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Qual è, quand'è

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Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 6, 2007, 12:40:36 PM5/6/07
to

Salve a tutti,
mi chiamo Davide e studio presso una facoltà di economia.

Discutendo su un altro NG sulla questione, alcuni individui,
sicuramente più colti di me, hanno corretto un mio errore,
facendomi presente che "qual è" si scrive senza apostrofo
dopo la "l".

Approfittandone per chieder voi una conferma, vi volevo
domandare per quale ragione, allora, si scrive "quand'è"
e non "quand è", sempre che si scriva con l'apostrofo.

Grazie mille,

dc

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Epimeteo

unread,
May 6, 2007, 1:05:01 PM5/6/07
to

"Ildavide {ildavide.altervista.org}" <chi...@me.la> ha scritto nel messaggio
news:87Z4Z3Z75Y117...@usenet.libero.it...

>
> Salve a tutti,
> mi chiamo Davide e studio presso una facoltà di economia.

Benvenuto!

> Discutendo su un altro NG sulla questione, alcuni individui,
> sicuramente più colti di me, hanno corretto un mio errore,
> facendomi presente che "qual è" si scrive senza apostrofo
> dopo la "l".
> Approfittandone per chieder voi una conferma, vi volevo
> domandare per quale ragione, allora, si scrive "quand'è"
> e non "quand è", sempre che si scriva con l'apostrofo.

Si tratta di una domanda ricorrente e forse altri ti risponderanno in modo
più "colto" o ti rimanderanno ad altri filoni: detto terra terra, il vero
motivo è che "qual" (troncamento di "quale") in italiano esiste ed è
largamente impiegato, "quand" (troncamento di "quando") no.

Ciao,
Epimeteo
---
"... quando
il mio amore tornerà da me,
nel cielo una stella splenderà,
s'è spenta da quando il mio sogno è svanito,
da quando il mio amor fuggì da me..."
(cit. quandistica)


Maurizio Pistone

unread,
May 6, 2007, 2:17:41 PM5/6/07
to
Ildavide {ildavide.altervista.org} <chi...@me.la> wrote:

> Discutendo su un altro NG sulla questione, alcuni individui,
> sicuramente più colti di me, hanno corretto un mio errore,
> facendomi presente che "qual è" si scrive senza apostrofo
> dopo la "l".

http://tinyurl.com/vo99b


--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 4:30:20 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <87Z4Z3Z75Y117...@usenet.libero.it>,
Ildavide {ildavide.altervista.org} ha scritto:

> [...]
> ... hanno corretto un mio errore, facendomi presente che

> "qual è" si scrive senza apostrofo dopo la "l".
>
> Approfittandone per chieder voi una conferma,

Confermo.

> vi volevo domandare per quale ragione, allora, si scrive
> "quand'è" e non "quand è", sempre che si scriva con l'apostrofo.

In *qual buon vento*,
vediamo che a /qual segue una parola iniziante per consonante.

Con /quando, non è possibile far la stessa cosa: non possiamo scrivere
o dire *quand* vieni* e dunque non possiamo nemmeno scrivere *quand è*

Perciò: /Qual è (troncamento=>senz'apostrofo),
come in /qual buon vento)
Inveci: /Quand'è (elisione, con apostrofo obbligatorio)

In buona sostanza:
* L'elisione richiede obbligatoriamente l'apostrofo
(anche se in molti casi non è obbligatorio elidere),
mentre il troncamento NON vuole l'apostrofo.

* La difficoltà maggiore sta proprio nello stabilire se c'è elisione
(e quindi obbligo di sostituire con l'apostrofo la vocale caduta),
oppure se c'è troncamento, e in tal caso NON bisogna apostrofare.

* Un modo sempliciotto ma efficace per risolvere tale "enigma" può
essere (come ho scritto all'inizio) quello di provare a mettere la
parola che ha perduto la vocale finale, davanti ad altra che inizi
per consonante; se la parola che ha perduto la vocale finale può
stare anche davanti ad altra dello stesso genere che inizi per
consonante, allora si ha troncamento.
E il troncamento NON vuole l'apostrofo.

Stessa cosa avviene con /un: subisce troncamento, non elisione: il
vocabolo intero /uno, può perdere l'ultima lettera davanti a parole
che inizino anche per consonante (un giorno, un amico, un tale, ecc).

--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp

Roger

unread,
May 6, 2007, 5:32:09 PM5/6/07
to

"Mariuccia Ruta" ha scritto:

> E il troncamento NON vuole l'apostrofo.

Be', in qualche eccezione lo vuole.

> Ciao,
> Mariuccia®

Ciao,
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/testi/linguaitaliana.html

La gola e ’l sonno e l’oziose piume
hanno del mondo ogni vertù sbandita,
ond’è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume.
(F.Petrarca)

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 5:48:45 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <463e4949$0$4797$4faf...@reader4.news.tin.it>,
Roger ha scritto:

>
> "Mariuccia Ruta" ha scritto:
> > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.

> Be', in qualche eccezione lo vuole.

La mia memoria vacilla?
Qualche esempio sarebbe gradito.
Grazie.

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 5:51:01 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <omes33993c2ftea54...@4ax.com>,
Mariuccia Ruta ha scritto:

> [...]


> Inveci: /Quand'è (elisione, con apostrofo obbligatorio)

Invece

Mi scuso :))

Enrico Gregorio

unread,
May 6, 2007, 6:16:34 PM5/6/07
to
Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> scrive:

> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <463e4949$0$4797$4faf...@reader4.news.tin.it>,
> Roger ha scritto:
> >
> > "Mariuccia Ruta" ha scritto:
> > > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
>
> > Be', in qualche eccezione lo vuole.
>
> La mia memoria vacilla?
> Qualche esempio sarebbe gradito.

Un po' di fantasia, dai! Mo' mi accorgo che Roger l'aveva già dato.

Ciao
Enrico

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 6, 2007, 6:28:10 PM5/6/07
to

Il 06 Mag 2007, 22:30, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:

>[CUT]

La tua spiegazione č molto chiara, te ne sono grato,
ma esiste qualche caso che contrasta con la disciplina
generale che tu mi hai spiegato:

"lo gnomo", "lo orco" rappresentano
un caso di troncamento, ma l'apostrofo
č comunque ammissibile: "l'orco".

O ancora, "la elisione", "la casa" e otteniamo comunque
"l'elisione".

Perchč?

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 6, 2007, 6:30:24 PM5/6/07
to
Il 06 Mag 2007, 20:17, scri...@mauriziopistone.it (Maurizio Pistone) ha
scritto:

> http://tinyurl.com/vo99b

Molto chiaro, ma ti rimando all'osservazione
che ho fatto a Mariuccia in risposta al suo post.

magica

unread,
May 6, 2007, 6:37:33 PM5/6/07
to
In <i5js33hv1ilvd8ba9...@4ax.com> Mariuccia Ruta
<ando...@gol.grosseto.it> scrive...

>Su it.cultura.linguistica.italiano,
>nell'articolo <463e4949$0$4797$4faf...@reader4.news.tin.it>,
>Roger ha scritto:
>> "Mariuccia Ruta" ha scritto:

>>> E il troncamento NON vuole l'apostrofo.

>> Be', in qualche eccezione lo vuole.

>La mia memoria vacilla?
>Qualche esempio sarebbe gradito.

Beh, il troncamento è anche la caduta della sillaba finale di una
parola. E ad esempio fra' (per frate) ha (può anche non averlo,
veramente) l'apostrofo.

Ciao.

Gian Carlo

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 6:57:37 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <070520070016348348%greg...@math.unipd.it>,
Enrico Gregorio ha scritto:

> Mariuccia Ruta scrive:
> > [...]


> > > > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
>

> > Roger obietta:


> > > Be', in qualche eccezione lo vuole.
>

> > Mariuccia (si) domanda


> > La mia memoria vacilla?
> > Qualche esempio sarebbe gradito.

> Un po' di fantasia, dai!

Mi sfugge il senso della tua esortazione.

> Mo' mi accorgo che Roger l'aveva già dato.

Ti sarei grata se me lo (ri)trascrivessi.

Preciso che non sono ironica, né tantomeno sarcastica:
nel post di Roger non vedo esempi di troncamento.

riccardomustodario

unread,
May 6, 2007, 7:08:12 PM5/6/07
to


Il 6/5/07 22:51, nell'articolo 9cjs339tkjidba82t...@4ax.com,


"Mariuccia Ruta" <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:

> Su it.cultura.linguistica.italiano,


> nell'articolo <omes33993c2ftea54...@4ax.com>,
> Mariuccia Ruta ha scritto:
>
>> [...]
>> Inveci: /Quand'è (elisione, con apostrofo obbligatorio)
> Invece
>
> Mi scuso :))

In Vec ?i
in Vec chiaia cercherai la IV dimensione?
Attualmente l'ho messA così con i tifosi del Napoli:
per fare capire a voi, perchè perdiamo, causa il vostro cretinettismo,
bisogna stabilire quanto segue:-
se tutto viaggia a mille, voi, più della terza dimensione non andate ed
allora trovate Dio, la Santissima Trinità e con Dio più di perdere in
cent'anni d'esistenza al massimo, non si può, a parte quantificare a che
prezzo di dolore misurare tale lunghezza d'età e con i pazzi, i quali
squarciagola gridano tuttintorno, invece di usare il citofono.
Dimenticate ogni cosa e venite appresso a me, vi garantisco che acchiappiamo
L'Alieno Superiore e gli rompiamo proprio le corna e saremmo eterni nella IV
dimensione, o non Comprende, che spazio tempo e velocità è superato?
Questo fatto qua preti, vescovi e sacrestani non lo capiranno mai, ma il
Papa sta afferrando sempre più il concetto, e non solo perchè viene dalla
filosofia del superuomo di nitcheiana memoria.

--
Ognuno ha il suo laboratorio mentale.
Il mio essere studio aperto alla ricerca artistica, mi ha portato a creare
un'opera veloce da libreria molto complessa ove la scrittura come segno
culturale originale si manifesta fulminea.
Da un paio di mesi sono attento all'ultima limata generale di " Officina
Letteraria " che raccoglie la mia opera e prima di iniziare il lavoro, mi
sono prefisso di leggere piano, impegnandomi di correggere a tinta, in modo
da percorrere il rigo a guisa di esercizio del pensiero longitudinale,
evitando sul percorso congiunzioni laterali, le quali sebbene fatalmente
convergerebbero al vertice perchè partorite dalla medesima intuizione alla
radice, è meglio evitare per i non iniziati.
Chi legge deve capire, altrimenti si avvertono conseguenze insoddisfatte
alle premiazioni dei Nobel, con grave danno alle vendite, insomma mi sono
condizionato al Premio Letterario di Stoccolma, animato dal sano principio
culturale di ritorno alla chiarezza elementare, cui sono il custode a
livello di marchio registrato in associazione con " Titolto " per una tesi
di lucidità mentale, quasi impossibile da raggiungere, quando si viene da
tempi Rock Trash House Techno

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 7:18:43 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <80Z104Z2Z28Y1...@usenet.libero.it>,
Ildavide {ildavide.altervista.org} ha scritto:

>
> Il 06 Mag 2007, 22:30, Mariuccia Ruta ha scritto:
> >[CUT]

> La tua spiegazione è molto chiara, te ne sono grato,


> ma esiste qualche caso che contrasta con la disciplina
> generale che tu mi hai spiegato:
>
> "lo gnomo", "lo orco" rappresentano
> un caso di troncamento, ma l'apostrofo

> è comunque ammissibile: "l'orco".

Ma qui non c'è troncamento: l'articolo /lo/ subisce elisione, davanti
a parole che inizino per vocale. Con "lo gnomo" e con "la casa"
non succede nulla: né elisione, né troncamento.


>
> O ancora, "la elisione", "la casa" e otteniamo comunque
> "l'elisione".

Esattamente come /lo amico, lo ingenuo, lo apostrofo, lo espatrio, ...
/l'amico, l'ingenuo, l'apostrofo, l'espatrio ...

> Perchè?

Perché sono elisioni :))

Enrico Gregorio

unread,
May 6, 2007, 7:18:19 PM5/6/07
to
Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> scrive:

> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <070520070016348348%greg...@math.unipd.it>,
> Enrico Gregorio ha scritto:
>
> > Mariuccia Ruta scrive:
> > > [...]
> > > > > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
> >
> > > Roger obietta:
> > > > Be', in qualche eccezione lo vuole.
> >
> > > Mariuccia (si) domanda
> > > La mia memoria vacilla?
> > > Qualche esempio sarebbe gradito.
>
> > Un po' di fantasia, dai!
>
> Mi sfugge il senso della tua esortazione.
>
> > Mo' mi accorgo che Roger l'aveva già dato.
>
> Ti sarei grata se me lo (ri)trascrivessi.
>
> Preciso che non sono ironica, né tantomeno sarcastica:
> nel post di Roger non vedo esempi di troncamento.

/Be'/ è un troncamento di /bene/, come /po'/ è troncamento di /poco/.
O no?

Ciao
Enrico

riccardomustodario

unread,
May 6, 2007, 7:30:40 PM5/6/07
to


Il 7/5/07 00:18, nell'articolo 070520070118190605%greg...@math.unipd.it,
"Enrico Gregorio" <greg...@math.unipd.it> ha scritto:

l'apostrofo è stato sostituito dalla acca intnatl
Boh? non so proprio
Mah?! può essere
Beh? a pecora si ottiene

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 7:30:57 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <070520070118190605%greg...@math.unipd.it>,
Enrico Gregorio ha scritto:

> Mariuccia Ruta scrive:
> > > > [...]
> > > > > > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
> > >
> > > > Roger obietta:
> > > > > Be', in qualche eccezione lo vuole.
> > >
> > > > Mariuccia (si) domanda
> > > > La mia memoria vacilla?
> > > > Qualche esempio sarebbe gradito.
> >
> > > Un po' di fantasia, dai!
> >
> > Mi sfugge il senso della tua esortazione.
> >
> > > Mo' mi accorgo che Roger l'aveva già dato.
> >
> > Ti sarei grata se me lo (ri)trascrivessi.
> >
> > Preciso che non sono ironica, né tantomeno sarcastica:
> > nel post di Roger non vedo esempi di troncamento.
>
> /Be'/ è un troncamento di /bene/, come /po'/ è troncamento di /poco/.
> O no?

Certo che sí.
Forse comincio a capire dove s'è formato l'inghippo.
A parte /be'/ che io eviterei, in quanto /bene/ mi pare si tronchi in
/ben, come /ben detto, /ben arrivato, ecc., è ben vero che esistono
troncamenti in cui la parte troncata vien sostituita da un apostrofo;
ma quelli son troncamenti di parole la cui parte restante termina per
vocale e, soprattutto, son parole che non hanno legame diretto con la
parola che segue, come è invece il caso di: "qual è, tal altro, buon
anno, suor Angela, dottor Amilcare, signor Aldo, mar Adriatico, ecc".

Mariuccia Ruta

unread,
May 6, 2007, 7:38:27 PM5/6/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <463e0ab4$0$4794$4faf...@reader4.news.tin.it>,
Epimeteo ha scritto:

> [...]


> più "colto" o ti rimanderanno ad altri filoni: detto terra terra, il vero
> motivo è che "qual" (troncamento di "quale") in italiano esiste ed è
> largamente impiegato, "quand" (troncamento di "quando") no.
>
> Ciao,
> Epimeteo
> ---
> "... quando
> il mio amore tornerà da me,
> nel cielo una stella splenderà,
> s'è spenta da quando il mio sogno è svanito,
> da quando il mio amor fuggì da me..."

Come dire che quell'amor tuo non era
amor appassionato

> (cit. quandistica)

(cit. amor-tronquistica)

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 12:16:46 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it>
scatta sul pavé "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor
più amaro l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo
raggiungo. Si volta e dice:

>e, soprattutto, son parole che non hanno legame diretto con la
>parola che segue, come è invece il caso di: "qual è, tal altro, buon
>anno, suor Angela, dottor Amilcare, signor Aldo, mar Adriatico, ecc".

soprattutto, questi troncamenti avvengono anche dinanzi a consonante,
il che esclude l'elisione:
qual buon vento, tal dei tali, buon compleanno, suor Genoveffa, dottor
Kildare, signor Giorgio, mar Tirreno.
--
"amarrado al recuerdo yo sigo esperando" (Enrique Cadícamo)
http://picasaweb.google.com/rebmin9
foto dal mio mondo
"Non si tratta di conservare il passato ma di realizzarne le speranze" (Horkheimer-Adorno)

Epimeteo

unread,
May 7, 2007, 12:39:00 AM5/7/07
to

"Mariuccia Ruta" <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto nel messaggio
news:hv5t33h0fjqjpf7ru...@4ax.com...

>
> Come dire che quell'amor tuo non era
> amor appassionato

"Pensavo fosse amore, invece era un calesse".
(cit. cinematografica)

Per questo Cecilia tronca la sua relazione con Tommaso...
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=17973

Ciao,
Epimeteo
---
"Ciribiribin,
che bel faccin,
che sguardo dolce ed assassin...
Ciribiribin,
che bel nasin,
che bel dentin,
che bel..."
(cit. troncata)

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 1:05:15 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre "Epimeteo" <ep...@tin.it> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>"Pensavo fosse amore, invece era un calesse".

sarebbe peggio se non calesse (mica)

Delle cicale
ci cale ci cale ci cale (cit. entomologica)

Epimeteo

unread,
May 7, 2007, 2:10:24 AM5/7/07
to

"FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto
nel messaggio news:fpct33t1s23ls40pa...@4ax.com...

> Al Carrefour de l'Arbre "Epimeteo" <ep...@tin.it> scatta sul pavé
> "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
> l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
> Si volta e dice:
>
>>"Pensavo fosse amore, invece era un calesse".

> sarebbe peggio se non calesse (mica)

Calette.

(Passato remoto di "calere" o piccole, meravigliose insenature
dell'Amaddalena? Non lo sapremo mai, anche perché il passato remoto di
"calere" potrebbe essere "calse"... O non sarà mica "calze"?)

M'illumini d'incenso.
Epimeteo
---
"... e intanto il tempo se ne va
tra i sogni e le preoccupazioni,
le calze a rete han preso già
il posto dei calzettoni..."
(cit. calzante)


Roger

unread,
May 7, 2007, 2:41:48 AM5/7/07
to

"Mariuccia Ruta" ha scritto:

> Roger ha scritto:
>>
>> "Mariuccia Ruta" ha scritto:
>> > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
>
>> Be', in qualche eccezione lo vuole.
>
> La mia memoria vacilla?
> Qualche esempio sarebbe gradito.
> Grazie.

Vedo che ti hanno già risposto altri.
Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')

È vero che questi sono troncamenti in cui cade la sillaba finale,
ma sempre di troncamenti si tratta e in tutte le grammatiche,
quando si tratta dell'argomento, vengono riportati come eccezioni,
anche perché esistono altri troncamenti in cui cade la sillaba finale
e che non vogliono l'apostrofo, ricordo "gran", "san", "bel".

Quindi la tua affermazione era inesatta.

riccardomustodario

unread,
May 7, 2007, 3:55:02 AM5/7/07
to


Il 7/5/07 07:41, nell'articolo
463eca1d$0$10623$4faf...@reader2.news.tin.it, "Roger" <rugfa...@tin.it>
ha scritto:

> "bel".


un bel osso per Pecoraro Scanio a passeggio con il cane a pecora

riccardomustodario

unread,
May 7, 2007, 6:01:41 AM5/7/07
to


Il 7/5/07 08:55, nell'articolo C26499E5.14B8F%rmcl...@blueyonder.co.uk,
"riccardomustodario" <rmcl...@blueyonder.co.uk> ha scritto:

>
>
>
> Il 7/5/07 07:41, nell'articolo
> 463eca1d$0$10623$4faf...@reader2.news.tin.it, "Roger" <rugfa...@tin.it>
> ha scritto:
>
>> "bel".
>
>
> un bel osso per Pecoraro Scanio a passeggio con il cane a pecora
>
>

è mai possibile che con una " La Parola Ancora "
di questa maniera da Premio Nobel
debba avere dubbi del tipo
tuttaltra, con l'apostrofo non va, fa perdere velocità
nell'atmosfera
perchè nel in questo caso non gode dei benefici di quel o bel?
nel " tronco " di nella c'è una caverna da albero delle streghe in
Hampstead
è da vedere assolutamente.


Nuovo indirizzo trasmissione intelligente
--
Se avete motivo intelligente da trasmettere e volete ciò sia dominio
pubblico per migliorare la società, il mondo, sono lieto di comunicarvi
l'indirizzo che ci pone in contatto
ITechnodemocratic <ITechnod...@googlegroups.com>


Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 7:18:22 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <463eca1d$0$10623$4faf...@reader2.news.tin.it>,
Roger ha scritto:

> [...]


> Quindi la tua affermazione era inesatta.

Direi proprio di no; ma se a te fa piacere crederlo, fai pure.

Karla

unread,
May 7, 2007, 8:16:23 AM5/7/07
to
Roger ha scritto:
>
> "Mariuccia Ruta" ha scritto:
>
>> Roger ha scritto:
>>>
>>> "Mariuccia Ruta" ha scritto:
>>> > E il troncamento NON vuole l'apostrofo.
>>
>>> Be', in qualche eccezione lo vuole.
>>
>> La mia memoria vacilla?
>> Qualche esempio sarebbe gradito.
>> Grazie.
>
> Vedo che ti hanno già risposto altri.
> Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')
>
> È vero che questi sono troncamenti in cui cade la sillaba finale,
> ma sempre di troncamenti si tratta e in tutte le grammatiche,
> quando si tratta dell'argomento, vengono riportati come eccezioni,
> anche perché esistono altri troncamenti in cui cade la sillaba finale
> e che non vogliono l'apostrofo, ricordo "gran", "san", "bel".
>
> Quindi la tua affermazione era inesatta.

Era inesatta se estrapolata dal contesto, ma Mariuccia stava parlando
del caso particolare di elisione/troncamento davanti alla vocale
iniziale della parola seguente.

k

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 8:49:17 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <463f...@newsgate.x-privat.org>,
Karla ha scritto:

> Roger ha scritto:
> > [...]


> > Quindi la tua affermazione era inesatta.

> Era inesatta se estrapolata dal contesto, ma Mariuccia stava parlando
> del caso particolare di elisione/troncamento davanti alla vocale
> iniziale della parola seguente.

Esatto :))
A domanda ho risposto. Punto :))
Come da richiesta, implicita persino nell'oggetto di questo filone, mi
son limitata a spiegare il perché del /qual è senz'apostrofo e del
/quand'è con l'apostrofo.

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 7, 2007, 9:11:46 AM5/7/07
to

Il 07 Mag 2007, 01:18, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:

> Esattamente come /lo amico, lo ingenuo, lo apostrofo, lo espatrio, ...
> /l'amico, l'ingenuo, l'apostrofo, l'espatrio ...

> Perché sono elisioni :))

E capisco che sono elisioni in quanto
"L" non può esser messo dinanzi ad una parola
che inizia per consonante, giusto?

Enrico Gregorio

unread,
May 7, 2007, 9:34:22 AM5/7/07
to
Roger <rugfa...@tin.it> scrive:

> Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')
>
> È vero che questi sono troncamenti in cui cade la sillaba finale,
> ma sempre di troncamenti si tratta e in tutte le grammatiche,
> quando si tratta dell'argomento, vengono riportati come eccezioni,
> anche perché esistono altri troncamenti in cui cade la sillaba finale
> e che non vogliono l'apostrofo, ricordo "gran", "san", "bel".

È discutibile che "da'", "di'", "fa'", "sta'" e "va'" siano troncamenti.
Se ne è parlato tempo fa; certamente "di'" non è troncamento di un bel
niente (in italiano).

A suo tempo consultai il coniugatore verbale del dizionario Garzanti
scoprendo che riportava quegli imperativi come "da dì fa sta va" e
addirittura come prima persona del presente indicativo di "fare" dava
come unica forma "fò" (con l'accento!). Adesso pare quasi rinsavito, ma
ancora riporta "dì oppure di'" come imperativo di "dire" :-(

Ciao
Enrico

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 9:40:20 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <87Z4Z2Z100Y11...@usenet.libero.it>,
Ildavide {ildavide.altervista.org} ha scritto:

>

> Il 07 Mag 2007, 01:18, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:
>
> > Esattamente come /lo amico, lo ingenuo, lo apostrofo, lo espatrio, ...
> > /l'amico, l'ingenuo, l'apostrofo, l'espatrio ...
>
> > Perché sono elisioni :))
>
> E capisco che sono elisioni in quanto
> "L" non può esser messo dinanzi ad una parola
> che inizia per consonante, giusto?

Giustissimo.
Stavo trascrivendo, per i miei alunni, un interessante articolo di
Aldo Gabrielli. Te ne compicollo una parte, seppur ancora incompleta:
spero ti aiuti a capir meglio il concetto
=================Inizio==copincolla=================================
"Qual è o Qual'è"?
- Leggendo non solo giornali ma anche libri di autori che vanno per
- la maggiore c'è ancora qualche incertezza nell'uso dell'apostrofo
- in casi come "qual è, tal è, qual altro, tal altro" e simili, che
- si incontrano scritti anche /qual'è e tal'è, /qual'altro e
- tal'altro.
- Sarebbe possibile stabilire una regola che fissasse una volta per
- tutte la giusta grafia?
- A una domanda come questa rispondo senza esitare che tutto è
- possibile in materia di regole ortografiche: l'ortografia, si sa,
- altro non è che convenzione, e tutto sta nel mettersi d'accordo.
-
- Nel Quattrocento l'apostrofo non esisteva ancora, e si scriveva
- ancora "lanima, luomo, longegno (= lo 'ngegno)" e cosí via.
- Poi, nel Cinquecento, come sopra ho accennato, venne il Bembo a
- metter ordine in questa faccenda, e sull'esempio introdusse
- l'apostrofo per indicare l'elisione di una vocale in fine di parola
- foneticamente fusa con una successiva parola cominciante con altra
- vocale.
- L'innovazione apparve per la prima volta in un'edizione del
- Petrarca stampata dal Manuzio nel 1501. Da allora siamo tutti
- d'accordo, e scriviamo senza esitare "l'anima, l'uomo, l'ingegno".
-
- Ma in grammatica esiste anche il fenomeno del *troncamento*, e
- questo è valso a mettere alquanta confusione nell'uso
- dell'apostrofo. Il troncamento consiste nella soppressione
- dell'ultima vocale àtona (cioè non accentata) d'una parola che si
- venga a trovare davanti a un'altra parola cominciante con
- consonante, e con la quale sia strettamente associata per ragione
- di senso. È il caso, per esempio, di:
- "signor mio", "amor paterno", "buon giorno", "mar Tirreno",
- e anche di "qual donna" e "tal libro".
- Il troncamento, a volte, riguarda addirittura l'intera ultima
- sillaba àtona di una parola:
- "gran cosa" (per grande cosa), "san Giovanni" (per santo Giovanni),
- "fra Ginepro" (per frate Ginepro), ecc.
-
- Per indicare il troncamento di una vocale o di una sillaba finale
- non si usa mai l'apostrofo (non si scrive cioè "amor'paterno",
- "gran'cosa"), a differenza dell'elisione, che richiede sempre
- l'apostrofo.
- Fissata bene questa semplice premessa, vediamo che cosa può
- accadere in pratica.
- Può accadere che in un contesto una parola troncata come:
- "signor, buon, mar, qual, tal" venga a trovarsi non piú davanti a
- parola cominciante per consonante, ma davanti a parola cominciante
- per vocale; e allora nasce confusione nell'uso o nel non uso
- dell'apostrofo, perché l'analogia formale trascina a collocare
- l'apostrofo anche dopo una parola che non è elisa ma troncata;
- e si vede perciò scritto /tal'è, /qual'è perché si scrive /l'elmo,
- /l'uomo.
- È evidente, però, che come nessuno scrive "signor'Angelo",
- "mar'Adriatico", "suor'Anna", cosí non si deve neppure scrivere
- /qual'è e /tal'è, né /tal'altro, /qual'altro e simili, ma soltanto
- "qual è", "tal è", "tal altro" e "qual altro".
- Per evitare l'errore, si tratta insomma di appurar bene se ci
- troviamo davanti a parola elisa o a parola tronca.
-
- [...]
===================Fine==copincolla==================================

Se credi possa esserti utile, posso copincollare anche quel che segue,
non appena ne avrò completata la trascrizione.

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 9:49:13 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <070520071534220762%greg...@math.unipd.it>,
Enrico Gregorio ha scritto:

> Roger <rugfa...@tin.it> scrive:


>
> > Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')

> > [...]

> È discutibile che "da'", "di'", "fa'", "sta'" e "va'" siano troncamenti.

Eppure son troncamenti; facoltativi, certo, ma perfettamente leciti.

> Se ne è parlato tempo fa;

Su Google credo si possa trovare qualche mio vecchio intervento,
sull'argomento.

> certamente "di'" non è troncamento di un bel niente (in italiano).

Come no?
È troncamento del verbo /dire, seconda p. s. dell'imperativo.


>
> A suo tempo consultai il coniugatore verbale del dizionario Garzanti
> scoprendo che riportava quegli imperativi come "da dì fa sta va" e
> addirittura come prima persona del presente indicativo di "fare" dava
> come unica forma "fò" (con l'accento!). Adesso pare quasi rinsavito, ma
> ancora riporta "dì oppure di'" come imperativo di "dire" :-(

Il Garzanti sbaglia, in questo caso, a mio modestomodestissimo parere.

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 9:55:33 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <5o9u33d3i43mrlt9o...@4ax.com>,
Mariuccia Ruta ha scritto:

> [...]


> - metter ordine in questa faccenda, e sull'esempio introdusse

sull'esempio del greco introdusse

Mi scuso per l'involontaria omissione :(
Spero sia stata unica e sola :))

Enrico Gregorio

unread,
May 7, 2007, 10:10:27 AM5/7/07
to
Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> scrive:

> Enrico Gregorio ha scritto:


>
> > certamente "di'" non è troncamento di un bel niente (in italiano).
>
> Come no?
> È troncamento del verbo /dire, seconda p. s. dell'imperativo.

È /voce/ del verbo "dire".

"Tal" è troncamento di "tale", "qual" di "quale"; "di'" di quale
altra forma verbale è un troncamento? Quali altri modi abbiamo di
coniugare la seconda persona singolare dell'imperativo di "dire"?

Oseresti forse usare "dire" come imperativo? Alla Tarzan?

"Dire me se tu volere andare su albero." :-)

Ciao
Enrico

Karla

unread,
May 7, 2007, 11:18:42 AM5/7/07
to
Enrico Gregorio ha scritto:

"Circa l'imperativo di dire, i grammatici propongono due forme: una
semplicemente accentata, dì, e un'altra elisa, quindi apostrofata, di'.
Meglio evitare la forma accentata, già usata per indicare il sostantivo
dì, sinonimo di giorno (lavora tutto il dì) distinguendolo così dalla
preposizione di; e attenersi alla forma apostrofata di', giustificata
oltre tutto dal fatto che si tratta del troncamento dell'originario
imperativo latino dic, a sua volta forma tronca di un primitivo dice."
(Gabrielli)

k

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 11:25:32 AM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <070520071610270660%greg...@math.unipd.it>,
Enrico Gregorio ha scritto:

> Mariuccia Ruta scrive:


>
> > Enrico Gregorio ha scritto:
> > > certamente "di'" non è troncamento di un bel niente (in italiano).
> >
> > Come no?
> > È troncamento del verbo /dire, seconda p. s. dell'imperativo.
>
> È /voce/ del verbo "dire".

Riformulo:
È voce verbale, apocope di *dici*, verbo *dire*
- modo *imperativo* - persona *2ª s.*


>
> "Tal" è troncamento di "tale", "qual" di "quale";
> "di'" di quale altra forma verbale è un troncamento?

Solo della seconda persona singolare dell'imperativo di /dire, che
sarebbe *dici*.

> Quali altri modi abbiamo di coniugare la
> seconda persona singolare dell'imperativo di "dire"?

Io uso solo *di'*: di' un po', di' a tutti, ecc., altrimenti dovrei
dire *dici*; ma mi suonerebbe ostico.

>
> Oseresti forse usare "dire" come imperativo? Alla Tarzan?

Potrebbe esser un'idea ... se solo servisse a suggerirmi di starmene
lontana dalle periodiche diatribe di questo tipo ;))

*di* = *preposizione*,
*dì* = *sostantivo*, accentato per distinguerlo dalla preposizione,
*di'* = *voce verbale* di *dire*, forma apocopata di *dici*,
2ª p.s.dell'imperativo.

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 11:24:10 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Enrico Gregorio <greg...@math.unipd.it>

scatta sul pavé "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor
più amaro l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo
raggiungo. Si volta e dice:

>"Tal" è troncamento di "tale", "qual" di "quale"; "di'" di quale


>altra forma verbale è un troncamento? Quali altri modi abbiamo di
>coniugare la seconda persona singolare dell'imperativo di "dire"?

Dici: come per fa sarebbe fai, per va vai etc.
NOn mi pare marziano.
I verbi delle ultime due coniugazioni usano all'imperativo una forma
del tutto indistinguibile dalla 2^ dell'indicativo presente: senti tu,
leggi tu, scrivi tu;quindi, sia che tu consideri dire della seconda
(alla latina) o della terza (secondo desinenza) l'imperativo regolare
dovrebbe essere: di(ci). Cade l'ultoma sillaba...
Per fa' e va' l'uso di forme analoghe dipende dal fatto che fa(ce)re
ha una coniugazione in parte corrispondente a quella di un verbo di
2^, andare ha alcune forme derivate dal latino *vadere

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 11:26:39 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Karla <nos...@libero.it> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>oltre tutto dal fatto che si tratta del troncamento dell'originario

>imperativo latino dic, a sua volta forma tronca di un primitivo dice."
>(Gabrielli)

Gabrielli tira fuori il latino, quando c'è una spiegazione più breve:
come faresti l'impeativo di un verbo di seconda e terza coniugazione?
Sentire - senti; scrivere - scrivi. Usi cioè una forma omologa alla 2^
ind. pres. E allora perché l'imperativop di dire non dovrebbe essere,
in origine, dici? Troncato poii.

Enrico Gregorio

unread,
May 7, 2007, 11:41:41 AM5/7/07
to
Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> scrive:

> È voce verbale, apocope di *dici*, verbo *dire*
> - modo *imperativo* - persona *2ª s.*

È attestato?

Ciao
Enrico

Epimeteo

unread,
May 7, 2007, 11:42:09 AM5/7/07
to

"Enrico Gregorio" <greg...@math.unipd.it> ha scritto nel messaggio
news:070520071610270660%greg...@math.unipd.it...

> "Tal" č troncamento di "tale", "qual" di "quale"; "di'" di quale
> altra forma verbale č un troncamento? Quali altri modi abbiamo di


> coniugare la seconda persona singolare dell'imperativo di "dire"?
> Oseresti forse usare "dire" come imperativo? Alla Tarzan?

> "Dire me se tu volere andare su albero." :-)

"Dire" come imperativo io non lo dire mai, tranne quando essere negativo, ma
"dici" qualche volta lo dire.
Stessa cosa io fare per "fai - fa' " e "vai - va' ".

Tu dire che io sbagliare a considerare imperativo uguale a indicativo?

Ciao,
Epimeteo
---
"... motocicletta, dieci HP,
tutta cromata, č tua se dici sě,
mi costa una vita, per niente la darei,
ma ho il cuore malato e so che guarirei...
Non dire no, non dire no,
non dire no, non dire no..."
(cit. proibitiva)

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 11:45:23 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Enrico Gregorio <greg...@math.unipd.it>

scatta sul pavé "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor
più amaro l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo
raggiungo. Si volta e dice:

>
>È attestato?

Di più. E' logico.

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 11:46:02 AM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre "Epimeteo" <ep...@tin.it> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>


>Tu dire che io sbagliare a considerare imperativo uguale a indicativo?

Tu fare giusto, bwana

Karla

unread,
May 7, 2007, 12:10:29 PM5/7/07
to
FatherMcKenzie ha scritto:

>
>> oltre tutto dal fatto che si tratta del troncamento dell'originario
>> imperativo latino dic, a sua volta forma tronca di un primitivo dice."
>> (Gabrielli)
>
> Gabrielli tira fuori il latino, quando c'è una spiegazione più breve:
> come faresti l'impeativo di un verbo di seconda e terza coniugazione?
> Sentire - senti; scrivere - scrivi. Usi cioè una forma omologa alla 2^
> ind. pres. E allora perché l'imperativop di dire non dovrebbe essere,
> in origine, dici? Troncato poii.

Gabrielli sostiene che anche fa' e va'(scritti pure fa e va e usati da
Dante, Petrarca e Boccaccio) sono la forma tronca di face e vade (vade
retro), che coesistono con fai e vai.
Nel milleduecento e milletrecento gli imperativi in -e, crede, consente,
dice ecc. erano comuni (Migliorini), e il troncamento potrebbe essere
avvenuto prima, cioè direttamente dall'antico imperativo in -e, e non
dopo dalla forma dell'indicativo presente.

Cercherò altri riscontri, ma Gabrielli non è l'ultimo sprovveduto.

k

Epimeteo

unread,
May 7, 2007, 12:20:27 PM5/7/07
to

"FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto
nel messaggio news:5diu33pqmr9j9c6bh...@4ax.com...

> Al Carrefour de l'Arbre "Epimeteo" <ep...@tin.it> scatta sul pavé
> "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
> l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
> Si volta e dice:

>>Tu dire che io sbagliare a considerare imperativo uguale a indicativo?

> Tu fare giusto, bwana.

Essere contento, ma se usare verbo composto derivato da "dire" io comandare
sempre e solo con indicativo e mai troncare.

Tu, santo Padre, volere che io dire "benedi' me"? Mai!
Al massimo io dire "tu, grande stregone, maledi' altri povericlisti", però
dopo vergognare...

Epimeteo
---
"Benedici, Signore, questa mensa e tutti coloro che l'hanno preparata..."
(cit. preghiera ufficiale per i pasti)

Roger

unread,
May 7, 2007, 12:37:11 PM5/7/07
to

"Enrico Gregorio" ha scritto:
> Roger scrive:

>
>> Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')
>>
>> È vero che questi sono troncamenti in cui cade la sillaba finale,
>> ma sempre di troncamenti si tratta e in tutte le grammatiche,
>> quando si tratta dell'argomento, vengono riportati come eccezioni,
>> anche perché esistono altri troncamenti in cui cade la sillaba finale
>> e che non vogliono l'apostrofo, ricordo "gran", "san", "bel".
>
> È discutibile che "da'", "di'", "fa'", "sta'" e "va'" siano troncamenti.
> Se ne è parlato tempo fa; certamente "di'" non è troncamento di un bel
> niente (in italiano).

Su "sta" il Gabrielli è d'accordo con te (su tutto il resto no, e altri ti
hanno
risposto in merito).

Infatti, nella sua "Guida pratica all'uso della lingua italiana", il
Gabrielli (dopo aver elencato gli imperativi tronchi e apostrofati da', di',
fa' e va') scrive:
"C'è anche chi scrive sta' come imperativo del verbo stare, ma questa volta
il latino autorizza a scrivere sta senza l'inutile apostrofo (né più né meno
di ama, loda, eccetera).

> Ciao
> Enrico

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 2:38:45 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Karla <nos...@libero.it> scatta sul pavé
"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>Nel milleduecento e milletrecento gli imperativi in -e, crede, consente,

>dice ecc. erano comuni (Migliorini),

E troncando dice che cos'hai? :)

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 7, 2007, 2:57:21 PM5/7/07
to

Il 07 Mag 2007, 15:40, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:

>[SUPERCUT]


> Se credi possa esserti utile, posso copincollare anche quel che segue,

> non appena ne avrò completata la trascrizione.

Beh, sì.
Ho capito il funzionamento, ma è interessante
leggere una spiegazione ben scritta.

Un'ultima questione: tu quindi
sostieni che in nessun caso di troncamento
serva l'apostrofo?

Sapiens Sapiens

unread,
May 7, 2007, 3:36:57 PM5/7/07
to
Per risolvere salomonicamente la questione e per legittimare
finalmente le mie più sordide deviazioni ortografiche ben note
all' Implacabile Correttore di Bozze, propongo di accentare
sempre e senza misericordia le vocali toniche degli imperativi.
E finalmente potrò scrivere fà, stà, và, dì, benedìci, sénti, lèggi,
scrìvi senza essere divorato dai rimorsi o da iclisti feroci.
Rimane però il problema degli accenti gravi e acuti.
Aaarrrgghhhhhh !

Sàpiens Sàpiens.


Sapiens Sapiens

unread,
May 7, 2007, 3:42:06 PM5/7/07
to
Dopo la mia illuminata proposta e presa di posizione sugli imperativi
vi annuncio che presto prenderò severi provvedimenti anche sulle elisioni,
troncature e apostrofi.

S'apiens S apiens.


FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 5:00:12 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre Karla <nos...@libero.it> scatta sul pavé
"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

> Gabrielli sostiene che anche fa' e va'(scritti pure fa e va e usati da

>Dante, Petrarca e Boccaccio) sono la forma tronca di face e vade (vade
>retro), che coesistono con fai e vai.

se leggi bene il mio post precedente ho rimarcato la discendenza da
facere e vadere. Fare si comporta come un verbo della II (italiana)
proprio per questa ascendenza.
Vade retro è locuzione latina, almeno del latino ecclesiastico.
Che in italiano esistesse questa forma è possibile, ma non vedo la
necessità di chiamarla in causa. Come tutti i verbi di II e III anche
fare, e,per le forme derivate da vadere, andare, segue la regola che
vede l'imperativo uguale alla 2^ singolare dell'indicativo presente.
Tanto vero che molti colloquialmente dicono "Fai la spesa", "Vai a
casa", "Fai la brava"

magica

unread,
May 7, 2007, 5:08:39 PM5/7/07
to
In <463eca1d$0$10623$4faf...@reader2.news.tin.it> "Roger"
<rugfa...@tin.it> scrive...

>Agli esempi aggiungerei ca' e alcuni imperativi (di', va', fa')

Non per me che scrivo "dě". :-)

Ciao.

Gian Carlo

magica

unread,
May 7, 2007, 5:13:56 PM5/7/07
to
In <o2bu33tb0rvefohbc...@4ax.com> Mariuccia Ruta
<ando...@gol.grosseto.it> scrive...

>Su it.cultura.linguistica.italiano,
>nell'articolo <070520071534220762%greg...@math.unipd.it>,
>Enrico Gregorio ha scritto:

>> certamente "di'" non è troncamento di un bel niente (in italiano).

>Come no?
>È troncamento del verbo /dire, seconda p. s. dell'imperativo.

Mariuccia, quale sarebbe la forma non tronca (in italiano)? Qualcuno
l'ha mai usata? Chi? Quando?

Ciao.

Gian Carlo

magica

unread,
May 7, 2007, 5:31:25 PM5/7/07
to
In <463f41b4$1...@newsgate.x-privat.org> Karla <nos...@libero.it>
scrive...

> "Circa l'imperativo di dire, i grammatici propongono due forme:

>semplicemente accentata, dì, e un'altra elisa, quindi apostrofata, di'.

La frase è ambigua e inesatta, anche se l'autore è il Gabrielli.

Ambigua perché potrebbe significare, ad esempio:

a) che tutti i grammatici porpongono due forme;
b) che alcuni grammatici propongono una forma, alcuni l'altra e alcuni
entrambe.

Inesatta perché, ad esempio, il Devoto-Oli che ho sotto mano riporta
le due forme "di" (senza accento) e "dì".

Il DISC che ho sotto mano riporta invece solo la forma "dì".

Immagino che Devoto, Oli, Sabatini e Coletti sappiano/sapessero
benissimo...

>dell'originario imperativo latino dic, a sua volta forma tronca di un
>primitivo dice.

...ma che sappiano/sapessero benissimo che se si attiene...

>alla forma apostrofata di', giustificata oltre tutto dal fatto che si
>tratta del troncamento dell'originario imperativo latino dic, a sua
>volta forma tronca di un primitivo dice.

...allora ci si può attenere a qualsiasi cosa, perché una qualche
giustificazione la si trova sempre, e se non la si trova in italiano,
basta cercarla in latino, e magari in greco, e magari, adesso, su
Internet. :-)

Ciao.

Gian Carlo

magica

unread,
May 7, 2007, 5:36:49 PM5/7/07
to
In <ogdu3395ka3lkr75n...@4ax.com> Mariuccia Ruta
<ando...@gol.grosseto.it> scrive...

>Su it.cultura.linguistica.italiano,
>nell'articolo <070520071610270660%greg...@math.unipd.it>,
>Enrico Gregorio ha scritto:

>> Quali altri modi abbiamo di coniugare la

>> seconda persona singolare dell'imperativo di "dire"?

>Io uso solo *di'*: di' un po', di' a tutti, ecc., altrimenti dovrei
>dire *dici*; ma mi suonerebbe ostico.

Mariuccia, a te suonerebbe ostico. A me suonerebbe inesistente. E mi
spingerei a dire "inesistito". O puoi provare il contrario?

Ciao.

Gian Carlo

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 5:38:19 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre magica <ma.g...@bigfoot.com> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>Mariuccia, quale sarebbe la forma non tronca (in italiano)? Qualcuno


>l'ha mai usata? Chi? Quando?

Per l'ennesima volta: dici. Tanto che colloquialmente molti la usano.
Avrei qualche dubbio che nel parlar comune si usi davvero di', o dì...
Come si usa spesso fai per fa' e vai per va'

magica

unread,
May 7, 2007, 5:44:53 PM5/7/07
to
In <1ciu33hain785nsa9...@4ax.com> FatherMcKenzie
<JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> scrive...

>>Č attestato?

>Di piů. E' logico.

"Di piů" nel senso che poiché č logico č anche (= di piů) attestato?
Ma questa affermazione č illogica. :-)

Oppure "di piů" nel senso che in grammatica č piů importante/corretto
ciň che č logico di ciň che č attestato? Ma questa affermazione č
semplicemente falsa.

Ciao.

Gian Carlo

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 5:45:07 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre magica <ma.g...@bigfoot.com> scatta sul pavé
"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>Non per me che scrivo "dì". :-)

Come distingui da dì "parte del giorno"?

A proposito, a voi capita di essere criticati per aver detto
"buongiorno" di sera? Io sapevo che il giorno dura 24 ore
giór|no
s.m.
1a FO periodo di 24 ore fra una mezzanotte e la successiva:

e, rifacendomi al testo di geografia adottato nella mia scuola, il
buon Lupia Palmieri (Zanichelli), faccio notare che "il giorno si
divide in dì e notte".

magica

unread,
May 7, 2007, 5:48:43 PM5/7/07
to
In <6t6v33d9o7g9rou4q...@4ax.com> FatherMcKenzie
<JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> scrive...

>Al Carrefour de l'Arbre magica...

Dì (cn l'accento) pure de l'Arbre magique. :-)

>Si volta e dice:

>>Mariuccia, quale sarebbe la forma non tronca (in italiano)? Qualcuno
>>l'ha mai usata? Chi? Quando?

>Per l'ennesima volta: dici. Tanto che colloquialmente molti la usano.

Un criterio un po'... alla carlona, non trovi? "Colloquialmente" si
usano tante di quelle parole.

Ciao.

Gian Carlo

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 5:52:47 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre magica <ma.g...@bigfoot.com> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>"Di più" nel senso che poiché è logico è anche (= di più) attestato?
>Ma questa affermazione è illogica. :-)

Non è detto che ciò che non è attestato non esista.
Stiamo parlando di lingua parlata o di lingua scritta? Io sto
sostenendo che "dici" è usato tttora nel parlato, e certamente non lo
ttroverai attestato sulla carta. Neanche "ma vieeeni!" troverai
attestato, temo. E nemmeno "patonza", ma non vuol dire che non si
usino. Piuttosto, chi usa davvero "di'" come imperativo nel parlato?

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 5:55:06 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre magica scatta sul pavé "cinq-étoiles" viscido

per la pioggia, che fa ancor più amaro l'inferno del Nord. Sferrando
furibondi calci ai pedali lo raggiungo. Si volta e dice:

>Un criterio un po'... alla carlona, non trovi? "Colloquialmente" si


>usano tante di quelle parole.

Se l'uso è sistematico, mi pare un criterio di "attestazione".
PIuttosto non sento spesso usare dì (se non nel senso di periodo di
luce)

magica

unread,
May 7, 2007, 5:59:33 PM5/7/07
to
In <e27v335fjc3gdqme6...@4ax.com> FatherMcKenzie
<JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> scrive...

>Al Carrefour de l'Arbre magica [...] Si volta e dice:

>>Non per me che scrivo "dě". :-)

>Come distingui da dě "parte del giorno"?

Nello stesso modo, ad esempio, in cui distinguo, e suppongo anche tu
distingui, la nota "fa" dall'avvernbio "fa": dal contesto.

>A proposito, a voi capita di essere criticati per aver detto
>"buongiorno" di sera?

Sě. Ma raramente: qui, perché diciamo buonasera, deve essere
proprio... sera.

>e, rifacendomi al testo di geografia adottato nella mia scuola, il
>buon Lupia Palmieri (Zanichelli), faccio notare che "il giorno si

>divide in dě e notte".

Ciumbia, ma allora la sera non esiste. O č una parte del dě? O della
notte? :-)

Nel primo caso la parola "buonasera", benché attestatissima, non
dovrebbe esistere, se applichiamo il metro che hai proposto per "dici"
imperativo di "dire".

Io comunque da domani proverň a dire "buondě".

Ciao.

Gian Carlo

magica

unread,
May 7, 2007, 6:04:03 PM5/7/07
to
In <2i7v33da1fjs1t67v...@4ax.com> FatherMcKenzie
<JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> scrive...

>Neanche "ma vieeeni!" troverai attestato, temo. E nemmeno "patonza",
>ma non vuol dire che non si usino.

Che dobbiamo afre? Derivare qualche bella forma tronca anche da
patonza, visto che la parola esiste nel parlato :-)

Ciao.

Gian Carlo

Message has been deleted

FatherMcKenzie

unread,
May 7, 2007, 6:12:28 PM5/7/07
to
Al Carrefour de l'Arbre magica <ma.g...@bigfoot.com> scatta sul pavé
"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro >Nello

stesso modo, ad esempio, in cui distinguo, e suppongo anche tu
>distingui, la nota "fa" dall'avvernbio "fa": dal contesto.

Per "fa" (nota) l'ambito è limitato ai soli esecutori di musica, che
sono pochini. Gli altri si contentano, di solito, di "com'era bello
quel passaggio che fa zum zum zum"

>Ciumbia, ma allora la sera non esiste. O è una parte del dì? O della
>notte? :-)

Esiste, come esistono il mattino, il meriggio, il crepuscolo. Sono
ulteriori suddivisioni oltre a quella spartana dì-notte.
Talvolta si dice persino "sono le ventitré e trenta"

Mariuccia Ruta

unread,
May 7, 2007, 7:45:57 PM5/7/07
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <87Z4Z2Z126Y11...@usenet.libero.it>,
Ildavide {ildavide.altervista.org} ha scritto:

>
> Il 07 Mag 2007, 15:40, Mariuccia Ruta ha scritto:
> [...]

> Un'ultima questione: tu quindi
> sostieni che in nessun caso di troncamento
> serva l'apostrofo?

Beh, no. Non è proprio cosí.
Gli esempi riportati sino ad ora, hanno riguardato esclusivamente la
tua domanda in oggetto. riguardo alla tua nuova domanda, bisogna tener
presente che, seppur poche, ci sono alcune eccezioni in cui anche il
troncamento viene indicato con l'apostrofo; sono eccezioni facili da
memorizzare, e sono attestate in vari testi di grammatica, scolastica
e no. Le eccezioni piú note (ma anche le piú soggette a grafia
erronea) sono due:
/po'/ (troncamento di poco: un po' di zucchero)
e /mo'/ che sta esclusivamente per *modo* (a mo' di esempio).

Le altre sono: /di', /da', /fa' /sta', /va', che son forme
dell'imperativo dei verbi /dire, /dare, /fare, /stare, /andare.
Su queste forme verbali, però, i linguisti non son tutti d'accordo
sull'uso dell'apostrofo: un po' come in questo NG: ci s'accapiglia che
è un piacere, come potrai leggere dando una scorsa ai post di oggi in
questo filone ;)).
È diatriba vecchia di anni (almeno 8, per quel che mi riguarda) e a
periodi piú o meno lunghi si ripresenta. E puntualmente lascia il
tempo che trova: ciascuno si tiene le proprie idee :))
Dal Gabrielli e dal Satta io traggo la mia fermezza nell'usare
l'apostrofo con gli imperativi succitati, ma (per restare ad oggi) ne
trovo conferma anche sulla grammatica di Battaglia-Pernicone e su
quella di Dardano-Trifone.
Son convinta che si trovi conferma anche in altri testi, ma per ora mi
manca il tempo necessario da dedicare a tale ricerca.

--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp

Epimeteo

unread,
May 8, 2007, 1:02:46 AM5/8/07
to

"FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto
nel messaggio news:6t6v33d9o7g9rou4q...@4ax.com...

Padre, visto che nessuno mi fila (mi avranno plonkato tutti?), gliela ponga
Lei, in modo esplicito, la domanda ai povericlisti: qual è l'imperativo dei
verbi derivati da "dire" (da "benedire" a "maledire", da "predire" a
"indire", da "disdire" a "contraddire")?
Se Lei consulta lo schizofrenico Garzanti, troverà "benedici", "maledici" e
"contraddici", accanto a divertenti "predì", "indì" e "disdì".
Che senso ha tutto questo?
Per fortuna ci pensa il vecchio Zingarelli a ristabilire il buon senso...

Dà forse fastidio il suono "dico"?

Mi benedica, anzi, e mi scusi se per una volta Le do del tu, "benedimmi".
Epimeteo
---
"... dammi solo un'ora, baby,
un'ora per cambiare,
per farmi rimorchiare,
dammi solo un'ora, baby,
che dio ti benedica,
che..."
(cit. benedicente)

Enrico C

unread,
May 8, 2007, 5:36:29 AM5/8/07
to
On Sun, 06 May 2007 16:40:36 GMT, Ildavide {ildavide.altervista.org} wrote:

> domandare per quale ragione, allora, si scrive "quand'è"
> e non "quand è", sempre che si scriva con l'apostrofo.

Nella lingua non esistono "ragioni" realmente sufficienti a spiegare un
qualsiasi fenomeno. Esistono semmai ricostruzioni dell'evoluzione storica
del linguaggio. Oggi si considera corretto scrivere "qual è". Questa è la
convenzione. Alcuni potranno indicarti delle spiegazioni per questo fatto,
ma altre persone potrebbero non considerarle sufficienti, a torto o
ragione, e voler scrivere diversamente.

Ovvero, data una lingua X nel momento t, non è prevedibile (in base a sole
considerazioni di etimo, grammatica, stile... o comunque interne alla
lingua) come sarà la stessa lingua nel momento t+1, a meno di non conoscere
le forze esterne che incidono sulla sua evoluzione.

--
"And the whole Earth was of one language, and of one speech".
(Genesis 11,1)

edi'®

unread,
May 8, 2007, 8:37:54 AM5/8/07
to
"FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto

> Avrei qualche dubbio che nel parlar comune si usi davvero di', o dì.

.......


> non sento spesso usare dì (se non nel senso di periodo di luce)

Di' quel che vuoi ma non ci crederò mai.
Di' un po', ci sei o ci fai?
Di' la verità o taci.

Non mi sembrano espressioni tanto rare, no?

edi'®

riccardomustodario

unread,
May 8, 2007, 9:07:48 AM5/8/07
to


Il 8/5/07 13:37, nell'articolo x9_%h.37192$281....@tornado.fastwebnet.it,
"edi'®" <zo...@tiscali.it> ha scritto:

Di' quel che vuoi è rara - le altre sono comuni

Nuovo indirizzo trasmissione intelligente
--
Se avete motivo intelligente da trasmettere e volete ciò sia dominio
pubblico per migliorare la società, il mondo, sono lieto di comunicarvi
l'indirizzo che ci pone in contatto
ITechnodemocratic <ITechnod...@googlegroups.com>


Scaramouche

unread,
May 8, 2007, 9:58:00 AM5/8/07
to
FatherMcKenzie ha scritto:


> >"Pensavo fosse amore, invece era un calesse".

> sarebbe peggio se non calesse (mica)

> Delle cicale
> ci cale ci cale ci cale (cit. entomologica)

Dio mio! Come siamo caduti in basso...
Rimpiango la ferrea logica di Must(a Dario).
Sempre un piacere vedervi allegri.


Scaramouche


--
"Scusa se ti mando questa e-mail in ritardo ma ho Outlook che mi è
entrato in conflitto con Windows 1848" (R.Cremona)


questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Karla

unread,
May 8, 2007, 12:24:52 PM5/8/07
to
FatherMcKenzie <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto:

> se leggi bene il mio post precedente ho rimarcato la discendenza da
> facere e vadere. Fare si comporta come un verbo della II (italiana)
> proprio per questa ascendenza.
> Vade retro è locuzione latina, almeno del latino ecclesiastico.
> Che in italiano esistesse questa forma è possibile, ma non vedo la
> necessità di chiamarla in causa. Come tutti i verbi di II e III anche
> fare, e,per le forme derivate da vadere, andare, segue la regola che
> vede l'imperativo uguale alla 2^ singolare dell'indicativo presente.
> Tanto vero che molti colloquialmente dicono "Fai la spesa

> casa", "Fai la brava"

Non è questo il punto.
Tu hai scritto che Gabrielli tira fuori inutilmente gli imperativi in -e: face,
dice, mentre il troncamento, sarebbe avvenuto sulla forma fai e dici (ed anche
ciò che sostiene Magica).
Il problema è proprio questo: quando e su che cosa è avvenuto il troncamento?

Le forme tronche e le forme al presente indicativo sono coesistite a lungo, e
Migliorini dice che nell'ottocento fa', va' ecc hanno prevalso su fai, vai ecc.,
però le forme tronche esistevano già nel milleduecento, allora che cosa è avvenuto?

face-->fac-->fa'
dice-->dic-->di'

come sostiene Gabrielli, oppure:

face-->fai-->fa'
dice-->dici-->di'

come sostenete voi?

k
>


Karla

unread,
May 8, 2007, 12:38:19 PM5/8/07
to
magica <ma.g...@bigfoot.com> ha scritto:

> In <463f41b4$1...@newsgate.x-privat.org> Karla <nos...@libero.it>
> scrive...

> > "Circa l'imperativo di dire, i grammatici propongono due forme:
> >semplicemente accentata, dì, e un'altra elisa, quindi apostrofata, di'.
>
> La frase è ambigua e inesatta, anche se l'autore è il Gabrielli.

La frase non è ambigua, il fatto è che negli scritti degli autori del passato
si trova tutto (fa, fà e fa). Lo stesso Manzoni scrive "va, va" senza apostrofo
o accento. Il Gabrielli dice che, secondo lui la forma migliore è quella con
l'apostrofo, e spiega il perché in base alla etimologia.



Il DISC che ho sotto mano riporta invece solo la forma "dì".

> >dell'originario imperativo latino dic, a sua volta forma tronca di un
> >primitivo dice.

Vedo che concordano con Gabrielli! :-)

>
> ....allora ci si può attenere a qualsiasi cosa, perché una qualche


> giustificazione la si trova sempre, e se non la si trova in italiano,
> basta cercarla in latino, e magari in greco,

Le regole grammaticali non sono matematiche, figuriamoci gli accenti!
Però mi pare che oggi sostengano tutti l'apostrofo.

> magari, adesso, su
> Internet. :-)

:-(((

k

Epimeteo

unread,
May 8, 2007, 12:46:26 PM5/8/07
to

"Enrico C" <use_reply...@devils.com> ha scritto nel messaggio
news:1o70laag...@news.lillathedog.net...

> Nella lingua non esistono "ragioni" realmente sufficienti a spiegare un
> qualsiasi fenomeno. Esistono semmai ricostruzioni dell'evoluzione storica
> del linguaggio. Oggi si considera corretto scrivere "qual è". Questa è la
> convenzione. Alcuni potranno indicarti delle spiegazioni per questo fatto,
> ma altre persone potrebbero non considerarle sufficienti, a torto o
> ragione, e voler scrivere diversamente.

Presente!

A me il "qual è" non piace per niente, anzi mi sembra una forzatura
ingiustificata.
L'uso di "qual" (e di "tal") tronco è tradizionale, poetico, metrico,
dialettale... tutto quello che volete, ma anche antiquato, obsoleto e,
soprattutto, non strettamente necessario e un po' stonato, anche perché
confligge con l'uso di altri aggettivi/pronomi/avverbi che accompagnano il
verbo "é" e che non hanno (non possono avere) la forma tronca: tant'è,
quant'è, dov'è, quand'è, com'è... e via di questo passo.

Appellarsi all'uso di altre forme tronche, come "un", buon", "bel" e pochi
altri, mi sembra una giustificazione debole, anche perché "un" e "buon" si
usano sempre quando accompagnano un nome maschile (con poche, ma chiare,
eccezioni), non il verbo "è". Invece "qual" e "tal", nel linguaggio comune
dell'italiano standard, non si incontrano quasi mai e sopravvivono nelle
forme poetiche, nelle forme leziose, nelle forme dialettali e nei proverbi.

Questa del "qual è" mi sembra una trappoletta messa lì apposta per fare
sbagliare i poveri alunni che, di fronte a un "quale" ed a un "è", usando la
logica (cade la "e" di fronte a un'altra "e" e resta la lacrimuccia) usano
la forma elisa: una vigliaccata.

Quasi certamente questo discorso è già stato fatto mille volte su questo e
altri niusgruppi e comunque per vile opportunismo (evitare ogni volta di
polemizzare col primo arrivato per un apostrofo) io forse non scriverò mai
"qual'è", ma devo dire che sostenere, in ambito scolastico, la causa del
"qual è", mi sembra un modo infallibile per fare odiare a molti bambini la
lingua e la grammatica.

> Ovvero, data una lingua X nel momento t, non è prevedibile (in base a sole
> considerazioni di etimo, grammatica, stile... o comunque interne alla
> lingua) come sarà la stessa lingua nel momento t+1, a meno di non
> conoscere le forze esterne che incidono sulla sua evoluzione.

Linguisti, scrittori, insegnanti, ribellatevi!
Il momento t+1 sta per arrivare!

Ci sarà pure qualche professoressa a Barbiana che vorrà scrivere e insegnare
a scrivere "qual'è"...

Epimeteo
---
"... la donna è mobil
qual piuma al vento,
muta d'accento
e di pensier...
E di pensier,
e di pensier..."
(cit. tronca)


Sapiens Sapiens

unread,
May 8, 2007, 1:01:45 PM5/8/07
to

"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4640a958$0$10626$4faf...@reader2.news.tin.it...

Sottoscrivo.
Sapiens Dislessicus

Rivoluzionari di tutto il mondo unitevi!
(Cit. esagerata)


riccardomustodario

unread,
May 8, 2007, 1:26:11 PM5/8/07
to
Un esempio di metafora da La Parola Ancora 1995 Riccardomustodario

... ³ In the middle of nowhere² ­ un po¹ com¹essere prigioniera nella
spirale di un serpente, dove la testa e la coda siano la stessa cosa, e così
imbottigliata roteare sul proprio asse longitudinale nell¹impossibilità di
localizzare un qualsivoglia punto cardinale: facciamo due teste nel
vertiginoso movimento dell¹ellisse >>.


Proserpina si leggerà poi in Favoletta Erotika


Il 8/5/07 18:01, nell'articolo Z120i.1617$%k.1...@twister2.libero.it,
"Sapiens Sapiens" <sap...@sapiens.it> ha scritto:

magica

unread,
May 8, 2007, 1:39:13 PM5/8/07
to
In <lv7v3311o2jld8m57...@4ax.com> FatherMcKenzie
<JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> scrive...

>Al Carrefour de l'Arbre magica[...] Si volta e dice:

>>Un criterio un po'... alla carlona, non trovi? "Colloquialmente" si
>>usano tante di quelle parole.

>Se l'uso è sistematico, mi pare un criterio di "attestazione".

Ammesso che questo sia "un" criterio di attestazione, da qui a
sostenere cehe "di'" è il troncamento di "dici" ne passa di acqua
sotto i ponti.

Ciao.

Gian Carlo

magica

unread,
May 8, 2007, 1:45:48 PM5/8/07
to
In <Z120i.1617$%k.1...@twister2.libero.it> "Sapiens Sapiens"
<sap...@sapiens.it> scrive...

>Sottoscrivo.

Anch'io.

Gian Carlo

Karla

unread,
May 8, 2007, 1:55:46 PM5/8/07
to
magica ha scritto:

> Ammesso che questo sia "un" criterio di attestazione, da qui a
> sostenere cehe "di'" è il troncamento di "dici" ne passa di acqua
> sotto i ponti.

Magica devo scusarmi. Mi era sembrato che anche tu sostenessi che di'
è troncamento di "dici", ma vedo che non è vero. :-)

k
è tutto il pomeriggio che il server dei niusgrup non funziona, ha
ripreso solo ora.

FatherMcKenzie

unread,
May 8, 2007, 3:51:50 PM5/8/07
to
Al Carrefour de l'Arbre edi'® <zo...@tiscali.it> scatta sul pavé

"cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>


>Non mi sembrano espressioni tanto rare, no?

Io le sento solo in tv :)

FatherMcKenzie

unread,
May 8, 2007, 3:53:27 PM5/8/07
to
Al Carrefour de l'Arbre "Karla" <5315i...@mynewsgate.net> scatta

sul pavé "cinq-étoiles" viscido per la pioggia, che fa ancor più amaro
l'inferno del Nord. Sferrando furibondi calci ai pedali lo raggiungo.
Si volta e dice:

>come sostiene Gabrielli, oppure:
> come sostenete voi?

ma cosa vuoi che me ne importi, beviamoci su.

magica

unread,
May 8, 2007, 4:38:01 PM5/8/07
to
In <4640...@newsgate.x-privat.org> Karla <nos...@libero.it> scrive...
>magica ha scritto:

>>Ammesso che questo sia "un" criterio di attestazione, da qui a

>>sostenere cehe "di'" č il troncamento di "dici" ne passa di acqua
>>sotto i ponti.

>Magica devo scusarmi. Mi era sembrato che anche tu sostenessi che di'

>č troncamento di "dici", ma vedo che non č vero. :-)

Infatti io non sostengo che "di'" č un troncamento di "dici". Sostengo
che non vedo attestato da nessuno un imperativo di cui "di'" sarebbe
il troncamento. Per questo uso "dě", confortato dal Devoto-Oli e dal
Sabatini-Coletti.

Ciao.

Gian Carlo

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 8, 2007, 5:19:58 PM5/8/07
to

Il 08 Mag 2007, 01:45, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:

> /po'/ (troncamento di poco: un po' di zucchero)
> e /mo'/ che sta esclusivamente per *modo* (a mo' di esempio).
>
> Le altre sono: /di', /da', /fa' /sta', /va', che son forme

Sono però dei troncamenti "anomali" rispetto a quelli
sin ora trattati, in quanto diviene impossibile
ragionare secondo il metodo comune "è troncamento
se può seguire una parola che inizia per consonante e
viceversa".


dc

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Roger

unread,
May 8, 2007, 5:37:06 PM5/8/07
to

"magica" ha scritto:
> Karla scrive...

>
>> "Circa l'imperativo di dire, i grammatici propongono due forme:
>>semplicemente accentata, dì, e un'altra elisa, quindi apostrofata, di'.
>
> La frase è ambigua e inesatta, anche se l'autore è il Gabrielli.
>
> Ambigua perché potrebbe significare, ad esempio:
>
> a) che tutti i grammatici porpongono due forme;
> b) che alcuni grammatici propongono una forma, alcuni l'altra e alcuni
> entrambe.
>
> Inesatta perché, ad esempio, il Devoto-Oli che ho sotto mano riporta
> le due forme "di" (senza accento) e "dì".

Non so che edizioni hai.
Io ha l'ultima, la 2007.

Copincollo dal Devoto-Oli 2007:

dire
<dì-re> v.tr. (ind. pres. dìco, dìci [arc. o pop. di'], dìce, diciàmo, dìte,
dìcono; imperf. dicévo, ecc.; pass. rem. dìssi, dicésti, ecc.; fut. dirò,
dirài, ecc.; cong. pres. dìca, ., diciàmo, diciàte, dìcano; imperf. dicéssi,
ecc.; cond. dirèi, ecc.; imp. di' [senza radd. sintattico] o dì [con radd.
sintattico]; p. pres. dicènte; p. pass. détto; gerundio dicèndo)
[ometto la parte riguardante le definizioni]

Coniugazione

INDICATIVO
[omissis]

CONGIUNTIVO
[omissis]

CONDIZIONALE
[omissis]

IMPERATIVO
Presente
di'
dite

[...]

> Ciao.
>
> Gian Carlo

Ciao,
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/testi/linguaitaliana.html

La gola e 'l sonno e l'oziose piume
hanno del mondo ogni vertù sbandita,
ond'è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume.
(F.Petrarca)

Roger

unread,
May 8, 2007, 5:44:05 PM5/8/07
to

"magica" ha scritto:

> Per questo uso "dě", confortato dal Devoto-Oli e dal
> Sabatini-Coletti.

Come ti ho scritto sopra, ti devi accontentare del Sabatini-Coletti, perché
il Devoto-Oli, ultima edizione, ha cambiato idea.

> Ciao.
>
> Gian Carlo

La gola e 'l sonno e l'oziose piume

hanno del mondo ogni vertů sbandita,
ond'č dal corso suo quasi smarrita

Sergio Michele

unread,
May 8, 2007, 8:18:28 PM5/8/07
to

"FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto
nel messaggio news:e27v335fjc3gdqme6...@4ax.com...

> A proposito, a voi capita di essere criticati per aver detto

> "buongiorno" di sera? Io sapevo che il giorno dura 24 ore
> giór|no
> s.m.
> 1a FO periodo di 24 ore fra una mezzanotte e la successiva:


>
> e, rifacendomi al testo di geografia adottato nella mia scuola, il
> buon Lupia Palmieri (Zanichelli), faccio notare che "il giorno si
> divide in dě e notte".

Si tratta di un saluto che č anche un augurio. Una certa logica non molto
ragionata, ma intuitiva e spontanea, fa sě che quando il giorno č sul finire
e sta per iniziare la sera si passi, appunto, al buonasera. Tieni anche
conto che nel parlar comune si distingue tra giorno e sera, pur essendo "il
giorno si divide in dě e notte" assolutamente indiscutibile.
E comunque si tratta di usanze. Avendo abitudini nottambule ho notato una
certa incertezza nello scegliere il saluto quando la compagnia si scioglie
all'alba: buonanotte, perché si va a dormire o buongiorno?
Uno strano saluto si usa in Baviera: mahlzeit. Vuol dire "buon appetito", ma
č usato come "buongiorno" fin circa al mezzodě. A me sembra molto illogico,
soprattutto salutando qualcuno con cui ho appena consumato la prima
colazione, ma tant'č.

Buonanotte.

O buongiorno?

Beh... ciao!

Sergio.


Sergio Michele

unread,
May 8, 2007, 8:30:16 PM5/8/07
to

"magica" <ma.g...@bigfoot.com> ha scritto nel messaggio
news:epd143ha97hg2dt6h...@4ax.com...

Bravi, bravi! Ma vi rendete conto che ogni apostrofo è uno spazio in più nel
testo? Un testo più lungo richiede più carta. Salviamo gli alberi!
E l'inchiostro? Non inquina?
Ah, se non ci fossi io!


Epimeteo

unread,
May 9, 2007, 12:49:36 AM5/9/07
to

"Sergio Michele" <mario....@katamail.com> ha scritto nel messaggio
news:f1r4m6$qk9$1...@aioe.org...

>
> "magica" <ma.g...@bigfoot.com> ha scritto nel messaggio
> news:epd143ha97hg2dt6h...@4ax.com...
>> In <Z120i.1617$%k.1...@twister2.libero.it> "Sapiens Sapiens"
>> <sap...@sapiens.it> scrive...
>>>Sottoscrivo.

>> Anch'io.

> Bravi, bravi! Ma vi rendete conto che ogni apostrofo č uno spazio in piů
> nel testo?

Anche se l'apostrofo č di colore rosa ed č messo tra le parole "t'amo"?

> Un testo piů lungo richiede piů carta. Salviamo gli alberi!


> E l'inchiostro? Non inquina?

Hai ragione: propongo allora che si scriva "qualé", "quandé", dové"...

> Ah, se non ci fossi io!

Ti potrei sostituire io, anche se da un punto di vista intellettivo non
posso certo competere con te. Mi permetto solo di obiettare che un po'
sprecone lo sei anche tu, con la tua pretesa narcisistica di andare in giro
con due nomi.
Scegli: o Sergio o Michele o Semi.

Ciao,
Epimeteo
---
"... il suo nome era
Cerutti Gino,
ma lo chiamavan Drago,
gli amici al bar del Giambellino
dicevan che era un mago..."
(cit. nominale)


GraZia

unread,
May 9, 2007, 2:03:00 AM5/9/07
to
Epimeteo <ep...@tin.it> ha scritto:

Mi permetto solo di obiettare che un po'
> sprecone lo sei anche tu, con la tua pretesa narcisistica di andare in giro
> con due nomi.
> Scegli: o Sergio o Michele o Semi.
>

Perché non Gioele?
GraZia

Epimeteo

unread,
May 9, 2007, 2:36:55 AM5/9/07
to

"GraZia" <3849i...@mynewsgate.net> ha scritto nel messaggio
news:200705090...@mynewsgate.net...

> Perché non Gioele?

Zia!
Oggi mi sembri scatenata, anzi l'unica piů scatenata...

Ciao,
Epimeteo
---
"... unchain my heart,
baby, let me go,
'cause you don't care,
set me free..."
(cit. scatenata)

edi'®

unread,
May 9, 2007, 4:23:17 AM5/9/07
to
"magica" <ma.g...@bigfoot.com> ha scritto

> uso "dě", confortato dal Devoto-Oli e dal Sabatini-Coletti.

Di dě in dě, dě un dě a tua scelta.

edi'Ž

Ildavide {ildavide.altervista.org}

unread,
May 9, 2007, 5:31:48 AM5/9/07
to
Il 08 Mag 2007, 01:45, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha scritto:
>[CUT]

Un dubbio:
"devon essere", al plurale, è un troncamento?

"Dev'essere" è sicuramente un'elisione, ma al plurale?

Grazie, dc

Karla

unread,
May 9, 2007, 8:01:11 AM5/9/07
to
FatherMcKenzie ha scritto:

>> come sostiene Gabrielli, oppure:
>> come sostenete voi?
>
> ma cosa vuoi che me ne importi, beviamoci su.

Se non t'importa perché discutiamo?

Per il piacere della compagnia? Allora beviamo pure: un bellini, alla
tua salute! :-))

k

Myszka

unread,
May 9, 2007, 9:31:58 AM5/9/07
to
il giorno 08/05/2007 7.02 Epimeteo ha scritto:

> "FatherMcKenzie" <JJJJJJJJJja...@infinito.itITITITITIT> ha scritto
> nel messaggio news:6t6v33d9o7g9rou4q...@4ax.com...

>> Per l'ennesima volta: dici. Tanto che colloquialmente molti la usano.


>> Avrei qualche dubbio che nel parlar comune si usi davvero di', o dì...

>> Come si usa spesso fai per fa' e vai per va'
>
> Padre, visto che nessuno mi fila (mi avranno plonkato tutti?), gliela ponga
> Lei, in modo esplicito, la domanda ai povericlisti: qual è l'imperativo dei
> verbi derivati da "dire" (da "benedire" a "maledire", da "predire" a
> "indire", da "disdire" a "contraddire")?

Benedici, maledici, predici, indici, disdici, contraddici.

> Se Lei consulta lo schizofrenico Garzanti, troverà "benedici", "maledici" e
> "contraddici", accanto a divertenti "predì", "indì" e "disdì".

Predi' tu! Predimmelo tu il risultato. Indila tu la riunione. Disdimmi
l'appuntamento!

> Mi benedica, anzi, e mi scusi se per una volta Le do del tu, "benedimmi".

Benedimmi... secondo me se lo sente Corrado Guzzanti ne realizza uno
spettacolo di successo, sul "benedimmi" :)

I miei duecento milioni di euro (altro che due centesimi, tse')

A te ora, contraddimmi tu.

Ciao,
Myszka

Epimeteo

unread,
May 9, 2007, 9:27:56 AM5/9/07
to

"edi'®" <zo...@tiscali.it> ha scritto nel messaggio
news:6Nf0i.38607$281....@tornado.fastwebnet.it...
> "magica" <ma.g...@bigfoot.com> ha scritto

>> uso "dì", confortato dal Devoto-Oli e dal Sabatini-Coletti.

> Di dì in dì, dì un dì a tua scelta.

E-dì, a chi lo dici?
A Didì (Waldir Pereira), il mitico centrocampista del Brasile, due volte
campione del mondo?
Purtroppo è scomparso da qualche anno...

Ciao,
Epimeteo
---
"Gilmar, Djalma Santos, Nilton Santos, Zito, Orlando, Bellini, Garrincha,
Didì, Vavà, Pelè, Zagalo."
(cit. epica)

Myszka

unread,
May 9, 2007, 9:39:05 AM5/9/07
to

Vero. Infatti non manca chi usa "ki" per "chi", "xke" per "perche'",
"xò" per "pero'", "c6" per "ci sei"...

E noi (o almeno io) che non li capiamo! Si tratta di ecologisti.

Ciao,
m

Epimeteo

unread,
May 9, 2007, 10:13:52 AM5/9/07
to

"Ildavide {ildavide.altervista.org}" <chi...@me.la> ha scritto nel messaggio
news:80Z104Z1Z95Y11...@usenet.libero.it...

> Il 08 Mag 2007, 01:45, Mariuccia Ruta <ando...@gol.grosseto.it> ha
> scritto:
>>[CUT]
>
> Un dubbio:
> "devon essere", al plurale, è un troncamento?
> "Dev'essere" è sicuramente un'elisione, ma al plurale?

I verbi servili, al plurale, fan sempre troncamento, quando lo fanno.
Al singolare invece, davanti alla "e", credo che lo faccia solo "vuole",
perché "deve" vuol essere libero di fare l'elisione e "può" è quel che
"puot'essere".
In ogni caso i poeti sono liberi di fare quello che vogliono.

Ciao,
Epimeteo
---
"... sempre libera degg'io
folleggiar di gioia in gioia,
vo' che scorra il viver mio
pei sentieri del piacer..."
(cit. un po' elisa e un po' traviata)

edi'®

unread,
May 9, 2007, 10:21:45 AM5/9/07
to
"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto

> E-dì, a chi lo dici?

> A Didì ...

Mi è tornato in mente un giochino di parole di quand'ero ragazzino,
che spero non sia necessario spiegare:

- DI DDT
- DDT
- DT
- T

edi'®

Sergio Michele

unread,
May 9, 2007, 11:20:02 AM5/9/07
to

"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:464152d7$0$10616$4faf...@reader2.news.tin.it...

> Mi permetto solo di obiettare che un po'
> sprecone lo sei anche tu, con la tua pretesa narcisistica di andare in
> giro
> con due nomi.
> Scegli: o Sergio o Michele o Semi.

Per bacco baccone, non pensavo che qualcuno si stampasse i miei interventi
su icli!


Sergio Michele

unread,
May 9, 2007, 11:22:37 AM5/9/07
to

"GraZia" <3849i...@mynewsgate.net> ha scritto nel messaggio
news:200705090...@mynewsgate.net...

Mi piace e prima o poi l'userò.
E mi vanterò della mia madrina.

Ciao.

Sergio.


Sergio Michele

unread,
May 9, 2007, 11:24:46 AM5/9/07
to

"Myszka" <mys...@despammed.com> ha scritto nel messaggio
news:33k0i.39179$281....@tornado.fastwebnet.it...

il giorno 09/05/2007 2.30 Sergio Michele ha scritto:

> Vero. Infatti non manca chi usa "ki" per "chi", "xke" per "perche'",

"perche'" é un troncamento o un elisione?

;-))

> "xò" per "pero'", "c6" per "ci sei"...

> E noi (o almeno io) che non li capiamo! Si tratta di ecologisti.

> Ciao,
> m

Ciao.
Sergio.


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