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I colori della lingua italiana

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Dio sportivo

unread,
May 3, 2002, 7:00:25 AM5/3/02
to
Mi sono sempre chiesto come l'italiano sia riuscito nel tempo
a colorire il proprio linguaggio con le frasi che vi sottopongo
qui sotto:

Non c'è nulla di cui allarmarsi se le frasi citate sono volgari,
alla fine vi accorgerete che le usiamo quotidianamente:


Mi hai rotto il cazzo:
è la frase più usata e indica con durezza quanto una persona
ci abbia infastidito, a tal punto da piazzarlo proprio lì. C'è
un altro posto ove piazzarlo, ma il più idoneo e il meno indolore
è sicuramente questo.

Mi hai rotto le palle/i coglioni/le scatole:
derivati. vedi sopra.

Mi hai stressato il cazzo/il culo/i coglioni:
è un'alternativa alla frase precedente, ma è chiaro a tutti che
non ha la stessa forza. Tende a ridimensionare il fastidio
procurato dall'importunatore.

Mi stai sul cazzo/sul culo/sui coglioni:
questo è il momento in cui l'importunato avvisa in anticipo
dove l'importunatore è stato collocato. A questo punto
saremo certi che si potranno verificare in seguito le due
situazioni riportare sopra.

'Sto cazzo / 'Sti cazzi:
quando lo si pronuncia al singolare si tende a negare una
richiesta fatta, se è forumalata al plurale, invece, si tratta
sicuramente di stupore personale su un episodio o su un
racconto sentito pocanzi.

Fatti i cazzi tuoi/Non te ne frega un cazzo:
questa frase prende spunto da frasi usate comunemente nella
lingua italiana, ad esempio: "fatti i fatti tuoi" e "
non ti interessa". L'uso della parola cazzo rafforza sicuramente
la frase ma nel contesto, la parola cazzo, non serve a nulla.

Non vedo/non sento/non trovo un cazzo:
non è riportato sul vocabolario ma la parola cazzo ha preso
più significati di quanti ne abbiano altre parole. Ne è un
esempio la frase che leggete qui sopra.

Mi girano le palle/i coglioni:
una frase sincera, schietta e anche ambigua. Le circostanze
che ci portano a dire questa frase sono quando è successo
un episodio che ci ha scocciato e ci ha lasciato l'amaro in bocca.
Altri casi sono i modi di fare di alcune persone che ci irritano

Ho le palle/i coglioni gonfi:
è sicuramente un derivato di quella sopra. C'è solo una differenza
sostanziale: che i coglioni, a forza di girare, si sono gonfiati
al talpunto che non hanno più spazio per andare in centrifuga.

Ti rompo il culo/il cranio:
frase storica seguita da un gesto talmente eloquente che,
assieme al dito medio proteso, questo è un gesto conosciuto
in tutto il mondo.

Ti tiro il culo:
usata negli ultimi anni, viene utilizzata nel caso in cui
il tuo responsabile deve farti la ramanzina.

Ti faccio un culo/un faccione così:
frase e gesto ormai conosciuti in tutto il mondo, mostrano
quanto sia volgare l'uomo italiano. Però, di tutto quello
che pensano gli altri, noi ce ne freghiamo altamente ed è
per ciò che continuiamo a utilizzare questo famoso gesto.

Mi gioco le palle/i coglioni/il culo:
a volte succede che un uomo arriva ad essere così sicuro
che metterebbe sul piatto le cose più care e più sacre
del nostro corpo. Contento lui.

Mi ha inculato:
le ultime tre frasi che vi ho proposto citano una parte
delicata del nostro corpo, indicata nell'erotismo come
alternativa al sesso della donna... e in casi straordinari
usata dall'uomo sull'uomo. In questo caso, invece, il
fatto di prenderlo nel culo non significa che l'azione
si è compiuta realmente, ma sta ad indicare una situazione
che ha portato il malcapitato a subire una colossale
fregatura.

L'ho preso nel culo:
derivata. vedi sopra.

Me lo hanno messo nel culo:
derivata. vedi sopra.

Cagami un attimo/Non mi stai cagando:
a volte usiamo verbi che hanno tutt'altro significato ma
che si adattano benissimo a quello che vorremmo far capire.
Usare in questa frase il verbo "cagare" non è mai stato
così azzeccato.

Mi ha tirato il pacco/il bidone:
nata nell'ultimo ventennio se non di più, questa frase prende
forma a causa di certa gente che si impegna per gli appuntamenti
e poi non si fa trovare. Ecco, in questo caso l'assenteista ha
tirato il cosidetto pacco o bidone,

Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

Maurizio Pistone

unread,
May 3, 2002, 4:42:02 PM5/3/02
to
"Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto su
it.cultura.linguistica.italiano:

>Mi hai rotto il cazzo:

>è la frase più usata ...
>
>Mi hai rotto le palle/i coglioni...

la cosa più divertente è che queste espressioni sono usate con
gran disinvoltura anche da femmine d'ogni età.

>Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

mai inculato = mai visto né conosciuto conosciuto

(variante: "mai coverto", in un classico della cinematografia
italiana).


--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
scri...@mauriziopistone.it
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it

Epimeteo

unread,
May 4, 2002, 1:50:08 AM5/4/02
to

"Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto nel messaggio
news:aatquc$q1j$1...@newsreader.mailgate.org...

> Mi sono sempre chiesto come l'italiano sia riuscito nel tempo
> a colorire il proprio linguaggio con le frasi che vi sottopongo
> qui sotto:

(cut, ma senza finalità di evirazione)

> Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

"Sei uno scassacazzi"

Epimeteo

Sarahhh

unread,
May 4, 2002, 5:47:35 AM5/4/02
to
Dio sportivo:

> Mi sono sempre chiesto come l'italiano sia riuscito nel tempo
> a colorire il proprio linguaggio con le frasi che vi sottopongo
> qui sotto:
>
> Non c'è nulla di cui allarmarsi se le frasi citate sono volgari,
> alla fine vi accorgerete che le usiamo quotidianamente:
(...)

> Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

"ma chi te s'encula?"

romanesco, ma abbastanza conosciuto anche altrove,
con il significato di "ma chi ti considera?"
Oppure, riprendendo la tua citazione, "ma chi ti caga?"
:)

--
{S@R@HHH}


Gi udt

unread,
May 4, 2002, 2:58:34 PM5/4/02
to

Maurizio Pistone wrote:
>
> "Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto su
> it.cultura.linguistica.italiano:
>
> >Mi hai rotto il cazzo:
> >è la frase più usata ...
> >
> >Mi hai rotto le palle/i coglioni...
>
> la cosa più divertente è che queste espressioni sono usate con
> gran disinvoltura anche da femmine d'ogni età.
>


> Maurizio Pistone wrote:

> > "Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto su
> > it.cultura.linguistica.italiano:
> >Mi hai rotto il cazzo:
> >è la frase più usata ..

> >Mi hai rotto le palle/i coglioni...

> la cosa più divertente è che queste espressioni sono usate con
> gran disinvoltura anche da femmine d'ogni età.

Questo perchè il turpiloquio è sempre stato prerogativa maschile:
linguaggio da caserma, da scaricatore di porto, da carrettiere ecc., le
donne, oggi, non avendo materiale originale, copiano in modo acritico.
Io ho sostituito a "mi hai rotto le palle" l'espressione, piu adeguata,
"mi hai rotto i follicoli", ma non è altrettanto efficace perchè molti
non sanno bene che cosa siano, ed inoltre si rompono anche da soli. :-))

Di tutte le parolacce dell'elenco (sessuali ed escretorie), quella che
ricorre di più (cazzo) mi suona come romanesca, anche se è viva in altri
dialetti, e penso che sia diventata così popolare, soprattutto dopo gli
anni sessanta-settanta, con l'involgarimento del linguaggio
cinematografico, prima, qui al nord, era quasi sconosciuta.

Karla
Ps. Non so mai quale sia il limite tra buona educazione e repressione.

Vitt

unread,
May 5, 2002, 3:29:53 AM5/5/02
to
Gi udt ha scritto:

>Questo perchè il turpiloquio è sempre stato prerogativa maschile:

Karla, forse per l'età, ma certamente per la sua signorilità, non sembra
aver frequentato case chiuse.
Altrimenti avrebbe avuto diversa opinione sul fatto che il turpiloquio
fosse pregorativa maschile.

--
Bye
Vitt

Konrad von Rom

unread,
May 5, 2002, 5:44:34 AM5/5/02
to

"Sarahhh" <sar...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:X6OA8.2937$CN3.1...@news2.tin.it...

Ed inoltre, prevalentemente, credo, romanesco\napoletano sei un cacacazzi:
un gran rompiscatole....cioè scusatemi, volevo dire rompipalle.


--
Konrad von Rom®

daz silber in den bulgen
dringet für die hôhen tugent

>
>
>
>


Gi udt

unread,
May 5, 2002, 7:19:07 AM5/5/02
to

Ammetto: è un'esperienza che mi manca.
Potrei rimediare con marciapiedi e circonvallazioni, naturalmente solo
per interesse linguistico...ma temo che sarei fraintesa.. :-)))

> --
> Bye
> Vitt

Bye
Karla

Alessandro "Tagt the Spellcaster" Valli

unread,
May 6, 2002, 3:33:29 AM5/6/02
to
"Gi udt" <gi...@inwind.it> ha scritto nel messaggio
news:3CD42F5A...@inwind.it...

>
>
> Questo perchè il turpiloquio è sempre stato prerogativa maschile:
> linguaggio da caserma, da scaricatore di porto, da carrettiere ecc., le
> donne, oggi, non avendo materiale originale, copiano in modo acritico.
> Io ho sostituito a "mi hai rotto le palle" l'espressione, piu adeguata,
> "mi hai rotto i follicoli", ma non è altrettanto efficace perchè molti
> non sanno bene che cosa siano, ed inoltre si rompono anche da soli. :-))

Ah... un'amica mia usava "Mi fai venire un prolasso". Mica male.
Ma... a proposito di espressioni di noia o di stizza... qui da noi in
Lombardia è diffusa un'espressione molto carina, di cui ignoro totalmente
l'origine, che è "Mi fai venire il latte alle ginocchia". Qualcuno sa da che
cosa deriva?
Ciao
Ale

--
Namárië Valinor


Max M.

unread,
May 6, 2002, 4:39:09 AM5/6/02
to
On Mon, 6 May 2002, Alessandro "Tagt the Spellcaster" Valli wrote:
>
> che è "Mi fai venire il latte alle ginocchia". Qualcuno sa da che cosa
> deriva?


Da http://www.edizionimanna.com/tramand2.htm

AVERE IL LATTE ALLE GINOCCHIA
E' un'espressione per cosl dire "tradizionale", con la quale si vuole
evidenziare che una persona ci sta terribilmente annoiando con i suoi
discorsi sciocchi e inutili. Non sono chiare le origini di questo
divertente modo di dire, tuttavia ci si pur riferire, presumibilmente,
al latino lactes, termine col quale erano chiamati i visceri (forse per
la colorazione lattea che alcuni di essi possono avere); in senso
figurato, si possono immaginare i visceri che si srotolano fino alle
ginocchia a causa della noia.


Da http://cubo.newton.rcs.it:8666/linea/board.php3?Id=1

Modi di dire
Cosa significa far venire e da dove deriva l'espressione "latte alle
ginocchia"? Davide De Petris - david...@hotmail.com

Caro Davide, per rispondere al tuo quesito ci vorrebbe uno storico della
lingua. Azzardo una spiegazione, ma non prenderla come oro colato! Forse
in passato qualcuno ha notato che stando a lungo in una posizione (in
piedi durante un'assemblea, un comizio, un rito collettivo o come
sentinella, oppure in ginocchio durante una funzione religiosa o altro)
si gonfiavano un po' le ginocchia e in piu' ci si annoiava...
l'associazione dello stato fisico (gonfiore) con quello psichico (noia)
potrebbe avere dato origine a quell'espressione. Ti convince questa
spiegazione? Anna Ferraris

Senbee Norimaki

unread,
May 6, 2002, 5:12:19 AM5/6/02
to
"Cazzata" (ne ometto la definizione, che è ovvia)

"Cazzone", detto di persona grossolana, che fa le cose senza impegno.

"Cazzuto", detto di oggetto, persona ma soprattutto apparecchio
particolarmente efficiente.

"Scazzo", situazione di stress e arrabbiatura, tendente alla depressione.

"Cazzinculo", evento generalmente infausto e imprevisto (anche al plurale)

..e tutti gli altri derivati.


Da "figa" esistono poi tantissimi derivati, da "figo" a "sfigato", da
"figata" (detto di cosa o azione particolarmente di tendenza) al
meraviglioso "sei un fighetta", detto a un uomo particolarmente egocentrico
o scassamaroni (bello anche quest'ultimo termine).
L'immaginario popolare ha portato alla classificazione del genere femminile
in varie categorie quali "figa di legno" e "figa di gomma", che variano però
di decennio in decennio.

Vorrei inoltre portare l'attenzione su altri colori della nostra lingua,
come:
"Farsi le seghe mentali" (un capolavoro, IMHO)
"Mi hai rotto gli zebedei"
"Sei un rottinculo"
"E' un bocchino" (detto di oggetto di scarsa qualità)
"Sei un paraculo"
"Sei un leccaculo"
"Non capisci una sega / una mazza / una [beneamata] fava"
"Cazzarola!"

La situazione caotica, in italiano è spessissimo resa attraverso la metafora
di un postribolo: "basta fare casino!", "in strada c'è un bordello...", "c'è
un fottìo di persone", "metti in ordine, questa stanza è un troiaio!"

Vi saluto con l'altra mano

Stefano

Alessandro "Tagt the Spellcaster" Valli

unread,
May 6, 2002, 5:56:07 AM5/6/02
to
"Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto nel messaggio
news:aatquc$q1j$1...@newsreader.mailgate.org...


> Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

Mi fa cascare le palle
Mi annoia/mi fa talmente arrabbiare...

Me ne sciacquo le palle
Me ne infischio

Va' in mona
Va' al diavolo (strano, questo, perché "Va' in mona" dovrebbe essere un
augurio, più che altro...)

Il celeberrimo "Vaffanculo", contrazione di "Va' a fare in culo" (secondo
alcuni di "Va' a farti fare in culo")

e molte altre.

Vitt

unread,
May 6, 2002, 1:15:03 PM5/6/02
to
Alessandro "Tagt the Spellcaster" Valli nel messaggio
<ab5bjc$f3633$1...@ID-100443.news.dfncis.de> ha scritto:


> qui da noi in
>Lombardia è diffusa un'espressione molto carina, di cui ignoro totalmente
>l'origine, che è "Mi fai venire il latte alle ginocchia". Qualcuno sa da che
>cosa deriva?

Uso io stesso moltissimo questa espressione e mi rendo conto della mia
ignoranza nell'usare un modo di dire del quale non so l'origine.

Tra l'altro lo uso talmente da usarlo anche in inglese come "milk at the
knees".
I miei interlocutori, educatissimi in genere ma ignoranti come me, fanno
cenni di assenso...
--
Bye
Vitt

Gi udt

unread,
May 6, 2002, 2:08:33 PM5/6/02
to

Vitt wrote:
>

> Uso io stesso moltissimo questa espressione e mi rendo conto della mia
> ignoranza nell'usare un modo di dire del quale non so l'origine.

Idem. Da noi, però, non è provocato dalla noia, ma dall'eccesso di
sentimentalismo, sdolcinatezza ecc. Si dice anche " far venire il latte
ai gomiti".



> Tra l'altro lo uso talmente da usarlo anche in inglese come "milk at the
> knees".

To bore to tears (or to death), quindi con significato di noia.

> Bye
> Vitt
Ciao
Karla

Padre_redentorista

unread,
May 6, 2002, 2:10:13 PM5/6/02
to
"Dio sportivo" <dsp...@freemail.it> ha scritto nel messaggio
news:aatquc$q1j$1...@newsreader.mailgate.org...

> Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.

Levati dal cazzo/dalle balle.

--
Lode e gloria a te
Lo lodero' con l'arpa!


Klaus_

unread,
May 12, 2002, 7:13:50 PM5/12/02
to

> Va' in mona
> Va' al diavolo (strano, questo, perché "Va' in mona" dovrebbe essere un
> augurio, piů che altro...)


beh, per un omosessuale non tanto...
per caso questa espressione, che voi sappiate, e' nata in ambiente gay?...
(senno' non trovo altre spiegazioni...)
;o)


Jessy*-*

unread,
May 12, 2002, 7:21:59 PM5/12/02
to

"Klaus_" <chidevesapereil...@xxx.yz> ha scritto nel messaggio
news:_GCD8.51713$US3.1...@twister1.libero.it...

> beh, per un omosessuale non tanto...
> per caso questa espressione, che voi sappiate, e' nata in ambiente gay?...
> (senno' non trovo altre spiegazioni...)
> ;o)
>

:-)


Jargon Junior

unread,
May 13, 2002, 4:45:11 AM5/13/02
to
> Mi sono sempre chiesto come l'italiano sia riuscito nel tempo
> a colorire il proprio linguaggio con le frasi che vi sottopongo
> qui sotto:

Be'; se non sei ancora riuscito a darti una risposta è solo perché ti
sei sempre graziato da solo...



> Non c'è nulla di cui allarmarsi se le frasi citate sono volgari,
> alla fine vi accorgerete che le usiamo quotidianamente:

Chi?!?
Per quanto mi riguarda, preferisco cercare soluzioni meno
disimpegnative: mi aiutano a tenere in esercizio il cervello, anziché
lasciarlo atrofizzare da risoluzioni così avvilentemente impersonali. Ho
sempre creduto alle piccole rivoluzioni.
Per l'occasione, vorrei rimandarvi al post "Espressioni".


--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG

Babbeo

unread,
May 13, 2002, 7:05:15 PM5/13/02
to
Dio sportivo <dsp...@freemail.it> wrote in message
aatquc$q1j$1...@newsreader.mailgate.org...

> Mi sono sempre chiesto come l'italiano sia riuscito nel tempo
> a colorire il proprio linguaggio con le frasi che vi sottopongo
> qui sotto:
>
> Non c'č nulla di cui allarmarsi se le frasi citate sono volgari,

> alla fine vi accorgerete che le usiamo quotidianamente:
>
>
> Mi hai rotto il cazzo:
> č la frase piů usata e indica con durezza quanto una persona
> ci abbia infastidito, a tal punto da piazzarlo proprio lě. C'č
> un altro posto ove piazzarlo, ma il piů idoneo e il meno indolore
> č sicuramente questo.

>
> Mi hai rotto le palle/i coglioni/le scatole:
> derivati. vedi sopra.
>
> Mi hai stressato il cazzo/il culo/i coglioni:
> č un'alternativa alla frase precedente, ma č chiaro a tutti che

> non ha la stessa forza. Tende a ridimensionare il fastidio
> procurato dall'importunatore.
>
> Mi stai sul cazzo/sul culo/sui coglioni:
> questo č il momento in cui l'importunato avvisa in anticipo
> dove l'importunatore č stato collocato. A questo punto

> saremo certi che si potranno verificare in seguito le due
> situazioni riportare sopra.
>
> 'Sto cazzo / 'Sti cazzi:
> quando lo si pronuncia al singolare si tende a negare una
> richiesta fatta, se č forumalata al plurale, invece, si tratta

> sicuramente di stupore personale su un episodio o su un
> racconto sentito pocanzi.
>
> Fatti i cazzi tuoi/Non te ne frega un cazzo:
> questa frase prende spunto da frasi usate comunemente nella
> lingua italiana, ad esempio: "fatti i fatti tuoi" e "
> non ti interessa". L'uso della parola cazzo rafforza sicuramente
> la frase ma nel contesto, la parola cazzo, non serve a nulla.
>
> Non vedo/non sento/non trovo un cazzo:
> non č riportato sul vocabolario ma la parola cazzo ha preso
> piů significati di quanti ne abbiano altre parole. Ne č un

> esempio la frase che leggete qui sopra.
>
> Mi girano le palle/i coglioni:
> una frase sincera, schietta e anche ambigua. Le circostanze
> che ci portano a dire questa frase sono quando č successo

> un episodio che ci ha scocciato e ci ha lasciato l'amaro in bocca.
> Altri casi sono i modi di fare di alcune persone che ci irritano
>
> Ho le palle/i coglioni gonfi:
> č sicuramente un derivato di quella sopra. C'č solo una differenza

> sostanziale: che i coglioni, a forza di girare, si sono gonfiati
> al talpunto che non hanno piů spazio per andare in centrifuga.

>
> Ti rompo il culo/il cranio:
> frase storica seguita da un gesto talmente eloquente che,
> assieme al dito medio proteso, questo č un gesto conosciuto

> in tutto il mondo.
>
> Ti tiro il culo:
> usata negli ultimi anni, viene utilizzata nel caso in cui
> il tuo responsabile deve farti la ramanzina.
>
> Ti faccio un culo/un faccione cosě:

> frase e gesto ormai conosciuti in tutto il mondo, mostrano
> quanto sia volgare l'uomo italiano. Perň, di tutto quello
> che pensano gli altri, noi ce ne freghiamo altamente ed č
> per ciň che continuiamo a utilizzare questo famoso gesto.

>
> Mi gioco le palle/i coglioni/il culo:
> a volte succede che un uomo arriva ad essere cosě sicuro
> che metterebbe sul piatto le cose piů care e piů sacre

> del nostro corpo. Contento lui.
>
> Mi ha inculato:
> le ultime tre frasi che vi ho proposto citano una parte
> delicata del nostro corpo, indicata nell'erotismo come
> alternativa al sesso della donna... e in casi straordinari
> usata dall'uomo sull'uomo. In questo caso, invece, il
> fatto di prenderlo nel culo non significa che l'azione
> si č compiuta realmente, ma sta ad indicare una situazione

> che ha portato il malcapitato a subire una colossale
> fregatura.
>
> L'ho preso nel culo:
> derivata. vedi sopra.
>
> Me lo hanno messo nel culo:
> derivata. vedi sopra.
>
> Cagami un attimo/Non mi stai cagando:
> a volte usiamo verbi che hanno tutt'altro significato ma
> che si adattano benissimo a quello che vorremmo far capire.
> Usare in questa frase il verbo "cagare" non č mai stato
> cosě azzeccato.

>
> Mi ha tirato il pacco/il bidone:
> nata nell'ultimo ventennio se non di piů, questa frase prende

> forma a causa di certa gente che si impegna per gli appuntamenti
> e poi non si fa trovare. Ecco, in questo caso l'assenteista ha
> tirato il cosidetto pacco o bidone,
>
> Se ne avete altre, potete inserirle qui sotto.
>
>
>
>
>

te sboro!


o s p a m*@tin.it /ram

unread,
May 14, 2002, 8:34:55 AM5/14/02
to
Babbeo [ piccolo...@libero.it ] osando importunarci tutti, scrisse
cosě, con inenarrabile arguzia:

[CUT]

| te sboro!

>cazzo me ne sborra!<
per far intendere a qulcuno che non sei interessato a una tal cosa.

--
/ram

=========================================
[ www.nineinchnails.too.it ]
=========================================


magica

unread,
May 14, 2002, 8:59:09 AM5/14/02
to
"/ram" <"/ram"> scrive in
news:abr06i$k4d$1...@newsreader.mailgate.org

> >cazzo me ne sborra!<
> per far intendere a qulcuno che non sei interessato a una tal cosa.

Parafrasando quello che Alessandro Valli scrisse a proposito di "va'
in mona", anche l'uso di questa frase per dire che non si è
interessati a qualcosa mi sembra un controsenso: quello che la
frase descrive di solito accade quando si è più che interessati
a qualcuna.

Ciao.

Gian Carlo

Padre_redentorista

unread,
May 15, 2002, 7:53:28 PM5/15/02
to
"Babbeo" <piccolo...@libero.it> ha scritto:

> te sboro!

Bel quoting! ^_^

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