Esattamente come te!
Ma non e' esatto nemmeno il costo!
Prezzo e' il termine della pattuizione finale.:-)
ciaofelix:-)
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D'accordo, ma il verbo "prezzare" non esiste; o forse esiste nel gergo dei
magazzinieri e commercianti e indica l'attribuzione o l'indicazione di un
prezzo a una merce.
Quando chiedi "quanto costa", vuoi sapere quanto devi pagare per avere una
certa cosa.
Se invece sei un finanziere, magari ti informi su quanto costa *al
venditore* la merce.
Se proprio ti ripugna chiedere "quanto costa", puoi domandare "che cosa le
debbo"; neanche questo è però equivalente: il prezzo è il valore di scambio
della merce, a cui si possono aggiungere (o, in rari e felici casi,
sottrarre) altre somme, a titolo di servizi accessori, di imposte,
convenzioni etc.
Ciao
jacopo
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www.ordet.it
icq 62018455
> Secondo voi è un modo elegante e corretto chiedere nei nogozi quando si
> acquista qualcosa, "quanto viene", anzichè quanto costa? Penso possa essre
Se rivolto alla commessa, è da catalogare come molestia sessuale.
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Kaì egápesan oi ánthropoi mâllon tò skótos è tò fôs (Gv III,19)
01/11/2003 19.58.07
Quanto viene è una forma corretta, pure riportata dal dizionario, che
significa "quanto viene a costare".
A mio parere si usa "quanto viene" nei casi in cui i prezzi cambiano
rapidamente come al mercato o in una trattativa.
Il dizionario riporta un esempio che chiarisce il concetto (anche se non
è spiegato): "se paga in contanti le viene molto meno".
Se chiedo quanto vengono le zucchine chiedo qual è il prezzo del
momento. Se chiedo quanto viene un personal computer significa che sto
chiedendo quanto mi verrà a costare una certa configurazione.
in altre parole l'uso di "venire" che sia o meno sottinteso "costare"
esprime la possibilità che il risultato sia mutevole.
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Il verbo "venire" in italiano è usato spesso per la costruzione del passivo;
"quanto viene?" riferito al costo di un prodotto potrebbe stare per "a
quanto viene venduto?" ma l'ipotesi a cui credo maggiormente è quella
dell'utilizzo di "venire" inteso come risultato di un calcolo, in questo
caso il prezzo dell'articolo.
Luca
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lu.
Ultima Badessa Di Passaggio
* Tu m'hai lasciato il segno. Tu mordevi come una fiera*
G.d'Annunzio, Il fuoco
>grazie, hai certamente ragione, quando capita a me di chiederlo, credo
>proprio di dire " che prezzo ha?" mi fa piacere che la pensi come me. Mi
>dicono che sono pignola e ognuno può esprimersi e parlare come vuole, sono
>precisazioni sciocche! A me non sembra, giusto?
Io dico ''Quanto mi costa?", con espressione sofferente e accusatoria
al tempo stesso. A volte funziona.
--
Federico Spano`
>Secondo voi è un modo elegante e corretto chiedere nei nogozi quando si
>acquista qualcosa, "quanto viene", anzichè quanto costa?
Elegante non direi.
Ciao.
Gian Carlo
Un sottile riferimento dannunziano?
ciao
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Danilo Giacomelli
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L'òm pié de solcc l'è ric: el siòr l'è chèl che gh-e n'empórta 'n fic.
(Ràsega)
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C'e' un motivo tecnico Carla, ben preciso che conferma la
nostra
opinione,al di la'delle abitudini.
Un prodotto ha: un costo di raccolta,un costo di produzione un
costo di trasporto, un costo di gestione del negozio.
` Tutti questi costi,sommati ed aggiunti al ricarico formano
il prezzo!
Sul cartellino obbligatorio, sara' stampigliato il prezzo
Al limite un rivenditore e' autorizzato a chiedere al grossista
"quanto mi costa*!! :-)))
Noi chiederemo *qual'e'il suo prezzo?* o *che prezzo mi fa* se
si spera in uno sconto.
> "le devo?"
Indicato per una prestazione! Professionale artigianale etc.
o commerciale.
ciao, j.
> > Mi potete dire come la pensate voi?
>
> "le devo?"
Naah ... "le devo?" puoi dirlo solo se hai gia' acquistato la merce e
sei in procinto di pagare.
"Quanto viene/costa?" e' un'informazione che chiedi *preventivamente*
per decidere se acquistare o meno.
Ciao, edi'® (E.D.)
questo e' giustissimo.
in effetti di solito il prezzo lo chiedo dopo aver scelto.
e in effetti di solito me ne pento amaramente :)
ciao, j.
> "le devo?"
Devo un corno. Acconsento obtorto collo.
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Kaì egápesan oi ánthropoi mâllon tò skótos è tò fôs (Gv III,19)
02/11/2003 9.49.48
> "Quanto viene/costa?" e' un'informazione che chiedi *preventivamente*
> per decidere se acquistare o meno.
A quanto me la dai?
--
Kaì egápesan oi ánthropoi mâllon tò skótos è tò fôs (Gv III,19)
02/11/2003 9.50.42
cosi' stai chiedendo un prestito.
> > "le devo?"
> Devo un corno. Acconsento obtorto collo.
Padre, rivolgendosi a Lei javalab non voleva comprare nulla, voleva solo dare un
obolo in espiazione dei suoi peccati (non santificare le maiuscole).
O lo sta accusando di "simonìa" per averLe sottratto e messo in commercio i calzini
bucati?
Epimeteo
"Danilo Giacomelli" <danilo.g...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:NxUob.79354$e5.29...@news1.tin.it...
>
> "Luciana" <luci...@tiscali.it> ha scritto ...
> > Io chiedo:" Quanto costa?".
>
> Un sottile riferimento dannunziano?
Ti piacerebbe analizzarmi, dott. Freud, vero?
>
si', ho gia' ammesso la svista, spiegando la causa.
ciao, j.
Nell'area ad ovest del Vittoriale "costa" (con la o aperta) significa
costola....
ciao
--
Danilo Giacomelli
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Berlusconi vuole una medaglia dagli Italiani..
Sorprende tanta modestia: Kesserling voleva un monumento.
--------------------------
questo e' un altro discorso. personalmente ritengo ottimale una lingua viva
e al tempo stesso coerente con le sue strutture interne, fonologiche
sintattiche etimologiche culturali e quant'altro, il che non e' affatto
semplice. trovo ottimale l'inglese per le comunicazioni perche' breve e
sintetico, ma la sua capacita' di inglobare qualunque lemma, che e' una sua
grande forza, e' anche la sua grande debolezza, *imho*. ne amo il suono e la
concisione, ma strutturalmente mi sembra un po' di gomma. come vedi,
l'eleganza delle locuzioni e' l'ultimo dei miei pensieri. rem tene, verba
sequentur -- se ricordo giusto.
'quanto viene?' lo utilizzo in tutta tranquillita', sia perche' inverato
dall'uso, sia perche' 'venire' (padre mckenzie, per l'amor del cielo, stia
zitto ! :P) in questo caso serve a sfumare un punto che nelle relazioni di
qualunque genere e' sempre spinoso: i soldi. e lo fa, tutto sommato, se la
cosa ci preme, abbastanza elegantemente.
pero' mi rendo conto che ognuno ha i suoi parametri in queste valutazioni,
quindi...
il tuo miglior consigliere sei tu. se non ti piace o non ti senti, e hai un
sostituto che ti convince, usa quello. io a volte uso anche 'quanto costa?'
o 'quant'e'?', senza particolari emozioni.
ciao, j.
: Quanto viene č una forma corretta, pure riportata dal dizionario, che
: significa "quanto viene a costare".
Sono d'accordo; mi ero espresso soltanto sulla questione prezzo/costo.
: A mio parere si usa "quanto viene" nei casi in cui i prezzi cambiano
: rapidamente come al mercato o in una trattativa.
Anche in caso di piů acquisti: se compro dieci cose diverse, per sapere
l'importo totale chiedo "quanto viene", oppure piů genericamente "quanto
fa". In svedese si chiede "quanto costa" [hur mycket kostar det?] per il
singolo oggetto, "quanto viene" [hur mycket blir det?, lett. "quanto
diventa?"] per la somma.
Ciao
jacopo
--
www.ordet.it
icq 62018455
> Nell'area ad ovest del Vittoriale "costa" (con la o aperta) significa
> costola....
Veramente, in tutti i libri d'anatomia.
> Anche in caso di piů acquisti: se compro dieci cose diverse, per sapere
> l'importo totale chiedo "quanto viene", oppure piů genericamente "quanto
> fa".
Nessuno che dica "quant'č?" come faccio io?
Io riuscii a laurearmi in Scienze Biologiche senza alcun esame di Anatomia.
ciao
--
Danilo Giacomelli
-----------------------------
Vecchio è colui che ritiene di non aver
più nulla di importante da imparare
-----------------------------
> Io riuscii a laurearmi in Scienze Biologiche senza alcun esame di Anatomia.
Benché abbia seguito l'indirizzo molecolare, l' esame di comparata ho
dovuto farlo.
L'ho sostituito con Embriologia.
ciao
--
Danilo Giacomelli
--------------------------
Se mi costringessero ad insegnare il creazionismo "scientifico" mi troverei
costretto ad insegnare anche il cavolismo e il cicognismo.
--------------------------
No, proprio "quanto", non "cosa".
Secondo te è dialettale anche: "Quanto ti viene la somma?"
Il dizionario che uso io è lo Zingarelli.
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Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
"Danilo Giacomelli" <danilo.g...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:uH9pb.82254$e5.30...@news1.tin.it...
>
> "news.fastwebnet.it" <ca...@fastwebnet.it> ha scritto ...
> >
> > "> > Io chiedo:" Quanto costa?".
> > >
> > > Un sottile riferimento dannunziano?
> ............
> > > mi puoi dire dove?
>
> Nell'area ad ovest del Vittoriale "costa" (con la o aperta) significa
> costola....
Danilo.
Mi confondi...
Ma per chi compera il prezzo č un costo (ed č un ricavo per chi vende).
"Quanto costa?" non č la formula piů semplice?
Ciao
Bruno
Sono d'accordo anch'io.
È una questione di stile, di sensibilità; quel "quanto viene" è così
brutto...
Ciao
Bruno
perchč quant'č si chiederebbe dopo aver deciso l'acquisto e non mi prima,
almeno credo.
> >>che significhi "quanto viene a costare" l'avevo già scritto, ma più che
> altro a me non piace come espressione. Su quale dizionario lo hai trovato?
A me non piace affatto. Mi sembra voglia sottintendere "quanto mi vuoi
spillare?".
Ciao, FB
"news.fastwebnet.it" <ca...@fastwebnet.it> ha scritto nel messaggio
news:eSzpb.18037$gA.1...@tornado.fastwebnet.it...
Per favore.
Non iniziamo con questa assurda e goliardica diceria.
Devo lucidare le mie armi e presentarmi sul campo di battaglia?
--
lu.
Ultima Badessa Di Passaggio
"Quella tua semplicità divina
per cui sembra che ogni tuo atto
incominci dall'infinito e si compia all'infinito"
(dedica di D'Annunzio alla Duse).
> > > > Nell'area ad ovest del Vittoriale "costa" (con la o aperta) significa
> > > > costola....
cioe' a Verona dove c'e' "l'arco della costa" ?
ma quella che pende dall'arco e' una costola di balena !
> Devo lucidare le mie armi e presentarmi sul campo di battaglia?
Temo di sě. Se vuoi ti do una mano io. Dovrei avere un qualche
spingardino da qualche parte.
p.
--
Osare. Sempre piů. Osare. Temerariamente.
>C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non a Canelli, a
>Barbaresco o in Alba. E' perché laverdure ha scritto:
>
>> Anche in caso di più acquisti: se compro dieci cose diverse, per sapere
>> l'importo totale chiedo "quanto viene", oppure più genericamente "quanto
>> fa".
>
>Nessuno che dica "quant'è?" come faccio io?
Se me lo chiedessi, ti risponderei: quasi mezzo chilo. ;-))
Se invece mi chiedessi: (A) quant'è...
--
Ciao.
Sergio®
>>Nessuno che dica "quant'è?" come faccio io?
>
> Se me lo chiedessi, ti risponderei: quasi mezzo chilo. ;-))
> Se invece mi chiedessi: (A) quant'è...
...risponderei "a duecento metri" oppure "a due minuti di cammino"
> Secondo voi è un modo elegante e corretto chiedere nei nogozi quando si
> acquista qualcosa, "quanto viene", anzichè quanto costa?
La forma mi sembra corretta, nonch'e comune ed accettata sia nella lingua
parlata che in quella scritta. Piu' elegante potrebbe essere "a quanto lo
vende?" ma mi paiono sottigliezze.
> [...]a me però non sembra
> un'espressione che deve usare una persona che crede di parlar forbito.
Parlar forbito (specie in contesti non idonei, come, appunto, mentre si fa
la spesa) e' indice di inutile sussiego, imho ;-))
Iperboreo
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togli KAOS per rispondere in email
--
Non lo nego
ma me ne frego
"ego"... :-)PPP
--
Er Roscio.