Ciao.
Diciamo così: nel tuo esempio quel /non è inutile, ma ammissibile (e
IMHO lo è sempre quando il senso è comunque chiaro). A conferma di ciò,
sul De Mauro leggo questi due esempi: 'andrò al mare a meno che non
piova; verrò con voi, a meno che sorgano impresti' (sic... e sigh!).
Ovvio che se dico: 'verrò con te, a meno che tu NON mi voglia', quel
/non non è affatto pleonastico, e deve esserci.
Colla frase: 'ti pagherò, a meno che la carta estratta (non) sia
fiori' (ovvero: 'se esce fiori, non ti pago')... ecco, per scongiurare
spiacevoli equivoci (e possibili fratture), ;) io eviterei il /non
pleonastico... e se il /non fosse invece quello necessario... cambierei
in: 'ti pagherò, ma solo se esce fiori'.
Che il mazzo sia truccato, va da sé. ;)
--
Bye.
Lem
'CLOCK is what you make of it: non sprecare i cicli idle della tua CPU'
Per aiutare la ricerca sul cancro: http://members.ud.com/vypc/cancer/
Lo Zingarelli indica come esatta la forma con il non e riporta due esempi:
- La cosa non può mutare a meno che non intervenga un fattore imprevisto
- E' così, a meno che non me lo sia sognato.
Claude
A seconda di quanto ho osservato nel corso di quarant'anni di
studi italiani, ci sono tre casi del «non» pleonastico:
1. «a meno che non» (di cui sopra);
2. «finché non» (esistente anche in tedesco e in vano combattuto
dai nostri piú autorevoli scrittori, specie da Karl Kraus);
3. il «non» comparativo (esempio: Bill Gates è assai piú ricco
di quanto la gente «non» creda).
> Tuttavia credo che solo una sia corretta.
Credo che non si tratti di questione di correttezza o meno bensí di
scelta personale: o adattarsi all'uso comune ed illogico, o tener
duro alla logica, pagando però col sembrare strani e strambi agli
interlocutori (confesso francamente che la mia voglia di fare
l'eroe è assai limitata...).
Ciao, Wolfgang
P.S. C'è indubbiamente un'affinità del tuo problema con quello
della doppia negazione: «non vedo nessun (alcun!) problema...».
Ma vuoi sul serio sostituire tutti i «nessuno» con «alcuno»?