Roger
Roger, se queste parole derivano da "gigno" (genui, genitum, gignere), la "g"
non è un'intrusa, anzi...
Epimeteo
> Roger, se queste parole derivano da "gigno" (genui, genitum, gignere), la
"g"
> non è un'intrusa, anzi...
Gignere, cioè generare?
Deve essere senz'altro la spiegazione.
Ma 'genio', allora, perché non lo scriviamo 'gegno'? :-)
Roger
Forse per un motivo di pronuncia?
Saluti.
--
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Beh, se č per questo, perché allora "genitore" non lo scriviamo "gegnitore"?
:-))
Comunque nella radice di "gignere" c'č anche "gen-" (genui, genitum) e se vado
indietro (al greco) trovo "gen-", "gegn-", "gon-" (genesis, gignomai, gonos)...
Epimeteo
Non esiste nessuna radice "gegn"... si ha solo gen-/gon-/gn- e tutto il
resto sono solo ampliamenti o raddoppiamenti.
>Derivando etimologicamente da genius, non sarebbe più corretto scrivere
>'ingenio', 'ingeniere', ingenioso'?
>Perché e come è entrata quella 'g'?
Secondo il DISC ingegnere deriva da ingegno. Quest'ultimo invece dal
latino ingenium. Esiste inoltre la forma antica (che il DISC definisce
latineggante) ingenio.
Ciao.
Gian Carlo
>Secondo il DISC ingegnere deriva da ingegno. Quest'ultimo invece dal
>latino ingenium.
"Ingegnere" deriva sě da "ingegno", e quindi dal latino "ingenium", ma
non dal vocabolo che significa intelligenza o intelletto. Nel XIV e nel
XV secolo l'ingegnere era colui che si interessava agli "ingegni", ossia
ai congegni, ai meccanismi. L'ingegno per antonomasia era una macchina
teatrale utilizzata per sollevare gli attori in maniera da simularne il
volo. Era costituita dal "cielo" (una cupola emisferica dipinta di
azzurro, con nuvole o uccelli in volo) e dal "rode", un mobile di ruote
concentriche. L'attore veniva calato, o sollevato, da un altro
dispositivo, a forma di mandorla, che era manovrato con funi e argani.
Un famoso "ingegno" venne allestito da Leonardo per in occasione del
matrimonio di Gian Galeazzo Sforza con Isabella d'Aragona.
>Esiste inoltre la forma antica (che il DISC definisce
>latineggante) ingenio.
"Ingegno", con la "g", si trova in molti testi volgari del XIII secolo
(un nome solo: Dante). La forma latineggiante l'ho trovata solo in testi
di epoche successive, ad esempio in testi di Ariosto, Vasari o Leon
Battista Alberti.
Ciao,
Ferdinando
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Ho capito: è come dire che "gen-itore" è una conseguenza dell'ampliamento o del
raddoppiamento di "gon-adi".
Epimeteo
> In article <92ht4v0is8fjlb7dd...@4ax.com>, on Sat, 15 Feb
> 2003 23:53:10 +0100, magica wrote:
>
> >Secondo il DISC ingegnere deriva da ingegno. Quest'ultimo invece dal
> >latino ingenium.
>
> "Ingegnere" deriva sì da "ingegno", e quindi dal latino "ingenium", [...]
Allora non da 'genius'.
Genio, geniale, geniere derivano etimologicamente da "genius" e non vogliono
la 'g'.
Ingegno, ingegnere, ingegnoso derivano da "ingenium" e prendono la 'g'.
È così?
Roger
Veramente tutte le parole che citi sono imparentate fra loro... secondo me
il discorso č molto semplice: ingegno e derivati sono entrati nell'italiano
passando per il volgare, genio e derivati sono stati reintrodotti dal latino
(prego qualcuno piů attrezzato di me di verificare).
Siamo in vena di battutone, eh? ;-P
Talento naturale... ;-PP
Però gli altri continuano a distinguere "genio" da "ingegno" come se avessero
origini diverse e non, come hai detto tu, soltanto percorsi diversi.
Ciao,
Epimeteo