significa, secondo me, che c'erano rivalit� di altro
genere, le solite che per lo pi� promuovono le guerre.

FatherMcKenzie

unread,
Apr 7, 2010, 4:04:35 PM4/7/10
to
Il 07/04/2010 17.55, Luciano ha scritto:

> Mi sembra un giudizio superficiale considerare guerre di religione quasi
> tutte quelle combattute al tempo della controriforma.
> In particolare durante la guerra dei trent'anni, che, come giustamente dici,

> fu la più sanguinosa, la Francia, paese cattolico, era alleata con gli stati
> protestanti. Ciò significa, secondo me, che c'erano rivalità di altro
> genere, le solite che per lo più promuovono le guerre.

Il discorso però era un altro, e cioè che la fede degli uni e degli
altri non limitò affatto l'efferatezza delle oprazioni militari.
Pensa solo alla notte di San Bartolomeo, dopo la terza guerra di
religione e il trattato di Saint Germain.
Quanto alle cause, sono d'accordo, a patto che si usi lo stesso metro
anche oggi, quando frettolosamente s'individuano le cause dei vari
conflitti nell'appartenenza a differenti religioni.

mitrafrancesco

unread,
Apr 7, 2010, 4:27:33 PM4/7/10
to
Luciano ha scritto:

> "mitrafrancesco" <franNO...@fastwebnet.it> ha scritto nel messaggio
> news:hphs7l$ald$1...@news.newsland.it...

> > Beh, sotto l" l'influenza umanizzante della chiesa" sono state combattute
> > le guerre di religione, prima fra tutte la guerra dei trent'anni, ove il

> > massacro era la norma. Parte della Germania ne risultò spopolata, e ci


> > furono episodi di cannibalismo tra i pochi superstiti civili.
> >
> > Entrambe le parti sventolavano la stessa croce.

> Mi sembra un giudizio superficiale considerare guerre di religione quasi
> tutte quelle combattute al tempo della controriforma.
> In particolare durante la guerra dei trent'anni, che, come giustamente dici,

> fu la più sanguinosa, la Francia, paese cattolico, era alleata con gli stati
> protestanti. Ciò significa, secondo me, che c'erano rivalità di altro
> genere, le solite che per lo più promuovono le guerre.


Su quello che dici non c'è alcun dubbio, tutte le guerre hanno motivi
ideologici, per i polli che le combattono. Nei fatti i motivi sono di
potere personale.
Ma quello che intendevo far rilevare era che " l'influenza umanizzante
della chiesa" non solo non è mai esistita in guerra, ma semmai forniva un
motivo in più a renderla ancora più spietata. Il massacrare il nemico
veniva visto come un giusto castigo divino, tanto più che non mancavano ,
almeno da parte cattolica, perfino gli incitamenti papali a farlo.

Anche nella prima guerra mondiale, il "gott mit uns" dei tedeschi, ed il
"Dio stramaledica gli inglesi" ha avuto il suo peso sui massacri
perpetrati in Belgio a spese dei civili.

Per tacere dei gagliardetti delle camicie nere dell' ARMIR benedetti prima
di partire per la guerra di Russia o di jugoslavia, dove, al di la della
facile propoganda postbellica, anche loro hanno fatto la loro parte di
massacri.

enrico

unread,
Apr 8, 2010, 1:01:26 AM4/8/10
to
On 7 Apr, 01:10, "Luciano" <lucya...@fastwebnet.it> wrote:

> Nel medio evo, sotto l'influenza umanizzante della chiesa, le guerre si

> conducevano con metodi pi� umani.
> Hai sottolineato con precisione l'epoca in cui � avvenuto il cambiamento. �


> stata la rivoluzione francese a scatenare il nazionalismo, e a nobilitarlo
> anche come motivo di guerra senza freni e senza regole umanitarie.

Questo forse "nel boschetto della tua fantasia".
Non nego che mi piacerebbe spedirti di persona a verificare
quanto era umana una guerra medievale.

Enrico

Luciano

unread,
Apr 8, 2010, 5:56:31 AM4/8/10
to

"enrico" <sieg...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:98232538-a059-4cad...@z7g2000yqb.googlegroups.com...

Nessuna guerra è "umana". Ma a partire dalla rivoluzione francese c'è stato
un salto di qualità (verso il peggio).
Da un punto di vista morale, c'è stato un altro peggioramento. Il
nazionalismo e il patriottismo, due sentimenti in sé non riprovevoli, sono
stati esaltati fino al punto da considerare patriottico l'odio e la crudeltà
verso i nemici.

enrico

unread,
Apr 8, 2010, 1:15:56 PM4/8/10
to
On 8 Apr, 11:56, "Luciano" <lucya...@fastwebnet.it> wrote:

max man

unread,
Apr 8, 2010, 6:13:19 PM4/8/10
to
Mauro. ha scritto:

> max man ha scritto:

> "(...) Convivere con la morte, farla nostra con la tecnologia, permetterle

> l'ingresso nella quotidianità e farne occasione di efficientamento. Una
> cosa che Junger aveva preconizzato come fine della nostra civiltà."

> e quando sarebbe nata questa "nostra civiltà" di cui ci sarebbe la fine ^
> chiedo questo perchè secoli fa esistevano boia e roghi, ossia c'era la


> pena di morte per criminali, oppositori, eretici e apostati. Ossia una
> situazione per alcuni peggiore dell'attuale.

> Quindi quando sarebbe nata questa "nostrà civiltà" d cui parli ?


Qua c'è un equivoco. La nostra civiltà e' proprio quella dei roghi e dei
boia, robe
rinascimentali e seicentesche. La nostra civiltà e' quella efficientista
nata a Versailles,
perfezionatasi sui campi di battaglia divenuti macelli grazie
all'artiglieria protoindustriale,
reingegnerizzatasi con la Rivoluzione Francese, ecc. Fino agli epigoni
imperfetti dei campi di
sterminio, e a quelli perfetti della morte ospedaliera.
Questa "civiltà" sta trascinando con se' nel baratro la civiltà in senso
stretto, cioe' ogni barlume
di umana e feconda convivenza.

enrico

unread,
Apr 9, 2010, 3:19:52 AM4/9/10
to
On 9 Apr, 00:13, me...@man.it (max man) wrote:
> Mauro. ha scritto:
>
> > max man ha scritto:
> > "(...) Convivere con la morte, farla nostra con la tecnologia, permetterle
> > l'ingresso nella quotidianità e farne occasione di efficientamento. Una
> > cosa che Junger aveva preconizzato come fine della nostra civiltà."
> > e quando sarebbe nata questa "nostra civiltà" di cui ci sarebbe la fine ^
> > chiedo questo perchè secoli fa esistevano boia e roghi, ossia c'era la
> > pena di morte per criminali, oppositori, eretici e apostati. Ossia una
> > situazione per alcuni peggiore dell'attuale.
> > Quindi quando sarebbe nata questa "nostrà civiltà" d cui parli ?
>
> Qua c'è un equivoco. La nostra civiltà e' proprio quella dei roghi e dei
> boia, robe
> rinascimentali e seicentesche.

Che invece nel tuo ridente medioevo immaginario non c'erano.
Tutti si amavano di amore fraterno e tutt'al più
volava qualche scappellotto bonario.

> La nostra civiltà e' quella efficientista
> nata a Versailles,
> perfezionatasi sui campi di battaglia divenuti macelli grazie
> all'artiglieria protoindustriale,

Invece nei campi di battaglia medievali ci si prndeva
a scappellotti bonari come sopra.
E i gruppi di armati facevano bel attenzione
a non calpestare le aiuole, per rispetto
dei poveri contadini.

> reingegnerizzatasi con la Rivoluzione Francese, ecc. Fino agli epigoni
> imperfetti dei campi di
> sterminio, e a quelli perfetti della morte ospedaliera.

Non è che poi è la stessa cultura che ha prodotto
anche la vita ospedaliera? Quella che ti ha vaccinato
da bambino contro il vaiolo e che permette a un neonato
prematuro di vivere invece di morire dopo pochi secondi?

> Questa "civiltà" sta trascinando con se' nel baratro la civiltà in senso
> stretto, cioe' ogni barlume
> di umana e feconda convivenza.

Io credo che anche l'apologetica più convinta debba poggiare
sul desiderio della verità che passa dall'informarsi.
Se no c'è sempre un motto orwelliano a portata di mano.

E.

max man

unread,
Apr 9, 2010, 4:46:07 AM4/9/10
to
enrico ha scritto:

> > Qua c'è un equivoco. La nostra civiltà e' proprio quella dei roghi e dei
> > boia, robe
> > rinascimentali e seicentesche.

> Che invece nel tuo ridente medioevo immaginario non c'erano.
> Tutti si amavano di amore fraterno e tutt'al più
> volava qualche scappellotto bonario.

io non ho un immaginario medievale ridente. Ho però coscienza che con la
modernità le cose sono paurosamente peggiorate, e se vuoi farla semplice
rimani sul piano banalmente quantitativo. Quello che è successo nel '900
non ha paragoni nella storia umana: la battaglia della Somme della prima
guerra mondiale causò da sola un milione di morti (!), il genocidio degli
armeni, l'olocausto degli ebrei, gli eccidi di Dresda e Hiroshima, il
massacro della campagna di Russia, i campi di sterminio sovietici, e
infine i milioni di aborti. Io non so se ti rendi conto di cosa sia la
modernità.

> Invece nei campi di battaglia medievali ci si prndeva
> a scappellotti bonari come sopra.
> E i gruppi di armati facevano bel attenzione
> a non calpestare le aiuole, per rispetto
> dei poveri contadini.

vedi sopra. Nulla è paragonabile a quanto è accaduto, con esiti
esponenziali, dal Rinascimento in poi. La tecnica non solo ha
drammaticamente innalzato la possibilità di uccidere. Ha anche modificato
il nostro approccio alla morte e alla considerazione dell'avversario. La
modernità sarà ricordata come il luogo in cui l'uomo gestì una tecnica
potenziata senza saperla rivestire di cultura e rappresentazione. E la
scienza si sta rivelando del tutta inadeguata a questo scopo.
Per noi conoscere l'atomo significa ammazzare mezzo milione di persone.
Conoscere lo Cyclon B significa gasare un intero popolo.
Conoscere l'ecografia e il mifeprestone significa abortire.
Conoscere la tac e l'encefalogramma significa sopprimere.

> > reingegnerizzatasi con la Rivoluzione Francese, ecc. Fino agli epigoni
> > imperfetti dei campi di
> > sterminio, e a quelli perfetti della morte ospedaliera.

> Non è che poi è la stessa cultura che ha prodotto
> anche la vita ospedaliera? Quella che ti ha vaccinato
> da bambino contro il vaiolo e che permette a un neonato
> prematuro di vivere invece di morire dopo pochi secondi?

no, c'è una cultura che inaugura la tecnica e la mette al servizio del
bene, e c'è una non cultura per la quale la tecnica si tramuta
istantaneamente in un delirio assassino. Questa seconda sta dilagando
senza freni. La prima invece la puoi ricondurre, senza discontinuità nella
storia umana, alla ricerca che l'uomo compie per migliorare le sue
condizioni di vita e sviluppare società più umane. Gli ospedali nacquero
nel tuo oscuro medioevo, e il metodo scientifico non lo inventarono nè
Voltaire nè August Comte...

> > Questa "civiltà" sta trascinando con se' nel baratro la civiltà in senso
> > stretto, cioe' ogni barlume
> > di umana e feconda convivenza.

> Io credo che anche l'apologetica più convinta debba poggiare
> sul desiderio della verità che passa dall'informarsi.
> Se no c'è sempre un motto orwelliano a portata di mano.

Credo di essere sufficientemente informato per cominciare a tarre delle
conclusioni.

Nicola de Angeli

unread,
Apr 9, 2010, 4:09:03 AM4/9/10
to
max man <me...@man.it> wrote:
Ho pensato alla pena di
> morte medicalizzata
> negli Usa, nonché alle eutanasie nei paesi del Nord Europa e agli
> aborti
> in tutto il mondo
> sviluppato. Stessa proceduralizzazione, stessa spersonalizzazione
> de...
> l'operatore.

Mi sono sempre chiesto, e credo continuero' sempre a farlo, come si
possano accomunare aborto, pena di morte ed eutanasia.
Sempre, in ambiente cattolico, si utilizza la formula " la difesa della
vita", che suona molto bene ma e' patentemente scorretta, per dirla con
un eufemismo: nel caso dell'aborto si difendono i diritti di un
nascituro che non puo' difendersi da se', nel caso della pena di morte
(ammessa dalla Chiesa fino a due secoli fa!) si difendono i diritti di
una persona che, presumibilmente, non ha alcuna voglia di morire, ma nel
caso dell'eutanasia (volontaria) si ledono i diritti di un essere umano
che vorrebbe porre fine in modo dignitoso alle proprie orribili
sofferenze, tutto perche' qualcun altro ritiene che la sua vita in
realta' non appartiene a lui ma a Dio. Il che e' un punto di vista
legittimo ma opinabile, e soprattutto non imponibile.

Che giustificazione non religiosa si puo' dare per questa equiparazione?


--
Nicola - "Striving for mediocrity in a world of excellence."

enrico

unread,
Apr 9, 2010, 3:35:54 AM4/9/10
to

max man

unread,
Apr 9, 2010, 5:56:26 AM4/9/10
to
Nicola de Angeli ha scritto:

> max man <me...@man.it> wrote:
> Ho pensato alla pena di
> > morte medicalizzata

> > negli Usa, nonché alle eutanasie nei paesi del Nord Europa e agli


> > aborti
> > in tutto il mondo
> > sviluppato. Stessa proceduralizzazione, stessa spersonalizzazione
> > de...
> > l'operatore.

> Mi sono sempre chiesto, e credo continuero' sempre a farlo, come si
> possano accomunare aborto, pena di morte ed eutanasia.
> Sempre, in ambiente cattolico, si utilizza la formula " la difesa della
> vita", che suona molto bene ma e' patentemente scorretta, per dirla con
> un eufemismo: nel caso dell'aborto si difendono i diritti di un
> nascituro che non puo' difendersi da se', nel caso della pena di morte
> (ammessa dalla Chiesa fino a due secoli fa!) si difendono i diritti di
> una persona che, presumibilmente, non ha alcuna voglia di morire, ma nel
> caso dell'eutanasia (volontaria) si ledono i diritti di un essere umano
> che vorrebbe porre fine in modo dignitoso alle proprie orribili
> sofferenze, tutto perche' qualcun altro ritiene che la sua vita in
> realta' non appartiene a lui ma a Dio. Il che e' un punto di vista
> legittimo ma opinabile, e soprattutto non imponibile.

> Che giustificazione non religiosa si puo' dare per questa equiparazione?

Non si tratta di equiparazione, ma di una parentela assai più intima, di
una sorgente comune. In tutti questi casi, ma ci sono anche i genocidi, la
vita umana, che sia la propria, quella del paziente in stato vegetativo,
quella del proprio figlio, quella del nemico, quella dell'assassino, è
intesa come accessoria o strumentale, come un valore passibile di
prioritizzazione.
La vita dell'assassino è importante, ma passa in secondo piano rispetto
all'esigenza di giustizia e di vendetta. La vita del nemico è importante,
ma passa in secondo piano rispetto alle esigenze di potenza della mia
nazione, o del mio gruppo. La vita di mio figlio è importante, ma è
subalterna alle mie esigenze di donna affrancate da una secolare servitù
(lasciamo stare i conflitti di salute). La mia stessa vita è importante,
ma è soggetta al mio giudizio, perfino presunto, sulla sua qualità.
Ora, per i cristiani la vita umana non può essere messa in alcuno schema
di priorità. E tralasciando le questioni cosiddette morali, questa
indisponibilità ha piuttosto a che fare con la logica. Come può compiersi
un'attività, quella di mettere al secondo posto la vita, che toglie a se
stessa la premessa dell'agire?

Infine, sull'imposizione cui fai riferimento: qua ci troviamo di fronte a
uno schema interpretativo fallace, e ne ho parlato diverse volte.
Rifiutare l'eutanasia di Stato non può mai essere equiparata a una
imposizione. "Non far fare" allo Stato qualcosa non può mai essere inteso
come costrizione.
E' lo Stato nel fare che compie un atto "positivo", "assertivo",
"impositivo". Non è mai vero il contrario.

ltort...@gmail.com

unread,
Apr 9, 2010, 6:20:13 AM4/9/10
to
On 9 Apr, 10:46, me...@man.it (max man) wrote:
> enrico ha scritto:
> io non ho un immaginario medievale ridente. Ho per� coscienza che con la
> modernit� le cose sono paurosamente peggiorate, e se vuoi farla semplice

> rimani sul piano banalmente quantitativo.


Sul piano quantitativo e' troppo semplice e, sommariamente, la
crescita della popolazione mondiale e dell'attesa di vita potrebbe
dimostrare il contrario.
Ma soprattuto la modernita' ha portato cose come la convenzione di
Ginevra, i crimini di guerra etc etc, che pur con tutte le eccezioni
denotano una volonta' di limitare le conseguenze della guerra. In
precedenza guerra significava torture, sterminio, stupri, razzie,
riduzione in schiavitu' e spargimento di sale.

> drammaticamente innalzato la possibilit� di uccidere. Ha anche modificato


> il nostro approccio alla morte e alla considerazione dell'avversario.

Ma affatto, a meno che torturarlo prima di finirlo, sterminarne la
famiglia e stuprarne le donne sia la "considerazione" che cerchi. Cose
che accadono anche oggi ma che almeno sono illegali ed immorali.

Ciao
L.

ltort...@gmail.com

unread,
Apr 9, 2010, 6:25:37 AM4/9/10
to
On 9 Apr, 11:56, me...@man.it (max man) wrote:
> Infine, sull'imposizione cui fai riferimento: qua ci troviamo di fronte a
> uno schema interpretativo fallace, e ne ho parlato diverse volte.
> Rifiutare l'eutanasia di Stato non pu� mai essere equiparata a una
> imposizione. "Non far fare" allo Stato qualcosa non pu� mai essere inteso
> come costrizione.


Caro Max, lo Stato VIETA l'eutanasia, non e' che si limita a non
somministrarla tamite il SSN. E se non e' costrizione il vietare!

> E' lo Stato nel fare che compie un �atto "positivo", "assertivo",

> "impositivo". Non � mai vero il contrario.

Ma manco per niente. Lo stato VIETANDO e' assai impositivo, e lo puo'
benissimo essere anche non facendo.

Ciao
L.

Nicola de Angeli

unread,
Apr 9, 2010, 8:24:18 AM4/9/10
to
max man <me...@man.it> wrote:
> Nicola de Angeli ha scritto:

> Non si tratta di equiparazione, ma di una parentela assai più intima,


> di
> una sorgente comune. In tutti questi casi, ma ci sono anche i
> genocidi, la
> vita umana, che sia la propria, quella del paziente in stato
> vegetativo,
> quella del proprio figlio, quella del nemico, quella dell'assassino, è
> intesa come accessoria o strumentale, come un valore passibile di
> prioritizzazione.

Il diritto alla vita e alla liberta' sono i beni piu' preziosi che la
societa' moderna puo' offrire. Sono dei DIRITTI, e su questo siamo credo
d'accordo.

Tu pero' sostieni che questo diritto in realta' e' un DOVERE, la mia
sofferenza passa in secondo piano di fronte ad un concetto filosofico
(che in realta' nasconde un puro e semplice precetto religioso) secondo
il quale non posso svilire la mia vita ma devo viverla nella pienezza
del suo orrore ( penso ad un tumore terminale, ad esempio), sempre e
comunque.

Di nuovo chiedo: quale concetto non religioso e' in grado di
giustificare questo accanimento?


La vita del nemico è importante,
> ma passa in secondo piano rispetto alle esigenze di potenza della mia
> nazione, o del mio gruppo.

La Chiesa ha sostenuto questo concetto per la grande maggioranza della
sua bimillenaria esistenza...

La vita di mio figlio è importante, ma è
> subalterna alle mie esigenze di donna affrancate da una secolare
> servitù
> (lasciamo stare i conflitti di salute).

Perche' lasciarli stare? Da un punto di vista religioso la vita non si
piu' toccare, neanche quella di un figlio che sta uccidendo la madre (e
che ha scarse se non nulle possibilita' di sopravvivere a sua volta).

La mia stessa vita è importante,
> ma è soggetta al mio giudizio, perfino presunto, sulla sua qualità.

Certo. Perche' non si tratta di un concetto acritico, "la vita per la
vita", ma di un altro tipo di ragionamento: il DIRITTO ad una vita
dignitosa, quindi anche la possibilita' di porvi fine, qualora cio'
fosse impossibile.
E' davvero cosi' arduo da accettare? Intendo da un punto di vista
filosofico e non religioso, ovviamente.



> Ora, per i cristiani la vita umana non può essere messa in alcuno
> schema
> di priorità. E tralasciando le questioni cosiddette morali, questa
> indisponibilità ha piuttosto a che fare con la logica.

Proprio no, mi spiace.

Come può compiersi
> un'attività, quella di mettere al secondo posto la vita, che toglie a
> se
> stessa la premessa dell'agire?

Come posso essere libero di vivere in pienezza la mia vita, se tanto per
cominciare essa non mi appartiene e non sono libero di disporne come
ritengo piu' opportuno? Sono un adulto consapevole o un bambino da
trattare con severita' e intransigenza? Deve essere sempre qualcun altro
a decidere per me, quando ad essere in ballo e' solo la mia felicita' e
nessun altro riceverebbe nocumento dalla mia decisione di porre fine
alla mia sofferenza?



> Infine, sull'imposizione cui fai riferimento: qua ci troviamo di
> fronte a
> uno schema interpretativo fallace, e ne ho parlato diverse volte.
> Rifiutare l'eutanasia di Stato non può mai essere equiparata a una
> imposizione. "Non far fare" allo Stato qualcosa non può mai essere
> inteso
> come costrizione.
> E' lo Stato nel fare che compie un atto "positivo", "assertivo",
> "impositivo". Non è mai vero il contrario.

Qui ti hanno gia' risposto molto bene.

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