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il piccolo Buddha

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terry@diesel

unread,
Nov 6, 2016, 6:23:20 AM11/6/16
to
ho visto recentemente questo film Il piccolo Buddha
mi hanno colpito alcune cose di questo film:
non so se c'entrino col buddhismo, ma provo lo stesso a mettere le
domande ...

verso la fine del film, lama Norbu, quello che cercava la reincarnazione
del suo maestro, si mette in posizione di meditazione e si mette nella
narice qualcosa, e poi inizia a meditare ...
mi verrebbe da dire tabacco, ma penso che non lo sia ...
che cos'è? e cosa significa questo gesto?

più avanti, quando lama Norbu riconosce in tutti e 3 i bambini la
reincarnazione del suo maestro, essi sono protagonisti di una cerimonia
religiosa: tra l'altro un lama versa sul loro capo dell'acqua da una
brocca ...
è una specie di battesimo? è comune nel Buddhismo?

grazie a chi vorrà rispondere ...

Terry

---
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Alessandro Selli

unread,
Nov 6, 2016, 11:18:45 AM11/6/16
to
Il 06/11/2016 12:23, terry@diesel ha scritto:
> ho visto recentemente questo film Il piccolo Buddha
> mi hanno colpito alcune cose di questo film:
> non so se c'entrino col buddhismo, ma provo lo stesso a mettere le
> domande ...
>
> verso la fine del film, lama Norbu, quello che cercava la reincarnazione
> del suo maestro, si mette in posizione di meditazione e si mette nella
> narice qualcosa, e poi inizia a meditare ...
> mi verrebbe da dire tabacco, ma penso che non lo sia ...
> che cos'è? e cosa significa questo gesto?
>
> più avanti, quando lama Norbu riconosce in tutti e 3 i bambini la
> reincarnazione del suo maestro, essi sono protagonisti di una cerimonia
> religiosa: tra l'altro un lama versa sul loro capo dell'acqua da una
> brocca ...
> è una specie di battesimo? è comune nel Buddhismo?
>
> grazie a chi vorrà rispondere ...

Purtroppo conosco troppo poco del buddhismo tibetano per risponderti,
servirebbe Archeopterix per avere una risposta qualificata. Non so se
c'è ancora, io provo ad evocarlo, se poi al posto suo si dovesse
manifestare Manjushri tanto meglio! :-)

In ogni caso, cerimonie con l'acqua sono tradizionali anche in campo
Theravada, e a leggere il Canone Pali si vede come fosse tradizione
brahmanica già prima del tempo del Buddha Sakyamuni. Nel Canone la
tradizione di bagnarsi i capelli è di solito associata ai riti funebri,
ma sia nei paesi buddhisti che nell'India contemporanea ci sono diverse
occasioni in cui si versa ritualmente dell'acqua: sui piedi dei monaci
all'ingresso della sala del monastero quando, di ritorno dalla questua,
vi ritornano a consumare il cibo ricevuto, sulle mani degli sposi,
intrecciate da un filo di cotone bianco, in alcune cerimonie tenute nei
monasteri, irrorata sulle teste dei presenti con un fascio di rami o
foglie dopo essere state immerse in un catino d'acqua, tanto sui monaci
che sui laici... sono tradizioni sia pre-buddhiste che sono state
accolte nel buddhismo, sia extrabuddhiste ma adottate lo stesso da
alcune tradizioni in tempi meno remoti, sia autenticamente buddhiste: il
principe Sakyamuni si immerse nelle acque del fiume Niranjana quando
cessò le sue pratiche ascetiche di automortificazione (anche se pure
questo è un rito di probabile origine brahmanica). Di comune hanno il
concetto della purificazione, del lavaggio dalle impurità passate che
potrebbero "contaminare" la fruizione del buon kamma derivante dalla
partecipazione al rito in corso.

Ma, di nuovo, per quanto riguarda il buddhismo tibetano e l'evento
specifico del riconoscimento della reincarnazione di un maestro, devo
passare la mano a qualcuno meglio informato di me (se frequentano ancora
questo newsgroup).


Ciao,


--
Alessandro Selli http://alessandro.route-add.net
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terry@diesel

unread,
Nov 7, 2016, 12:46:38 AM11/7/16
to
Il 06/11/2016 17:18, Alessandro Selli ha scritto:
> Il 06/11/2016 12:23, terry@diesel ha scritto:
>> ho visto recentemente questo film Il piccolo Buddha
>> mi hanno colpito alcune cose di questo film:
>> non so se c'entrino col buddhismo, ma provo lo stesso a mettere le
>> domande ...
>>
>> verso la fine del film, lama Norbu, quello che cercava la reincarnazione
>> del suo maestro, si mette in posizione di meditazione e si mette nella
>> narice qualcosa, e poi inizia a meditare ...
>> mi verrebbe da dire tabacco, ma penso che non lo sia ...
>> che cos'è? e cosa significa questo gesto?

e per quanto riguarda il gesto di mettersi qualcosa nella narice?
sono più propenso a pensare che sia una qualche sostanza psicotropa, che
aiuta la trance / meditazione ...

e grazie per la risposta ...
ciao


>
> Purtroppo conosco troppo poco del buddhismo tibetano per risponderti,
> servirebbe Archeopterix per avere una risposta qualificata. Non so se
> c'è ancora, io provo ad evocarlo, se poi al posto suo si dovesse
> manifestare Manjushri tanto meglio! :-)
>



Alessandro Selli

unread,
Nov 7, 2016, 5:19:43 PM11/7/16
to
Il 07/11/2016 06:46, terry@diesel ha scritto:
> Il 06/11/2016 17:18, Alessandro Selli ha scritto:
>> Il 06/11/2016 12:23, terry@diesel ha scritto:
>>> ho visto recentemente questo film Il piccolo Buddha
>>> mi hanno colpito alcune cose di questo film:
>>> non so se c'entrino col buddhismo, ma provo lo stesso a mettere le
>>> domande ...
>>>
>>> verso la fine del film, lama Norbu, quello che cercava la reincarnazione
>>> del suo maestro, si mette in posizione di meditazione e si mette nella
>>> narice qualcosa, e poi inizia a meditare ...
>>> mi verrebbe da dire tabacco, ma penso che non lo sia ...
>>> che cos'è? e cosa significa questo gesto?
>
> e per quanto riguarda il gesto di mettersi qualcosa nella narice?

Non lo so, potrebbe essere stato solo tabacco, credo che l'uso di
sostanze psicotrope sia vietato anche nel buddhismo tibetano tranne che,
al più, per gli aruspici, gli àuguri, almeno quando sono nell'esercizio
delle loro funzioni, dei quali uno compare nello stesso film.

> sono più propenso a pensare che sia una qualche sostanza psicotropa, che
> aiuta la trance / meditazione ...

No lo so, servirebbe qualcuno che conosca il buddhismo e le usanze
tibetane, una volta erano numerosi, capeggiati dal sommo (e umile)
Archeoperyx, ma oggi questo gruppo è veramente spento.

> e grazie per la risposta ...
> ciao

Prego, avrei voluto esserti di maggiore aiuto.

postmas...@x-xendogenesi.it

unread,
Nov 12, 2016, 12:38:59 PM11/12/16
to
On Mon, 7 Nov 2016 06:46:35 +0100, terry@diesel <te...@noreplay.uk>
wrote:
[cut]
>
>e per quanto riguarda il gesto di mettersi qualcosa nella narice?
>sono più propenso a pensare che sia una qualche sostanza psicotropa, che
>aiuta la trance / meditazione ...

Posso darti una mano a renderti conto del perchè di quel gesto ma per
far questo, dovrò dilungarmi in po' per darti alcune informazioni
collaterali necessarie a motivare quanto si vede nel filmanto.
Perciò se hai voglia di leggere un po', eccomi qua.

Innanzi tutto non si mette niente nella narice! Il gesto rientra nella
normale procedura dei preliminari alla "meditazione" tradizionale
orientale (buddhismo ed induismo innnanzi tutto), perchè devi sapere
che il termine che noi traduciamo molto approssimativamente con
meditazione ("dhyana" in sanscrito) in questi contesti di pratica non
ha lo stesso significato che si dà da abitualmente da noi in
occidente, cioè quello di un'attività prevalentemente di tipo mentale,
razionale, intellettuale.
Ad esempio potrei dirti di meditare su quanto sto scrivendo e per te,
nell'accezone nostra del termine, ciò significherebbe effettuare
un'attività di riflessione ponderata del tuo pensiero sule mie parole,
vagliandole attraverso il tuo bagaglio culturale ed esperienza di
vita, ma nelle discipline tradizionali orientali ciò che viene
indicato con il termine "meditazione" è in realtà un'attività ben più
complessa, che coinvolge l'intero essere del "meditante" incluso il
suo corpo, che in queste discipline rappresenta uno strumento
congnitivo imprescindibile di cui il respiro, o meglio ancora l'atto
respiratorio, è l'elemento centrale ("pranayama" in sanscrito).
Esiste a tal proposito un bellissimo sutra (cioè uno dei discorsi del
Buddha) chiamato "Apanasati sutra".
https://it.wikipedia.org/wiki/Anapanasati_sutta

Sinteticamente: la comprensione della realtà ultima (la cosiddetta
"illuminazione" o meglio il "risveglio" di tale comprensione celata
nelle profondità del nostro essere e che la meditazione fa man mano
affiorare attraverso il raggiungimento della apiena consapevolezza di
essa) implica la realizzazione di un particolare tipo di comprensione
della realtà, a cui si giunge nel Buddhismo a prescindere dalla sua
declinazione così come nell'Induismo, non consiste unicamente del solo
sapere dell'intelletto ma di una conoscienza che coinvolge tutto
l'essere attraverso il corpo fisico (nel Buddhismo Zen è detta
"taitoku suru" quella comprensione che va al di là della razionalità e
la possibilità d iesprimerla a parole e concetti).
« [...] L'uomo che, pur conoscendo poco le scritture, vive il
Dharma nel proprio corpo e non se ne discosta, questi è un vero
“custode della legge” [...] »
(Discorsi del Buddha, Dhammapada, XIX - 259)
« [...] I discepoli di Gautama sono costantemente svegli e
consapevoli. Giorno e notte meditano sul corpo. [...] »
(Discorsi del Buddha, Dhammapada, XXI - 299)
[...] Ogni volta che un monaco dimora nella contemplazione del
corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali, ardente,
chiaramente comprendendo e mentalmente presente, si stabilisce in lui
una presenza mentale inoffuscata, in quel momento si instaura in lui
il fattore di illuminazione "consapevolezza" (sati) [...] »
(Dai discorsi del Buddha, Anapanasati sutta)

Dopo questa lunga introduzione che spero possa esserti utile a
renderti conto di quale fosse il tipo di attività che Lama Norbu stava
per inziare, veniamo al gesto del filmato! :-)

Se osservi attentamente l'inquadratura di Lama Norbu seduto, vedrai
che appoggia i palmi e le dita delle mani sule ginocchia dopo essersi
resettato l'abito con la mano destra che quindi è pulita e sul
tavolino di fronte a lui non c'è alcun recipiente da cui poter
attingere ad alcuna sostanza e nemmeno a terra.
Se fai attenzione al successivo primo piano che l'inquadratura fa di
quel gesto di cui hai domandato spiegazione, vedrai chiaramente che
non porta il dito sotto l'orifizio della narice per inspirare una
qualche supposta sostanza, ma appoggia il dito sulla parte esterna del
naso per chiudere alternativamente prima la narice destra e poi quella
sinistra sempre dall'esterno (la pressione del dito arrivando
sall'esterno piega un po' il naso), allo scopo di chiudere
alternativamente una delle due narici mentre compie un'espirazione
dalla narice rimasta libera.
Questo è niente altro che un normale preliminare del "pranayama", cioè
la regolazione dell'atto respiratorio per renderlo funzionale
all'attivazione ed all'irradiamento delle energie vitali attraverso i
canali che ne permettono la loro diffusone attraverso i centri vitali
che nel corpo fisico ineragiscono con questa struttura del cosiddetto
"corpo sottile" sostenuto dalle energie vitali che lo percorrono (sto
semplificando molto, per darti un'idea di quale sia l'attività che si
svolge durante la cosiddetta "meditazione").

In conclusione Lama Norbu non assume alcuna sostanza: si sta
preparando a passare la notte in "Dhyana" (ch enoi in occidente
traduziamo in modo un po0 fuorviante con "meditazione"...)

Spero di esserti stato utile, ciao. :-)

Claudio Kozen Pipitone

_______________________
autore di *Endogenesi*
http://www.endogenesi.it/

Alessandro Selli

unread,
Nov 12, 2016, 5:01:28 PM11/12/16
to
Il 12/11/2016 18:38, postmas...@x-xendogenesi.it ha scritto:

[...]
Tombola!

Avrei dovuto rivedermi il filmato prima di commentare. Oppure,
meglio, avrei dovuto meditare prima... anzi, invece di commentare! :-)


Grazie Claudio,

postmas...@x-xendogenesi.it

unread,
Nov 13, 2016, 7:22:06 AM11/13/16
to
On Sat, 12 Nov 2016 23:01:24 +0100, Alessandro Selli
<trap...@route-add.net> wrote:

[cut]
>
> Grazie Claudio,

Ciao Alessandro :-)

Alessandro Selli

unread,
Nov 13, 2016, 3:45:30 PM11/13/16
to
Il 13/11/2016 13:22, postmas...@x-xendogenesi.it ha scritto:
> On Sat, 12 Nov 2016 23:01:24 +0100, Alessandro Selli
> <trap...@route-add.net> wrote:
>
> [cut]
>>
>> Grazie Claudio,
>
> Ciao Alessandro :-)

Ciao, Claudio!
Uno dei soli che ancora da un'occhiata a questo newsgroup almeno una
volta al mese! Va bene anche così, la qualità non è nel numero!


Ciao,

postmas...@x-xendogenesi.it

unread,
Nov 14, 2016, 4:20:38 AM11/14/16
to
On Sun, 13 Nov 2016 21:45:29 +0100, Alessandro Selli
<trap...@route-add.net> wrote:

>Il 13/11/2016 13:22, postmas...@x-xendogenesi.it ha scritto:
>> On Sat, 12 Nov 2016 23:01:24 +0100, Alessandro Selli
>> <trap...@route-add.net> wrote:
>>
>> [cut]
>>>
>>> Grazie Claudio,
>>
>> Ciao Alessandro :-)
>
> Ciao, Claudio!
>Uno dei soli che ancora da un'occhiata a questo newsgroup almeno una
>volta al mese! Va bene anche così, la qualità non è nel numero!
>
>
> Ciao,

Massì... noi frequentatori della prima ora del newsgroup ci siamo
ormai detto praticamente tutto quello che avevamo da dirci in
relazione alle nostre rispettive esperienze, confrontandoci talvolta
anche duramente in occasione di divergenze di vedute non sempre così
immediatamente conciliabili... ;-)
Per risciuscitare il newsgroup occorrerebbe un avvicendamento delle
persone, con nuovi partecipanti che introducesssero loro argomenti e
soprattutto loro personali esperienze: magari scopriremmo che c'è
ancora molto da conoscere ed imparare...
In ogni caso, come sai, propendo per il primato della pratica sulla
grammatica anche se non mi dispiace condividere il mio punto di vista
con le persone che hanno i miei stessi interessi quando ciò sia
possibile.
Ciao.

terry@diesel

unread,
Nov 16, 2016, 6:49:59 AM11/16/16
to
Il 12/11/2016 18:38, postmas...@x-xendogenesi.it ha scritto:
confesso che avevo quasi rinunciato ad evere una delucidazione su ciò
che avevo chiesto ...
poi mi son detto: diamo un'occhiata
e ho trovato le risposte ...

grazie

a questo punto ne approfitto per chiedere altri chiarimenti.

in diverse parti del film, c'è qualcuno che pone sul collo di un altro,
che è chinato davanti a lui, una specie di sciarpa o stola bianca:
immagino che questo sia una specie di investitura

Nel film nei momenti della dipartita di lama Norbu, ad esempio, il dalai
lama investe i tre bambini con questa sciarpa ...
Anche all'inizio del racconto, quando lama Norbu si congeda per andare
in Usa (intorno al minuto 4); e qui c'è anche un altro gesto legato
all'abbigliamento:
sia lama Norbu che il dalai lama prendono un lembo del mantello e se lo
buttano dall'altra parte della spalla ...
questo mi è oscuro: cosa vorrà dire?

e grazie della disponibilità

postmas...@x-xendogenesi.it

unread,
Nov 16, 2016, 1:10:30 PM11/16/16
to
On Wed, 16 Nov 2016 12:49:54 +0100, terry@diesel <te...@noreplay.uk>
wrote:

[cut]
>
>in diverse parti del film, c'è qualcuno che pone sul collo di un altro,
>che è chinato davanti a lui, una specie di sciarpa o stola bianca:
>immagino che questo sia una specie di investitura
......................
[cut]
>sia lama Norbu che il dalai lama prendono un lembo del mantello e se lo
>buttano dall'altra parte della spalla ...
>questo mi è oscuro: cosa vorrà dire?

Da parte mia non so darti una spiegazione per questi quesiti n quanto
sono specifici del BuddhsmoTibetano che in questi aspetti esteriori
(vestizione e rituali) differisce da quelli del Buddhismo Zen di cui
sono praticante.
Per quanto concerne invece la meditazione essa, quando sia praticata
secondo la millenaria ortoprassi che ha radice negli Yoga indiusti,
non è soggetta ad una differenziazione sostanziale a seconda della
tradizione spirituale in cui viene praticata.
Devi sapere che il Buddha era stato discepolo dei più esperti maestri
di Yoga dei suoi tempi e lui stesso era uno Yogin (ndr: praticante
yoga) ai massimi livelli di esperienza.
Tieni conto che è il "dhyana" (ndr: la meditazione) lo zoccolo duro
che sta a fondamento comune della pratica spirituale induista e
buddhista: per questo motivo vedendo la scena che tu avevi richiamato
ho potuto immediatamente riconoscere un preliminare della tecnica yoga
che pratichiamo anche noi nel Buddhismo Zen (di cui sono praticante)
ed evidentemente fa parte anche della tecnica di meditazione del
Buddhismo Tibetano, ma la stessa cosa non mi è possibile fare per i
riti e gli abbigliamenti tibetani.
Spero che altri, conoscitori del Buddhismo Tibetano, possano
risponderti.
Ciao. :-)

terry@diesel

unread,
Nov 24, 2016, 5:57:37 PM11/24/16
to
ancora una volta, grazie per la disponibilità e per le risposte

è bello trovare qualcuno che ti venga incontro e illumini i tuoi dubbi

se fossi ebreo, direi shalom
se fossi musulmano, salam
se fossi cristiano, pace e bene

come direbbe un buddhista?

postmas...@x-xendogenesi.it

unread,
Nov 25, 2016, 11:59:16 AM11/25/16
to


On Thu, 24 Nov 2016 23:57:30 +0100, terry@diesel <te...@noreplay.uk>
wrote:

[cut]
>
>se fossi ebreo, direi shalom
>se fossi musulmano, salam
>se fossi cristiano, pace e bene
>
>come direbbe un buddhista?

Ah..., hai toccato un punto sensibile e cruciale dell'omologia fra le
religioni tradizionali e le discipline spirituali orientali (questo
punto potrebbe persino rivelarsi un "vaso di Pandora" su questo
newsgroup...) ma forse non sarebbe giusto liquidare la risposta con un
generico "Namastè" o "Tashi delek" nel Buddhismo Tibetano, "Gassho"
nel Buddhismo Zen, "Amituofo" nel Buddhismo C'han (Shaolin), ecc...;-)

C'è infatti l'aspetto del comportamento fisico che entra in ballo
quando ci si saluta di persona: per iscritto bastano comunque sempre
solo le parole ma di persona raramente fra buddisti ed induisti ci si
saluta solo a parole, mentre nella nostra cultura occidentale ci si
può salutare di persona con tutto il rispetto reciproco anche solo a
parole ed il comportamento fisico, come la stretta di mano od il cenno
di inchino con il capo, non sono essenziali ma complementari del
saluto.

Nel Buddhismo (ma anche nell'Induismo, culla del Buddhismo) è prassi
congiungere i palmi delle mani dinnanzi al petto quando ci si saluta,
qualsiasi sia l'espressione verbale di saluto abbinata a questo gesto
(nel Buddhismo Tibetano si usa anche in alternativa portare una mano
sul cuore).

A proposito dell'accenno che ho fatto prima ad un eventuale "vaso di
Pandora" mi permetto di completare questo mio intervento con
un'appendice che riguarda il mio personale punto di vista su una
questione che, pur essendo stata in passato già controversa su questo
newsgroup, costituisce ciononostante un pilastro dei miei
convincimenti.

La tua domanda prende a riferimento il saluto riferito alle usanze
presso le maggiori religioni esistenti includendovi il Buddhismo fra
di esse.
Vorrei a tal proposito dire che personalmente non considero il
Buddhismo una religione, anche se nella percezione popolare spesso
viene visto e vissuto come una religione, ma una «Via spirituale
(magga) di pratica e disciplina (dhamma vinaya) individuale» così come
il Buddha stesso chiese in punto di morte di considerare i suoi
insegnamenti:
“Quanto io ho dichiarato e fatto conoscere come il Dhamma e il
Vinaya sarà il vostro maestro quando non mi troverete più”
[....]
“Siate un’isola a voi stessi. Siate il vostro unico rifugio,
senza cercarne altri; abbiate il Dhamma come isola, il
Dhamma come rifugio, senza averne nessun altro.”
(dai discorsi del Buddha: Mahaparinibbana Sutra, sezione seconda)

Il Buddha in persona, quando era in vita, a chi esplicitamente gli
domandava se i suoi insegnamenti fossero “teisti”, “atei”, o
costituissero una “filosofia di vita”, invariabilmente tacque sempre
su questi punti specifici, senza mai soddisfare a queste domande per
cui, a mio sommesso parere, non possiamo considerare il Buddhismo nè
una religione nel suo significato tradizionale del termine, nè una
pura e semplice filosofia di vita o una concezione ateistica della
vita.

In buona sostanza il Buddhismo prescinde dai concetti di teismo,
ateismo e filosofia di vita e quindi personalmente definisco il
Buddhismo una "disciplina spirituale di anagogia individuale", perchè
il Buddhismo non propone al mondo nè vi ha portato una sua fede,
mentre tutte le religioni propongono un loro credo ed una loro fede,
il Buddhismo non propone un Dio nè Divinità, mentre tutte le religioni
ne propongono uno o più di uno nel caso del politeismo.

Comunque a scusante di quanti oggi credono in buona fede che il
Buddhismo sia invece una religione, bisogna dire che già entro un
breve tempo successivo alla scomparsa del Buddha si verificò un
processo di «divinizzazione» del maestro, concepito sempre meno come
semplice uomo e sempre più come creatura dotata di facoltà prodigiose
e sovrumane. A questo processo di divinizzazione si affiancò un vero e
proprio culto popolare relativo al Buddha e alle sue reliquie e che
nei secoli posteriori con il suo diffondersi nel mondo venne a
svilupparsi all'interno del Buddhismo stesso tutta una fenomenologia
devozionale, composta di templi, preghiere e mitologia che purtroppo
si configura entro certi limiti come una vera e propria religione
inducendo molti in errore.
Il Buddha fu infatti un semplice uomo che non ebbe alcuna intenzione
di fondare una religione e la cui vita fu un percorso di ricerca
spirituale che lo condusse al "risveglio spirituale" ed alla
comprensione della ragione della sofferenza esistenziale che affligge
l'uomo e di quale sia la "Via di mezzo" da seguire per emanciparsi da
essa.
Questa "Via di mezzo" è la pratica buddhista.

Ecco come il Buddha definì se stesso:

« Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu
tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava,
nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
– Sei per caso un dio?
– No, brahmana, non sono un dio.
– Allora sei un angelo?
– No davvero, brahmana.
– Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
– E allora, che cosa sei?
– Io sono sveglio. »
(Anguttara Nikaya)
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