Volevo chiedervi: qualcuno di voi sa chi è il responsabile di questa
schifezza che è la tastiera italiana? C'è qualcuno a cui si possono
mandare lettere di proposta, lettere di protesta, lettere di insulti a
lui e parenti fino al settimo grado, mute di Rottweiler impasticcati di
estasy?
Pensate che sia possibile convincere l'istituzione responsabile a
cambiare la tastiera per introdurne una piú comoda? Almeno inserire la È?
Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere quando usare
ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á? È/é si può scrivere e sono riuscito a impararlo da
solo su internet (mica a scuola, lí a momenti manco sapevo ci fossero
due accenti ;-).
Mi pare che sia quasi sempre à, ò, í e ú, ma se non sono sicuro...
Ciao
-Federico
Direi che è un misto vecchia tastiera italiana della macchine da scrivere
(quindi manda i rottweiler all'Olivetti, se esiste ancora) e di quella dei
PC americani (e qui forse devi prendertela con l'UNI).
Io voto per la tastiera spagnola: è molto simile a quella italiana ma,
grazie ai "tasti muti", permette di scrivere quasi tutte le lettere
accentate dell'Europa occidentale.
> Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
> quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
Per <a i u> ci sono due stili: quello più recente (norma UNI) vuole sempre
il grave: <à ì ù>; quello più tradizionale vuole il grave per la a (vocale
aperta) e l'acuto per le altre (vocali chiuse) <à í ú>. Sono buoni entrambi
purché non li si mischi.
Per <e, o>, non ci sono regole: il grave <è ò> ci va quando le vocali sono
aperte (nella pronucia fiorentina, però!) e l'acuto <é ó> ci va quando sono
chiuse (sempre nella pronuncia fiorentina).
La <o> accentata finale è sempre aperta, quindi non dà problemi: sempre <ò>.
La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
<è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
<-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
dizionario.
Ciao.
Marco
--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
> Per <e, o>, non ci sono regole: il grave <è ò> ci va quando le vocali sono
> aperte (nella pronucia fiorentina, però!) e l'acuto <é ó> ci va quando
sono
> chiuse (sempre nella pronuncia fiorentina).
Ma ci sono casi in cui si sia costretti a usare "è" (ovviamente non il verbo
"essere") e "o grave"? Se non al fine di segnalare l'accento tonico delle
parole, intendo? Ammesso, ovviamente, di voler adottare lo standard attuale.
Ciao, FB
> Ammesso, ovviamente, di voler adottare lo standard attuale.
Frase inutile.
Ciao, FB
>> Volevo chiedervi: qualcuno di voi sa chi è il responsabile di
>> questa schifezza che è la tastiera italiana?
>Direi che è un misto vecchia tastiera italiana della macchine da scrivere
>(quindi manda i rottweiler all'Olivetti, se esiste ancora) e di quella dei
>PC americani (e qui forse devi prendertela con l'UNI).
Per non parlare del fatto che la tastiera italiana non ha le parentesi
graffe, di uso frequentissimo coi recenti linguaggi di programmazione.
Il che, per una tastiera per calcolatori, è tutto un... programma.
Anzi, del C# non permette di scrivere neache il nome (ovviamente senza
ricorrere al numero d'ordine del simbolo # nella "collating
sequence").
Ciao.
Gian Carlo
Ma non saltavano fuori con un AltGr + il tasto di "č"? Oppure AltGr +
shift + "č"? Io ho fatto il mio esame di informatica su una tastiera
italiana, e le parentesi graffe devo essere riuscito a scriverle in
qualche modo... anche se non mi ricordo nemmeno se ci sono graffe nel C
normale ;-)
Ciao
-Federico
Li sto già affamando, poi li riempio di coca con aspirina e li scateno ;-)
> Io voto per la tastiera spagnola: è molto simile a quella italiana ma,
> grazie ai "tasti muti", permette di scrivere quasi tutte le lettere
> accentate dell'Europa occidentale.
Anch'io, come dovresti sapere, sono un fan dei tasti muti (la mia
tastiera ne conta 14 diversi). Non ho presente di preciso il layout
della tastiera spagnola, hai un link sottomano? Anche con la norvegese
si fanno tutti i caratteri d'interesse per l'italiano, e anche per il
tedesco. Ma credo che a pochi sia utile avere una tastiera con ø, æ e å...
>>Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>>quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>
> Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
Ti ringrazio per la risposta, comunicherò al gruppo di traduzione!
> Per <a i u> ci sono due stili: quello più recente (norma UNI) vuole sempre
> il grave: <à ì ù>; quello più tradizionale vuole il grave per la a (vocale
> aperta) e l'acuto per le altre (vocali chiuse) <à í ú>. Sono buoni entrambi
> purché non li si mischi.
>
> Per <e, o>, non ci sono regole: il grave <è ò> ci va quando le vocali sono
> aperte (nella pronucia fiorentina, però!) e l'acuto <é ó> ci va quando sono
> chiuse (sempre nella pronuncia fiorentina).
>
> La <o> accentata finale è sempre aperta, quindi non dà problemi: sempre <ò>.
Quindi, visto che gli accenti sono comunque solo in fondo a una parola,
possiamo essere sicuri che, con l'UNI, il set di vocali accentate sarà
<à è é ì ò ù>, mentre con l'altro sistema <à è é í ò ú>. ...Giusto?
Uno dei due sistemi è piú consigliabile dell'altro? ( Noto che tra
l'altro io sto usando proprio quell'altro sistema... ("piú") )
Ci sono motivi logici, emotivi, religiosi o scaramantici per preferirne
uno? Un professore di Italiano dovrebbe accettarli entrambi, o prendere
il piú recente a colpi d'ascia? Cosa farebbe un buon tipografo?
Ciao & grazie,
-Federico
>> Per non parlare del fatto che la tastiera italiana non ha le parentesi
>> graffe, di uso frequentissimo coi recenti linguaggi di programmazione.
>> Il che, per una tastiera per calcolatori, è tutto un... programma.
>Ma non saltavano fuori con un AltGr + il tasto di "è"? Oppure AltGr +
>shift + "è"?
"AltGr shift è" e "AltGr shift +", in realtà. Ma tenere premuti tre
tasti contemporaneamente ogni volta che si deve scrivere una parentesi
mi sembra davvero troppo. Al punto che trovo più comodo "Alt 123" e
"Alt 125".
Vuoi mettere con la tastiera americana?
Certo che finché i linguaggi di programmazione non verranno
"inventati" in Italia, ci troveremo ad aver a che fare con caratteri
non presenti nella tastiera italiana.
>non mi ricordo nemmeno se ci sono graffe nel C normale ;-)
Certo.
Ciao.
Gian Carlo
> Anch'io, come dovresti sapere, sono un fan dei tasti muti (la mia
> tastiera ne conta 14 diversi).
Cosa sono? Quelli come lo "shift"?
Ciao, FB
>Anzi, del C# non permette di scrivere neache il nome (ovviamente senza
>ricorrere al numero d'ordine del simbolo # nella "collating
>sequence").
Strano. Sulla mia il do diesis viene benissimo. E' quello nero a
destra del do.
--
Federico Spano`
mica tutti. si usano in c, ma poco o niente in vb, che e' piu' recente :)
> >> Il che, per una tastiera per calcolatori, è tutto un... programma.
:>
> >Ma non saltavano fuori con un AltGr + il tasto di "è"? Oppure AltGr +
> >shift + "è"?
>
> "AltGr shift è" e "AltGr shift +", in realtà. Ma tenere premuti tre
> tasti contemporaneamente ogni volta che si deve scrivere una parentesi
> mi sembra davvero troppo. Al punto che trovo più comodo "Alt 123" e
> "Alt 125".
infatti. solo che a volta devi fare 0123.
per non dire che con questo portatile devo fare alt function 0200 e pregare
che la capisca, il che non avviene quasi mai.
in compenso, ricordandomi raramente dove vanno gli accenti in francese, e
non piacendomi molto forme tipo ge'ne'ral, in francese se metto l'apostrofo
nei participi e' molto. e finora i francesi non se la sono presa troppo :)
>
> Vuoi mettere con la tastiera americana?
>
> Certo che finché i linguaggi di programmazione non verranno
> "inventati" in Italia, ci troveremo ad aver a che fare con caratteri
> non presenti nella tastiera italiana.
> >non mi ricordo nemmeno se ci sono graffe nel C normale ;-)
alt (non gr, alt e basta :)
qui non e' questione di dove li inventano. anche se in c scrivessi "car*" o
"definisci" o "funzione SalvaSchermo() {}" gli asterischi resterebbero
asterischi, e le graffe non diventerebbero giraffe :P
(va da se' che per fargli capire le graffe ho appunto dovuto fare alt fn
0123 / 0125)
il fatto e' che gli ascii bassi direi siano sufficienti all'alfabeto
inglese, che di segni diacritici ne ha pochini. tanto poi fanno presto, la
pronuncia e' random :)
ciao, j.
No, sono dei tasti che da soli non producono caratteri, come lo shift,
ma influenzano l'output del prossimo tasto. Per esempio, io premo " ` "
e poi " e " per ottenere " è ". Io lo trovo piuttosto comodo, specie se
si scrive spesso in altre lingue; a me capita di scrivere regolarmente
in italiano, inglese, norvegese e esperanto, a volte qualche frase
smozzicata in tedesco, svedese, francese.
Inoltre permette di moltiplicare il numero di caratteri disponibili:
solo un tasto muto per " ` " ti fa risparmiare tutti i tasti per à, è,
ì, ò, ù e le rispettive maiuscole.
In tutto, ho i seguenti tasti muti:
1- accento grave
2- accento acuto
3- doppio accento acuto (ungherese)
4- gancio (vietnamita, spesso in sequenza con un altro tasto muto)
5- cediglia
6- ogonek (polacco, mi pare)
7- dieresi
8- accento circonflesso
9- tilde
10- gancetto (croato)
11- accento lungo
12- accento breve (esperanto, turco)
13- cerchio (ceco)
14- corno.
Alla fine ho usato talmente tanti tasti muti e un layout cosí incasinato
che la mia tastiera può scrivere tutti i caratteri in ASCII, Latin-1 e
Latin Extended A, oltre all'euro. :-)
Puoi vedere una foto del mio layout a:
http://www.federicozenith.net/klavaro/linuxkla.html
Ovviamente i driver sono disponibili come software libero.
Ciao,
-Federico
> Ovviamente i driver sono disponibili come software libero.
E' un casino notevole, ma ci farò un pensierino.
Ciao, FB
Ma perché vuoi complicarci la vita con Firenze? La regola della é è
semplicissima, e per la o non c'è acuto obbligatorio, ecco fatto.
>¦ Federico Zenith ha scritto:
>¦ > [...]
>¦ Io voto per la tastiera spagnola:
Sottoscrivo.
>¦ > Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>¦ > quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>¦
>¦ Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
>¦
>¦ Per <a i u> [...]
>¦
>¦ Per <e, o>, non ci sono regole:
Dài! :)) Qualcuna c'è.
>¦ [...]
>¦ La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
>¦ <è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
>¦ <-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
>¦ dizionario.
Piccolo promemoria.
Oltre che nei composti con _che_ [mi scuso per il bisticcio :))],
la /e ha sempre suono chiuso e quindi si scrive con l'accento acuto:
- nelle desinenze del passato remoto terminanti in -é
(ormai credo tutte soppiantate da -ette che però, seppur
senz'accento grafico, ha sempre suono aperto (-ètte).
- nel pronome _sé_,
- nei composti di /re (viceré),
- nei composti di /tre (ventitré, centotré),
Ha invece sempre suono aperto, e richiede quindi l'accento grave:
- nei nomi tronchi in è di origine straniera (caffè, tè, canapè)
- nei nomi propri accentati tronchi (Noè, Giosuè, Mosè)
--
Ciao,
Mariuccia®
>¦ Federico Zenith ha scritto:
>¦ > [...]
>¦ Io voto per la tastiera spagnola:
Sottoscrivo.
>¦ > Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>¦ > quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>¦
>¦ Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
>¦
>¦ Per <a i u> [...]
>¦
>¦ Per <e, o>, non ci sono regole:
Dài! :)) Qualcuna c'è.
>¦ [...]
>¦ La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
>¦ <è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
>¦ <-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
>¦ dizionario.
Piccolo promemoria.
>¦ Federico Zenith ha scritto:
>¦ > [...]
>¦ Io voto per la tastiera spagnola:
Sottoscrivo.
>¦ > Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>¦ > quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>¦
>¦ Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
>¦
>¦ Per <a i u> [...]
>¦
>¦ Per <e, o>, non ci sono regole:
Dài! :)) Qualcuna c'è.
>¦ [...]
>¦ La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
>¦ <è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
>¦ <-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
>¦ dizionario.
Piccolo promemoria.
Oltre che nei composti con _che_ [mi scuso per il bisticcio :))],
la /e ha sempre suono chiuso e quindi si scrive con l'accento acuto:
- nelle desinenze del passato remoto terminanti in -é
(ormai credo tutte soppiantate da -ette che però, seppur
senz'accento grafico, han sempre suono aperto (-ètte).
- nel pronome _sé_,
- nei composti di /re (viceré),
- nei composti di /tre (ventitré, centotré),
Ha invece sempre suono aperto, e richiede quindi l'accento grave:
- nei nomi tronchi in è di origine straniera (caffè, tè, canapè)
- nei nomi propri accentati tronchi (Noè, Giosuè, Mosè)
- nelle interiezioni: ahimè, ahitè.
Non me ne vengono in mente altre, per ora :))
--
Ciao,
Mariuccia®
>¦ Federico Zenith ha scritto:
>¦ > [...]
>¦ Io voto per la tastiera spagnola:
Sottoscrivo.
>¦ > Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>¦ > quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>¦
>¦ Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
>¦
>¦ Per <a i u> [...]
>¦
>¦ Per <e, o>, non ci sono regole:
Dài! :)) Qualcuna c'è.
>¦ [...]
>¦ La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
>¦ <è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
>¦ <-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
>¦ dizionario.
Piccolo promemoria.
Oltre che nei composti con _che_ [mi scuso per il bisticcio :))] e
nella terza p.s. dell'indicativo (è) la /e ha sempre suono chiuso e
quindi si scrive con l'accento acuto:
- nelle desinenze del passato remoto terminanti in -é
(ormai credo tutte soppiantate da -ette che però, seppur
senz'accento grafico, han sempre suono aperto (-ètte).
- nel pronome _sé_,
- nei composti di /re (viceré),
- nei composti di /tre (ventitré, centotré),
Ha invece sempre suono aperto, e richiede quindi l'accento grave:
- nei nomi tronchi in -è di origine straniera (caffè, tè, canapè)
>¦ Federico Zenith ha scritto:
>¦ > [...]
>¦ Io voto per la tastiera spagnola:
Sottoscrivo.
>¦ > Un'altra cosa: potete riassumermi le regole per discernere
>¦ > quando usare ò/ó, ì/í, ù/ú, à/á?
>¦
>¦ Immagino sia una stra-FAQ, comunque...
>¦
>¦ Per <a i u> [...]
>¦
>¦ Per <e, o>, non ci sono regole:
Dài! :)) Qualcuna c'è.
>¦ [...]
>¦ La <e> finale può essere sia aperta sia chiusa; è facile ricordare che in
>¦ <è> (voce del verbo essere) è aperta mentre in tutte le parole terminanti in
>¦ <-ché> è chiusa. In tutti gli altri casi, o si è di Firenze si guarda sul
>¦ dizionario.
Piccolo promemoria.
Oltre che nei composti con _che_ [mi scuso per il bisticcio :))]
la /e ha sempre suono chiuso e quindi si scrive con l'accento acuto:
- nelle desinenze del passato remoto terminanti in -é
(ormai credo tutte soppiantate da -ette che però, seppur
senz'accento grafico, han sempre suono aperto (-ètte).
- nel pronome _sé_,
- nei composti di /re (viceré),
- nei composti di /tre (ventitré, centotré),
Ha invece sempre suono aperto, oltre che nella terza p.s.
dell'indicativo presente (è), e richiede quindi l'accento grave:
> > Per non parlare del fatto che la tastiera italiana non ha le parentesi
> > graffe, di uso frequentissimo coi recenti linguaggi di programmazione.
> qualche modo... anche se non mi ricordo nemmeno se ci sono graffe nel C
> normale ;-)
Anche non tanto recenti, Gli shell di Unix sono roba di 30 anni fa,
anche se magari da noi si usano solo da una quindicina. Le graffe poi in
(La)TeX ci sono sempre state dai tempi dei tempi in cui si usavano i
Vax.
Ricordo gli improperi che la gente tirava quando usava i VT340 che la
Agenzia Spaziale ci aveva fornito ... erano stati ordinati con tastiera
USASCII e prese italiane, ma il software della Digital aveva modificato
d'ufficio in tastiera italiana e prese italiane.
Una roba oscena a cercare le graffe, la pipe ecc.
Ora e sempre, tastiera USASCII per tutti. In italiano uso l'apostrofo
come accento, in tedesco uso oe ae ue per l'Umlaut, ed immagino che se
fossi stato un nordico avrei usato i digrammi aa ae oe.
--
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Certo. Così sui due piedi mi viene in mente "caffè", ma ci sono tante altre
parole comuni che hanno l'accento grave sull'ultima lettera (e quindi
obbligatorio).
Buono a sapersi. Ma di che regola si tratta? È quella enunciata da Mariuccia
Ruta?
E quella regola bastano a coprire tutti i casi? In effetti, non mi viene in
mente nessuna parola che non rientri facilmente in una delle categorie di
Mariuccia.
> e per la o non c'è acuto obbligatorio, ecco fatto.
Be', fino a qui ci arrivavo anch'io. Infatti, sulla tastiera italiana la <ó>
non ce l'hanno neanche messa.
Anch'io stavo per dare la colpa all'ing. Camillo Olivetti da Ivrea,
ma riflettendoci, non possiamo colpevolizzarlo più di tanto in quanto,
all'epoca delle macchine da scrivere bastava scrivere la lettera, poi
tornare
indietro di un carattere e scrivere l'accento, cosa che adesso non si può
fare
a meno che non sia previsto dal software di gestione della tastiera.
--
Er Roscio.
A parte il fatto che è una ben strana tastiera quella che non ha il
"cancelletto" e che puoi "fare" le graffe con alt-123 e alt-125...
Se scrivi programmi devi essere un allievo del barone Masoch
per usare una tastiera italiana... io per programmare in C (e suoi
derivati) uso una tastiera - che mi tengo cara - che ha sia le graffe
che le quadre (cosa rara, in effetti)...
Quando devo scrivere lettere o altro, monto la tastiera italiana...
--
Er Roscio.
Ma scusa, una fracca di gente ha una sola /e/ e una sola /o/ (aperte o
chiuse non importa), quindi _non_ varia il suono nella sillaba
accentuata. Detta gente ha semplicemente bisogno delle regole per
_scrivere_ (che sono poi semplici, come hai spiegato). Che poi
tantissima gente faccia la differenza fra aperto o chiuso non toglie
il fatto che il discorso orale rimane intelligibile in italiano con
l'accento a velocità unica.
Sì, ma hai sempre problemi col si bemolle...
(per non parlare del bequadro... ;-)))
--
Er Roscio.
Ma allora, orrori d'ortografia per orrori d'ortografia, proporrei di
economizzare ulteriormente eliminando anche i tasti <Q>, <X> e <W>. Tanto a
che servono? Si puo' trankuillamente scrivere "Linuks", "Vvindovvs" e via
dicendo.
Ma anche quelle inutili parentesi kuadre e graffe: via, via, altri due tasti
risparmiati! Tanto, i programmatori C dispongono gia' delle comodissime
trigraph sekuences: ??( ??) ??< ??>
> magica ha scritto:
>> Per non parlare del fatto che la tastiera italiana non ha
>> le parentesi graffe, di uso frequentissimo coi recenti
>> linguaggi di programmazione. Il che, per una tastiera per
>> calcolatori, è tutto un... programma.
>
> Ma non saltavano fuori con un AltGr + il tasto di "è"?
> Oppure AltGr + shift + "è"? Io ho fatto il mio esame di
> informatica su una tastiera italiana, e le parentesi
> graffe devo essere riuscito a scriverle in qualche modo...
> anche se non mi ricordo nemmeno se ci sono graffe nel C
> normale ;-)
>
> Ciao
> -Federico
Sulla mia tastiera:
{ con AltGr + '7';
} con Alt Gr + '0' .
ora tutti i segni ottenibili con Alt Gr:
¬¹²³???{[]}`~
@?€¶?øþ[]
æßð???j??@#
|«»¢nµ·
Alt Gr + Maiuscolo:
¡£$±°¿
??¢®?¥?ØÞ
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?<>©`'Nº×÷
Ciao.
--
oggi no, domani sì
> [...] Non ho presente di preciso il layout
> della tastiera spagnola, hai un link sottomano?
http://www.geocities.com/dactilografia/imagenes/009.gif
Si possono scrivere tutte le vocali con l'accento acuto (á), l'accento
grave (à), l'accento circonflesso (â) o la dieresi (ä) che in spagnolo ha
il dolce nome di "crema" :?.
Anche la lettera 'ç' e ovviamente i segni particolari de lo spagnolo: la
lettera 'ñ' (suono -gn- in italiano che noi rappresentiamo così) e i segni
'¿','¡' (inizio di interrogazione e di esclamazione).
A mi parere alla tastiera spagnola mancano soltanto i caratteri '«' e
'»'.
Non ho mai visto una tastiera italiana, è davvero che non avete i tasti
muti?...
--
El hombre que se ríe de todo es que todo lo desprecia. La
mujer que se ríe de todo es que sabe que tiene una
dentadura bonita.
--- Enrique Jardiel Poncela ---
Si Dióxido de Silicio | Debian GNU/Linux
/ \ (SiO2) | José Miguel Sánchez Alés
O O Mineral de Cuarzo | sio2....@online.fr | URL #257033
È vero. Credo che la tastiera italiana sia l'unica in Europa a non averli.
A parte questo, la tastiera italiana è quasi identica a quella spagnola. Le
differenze pricipali sono in questi tasti:
Spa: ºª ¡¿ `^ ñÑ ´¨ çÇ
Ita: \| ì^ èé òç à° ù§
Nota che il nostro <^> non è un tasto muto: inserisce proprio l'inutile
carattere "^".
Come vedi, mancano molti caratteri usati nelle lingue straniere più note in
Italia, e persino quelli necessari per le lingue minoritarie e i dialetti
d'Italia.
Gli italiani di lingua tedesca (Alto Adige) o francese (Val d'Aosta) non
possono nemmeno scrivere comodamente la loro stessa lingua senza far
arrivare una tastiera dall'estero!
Addirittura, mancano alcuni caratteri usati nell'italiano stesso, come "í",
"î", "ï", "ó" e "ú". Ma la mancanza più grave è quella delle lettere
accentate maiuscole, soprattutto della "È", che è comunissima in inizio di
frase.
> Giusto per curiosità: con le vocali con umlaut è in uso di
> sostituirle con digrammi. Ma p.es. con le consonanti dotate di gancini,
> pallini, taglietti e segnetti vari... che si fa?
in tedesco ????
Una logica puramente arbitraria, come in tutte le regole mnemoniche.
Ma ciò non ne diminuisce l'utilità: invece di imparare a memoria centinaia
di parole, tieni a mente quelle poche regolette. Grazie anche da parte mia.
Questa è una leggenda dura a morire.
Sono anni, almeno da Windows 95 in poi che ci sono, sopra le quadre.
> Anzi, del C# non permette di scrivere neache il nome (ovviamente senza
> ricorrere al numero d'ordine del simbolo # nella "collating
> sequence").
Sono anni che possiedo tastiere standard italiane con il simbolo '#'.
Quando usavo il DOS m'ero modificato il piccolo file Keybit in modo da
avere le graffe su F9 ed F10.
Un programmatore che si lamenta della mancanza delle graffe mi sembra un
po' come un pesce che affoga perché non ha il salvagente.
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Hai ragione, corro a comprare una Dvorak.
--
Federico Spano`
Se sei un devoto dei tasti muti non vedo perché ti lamenti della
tastiera italiana. Tutte le tastiere sono elettricamente uguali: è solo
la serigrafia sopra i tasti a cambiare. Quindi puoi installare il driver
di tastiera che preferisci ed usare tutte le combinazioni che vuoi.
La tastiera italiana è quella che permette di scrivere in italiano
standard premendo UN SOLO TASTO per ogni lettera. Premere un solo tasto
per lettera è, senza dubbio, il modo più efficace e veloce di scrivere,
rispetto a qualsiasi combinazione che prevede composizioni di più tasti.
L'unica lettera non presente in tastiera è la "è" maiuscola, la cui
frequenza è però minima e ben poco disagio (e nessuna ambiguità) crea la
sequenza "E'". Non solo: un programma di scrittura può essere istruito a
compiere automaticamente la sostituzione di "E'" con la corrispondente
lettera accentata.
Per la scrittura in lingue diverse dall'italiano, per esempio lo
spagnolo, la nostra tastiera può non essere altrettanto efficace, anzi!
Ma se l'utilizzo con una lingua diversa da quella per cui è stata
concepita è il criterio di valutazione allora potrei dire che quella
spagnola fa schifo perché è trovo difficile scriverci in arabo.
Perché ti vuoi rendere ridicolo?
Per scrivere {} con il metodo intelligente devi:
tenere premuti due tasti (con pollice e mignolo) mentre con l'anulare
compi le due battute corrispondenti.
Il metodo stupido invece prevede l'abbandono della posizione di lavoro
(devi andare sul tastierino numerico), la pressione di un tasto che devi
tenere premuto per le TRE battute 1-2-3, risollevato e ripremuto prima
delle successive TRE battute 1-2-5.
Senza contare che devi sapere e ricordare 123 e 125, rimane il fatto che
fai sei battute al posto di due (il 200% in più) e devi curare
attentamente il mantenimento della pressione sul tasto Alt.
Vuoi fare a gara sulla sequenza {}{}{}{}{}{}{}{}{}{}{}{}{}{}{}?
Tu usa pure il metodo "più comodo" delle 90 battute modulate da 30
pressioni e rilasci del tasto Alt, io uso il "complesso" metodo delle 30
battute mentre tengo premuto AltGr e Shift.
Incredibile che certe idiozie le scriva uno che si gloria d'essere un
ricercatore fisico. Fermiamo l'evoluzione tecnologica così i vecchi
apparecchi non diventano obsoleti e risolviamo ogni problema di
compatibilità. Questa menata del segnale televisivo a colori (è utile a
qualcosa?) ci ha complicato la vita con 'sti standard diversi. Questa
idiozia della radio digitale rende inaccostabili le care vecchie
modulazioni d'ampiezza. Con queste stupide centraline elettroniche non
possiamo più giocare con le vitine del carburatore.
C'è in giro gente così ottusa che considera le graffe più importanti
dell'italiano standard. Non vedo perché mai 999 persone dovrebbero
trovarsi in difficoltà a scrivere in italiano solo perché 1 persona ha
problemi a far venire fuori un paio di caratteri di uso specialistico.
Non vedo la colpa nell'introduzione dei tasti che permettono di ottenere
in una sola battuta quello che altrimenti si otteneva con due battute ed
un ritorno carrello di una battuta.
Se dobbiamo "punire" chi ha introdotto i tasti àèéòìù allora puniamo
anche chi ha inventato il telecomando della TV visto che una volta
bastava alzarsi dalla poltrona, raggiungere l'apparecchio e premere il
tasto corrispondente sul televisore.
Questa sera di stupidaggini ne ho lette parecchie.
Non per difendere un illustre concittadino...
>Perché ti vuoi rendere ridicolo?
Perché romopi sempre i coglioni?
Gian Carlo
>> Per non parlare del fatto che la tastiera italiana non ha le parentesi
>> graffe, di uso frequentissimo coi recenti linguaggi di programmazione.
>mica tutti. si usano in c, ma poco o niente in vb, che e' piu' recente :)
javalab, proprio tu mi dici questo? Col nick che porti?
Per inciso, il VB sarà recente, ma il BASIC, dalla cui sintassi quella
del VB è mutuata, é vecchiotto anzichenò. Il primo compilatore mi pare
sia addirittura del 1963.
Ciao.
Gian Carlo
yap. col nick che porto -- che deriva dalla mia labradorina java, che
ovviamente deriva dal java ma e' come se cosi' non fosse, visto che tutti
quelli che me lo chiedono dicono "ah! giada!", e siamo arrivati perfino a un
offensivo "ah! giara!" -- programmo in vb da quasi sei anni e se ho usato le
graffe due volte era perche' avevo una tastiera diversa e non trovavo i
tasti.
lo so che basic e' anzianotto. ma appunto di vb parlavo. java ancora l'ho
appena intravisto.
col mio minimo c, ancora a carattere, avevo verificato comunque che se si
cambia il layout al volo, dove stanno i tasti importanti lo si ricorda dopo
pochi minuti.
i problemi veri con la tastiera sorgono coi lap, in cui ogni produttore
mette frecce ecc. dove capita.
come se ti mettessero gas a sinistra e freno a destra, con la frizione in
mezzo.
ciao, j.
Reagisco solo quando scrivi delle idiozie.
Cosa che recentemente succede spesso.
Se io avessi scritto che trovo più comodo usare la tastiera con il naso
non mi sarei certo sottratto alle reazioni dei lettori.
A te piace spararle grosse (non esiste l'RGBY, non c'è il #, non ci sono
le {}, è più comodo digitare Alt 123...) e dopo ridicoli tentativi nel
difendere le tue stupidaggini (che non sono certo l'unico ad osservare),
finisci con reazioni da bambinetto.
Se tu fossi un uomo educato scriveresti: "Grazie Giancarlo per avermi
insegnato qualcosa che non sapevo, che so, il significato di RGBY,
l'esistenza delle graffe o di parole che non conoscevo o con accezioni
che ignoravo. Grazie delle tue buone maniere, della gentilezza e
dell'infinita pazienza che dimostri nonostante la mia maleducazione".
Ma purtroppo sei troppo arrogante per capire che è considerato educato e
non da rompiscatole rispondere alle affermazioni che vengono fatte in un
gruppo di discussione.
> Intendevo: sono in uso (in qualunque lingua a voi nota) dei digrammi
> convenzionali che permettano di scrivere anche altre lettere "speciali"
> usando praticamente solo caratteri di ASCII 7-bit, cosě come si fa p.es.
> in tedesco scrivendo ae in luogo di ä?
Beh nelle lingue scandinave (che non sono "a me note" nel senso che le
capisca al 100% o le abbia studiate, le ho solo "viste" capendoci
qualcosa in base al tedesco) ho notato (sia in forme che mi hanno detto
essere vecchie, sia su internet p.es. in nomi di dominii o indirizzi
e-mail) l'uso dei digrammi aa ae ed oe invece della A col pallino, della
AE attaccata e della O sbarrata ... le ultime due presumo siano
varianti grafiche dello stesso fonema delle a ed o con Umlaut tedesche.
Ovviamente si usano a volte digrammi o poligrammi (sh zh shch ja ju)
in certe TRASLITTERAZIONI dal cirillico.
Ignoro la situazione per altre lingue che abbiano caratteri speciali o
diacritici (lo spagnolo ha n-tilde per la gn ... se non hanno la tilde
come fanno ? per la gl non hanno avuto dubbi ad usare solo un digramma
ll ; le lingue slave che scrivono in caratteri latini abbondano di
consonanti "speciali" ; poi cosa c'e' ? il turco ? l'albanese ? )
> >Sě, ma hai sempre problemi col si bemolle...
> >(per non parlare del bequadro... ;-)))
>
> Hai ragione, corro a comprare una Dvorak.
Mi raccomando: chiedi al commesso "una vorgiac, per favore"...
Vedrai che faccia ti fa !... :-)))
--
Er Roscio.
Anche la mia labradorina Nala (quando si dice le coincidenze...)
"soffre" di queste incomprensioni ("Lala", "Lana", ecc...)
--
Er Roscio.
Uhm.
Ciao
Ale
--
Namárië Valinor
Colpe, rottweiler e via dicendo erano ovviamente battute. Nessuno vuole
linciare il tuo illustre concittadino (che, oltretutto, č probabilmente
innocente su questo fatto: mi pare che le prime macchine da scrivere per
l'italiano furono prodotte all'estero).
Quanto al ritorno carrello, l'obiezione poteva essere valida nell'era delle
macchine da scrivere, non in quella dei computer.
> Se dobbiamo "punire" chi ha introdotto i tasti āčéōėų [...]
Innanzi tutto, vista l'estrema raritā delle lettere accentate in italiano
(finora ne ho scritte due in tre frasi), il fatto di premere due tasti non
costituisce questa gran fatica.
Io digito con la tastiera spagnola e ti dirō che, finora, non mi č venuta la
tendinite. Anzi: per uno smemorato come me č pių comodo memorizzare la
posizione di soli due tasti (<`> e <ī>) che memorizzarne sei (<ā>, <č>, <é>,
<ė>, <ō>, <ų>).
Il numero di battute che faccio io con la tastiera spagnola č esattamente
identico a quello di coloro che sostituiscono gli accenti con l'apostrofo,
con la differenza che il testo battuto da me č ortograficamente pių
corretto.
Considera poi che la presenza dei tasti muti non esclude assolutamente la
contemporanea presenza di tasti per le lettere accentate precomposte.
La maggior parte delle tastiere europee ha sia tasti per le lettere
accentate pių comuni (ad es. <ā>, <č> ed <é> in francese, <ä>, <ö>, <ü> in
tedesco, ecc.) sia tasti muti per i segni diacritici rari o stranieri.
Persino sulla tastiera spagnola, che č la pių "tastomutista militante", la
<ņ> si ottiene con un tasto solo, anziché con <~> + <n>.
Anche senza cambiare le serigrafie dell'attuale tastiera italiana,
quell'inutile tasto <^> potrebbe diventare un tasto muto, permettendo cosė
agli italiani di battere le vocali con l'accento circonflesso.
Il carattere <^> stesso (usato solo da noi programmatori, e pure raramente)
si otterrebbe con il tasto muto seguito dalla barra spaziatrice.
In pratica, questa minima modifica *software* permetterebbe agli italiani di
battere comodamente sia il francese sia tutti quei dialetti d'Italia
(lombardo, siciliano, friulano, ecc.) che abbisognano dell'accento
circonflesso.
Sempre senza modificare le serigrafie dei tasti (o modificandole
minimamente), si potrebbe infilare da quelche parte i tasti muti <Ļ>, <ī>,
<`> e <~>, che ci permetterebbero di scrivere correttamente le maiuscole
accentate e i segni diacritici delle pių comuni lingue straniere, pur
mantendendo le nostre care sei lettere accentate minuscole sugli stessi
tasti dove si trovano ora.
("Speciali" solo nella testa del tizio che ha inventato l'ASCII...)
> o diacritici (lo spagnolo ha n-tilde per la gn ... se non
> hanno la tilde come fanno ?
Scrivono <nn>, che è poi l'origine storica della <ñ> (due <n> sovrapposte).
Gli altri diacritici li omettono del tutto.
> le lingue slave che scrivono in caratteri latini abbondano di
> consonanti "speciali" ; poi cosa c'e' ? il turco ?
In genere omettono del tutto i diacritici, col risultato che, spesso, non ci
si capisce un tubo.
> l'albanese ? )
Mi pare che l'albanese abbia solo la <ë> e che omettere i puntini non
comprometta gravemente la comprensione.
Peraltro, ottienilo, quel segno bastardo, sulla tastiera italiana... sigh.
Non ho ancora trovato niente di meglio di ALT+126...
Con le tastiere italiane per Windows si ottiene con AltGr più il tasto <+*>.
Ma credo che sia un'estensione non standard.
> Con le tastiere italiane per Windows si ottiene con AltGr più il tasto
<+*>.
Uh®? Quella è la parentesi quadra, che mi risulti... mi son perso qualcosa?
> Ma credo che sia un'estensione non standard.
Ehm.. credo anch'io ;-)
Infatti, sbagliai. Mi accorgo ora che le serigrafie sulla mia tastiera non
corrispondono al driver che uso.
Io quadre e graffe le ho serigrafate sui tasti <7>, <8>, <9>, <0>. Ma invece
le batto coi tasti che dici tu. Si vede che ormai la tastiera non la guardo
neanche più.
> > Ignoro la situazione per altre lingue che abbiano caratteri
> > speciali
>
> ("Speciali" solo nella testa del tizio che ha inventato l'ASCII...)
Beh ... sono speciali nel senso anche che a scuola a noi insegnavano
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVZ, e JKWXY erano "speciali" o quantomeno
"stranieri", e non ci hanno mai insegnato le lettere accentate come
autonome ... suppongo che nelle scuole inglesi le insegnino tutte e 26
ma di certo non altre ...
> Mi raccomando: chiedi al commesso "una vorgiac, per favore"...
> Vedrai che faccia ti fa !... :-)))
Non /dvo'jak/? L'ho sentito pronunciare da una ceca ma ricordo esattamente
come.
Ciao, FB
>Incredibile che certe idiozie le scriva uno che si gloria d'essere un
>ricercatore fisico.
Qui di incredibile c'è solo la tua maleducazione.
Gian Carlo
>Questa sera di stupidaggini ne ho lette parecchie.
Non sei il solo ad averle lette. E non le hai solo lette.
Gian Carlo
>> Il primo compilatore
>Uhm.
Sģ: il primo "compilatore".
Ciao.
Gian Carlo
>Reagisco solo quando scrivi delle idiozie.
Sei solo maleducato. Molto, anche.
Gian Carlo
>Se tu fossi un uomo educato scriveresti: "Grazie Giancarlo per avermi
>insegnato qualcosa che non sapevo, che so, il significato di RGBY,
>l'esistenza delle graffe o di parole che non conoscevo o con accezioni
>che ignoravo. Grazie delle tue buone maniere, della gentilezza e
>dell'infinita pazienza che dimostri nonostante la mia maleducazione".
Grazie Giancarlo, come comico sei impareggiabile. Così come sei
impareggiabile come maleducato, anche se riguardo a questo non vedo
motivo per ringraziarti.
Qui non mi sembra, ma altrove forse sarai impareggabile anche per
qualcos'altro. Penseranno altri a ringraziarti per quello.
Gian Carlo
>lo so che basic e' anzianotto. ma appunto di vb parlavo. java ancora l'ho
>appena intravisto.
Dovresti provare a intravvederlo. E magari, già che ci sei, anche il
suo clone C#.
>col mio minimo c, ancora a carattere, avevo verificato comunque che se si
>cambia il layout al volo, dove stanno i tasti importanti lo si ricorda dopo
>pochi minuti.
Naturalmente. Ma, chissà perché, gli anglofoni non devono mai farlo.
:-)
Ciao.
Gian Carlo
> > Con le tastiere italiane per Windows si ottiene con AltGr più il tasto
> <+*>.
>
> Uh®? Quella è la parentesi quadra, che mi risulti... mi son perso
qualcosa?
Sì: lo shift.
Devi fare AltGr+Shift+parentesiquadra
> > Ma credo che sia un'estensione non standard.
>
> Ehm.. credo anch'io ;-)
Lo è, ma è da funamboli della tastiera.
--
Er Roscio.
Mi dispiace per entrambi ma il signor Dvorak era americano ;-)
io sono progressivo.
la labradorina e' il primo passo.
comunque ho gia' installato netbeans, eclypse e dedicato a robe java 1-2 gb
del disco.
quanto a net, ci sono stato a pensare un po' su.
nel senso che da msdn uni ho installato vsnet2002 e poi 2003.
l'ide e' bello, ma non sentivo la mancanza di un altro linguaggio, intendo
vbnet, che rispetto a vb e' inutilmente piu' complicato e molto meno
efficiente.
se proprio, mi sa che sara' java, anche se anche li' c'e' un bel casino.
poi in ms sono molto bravi a gestire anche i bachi <g>, vedremo.
> Naturalmente. Ma, chissà perché, gli anglofoni non devono mai farlo.
> :-)
se la prossima guerra mondiale la vinciamo noi, tutte le tastiere avranno
gli accenti acuti e gravi. affaracci di tedeschi francesi e spagnoli poi. ma
gli anglofoni hanno tagliato il problema alla radice, se la cavano comunque
:)
intanto, you can make your keyboard yourself :)
http://www.zdnet.co.jp/news/0310/10/njbt_03.htmlhttp://www.zdnet.co.jp/news/0310/10/njbt_03.html
ciao, j.
vi prego, mica riprendere la querelle compilato/interpretato.
a me basta 'funzionante' :)
ciao, j.
E il risultato è che ci sono tanti italiani che, se devono cercare sulla
guida del telefono il signor Giampiero Kaufmann, sono costretti a chiamare
il 12...
E, comunque, le nostre tastiere hanno sempre avuto anche j, k, w, x, y e ç.
> e non ci hanno mai insegnato le lettere accentate
> come autonome ...
Infatti parteggio per i tasti muti, con cui lettera e accento sono due tasti
separatu.
> suppongo che nelle scuole inglesi le insegnino tutte e 26
> ma di certo non altre ...
Nelle scuole inglesi insegneranno pure qualche lingua straniera.
Inoltre, alcune lettere accentate servono anche in inglese, seppure
raramente. Come i pignoli italiani scrivono "principî" con l'accento
circonflesso, quelli inglesi scrivono "coöperate" o "Nikë" con la dieresi. E
poi, 'nzomma, l'ASCII non aveva manco il simbolo per la sterlina, la moneta
della patria della lingua inglese.
Semplice, perché non ce li ha.
> Tutte le tastiere sono elettricamente uguali: è solo
> la serigrafia sopra i tasti a cambiare. Quindi puoi installare il driver
> di tastiera che preferisci ed usare tutte le combinazioni che vuoi.
Infatti l'ho fatto. Mi chiedevo perché non ci avesse pensato, visto che
io li trovo comodissimi.
http://www.federicozenith.net/klavaro/linuxkla.html
> La tastiera italiana è quella che permette di scrivere in italiano
> standard premendo UN SOLO TASTO per ogni lettera. Premere un solo tasto
Mancano tutte le lettere accentate maiuscole, oltre agli accenti acuti
tranne "é". Quindi non si può scrivere una frase URLANDO se ci sono
caratteri accentati, manca la "È" che è relativamente comune in inizio
di frase, non si può scrivere la differenza tra bòtte e bótte. E in piú
c'è la "ç", per misteri oltre la nostra comprensione.
> per lettera è, senza dubbio, il modo più efficace e veloce di scrivere,
> rispetto a qualsiasi combinazione che prevede composizioni di più tasti.
> L'unica lettera non presente in tastiera è la "è" maiuscola, la cui
> frequenza è però minima e ben poco disagio (e nessuna ambiguità) crea la
> sequenza "E'". Non solo: un programma di scrittura può essere istruito a
> compiere automaticamente la sostituzione di "E'" con la corrispondente
> lettera accentata.
Non ci sono solo i programmi di videoscrittura, che poi non sempre sono
localizzati in italiano. Se io sto scrivendo una pagina Web, perché mai
dovrei sclerare scrivendo È oppure bótte?
> Per la scrittura in lingue diverse dall'italiano, per esempio lo
> spagnolo, la nostra tastiera può non essere altrettanto efficace, anzi!
> Ma se l'utilizzo con una lingua diversa da quella per cui è stata
> concepita è il criterio di valutazione allora potrei dire che quella
> spagnola fa schifo perché è trovo difficile scriverci in arabo.
Tu scherzi, per un po' ho pensato di modificare la mia tastiera per
infilarci cirillico e greco, per realizzare una "tastiera UE" (il
cirillico per quando entrerà la Bulgaria...) ad uso di chi sapesse
troppe lingue. Non ho ancora trovato un modo pratico per alternare i
layout in X, quindi per ora ho lasciato perdere.
Ciao,
-Federico
Davvero? Questi due non li sapevo. Però sapevo "manœuver", "façade",
"algæ" e "formulæ".
ciao,
-Federico
Sono pronto a scommettere che fosse oriundo... :-)))
--
Er Roscio.
l'informatica e' in americano, non in inglese...
anche michelle pfeiffer. tu pronunci "pfifa:" ? :)
> La tastiera italiana è quella che permette di scrivere in
> italiano standard premendo UN SOLO TASTO per ogni lettera.
> Premere un solo tasto per lettera è, senza dubbio, il modo
> più efficace e veloce di scrivere, rispetto a qualsiasi
> combinazione che prevede composizioni di più tasti.
> L'unica lettera non presente in tastiera è la "è"
> maiuscola, la cui frequenza è però minima e ben poco
> disagio (e nessuna ambiguità) crea la sequenza "E'". Non
> solo: un programma di scrittura può essere istruito a
> compiere automaticamente la sostituzione di "E'" con la
> corrispondente lettera accentata.
ÈÉ
scritte con la bloccamaiuscole acceso (e Maiuscolo la
seconda).
--
oggi no, domani sì
> Mancano tutte le lettere accentate maiuscole, oltre agli
> accenti acuti tranne "é". Quindi non si può scrivere una
> frase URLANDO se ci sono caratteri accentati, manca la "È"
> che è relativamente comune in inizio di frase, non si può
> scrivere la differenza tra bòtte e bótte. E in piú c'è la
> "ç", per misteri oltre la nostra comprensione.
ÀÈÉÌÒÙ
le maiuscole io le ò.
~~~~ con Alt Gr + 'ì'
> E, comunque, le nostre tastiere hanno sempre avuto anche j, k, w, x, y e ç.
anche i dizionari (salvo la c con cediglia, per quando la usasse anche
il Lomazzo)
> > suppongo che nelle scuole inglesi le insegnino tutte e 26
> > ma di certo non altre ...
>
> Nelle scuole inglesi insegneranno pure qualche lingua straniera.
nelle scuole elementari o dell'obbligo ?
> poi, 'nzomma, l'ASCII non aveva manco il simbolo per la sterlina, la moneta
> della patria della lingua inglese.
Infatti e' ASCII non BSCII, e c'ha il dollaro :-)
>"Federico Spano`" <fsp...@tiscali.invalid> ha scritto nel messaggio
>news:td8rovoto76irjg01...@4ax.com...
>
>> >Sě, ma hai sempre problemi col si bemolle...
>> >(per non parlare del bequadro... ;-)))
>>
>> Hai ragione, corro a comprare una Dvorak.
>
>Mi raccomando: chiedi al commesso "una vorgiac, per favore"...
>Vedrai che faccia ti fa !... :-)))
Spero che il commesso non sia americano, dato che secondo il mio
merriam-webster loro dicono piu' o meno ''d'voojack'' :=)
(Non riesco assolutamente a scrivere i simboli fonetici nemmeno col
copiaincolla)
--
Federico Spano`
> vi prego, mica riprendere la querelle compilato/interpretato.
Figurati, nessuna querelle; era un "uhm", mica un "ohibņ". Era un "uhm" che
esprimeva un dubbio; a me pareva che il primo Basic, come tutti i seguenti,
fosse un interprete, non un compilato; ma ovviamente mi posso sbagliare.
Ciao
Ale
--
Namįriė Valinor
> Sì: lo shift.
> Devi fare AltGr+Shift+parentesiquadra
Burlone! :-}
Ciao
Ale
--
Namárië Valinor
> ~~~~ con Alt Gr + 'ì'
Sigh, non va.
Io qualche volta, alla fine di qualche pezzo perfettamente in tema o che
comunque risponde a richieste fatte da altri partecipanti, mi permetto
di aggiungere una "frecciatina" nei tuoi confronti. Può non piacerti, è
comprensibile. Dopotutto i criteri su ciò che è umoristico e ciò che non
lo è sono del tutto soggettivi.
Ma rimane il fatto QUANTITATIVO. Un conto è condire nove frasi serie con
una battuta scherzosa o una frecciatina ironica (cosa che rende il 10%
del pezzo fuori tema), tutt'altra situazione è scrivere numerosi pezzi
che sono INTERAMENTE ed UNICAMENTE dedicati a offendermi o a darmi del
maleducato e pertanto al 100% fuori tema.
Ti rendi conto che c'è differenza tra inondare il NG con tanti messaggi
del tutto fuori tema e del tutto privi di interesse per i lettori
rispetto ad inserire qua e là delle osservazioni su cose che scrivi
all'interno di messaggi perfettamente integrati in una discussione?
Andiamo oltre.
Ci stiamo dando reciprocamente del maleducato.
Ma c'è una differenza.
Io mi sforzo a MOTIVARE questa definizione rivolta a te a DIFENDERMI
dalla stessa definizione rivolta a me. Che le mie motivazioni siano
valide o meno naturalmente non tocca a me dirlo: ma la differenza sta
nella loro ESISTENZA.
Motivo la tua maleducazione su questi fatti:
- lo scrivere numerosi pezzi OT al 100% (dedicati a me al 100%)
(quello che sto facendo io ora, per capirci)
- l'arroganza con cui a volte insisti su fatti che manco di curi
di controllare con un Google qualsiasi
- la battutina stupida con cui abbandoni un discorso quando ti rendi
conto che hai sbagliato
- lo scadere su battute volgari sul sesso
Motivo la mia educazione su questi fatti:
- non faccio nulla di quanto descritto nei quattro punti sopraelencati
(l'eccezione di questo pezzo conferma la regola)
- la battutina scherzosa che accompagna i miei pezzi non è usata per
sottrarmi alle discussioni o evitare di ammettere errori
- le divagazioni fuori tema sono poche e circoscritte
- rispondo con gentilezza e precisione a qualsiasi rimprovero mi
arrivi da qualsiasi lettore (come in questo caso).
Ora vorrei sapere cosa, a tuo parere avrei fatto per meritarmi il
maleducato. Anche se non lo dici esplicitamente, posso però individuare
i momenti in cui se uscito di senno (lo si capisce dai numerosi errori
di battitura delle risposte). Esaminiamoli.
Quando ho scritto il tuo nome per esteso, Gian Carlo Macchi.
Probabilmente vorresti tenere separata la tua vita "al PC" da quella
delle relazioni dirette. Capisco che non piaccia firmare battutine sulla
lunghezza del pisello con il proprio nome reale. E se poi mio figlio o
mia moglie o il mio capo cercano "Gian Carlo Macchi" su Google?
La mia risposta è che se desideri davvero l'anonimato di inventarti uno
pseudonimo (e magari un personaggio diverso) così nessuno può ricondurre
i tuoi scritti alla tua identità.
Altra situazione che posso immaginare ti abbia irritato è quando
definisco "stupidaggini" certe affermazioni. A parte che io non
evidenzio solo le tue ma quelle di chiunque (quando le noto) e nessuno
s'arrabbia come te, rimane il fatto che io motivo sempre quanto scrivo.
Faccio un esempio. Tu affermi che non c'è il segno '#' sulla tastiera
italiana. Io dico che è una stupidaggine e non sono certo l'unico a
trovare da anni detto simbolo. Una persona matura, anziché arrabbiarsi
perché la sua affermazione non viene condivisa o viene etichettata
"stupidaggine" dovrebbe replicare dicendo, che so: "già, non me n'ero
accorto" oppure "nel mio sistema XYZ non c'è" e tutto procederebbe in
perfetta armonia senza dare del maleducato a chi non ha fatto altro che
esporre il frutto della sua esperienza.
A me non viene in mente altro, aspetto che sia tu a farmi osservare cosa
faccio di tanto maleducato da scatenare le tue reazioni. Mi impegno a
tenerne conto: se fare cenno al tuo cognome è cosa da te non gradita non
ho problemi a perdere il vizio.
Concludo facendoti osservare che non sei l'unico a cui ho dato fastidio
evidenziando qualche errore in passato. Primo tra tutti Nicola Nobili,
poi c'è Giovanni Drogo. Entrambi messi in difficoltà proprio nel settore
di loro competenza, entrambi incapaci di ammettere un errore o una
svista. Entrambi hanno deciso di ignorarmi e tutto procede a meraviglia.
Leggo con piacere ciò che scrivono e qualche volta replico, loro si
ritengono superiori, ritengono che io non sappia dire nulla e a me va
benissimo così. Non ha invece molto senso che tu spenda tempo ed energie
(e le faccia spendere agli altri) per darmi contro, soprattutto se non
hai argomentazioni sensate per farlo. Il mero spamming del gruppo non
produce nulla. Ho partecipato alla battaglia contro lo "spamming
educativo" di Mamo e l'abbiamo vinta.
Cerca di capire che se scrivi tanti messaggi con "GCPillan è un
maleducato" non convinci nessuno perché periodicamente io scriverò pezzi
di difesa come questo cui tu tipicamente non sai rispondere. Quindi, per
favore, spiegami cosa non ti va, cerchiamo un accordo e smettila di
ripetere sempre le stesse cose, etichettare come comiche le mie risposte
più serie e ripetere le stesse battutine all'infinito.
Sono certo che ne guadagneremo tutti.
Ciao.
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Era una battuta semiseria, mi tocca spiegarla?
"Muto" relativamente alle mappe significa "senza le scritte".
Se di una tastiera non si guardano le scritte, quella tastiera *non* è
italiana ma lo diventa per scelta personale quando si seleziona nel
sistema operativo "tastiera italiana".
> Infatti l'ho fatto. Mi chiedevo perché non ci avesse pensato, visto che
> io li trovo comodissimi.
> http://www.federicozenith.net/klavaro/linuxkla.html
Allora stiamo dicendo la stessa cosa.
Perché lamentasi per qualcosa che si sceglie deliberatamente?
Posso non essere d'accordo sulla guida a sinistra, ma non è saggio
criticare la stupidità del colore della mia auto.
>> La tastiera italiana è quella che permette di scrivere in italiano
>> standard premendo UN SOLO TASTO per ogni lettera. Premere un solo tasto
>
>
> Mancano tutte le lettere accentate maiuscole, oltre agli accenti acuti
> tranne "é". Quindi non si può scrivere una frase URLANDO se ci sono
> caratteri accentati, manca la "È" che è relativamente comune in inizio
> di frase, non si può scrivere la differenza tra bòtte e bótte. E in piú
> c'è la "ç", per misteri oltre la nostra comprensione.
Ho scritto "italiano standard".
Non ha accentate maiuscole tranne la "è" che ho citato come eccezione.
Non è standard scrivere altre vocali maiuscole.
La "ç" al momento della scelta era la lettera straniera d'uso più comune
in Italia. Credo che lo sia ancora oggi.
> Non ci sono solo i programmi di videoscrittura, che poi non sempre sono
> localizzati in italiano. Se io sto scrivendo una pagina Web, perché mai
> dovrei sclerare scrivendo È oppure bótte?
Chi ti dice di farlo? Non è mica obbligatorio.
>proviamo a capirci una volta per tutte.
La metafisica va oltre le mie possibilità.
Gian Carlo
[...]
Hai fatto parecchie osservazioni interessanti e documentate che
condivido pienamente. Certo non c'è un'abissale differenza tra due
battute al posto di una, soprattutto se avvengono con bassa frequenza.
Ma avendo io usato molto a lungo i tre sistemi (apostrofi, composizione
e italiana) porto la mia esperienza che ogni "cambio" m'è costato fatica
e rallentamenti ben superiori al semplice calcolo matematico del numero
di battute. Abituato alla composizione (quando lavoravo all'estero) o
all'apostrofo (quando su Usenet era consigliato l'ASCII) ho avuto
difficoltà ad usare la tastiera italiana. Ma oggi non tornerei certo
indietro perché la "composizione" così come "l'apostrofo" sono
compromessi dovuti a carenze tecnologiche che rallentano la scrittura.
Non di poco, perché non si tratta solo di qualche battuta in più ma del
concetto di "comporre" che si contrappone al concetto del semplice
battere una lettera speciale.
Ce ne sarebbero a bizzeffe di segni e simboli che mancano. Ma i
programmi di scrittura ci vengono incontro in qualsivoglia sostituzione.
Persino a sostituire grave con acuto. Ecco perché non capisco perché,
proprio i programmatori, manifestino questo gran disappunto per la
tastiera italiana. E' come lamentarsi per l'assenza del foro per
inserire la manovella per avviare il motore dell'auto (utilissimo a
batteria scarica) criticando l'introduzione del motorino d'avviamento.
Peggio, perché analogia vuole che il foro per la manovella sia solo
coperto da un tappo visto che i "driver" per le tastiere con i tasti
muti sono disponibilissimi.
Come volevasi dimostrare: la battutina come ripiego all'incapacità di
produrre una replica intelligente. Stampa il mio pezzo, mostralo a tuo
figlio, tua moglie, tuo padre: sono certo che si dimostreranno in grado
di capirlo senza difficoltà.
>> vi prego, mica riprendere la querelle compilato/interpretato.
Anche perché esistono vie di mezzo, se così si può dire. :-)
>Figurati, nessuna querelle; era un "uhm", mica un "ohibò". Era un "uhm" che
>esprimeva un dubbio; a me pareva che il primo Basic, come tutti i seguenti,
>fosse un interprete, non un compilato; ma ovviamente mi posso sbagliare.
Purtroppo il mio solaio è ancora un po' (eufemismo) in disordine. Beh,
però forse basta Internet.
E infatti, ecco qua, dal sito di Byte
(http://www.byte.com/art/9509/sec7/art19.htm):
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September 1995 / 20th Anniversary / A Brief History of Programming
Languages
[...]
1964
[...]
At Dartmouth University , professors John G. Kemeny and Thomas E.
Kurtz invent BASIC. The first implementation is a compiler. The first
BASIC program runs at about 4:00 a.m. on May 1, 1964.
- - - -
Una precisazione. Avevo scritto:
>>>>Il primo compilatore mi pare sia addirittura del 1963.
Invece è del 1964. In realtà non ne ero del tutto sicuro. E' stato nel
1963 invece, se ricordo bene, che Kemeny e Kutrtz hanno cominciato a
lavorare al BASIC.
Perché ho parlato del solaio? Perché lì devono esserci ancora gli atti
della conferenza dedicata alla storia dei linguaggi di programmazione.
organizzata nel 1978 dall'ACM.
In quella "storica" conferenza (talmente interessante che gli atti
stessi furono ripubblicati qualche anno dopo in un volume messo
regolarmente in vendita) furono gli autori stessi dei linguaggi che
hanno fatto la storia dei linguaggi di programmazione a presentare le
loro "creature".
Così quelli del Simula presentarono il loro linguaggio a oggetti, nato
nel 1960 (!) e perfezionato nella versione chiamata Simula 67 (ora
Simula), sorprendentemente (beh, neanche tanto sorprendentemente)
simile a Java [lo scrivo per stuzzicare la curiosità di javalab].
E quelli del BASIC presentarono appunto il loro linguaggio, che
crearono non per specialisti, ma per studenti della facoltà di fisica,
se ben ricordo. E precisarono che il BASIC non nacque come linguaggio
interpretato, ma compilato.
Ciao.
Gian Carlo
Ah- ma allora c'è l'escamotage!
Grazie dell'informazione!
-Federico
> ИЙ
> scritte con la bloccamaiuscole acceso (e Maiuscolo la
> seconda).
Non riesco. Vale per tutti i computer? Se tengo il bloccamaiuscole acceso e
premo il tasto "ий[" le lettere vengono minuscole.
Ciao, FB
>¦ On Wed, 15 Oct 2003 01:38:30 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ > Piccolo promemoria.
>¦ > [...]
Ho dimenticaa una: _né_ (congiunzione negativa).
>¦ > Non me ne vengono in mente altre, per ora :))
Magari me ne verrà in mente ancora qualcun'altra. Sempre a scoppio
ritardato, ovviamente, sennò che gusto c'è? :))
Scherzo, sia chiaro; mi scuso anzi per la sbadataggine.
>¦
>¦ Grazie Mariuccia. Ma... sotto queste regolette *c'è* una logica?
Se per logica vogliamo intendere l'etimologia, beh, allora sí.
>¦ Mi accontento anche di una risposta monosillabica :)
Se non per tutte almeno in gran parte, il suono chiuso o aperto delle
nostre /e e /o risale alla pronuncia delle corrispondenti vocali
latine, lunghe o brevi.
Ovviamente, a questa "regola" generale son poi succedute numerose
eccezioni dovute a svariate ragioni che vanno da ...
... (cito il sempre ottimo Gabrielli):
¦¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨
¦ ... "giustificabili con le ragioni piú svariate, che vanno da
¦ quelle da quelle puramente storiche a quelle dialettali e ben
¦ spesso analogiche, per cui una parola di suono o di struttura
¦ affine scambia con l'altra il valore originario della vocale. Poi
¦ ci son le voci di formazione dotta, e quelle ecclesiatiche, e
¦ quelle tecniche, e scientifiche, tutte con una loro origine
¦ particolare che spesso si allontana dalla regola comune".
Mi scuso per il ritardo di questo riscontro alla tua domanda :(
--
Ciao,
Mariuccia®
>¦ On Wed, 15 Oct 2003 01:38:30 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ > Piccolo promemoria.
>¦ > [...]
Ne ho dimenticata una: _né_ (congiunzione negativa).
>¦ > Non me ne vengono in mente altre, per ora :))
Magari me ne verrà in mente ancora qualcun'altra. Sempre a scoppio
ritardato, ovviamente, sennò che gusto c'è? :))
Scherzo, sia chiaro; mi scuso anzi per la sbadataggine.
>¦
>¦ Grazie Mariuccia. Ma... sotto queste regolette *c'è* una logica?
Se per logica vogliamo intendere l'etimologia, beh, allora sí.
>¦ Mi accontento anche di una risposta monosillabica :)
Se non per tutte almeno in gran parte, il suono chiuso o aperto delle
nostre /e /o risale alla pronuncia delle corrispondenti vocali
latine, lunghe o brevi.
Ovviamente, a questa "regola" generale son poi succedute numerose
eccezioni dovute a svariate ragioni che vanno da ...
... (cito il sempre ottimo Gabrielli):
¦¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨
¦ ... "giustificabili con le ragioni piú svariate, che vanno da
¦ quelle quelle puramente storiche a quelle dialettali e ben spesso
¦ analogiche, per cui una parola di suono o di struttura affine
¦ scambia con l'altra il valore originario della vocale. Poi
¦ ci son le voci di formazione dotta, e quelle ecclesiatiche, e
¦ quelle tecniche, e scientifiche, tutte con una loro origine
¦ particolare che spesso si allontana dalla regola comune".
Mi scuso per il ritardo di questo riscontro alla tua domanda :(
--
Ciao,
Mariuccia®
--
Ciao,
Mariuccia®
>¦ On Wed, 15 Oct 2003 01:38:30 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ > Piccolo promemoria.
>¦ > [...]
Ne ho dimenticata una: _né_ (congiunzione negativa).
>¦ > Non me ne vengono in mente altre, per ora :))
Magari me ne verrà in mente ancora qualcun'altra. Sempre a scoppio
ritardato, ovviamente, sennò che gusto c'è? :))
Scherzo, sia chiaro; mi scuso anzi per la sbadataggine.
>¦
>¦ Grazie Mariuccia. Ma... sotto queste regolette *c'è* una logica?
Se per logica vogliamo intendere l'etimologia, beh, allora sí.
>¦ Mi accontento anche di una risposta monosillabica :)
Se non per tutte almeno in gran parte, il suono chiuso o aperto delle
nostre /e /o risale alla pronuncia delle corrispondenti vocali
latine, lunghe o brevi.
Ovviamente, a questa "regola" generale son poi succedute numerose
eccezioni dovute a svariate ragioni che vanno da ...
... (cito il sempre ottimo Gabrielli):
¦¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨¨
¦ ... "giustificabili con le ragioni piú svariate, che vanno da
¦ quelle puramente storiche a quelle dialettali e ben spesso
> della conferenza dedicata alla storia dei linguaggi di programmazione.
> organizzata nel 1978 dall'ACM.
> Così quelli del Simula presentarono il loro linguaggio a oggetti, nato
> nel 1960 (!) e perfezionato nella versione chiamata Simula 67 (ora
> Simula), sorprendentemente (beh, neanche tanto sorprendentemente)
> simile a Java [lo scrivo per stuzzicare la curiosità di javalab].
mi conosci, eh, mascherina ? :)
si', tanto sto thread sta diventando multi-. accenna a simula, plz.
certo che la oop e' una strana cosa. alla un seminario in normale nel 92 mi
dissero che tutti se ne erano infatuati, ma che sarebbe durata poco...
ciao, j.
> E infatti, ecco qua, dal sito di Byte
> (http://www.byte.com/art/9509/sec7/art19.htm):
Grazie.
> sio2 ha scritto:
> > A mi parere alla tastiera spagnola mancano soltanto i
> > caratteri '«' e '»'.
> >
> > Non ho mai visto una tastiera italiana, è davvero che non
> > avete i tasti muti?...
>
> È vero. Credo che la tastiera italiana sia l'unica in Europa a non averli.
>
Se ti può confortare, quella francese ha i tasti muti per gli accenti
grave e circonflesso, la dieresi e come l'ho scoperto poco fa per la
tilde, ma né per l'accento acuto né per la cediglia. Non è possibile
quindi scrivere Á É Í Ó Ú Ý e Ç. Tra l'altro ha solo le virgolette
"inglesi", Word li trasforma automaticamente in virgolette « francesi »
e quindi a secondo del programma non puoi avere che l'una o l'altra. In
compenso ha un tasto ù molto utile quando scrivi in italiano ma che in
francese compare solo nella parola "où" (dove).
In questo momento uso la tastiera svizzera di cui si dice tanto bene. Ha
il tasto muto per l'accento acuto, ma non ha la cediglia né le
virgolette francesi. Non si può scrivere quindi una frase così banale
come « Ça va ? »
Ciao,
Guillaume
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
>
> "AD" <flyh...@mosq.it> ha scritto nel messaggio
> news:Bgzjb.2555$e5.6...@news1.tin.it...
>
>> ÈÉ
>> scritte con la bloccamaiuscole acceso (e Maiuscolo la
>> seconda).
>
> Non riesco. Vale per tutti i computer? Se tengo il
> bloccamaiuscole acceso e premo il tasto "èé[" le lettere
> vengono minuscole.
>
>
> Ciao, FB
Non saprei, io ne ho solo uno.
Mi spiace.
>> Così quelli del Simula presentarono il loro linguaggio a oggetti, nato
>> nel 1960 (!) e perfezionato nella versione chiamata Simula 67 (ora
>> Simula), sorprendentemente (beh, neanche tanto sorprendentemente)
>> simile a Java [lo scrivo per stuzzicare la curiosità di javalab].
>
>mi conosci, eh, mascherina ? :)
>
>si', tanto sto thread sta diventando multi-. accenna a simula, plz.
Beh, in Internet dovresti trovare diversi siti che ne parlano.
Purtroppo questo non è l'NG adatto per diffondersi sull'argomento.
Quindi, brevissimamente, il Simula apparve dapprima come preprocessor
dell'Algol 60 nel 1960. Nel 1963, con aggiunte rispetto alla versione
del 1960, diventò un'estensione dell'Algol 60 distribuito dall'UNIVAC
per i sistemi 1100 (precisamente: il compilatore UNIAVC riconosceva
l'Algol 60 come sottoinsieme edl Simula).
Nel 1967 il linguaggio, completamente ristrutturato e chiamato Simula
67 (poi solo Simula, quando il precedente fu chiamato Simula I) si
staccò definivamente dall'Algol.
Il concetto nuovo e rivoluzonario del Simula (67) fu l'oggetto, cioè
una sorta di programma nel programma, coi suoi dati locali (ora si
chiamerebbero attributi) e le sua azioni (ora si chiamerebbero
metodi), definiti mediante la dichiarazione di una classe, cui
appartengono gli oggetti che ad essa si conformano.
>certo che la oop e' una strana cosa. alla un seminario in normale nel 92 mi
>dissero che tutti se ne erano infatuati, ma che sarebbe durata poco...
Non erano i soli a pensarla in modo così "lungimirante". Giusto in
quel periodo suggerii al mio capo d'allora, visto che già la mia ditta
partecipava con suoi rappresentanti a vari organismi di
standardizzazione e simili, di coinvolgere qualcuno anche in gruppi
che si occupavano di metodologie a oggetti. "Ormai gli oggetti stanno
passando di moda", fu la sua risposta.
Ciao.
Gian Carlo
Prova con la perifisica, allora...
--
Er Roscio.
attenzione che e' gia' reato la cannifisica...