E' una cosa nord/sud secondo voi?
Lorenzo
p.s.
La suddetta amica si e' anche sorpresa quando mi ha sentito chiamare
"calorifero" quello che lei chiamerebbe termosifone...
Sia "stampella" sia "gruccia" indicano entrambe le cose: l'appendino
per gli abiti e il bastone che si mette sotto l'ascella quando si
hanno problemi alle gambe.
Per l'appendino c'è almeno un altro termine: "ometto".
> E' una cosa nord/sud secondo voi?
Secondo me è più una cosa a macchia di leopardo: se ben ricordo, in
Friuli dicono come a Roma e in Sicilia come a Milano.
> p.s.
> La suddetta amica si e' anche sorpresa quando mi ha sentito chiamare
> "calorifero" quello che lei chiamerebbe termosifone...
Anche in questo caso, "calorifero", "termosifone" e "radiatore"
indicano tutti e tre l'aggeggio da cui esce il calore.
Secondo me, tutti conoscono tutti questi termini, e nessuno si
stupisce di veder usare l'uno o l'altro nello scritto o nel parlato
formale (i produttori di termosifoni non stamperanno mica un catalogo
diverso per ogni regione d'Italia!).
Nel parlato, però, c'è solo uno di questi termini che, in una data
zona, è considerato colloquiale; gli altri sinonimi sono sentiti come
letterari, forbiti, affettati e perciò fa strano che un forestiero li
usi *parlando* nella lingua di tutti i giorni.
--
Cingar
E ti dirň: mia moglie (di Napoli) chiama "calorifero" pure il riscaldamento
dell'automobile: "Accendi il calorifero che ho freddo ai piedi".
Ciao
Ale (mia moglie ha *SEMPRE* freddo ai piedi)
Esistevano (esistono) appendiabiti con un lungo bastone centrale
che serviva per appenderli e riprenderli in alto.
La forma richiama quella di una stampella propriamente detta.
Da qui stampella . Ma a me fa schifo.
Calorifero poi è più proprio di termosifone.
La parola termosifone si riferisce al fenomeno fisico per cui l'acqua,
o un altro fluido, circola spontaneamente nei tubi, senza bisogno di pompe,
per il gradiente di temperatura, quindi di densità, quindi di pressione,
esistente tra la caldaia (posta nel punto più basso) e i "radiatori" o
caloriferi" posti ad altezza maggiore.
Sistema in uso nei vecchissimi impianti.
Oggi invece la circolazione è assicurata da pompe elettriche.
Il fenomeno fisico ha dato nome al dispositivo.
Analogamente a quando il marchio si identifica con il nome della
cosa prodotta. Es. "Ferodi" per "guarnizioni di attrito".
Sapiens Sapiens
> Sia "stampella" sia "gruccia" indicano entrambe le cose: l'appendino
> per gli abiti e il bastone che si mette sotto l'ascella quando si
> hanno problemi alle gambe.
>
> Per l'appendino c'è almeno un altro termine: "ometto".
Infatti a casa mia si e' sempre detto "ometto", casomai "attaccapanni"
(ma per quello a muro pero') o "appendiabiti". "appendino" mai sentito.
"gruccia" sentito ma mi suona del tutto incongruo in questo contesto.
"stampella" sentito solo per quella ortopedica.
Anzi per quella ortopedica "stampella" e' l'unica che mi suona normale.
"gruccia" in senso ortopedico mi suona si', ma arcaico (mi viene in
mente Enrico Toti) o letterario (toscaneggiante), con buona pace del
Manzoni e del "prestin di scansc" (che poi non era "il forno delle
grucce" ma la premiata forneria dei fratelli Scanzi).
> Anche in questo caso, "calorifero", "termosifone" e "radiatore"
> indicano tutti e tre l'aggeggio da cui esce il calore.
A casa mia si e' sempre detto "calorifero". "termosifone" suona normale
ma tecnico. "radiatore" non suona per niente (fa pensare o al radiatore
di una macchina, o a quelli elettrici che una volta si usavano
all'ingresso dei grandi magazzini). Ho sentito usare anche "elemento"
per indicare il "modulo radiante" del termosifone.
> Nel parlato, però, c'è solo uno di questi termini che, in una data
> zona, è considerato colloquiale; gli altri sinonimi sono sentiti come
> letterari, forbiti, affettati e perciò fa strano che un forestiero li
> usi *parlando* nella lingua di tutti i giorni.
Direi che questa e' una spiegazione magistrale
--
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Ha ragione. Ma se chiamasse "termosifone" il riscaldamento della macchina
avrebbe torto?
Azzardo un'ipotesi:
"caloriferi" sono tutti avendo tutti la *funzione* di portare calore
"radiatori" sono tutti aveno tutti la *funzione* di irradiare calore
"termosifoni" non sono tutti. Non tutti sono a forma di sifone.
Ho torto?
Ciao Megister Meus
Sergiotto Canterino
> Per me (di Milano) le stampelle sono unicamente i supporti
> ortopedici (o appoggi similari), mentre le sue stampelle le chiamo
> appendiabiti, appendini o ometti. Conosco ma non uso il termine gruccia
Idem per me.
Ancora: a settentrione la salvietta è un (piccolo) asciugamano, altrove è
un tovagliolo.
--
Bye, Lem
Ceterum censeo ISLAM esse delendum
__________________________________
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> Lorents ha scritto:
> > Per me (di Milano) le stampelle sono unicamente i supporti
> > ortopedici (o appoggi similari), mentre le sue stampelle le chiamo
> > appendiabiti, appendini o ometti. Conosco ma non uso il termine gruccia
> Idem per me.
In Toscana, la gruccia è quella che si appende.
L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
>
> Ancora: a settentrione la salvietta è un (piccolo) asciugamano, altrove è
> un tovagliolo.
Non solo in settentrione :)) Anche in Sicilia, l'asciugamano viene
spesso chiamato salvietta, indipendentemente dalla sua grandezza.
--
Ciao,
Mariuccia®
http://www.analitica.com/
http://www.analitica.com/va/vpi/
http://www.analitica.com/va/politica/opinion/default.asp
>In Toscana, la gruccia è quella che si appende.
>L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
Qui nel Nordafrica diciamo grucce o stampelle (in italiano); in
dialetto non so, probabilmente "chiddi morz'i lignu nt'u guardarrobba"
ometti l'ho sentito solo al nord.
--
Gigi, 38°54'N, 16°36'E
Foto, news e altro dal mio pianeta
http://www.esnips.com/user/jamesleopard/
>
>"Cingar" <cingar.s...@libero.it> ha scritto nel messaggio
>news:1172057152.5...@p10g2000cwp.googlegroups.com...
>> Anche in questo caso, "calorifero", "termosifone" e "radiatore"
>> indicano tutti e tre l'aggeggio da cui esce il calore.
>
>E ti dirò: mia moglie (di Napoli) chiama "calorifero" pure il riscaldamento
>dell'automobile: "Accendi il calorifero che ho freddo ai piedi".
>Ciao
>Ale (mia moglie ha *SEMPRE* freddo ai piedi)
"Mo' alzo i termosifoni. Brrr, Madonna che freddo!
Senti, senti"
e mi fa una carezza gelata, prima che io finisca di dire
che basta la parola.
"La parola è una cosa e sentire il freddo è un'altra."
Forse ha ragione lei.
(Ad un livello un po' piu elevato, usa temperatura o
termostato, anche con gradi e decimi).
Anche mia moglie ha estremità fredde.
Si dice "mani fredde cuore caldo" (ed io sono testimone
a favore), ma da qualche parte si sarà pure annidato questo
calore.
Ciao. Imes
>Anche mia moglie ha estremità fredde.
la solita estremista.
--
'amarrado al recuerdo yo sigo esperando'
> L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
Il cosiddetto "servo muto".
edi'®
> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <648e79ab0fc7c32716391203d03304cc%L...@Lem98.here>,
> Lem Novantotto ha scritto:
>
>> Lorents ha scritto:
>>> Per me (di Milano) le stampelle sono unicamente i supporti
>>> ortopedici (o appoggi similari), mentre le sue stampelle le chiamo
>>> appendiabiti, appendini o ometti. Conosco ma non uso il termine gruccia
>
>> Idem per me.
>
> In Toscana, la gruccia è quella che si appende.
> L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
Il termine ometto (stesso significato: la struttura in legno che poggia
sul pavimento) l'ho imparato da mio nonno, siciliano.
Quindi suppongo che non sia un termine (esclusivamente) settentrionale.
Ciao,
Myszka
> Il termine ometto (stesso significato: la struttura in legno che poggia sul
> pavimento) l'ho imparato da mio nonno, siciliano.
A Milano gli ometti stanno appesi nell'armadio.
Quelli citati non li ho mai visti (e non hanno un nome) se non in
congiunzione con uno stirapantaloni.
Mia madre lo chiama anche "uomo morto"
Ciao,
Luigi
Boh a me non risulta.
Anzi, spesso l'asciugamano viene chiamato tovaglia..
Ciao,
Luigi
> "Mariuccia Ruta" <mariuc...@alice.it> ha scritto
>
> > L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
>
> Il cosiddetto "servo muto".
Già! Me lo hai fatto tornare in mente: anche nel grossetano mi pare si
dica "servo muto", termine forse piú diffuso di "ometto", che
probabilmente devo aver sentito altrove).
> il giorno 22/02/2007 19.35 Mariuccia Ruta ha scritto:
>
> > > [...]
> > In Toscana, la gruccia è quella che si appende.
> > L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
> Il termine ometto (stesso significato: la struttura in legno che poggia
> sul pavimento) l'ho imparato da mio nonno, siciliano.
Mi punge vaghezza che tuo nonno abbia assimilato altrove il termine
"ometto": in Sicilia non l'ho mai sentito (riferito a quel tipo di
appendiabiti), e i diminutivi in -etto mi pare siano pressoché
inesistenti, laggiú.
> Quindi suppongo che non sia un termine (esclusivamente) settentrionale.
Su questo mi trovi pienamente d'accordo.
> Mariuccia Ruta wrote:
> > Non solo in settentrione :)) Anche in Sicilia, l'asciugamano viene
> > spesso chiamato salvietta, indipendentemente dalla sua grandezza.
> Boh a me non risulta.
A me sí. Da decenni E ai sículi pure. Da alcuni secoli almeno :))
> Anzi, spesso l'asciugamano viene chiamato tovaglia.
Boh. Probabilmente dipende dalle zone: nel ragusano, nel palermitano,
nel siracusano, 'a tuagghia l'ho sempre sentita riferita solo a quella
su cui si mangia; nelle stesse zone, l'asciugamano (quando non vien
detto 'u sciucamànu) vien detto 'a savvietta; la salvietta se si
esprimono in italiano.
> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <%ARDh.26924$aF5....@tornado.fastwebnet.it>,
> Myszka ha scritto:
>
>> il giorno 22/02/2007 19.35 Mariuccia Ruta ha scritto:
>>
>>>> [...]
>>> In Toscana, la gruccia è quella che si appende.
>>> L'ometto è quello fornito di base che poggia sul pavimento.
>
>> Il termine ometto (stesso significato: la struttura in legno che poggia
>> sul pavimento) l'ho imparato da mio nonno, siciliano.
>
> Mi punge vaghezza che tuo nonno abbia assimilato altrove il termine
> "ometto": in Sicilia non l'ho mai sentito (riferito a quel tipo di
> appendiabiti), e i diminutivi in -etto mi pare siano pressoché
> inesistenti, laggiú.
Potrebbe darsi. Visse per molto tempo a Roma e in Abruzzo. Puo' darsi
che il termine lo abbia appreso.
Sono certo che lui usasse questa parola purtroppo pero' l'ho conosciuto
per poco tempo :(
Ps: bello sentire "mi punge vaghezza".
Sono siculo da 35 anni e non l'ho mai sentito neanche una volta..
> Boh. Probabilmente dipende dalle zone: nel ragusano, nel palermitano,
> nel siracusano, 'a tuagghia l'ho sempre sentita riferita solo a quella
> su cui si mangia; nelle stesse zone, l'asciugamano (quando non vien
> detto 'u sciucamànu) vien detto 'a savvietta; la salvietta se si
> esprimono in italiano.
Vivo a Ragusa sempre da 35 anni e ti posso garantire che 'a tuvagghia si
usa spesso per intendere l'asciugamano con cui ci si asciuga il viso
(anche se forse piu' nello sciclitano), e se dico 'a savvietta tutti
pensano al tovagliolo di carta tipo Scottex.
PS: senza intenti polemici eh!
Ciao,
Luigi
>Vivo a Ragusa sempre da 35 anni e ti posso garantire che 'a tuvagghia si
>usa spesso per intendere l'asciugamano con cui ci si asciuga il viso
>(anche se forse piu' nello sciclitano), e se dico 'a savvietta tutti
>pensano al tovagliolo di carta tipo Scottex.
In Calabria (si licet parva...) ho sempre sentito tovaglia,
nell'uso comune: asciugamani si dice solo nel parlar forbito
Salvietta (sarvietta, servìettu, servettu) è il tovagliuolo (variante
citeriore: stavuccu, stiavuccu da stuja-vucca).
> Mariuccia Ruta wrote:
> > A me sí. Da decenni E ai sículi pure. Da alcuni secoli almeno :))
> Sono siculo da 35 anni
> e non l'ho mai sentito neanche una volta.
Questo mi risulta molto strano. Davvero.
>
> > Boh. Probabilmente dipende dalle zone: nel ragusano, nel palermitano,
> > nel siracusano, 'a tuagghia l'ho sempre sentita riferita solo a quella
> > su cui si mangia; nelle stesse zone, l'asciugamano (quando non vien
> > detto 'u sciucamànu) vien detto 'a savvietta; la salvietta se si
> > esprimono in italiano.
> Vivo a Ragusa sempre da 35 anni e ti posso garantire che 'a tuvagghia si
> usa spesso per intendere l'asciugamano con cui ci si asciuga il viso
> (anche se forse piu' nello sciclitano), e se dico 'a savvietta tutti
> pensano al tovagliolo di carta tipo Scottex.
>
> PS: senza intenti polemici eh!
Certo. E ci mancherebbe! che si facesse polemica per convinzioni
alimentate da usi locali e vocaboli che a Modica o Comiso hanno
assunto un significato e a Ragusa o Scicli ne hanno assunto un altro.
Ho una cognata, nata e cresciuta a Modica e trasferitasi a Ragusa da
sposata, da una quarantina d'anni. Sento sempre una certa differenza
fra il modo di esprimersi di questa e il modo di esprimersi degli
altri parenti sempre vissuti a Modica, pur vivendo l'una e gli altri a
solo una manciata di chilometri di distanza. Stessa differenza
avvertivo con un'altra cognata che dopo sposata s'era trasferita a
Santa Croce Camerina.
Idem con i numerosi ragusani che risiedono qui in Venezuela; ragusani
intesi come appartenenti alla provincia: Comiso e Modica incluse.
> il giorno 28/02/2007 16.10 Mariuccia Ruta ha scritto:
>
> > Myszka ha scritto:
> >>>> [...]
> >> Il termine ometto (stesso significato: la struttura in legno che poggia
> >> sul pavimento) l'ho imparato da mio nonno, siciliano.
> >
> > Mi punge vaghezza che tuo nonno abbia assimilato altrove il termine
> > "ometto": in Sicilia non l'ho mai sentito (riferito a quel tipo di
> > appendiabiti), e i diminutivi in -etto mi pare siano pressoché
> > inesistenti, laggiú.
>
> Potrebbe darsi. Visse per molto tempo a Roma e in Abruzzo. Puo' darsi
> che il termine lo abbia appreso.
Spiegato il mistero, dunque :))
> Sono certo che lui usasse questa parola purtroppo pero' l'ho conosciuto
> per poco tempo :(
>
> Ps: bello sentire "mi punge vaghezza".
:))
> Già! Me lo hai fatto tornare in mente: anche nel grossetano mi pare si
> dica "servo muto", termine forse piú diffuso di "ometto", che
> probabilmente devo aver sentito altrove).
I miei sono di Grosseto e dicono "ometto" se poggia sul pavimento,
"gruccia" se è appesa.
Ma vivono a Grosseto? Se sí (ma forse anche se no), posso solo dire
che non solo altrove, ma anche a GR sento sia l'uno e sia l'altro
termine :))
Per quanto mi riguarda, io (grossetana d'adozione) dico comunque
sempre e solo l'attaccapanni, o l'appendiabiti, o la gruccia, a
seconda della forma e tipo.