-Una parte ritiene che non vanno usate altre lettere se non quelle
dell'alfabeto occidentale.
Quel segno, si sostiene, non è una lettera e usandolo si cadrebbe
nell'indicazione fonologica che è cosa diversa dalla mera trascrizione
della tradizione orale, nel nostro caso il proverbio o detto.
-Un'altra parte sostiene che il fonema può essere usato frammistamente
alle normali lettere dell'alfabeto per non far cadere il lettore in
errore di lettura.
Voi cosa ne pensate?
Grazie
Vostro Inacciuffabile
Molotov
Perché non la " ë " albanese? Si usa per un suono abbastanza simile.
O ancora la " î " rumena. O persino la " ê " e la " ï ", che sono
libere, non essendo adoperate in italiano standard. Facili da trovare
su tastiere normali.
> dialetto conta moltissime vocali che non sono riconducibili a nessuno
> dei suoni che le 5 vocali del nostro alfabeto indicano.
> E' qualcosa di molto simile al dialetto napoletano.
> Con alcuni collaboratori del sito è saltata fuori la questione se
> utilizzare o meno per queste vocali neutre il segno Æ detta schwa (o
> anche altro segno).
Perché non fai un salto sulla Wikipedia in napoletano?
So che nelle wikipedie delle lingue regionali vi sono anche swadesh list
che riportano le varianti locali con i relativi suoni, forse l'hanno fatto
anche i napoletani che sono tra i più attivi in questo campo
>dei suoni che le 5 vocali del nostro alfabeto indicano.
Ma l'italiano ha 7 vocali! O ne han abolite un pajo?
>
>Ma l'italiano ha 7 vocali!
L'alfabeto ne ha sempre cinque, due delle quali si pronunciano in modi
differenti in parte del territorio.
--
as long as war is regarded as wicked,
it will always have its fascination.
When it is looked upon as vulgar,
it will cease to be popular (Oscar Wilde)
Vediamo se indovino: a, e, i, o, u, j, y.
Ciao,
Epimeteo
---
"... A-E-I-O-U ipselon
A-E-I-O-U ipselon,
fio meravilha
nos gostamos de voce...
Brigitte Bardot Bardot
Brigitte beijou beijou,
na fila do cinema todo mundo se afogou,
ay ay caramba...
(cit. letteraria)
>Vediamo se indovino: a, e, i, o, u, j, y.
Sono sčtte o sétte?
> -Una parte ritiene che non vanno usate altre lettere se non quelle
> dell'alfabeto occidentale.
> Quel segno, si sostiene, non è una lettera e usandolo si cadrebbe
> nell'indicazione fonologica che è cosa diversa dalla mera trascrizione
> della tradizione orale, nel nostro caso il proverbio o detto.
Esatto.
Vedi
http://it.wikibooks.org/wiki/Corso_di_napoletano/Pronuncia
Esiste una tradizione scritta del napoletano, di cui voi parlate una
variante, AFAIK, e Salvatore Di Giacomo non usava simboli esotici!
Quanno sponta la luna a Marechiare
pure li pisce nce fann' a l'ammore,
se revotano l'onne de lu mare,
pe la priezza cagneno culore
quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiare nce sta na fenesta,
pe' la passione mia nce tuzzulea,
nu carofano adora int'a na testa,
passa l'acqua pe sotto e murmuléa,
A Marechiare nce sta na fenesta
Ah! Ah!
A Marechiare, a Marechiare,
nce sta na fenesta.
Chi dice ca li stelle so lucente
nun sape l'uocchie ca tu tiene nfronte.
Sti doje stelle li saccio io sulamente.
dint'a lu core ne tengo li ponte.
Chi dice ca li stelle so lucente?
Scetate, Carulì, ca l'aria è doce.
quanno maie tanto tiempo aggio aspettato?
P'accompagnà li suone cu la voce
stasera na chitarra aggio portato.
Scetate, Carulì, ca l'aria è doce.
Ah! Ah!
O scetate, o scetate,
scetate, Carulì, ca l'area è doce.
Credo sia un problema che hanno tutti i dialetti e le diverse varianti
locali.
k
Da quando in qua sono sette? L'italiano parlato da quelli di qui o di
là, sicuro. Ma nell'italiano standard sono proprio a, e, i, o, u. Le
diverse sfumature di certi italiani regionali non sono fonemici quando
si tratta del dialetto standard.
Quanto all'avellinese, immagino che come ogni lingua locale ha bisogno
di marcare quello che ha valore fonemico in avellinese. Questione di
convenienza. Per esempio, in lombardo la /ö/ si può scrivere con oeu,
che è la grafia della tradizione letteraria, ma la ö è molto più
popolare perché più semplice.
Per gente che è per forza bilingue nella lingua locale e l'italiano
standard, è sempre importante marcare le distinzioni fonetiche. Tanti
sarano i lettori che non sanno la lingua locale proprio bene, e tutti
sono troppo indottrinati dalla scuola (e rischiano di confondersi).
Altro esempio dal lombardo, la /y/ si scrive dal Porta con la u, la /u/
con la o, ma troppa gente vien confusa dai valori fonetici
dell'italiano standard e preferisce /y/=ü, /u/=u, /o/=o.
>>Vediamo se indovino: a, e, i, o, u, j, y.
> Sono sčtte o sétte?
Sono ňtto, cribio!
Pädre, hä dimenticäto lä ä!
E si contengä!
(sfuriata raccolta da
Epimeteo)
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"Passer otto non andare via,
nei tuoi occhi il sole muore giŕ,
scusa se la colpa č un poco mia..."
(cit. octopica)